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Autore: Potteriana_V    07/06/2020    1 recensioni
Sono passati quattro anni dalla fine della Seconda Guerra Magica, Hermione torna in Inghilterra dopo avere iniziato la sua vita in Francia. Tante cose sono cambiate ed è proprio il suo ritorno che le aprirà gli occhi su tanti aspetti della sua vita: nuove attrazioni, vecchie storie e tanto altro sono pronti a coinvolgere i nostri protagonisti. Gli anni di terrore sembrano ormai storia passata... ma se così non fosse?
Genere: Azione, Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Quei giorni erano passati velocemente tra il lavoro, giri per i negozi e serate cinema. Erano arrivate al 31 Agosto e quella sera ci sarebbe stata la cena ad Hogwarts. Il Ministero della Magia Francese aveva rilasciato due giorni di riposo su richiesta del Ministro Shacklebolt che si era anche impegnato ad adibire delle passaporte sparse per il mondo in modo tale da fare arrivare tutti gli invitati a destinazione senza problemi.

Le ragazze si stavano preparando nelle rispettive camere mentre una radio magica sintonizzata su una stazione di musica retrò e posizionata strategicamente nel corridoio faceva da sottofondo. In quel momento veniva passata “La vie en rose”.Hermione ancora ricordava il momento in cui le avevano detto che Édith Piaf fosse una strega e che come tanti altri cantanti appartenenti al mondo della Magia questa si fosse introdotta anche nella musica Babbana.

-Muovetevi, se no perdiamo la passaporta.-  disse Daphne, facendo cadere nel panico le altre due ragazze col suo tono allarmato. 

Hermione si girò in direzione del grande orologio in ferro battuto della sua camera per poi rilassare le spalle dopo aver letto l’orario. Erano le 19 in punto e la loro passaporta si sarebbe attivata alle 20 per poi partire cinque minuti dopo; dimenticava sempre la mania di puntualità della bionda che era sicuramente amplificata rispetto alla sua, che non amava arrivare in ritardo ma non si ritrovava nemmeno pronta un’ora prima dei suoi appuntamenti.

-Sai che il giorno del matrimonio non potrai arrivare prima di Blaise, sì?- chiese divertita Pansy dalla sua camera mentre faceva una incantesimo lisciante al suo caschetto così da renderlo impeccabile.

-Sei una simpaticona.- disse Daphne appoggiandosi al muro subito fuori la sua camera, che le concedeva la visuale di entrambe le sue coinquiline sedute di spalle intente a truccarsi di fronte lo specchio delle rispettive camere.

Rendendosi conto di essere veramente pronta in largo anticipo fece levitare la poltroncina verde acqua della sua camera accanto a lei così da potersi sedere mentre attendeva le altre due.

-Che turno avete al ritorno?- chiese guardando la lavagnetta che avevano all’entrata e che usavano per segnare i loro turni e i vari avvisi, notando che fosse vuota. Avevano deciso di lasciarla lì vicino alla porta così ogni volta che si guardava il portone l’occhio sarebbe stato attirato dalle varie scritte.

-Io ronda serale- Disse Hermione mentre metteva il mascara sull’occhio destro.

-Anche io.- dissero le Serpeverde all’unisono con un sorriso. Era sempre bello quando avevano gli stessi turni, si trovavano così in sintonia che il loro capo Francois Delacour, cugino di Fleur, tendeva a metterle quasi sempre insieme.

Mancavano cinque minuti alle 8 quando Hermione e Pansy uscirono dalle rispettive camere. Le tre si guardarono con sguardi compiaciuti… avevano fatto un buon lavoro.

