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Autore: Spensieratezza    17/06/2020    2 recensioni
Albus Severus Potter guarda suo fratello pensando che James è come una falena. Bellissimo e luminescente, glorioso. I suoi occhi brillano come lucciole e le sue mani..oh, potesse perdersi in quelle specie di serpenti ammalianti e incantatori che sono quelle mani, ma non può permetterselo, James non dovrà mai sapere che si infiamma se anche solo lo sfiora per sbaglio.
- il titolo della storia è questo e sarà questo definitivamente per un sacco di motivi, che spiegherò
-revisione della storia completata
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riportami all'inizio'
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Era il 21 dicembre, quando Al e James si stavano incamminando a scuola, dopo essere venuti con il treno della scuola. Era venuto solo per loro ed era stato strano essere gli unici passeggeri
“Papà e mamma devono essere molto spaventati, per averci lasciati partire a ridosso del Natale.” Disse Al.
“Io sono più preoccupato degli insegnanti. E delle sedute di ipnosi.” Disse James, varcando la Sala d'Ingresso.

Al lo abbracciò per la vita.
“Hai paura? Io no. Perché qualsiasi cosa possano dire le sedute, so cosa provo io quando ti guardo..so che ti amo e i miei sentimenti non cambieranno.”
“Neanche i miei, Al. Neanche se un tempo eravamo stati..altre persone..” gli disse accarezzandogli i capelli e baciandolo con passione.
 
Per fortuna i due fratelli ottennero di poter dormire insieme, il dormitorio era deserto. James aspettava pazientemente che Al tornasse dalla cucina. Fece un sorriso quando aprì il buco del ritratto, il fratellino aveva le braccia piene zeppe di dolciumi, vaschette di gelati, pizzette, e tante piccole leccornie, un sorriso che si trasformò in una smorfia con la bocca aperta, ghiacciandosi, quando vide che con un colpo di bacchetta, Al si fece volare via tutti i vestiti, restando NUDO, con solo i boxer indosso.
“C-che-che..che f-fai?”
“Mi metto un po' comodo. Fa un po' troppo caldo per essere a Natale!” disse Al calciando via i vestiti.
“A-Al…qualcuno potrebbe entrare! V-vestiti subito!”
“Ma starai scherzando, spero! Sono rimasto in mutande ed è più del necessario. Anzi, dovresti spogliarti anche tu. Non hai idea di quant’è liberatorio!”

James lo fissava ancora come un baccalà. Al sbuffò, posò tutte le leccornie sopra il tavolino e con un movimento di bacchetta gli fece volare via i vestiti.
“AAAL!”
“Ecco fatto. Molto meglio, non credi?” disse Al, sdraiandosi sul divanetto al suo fianco.
“Sei un birbante!” disse James, cominciando a tempestarlo di baci.
Al rise, sporgendosi a staccare una barretta di cioccolata, spezzandola in due.
“Ti ricordi quando fumammo quella sigaretta insieme? Era il ballo del ceppo.”
“Come potrei scordarlo..”

“Quella notte…desiderai baciarti..ma non solo..volevo spogliarti, far collidere i nostri corpi insieme..pelle contro pelle..” disse Al, sospirando tra le sue labbra.
“Adesso sono qui..e non me ne andrò.” disse il moro.
 
 
 
*

L’indomani mattina, gli insegnanti gli dissero di fare una colazione abbondante e di prepararsi alla prima seduta di ipnosi.
La Mc Granitt arrivò alla Sala Grande, per informarli che il professore li aspettava; li guardò con un’occhiata strana. Era come se faceva fatica a guardarli.
“La Mc Granitt ha paura di noi..” disse Albus con sguardo triste.
“No..Al.é solo che lei ha sempre provato ammirazione e stima confinata con il vecchio che forse eri stato una volta tu, mentre ha sempre avuto paura di quello che potrei aver rappresentato io. Per lei è uno scoppio di emozioni. Già lo è per noi, non oso immaginare come sia per chi ci ha..per chi li ha conosciuti.”
Al e James cominciarono a incamminarsi per lo studio del prof.
“Non mi sento ancora come se fossi stato Silente.” Disse il biondo.
“Credo sia normale, abbiamo delle altre coscienze adesso. Ma la cosa ti dispiace?”
“Un po'. È come se avessi perso un pezzo della mia vita.” ammise il biondo.

