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Autore: Ori_Hime    11/06/2020    0 recensioni
Con questa fan fiction voglio raccontare come Roy Mustang e Riza Hawkeye si sono conosciuti, dalla loro adolescenza fino a diventare colonnello e tenente, tenendo conto dell'anime Brotherwood e in parte del manga. A inizio capitolo inserisco pezzi di canzoni che descrivono le scene oppure che parlano di fiamme e cicatrici, simboli di Roy e Riza.
Ecco un piccolo stralcio del primo capitolo, Roy dal punto di vista di Riza: "Notai fin dalla prima volta che varcò la soglia di casa il suo sguardo determinato, deciso e impaziente di apprendere i segreti che solo mio padre conosceva: l'alchimia di fuoco. Era già alto come tutti oggi lo conosciamo, ma non ancora abbastanza muscoloso, mentre il portamento di chi era sicuro di sé, che puntava già in alto, non era stato l'esercito a plasmarlo così, lo era già di natura, come il fascino che esercitava attorno a sé."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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She’s just a girl, and she’s on fire

Hotter than a fantasy, lonely like a highway

She’s living in a world, and it’s on fire

Feeling the catastrophe, but she knows she can fly away

Oh, she got both feet on the ground

And she’s burning it down

Oh, she got her head in the clouds

And she’s not backing down

This girl is on fire

This girl is on fire

She’s walking on fire

This girl is on fire

Looks like a girl, but she’s a flame

So bright, she can burn your eyes

Better look the other way

You can try but you’ll never forget her name

She’s on top of the world

Hottest of the hottest girls say

Oh, we got our feet on the ground

And we’re burning it down

Oh, got our head in the clouds

And we’re not coming down

(...)

Everybody stands, as she goes by

Cause they can see the flame that’s in her eyes

Watch her when she’s lighting up the night

Nobody knows that she’s a lonely girl

And it’s a lonely world

But she gon’ let it burn, baby, burn, baby


 

Girl on Fire – Alicia Keys


 

 

Pov Roy Mustang

 

Passarono i mesi e passarono anni da quando avevo iniziato le lezioni dal mio maestro di alchimia Berthold Hawkeye: non aveva più nulla da insegnarmi e il mio sogno di diventare alchimista di stato sfumò. Lo avevo scelto per la sua fama di alchimista di fuoco: fin da ragazzo l'alchimia e gli alchimisti mi avevano sempre attratto perché pensavo potessero scoprire la causa della morte dei miei genitori e portassero la pace nel paese... così avevo iniziato a sognare di diventarlo anch'io.

Il signor Hawkeye probabilmente non pensava potessi imparare i suoi segreti, che non li meritassi perché nel frattempo avevo maturato la decisione di entrare nell'esercito, nella speranza di poter far carriera almeno come soldato. Alchimia o no, ci tenevo alla pace nel mio paese, volevo potesse essere un luogo sicuro, in cui la felicità non mancasse mai e avrei dato me stesso per poterlo realizzare. Non volevo un mondo in cui i bambini crescessero senza genitori, senza sapere perché mamma e papà non ci fossero più... Mia zia mi aveva accolto come un figlio e non avevo rimpianti: mi aveva dato tutto quello che potevo desiderare come i libri di alchimia e quando ormai non bastavano più persino le lezioni dall'alchimista migliore del paese, che però non fecero altro che darmi le basi pratiche.

Forse ero stato troppo arrogante per il mio interesse così ossessivo nei confronti dell'alchimia di fuoco, volendo apprendere il più velocemente possibile ogni suo segreto e questo lo aveva infastidito? Sentivo che il fuoco era il mio elemento ed il mio destino, dal momento che lo avevo trovato come insegnante, ma forse mi ero solo illuso di poter essere un bravo alunno.

Quando seppi che il signor Hawkeye era gravemente malato decisi di andarlo a trovare, probabilmente sarebbe stata l'ultima visita che gli avrei fatto, viste le sue condizioni, e non potevo rimandare ulteriormente... Presi qualche giorno di congedo parentale dall'esercito e mi presentai a casa sua. Mi aprí la figlia: era cresciuta molto dall'ultima volta che l'avevo vista, aveva i capelli tagliati corti corti, orecchini a perla alle orecchie e curve sinuose strette in una camicetta e in una gonna corta che mi fece pensare che nell'esercito di mini gonne non se ne vedevano abbastanza. Era più bella di quanto ricordassi, una visione angelica.

-Oh, signor Mustang, quale onore...- mi disse sgranando gli occhi, incredula di vedermi dopo tanto tempo.

-Riza, buonasera, sono qui per far visita a tuo padre, ho saputo della sua salute...- non seppi dire molto altro, queste situazioni sono sempre difficili da gestire da entrambe le parti, quindi andai al sodo: -Posso vederlo?-

-Ma certo, prego, l'accompagno in camera sua...- mi fece da guida al piano superiore e dopo avermi annunciato ci lasciò soli.

Come già sapevo al mio insegnante non piaceva l'esercito e mi definì un loro cane, io ribattei che l'alchimia serviva al bene della gente, a difenderla, specie in quel momento di crisi e lui cominciò a tossire. Gli dissi che se lui fosse diventato alchimista di stato avrebbe potuto continuare le sue ricerche ben pagato e non avrebbe più abitato nello stato di miseria in cui si era ridotto, ma lui replicò che aveva già raggiunto l'obiettivo della sua ricerca e che se un alchimista smette di cercare è già morto... E mentre pronunciava quelle parole la tosse diventava più persistente, fin quando, cadendo dal letto mi disse di pensare a sua figlia e che lei aveva tutti i suoi risultati ottenuti. Continuai a chiamarlo disperato, nella speranza che si riprendesse, ma sembrava troppo tardi: non mi rispondeva. Chiamai urlando Riza che accorse e assieme cercammo un medico che però dovette solo constatare la triste verità: il signor Hawkeye era morto. La figlia versò qualche lacrima, incredula: mi sentii in colpa per averlo fatto agitare, per aver distrutto il loro quadretto familiare, per essermi intromesso, decisi quindi di assumere un becchino, avrei pagato almeno il funerale e la tomba al mio insegnante.

