ma amavo il suo corpo
come ho amato poche cose al mondo.
Le mie mani a un certo punto
lo seppero a memoria quel corpo lì.
Avevo sviluppato
una sorta di dipendenza tattile
per il suo corpo.
(Guido Catalano – Se questa fosse una poesia)
~ Falling ~
“Don't let yourself be hurt this time
then your kiss so soft
then your touch so warm.”
then your kiss so soft
then your touch so warm.”
Vorresti rimanere così per sempre.
Sprofondato fra cosce che non ti lasciano andare, che si serrano con violenza intorno al tuo bacino, che ti catturano e ti incatenano e ti trattengono – di più, di più, di più – provocandoti un brivido che dalle viscere monta e si espande, si contrae ed esplode – annebbia la mente, trafigge le ossa, spezza il cuore.
Forse, rifletti, il segreto è nel contatto: nel sentire la sua pelle morbida fremere e bruciare sotto le mani, nell’assaporare le sue labbra umide, che tormenti con baci sfacciati, avidi, scorretti, nell’inebriarti del suo profumo speziato e intenso e fuso al tuo con alchemica precisione, in un connubio irresistibile che parla di comunione, di appartenenza, nel contemplare i suoi occhi misteriosi, velati, ricolmi di emozioni che sembrano trasportarlo lontano da te miglia e miglia – eppure è presente, appassionato, pulsante di carne e sangue mentre si aggrappa con foga alle tue spalle –, nell’ascoltare i suoi gemiti bassi, rochi, che raccogli direttamente dalla sua bocca e di cui non sei – non sarai – mai sazio.
Sospira, Gellert, annaspa e ti si inarca addosso, il ventre teso e squassato da spasmi di furibonda agonia; allenta la presa per ritrovare fiato e poi di nuovo ti cerca – ti vuole, ti pretende –, racchiude i tuoi fianchi in una morsa febbrile, implacabile, persino dolorosa, che sgretola anche l’ultimo barlume di razionalità e ti spinge ad aumentare la portata dei tuoi affondi.
Il mondo attorno a voi divampa, realtà e sogno si confondono, si trasfigurano in forme e colori sconosciuti, impossibili, stelle luminose nascono e sfolgorano e si consumano in un istante che custodisce in sé preziosi frammenti d’infinito. Il Tempo si inchina al vostro cospetto, rallenta la sua corsa fino a fermarsi, si cristallizza, si avviluppa su se stesso, si stende come un manto candido sopra di voi. L’eternità è qui, in questo letto disfatto, dentro di lui – creatura oscura e magnifica –, tra le sue braccia che sono lacci di seta e velluto, negli sguardi che annullano confini insensati, abbattono barriere e toccano l’anima, sui vostri corpi nudi che si fiutano, si desiderano, si riconoscono – in ogni curva, anfratto o meravigliosa imperfezione –, si dissolvono e infine si ricompongono l’uno attraverso il bisogno disperato dell’altro.
È un’energia dirompente, una malìa primordiale a impadronirsi di entrambi e a farvi muovere e danzare, insieme, senza tregua, senza pudore – senza pietà. Il suono della sua voce s’innalza e si unisce al tuo in un grido ovattato, che percepisci a stento, quasi giungesse da una grande distanza, da un altro universo. Le candele lingueggiano e si spengono, il buio vi avvolge e vi protegge, mentre tutta la furia ardente delle vostre giovani vite vi pervade, vi scuote e vi erompe in grembo, culmine e sigillo di un piacere agognato, travolgente, che s'inerpica feroce lungo la spina dorsale ed è destinato a non svanire.
Sussulti – ancora, ancora e ancora –, ti abbandoni su di lui, a lui, ansimando, lo stringi forte, forte, seppellisci il viso nell’incavo del suo collo e gli accarezzi l’addome glabro, riempi il silenzio che vi circonda mormorando il suo nome innumerevoli volte. Lui fa scorrere le dita fra i tuoi capelli e ti bacia la fronte distesa con tenerezza immensa, sorprendente – e tuttavia naturale, sincera, giusta.
Lentamente, dolcemente, il tremito si placa, il fuoco nelle vene si stempera – ma non il suo calore, oh no, no, Dio, no! Il calore permane, simile a fiamma che guizza e sfavilla nelle tenebre, vermiglia e terribile e splendida; poggi piano la testa contro il suo petto, e ti fai cullare dal ritmo regolare del suo respiro.
Manca solo qualche minuto all’alba.
«Ti amo».
Nessuna incertezza nel tono, nelle parole, nei pensieri – ha scelto.
Ora aspetta te.
Non esiti.
«Anch’io» sussurri – preghi prometti giuri, la bocca premuta sul suo cuore – hai scelto.
«Ti amo anch’io».
Sprofondato fra cosce che non ti lasciano andare, che si serrano con violenza intorno al tuo bacino, che ti catturano e ti incatenano e ti trattengono – di più, di più, di più – provocandoti un brivido che dalle viscere monta e si espande, si contrae ed esplode – annebbia la mente, trafigge le ossa, spezza il cuore.