“Sai, Al..potresti recuperarla e non esserne contento. Spesso dobbiamo stare attenti a quello che desideriamo..la gente desidera per tutta la vita qualcosa..e poi un giorno si accorge..che avrebbe preferito non desiderarla MAI..” disse James malinconico.
Al lo guardò e non gli sfuggì la sua vena malinconica.
“So che non puoi ricordare..ma…”
“Cosa?” gli chiese James curioso.

“Tu ti..insomma..se tu fossi lui ovviamente..ti sei mai pentito di..esser stato innamorato di Lily Evans?” gli chiese, senza guardarlo.
Silenzio.
“Sono uno stupido. Dimentica questa domanda.” Disse.
“Al..Al mi deludi molto.”
“Mi dispiace, io..”
“Come puoi pensare che, potrei pentirmi di essermi dato opportunità di conoscere mio padre..di aver dato a NOI DUE..l’opportunità di rincontrarci..di amarci?” gli prese la mano.

“Oh dio..ti amo così tanto, James..”
“Siam arrivati.” Disse James indicando la porta. “Entriamo.”
 
 
Non andò esattamente come si erano aspettati. Il professor Philip, disse che aveva bisogno di ricevere uno alla volta. James sarebbe arrivato dopo e non potevano assolutamente ASSISTERE per non compromettere la seduta.
James aveva insistito, ma Al gli aveva preso la mano e gliel’aveva chiesto per piacere.
“Ti odio, lo sai che quando mi guardi così, non posso negarti niente, Al.” Poi aveva guardato il prof. “Allora io vado a Hogsmeade a comprare del gelato alla nocciola, ne avremmo tutti quanti bisogno.”

“Bravo ragazzo. Prendi il mio permesso. Firmato personalmente.”



Silente e Ariana




Aveva una sorella…Lily?
No…non era Lily…era una ragazzina, bionda…delicata…fragile…troppo fragile. TROPPO.

Nascosta agli occhi degli altri. Per proteggerla.
Ma perché mai segregare qualcuno avrebbe dovuto significare proteggerla?? No…
“Dimmelo tu, Albus, tu perché seguivi gli ordini di tuo padre?
“Era mio padre. Non spettava a me criticarlo, ma rispettarlo. Credere in quello che lui diceva. Ma avevo torto. Era sbagliato.” Disse lui.
Proseguì il racconto.
Amavo Gellert. Ma non come un ragazzo di cui ero innamorato. Amavo il suo spirito, la sua sete di avventura. Desideravo essere suo amico. Ma Aberforth era geloso. Voleva picchiarmi..facemmo un duello. Ariana..lei rimase coinvolta. Morì.”
“Chi è stato ad ucciderla, Albus?”

“Aberforth non me l’ha mai voluto dire..mi voleva troppo bene per addossarmi anche questo orrore. Ma io l’ho sempre saputo che sono stato io. Non sono riuscito a salvarla. Come non sono riuscito a salvare il mio amico.”
Una lacrima scivolò dal viso di Albus.
 
 
 

*

“Sei strano, Albus, ti senti bene?”
“Sì, sono solo..un po' stordito, io credo. Non ricordo nulla dell’ipnosi a cui mi ha sottoposto il prof, ma ho ascoltato la registrazione.”
“Ti va di raccontarla anche a me?”
Al si strinse le ginocchia.
“Non ancora. Abbracciami un po', dammi un po' di calore, fratello.