Daphne per quella sera aveva deciso di indossare un abito da sera color Champagne con scollo all’americana ed una gonna lunga che cadeva liscia appoggiandosi alle gambe slanciate per poi allargarsi leggermente sul fondo accompagnato da un paio di decollette nere in pelle. Aveva acconciato i lunghi capelli biondi in una coda di cavallo precisa ed impeccabile che consentiva la completa visione dello scollo sulla schiena chiara che arrivava poco sopra il fondoschiena. Ad accompagnare il tutto aveva indossato degli orecchini pendenti formati da preziose pietre nere, sicuramente appartenenti da secoli alla sua famiglia, che risaltavano nel chiarore di tutto ciò che li circondava e al dito l’immancabile anello di fidanzamento della Famiglia Zabini che sembrava abbinarsi a qualsiasi cosa si indossasse: forgiato dai folletti, non vi era dubbio. Il trucco su tutto il viso era semplice a parte per il rossetto rosso chiaro che dava un tocco di colore all’incarnato della ragazza.

 

Pansy, amante dei colori sgargianti, aveva puntato per un abito rosso fuoco con corpetto in velo ed uno scollo a cuore che dava un effetto vedo non vedo molto intrigante e lasciava poi spazio alla gonna voluminosissima formata da almeno 10 strati di tutte che sbuffava lunga fino a metà polpaccio. Hermione si era sempre chiesta se le Purosangue venissero addestrate a sapere portare qualsiasi tipo di abito, perché Pansy nonostante la scelta di colori sgargianti che su molte risulterebbero volgari e di pessimo gusto, portava qualsiasi colore con estrema eleganza, senza mai apparire volgare; nonostante qualche giorno fa Daphne l’avesse paragonata alla Umbridge la riccia era convinta che Pansy anche con quei tubini in tweed rosa shocking potesse fare la sua figura senza mai sfigurare. Insieme al vestito aveva messo un paio di sandali dorati abbinati alla pochette ed al girocollo in oro con incastonati dei piccoli rubini. Il trucco comprendeva uno smokey-eye nero che dava maggiore profondità agli occhi verdi, evidenziandoli.

 

Hermione invece quella sera aveva puntato sull’eleganza del nero con un abito in seta con le spalline sottili e lo scollo squadrato che scendeva per il busto aderente lasciando spazio ad una gonna aderente che scendeva per lasciare dietro di se un breve strascico. Quell’abito mostrava benissimo le forme delle bruna, lasciando notare la sua forma a clessidra con la vita stretta.  Le scarpe erano dei sandali neri con laccetto alla caviglia e tacco sottilissimo che solo grazie ad anni di allenamento con le due Serpeverde poteva vantare di sapere portarle senza sembrare un elefante, mentre la pochette era nera con dei richiami dorati che richiamavano la collana in oro che riempiva lo scollo abbinata al braccialetto con la stessa trama, regalo della nonna materna. Per quanto riguarda il trucco aveva scelto un rossetto rosso mattone e per gli occhi una linea decisa di eyeliner e del mascara, mentre i capelli erano sciolti e resi più definiti da una pozione anticrespo.

 

Prima di uscire alzarono i soliti incantesimi difensivi, era sempre meglio non lasciare niente al caso. Qualche via più sotto arrivarono a destinazione in un vicolo abitato solamente da un paio di cassonetti pieni di immondizia. Riconobbero in un vecchio carillon sporco ai piedi di uno dei cassonetti la loro passaporta.

-Kingsley sempre ottima scelta per le passaporte. Va bene che devono essere anonime, ma non per questo devono essere sporche!- disse Pansy guardando col viso schifato l’oggetto.

Afferrarono tutte e tre l’oggetto e non ebbero tempo di rispondere all’amica che il carillon si illuminò risucchiandole.

 

 

La prima cosa che Hermione sentì fu il profumo inconfondibile che la Foresta Proibita aveva sempre rilasciato e, dopo aver aperto gli occhi, si rese conto che si trovavano poco dopo il binario dove arrivava ogni anno l’Hogwarts Express e che quindi per arrivare all’edificio avrebbero usato le carrozze trainate dai Thestral. Hermione si guardò in giro e notò alcuni invitati sparsi ad attendere le carrozze, riconoscendo solamente qualche Tassorosso del loro anno ma con i quali non aveva mai preso confidenza.

