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Autore: Dangerina15    19/06/2020    1 recensioni
Ho visto cose che trascendono il mondo.
Ho sentito parole e voci provenire dal vento e dall'acqua.
La Terra mi ha parlata attraverso il suo canto soave e ammaliante;
E' tutto chiuso in una memoria che resterà impressa nelle pagine di un quaderno, per tutti coloro che avranno la forza e la volontà di abbandonarsi ad essa...
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROFONDO SPECCHIO

 

Mi sono posta molte domande nella mia vita, chiedendomi sempre la stessa cosa: chi sono io in realtà? Molte di quelle domande ruotano sempre attorno alla stessa risposta, alle stesse identiche due parole che continuo a ripetermi da tutta la vita, almeno fin da quando ne ho memoria: sono diversa. Non ho risposto al quesito iniziale, forse non ho voluto mai farlo perché so già qual è la verità ed essa è che neanche io so chi sono. “Diversa” è una delle caratteristiche che, tuttavia, mi contraddistingue: sono diversa, si, ed è per questo che il mondo non mi capisce? O sono io ad avere un problema col mondo e, dunque, non riesco a capirne i suoi giochi, i suoi intrecci e i suoi enigmi. Immagino di giocare con mille bolle di sapone, come quando si è bambini. Ma mi accorgo di essere io stessa dentro una di quelle bolle. Mi guardo riflessa negli occhi della gente: mi guardano, mi sorridono, mi abbracciano, mi parlano…ma non riescono a leggermi dentro. C’è un muro, un vallo di Adriano tra la “me” delle profondità di un mondo che non ha nome né colore, e “me” che si presenta alla vita. Ho voglia di urlare, di strappare pagine bianche piene di scarabocchi che negli anni si sono accumulate. Ho sbagliato una, dieci, cento volte! Cancellare con un colpo di spugna sarebbe giusto oppure no, chi può saperlo. L’anima grida suoni indistinti che giungono al cuore come getti d’acqua che, sotto forma di geyser, esplodono in superficie, concedendo alla mano la forza necessaria per scrivere una memoria.
Mi vedo riflessa: un’immagine perfetta del mio viso si specchia nelle acque del tuo fiume, o Terra. Mi guardo allo specchio di un corso d’acqua che ha visto molti farlo prima di me. Mi specchio e mi osservo; mi torna alla mente quella domanda “chi sono io?”, ma questa volta non ho barriere a difendermi. Mi sento nuda davanti a te, o Terra. Non ho protezione, non voglio averne! Forse è in te che posso trovare risposta alla mia domanda.
 Cammino senza vedere quale strada stia percorrendo; mi accorgo di aver effettivamente cambiato luogo solo quando respiro la brezza fresca dell’acqua ad un passo dai miei piedi.
«Chi sono io?» sussurro tra me.
Anghelos è lì, dietro di me; sento i suoi passi che si avvicinano. Mi volto e il suo tacito mondo è lì con me. Anghelos si avvicina all’acqua e si specchia, come faccio io. Poi, d’un tratto, mi prende per mano e mi avvicina a sé, mostrando così i nostri due riflessi, l’uno accanto all’altro.
«Chi sia tu, chi sono io, nessuno può realmente dirlo» dice.
 La sua voce è dolce, leggera come un canto.
«La vita che viviamo ci porta davanti alla stessa domanda e noi ne cambiamo sempre la risposta.»
Torna a fissare l’acqua.
«Come le nostre immagini.»
Tira un sassolino ed esso rimbalza sulla superficie, costringendo l’acqua a muoversi, crepandosi con piccole onde in superficie.
«I nostri occhi vedono l’anima diversa ad ogni nuovo attimo,» riprende, «essa cambia ogni volta: si riempie, si svuota, si trasforma. Guarda...»
Anghelos indica la mia immagine sull’acqua, adesso tornata normale.
«Sarà sempre diverso; guarda la Terra.»
Anghelos mi stringe la mano, poi si gira, guardandomi negli occhi.
«C’è uno specchio nei tuoi occhi. Un profondo specchio d’acqua su cui riflettersi.»
Anghelos mi lascia la mano, si siede e rimane a fissare il sole che tramonta.
Mi siedo di fianco a lui, in silenzio; mai nessuno aveva finora superato il mio vallo di Adriano. Mai nessuno si era davvero specchiato dentro di me.
  
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