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Autore: lmpaoli94    09/06/2020    2 recensioni
Vincenzo, giovane studente minorenne in attesa di diplomarsi all’ultimo anno di scuola superiore.
Michela, insegnante di storia di 40 anni piena di sogni e di speranze.
Si incontreranno in maniera molto improvvisa e si conosceranno meglio l’un l’altra.
Un rapporto che sfocerà in qualcosa di molto più grande di loro, spingendo le persone vicine a loro a dividerli per il loro bene comune.
Ma chi sarà a vincere?
La cattiveria delle persone o un amore sincero?
Un viaggio dentro gli occhi di due persone così diversi di età ma molto simili nei sogni.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Non sapeva come descriverlo, ma Vincenzo si sentiva molto bene in quel periodo in cui la scuola era iniziata.
Nei primi compiti e nelle prime interrogazioni era andato molto bene, sorprendendo i suoi vecchi professori che solo un anno prima cercavano di spronarlo per studiare di più.
Forse il giovane studente aveva capito che non si poteva più scherzare? Che davvero rischiava di bocciare o di essere rimandato se non si applicava un minimo? Solo il tempo glielo avrebbe detto.
I primi complimenti vennero dal suo professore di matematica Tripoli, che vedendolo risolvere un’equazione molto complessa, rimase sbigottito quando capì che l’aveva risolta al primo colpo e senza essere aiutato.
< Ah Vincenzo? Posso parlarti un attimo? > gli domandò il professore prima che il ragazzo potesse uscire dall’aula per fare la ricreazione.
< E’ successo qualcosa, professore? >
< Sinceramente sono molto stupito del tuo impegno in queste settimane e vorrei capire da cosa potrebbe essere dato. >
Fissando l’uomo con sguardo confuso, Vincenzo non avrebbe mai confessato che era tutto grazie alla nuova professoressa di storia.
< So che può essere molto ambiguo da parte mia, ma forse potrei usare la tua situazione a vantaggio di altri studenti che in questo momento sono in difficoltà. Ho alcune classi di quinta superiore e quest’anno dovranno dare l’esame di stato. Posso usufruire di un consiglio da parte tua? >
Ma il ragazzo, s’eppur all’inizio era colpito dai complimenti del professore di matematica, presto si ricredette immediatamente.
< Professore, se non la conoscessi, direi che lei non crede in me. >
< Prego? >
< Voglio dire che oltre a lei, ho sorpreso tutti gli altri docenti che insegnano in questa classe e nemmeno loro si spiegano il mio balzante miglioramento… Quindi vorrei domandarle io una cosa? davvero le pecore nere sono così irrimediabilmente segnati ai vostri occhi? Non credete che anche loro hanno bisogno di essere compresi invece che venire colpiti da un insensato stupore? Che cosa mi dice? >
< Dico semplicemente che gli studenti proprio come te, sono assolutamente capaci di cose che non crederebbero possibili. Basterebbe applicarsi, proprio come stai facendo tu. >
< Allora dica questo agli altri studenti: di applicarsi di più… Ora, se mi vuole scusare, dovrei ripassare per l’interrogazione di storia. Voglio mantenere un buon andamento anche in quella materia. >
< Ma certo, fai pure. >
Ma prima che potesse raggiungere i suoi compagni per alcuni consigli sulla materia, il professor Tripoli gli confessò di essere molto colpito dalla sua crescita.
< La ringrazio molto, professore. Spero di non deluderla nel corso di quest’anno scolastico. >
 
 
Sentendo chiamare il suo nome, Vincenzo andò dritto alla cattedra vicino proprio alla sua amata professoressa.
Fissandola con sguardo illibato e pieno di piacere, ci teneva molto a fare bella figura dinanzi a lei e a tutta la classe.
Ma doveva tenere freno al suo desiderio di non pensare a lei in un altro ambito, altrimenti la sua insufficienza sarebbe stata assicurata.
< Allora Vincenzo, vuoi spiegare a me e alla classe la situazione economica dell’Italia di fine ‘800? >
Rispondendo spedito alla sua domanda, Vincenzo parlò per più di venti minuti, minimizzando ogni movimento sociale, economico e politico della giovane I0talia.
