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Autore: Mercurionos    15/06/2020    2 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 15 – La Promozione di ‘F’, Parte 2 – Anno 1, 29/31 Frimaio
 
“Gladyolo Vi Hakala, classe 1.A.0.”
Guidato da un applauso sollevato ma anche parecchio accondiscendente, il rappresentante della prima classe dell’istituto si diresse sul palco, dove Re Cold poco si sprecò in complimenti e consegnò al ragazzo una piccola targhetta placcata. Mentre tornava al suo posto davanti alla folla di studenti sentì alcuni gentili complimenti, come “Secchione” e “Lecchino” quando passò davanti a Mirk e a Vegeta.
 
Il ragazzo non fece in tempo a rimettersi in fila che venne nuovamente chiamato dal sovrano, a causa del premio destinato alla “Migliore Squadra”. Leggermente imbarazzato, chiamò a sé Dylia e Bueno e lì portò sul palco per ricevere tre medagliette di metallo rivestito d’argento. Se non avessero notato che i loro compagni di studi si stessero scompisciando dalle risate, principalmente a causa dello sguardo impacciato e disagiato di Bueno, i principi di Pyaneta si sarebbero potuti godere in maniera appropriata la cerimonia, ma accettarono il loro triste destino e salutarono la folla con un debole sorriso, un rapido inchino e una altrettanto celere fuga dalla tribuna.
 
Non appena concluso l’assegnamento del secondo premio, Re Cold chiamò a sé due squadre della classe 1.G.4. La massa ammutolì, poiché già immaginavano per quale motivo sarebbe stato conferito il prossimo trofeo, appropriatamente denominato “Miglior Successo”. Cinque studenti dalle maniere a dir poco teatrali si avvicinarono al re, ossequiandolo con un lungo inchino. Tutta l’accademia aveva imparato a ricordare il nome dei “New Gadget Super Lovers”, il gruppo che, sebbene avessero un nome parecchio ridicolo, aveva sedato una terribile rivolta su Yato 5 qualche mese prima nonostante la perdita di uno dei membri della loro squadra. Questi però non venne nominato da Cold, che si limitò ad elencare i pregi della loro strategia, nonché le perdite che sono state evitate all’Impero grazie al loro eroico gesto. Dopo il conferimento delle medaglie, un lento applauso si fece largo dalle file posteriori della folla, fino a spandersi violento per tutto il piazzale. Anche i saiyan si sentirono costretti ad applaudire, per quanto non volessero pensare alle immagini che avevano visto qualche tempo prima.
 
Il brusio si calmò nuovamente e, ancor più taciturna di prima, la folla guardò il grande schermo sopra il podio: “Miglior Classe” leggeva la grande scritta e i criteri riportati erano talmente tanti che bene o male chiunque in quel momento si sentì designabile dal premio. Cold notò il profondo silenzio in cui era caduto lo spiazzo sul quale dominava con la sua imponente statura, pertanto decise di godersi per qualche istante il fruscio del gelido vento invernale, indisturbato dal chiacchiericcio dei suoi sudditi. Il sovrano però si stancò in fretta di aspettare, quindi proclamò il vincitore del quarto e ultimo premio: “Conferisco questo premio alla classe 1.A.1.”
 
Radish si piegò in avanti portando le mani alle orecchie, leggermente spaventato dal grido di gioia proveniente dalla fila di persone dietro alla sua. L’agitazione della sezione A era palpabile, tanto quanto la delusione delle sezioni più retrostanti, che tristemente già si aspettavano una tale risoluzione. Il rappresentante della classe vincitrice, lo stesso Chidoru che Vegeta aveva a dir poco asfaltato nel torneo estivo, si fece avanti per ricevere il premio e, nella sua breve passeggiata dalla folla al palco, non dimenticò di sbeffeggiare la prima classe nel modo più palese, fastidioso e maleducato possibile. Mirk si piegò in avanti cercando l’attenzione di Gladyolo e quando l’ebbe ottenuta indicò prima Chidoru, poi fece un gesto inequivocabile con il dito attorno al proprio collo. Gladyolo la guardò con fare tediato e tornò ordinatamente al proprio posto, sapendo che la semplice mimica facciale sarebbe bastata a fermare l’impulsività della ragazza.
 