Passai perciò il resto dei giorni che mi rimanevano di congedo presso la signorina Hawkeye, che presto si riprese dal lutto, o forse grazie alla mia presenza cercava di darsi un contegno, regalandomi persino un sorriso durante il funerale. Mi ringraziò per averlo organizzato, non potendosi permettere una sepoltura degna di quel nome e io gli spiegai che mi ero arruolato nell'esercito e le diedi il mio indirizzo: mi sentivo in debito nei suoi confronti e se mai avesse avuto bisogno di me sapeva dove trovarmi, sperando di fare esattamente come desiderava suo padre. Lei prese in mano il mio biglietto e lo guardò stupita, così le domandai se disapprovasse anche lei la mia scelta, ma le spiegai che volevo rendermi utile per il paese e se avessi svolto bene il mio compito sarei stato felice. Notai allora che mi stava guardando incuriosita, come qualche anno prima quando le raccontavo le mie ambizioni, così scostai lo sguardo e mi scusai per aver sognato ad occhi aperti. Lei fu gentile e mi rispose comprensiva: anche lei desiderava un futuro felice per tutti e lo sperava ardentemente. Concluse dicendomi che sarebbe toccato a me realizzare i sogni del padre e mi invitò a rientrare in casa.

Appena entrai Riza mi voltò le spalle, si levò la giacchetta blu scuro e poi iniziò a togliersi la maglia e cominciai a chiedermi il perché di quella improvvisa intimità: non la credevo come una delle tante donne di una notte e via... Ma fu allora che capii: lei mi aveva detto di realizzare i sogni del padre e i segreti dell'alchimia di fuoco ora erano di fronte a me, incisi sulla pelle della sua schiena, mentre si slacciava il reggiseno per mostrarmi il disegno runico nella sua interezza. Realizzai solo in quel momento che tutto quello che avevo sempre desiderato era sempre stato accanto a me, era sempre stata lei e che il signor Hawkeye era stato un padre orribile. Me lo aveva accennato tempo indietro e cominciai a capire i suoi comportamenti da ragazzina timida: erano in realtà spavento, timore che anch'io potessi un giorno farle del male, scoprendo il segreto della sua schiena.

Rimanemmo in silenzio a lungo, forse un po' per l'imbarazzo di entrambi e inizialmente rimasi lontano per non lasciarmi tentare, lei non era una delle tante ragazze con cui ero uscito e non doveva diventarlo, lei si meritava tutto il mio rispetto e contegno in questo delicato momento, si era fidata di me e voleva solo mettere in pratica le ultime volontà del padre, mentre io iniziavo a desiderare di abbracciarla, togliendole le mani dal seno per poi baciarla appassionatamente, sfilarle la gonna così tremendamente sexy e consolarla suol divano come avevo fatto con altre donne, scordandomi poi di richiamarle.

Cacciati quei pensieri indecenti e iniziando seriamente a capire qualcosa del tatuaggio mi feci coraggio e mi avvicinai per decifrare ogni singolo centimetro della sua pelle: il mio maestro era stato proprio crudele nel riempirla di simboli minuscoli ai lati, chissà quanto aveva sofferto, povera ragazza... Aveva disegnato il simbolo del fuoco esattamente al centro della schiena, assieme ai simboli della terra e dell'aria, sopra e sotto di esso. Vi erano anche un anello infuocato in cima al cerchio e una salamandra nel basso, simboli anch'essi di fuoco. In piccolo vi erano appunti alchemici, divisi solo da un serpente che univa il tutto. Non sarebbe mai stato il sogno di una giovane, ricevere l'affetto del padre in questo modo, eppure lui presumibilmente aveva scelto la sua cosa più cara per poter nascondere anni e anni della sua ricerca. Peccato fosse una persona, sua figlia.

Ad un certo punto Riza sussultò: -Tutto bene?- mi preoccupai che la mia presenza ravvicinata la facesse sentire a disagio, ma mi rispose solo: -Ho freddo, signore.-

-Hai ragione, ti chiedo scusa, vestiti pure, avrei bisogno di più tempo per memorizzare tutti i diversi scritti e dovrei prendere appunti... Ma basta per oggi, penso che tu abbia sopportato la mia presenza abbastanza a lungo.- lei senza fiatare si rivestì mentre mi girai dall'altra parte, concedendole privacy. L'avevo trattata come un oggetto, tanto era stata immobile, una lavagna da poter osservare a lungo, senza preoccuparmi dei suoi sentimenti proprio come suo padre e mi sentii un verme.

-Ti andrebbe di andare a bere qualcosa?- cercai di rimediare al mio errore.

-Solo se prendiamo uno scotch e offre lei, signore.- mi piaceva già, la ragazza.

 

 

Note:

Per questo capitolo ho scelto “Girl in fire” perché è un po' così che Mustang vede Riza, a mio parere, una donna sexy, che è rimasta sola e dovrebbe solo spiccare il volo per fare grandi cose, una donna finalmente di cui ricorderà il nome perché lei è una fiamma che potrà bruciarlo di passione, ma non è una ragazza qualsiasi. Chissà come continuerà la loro storia... Ci sono altri 6 capitoli pronti che attendono solo la pubblicazione!

Grazie per aver continuato a leggere, come sempre su Fairy Floss vi aspetto per nuovi aggiornamenti!

Un abbraccio,

Ori_Hime

  
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