-Aspettiamo Blaise qui?- chiese Hermione rivolgendo il suo sguardo su Daphne.

-No, ci siamo dati appuntamento già nella Sala Grande.- disse la bionda sorridendo al solo pensiero di rivedere il ragazzo. Vivere a distanza era un problema che loro avevano gestito in modo quasi perfetto ma adesso iniziava a starle stretto. Avevano deciso che dopo il matrimonio lei sarebbe tornata in Inghilterra, aveva già inoltrato la domanda di trasferimento al Ministero della Magia e visto il suo curriculum nessuno aveva dubbi sul fatto che questa venisse accettata.

Arrivata una carrozza libera salirono subito, con un velo di tristezza per la visione dei Thestral. Tutte e tre li vedevano già da prima della guerra, però la consapevolezza di tutte le nuove morti che avevano vissuto le turbò per un attimo, fin quando all’orizzonte non videro, dopo quelli che erano sembrati secoli, la loro vecchia amata scuola.

-Casa.- disse Hermione con un sospiro e gli occhi pieni di emozione.

-Dovremmo offenderci?- chiese Pansy facendole la linguaccia, ma Hermione notò gli occhi umidi anche in lei.

Daphne si limitò ad osservare in silenzio con un lieve sorriso. Quante cose erano cambiate in quegli anni e quante invece erano rimaste le stesse; erano uscite da lì come ragazzine distrutte, con pezzi di vita in meno, ed erano tornate come adulte indipendenti e con nuovi legami più forti che mai.

La carrozza le lasciò di fronte le scale che portavano al portone principale, per poi ripartire non appena i loro piedi avevano toccato il suolo. Si trovarono tutte e tre ad affiancarsi, Hermione in mezzo e le due Serpeverde ai suoi lati, con gli occhi all’insù pronte ad ammirare da vicino il lavoro perfetto che era stato fatto.

Nessuno avrebbe mai detto che si fosse appena conclusa una ricostruzione, ogni pietra ed ogni mattone sembravano essere tornati al loro posto. Iniziarono a salire le scale, arrivate al pianerottolo si iniziava a sentire un chiacchiericcio ed una leggera musica di accompagnamento. Accanto al portone era fissato un tableau con i tavoli della serata, le tre ragazze sorrisero nel vedere che ogni tavolo prendeva il nome di una parola d’ordine per l’ufficio di Silente. Hermione notò che alla vesta vi sarebbero stata un po’ di persone, vi erano almeno una trentina di tavoli da circa 6 persone. Cercò il suo nome preoccupata, per poi tirare un sospiro di sollievo notando che al suo tavolo “Api Frizzole” non sembrava essere presente nessuno che potesse disturbarla… notò che Harry era al suo stesso tavolo ma non risultava il nome di Ginny. Possibile che adesso saltasse anche le grandi cerimonie?

-“Sorbetto al limone”, ricordo ancora quando usai questa parola perché avevo riempito di pustole Millicent Bulstrode… quanti ricordi!- disse Daphne sospirando teatralmente con la risatina malefica di Pansy di sottofondo.

-Sei divisa da noi Herm.- disse Pansy sporgendo il labbro inferiore per fare il broncio.

-La Regina dei Grifoni non può mica tornare nel suo regno circondata da Serpi.- esclamò una voce dietro di loro che tutte riconobbero essere Blaise Zabini, impeccabile nel suo smoking blu notte. Daphne non gli diede il tempo di dire niente che subito si buttò fra le sue braccia; ormai i metodi calmi e posati da Purosangue quando si parlava del suo futuro marito andavano a farsi benedire. Il futuro sposo sorrise, poggiò le sue mani sulla schiena nuda della sua ragazza ed inspirò il profumo dei suoi capelli. Daphne non aveva bisogno di alcun profumo, quello della sua persona bastava.

-Buonasera- disse un ragazzo avvolto da un abito grigio che Hermione riconobbe come Theodore Nott.

