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Autore: SweetPaperella    21/06/2020    7 recensioni
{CaptainSwan AU}
Storybrooke, anno 1800.
Emma Swan è una ventenne ribelle, vuole vivere di avventure, ma un errore fatale la costringe a rimanere nel suo paesino, con cinque sorelle, un figlio, una madre petulante e concentrata solo a far accasare le proprie figlie.
Killian Jones, trentenne, Conte e ufficiale di Marina, con un passato tormentato e una forte sete di vendetta.
Due destini che si incrociano, due anime tormentate, un passato doloroso mai lasciato del tutto alle spalle. Vendetta, odio, amore, amicizia e famiglia.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo nove - Incontri segreti 


«Figlio mio, tu devi allontanare quei due. Quell’uomo deve soffrire terribilmente, deve morire solo, schiacciato dal peso del dolore. Chiaro? Quindi torna lì e fatti perdonare dalla ragazza, è caduta ai tuoi piedi una volta, ci cadrà ancora.» gli dice suo padre, mettendo in atto il suo piano, indebolire quell’uomo che gli ha rovinato la vita, portandogli via la sua donna, la donna che ha sempre amato con tutto se stesso e ora, ora deve soffrire terribilmente, deve soffrire come ha sofferto lui e continua a soffrire. Deve morire nei sensi di colpa e nel dolore più completo. Una morte lenta e dolorosa che ben presto sarà lui a infliggerli. Ma tutto al suo tempo.
Prima deve allontanarlo da Storybrooke e da questo nuovo amore che sta nascendo. 
E suo figlio è la soluzione a ciò, è sempre stato un debole, un codardo e ora è arrivato il momento di dimostrare di che pasta è fatto, se è suo degno figlio. 
È il suo momento per dimostrare di essere un vero uomo. Non solo, se vogliono evitare il fallimento, hanno bisogno che si sposi con la ragazza. Non è benestante, ma ha scoperto che suo padre le ha messo da parte una buona rendita e si possono tenere a galla. 
Una risata diabolica si espande per la stanza a quei pensieri e uno sfregamento di mani ne consegue subito dopo, soddisfatto di aver elaborato un piano talmente perfetto.



Killian’s POV 

Dal matrimonio di Regina, in cui ho passato davvero tanto tempo in sua compagnia, non ho fatto altro che pensare a lei. E mi sento un ragazzino alla prima cotta, davvero. Non avrei mai creduto nemmeno che Emma avesse voluto iniziare questo qualcosa con me. Ho sempre percepito che tra noi ci fosse una forte chimica, ma ammetto che non avrei creduto che fossi riuscito a buttare giù il suo muro di resistenza.
La cosa strana è che mi fido di lei e ho voglia di rivederla non solo per baciarla e stringerla, ma sopratutto per parlare con lei, raccontagli di me e ascoltare la sua storia. Passerei le ore semplicemente a parlarci, senza nemmeno sfiorarla con un dito e non è proprio da me avere questi pensieri così casti. Per un attimo, un solo attimo, grazie ad Emma mi sono dimenticato del mio dolore o meglio, riesco a gestirlo con più facilità. Lei mi rende felice e ciò mi fa vedere i miei problemi da una prospettiva diversa. Se non dovessi vendicarmi per riavere mia sorella? Se posso trovarla e non uccidere quel pazzo? La trovo, la porto via e scappiamo insieme. Magari con Emma e suo figlio e ricominciare tutti insieme lontano da qui, da tutto ciò. Se pur non so se Emma accetterebbe, qui ha la sua famiglia, le sue sorelle e anche il piccolo Henry è legato al posto e ai nonni, come alle zie. 
Sto facendo progetti per il futuro e non so nemmeno se il mio amore con Emma sia davvero amore o solo un fuoco di paglia passeggero, ma forse se penso già al futuro è perché so già in cuor mio che tengo a lei, se pur ancora io non riesca ancora ad ammetterlo così apertamente. 
La cosa buffa è che pur di rivederla, ho deciso di accompagnare il mio amico Graham a trovare la sua fidanzata. Ormai tra loro è ufficiale, c’è solo da decidere la data del matrimonio e organizzarlo, infatti oggi deve andare proprio da lei per questo e io, pur se passo per quello che le manca la sua ragazza, sempre se così la posso definire; ho deciso di andare. Non è decisamente da me, per niente direi, ma ho una voglia d rivederla che nemmeno io so spiegarmi e so che non mi sentirei bene con me stesso se non assecondassi questa mia follia. 