Forse, rifletti, il segreto è nel contatto: nel sentire la sua pelle morbida fremere e bruciare sotto le mani, nell’assaporare le sue labbra umide, che tormenti con baci sfacciati, avidi, scorretti, nell’inebriarti del suo profumo speziato e intenso e fuso al tuo con alchemica precisione, in un connubio irresistibile che parla di comunione, di appartenenza, nel contemplare i suoi occhi misteriosi, velati, ricolmi di emozioni che sembrano trasportarlo lontano da te miglia e miglia – eppure è presente, appassionato, pulsante di carne e sangue mentre si aggrappa con foga alle tue spalle –, nell’ascoltare i suoi gemiti bassi, rochi, che raccogli direttamente dalla sua bocca e di cui non sei – non sarai – mai sazio.
Sospira, Gellert, annaspa e ti si inarca addosso, il ventre teso e squassato da spasmi di furibonda agonia; allenta la presa per ritrovare fiato e poi di nuovo ti cerca – ti vuole, ti pretende –, racchiude i tuoi fianchi in una morsa febbrile, implacabile, persino dolorosa, che sgretola anche l’ultimo barlume di razionalità e ti spinge ad aumentare la portata dei tuoi affondi.
Il mondo attorno a voi divampa, realtà e sogno si confondono, si trasfigurano in forme e colori sconosciuti, impossibili, stelle luminose nascono e sfolgorano e si consumano in un istante che custodisce in sé preziosi frammenti d’infinito. Il Tempo si inchina al vostro cospetto, rallenta la sua corsa fino a fermarsi, si cristallizza, si avviluppa su se stesso, si stende come un manto candido sopra di voi. L’eternità è qui, in questo letto disfatto, dentro di lui – creatura oscura e magnifica –, tra le sue braccia che sono lacci di seta e velluto, negli sguardi che annullano confini insensati, abbattono barriere e toccano l’anima, sui vostri corpi nudi che si fiutano, si desiderano, si riconoscono – in ogni curva, anfratto o meravigliosa imperfezione –, si dissolvono e infine si ricompongono l’uno attraverso il bisogno disperato dell’altro.
È un’energia dirompente, una malìa primordiale a impadronirsi di entrambi e a farvi muovere e danzare, insieme, senza tregua, senza pudore – senza pietà. Il suono della sua voce s’innalza e si unisce al tuo in un grido ovattato, che percepisci a stento, quasi giungesse da una grande distanza, da un altro universo. Le candele lingueggiano e si spengono, il buio vi avvolge e vi protegge, mentre tutta la furia ardente delle vostre giovani vite vi pervade, vi scuote e vi erompe in grembo, culmine e sigillo di un piacere agognato, travolgente, che s'inerpica feroce lungo la spina dorsale ed è destinato a non svanire.
Sussulti – ancora, ancora e ancora –, ti abbandoni su di lui, a lui, ansimando, lo stringi forte, forte, seppellisci il viso nell’incavo del suo collo e gli accarezzi l’addome glabro, riempi il silenzio che vi circonda mormorando il suo nome innumerevoli volte. Lui fa scorrere le dita fra i tuoi capelli e ti bacia la fronte distesa con tenerezza immensa, sorprendente – e tuttavia naturale, sincera, giusta.
Lentamente, dolcemente, il tremito si placa, il fuoco nelle vene si stempera – ma non il suo calore, oh no, no, Dio, no! Il calore permane, simile a fiamma che guizza e sfavilla nelle tenebre, vermiglia e terribile e splendida; poggi piano la testa contro il suo petto, e ti fai cullare dal ritmo regolare del suo respiro.
Manca solo qualche minuto all’alba.
«Ti amo».
Nessuna incertezza nel tono, nelle parole, nei pensieri – ha scelto.
Ora aspetta te.
Non esiti.
«Anch’io» sussurri – preghi prometti giuri, la bocca premuta sul suo cuore – hai scelto.
«Ti amo anch’io».
“The stars still shine bright
the mountains still high.
Yet something is different
are we falling in love?”
the mountains still high.
Yet something is different
are we falling in love?”
{Words Count: 636}
Nota:
Buon pomeriggio e buon sabato a tutt*!
E niente, pare che tra gli effetti collaterali della quarantena ci siano l’ansia e l’insonnia. Ringraziate quest’ultima che stamattina mi ha buttato giù dal letto alle 4.30.
Non ho ben chiaro nemmeno io cosa in effetti sia venuto fuori, ma d’altra parte con me siete un po’ abituati alle supercazzole, per cui...
Fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate di questo ottavo capitolo ^^
Soundtrack: Falling, Angelo Badalamenti (Twin Peaks OST)
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
Alla prossima!
Un bacio :*
padme
Buon pomeriggio e buon sabato a tutt*!
E niente, pare che tra gli effetti collaterali della quarantena ci siano l’ansia e l’insonnia. Ringraziate quest’ultima che stamattina mi ha buttato giù dal letto alle 4.30.
Non ho ben chiaro nemmeno io cosa in effetti sia venuto fuori, ma d’altra parte con me siete un po’ abituati alle supercazzole, per cui...
Fatemi sapere, se vi va, cosa ne pensate di questo ottavo capitolo ^^
Soundtrack: Falling, Angelo Badalamenti (Twin Peaks OST)
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
Alla prossima!
Un bacio :*
padme