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Autore: Dangerina15    24/06/2020    1 recensioni
Ho visto cose che trascendono il mondo.
Ho sentito parole e voci provenire dal vento e dall'acqua.
La Terra mi ha parlata attraverso il suo canto soave e ammaliante;
E' tutto chiuso in una memoria che resterà impressa nelle pagine di un quaderno, per tutti coloro che avranno la forza e la volontà di abbandonarsi ad essa...
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rivelazione


E’ la prima volta che mi inoltro in luoghi sconosciuti senza Anghelos e questo mi intimorisce. Mi rendo conto solo adesso di essere ad un punto di svolta nel mio viaggio; entrando nei bui meandri della Terra, molte cose cambieranno. Sono consapevole che è giunto il momento di comprendere a fondo i motivi di questo percorso che mi ha portata qui ed ora, dinnanzi a questo ingresso, ai piedi di queste scale che conducono nel mondo senza sole, dei sospiri silenziosi, nel mondo in cui la morte ha più senso della vita stessa. Anghelos ha la sua mano poggiata alla mia spalla e la stringe leggermente. Questa volta la paura dell’ignoto non va a sopraffare il mio cuore, perché sento un’energia nuova che mi spinge verso la scoperta e la conoscenza. Mi volto a guardare Anghelos un’ultima volta.
«Andrà tutto bene,» mi dice lui, accennando un sorriso, «sei nata dalla bellezza, Afrodite. Laggiù ci sono le risposte alle domande che ti poni. Non aver timore di scoprire, ascolta la Madre che ti parla attraverso noi messaggeri.»
Sorrido alle sue parole che mi infondono coraggio e sicurezza. Poggio la mano sopra la sua e comincio a scendere i gradini che, come una strada, mi trasportano nelle viscere della valle delle anime d’ombra…
Un corridoio lungo e buio si palesa ai miei occhi; tutto è ancora più silente. Mi guardo intorno ma la luce è fioca e difficilmente si riesce a vedere ad un passo più in là: piccoli aliti di vento provengono dall’ingresso e, man mano che il mio cammino prosegue, essi sembrano trasformarsi in sussurri di voci, suoni indecifrabili all’orecchio umano ma, allo stesso tempo, così attraenti da essere quasi un incantesimo, come una musica di flauto. Mi pare di sentire pronunciare una parola, simile ad un nome: A…fro…Afrodite!
Sono intrappolata da quelle strane voci di sirena come un naufrago: mi entrano nella testa e mi costringono a seguirle, ammaliata da un suono etereo ed evanescente. Cammino senza una meta, senza pensare al fatto che non so dove stia andando né cosa stia davvero cercando. Continuano a chiamarmi, a sibilare insistentemente “Afrodite”, “Afrodite”.
Il suono si arresta; sembra caduto in un burrone.
Sono di nuovo sola, questa volta però il buio si è dissolto, lasciando il posto alla luce soffusa delle lampade.
Ora posso vedere, toccare…stupirmi.
Ciò che mi circonda è un’esplosione di vita e di morte. Tutto intorno a me ci sono uomini e donne, dipinti sulle pareti millenarie: colori dai toni sacri che adornano le figure, una volta stellata che ricopre interamente il soffitto di quel luogo cristallizzato nel tempo; camminando, posso avvertire il mio respiro e il suono dei miei passi ma la vista si perde tra le bellezze di un passato che vive ancora, nella Terra dove si riposa nell’eternità di un silenzio. Allungo la mano e tocco le vesti di un uomo, le braccia nude e muscolose, il collo fiero, il viso sereno e concentrato. Accanto vi sono due figure, sembrano un uomo e una donna: la donna ha la sua mano poggiata sulla spalla dell’uomo, così come Anghelos, da sempre, ha fatto con me.
Sono loro i messaggeri a cui devo rivolgere le mie domande?
Anghelos non è con me per potermi aiutare…
O Terra, dimmelo tu cosa devo fare! Ho bisogno di capire molte cose, ho bisogno di sapere cosa stai cercando di dirmi, cosa vuoi che faccia affinchè tutto mi sia chiaro!
Un altro alito di vento mi oltrepassa l’orecchio. Mi volto e dinnanzi a me c’è una figura femminile che tiene le sue  vesti tra le mani; dietro di lei un uomo che sembra cospargerla di profumi ed unguenti, dall’altra vi è un’altra donna che tiene dei fiori.
Un’altra volta quella voce.
“Afrodite”
Mi volto nuovamente e nella parete dinnanzi vi è una barca con una figura antropomorfa: vi sono diversi uomini davanti e dietro di essa, come fossero nell’atto di trasportarla verso un lago pieno d’acqua. In fondo alla scena un uomo si immerge, al cospetto di un altro essere antropomorfo, all’interno delle acque di quel lago.
La voce.
“Afrodite”
Alzo la testa; la voce mi porta ad osservare quelle piccole stelle dipinte, dormienti da millenni in quella coperta blu come il mare.
La mia mente, per un attimo, non capisce il perché…poi d’un tratto ogni cosa sembra combaciare, incastrandosi perfettamente insieme.
Terra, tu sei la madre di tutti noi che abitiamo il tuo corpo e ci saziamo dei frutti che ci doni: farò in modo che ogni uomo sappia chi è e che cosa deve fare affinché la sua vita abbia davvero senso.
Adesso so qual è lo scopo del mio viaggio.
Adesso ho capito: Anghelos mi ha portata alla scoperta della tua voce, Terra, nascosta negli angoli puri di queste lande, ancora così libere ed incontaminate dalla modernità distruttrice dei suoi abitanti umani. Il mio viaggio è rappresentato in quel sogno: la scala ripida che conduce al Sole, alla purificazione da tutte le false credenze e dagli orpelli con cui l’uomo convive nella sua vita quotidiana. La porta di luce è l’apoteosi da raggiungere, con la consapevolezza di chi siamo stati e di cosa saremo.
Adesso so qual è il mio compito, il perché del mio viaggio dell’anima.
Non sento più la tua voce, O Terra, ma non ho bisogno di percepirla con le orecchie: il mio cuore è colmo delle tue parole.
Ritorno lentamente alle scale che riportano alla luce del sole e, in cima, respiro a pieni polmoni l’aria di quel silenzio così vitale. Anghelos è ancora lì, dove l’ho lasciato quando ho cominciato la rivelazione della Terra. Rimango in silenzio dinnanzi a lui per un lungo tempo; nessuno di noi proferisce parola ma i miei occhi brillano di una luce diversa, perché mi sento piena di significato, nuova e rinata e Anghelos questo lo sta, non ha bisogno di parole.
«La Madre mi ha parlata…» inizio sorridendo.
Lui sorride a sua volta e mi accarezza la guancia con dolcezza.
«Adesso sei pronta.» risponde fiero.
«Conducimi al Tempio Sacro.»
«Lo farò, mia regina Afrodite.»
Rimango in silenzio, stupita: mi ha chiamata Regina.
«Andremo al tramonto del Sole, così che tu possa essere pronta all’alba di domani.»
Siamo pronti: l’ultimo viaggio stava per raggiungere la sua meta finale.
  
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