James lo  accontentò.
“Ehi ma tu stai tremando. Al, mi stai spaventando. Cosa hai visto?”
“N-niente di che. Silente aveva una famiglia incasinata, lui e suo fratello…si odiavano. E sua sorella è morta. Silente…l’ha uccisa per sbaglio in un duello, con suo fratello.”
“CHE..COSA?”

“Io..morirei se succedesse a te!” disse AL con gli occhi che tremavano di lacrime.
 
 
*

James aveva perso la testa e era andato a lamentarsi dal professore, quest’ultimo gli  aveva raccomandato di far attenzione a Albus, perché se la sua mente era abbastanza ricettiva, avrebbe dovuto ricordare effettivamente quel ricordo nell’arco di pochi giorni o poche ore al massimo.
“Stagli vicino. Ne avrà bisogno.” Disse Philip.
 
Infatti è quello che successe. Durante la notte, Al venne tempestato di sogni, incubi, ricordi di lui, Ariana e Aberforth.
Tra le lacrime, ricercò l’abbraccio del fratello durante il sonno.
 
 
*

L’indomani mattina, Al e James erano davanti al lago.
“Ricordo, Jamie.”
“Che cosa ricordi?”
“Di aver avuto un’altra famiglia. Ricordo di aver avuto degli altri fratelli e ricordo anche che non mi importava più di tanto di loro. Li odiavo. Perché minavano la mia libertà, ma in altri momenti li amavo, invece! Avrei fatto di tutto, per loro, ci credi? Ma sapevo che non era abbastanza.” Disse strappando un filo d’erba.
James stette zitto.

“Sapevo che non era abbastanza per il mio animo egoista.  Non ero fatto per quella vita, non avrei mai potuto prendermi cura di Ariana come meritava. Cioè qualcuno migliore di me. Desideravo andarmene, per proteggere anche loro. Temevo che prima o poi gli avrei fatto del male. Accidentalmente. Che li avrei delusi. Quando ho conosciuto Gellert, ho capito che eravamo anime gemelle, anime compagne. Desideravo andare con lui a cercare tesori nascosti, in giro per il mondo. Realizzare il mio destino. Essere un esploratore, venire apprezzato come il più grande mago di tutti. Creare la mia personale FAMIGLIA.”
“Hogwarts?”
Al scrollò le spalle.
“Quello che sarebbe diventata Hgwarts, suppongo, ma all’epoca, non credo che pensassi esattamente a una scuola. Volevo solo..seguaci.”
James a quelle parole rabbrividì.

“Ma poi…Aberforth si intromise, non so come è capitata la battaglia. Non ricordo come è cominciata, ma ricordo com’è finita.” Si nascose la faccia tra le gambe. James gli accarezzò i capelli.
“La morte di Ariana, è stato il castigo per la mia arroganza. Ho voluto essere avido, ho voluto essere EGOISTA e Dio mi ha punito per aver cercato di abbandonare i miei fratelli. “
“Non dire così..”

“Ricordo poco e niente, del motivo per cui Gellert e io cominciammo a farci la guerra, non so se fu la morte di Ariana, o qualcos’altro..ma so che ho cercato di salvare anche lui, ma oramai era troppo tardi. L’ho ucciso. Io ho ucciso il mio migliore amico. Ma ne ero anche INNAMORATO. Non so se ero innamorato davvero di lui o piuttosto, dell’idea e delle promesse che lui mi aveva fatto. Ma lui morì e io..con lui.”
 
 
 
*

“Come sta, Al?” chiese Philip.
“È a pezzi.”
“Era prevedibile. Tuttavia sarà sempre più difficile. Soprattutto per te.. è giusto che te lo dica.”
“Sono pronto a tutto.”
“D’accordo.”