-Herm, ricordi Theodore Nott?- chiese Daphne ancora tra le braccia di Zabini.

-Sì, piacere di vederti Nott.- disse Hermione con un sorriso dopo aver stretto la mano che il ragazzo le aveva porto.

-Felice di rivederti Granger. Come ti trovi con queste due Serpi?- chiese il moro riferendosi a Daphne e Pansy.

-A volte devo lottare con loro veleno ma non mi lamento.- rispose lei. Nott era cresciuto e cambiato molto da quando lei non lo vedeva, sapeva tramite le sue amiche che lui fosse un magiavvocato molto importante e che il suo studio era tra i migliori di tutto il mondo magico, studio di cui Blaise aveva il 30% delle azioni nonostante lui fosse nella squadra Auror inglese.

-Entriamo?- chiese Blaise dopo aver salutato le testimoni della sua fidanzata.

-Sì.- rispose semplicemente Pansy che sembrava essere caduta dalla torre di Astronomia. Hermione la guardò studiandola; sapeva che ai tempi di Hogwarts avesse avuto una cotta per Nott, possibile che le facesse ancora questo effetto? Eppure aveva avuto delle relazioni a Parigi, niente di che, ma in tutti quegli anni non si era mai aperto nessun tipo di discorso riguardante il ragazzo dal punto di vista sentimentale. Si appuntò mentalmente di fare un leggero interrogatorio all’amica al loro ritorno, perché anche Theodore non sembrava a proprio agio.

Si stavano dirigendo all’interno quando vide poco dietro di loro un ragazzo, che riconobbe come Neville Paciock.

-Iniziate ad entrare, ho visto Neville, vado a salutarlo.- disse tornando indietro.

-Neanche siamo tornate che già ci snobba per dei Grifondoro.- scherzò Daphne incamminandosi aggrappata al braccio del suo fidanzato.

 

-Neville!- esclamò la Grifona appena fu a pochi metri di distanza da lui.

-Hermione! Dovevo prevedere che non avresti resistito al richiamo di Hogwarts.- disse il ragazzo in risposta mentre apriva le braccia per accogliere la sua amica. Paciock era cresciuto e maturato, del ragazzo timido ed impacciato di qualche anno fa non era rimasto quasi nulla, a parte alcuni momenti di lieve goffaggine quando questo veniva preso di sorpresa. Era uno dei pochi con cui la riccia aveva tenuto rapporti, era stata una delle poche a vedere il suo potenziale e lui aveva saputo ricambiare; era stato forse l’unico a domandarsi che fine avesse fatto anni fa, scrivendole lettere così tenere e piene di affetto che Hermione non aveva resistito a continuare a coltivare quell’amicizia.

-Mi conosci troppo bene. Luna?- chiese curiosa, sapendo quanto ormai fossero inseparabili quei due.

-Ci siamo dati appuntamento direttamente alla festa. Io sono arrivato con una passaporta dal Portogallo.- rispose mentre cercava il suo nome facendo vagare gli occhi sui vari nomi scritti elegantemente. Dopo aver constatato di essere allo stesso tavolo della riccia, Neville le offrì il braccio che venne subito accettato.

Dopo aver attraversato lo spesso portone in legno la solita aria fresca li investì; i muri di quell’edificio rendevano sempre l’interno fresco e leggermente umido, come ogni castello che si rispetti. Attraversarono l’atrio schivando gruppi di invitati che si erano fermati  a chiacchierare, per poi arrivare all’entrata della Sala Grande.

Hermione sentì gli occhi inumidirsi. Ringraziò mentalmente gli arredatori che avevano lasciato il soffitto alla sua bellezza naturale, con migliaia di candele sospese e un cielo pieno di stelle pronto a fare da sfondo per la serata. Un incantesimo aveva ampliato l’estensione della sala per l’occasione, così da potere ospitare i vari tavoli rotondi lasciando però una comoda distanza tra di loro. Quest’ultimi, notò Hermione, portavano tutti i vari colori delle case di Hogwarts con un’eleganza che neanche la migliore party planner magica avrebbe potuto accostare; dopotutto rosso, verde, giallo e blu insieme rischiavano di far diventare tutto un circo. In fondo alla sala vi era una piccola orchestra affiancata da alcune cantanti maghe ed altre che riconobbe come centaure. Ai muri laterali erano stati fissati gli stendardi delle quattro case.

