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Autore: Meramadia94    20/06/2020    0 recensioni
E' la rivisitazione del film Balto, con un' aggiunta: una ragazza amante degli animali e per certi versi diversa da tutti, che si prodigherà assieme a Balto per salvare i bambini di Nome dall'epidemia.
Più che una storia è un tributo. Al mio adorato cane che ora non c'è più, il mio amato Balto, e che in più di un' occasione si è dimostrato simile in tutto e per tutto al Balto Vero.
Riposa in pace amico mio.
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Balto, Jenna, Nuovo personaggio, Steele, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio riprese.
Nonostante il depistaggio di Steele, Balto riuscì a riconoscere i propri segni sugli alberi affidandosi al proprio fiuto anche se purtroppo, a causa dei danni procurati dalla neve furono costretti a prendere la strada più corta... e più pericolosa. 
E se ne accorsero quando si trovarono davanti ad un ponte di ghiaccio dall'aria non troppo robusta.
- Ed ora che si fa?- fece Kaltag spaventato tanto quanto gli altri cani dall'abisso sotto di loro. 
- Balto, sei tu il capo, aspettiamo solo la tua parola.- fece Nikki.
Balto ci pensò un secondo poi dispose - Ok ascoltate. Non guardate in basso e mettete un piede davanti all'altro. Molto lentamente. Fate in questo modo e ridurremo i rischi al minimo. Pronti?- 
I cani e Susan annuirono.
Fecero come consigliato da Balto... ma non avevano tenuto conto del fatto che trasportavano con loro troppo peso perchè del semplice ghiaccio potesse reggerli tutti. Bastò poco infatti perchè il ponte iniziasse a franare sotto i loro piedi e minacciare di farli cadere di sotto.
- REGGETEVI!- fece Balto addentando una radice sporgente per poi risalire, con un grande sforzo e portare così tutti al sicuro.
- Tutti bene?- s'informò Balto. 
- Si grazie... etciù!- starnutì Star.
- Salute.- fecero tutti.
Lo starnuto del cane aveva però causato una valanga.
Fu Susan ad accorgersene, voltandosi, insospettita da quel rumore.
- Correte, presto!- gridò la ragazza.
I cani iniziarono a correre a più non posso per non essere investiti dalla neve che veniva loro addosso.
Balto notò una caverna scavata nella parete.
- Qui, presto!- fece Balto rifugiandosi con i cani e Susan nella caverna. Le ragazza ed i cani rimanerono senza fiato davanti a quella meraviglia della natura: l'intera caverna era interamente di ghiaccio, piena di stalattiti e stalagmiti che brillavano sotto uno spiraglio di luce. Il che significava che quel posto aveva un'altra uscita.
- Da questo momento in poi che nessuno fiati...- fece Susan - respirate piano...- si raccomandò la ragazza.
Dal soffitto infatti cadevano delle gocce d'acqua... segno che bastava poco perchè franasse tutto. 
Cercarono di fare il più piano che potevano... ma la slitta fece comunque rumore, scendendo da uno scalino... 
- Via!- fece Balto iniziando a correre mentre le stalattiti di ghiaccio affilate come rasoi iniziavano a cadere.
I cani andarono a zig zag per evitare di essere colpiti, ma un ghiacciolo enorme cadde sulla cassa, aprendola, e minacciando di fare cadere le fiale di antitossina.
Susan se ne accorse subito, e si arrampicò lungo la slitta per cercare di aggiustarla. Appena in tempo per salvare una fiala.
- Susy, cerca di tenere premute le assi contro la cassa!- fece Balto saltando contro la cassa rifissando i chiodi.
Con un ultimo sforzo riuscirono ad uscire poi da quell'inferno di ghiaccio che fino ad un attimo prima sembrava la cosa più bella che avessero mai visto.
...
...
...
Nel frattempo, in città le persone avevano iniziato ad arrendersi alla possibilità di stare per perdere i propri figli. Il personale dell'ospedale aveva iniziato a prendersi cura anche dei genitori dei loro piccoli pazienti, provati dalle veglie, dalla stanchezza e dal dolore. 
Padre Tomàs continuava ad assistere il nipote, che non faceva che chiedere di Susan durante il delirio.
- Sarà qui presto.... vedrai.- fece il religioso.
O almeno ci sperava.