Ho solo detto a Graham che voglio andare con lui, senza dargli modo di dirmi qualcosa, qualsiasi cosa, perfino se si o no. Ma so benissimo che sa la verità e il vero motivo per cui voglio andare a casa Swan. Emma. Mi conosce molto bene e non a caso è il mio migliore amico. Non parliamo molto io e lui, ma non serve, ci comprendiamo anche senza il bisogno di farlo. Nemmeno lui ha mai ammesso di essere innamorato di Elsa, ma io lo so. A me quindi, non serve ammettere che mi piace Emma. E poi evito pure io di dirlo, perché non mi sono ancora reso conto di ciò che provo davvero per la giovane.
Fino a poche settimane non avrei mai creduto che mi potesse piacere una donna con un figlio, fino a poche settimane fa non avrei mai creduto che mi potesse piacere più una donna dopo la mia Milha, invece... Quella ragazzina mi è entrata dentro e non faccio che pensare a lei.
Arriviamo a casa Swan con i nostri cavalli, ed ad accoglierci c’è già tutta la famiglia al completo fuori, schierati in fila nemmeno fossero nell’esercito, con solo Elsa davanti a loro, ad attendere che il suo uomo si avvicini. 
Ma di Emma non c’è nessuna traccia, non la vedo schierata nella fila famigliare e tanto meno suo figlio, penso subito che forse è andata da qualche parte insieme a lui e sono quasi tentato di chiederlo a sua sorella maggiore, ma so che sarà impegnata a parlare del matrimonio, quindi decido di chiederlo all’ultima della fila, una ragazza dai capelli rossi e da quello che mi ha raccontato Emma, dovrebbe essere Merida. 
«Ciao rossa, sapete dirmi dov’è tua sorella Emma?» le dico non appena stanno tutti entrando in casa per una ricca merenda. Immagino già che la signora Swan abbia preparato sicuro molti dolci per l’occasione e del thè. 
«Mi chiamo Merida, non rossa. Poi per quale motivo dovrei dirvi dove si trova mia sorella?» mi risponde acidamente, ma ammetto che mi aspettavo una risposta del genere da lei. Somiglia molto ad Emma in questo. 
«Scusatemi, Merida. Lo vorrei sapere perché vorrei parlare con lei di una cosa» le dico semplicemente e spero che come risposta le vada bene, non credo che Emma voglia che entri nei dettagli di ciò che stiamo portando avanti e non so nemmeno se si è confidata con la sorella. Probabilmente no conoscendola, forse solo con Elsa. 
«Non so dove sia di preciso, ma ha litigato con nostra madre, perciò quando è così scappa al mare, dove stanno gli scogli, con Henry. Oggi sarà lì suppongo, Emma odia quando mia madre organizza le cose e fa la civetta come se dovesse sposarsi lei.» qualcosa mi dice che non è solo Emma ad odiare la donna di casa quando si comporta in quel modo, anche la giovane rossa la pensa esattamente così. 
Annuisco e la ringrazio, per poi fare un cenno al mio amico che me ne vado. Lui capisce al volo e mi saluta semplicemente, ha intuito probabilmente che sto andando da Emma.
Cammino fino alla spiaggia, non so bene dove possa essere Emma di preciso, ma non è grandissimo il posto di mare a Storybrooke e quindi, penso che sia abbastanza facile trovarla. 
Infatti, poco dopo la vedo in lontananza. A giocare con Henry con la sabbia. 
Mi avvicino ai due e il bambino sembra subito entusiasta di vedermi, eppure abbia parlato solo mezza volta. Emma invece mi guarda e sembra sorpresa di vedermi, si nota immediatamente dal suo sguardo che non si aspettasse il mio arrivo e io sono ben felice di averla sorpresa in questo modo. Sorride, mi sorride e io ricambio a mia volta e vorrei baciarla, ma non lo faccio in presenza di suo figlio. 
«Cosa state facendo di bello?» chiedo rivolto ad Henry vedendo che stanno costruendo qualcosa con la sabbia e che il piccolo è tutto ricoperto da essa. Il mare per fortuna è abbastanza calmo ed è una bella giornata, se pur credo che l’acqua sia molto fredda. 
«Una nave pitata.» risponde il bambino tutto felice mostrandomela fiero. Io immagino che abbia detto una nave pirata e mi offro di aiutarlo. È il mio campo, me la cavo perfettamente con le navi. Tanto che quando lo dico al bambino lui mi guarda ancora di più affascinato e quasi si dimentica dalla presenza della sua mamma per giocare con me. 
Ci mettiamo insieme a costruire la nostra nave, con Emma che ci guarda, ma che sentendosi trascurata ci chiede di farle fare qualcosa anche a lei, ma il piccolo Henry scuote la testa e dice di no. 