Arrivarono al loro tavolo al quale trovarono già Luna e Cho Chang separate da due posti vuoti. Hermione sorrise nel notare che i nomi degli invitati erano segnalati da un segnaposto che svolazzava in prossimità del piatto e che, in base alla vecchia casa di appartenenza, avessero un colore rappresentativo. Fu così che dopo aver salutato le due Corvonero con un abbraccio vide il suo nome atterrare leggero accanto al calice per il vino non appena aveva preso posto tra Cho e Neville che teneva stretta la mano di Luna.

Mentre Luna iniziava a introdurre il nuovo articolo sui Nargilli che sarebbe stato il cavallo di battaglia dell’edizione del Cavillo di Settembre, Hermione si diede un’occhiata in giro: notò che ormai tutti avessero preso posto e, qualche tavolo più in là, notò il tavolo delle loro amiche. Pansy e Daphne, come se fossero state richiamate da un incantesimo, alzarono lo sguardo in loro direzione facendole cenno con il capo con un sorriso mentre Zabini e Nott avevano intavolato una discussione mentre i due posti che dividevano Nott da Pansy erano ancora vuoti. Fu in quel momento che Hermione vide che al tavolo si sedette una minuta ragazza bionda che riconobbe come Astoria, la sorella minore di Daphne. Anche se a distanza di un bel po’ di metri sentì il gelo calare su quel tavolo; Hermione aveva scoperto che i rapporti tra le due sorelle dopo la guerra si fossero deteriorati, perché la più piccola non poteva accettare che Daphne avesse comportamenti così Babbani e che si mischiasse appunto con questi e con Mezzosangue. La divisione netta era avvenuta quando Pansy, Hermione e la sorella erano andate a convivere e, quando entrambi i coniugi Greengrass erano venuti a mancare, si era scoperto che nonostante i loro pensieri retrogradi l’80% delle proprietà di famiglia erano state lasciate alla sorella maggiore.

Proprio mentre le due bionde stavano iniziando a scambiare dei freddi saluti, non dimenticando la buona e sana educazione Purosangue, tutte le luci si spensero, lasciando la sala illuminata solo dalla luce fioca delle candele su di loro e la musica si interruppe. Notando che tutti avessero gli occhi puntati sul portone di ingresso si girò anche lei, notando così che Padma Patil avesse preso posto al loro tavolo; si scambiarono un sorriso.

In quel momento entrò tutto il vecchio corpo professori, capeggiato dalla professoressa McGrannitt, a seguire il primo Ministro Shacklebolt affiancato da Harry Potter nella figura di Capo della sezione Auror; Hermione sorrise pensando al Capo Delacour, che era almeno 20 anni più grande di loro, nonostante questo però aveva la forza di volontà di un ventenne. Appena il gruppo arrivò in prossimità dell’orchestra un grosso applauso li accompagnò e la professoressa McGrannitt salì sul palchetto delle cantanti e con un incantesimo Sonorus iniziò il suo discorso di benvenuto.

-Buonasera a tutti e grazie per essere qui. In presenza del Ministro della Magia, del capo della sezione Auror e dei miei colleghi, sono lieta di annunciarvi che la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è pronta a riaprire.- venne interrotta da forti applausi, che impiegarono qualche secondo a consumarsi e la professoressa assottigliò le labbra per contenere l’emozione.

