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Autore: Nao Yoshikawa    17/06/2020    5 recensioni
Raccolta di flashfic/oneshot spin-off de “L’effetto farfalla” costituito da momenti dolci/teneri/divertenti.
1 {Notte insonne} Una volta l’uno, si erano detti. Ma era più facile a dirsi che a farsi.
2 {Primo bagno} «Hai mai fatto un bagno ad un neonato?»
3 {Coliche} «Angelo, ma perché stai piangendo anche tu?!»
4 {Un semplice trucco} «Ma che schifo! Che roba è? Angelo, vuoi avvelenarla per caso?»
5 {Somebody to love} «Ora basta, non ce la faccio più con questa melodia infernale»
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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29  - Uscite e spie
 
«Allora, El. Mi raccomando, riguardati e non parlare con gli sconosciuti.»
La prima uscita serale, quanta ansia e preoccupazione per Aziraphale e Crowley. Eppure El non capiva cosa avessero da preoccuparsi, oramai non era più una bambina e nemmeno a sei anni era mai stata sprovveduta.
«Sono per metà angelo e per metà demone, nessuno può farmi niente. E poi stiamo solo andando a fare un giro!» si giustificò la ragazzina incrociando le braccia al petto, ma purtroppo le sue parole a poco servivano quando i suoi genitori erano in ansia.
«Lo so, ma ci preoccupiamo lo stesso. Tieni il telefono sempre acceso», raccomandò Crowley.
«E portati la giacca, fa freddo. Vuoi che ti accompagniamo?»
El strabuzzò gli occhi, facendo poi una smorfia.
«Mi mettete in imbarazzo, non ci pensate proprio!» piagnucolò.
Metterli in imbarazzo? Cos’era quella novità?
Dopo mille mila raccomandazioni, El li salutò, per potersi finalmente godere la sua serata, che comunque poco sarebbe durata visto che aveva il coprifuoco per le dieci.
Un passo per volta, si erano detti Aziraphale e Crowley, che adesso fissavano la porta chiusa.
«Beh… non è che possiamo stare qui d aspettare che torni, giusto? Dovremmo fare qualcos’altro», propose l’angelo. Suo marito annuì.
«Hai ragione. Dai, seguiamola e vediamo che combina.»
«Che cosa?!» Aziraphale lo afferrò per un braccio. «Non possiamo farlo, El vuole che ci fidiamo di lei!»
«Infatti non dovrà mai sapere che siamo andati a controllarla! Coraggio, angelo, so benissimo che muori dalla voglia di sapere cosa succede quando non ci siamo!»
Dannato demone, aveva ragione. Lui ci provava a comportarsi in maniera esemplare, ma era difficile. E forse un’occhiata non avrebbe ferito nessuno.
«V-va bene, ma stiamo solo per cinque minuti e poi ce ne andiamo!»
 
Crowley vinceva sempre. O quasi. La colpa non era sua, ma della sua apprensione e del mondo, troppo cattivo e pericoloso. Era stato facile nascondersi, la Bentley scura si nascondeva si mimetizzava bene al buio. El e le sue due migliori amiche se ne stavano sedute su una panchina a parlare, scherzare e a scattare foto oramai da mezz’ora e non c’era nessuno di pericoloso in giro, forse si erano preoccupati un tantino troppo.
«Beh, sembrano stare bene, no?» sorrise Aziraphale, voltandosi a guardare suo marito che però aveva uno sguardo attento. Era lui quello da convincere!
«Mh, adesso si stanno alzando. Le seguo.»
«Crowley, avevamo detto cinque minuti!»
«Abbiamo già sforato, e comunque voglio solo vedere dove vanno!» si lamentò, mettendo in moto.
 
Un’ignara El passeggiava tranquillamente, affiancata da Emily e Sophie, le sue amiche del cuore. Furono proprio queste due, dopo qualche minuto, ad accorgersi che qualcosa non andava.
«Amh… El, c’è qualcuno che ci segue», mormorò Emily.
«Eh? Ma che dici, non è vero.»
«No, è vero! Guarda, quell’auto era posteggiata lì in fondo e adesso si muove, ci viene dietro!»
El si voltò a guardare dietro di loro e in quel momento la macchina si fermò. Non aveva visto bene, ma che importava?
«Ah sì? Bene, ora ci penso io!» borbottò stringendo i pugni.
 
«Ecco, vedi?! Ci ha visto! Ora che facciamo?!» piagnucolò Aziraphale aggrappandosi a lui. Una furiosa El infatti si avvicinò a pugni stretti.
«Non ci posso credere! Voi siete proprio incredibili!»
Crowley abbassò il finestrino, sorridendo.
«Ehi, El. Ma che coincidenza, anche tu qui?»
«Papà, mi prendi in giro? Mi stavate seguendo?»
«N-no!» intervenne subito Aziraphale.. «Noi eravamo solo venuti a controllare, quella di seguirvi è stata una sua idea!»
«Che angelo traditore, scarica a me tutta la colpa!» si lamentò Crowley, ma El attirò di nuovo la loro attenzione.
«State spaventando le mie amiche, quindi per favore, piantatela. Facciamo i conti a casa!»
«Ma El!» cercò di parlare Aziraphale.
«A casa!» insistette sua figlia, incrociando le braccia al petto. Crowley sbuffò, alzando gli occhi al cielo, lui con gli adolescenti non ci sapeva proprio fare, era inutile!
 

Nota dell'autrice
Aziraphale e Crowley non si smentiscono mai. Qui El ha circa dodici anni e fa le sue prime uscite serali, peccato che l'apprensione dei suoi genitori li porti a seguirla. Povera cara, dopo faranno i conti, oramai è lei che mette in punizione loro.
   
 
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