Severus e Lily 



James raccontò della sua infanzia. Sua madre era una strega, si era sposata con un uomo che era un babbano e che l’ha scoperto solamente dopo tanto tempo, la maltrattava, litigavano sempre.
Così lui, fin da piccolo capì che tutto quello che non era magia, era MALE.

Gli uomini non maghi erano fondamentalmente invidiosi dei maghi, perché avevano la magia, e quindi maltrattavano chi ce l’aveva.
I babbani erano il MALE.

Lily fu la prima strega oltre sua madre, che incontrò e forse quando incontri la prima persona che è gentile con te e non ti tratta solo come un sacco di pulci buono a nulla, in qualche modo ne conservi il ricordo per sempre.
Lily aveva una sorella. Petunia. Gli ricordava suo padre. Lui e il suo disprezzo per la magia e le streghe.

Ma Severus non badava molto a come Petunia trattava Lily. Per lui la cosa gli era indifferente, non sapeva cosa fosse l’affetto fraterno, né credeva che dovesse essere una cosa dovuta.
Ma si era accorto che Lily ne soffriva e questa cosa lo turbava e quindi odiava di riflesso Petunia. Inoltre non riusciva proprio a capire come si potesse trattare in questo modo un fiore delicato come Lily.
Sempre buona, gentile, fiera.
Bellissima.
 
La scuola di magia era..
“Non come me l’ero aspettata.” Disse Severus, guardando i ragazzini sciamare nel corridoio.
“Pensavi fosse magari un convento di suore?” ridacchiò Lily.
“Sarebbe stato meglio.”
“Non dirai sul serio!”

“Non hai idea, Lily…ho parlato con dei ragazzini, sai?”
“Ma dai!! E ti hanno anche risposto?” chiese Lily divertita.
Severus ignorò il suo sarcasmo.
“Molti di loro, non sapevano neanche di esser dei MAGHI, prima di venire qui.” disse.
Lily ne sembrò ferita e un po' innervosita.
“Beh, anche io! E allora??”

Severus la guardò a occhi sgranati.
“Scusami, non volevo..non..”
“Che differenza fa averlo saputo prima o dopo?? Mi avevi detto che non è diverso per chi ha genitori non maghi!” disse lei con una punta di nervosismo.
Severus annaspò per diversi secondi, cercando una scappatoia, alla fine disse:

“Mio padre odia la magia.Tua sorella anche. Penso che forse avrei solo voluto non essere circondato da altri bambini che sono cresciuti con chi odia la magia. Noi siamo venuti su normali, ma altri chi lo sa??”
Lily sembrò non perdere il suo cipiglio innervosito per un po', poi inaspettatamente, con grande sorpresa anche di Severus, scoppiò a ridere.
Severus la guardò attonito.
“Fai ragionamenti assurdi.”

“Ah..mi fa piacere che le mie paure ti divertano.”
“Non preoccuparti, Sev.” Disse Lily prendendolo sottobraccio. “So che vivere con un padre come il tuo, è stato..brutto..io vivo con Petunia…ma proprio perché sappiamo cosa significa, dobbiamo fare come dice Silente. Trattarci tutti come figli della magia. In fondo se sono qui, è perché sono uguali a noi, non credi?”

“Beh…sì..da un certo punto di vista hai ragione..”
“Bene, allora, discorso chiuso! Andiamo a chiedere alle cucine qualche dolcetto? Facciamo a chi arriva prima!!”
 
 
Ricordare Lily, fu strano per James.  Dentro di sé risuonava l’immagine di un’altra Lily, ma la Lily dei suoi sogni, non era sua sorella, dolce, comprensiva, un po' birbante, vispa e insolente, spesso silenziosa.

Lily Evans, era allegra, come i fiori che sbocciano a primavera e dolcissima con i suoi amici, ma non era disposta ad accettare i grigi. Non tollerava nessuna forma di discriminazione, odiava i bulli, e provava un sentimento di nostalgia e tristezza nei confronti della sorella che sempre la trattava male. Un sentimento che sfogava sull’odio verso il ragazzino che la perseguitava con le sue attenzioni. James Potter.
 