Una volta terminata la consegna dei premi, Re Cold sprecò pochi attimi a congratularsi con tutto il corpo studentesco, poi fuggì accompagnato da Zarbon all’interno della sua astronave, che a sua volta svanì poco dopo oltre le lattee nubi. Pian piano il piazzale si svuotò: molti degli studenti erano già pronti a lasciare Neo Freezer per trascorrere l’inverno nei rispettivi sistemi natali, ma i saiyan si erano arresi a non avere una casa alla quale tornare. Anche i membri della 1.A.0 si salutarono, i primi a partire furono Gladyolo e Dylia, ansiosi di tornare al loro pianeta: dai minuziosi dettagli che il ragazzo si lasciò sfuggire, parve che non nutrisse molta fiducia nella capacità decisionale della madre che aveva assunto il ruolo di reggente in sua vece. I saiyan salutarono l’uno dopo l’altro i propri compagni, fino quando non rimasero soli, quando si sarebbero potuti preparare per l’inverno. I piani di Radish e Pump vennero però stroncati da Vegeta pochi attimi dopo la conclusione della cerimonia.
 
Come prevedibile, fu Pump la prima ad accanirsi sul principe: “In che senso hai deciso di andare ad allenarti? Quando pensavi di dircelo?”
“È da un po’ che ci penso. Ho deciso poco fa, quindi non lamentarti.”
“Potevi dirlo anche a me o a Radish, no?”
“Te l’ho detto, ho deciso poco fa. Smettila di insistere.”
“E dov’è che andresti, altezza?”
“Su Brench.”
 
Con la sua schiettezza, Vegeta pietrificò Pump in un istante. La ragazza scosse la testa, come per convincersi di aver capito male, ma aveva sentito bene: Vegeta sarebbe andato lontano, su un altro pianeta, in un altro sistema, solo per allenarsi. E in compagnia di Mirk. Pump alzò un braccio, pronta a schiaffeggiare Vegeta con tutta la sua forza e la sua rabbia; Vegeta ovviamente lo notò, ma arrogantemente decise di incassare il colpo, sicuro del fatto che non sarebbe indietreggiato di nemmeno un millimetro. Ma la mano di Pump non lo raggiunse.
 
“Sei veramente un cretino!”
Radish si avvicinò minaccioso a Vegeta, quasi a volerlo schiacciare con la fronte. Il principe non rispose, né sapeva come rispondere, si era preparato ad incassare l’innocuo buffetto di Pump e di certo non si aspettava un’aggressione da parte di Radish. Non rimasto ferito nel corpo quanto nell’orgoglio, Vegeta attese che Radish proseguisse il proprio discorso: “Non hai capito nulla, vero? Non riesci a renderti conto che a noi nonostante tutto importi averti tra le scatole tutti i giorni? Sei insopportabile, arrogante, menefreghista, te ne frega solo di allenarti, e a noi non pensi mai! Ti siamo stati dietro per un anno a sorbire le tue cazzate e adesso te ne vai senza dirci nulla, senza chiederci cosa ne pensiamo? Prego, divertiti, vai via! Forse finalmente ti renderai conto di essere rimasto solo!”
 
Radish non voleva indietreggiare, né pareva essersi spaventato del proprio gesto, era nel pieno controllo delle sue capacità. Osservava Vegeta dall’alto sfidandolo senza paura con lo sguardo, mentre quello non sapeva come reagire se non resistendo alle sue penetranti occhiate, e un intenso battere cominciò ad animare i loro petti, rigonfi di un’emozione che raramente nella loro vita avevano potuto provare o condividere. Orgoglio.
 
Radish gli si avvicinò per scrutare i suoi occhi neri e per far scrutare l’altro nei suoi, poi parlò: “Non pensare che sarai il solo a migliorarti, durante l’inverno.”
Vegeta non reagì. Lasciò sgusciare lo sguardo per un attimo verso Pump, vedendo che il suo volto condivideva la stessa espressione con Radish. Si allontanò dal ragazzo, poi gli voltò le spalle. Forse accennò un sorriso.
“Ci conto. Ci vediamo fra un mese.” E fece un balzo verso il cielo, svanendo pochi istanti dopo mentre volava verso la città.
 