La giovane allora lo prende in braccio e lo riempie subito di solletico. Henry ride, ma poi riesce a divincolarsi e scappare, lei lo rincorre, mentre io deciso di schierarmi dalla parte di Henry ed essendo più veloce di Emma a correre, la raggiungo e la blocco stringendola forte a me.
«Henry scappa, ho bloccato il nemico» dico al bambino e lui corre più lontano felice di essere sfuggito al solletico e aver seminato sua madre.
Io ed Emma siamo sul bagnasciuga con i piedi a mollo, perché in tutto questo lei si è messa scalza per godersi meglio la spiaggia e Henry ha fatto lo stesso tirandosi su i pantaloni. Io anche ho seguito subito il loro esempio, per una volta, voglio sentirmi libero e spensierato, godermi ciò che ho, senza pensare. Godersi una spiaggia senza scarpe, è la cosa più bella che esista al mondo probabilmente.
I nostri piedi vengono bagnati dall’acqua e se pur sia fredda, è piacevole, ma non ci accorgiamo che un’onda sta per arrivare, quando inizio io a farle il solletico, avendo capito che lo soffre proprio come suo figlio. Lei nei tentativo di scappare e io di correrle dietro, veniamo travolti completamente, bagnandoci dalla testa ai piedi. 
Scoppiano a ridere di gusto ed Henry ci viene addosso subito dopo per bagnarsi anche lui, divertito dalla cosa. 
Diamo così il via a un gioco senza fine di schizzi e scherzi. Ridiamo, ci rincorriamo e ci tuffiamo di nuovo in mare, ormai bagnati dalla testa ai piedi e incuranti di bagnarci ulteriormente. Il piccolo Henry poi si è schierato dalla mia parte a fare scherzi alla sua mamma e la cosa mi diverte da morire perché Emma è in seria difficoltà con noi due che non facciamo che schizzarla e farle il solletico. Con la scusa di bloccarla e schizzarla o farle fare il solletico da Henry, ho modo anche di abbracciarla. A lei inoltre, la cosa sembra non dispiacere e si lascia stringere da me, felice e raggiante come mai l’ho vista. Il suo sorriso luminoso è qualcosa che vorrei guardare in eterno. 
E anch’io mi sento felice. È una giornata insolita che non avrei mai creduto di passare, in compagnia di una ragazza e suo figlio per me sarebbe stato inconcepibile, invece ho conosciuto Emma Swan e tutte le mie certezze si sono sgretolate come la nave di sabbia di Henry, la quale con un’onda si è distrutta. 
Sono felice e le ombre del mio passato, sembrano scomparse. O almeno attenuate per qualche ora. 
Per fortuna Emma ha portato un telo per asciugarsi, con uno asciuga i capelli a suo figlio, mettendogli poi qualcosa di asciutto addosso e facendolo sdraiare su un telo e con un altro telo, ci asciughiamo noi, stendendoci poi sopra di esso. 
Henry si addormenta poco dopo, senza nemmeno accorgersene, io ed Emma ci guardiamo negli occhi e lei abbassa lo sguardo per prima, quasi imbarazzata e mi piace ancora di più, facendo aumentare la mia voglia di baciarla. Ho desiderato farlo dal primo istante in cui l’ho vista, ma essendoci Henry con noi, ho evitato di farlo, ma ora che lui dorme, le alzo il viso, incrociando nuovamente i suoi smeraldi e la bacio. Premo le mie labbra sulle sue, ma lei non tarda a schiuderle e ricambiare. Avverto che ha la stessa voglia che ho io di lei, che il desiderio di quel bacio è reciproco. Siamo sdraiati sul telo, ma nella foga del bacio, ci ritroviamo fuori da esso. Io sopra di Emma e lei che si separa leggermente da me giusto per riprendere fiato. 
«Come stai, Jones?» Mi chiede, sembra una domanda banale, ma davvero vuole saperlo, come se volesse avere la certezza che io sia felice, probabilmente come lo è lei, almeno i suoi occhi dicono che lo è. 
«Mai stato meglio! E tu, Swan? So che hai litigato con tua mamma è tutto okay?» le chiedo, tenendola ancora stretta a me, con i nostri occhi che stavolta sono puntati l’uno in quello dell’altra ed Emma non è più imbarazzata.
«Uhm, lasciamo stare mia madre. Vuoi seriamente parlare di lei?» e nel suo sguardo intravedo malizia, mi guarda maliziosamente, esattamente lo sguardo che farei io in una situazione del genere. Solo che non me lo aspettavo da lei. Ecco tutto. 
