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Autore: LadyPalma    03/06/2020    6 recensioni
Myrcella Umbridge, figlia della più nota Dolores Jane Umbridge, è una giovane auror dall'aria ingenua che entra a far parte dell'Ordine della Fenice e stringe un legame speciale con Sirius.
[Sirius/Nuovo personaggio]
| Mini-long composto da drabble allungate, partecipanti alla challenge "Drabbles, drabbles e ancora drabbles" indetto da HarrietStrimell sul forum di EFP]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Dolores Umbridge, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Alastor&Dolores'
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6. Nero





“Dora, che fai?”
La sua migliore amica ha la bacchetta in pugno, i capelli della tinta più scura possibile e un piede fuori dalla porta: non ci vuole molto a percepire che si tratta di un addio.
“Devo andare, Myrcella. Non posso restare… Io…”
Le due donne si fissano in silenzio. La questione è troppo complessa per essere spiegata in una manciata di secondi, ma per fortuna non c’è bisogno di dire molto.
“Mi credi meno madre perché scelgo di combattere?”
“E tu? Mi credi meno auror perché scelgo di nascondermi con mia figlia?”
Si stringono in un ultimo abbraccio e si lasciano con due richieste troppo pretenziose da avanzare, perfino sull’orlo della fine.
“Prenditi cura di Teddy”.
“Uccidili tutti anche per me e poi torna a casa”.
Una delle due non avrebbe mantenuto la promessa.
Entrambe – sia la donna in battaglia, sia quella accanto alla culla – avrebbero avuto rimpianti.

[Culla, 150 parole]
 



Mentre aspetta l’esito della battaglia, Myrcella quasi ci crede nel lieto fine. E di fatti alla fine arriva, ma non senza altri sacrifici per lei. La guerra viene vinta, allora perché il senso di sconfitta sembra intollerabile?
Forse perché dopo l’amore della sua vita e il padre, non le sembra giusto aver perso anche i suoi migliori amici. Non le sembra giusto che per colpa della stessa persona sua figlia debba crescere senza un padre e Teddy senza i genitori.
E non le sembra giusto, soprattutto, non poter piangere. Perché le persone che la circondano – Andromeda e Harry – in quella guerra hanno perso perfino più di lei.
Così, non lo fa, va avanti per inerzia giorno dopo giorno e lascia che gli altri confondano la sua inutile apatia con invidiabile forza d’animo.

[Apatia, 132 parole]


 

Myrcella ha giurato che non avrebbe più cercato sua madre; eppure, quando tre anni dopo la fine della guerra Dolores Umbridge esce da Azkaban, non può fare altro che presentarsi davanti alla sua vecchia casa.
“Ciao, mamma…”
Ha immaginato a lungo quell’incontro, ma adesso sia le parole di accusa sia la fredda diffidenza si sciolgono all’improvviso e si ritrova semplicemente a piangere.
All’improvviso tira fuori il suo dolore dopo anni e non c’è posto migliore dove farlo. L’unico posto in cui riesce a smettere di sentire freddo.
Si sente una bambola mentre un gatto bianco che non conosce le si acciambella sulle gambe, sua madre le pettina i capelli e la stringe in una coperta rosa. Protesta solo di fronte al tè con i biscotti.
“Voglio lo sherry”.
Dolores ne tira fuori una bottiglia e inaspettatamente finiscono per scolarsela insieme.

[Calore, 140 parole]



 
Bethelgeuse Black-Umbridge a sette anni è, a detta di tutti, una bambina particolare – soprattutto per il mondo in cui riesce a osservare le persone.
Adora sua madre, non si stanca di ascoltare le storie su suo padre e suo nonno, ha un rapporto strettissimo con il suo amico Teddy, non vede l’ora di passare il tempo con zio Harry e zia Ginny, e giura che un giorno sposerà “quel ragazzo tanto carino senza un orecchio”. Tuttavia, quando la maestra le chiede di disegnare la sua persona preferita al mondo, non ha nessun dubbio sul soggetto del suo disegno: la nonna Dolly.
“Sul serio, Beth, lo so che vuoi bene alla nonna ma…”
“Tu non capisci, mamma. Voglio bene alla nonna, ma non è solo questo. Lei mi piace proprio, è così… particolare”.

[Disegno, 132 parole]
 



Gli anni passano e il loro effetto si concretizza in ogni nuova torta di compleanno per Beth – ma non solo.
Myrcella si accorge che il tempo è passato quando la morsa del dolore comincia a fare appena meno male, abbastanza per pensare a Sirius un po’ di meno e uscire con il suo amico Kingsley Shaklebolt un po’ di più.
“Andiamo, cara, è un’offerta imperdibile! Potresti sposare l’ex Ministro della Magia, te ne rendi conto?”
“Oh, mamma, ti prego! Non è un’offerta, è una proposta!”
Dolores fa una stridula risatina, mentre raccoglie le tazze si tè.
“Ehm… Dico solo che sono passati dieci anni dalla morte di Black e tu sei troppo giovane per passare il resto della tua vita da quasi-vedova…”
Myrcella sospira e stranamente si ritrova a corto di parole. Forse per la prima volta, riconosce che sua madre non ha tutti i torti.

[Andiamo, è un’offerta imperdibile!, 146 parole]
 



“…Quindi sì, Beth, Kingsley mi ha chiesto di sposarlo ma– Per Rowena, Beth! Chi ti ha dato quella sciarpa così orrenda?”
La bambina osserva la stoffa rosa con i brillantini e poi lancia un’occhiata confusa alla madre. “La non-” Non fa in tempo a finire la parola, che sua madre gliela toglie di dosso e fa per metterle la propria: nera e senza fronzoli.
Beth però la blocca e alza semplicemente le spalle.
“Lascia stare, mamma, in fondo la sciarpa non serve più. L’inverno è finito, non è così?”
Myrcella la fissa dritto negli occhi – quegli occhi grigi che le ricordano troppo qualcun altro – e per un attimo legge in quello sguardo e in quelle parole una benedizione di cui non sapeva di avere bisogno.
L’inverno è destinato a tornare sempre, pensa mentre infila alla fine la sciarpa nella borsa, ma per adesso può vivere un pizzico di primavera.

[Primavera, 149 parole]





 
THE END

















 
 


NDA: Salve a tutti, finalmente sono riuscita a mettere la parole fine a questa storia. Non ci credo neanche io! Purtroppo da un lato  trovo enorme difficoltà a scrivere i finali (sindrome abbandonica?), dall'altro la lista di prompt a cui mi appoggiavo non mi aveva offerto inizialmente illuminazioni... E quindi eccoci qui, con mesi di ritardo.
Non ho molto da dire: posso dire che l'ultima scena che ho scritto è stata anche la prima che ho pensato (quella che mi ha fatto autenticamente dire: sì, il titolo deve essere Paint it Black!). Ringrazio davvero tanto chi mi ha seguito in quest'avventura, un bacio a tutti e alla prossima!
   
 
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