'' Padre Onnipotente ti prego... salva queste povere anime innocenti.''- pregava silenziosamente.
Quel silenzio angosciante venne rotto da un ululato.
- Balto...- fece il parroco.
...
...
...
- Ragazzi, ci siamo!- fece Balto vedendo le luci dell'aurola boreale. Jenna di sicuro. Aveva ricreato quel fenomeno della natura, come lui le aveva insegnato per fargli capire che era arrivato - La città!- per poi ululare con tutto il fiato che aveva in gola per far capire ai cittadini che ormai era solo questione di qualche minuto per chiudere per sempre il terribile incubo che li aveva terrorizzati per giorni.
- Meno male!- fece Keltag - Non ce la facevo più!- 
- A chi lo dici amico...- fece Nikki. 
- E di Steele che mi dite?- fece Star - se tanto mi da tanto, a quest'ora lui se ne sta bello comodo e sparanzato al calduccio a fare il grand'uomo... ehm, scusate, il grande cane eroe.-
- Non preoccuparti di lui.- fece Susan - qualunque cosa abbia raccontato, verrà sbugiardato al nostro arrivo. Dopo nessun cane accetterebbe di mangiare dalla sua stessa ciotola.- concluse Susan mantendendosi in equilibrio. In compenso non potè fare a meno di pensare che d'ora in poi la vita di Balto sarebbe cambiata. Nessuno lo avrebbe più guardato con timore e sospetto, sarebbe stato accettato, ed acclamato come un eroe... anche se questa era l'ultima cosa che importava a Balto. Lui non aveva mai voluto essere un eroe. Tutto quello che aveva desiderato era di essere apprezzato ed amato, come un qualunque cane. 
Erano questi i pensieri mentre le tante luci della città si illuminavano accompagnate a grida di gioiosa incredulità.
- LA SLITTA!-
- CE L'HANNO FATTA!- 
- E' UN MIRACOLO!-
E con un ultimo sforzo sovrumano Balto riuscì a guidare la propria muta proprio di fronte all'ospedale, da cui uscirono con un sorriso gioioso sia il medico che il parroco. 
- Susan!- la abbracciò il parroco - Sapevo che ce l'avreste fatta!- 
- Come stanno Nick ed i bambini?-chiese Susan. 
Fu il medico a risponderle mentre due uomini portavano giù la cassa ed il masher sulla barella affinchè potesse anche lui ricevere le cure adeguate - Se la caveranno, grazie a voi.- 
Susan sorrise sollevata.
Era vivo.
Nick era vivo e si sarebbe salvato.
E con lui anche Rosy e tutti gli altri bambini della città.
- Ma...- fece il medico allarmato quando la cassa venne aperta - ne manca una...- 
Susan si infilò una mano in tasca ed estrasse la fiala mancate.
- Abbiamo avuto qualche problema durante la strada, ma sono riuscita a salvarla.- fece la ragazza affidandola nelle mani del medico, che sorrise sollevato. 
Per la mezz'ora successiva il personale dell'ospedale fu indaffaratissimo a somministrare a Nick e a tutti i suoi piccoli pazienti l'antidoto, per poi tranquillizzare i genitori. La medicina era arrivata appena in tempo. Sarebbero bastate due settimane di convalescenza, al caldo, mangiando in modo adeguato e la terribile epidemia che aveva minacciato di strappare all'amore dei genitori almeno venti bambini sarebbe stato solo un brutto ricordo.
Poco dopo, il padre di Rosy avvicinò Susan indaffarata a dar da mangiare ai cani in modo che potessero rifocillarsi a dovere dopo quella lunga e per certi versi interminabile settimana. 
- Non so come ringraziarti per quello che hai fatto per la mia piccola Rosy.... hai tutta la nostra gratitudine.- 
Susan lo squadrò. 
- Io non ho fatto niente.- fece Susan - è un altro che dovreste ringraziare e baciare da dove cammina.- fece indicando Balto con lo sguardo. 
Il padre di Rosy sospirò. 
Niente da dire. Quella ragazza aveva ragione. Aveva sempre avuto ragione. Aveva capito tutto prima di loro. Tale e quale a suo padre, che non si arrendeva davanti alla '' verità'' che molti davano per scontata senza averne prima le prove tangibili. A volte aveva pensato che quella testardaggine le sarebbe costata la vita... e invece l'ottusità sua, e di tutta la gente di Nome, per poco non finiva con una strage. 