“Perché fa così, Sev? Perché mi da il tormento? Solo a me? Perché mi prende in giro, facendomi credere che gli piaccio? So che non è vero!”
“Potrebbe..uhhhh..essere VERO?” disse Severus a malincuore, giocando con la pluffa.

“Ma parli di Potter??? Scherzi, vero? La sua è solo una presa in giro! Se gli piaccio davvero, non mi riderebbe in faccia. Non ne capisci niente di uomini, Sev.” E rise, dandogli un buffetto.
Severus volse lo sguardo dall’altra parte un po' infastidito.
Pensò che era LEI  a non sapere come funzionava con i maschietti.

Era proprio così che facevano loro quando gli piaceva davvero una ragazzina.Troppo orgogliosi per accettare un rifiuto, facevano finta che la cosa gli toccasse meno di quanto volevano ammettere.
E in fondo era quello che lui faceva con Lily.
Però..se lei davvero la pensava così, voleva dire che..allora non avrebbe neanche mai saputo che lui era cotto di lei, perchè secondo il ragionamento di Lily, magari un ragazzo che è cotto di una ragazza, non fa l’amico, ma gli dice in faccia che gli piace.

Sì, beh..ma i modi di fare di James, non è che avevano funzionato poi molto.
Ah, magari avere la faccia di James , ma con i suoi modi! Lily gli avrebbe dichiarato amore imperituro per sempre!
E lui sì che l’avrebbe resa felice.
Per prima cosa l’avrebbe allontanata per sempre da quella stupida di sua sorella che la faceva solo soffrire.
 
 
 
Era il 23 dicembre, quando i ricordi cominciarono a riaffiorare. James aveva voluto accanto Al. Si trovavano ora sotto lo stesso albero, davanti al lago della scuola.

“È strano per me..ma ricordo effettivamente questa bambina..che a quanto pare è stata..nostra nonna..dio..sembra così strano..ho..avuto una cotta per nostra nonna. “ disse guardando Al con orrore che con sua grande sorpresa scoppiò a ridere.
“È la maledizione delle anime che si reincarnano. Non devi starci a pensare, altrimenti potrebbe farti impazzire il pensiero.” Disse il biondo facendogli una carezza.

“Mmmm..bo..il fatto è che è così strano..ora che la ricordo.. non so..è come se non riuscissi a vederla come LEI..cioè come una parente..ma più come un’anima imprescindibile da noi.”
“È ovvio..ricordi con la psiche di un’altra anima..eri un’altra persona..” disse Al accarezzandogli i riccioli.
“I miei ricordi..è come se..come se fossero accaduti ieri..e ora che ricordo..è come vivere una vita a metà..penso a quei ricordi e mi chiedo cosa è successo dopo..come se stessi vivendo dei vuoti di memoria e fosse questa una vita che non è mia..”

“James..” disse Al prendendogli la faccia tra le mani. “Ho paura che potresti stare male. Interrompiamo qui, davvero. Non andiamo avanti.”
“Ma che cosa dici? L’ipnosi funziona. Non possiamo fermarci.”
“Possiamo! Siamo noi a decidere de nostro futuro e ti dico che questa cosa non ti farà bene.”
James annuì, serio.
“Non ti fidi di me.,”
“Come?”
“Pensi che tornerei ad innamorarmi di LEI? Hai così poca fiducia in me??”
“NO. NON È QUESTO.”
“Ah sì?? E allora com’è??”
“Se andrai avanti, ricorderai altri momenti bui, ricorderai Voldemort e..”
“TE?? RICORDEREI TE?”

Al rimase zitto.
“Sarebbe così orribile?” chiese James e senza ascoltare la sua risposta, se ne andò via, lasciandolo li da solo.
“James…” sussurrò Al.
   
 
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