«Se hai bisogno di parlare io comunque ci sono!» le dico dolce e lei mi sorride, accarezzando la mia guancia, come sono cambiate le cose tra noi, in così poco tempo e solo in positivo. 
La bacio di nuovo a quel punto, spinto ancora una volta da una forza irrefrenabile di farlo e lei ricambia senza esitazione, riuscendo a sorprendermi per la sua passione. Il bacio è intenso, passionale, un fuoco di sentimenti. Un turbine di emozioni.
«Non vorrei insistere, ma sembra proprio che tu stia evitando di parlare di tua madre, invece ti farebbe bene farlo, ti toglieresti un peso» le dico una volta che ci separiamo nuovamente dal bacio, in un’altra circostanza avrei continuato a baciarla e sarei andato anche oltre, non interessandomi della vita della donna con cui sto interagendo; ma Emma è diversa. Di lei mi importa seriamente e voglio sapere anche cosa la fa stare male. È forse questo l’amore? Probabilmente sì... In parte lo è. È voler conoscere la persona che hai davanti, è voler sapere tutto di lei e raccontare tutto di sé, perché ciò viene facile e spontaneo. 
Inoltre, noto che Emma ha seriamente bisogno di parlare. Non lo dà a vedere, ma nei suoi occhi colgo perfettamente la tristezza, forse perché io stesso l’ho provata in prima persona e ancora adesso la provo. Il pensiero di mia sorella è costante. Spesso temo che sia morta e il dolore mi schiaccia, altre volte provo a farmi forza, ma non è semplice. Capisco quindi Emma come si senta, come possa stare ad avere un rapporto così conflittuale con sua madre. 
Mi guarda ancora e alla fine cede, vedo che ha intenzione di aprirsi con me, di buttare giù il muro. 


Emma’s POV

Quando ho visto arrivare Killian in spiaggia ho praticamente spalancato gli occhi incredula, non aspettandomi per nulla al mondo di vederlo. Ed oltre la sorpresa iniziale, è stato divertente il pomeriggio passato in sua compagnia. 
Baciarlo poi, mi piace tantissimo e passerei le ore a farlo, mi sono resa conto che sia così da dopo il nostro secondo bacio, ma apprezzo tantissimo che voglia parlare. Si è accorto dal mio sguardo che sto poco bene. Non me l’aspettavo da lui, devo essere onesta. So della sua reputazione da latin lover, è stato lui stesso a vantarsi di quanto sia bravo a portarsi a letto una donna ed è per questo che non mi sono mai fidata, che ho sempre cercato di tenere le distanze... Invece, non è solo quello che vuole far sembrare. Sa anche essere dolce e attento. 
E decido di fidarmi, di buttare giù il mio muro. Mi lascio incantare dalle sue parole e dal suo sguardo sul mio, così preso, così maledettamente sincero. 
«Non ci parliamo da giorni, da quando abbiamo dormito insieme nel fienile. Ha visto che non sono rientrata e mi ha dato della sgualdrina. Non l’ha detto esplicitamente, ma è ciò che pensava, me l’ha fatto capire.»
«Ha saputo che eri con me?» 
Scuoto la testa e mi affretto anche ad aggiungere, un po’ imbarazzata: «Lo pensa solo, in realtà pensa che abbiamo fatto ben altro in quel fienile...» abbasso lo sguardo rossa in viso e lui ancora una volta mi alza il volto, per incrociare i suoi occhioni come il mare. Ma come fanno a essere così intensi e profondi? Dannazione Emma, contieniti. Sono solo dei semplici occhi celesti...
«Ehi pirata, ora non ti montare la testa, capito? Anche perché non si ripeterà più che noi due dormiamo insieme e tanto meno altro.» dico stavolta decisa, senza più timore.
Lo vedo ridere e mettere su il suo sorriso più malizioso, ma non dice nulla e sono quasi curiosa di sapere che cosa sta pensando, ma so che potrei pentirmene e non glielo chiedo, tanto sicuro è una dalle sue battutine a scopo sessuale.
«Mi dispiace Emma» mi dice poi sincero, tornando serio in volto. 
E io in risposta lo bacio sulle labbra, non desiderando altro. È un bacio a fior di labbra, ma comunque sentito e bramato, almeno da me, ma penso anche da lui.
«Emma, però se mi baci così, non ci credo al fatto che tu non voglia saltarmi addosso eh» ed eccolo il Killian Jones che conosco, malizioso, strafottente e maledettamente maleducato, con quelle sue sporche battute e lo vorrei colpire così forte da fargli seriamente male, ma non lo faccio. Nonostante la mia gamba si possa spostata con facilità verso il suo punto più sensibile, non lo faccio. Mi limito ad alzare gli occhi al cielo. 