Pump saltò addosso a Radish, martellandolo di deboli pugni provocatori: “Si può sapere cosa ti salta in mente? Perché lo hai lasciato andare così?”
“Secondo te riuscivamo a fermarlo?”
“Che? No! Però almeno potevi dargli un cazzotto sul naso! Eri a due centimetri dalla sua faccia!”
“Effettivamente se lo meritava.”
“Sì, ma…”
“Ma noi non dobbiamo essere da meno. Non abbiamo nulla da fare per un mese anche noi. Vuole andarsene con Mirk? Buon per lui. Noi non abbiamo migliori compagni d’allenamento che noi stessi.”
Gli occhi della ragazza presero a brillare, ma lo nascose in fretta girandosi lontano da Radish: “Sai che non riusciremo mai a raggiungerlo.”
“E quindi? Possiamo comunque migliorare. Siamo saiyan anche noi.”
 
Sì, erano saiyan. Anche loro erano nati sul pianeta Vegeta, erano stati cresciuti orgogliosi, consci di essere rinomati e temuti in tutto il cosmo. Anche loro avevano ereditato la volontà del popolo più forte dell’universo e potevano ambire ad emulare la sconfinata forza del principe, una qualità che si sentivano in dovere di contemplare e desiderare.
Pump si voltò, attirata da quell’innaturale sprizzo di autostima proveniente dall’amico. Radish era rimasto fermo, con il braccio teso in un pugno serrato, e la ragazza non tardò ad accettare quel patto, scontrando le proprie nocche con quelle di lui. Fiera poggiò le mani sui fianchi e una debole ombra le adornò il volto: “Facciamo il culo a Vegeta.”
“Non chiedo di meglio.”
“Però ho fame.”
“Sarebbe anche ora di pranzo.”
“Andiamo a mangiare?”
“Ma domani cominciamo, Radish.”
“Ci conto.”
 
I due saiyan si incamminarono verso l’accademia ormai semideserta. Il sole, alto allo zenit oltre le candide nubi, riempiva di luce il titanico castello di alabastro che ormai da un anno chiamavano casa. La mente di Radish, annebbiata quanto il cielo invernale, non riusciva a preoccuparsi di quello che era appena accaduto. Aveva aggredito Vegeta, ma per un valido motivo, lo aveva sfidato senza alcuna paura. Ora non restava che tener fede alla promessa data, ma dentro di sé sapeva di non poter far altro che essere un poco felice per poter passare qualche tempo con Pump, indisturbato da studi, scadenze e distrazioni. La ragazza a sua volta correva spensierata verso l’istituto, incurante dei suoi combattuti sentimenti perché aveva tutto ciò di cui sentiva di aver bisogno: un obiettivo che si era scelta lei stessa. Dopo un anno di scoperte e cambiamenti, la sua vita pareva essere tornata ad un accettabile equilibrio. Era rimasta nuovamente sola con Radish, ma questa volta le era stata donata una prospettiva apprezzabile: migliorarsi con l’arma che condivideva con le due persone che considerava a lei più care, lo stesso dono divino che tanto ammirava nel principe.
Il sangue dell’orgogliosa razza saiyan.
 
***
 
per Aspera
Sic itur
ad Astra
 
Il primo anno accademico nel Nuovo Istituto per la Specializzazione nella Bellica Arte è concluso!
 
***
 
Note dell’Autore:
Finalmente. È troppo tempo che aspetto di concludere almeno questa parte, anche se siamo solo ad un quinto della storia… O forse anche meno. I nostri protagonisti si sono separati per le vacanze invernali, con l’intento di migliorarsi tramite il caro vecchio allenamento. Il fatto che da loro l’anno finisca con l’inverno e non con l’estate continua a confondermi, perché mai ho scritto così questa storia?? Ora dovrò prendermi un po’ di tempo per portarmi avanti con la stesura dei capitoli… Che noia! Comincio a non sopportare più nulla in casa mia, assediato dalla quarantena, non ho neanche voglia di scrivere, ma ci ho comunque messo tutto l’impegno di cui disponevo.
 
Grazie a tutti i lettori che mi hanno seguito fin qui, grazie anche a chi si è preso il tempo per scrivere una recensione, con i propri pensieri. Come potete vedere non ce ne sono molte e fatico a capire cosa ne pensa il pubblico del mio lavoro, ma fin quando ci sarà qualcuno di interessato vedrò di farmi valere. A tal proposito grazie mille ad Altares per le sue recensioni! Mi fa davvero tantissimo piacere leggere opinioni così complesse e interessanti, spero davvero di restare sempre all’altezza dei tuoi complimenti!
 
Allora, che dire? Non perdetevi assolutamente… Chissà.
 
Continua...
   
 
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