-Non è stato facile far tornare tutto come prima, ma il nostro essere qui questa sera è la più bella metafora che possiamo fare. Dopo la guerra tutti eravamo distrutti, a pezzi proprio come questo castello, ma con anni di lavoro e sacrifici siamo tutti qui oggi pronti a dei nuovi inizi. Quasi tutti in questa sala siamo stati ospitati, anche se solo per un giorno, dalle mura di questo fantastico castello e qui abbiamo conosciuto noi stessi ed altri. Usciti da qui tutti noi siamo andati avanti, lasciando indietro pezzi, continuando a costruire ed iniziando nuovi progetti e rapporti; ed è così che farà anche Hogwarts. Non è mio obiettivo tediarvi con lunghi discorsi, ed è per questo che vi auguro una buona serata ricordandovi che Hogwarts sarà sempre qui per darvi il bentornato a Casa.- l’emozione che la signora aveva trattenuta raggiunse il culmine in un singhiozzo commosso appena l’ennesimo applauso era iniziato.

Con uno schiocco di dita della nuova Preside le luci tornarono ad illuminare in modo giusto e non pesante la Sala, l’orchestra iniziò a suonare un dolce sottofondo e i piatti di tutti si riempirono proprio come succedeva durante i pasti della scuola. Harry si avvicinò al tavolo e, dopo un lungo abbraccio, mimò un “dopo con le labbra, consapevole delle domande che riempivano la testa della sua amica.

Durante l’antipasto ed il primo Hermione scoprì che Padma e Cho lavorassero entrambe al Ministero inglese nella sezione Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche e fu felice di constatare che, nonostante i quattro anni di esilio, stesse filando tutto liscio senza intoppi o momenti imbarazzanti.

-Lo sapevo di dover chiedere ad Hogwarts una mano per farti tornare da noi.- disse una voce allegra alle sue spalle mentre Neville stava raccontando del suo soggiorno in Portogallo.

-Kingsley!- esclamò Hermione alzandosi per abbracciare questa vecchia conoscenza con un sorriso raggiante.

-Come stai Hermione? Come ti trovi in Francia?- chiese il signore dopo il oro caloroso saluto.

-Non mi posso lamentare, i primi periodi è stato un poco difficile integrarmi, ma adesso va tutto a gonfie vele.- rispose sincera la riccia.

-Ho saputo, Francois mi ha parlato di te, la signorina Parkinson e la signorina Greengrass.- disse indicando col capo un tavolo distante da loro. Hermione seguendo lo sguardo notò il suo capo intento a ricambiare i loro saluti alzando in calice a mo’ di brindisi.

-Vanta molto il suo trio fenomenale, ma mi sono ripromesso di convincervi a tornare tutte e tre in patria prima o poi.- disse sorridendo in direzione del capo di Hermione.

-Penso che il tuo schieramento sia già al completo. Hai dei buoni elementi.- disse lei lanciando una sorriso ad Harry che stava seguendo la conversazione con interesse. Il complimento era sincero, la ragazza sapeva quanto la squadra del Salvatore Magico fosse professionale -Poi già con Daphne avete preso un pezzo di noi.- continuò con un velo di tristezza. Ancora né lei né Pansy avevano assimilato bene l’idea che la bionda andasse via.

-Mi sta dicendo che per farvi tornare devo trovare anche per te e la signorina Parkinson un buon partito?- scherzò il Ministro.

-Penso che per entrambe sarebbe più facile usare altri metodi… magari un cospicuo aumento!- scherzò Hermione. Dopotutto lei e la mora avevano avuto brevi relazioni durante quegli anni, ma niente che potesse fare breccia sul cuore di entrambe e avrebbero mentito dicendo che anche loro volevano provare le emozioni della loro amica bionda, perciò dubitava che Kinglsey sapesse essere un cupido migliore di loro stesse o delle loro colleghe pronte a vedere accasate.

-Vedrò il da farsi allora. Adesso ti lascio continuare la cena.- si congedò per andare ad intrattenere altri ospiti.