«Sei uno scemo, Jones! Io comunque devo andare, Henry ha bisogno di un bagno caldo, di mangiare e dormire... Meglio che andiamo.» spostando lo sguardo verso mio figlio che sta ancora dormendo profondamente e non ha nessuna intenzione di svegliarsi. Sarà difficile portarlo in braccio fino a casa. 
A questo pensiero, sembra quasi che Killian mi abbia letto nella mente e si offre di accompagnarci fino a casa in modo che porti lui Henry in braccio. 
«Non so se è il caso, Killian» non è il caso, per quanto mi farebbe comodo il suo aiuto, non voglio trovare a mia madre un nuovo motivo per darmi della poco di buono.
«Vi lascio al limite del bosco, ma almeno fino a lì lasciati aiutare.» insiste e accetto. È un buon compromesso, dal limite del bosco sono vicina casa mia e mia madre non ci può vedere. 
Senza aspettare che io dica di sì, ha già preso mio figlio in braccio senza cercare di svegliarlo e lo sistema meglio nel suo abbraccio per non farlo cadere. Ed è tenero. Già proprio tenero con Henry tra le braccia. 
Ho notato tutto ciò anche questo pomeriggio. Il suo modo di rivolgersi a Henry, il modo in cui ha giocato con lui, è stato così dolce e protettivo, attento a non fargli male, ma allo stesso tempo lasciandolo libero di scegliere e correre. Si sono pure alleati contro di me. Henry ha socializzato subito con Killian e la cosa mi ha sorpreso, di solito è un po’ diffidente con chi non conosce, invece si sono presi subito. Come si conoscessero da sempre. 
Ci dirigiamo in silenzio verso casa mia, guardandoci con la coda nell’occhio e solo una volta gli ho chiesto se ce la facesse con Henry, è piccolo, ma inizia a pesare e tenerlo per tutto il tragitto in braccio non è facile. Killian però mi risponde che ce la fa e mi dice che se vuole può portare anche me in braccio, contemporaneamente. Sbruffone e arrogante. 
Non appena arriviamo al limite del bosco, io faccio per prendere Henry, ma lui mi ferma e mi guarda. 
«Non me lo dai il bacino della buonanotte? Henry ancora dorme, non può vederci» mi dice malizioso e io lo vorrei nuovamente colpire con un pugno, ma non lo faccio. Desidero anch’io baciarlo, ma non voglio darlo a vedere, orgogliosa come sono e poi, non voglio dargli altri motivi per fare battute. 
«Te lo sei meritato?» lo provoco, allontanarmi da lui, che intanto si è avvicinato a me.
«Direi di sì, ho faticato a portare Henry fino a qui»
«Non eri tu quello che sosteneva di riuscire a portare anche me contemporaneo? O forse era un altro, ops... Credevo che fossi tu quello forte, devo averti confuso con il mio altro pretendente» gli dico, giocando con lui. Audace e cattiva. Provocatrice. Non è da me, ma per una volta voglio giocare anch’io e poi mi piace provocarlo. Vedere che cosa mi risponde. 
«Chi sarebbe questo?»
Io rido e non rispondo e Killian finge di offendersi, per poi aggiungere: «E comunque, si! Sono forte e potrei portare anche te, vuoi che te lo dimostri?» sta al gioco, dopo aver finto di essere geloso. 
Scuoto la testa e mi avvicino per baciarlo. 
«Te lo sei meritato, diciamo» e prima che possa essere io a colmare la distanza che ci divide, lo fa lui per me. Regalandomi un bacio mozzafiato. Nonostante ci sia mio figlio di mezzo e non possiamo stringerci come vorremmo, è lo stesso intenso e passionale. 
Ci separiamo e io prendendo Henry in braccio mi allontano, non dicendo nulla e regalandogli solo un sorriso, uno di quelli che concedo raramente, salutandolo con la mano. 
«Emma, quando ci rivediamo?» mi chiede prima che io mi sia allontanata del tutto. 
Mi volto leggermente e: «Non lo so, sorprendermi, un po’ come oggi.» dicendogli chiaramente che deve continuare a corteggiarmi e che oggi, sono stata felice di vederlo. Ed è così, lo sono stata e trovo anche che sia bello sentirsi desiderate. Regina mi direbbe che ho fatto la mossa giusta. Prima di girarmi lo guardo per vedere il suo viso e ha dipinto sul volto il suo classico sorriso malizioso, ma terribilmente sexy e io vorrei prenderlo a schiaffi ancora una volta. Come può irritarmi e farmi impazzire allo stesso tempo? Non riesco proprio a spiegarmelo. 