La professoressa Canini, per quanto rimase colpita da ogni sua parola, non poteva ancora credere che un giovane ragazzo di diciassette anni potesse essere così preparato leggendo in classe e studiando a casa, venendo a conoscenza che fino all’anno scorso, Vincenzo non era molto portato per la storia.
< Ottimo, non c’è che dire > rispose entusiasta la professoressa < Vorrei darti il massimo dei voti, sai? Ma purtroppo non mi hai spiegato chi erano coloro che avevano diritto di voto. >
< Ah… ha ragione. >
< Saresti da un nove sul registro, ma visto il tuo grande impegno cambio idea e ti do’ un bel dieci. >
< Dice sul serio?! >
< Certo. Te lo meriti tutto. >
Mentre un forte grido di felicità si levo nella sua bocca mentre tutta la classe lo stava applaudendo, Vincenzo non si era mai sentito così prima d’ora.
Avrebbe voluto abbracciare la sua professoressa per ringraziarla, ma soprattutto per far capire tutto il suo amore che aveva per lei.
Attendendo la fine della lezione mentre si stava gongolando ancora dalla contentezza, Vincenzo non mancò ancora di ringraziare la giovane docente.
< Non devi continuare a ringraziarmi, Vincenzo. È grazie a te se hai fatto un’interrogazione a dir poco eccellente. Se tu fossi stato all’università a dare un esame del genere, avresti ottenuto la lode. >
< Forse è grazie a lei se riesco a farmi piacere la storia. >
< Vorrei dire la scuola in generale. Tutti i tuoi docenti sono molto colpiti da tuo balzo in avanti, soprattutto il tuo professore di matematica. >
< Già, lui… me ne ha già parlato > rispose il ragazzo senza cogliere il minimo interesse.
< Sono davvero tutti contenti. Ed io per prima. >
< Sono contento… Però avrei bisogno del suo aiuto per le spiegazioni dei fatti accaduti prima della grande guerra. Non riesco a capire alcuni meccanismi che portano a tale conflitto. Non è che lei… >
< Vincenzo, se non ti conoscessi direi che vuoi tornare a casa mia. >
< Ecco, io… >
Imbarazzato per le conclusioni della donna, Vincenzo distolse lo sguardo da lei per concentrarsi sulla stanza vuota.
< Adesso è meglio che vai a casa, altrimenti rischi di perdere il pullman. >
< Professoressa Canini? >
< Dimmi, Vincenzo. >
< So che posso darle da pensare su alcune cose che tra docente e studente minorenne non dovrebbe accadere, ma deve sapere che io sono molto colpito da lei. in tutto e per tutto. >
Rimasta interdetta da quelle parole che alla fine si sarebbe prima o poi immaginata, replicò con il suo solito sorriso sincero, senza dire niente al riguardo.
< Professoressa, vorrei che mi dicesse qualcosa al riguardo. Non vorrei perdere il suo rispetto per questo. >
< Non hai nessun motivo per perderlo, Vincenzo. >
< Ne è davvero sicura? >
< Ascoltami, Vincenzo: vuoi venire a casa mia per nuove ripetizioni? Ti aspetto lunedì pomeriggio alla solita ora. Oltre che a parlare dei problemi prima del primo conflitto mondiale, ti devo dire alcune cose che riguardano la mia vita privata e sentimentale. >
< Davvero? Ma è successo qualcosa? >
< No. adesso va tutto bene… Però non voglio parlartene ora. L’argomento è molto lungo e complicato. >
< Certo, nessun problema. >
Fissando un’ultima volta quella graziosa donna, intravedeva nel suo stato d’animo un passato oscuro quanto burrascoso.
< Professoressa, se posso fare qualcosa per lei… >
< Hai già fatto fin troppo, Vincenzo. Sono davvero molto orgogliosa di te e per averti conosciuto. Sei un ragazzo speciale. >
E dopo che gli aveva dato una carezza così fugace che fece interdire il giovane ragazzo, Vincenzo dovette immediatamente rinvenirsi se non voleva rimanere a scuola.
< Il pullman! >
   
 
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