Jonathan si avvicinò a Balto per fargli una carezza per poi condurlo dentro dicendo - Vieni bello... c'è qualcuno che vuol vederti.- 
Il tutto sotto gli occhi sorridenti di Susan e Padre Tomàs.
Il religioso guardò la giovane donna dicendole - Anche tu.-
- Come?- 
- C'è qualcuno che era molto preoccupato di te.- fece il parroco conducendola dentro l'ospedale, sino al letto di Nicholas.
Susan lo guardò.
Era pallido, dimagrito e più sofferente di quando era partita... si tranquillizzò al pensiero che erano solo i postumi della malattia che se n'era appena andata, risparmiandogli la vita. Quando il giovane la vide le sorrise, carezzandole una guancia.
- Sei ancora più bella dell'ultima volta che ti ho visto....- 
Susan sorrise. 
- Mi hai salvato la vita....- sorrise il ragazzo.
Susan scosse la testa.
- Non io...  è stato Balto a ritrovare la muta e la strada di casa... io non ho fatto niente.- fece Susan facendo cenno a Balto di raggiungerli. Il cane lupo li raggiunse, assieme a Jenna. 
Nick sorrise per poi carezzare la  testa del cane eroe di Nome.
'' Grazie per averla protetta''- lo ringraziò mentalmente Nicholas continuando a fargli un po' di coccole - Ti spiace bello se però a prendere un caffè caldo invito Susan e non te?- 
Balto abbaiò.
- Penso che sia un '' Se non la inviti ti mordo''...- scherzò Nick per poi guardare Susan sorridente - Susanne Collins... quando mi sarò ripreso, mi faresti l'onore di farmi compagnia per un caffè?- 
Susan sorrise luminosa - Certamente...-
EPILOGO
Dopo quella lunga settimana le cose cambiarono molto a Nome. Susan, si era dedicata con cura e devozione agli ammalati assieme a padre Tomàs ed al personale ospedaliero, fino a quando anche l'ultimo bambino non fu dimesso. Riprese il suo lavoro alla sartoria, ma ciò non le impedì di diventare un masher. A capo della sua muta c'era e ci sarebbe sempre stato Balto, adesso accettato e trattato con affetto e dolcezza da tutti gli abitanti della città.
Susan aveva inoltre ottenuto di poter tenere Balto e Boris con sè, almeno per le stagioni fredde e dar loro un pasto caldo ed un riparo accogliente... e che i piccoli Muk e Luk potessero andare a trovarli ogni volta che desideravano, per la '' gioia'' di Boris.
Chi non fu affatto felice e contento della fine di quella storia, fu proprio Steele. Come previsto da Susan, bastò il loro ritorno per dimostrare se non alla città, almeno a tutti i cani che lo idolatravano ed ammiravano, a dimostrare che Steele non teneva ad altri che a sè stesso e che aveva praticamente sacrificato i propri compagni, il suo padrone e dei bambini innocenti pur di non cedere la gloria a qualcun altro. Una gloria che tra l'altro, Balto non aveva mai voluto. Ci pensarono i suoi ex ammiratori a punirlo in modo adeguato: per Steele non c'era cosa peggiore dell'anonimato e dell'essere ignorato. E così fu fatto. Al punto che il malvagio cane fu costretto a lasciare la città per sempre... con l'unica consolazione del collare d'oro in ricordo di un tempo che non sarebbe mai più tornato. 
Dopo la guarigione ed aver finito di scontare la sua pena, Nick fece ritorno a Petersburg per sistemare le ultime cose riguardo al processo, promettendo però di fare ritorno appena chiuse le sue questioni per vivere a Nome con Susan.
- Fino ad allora la affido a te.- fece Nick carezzando Balto sulla fronte prima di partire.
- Mi raccomando...- fece Susan - torna presto.- 
- Tranquilla.- fece Nick prendendola tra le braccia - sistemo le mie faccende e torno subito da te.- e nel dir così se ne andò lasciando la ragazza all'ingresso di Nome con la sola compagnia di Balto ed i genitori di Rosy.
Il padre della bambina abbracciò sia la ragazza che il cane.
- Su coraggio.... andiamo a casa.- fece l'uomo quando Nick non fu che un puntino all'orizzonte.
  
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