Mi allontano ora definitamente e noto che rimane al margine del bosco fino a che non sono rientrata in casa.
Ciò che non voglio è dover affrontare mia madre. Ma cerco di non pensarci e concentrandomi sul modo in cui Killian troverà per rivedermi. 

Nelle settimane successive, io e Killian ci siamo visti molto spesso, abbiamo iniziato a vederci quasi praticamente tutti i giorni, anche per brevi attimi, solo per scambiarci un bacio fugace. Anche se i nostri baci non sono mai stati così fugaci, al contrario. Killian Jones é tremendamente passionale e io sono diventata dipendente da lui, ma soprattutto della sue mani che mi accarezzano i capelli, le braccia... Del suo modo di stringermi forte contro di sé. Ci vediamo di nascosto e di solito sempre al fienile dove ci siamo dati il primo bacio e oltre a scambiarci diverse effusioni, abbiamo parlato anche tanto di noi. Lui è stato davvero molto bravo a corteggiarmi, non è stato per nulla banale e non ha mai fatto nulla di troppo scontato ed eclatante, mi ha solo fatto capire che fosse sincero e seriamente interessato a conoscermi meglio. Ed é ciò che abbiamo fatto.
Ci siamo conosciuti meglio. Ora conosco i suoi hobby, le sue passioni. So che ama navigare con la nave, so che ama cucinare e che è anche un ottimo cuoco perché sua mamma fin da bambino gli ha insegnato a farlo, per sorprendere la sua futura moglie. Mi ha parlato di sua madre che era una donna eccezionale, dolce, aperta mentalmente ed espansiva. Mi ha parlato di suo padre che era più taciturno e chiuso, ma che amava profondamente sua moglie e che insieme formavano ciò che lui ha sempre pensato fosse l’amore. Mi ha raccontato che sogna di avere anche lui un amore così, facendomi capire che non è assolutamente lo sbruffone, arrogante, o meglio lo é eccome quando si vanta, ma sa essere anche estremamente dolce, attento. E io mi trovo sempre meglio in sua compagnia, mi sento felice, come forse non lo sono mai stata, nemmeno con Neal. 
Gli ho raccontato a mia volta di me, della mia vita. Mi sono aperta totalmente con lui, raccontandogli di quanto io sia stata male dopo aver scoperto di aspettare Henry, soprattutto perché mia madre mi ha impedito di uscire fino alla sua nascita per evitare che si vedesse la pancia e le persone si accorgessero del mio stato di gravidanza. Come però, ciò mi ha fatto legare a Regina, l’unica amica che io abbia mai avuto e che mi è rimasta accanto nonostante sapesse cosa avessi fatto. E di Neal, mi sono ritrovata a parlare con lui di Neal, cosa che non avevo mai fatto con nessuno, tanto meno con mia sorella Elsa. Ho sempre evitato l’argomento perché mi faceva ancora male, ma parlarne con lui invece ha fatto sì che io allontanassi totalmente il mio dolore. Non sono mai stata innamorata di Neal, questo è certo. Con lui non ho mai condiviso niente di me, non mi conosce per niente, abbiamo sempre passato i nostri momenti a baciarsi e fare ben altro. Lui sin dal primo istante mi ha colpita con i suoi modi dolci e gentili, con il suo sorriso cordiale. Mi sono fidata perché in quel momento pensavo di poterlo fare, che non avrebbe mai potuto succedere nulla, ma sono stata ingenua. Troppo ingenua. Alla fine non solo mi sono ritrovata sola e abbandonata, senza più la mia innocenza, ma anche con un figlio. Un figlio che mi ha cambiato totalmente la vita.
Anche questo pomeriggio ci incontriamo al nostro luogo segreto, al fienile. Per me è decisamente più difficile liberarmi per raggiungerlo, visto che non posso lasciare Henry da solo, ma per fortuna la mia amica Regina, mi aiuta molto in questo. Si è offerta di tenermi Henry e poi a lei fa piacere passare del tempo con lui, come fa piacere a Robin. Da ciò che so Robin vuole una famiglia numerosa e ama i bambini, sta quindi, facendo pratica per quando saranno genitori.
Quando arrivo al fienile, Killian é già dentro ad aspettarmi. Mi regala un sorriso meraviglioso, ma poi il suo sguardo si trasforma in malizioso.
«Sai che per questo ritardo devi farti perdonare?» 
Mi avvicino a lui e lo guardo a mia volta maliziosa.
