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Autore: Dangerina15    23/06/2020    1 recensioni
Ho visto cose che trascendono il mondo.
Ho sentito parole e voci provenire dal vento e dall'acqua.
La Terra mi ha parlata attraverso il suo canto soave e ammaliante;
E' tutto chiuso in una memoria che resterà impressa nelle pagine di un quaderno, per tutti coloro che avranno la forza e la volontà di abbandonarsi ad essa...
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La valle delle anime d'ombra

 
I passi si susseguono uno dietro l’altro per un lungo tempo, eppure non mi rendo conto del tempo che soccre, né di quanta strada abbiamo già lasciato alle nostre spalle. La mia mente è ora focalizzata solo su due mete: la valle che ho visto dalle sponde della silente riva e la cime di quella misteriosa scala, dove capeggia la luce. In mezzo ad essi c’è Anghelos, avvolto nel suo tacito compito di messaggero ma, in egual modo, così umano. E’ sempre un passo avanti a me anche se, adesso, sembra che la distanza che, all’inizio di questo surreale viaggio di scoperta ci separava con un solco difficile da valicare, ora stia lentamente prosciugandosi, lasciandoci il passaggio libero di poter essere attraversato. Mentre camminiamo, osservo la terra che calpesco: ha un colore grigio, diverso da ciò che ho visto e percepito altrove. Il paesaggio che era stato per giorni traboccante di luce, di colore, di pace e benessere, adesso diventa sempre più pallido, spento, stranamente silenzioso; anche il silenzio è diverso qui, non come la quiete trasmessa dalla Terra, dalla madre che ci accoglie nel suo grembo, ma un silenzio rituale, qualcosa di eterno, come la morte. Anche l’aria che respiro mi appare diversa: tutti quegli odori di spezie e alberi profumati si perdono dentro una conca rocciosa che abbraccia uno squarcio di vita che non è più…
Non riconosco nulla di ciò che mi circonda, nemmeno me stessa poiché tutte le emozioni, persino le più oscure e recondite, sembrano essere vecchie e dimenticate. Mi sembra di aver attraversato un portale, una via di collegamento tra mondi paralleli. Un leggero soffio di vento mi sposta i capelli dal viso; un sussurro, una speranza di vita in una vasta landa di sacra aridità. Non c’è altro se non roccia, terra grigia di ciottoli e varchi, ovunque, sotto la terra e tra le montagne, persino sulla cima di una rupe.
Anghelos si ferma e si volta a guardarmi; si avvicina e indica sopra una delle vette montane che ci sovrastano.
«Che cosa vedi?» mi chiede.
Seguo la traiettoria visiva e immaginaria proiettata da Anghelos: una distesa di roccia impenetrabile si palesa a me e ovunque io volga lo sguardo, la montagna è l’unico paesaggio che mi circonda. Per un attimo non rispondo, non saprei cosa dire: di sicuro descrivere ciò che è evidente agli occhi di qualunque essere vivente non credo sia la risposta che Anghelos si aspetti da me.
«Non osservare ciò che è: osserva ciò che senti.»
Ancora una volta il messaggero anticipa i miei pensieri come un veggente. E’ ormai chiaro che c’è una grande empatia tra me e la sua profonda e complessa anima, ma ancora mille interrogativi affollano la mia testa. Torno a concentrarmi su ciò che mi ha appena detto, per cui osservo ancora ciò che vedo in questo grande spazio solo che, questa volta, apro le porte dell’anima, lasciandomi invadere dalle sensazioni che quella valle silenziosa mi provoca: sento il suono del silenzio, impercettibile come una sottile nota di violino proveniente da un eco lontano, ma qui è diverso perché, paradossalmente, è piacevole all’ascolto e questa sensazione, mescolata al respiro profondo dell’aria della terra, mi suscitano calma e quiete. Sposto lo sguardo in alto, verso il cielo, per evadere dalle mura di pietra che ci avvolgono e, per il prima volta, vedo il Sole diverso da ciò che ho sempre visto: è vicino, grande e maestoso che sorge dalle gole della montagna come un gigante che si risveglia dal suo profondo sonno; la sua luce è immensa, inebriante ed invade tutto lo spazio che si manifesta di fronte a lei, facendo da padrona ad una valle di anima per ricordare che anche nel buio più profondo, la luce è sempre lì, a pochi passi da ognuno.
«Le anime che dormono qui, in realtà, compiono un lungo cammino, un viaggio…».
Anghelos si è seduto sulla terra grigia e osserva il sole, attratto da questo magnete naturale. Le sue parole mi invitano a sedermi di fianco a lui, in silenzio.
«E’ una strada che non possiamo vedere o sentire con i nostri sensi mortali; è qualcosa di più alto, una sorta di premio per aver vinto il buio e le tenebre della morte.».
Rimango ad ascoltarlo, cullata dalla quiete sei miei sensi.
«Il Sole è la fine di quel viaggio: quando le anime sono pure dall’oscurità e dalle tenebre che avvolgevano i loro cuori, allora rinascono chiare e lucenti, inglobate nel bagliore di questa meravigliosa sfera di luce e bellezza.».
Rifletto su ogni parola che Anghelos pronuncia ed è come se tutto combaciasse col sogno che ha attanagliato la mia mente: le scale, la luce, Anghelos stesso!
 Mi chiedo se ciò che sto facendo sia anch’esso un viaggio dell’anima.
«Posso farti una domanda?» chiedo al mio mentore dopo un lungo silenzio. Anghelos annuisce.
«Cosa sono tutte quelle aperture nella roccia?»
«E’ lì che riposano le anime d’ombra.»
Nel mio sogno c’è un lungo corridoio, buio e stretto.
«Voglio entrarci. Ho bisogno di risposte e questo luogo credo contenga la chiave a tutte le mie domande.»
Anghelos sorride; sembra che i suoi occhi brillino di una luce diversa…o forse sono io che ho cambiato qualcosa dentro di me.
«Potrai farlo, ma prima devi riposare un po'.»
Lo guardo stupita; Anghelos non mi ha mai chiesto di riposare, anzi, la sua voglia di guidarmi è stata più forte della volontà di fermarsi.
Lui si avvicina a me, mi abbraccia stringendomi forte e lascia che mi poggi alla sua spalla, accoccolata tra le sue braccia; è una sensazione piacevole, come tutte quelle che mi suscita ogni volta che sono vicino a lui. Posso addirittura sentire il suo respiro…
«Perché ho bisogno di riposo?»
«Perché dovrai entrare dentro l’oscurità della valle.»
«Lo so questo, ma non capisco ancora…»
Un breve silenzio.
«Dovrai farlo senza di me.».
 
 
  
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