Si era deciso che tra il primo ed il secondo ci sarebbe stata una pausa, così da concedere un momento di relax e conversazione. Molti si diressero verso l’esterno con l’intento di fumare un bel sigaro, altri si diressero in giro per il primo piano, l’unico aperto al pubblico per quella sera, per rivivere vecchi momenti e constatare il buon lavoro compiuto nella ricostruzione. Nel momento in cui Harry stava per prendere parolea con Hermione venne interpellato da Kingsley, il quale aveva deciso di fare qualche presentazione, perciò la riccia decise di andare a trovare le sue amiche. Dopo un leggero slalom tra le persone e aver sviato agilmente i tentativi di Lumacorno di presentarla come punta di diamante dei suoi ex alunni nel modo più cortese possibile, arrivò al tavolo delle Serpi che erano rimaste sole.

-Sentite la mia mancanza?- chiese sedendosi al posto accanto Pansy proprio nel momento in cui il piatto corrispondente veniva completamente ripulito come tutti gli altri nella sala.

-Tu non di sicuro, sei stata tutto il tempo attenta ai discorsi della Lovegood senza degnarci neanche di uno sguardo.- disse imbronciata Pansy facendo sorridere la riccia.

-Sei stata tu a convincermi a venire questa sera, devi prendertene tutte le conseguenze.- scherzò -Dap tu con Astoria?- chiese, sapendo di toccare un tasto dolente.

-Anche oggi come da 23 anni a questa parte mi chiedo oltre ai capelli cosa possiamo avere in comune io e una vipera come lei.- rispose la Greengrass fredda come Hermione l’aveva vista poche volte.

-Dai, resisti ancora per un poco, dopo la cena inizieranno i balli e non sarai più costretta a starle seduta di fronte. Anche perché probabilmente sarà impegnata a mettere le mani sull’uomo di qualcun’altra.- sputò Pansy infastidita. Hermione stralunò gli occhi.

-Theo non è più il tuo uomo da anni ormai… e per tua scelta.- Daphne rispose con una sola frase agli interrogativi di Hermione che posò poi gli occhi sulla bruna.

-Questo non la giustifica a fare la gattamorta con tutti. Hai visto anche tu quando faceva gli occhi dolci a Blaise prima.- la risposta della bionda a questa affermazione fu solo un impercettibile indurimento della mascella, che solo chi la conosceva davvero poteva notare. Lei aveva notato i modi della sua adorabile sorellina col suo futuro marito eccome, ma non le avrebbe mai dato la soddisfazione di farsi vedere debole davanti a lei ed alle sue provocazioni. Poi Blaise la amava e lei sapeva che poteva fidarsi ciecamente, questo però non poteva calmare la gelosia che provava ogni volta che una donna lanciasse uno sguardo al suo bellissimo fidanzato.

-Herm dicci tu come passare questa serata senza schiantarla, a Grifondoro non vi avevano insegnato ad nobiltà d’animo?- chiese seria Daphne.

-…Sicuramente a Grifondoro non insegnano che non si prende possesso di posti già occupati.- disse una voce con lieve tono ironico dietro di lei che la fece ghiacciare. Si rese conto solo in quel momento che accanto al calice del vino, proprio come al suo posto, vi era un segnaposto identico al suo però con una scritta verde smeraldo:

“Draco Malfoy”.

 

 

 

Angolo Autrice_

Ciao a tutti!! Chiedo scusa per il capitolo leggermente “povero” ma avevo bisogno di mettere in chiaro un poco di situazioni per evitare confusione e allo stesso tempo non volevo proporvi un capitolo lunghissimo. Finalmente Hermione e Draco si incontrano: come sarà lui? E lei come si comporterà nei suoi confronti? Dopotutto il loro rapporto è sempre stato particolare e vedremo se sarà facile accantonare i tempi della scuola.

Spero di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo entro venerdì o sabato prossimo. Fatemi sapere che ne pensate di questo, tengo molto alla vostra opinione.

Ringrazio tutti quelli che hanno inserito la mia storia tra i preferiti, ricordati e seguiti… vi ringrazio tanto!

Un bacioooo!

 

PS: perdonatemi la lunga descrizione degli abiti, ma non riesco a farne a meno!

  
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