«In che modo, Jones?» tendo sempre a chiamarlo per cognome, perché lui fa esattamente la stessa cosa con me. Io poi, non sono proprio tipo da soprannomi smielati, lui mi chiama a spesso “Love” e la cosa mi piace, ma io mi limito sempre a chiamarlo per nome o per cognome quando voglio scherzare o prenderlo in giro, o anche per dimostrargli che ci tengo. Perché è ovvio che mi sono affezionata a lui, non so ancora come posso definire il nostro rapporto, ci stiamo frequentando... Ma non so dire se è amore. O forse ho solo paura di ammetterlo, perché ormai facciamo praticamente coppia fissa...
Non parla, al contrario si avventa sulle mie labbra, a dimostrazione di ciò che vuole. Un bacio, un bacio passionale e infuocato dei nostri. Uno di quei baci che farebbero scoppiare un incendio se solo potessero, ciò che è certo é che ogni volta che mi bacia in questo modo l’incendio scoppia dentro di me. Le sue mani mi accarezzano i capelli che per oggi ho lasciato sciolti e leggermente mossi, essendo fattami le trecce il giorno precedente. La sua lingua gioca con la mia, muovendosi come se ormai fosse la cosa più semplice e naturale del mondo, come se da sempre facessimo ciò. 
Le mie invece sono sulle sue spalle e lentamente lo spingo verso di me, mentre io mi ritrovo completamente sdraiata sul fieno dietro di noi, con Killian sopra di me. E vado a fuoco, letteralmente. É così eccitante. Com’è eccitante sentire le sue mani che si muovono esperte su di me. Le ha spostate dai miei capelli verso il collo, nella parte inferiore di esso, subito dopo passando alla parte davanti e scendendo sempre più giù... Arriva ad accarezzarmi il seno da sopra il vestito che ho indosso e nonostante ci sia esso a coprirmi, mi sento totalmente esposta a lui e percorsa dai brividi. La sua mano si muove sempre più in basso, raggiunge il mio ventre e le mie gambe, lasciate scoperte. Non amo mettere cose troppo pesanti addosso. 
Mi accarezza una gamba e poi l’altra e io lo lascio fare, completamente rapita da queste sue attenzioni, non ho mai provato niente di simile. E non penso che sia solo perché ci sa fare, forse è per ciò che ci lega. Ma cosa ci lega? 
No, Emma non è il momento di pensare a ciò. Ma non é nemmeno il momento di lasciarsi andare in questo modo, non così e non così presto.
Il mio vestito é ormai all’altezza dei miei slip e la sua mano é pericolosamente vicina a un punto di non ritorno e lo fermo. Porto la mia sulla sua e se pur ansimando di piacere, lo allontano. 
«Killian, non posso... Non così. Non è perché non lo voglia, é che... é presto. Non voglio che ciò che stiamo vivendo si basi solo sul sesso.» gli dico apertamente, cercando di fargli capire il mio punto di vista, non è che non ho voglia di fare l’amore con lui, solo che non voglio commettere di nuovo gli stessi errori e voglio aspettare, stavolta voglio fare le cose con calma, senza fretta, godermi giorno dopo giorno ciò che viene, essere sicura di ciò che sento per lui. 
«Hai ragione, scusa... Non so cosa mi sia preso. Il fatto é che ti desiderio da morire, Emma, ma non voglio nemmeno io affrettare i tempi. Scusami.» mi risponde e porta la mano dietro l’orecchio imbarazzato. So per certo ora, che ogni volta che lo fa é perché si sente a disagio e capisco che é seriamente dispiaciuto.
Lo bacio di nuovo.
«Non mi è dispiaciuto. Ma sono una difficile, lo sai.» gli dico scherzosamente per allentare la tensione che si è creato dopo questo nostro piccolo momento intimo.
«So che so essere terribilmente affascinante e che faccio cadere tutte le donne ai miei piedi» ecco decisamente é tornato lo sbruffone di sempre, ma ho iniziato ad apprezzare anche questo suo lato, anzi forse è proprio questo che lo rende ciò che è. Il Killian Jones per cui inizio ad avere seriamente una bella cotta.
«Piuttosto, hai scoperto qualcosa sul signore oscuro? Io ho fatto delle ricerche in paese, mi hanno detto che è passato da qui qualche anno fa, le tue supposizioni erano giuste, ma non ho saputo altro su di lui, nessuno ne parla volentieri o forse non ne parlano volentieri con me.» mi sono offerta di aiutarlo a cercare sua sorella Ruby, sono convinta che sia ancora viva e voglio dargli una mano. Ho fatto delle ricerche sul signore oscuro, ma nessuno ha saputo dirmi niente di veramente concreto su di lui, anzi a volte ho avuto la sensazione che mi guardassero anche piuttosto dispiaciuti e con sguardi compassionevoli per ciò che stessi chiedendo, ma non ho compreso il motivo. Magari è stata suggestione o magari perché nessuno è in grado di scovare il signore del male, tanto meno io e avranno pensato ciò.
«No, so solo che suo figlio è stata avvistato in città di recente. Me l’ha detto uno alla locanda dove, a volte, vado a prendere il rum»
«E non ti ha detto come si chiama suo figlio?»
Scuote la testa. Non gliel’ha voluto dire o meglio non è sicuro sia lui e per questo motivo ha taciuto. Non si è mai avuta la prova che questo giovane fosse il figlio del signore oscuro, si ipotizza ciò perché è sparito nell’esatto momento in cui è sparito lui, ma può anche essere una coincidenza. E poi adesso è tornato solo. Di suo padre non si è vista traccia. 
«Non ti sembra tutto così strano?» mi chiede a quel punto e lo è. E strano che ci sia tutto questo mistero intorno a loro. 
«Cosa pensi di fare adesso?» chiedo, ma immagino che voglia cercare questo fantomatico figlio da solo visto che nessuno lo aiuta.
E ci ha preso. 
«Torno alla locanda e aspetto che spunti, tanto dovrà venire, ho capito che la frequenta anche lui, per acchiappare giovani ragazze da sedurre a quanto pare.»
«Stai attento! E non lasciarti nemmeno distrarre dalle altre donne» gli dico preoccupata, ma anche con un lieve timore che un’altra donna, possa avvicinarlo. Conosco la sua fama e so anche che le donne farebbero carte false per averlo nel proprio letto, anche solo per una sera. E io l’ho appena respinto in quel senso e temo che possa trovare un’altra. Si, sono decisamente paranoica, ma vivo con la costante paura che le persone a cui tengo mi lascino. Il pessimo rapporto che ho con mia madre poi non aiuta a farmi sentire più sicura di me stessa, al contrario... Mi fa vivere ancora di più con l’angoscia di perdere chi amo. E poi mi sono fidata fin troppo di Neal e guarda com’è finita.
«Gelosa, Swan?» ecco lo sapevo che non dovevo lasciarmi sfuggire quel pensiero. 
Ovvio che non sono gelosa, ma ora vaglielo a spiegare. 
O forse lo sono? 
«Certo che no! Ma non è mai il caso di divertirsi con qualche ragazza alle locande, non si sa mai con chi sono andate già... Poi spendere soldi per fare sesso, lo trovo squallido...» ho appena detto una grossa stupidaggine per giustificarmi. Sto dimostrando ancora una volta a Killian di essere una ragazzina inesperta. 
E quando lui scoppia a ridere capisco che mi sta notevolmente prendendo in giro.
«Da quando ti conosco, non ho occhi che per te. Le altre non esistono, Swan. Non temere. E comunque non sono mai andato a letto con una donna che poi ho pagato, lo trovo squallido pure io.» mi dice e non so perché ciò che mi sta dicendo mi riempie il cuore di felicità. 
Mi avvicino per baciarlo dolcemente e mi stringo a lui. 
Rimaniamo così per tutto il resto del pomeriggio e mi accorgo che amo stare in sua compagnia, parlare, scherzare con lui. Amo la sua presenza vicino a me e che sono determinata ad aiutarlo con sua sorella, ormai siamo una squadra. 
E ormai, credo di essermi innamorata. 
 

Spazio autrice: Ciao a tutti, eccomi qui con il nuovo aggiornamento, sono riuscita a metterlo a distanza di una settimana stavolta, spero di continuare a essere così costante con la pubblicazione, ma non garantisco nulla, perché la storia sta entrando nel vivo e io sto ancora cercando di sgarbugliare le idee che ho in testa e dargli un ordine concreto, ho alcuni capitoli già pronti, ma non sono tantissimi... Volevo metterlo ieri il capitolo, ma non riuscivo a creare l'immagine di apertura come volevo, anche per non usare le stesse immagini ogni volta. Voglio più foto di Emma con vestiti antichi. Devo imparare a creare fotomontaggi. Ma, diciamo che visto che ancora non mi sono attrezzata in merito, ho creato quella che vedete all'inizio. Non mi fa impazzire, però spero che vi piaccia lo stesso. 
Detto ciò, veniamo al capitolo... Cosa sta bollendo in pentola? Tutto. Tutto. Godetevi questo capitolo fluff tra i nostri piccioncini, il prossimo temo che vi ritroverò sotto casa.
Buona domenica e a presto. 
   
 
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