Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: lmpaoli94    24/06/2020    2 recensioni
Vincenzo, giovane studente minorenne in attesa di diplomarsi all’ultimo anno di scuola superiore.
Michela, insegnante di storia di 40 anni piena di sogni e di speranze.
Si incontreranno in maniera molto improvvisa e si conosceranno meglio l’un l’altra.
Un rapporto che sfocerà in qualcosa di molto più grande di loro, spingendo le persone vicine a loro a dividerli per il loro bene comune.
Ma chi sarà a vincere?
La cattiveria delle persone o un amore sincero?
Un viaggio dentro gli occhi di due persone così diversi di età ma molto simili nei sogni.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale era molto più strana e ambigua del solito.
Anche se erano passate settimane, Vincenzo non era riuscito a fare pace con il suo unico e migliore amico.
Non gli perdonava il fatto che non gli volesse confessare il suo tremendo segreto, facendogli intendere che tra loro due mancava la più totale fiducia.
Le donne potevano andare e venire in una vita di un uomo, ma gli amici veri dovevano restare per sempre.
Ma questo Vincenzo ancora non lo sapeva.
Arrivati a fine settimana, fu la professoressa Canini a dare l’ultimo saluto ai suoi studenti prima dell’avvento del nuovo anno e come ogni volta, Vincenzo pendeva sempre dalle sue labbra.
Ma i suoi pensieri furono interrotti dal suo della campanella che significava vacanze di natale.
Anche se era dicembre, il calore della stanza era molto più caldo di quello che poteva credere il giovane studente, e una volta che rimase solo insieme alla donna, non perse il momento di fargli gli auguri di buon Natale con un bacio lascivo.
< Vincenzo! Ma sei impazzito?! Potrebbero vederci. >
< Stai tranquilla, Michela. Non c’è più nessuno. >
< A scuola sono la Signora Canini. Ricordi? >
< Va bene, mi scusi. >
Lasciando stare il suo sguardo serio, Michela domandò al ragazzo che cosa avrebbe fatto in queste due settimane.
< Ah, non lo so. Magari studierò, starò con la famiglia e l’ultimo dell’anno… Non avendo più Francesco come mio unico amico, credo che rimarrò a casa quel giorno. >
< Mi dispiace. Ma tra voi due non c’è più speranza? >
< Ancora non lo so… Ma sta di fatto, che non ha mai più voluto parlargli. Anche se cercavo di riallacciare il rapporto, lui vuole assolutamente sapere che cosa nascondo. >
< Oh mio Dio… Sospetta di noi? >
< No, non credo. Almeno lo spero… >
< Vincenzo, lo sai che cosa può succedere… >
< Michela, non ti devi preoccupare. È tutto sotto controllo. >
Mentre il silenzio più enigmatico regnava in tutta la classe, Vincenzo si appoggiò sulle ginocchia della sua insegnante per baciarla ancor di più con passione.
< Vincenzo, so che non riesci a resistermi… >
< Nemmeno tu, vedo. >
< Sono molti giorni che non abbiamo avuto la possibilità di rivederci, ma siamo stati molto impegnati. La fine del quadrimestre è sempre molto impegnativo per noi docenti e voi studenti. >
< Già… Ma adesso che il quadrimestre è finito, possiamo concentrarci su di noi. >
< Non credo che sia una buona idea. Non vorrai mica che i tuoi genitori possano sospettare qualcosa come il tuo amico. >
< Adesso smettila di fare la paranoica, Michela. Ti prego. >
< E tu smetti di stressarmi, Vincenzo. Se ti ho detto che non possiamo vederci, vuol dire che non dobbiamo. >
Assumendo un’espressione seria e molto ride, il ragazzo ci rimase molto male a quelle dichiarazioni.
< Vincenzo, mi dispiace. Dopo che torneremo dalle vacanze di Natale, potremmo vederci quando vuoi. Ma adesso non è possibile. >
< Ma perché? >
< Perché no! non ti devo spiegare altro. >
Alzandosi dalla sua cattedra dove si era seduta, Michela sarebbe volentieri fuggita dal suo nuovo “fidanzato”.
< Michela, mi dici cosa ti sta succedendo? >
< Vincenzo, è da molto tempo che sto pensando che stiamo sbagliando tutto. Insomma, tu hai 17 anni mentre io ne ho… >
< Siamo nell’età giusta per amarci. E non m’importa se io sono minorenne. Tra un paio di mesi potrò fare quello che voglio e… >
< I 18 anni non sono poi così importanti come si crede. È solo un’età come le altre. Ti ci vorranno molti anni per crescere mentalmente. >
< Allora vorrà dire che crescerò molto velocemente. Rimanendo vicino a te. >
< Vincenzo, ti prego… >
< Se non ti conoscessi, penserei che vuoi sbarazzarti di me. >
< Ho solo bisogno di riflettere sulla nostra relazione. Tutto qua. >
< Non hai avuto tempo di farlo in queste settimane quando sei a casa da sola? >
Distogliendo lo sguardo dal ragazzo, Michela chiuse gli occhi per cercare di dimenticare tutto.
< Grazie per avermi ricordato quanto posso essere sola in questo mondo. >
< Ma tu non lo sei, Michela. >
< Invece voglio esserlo! E non ho bisogno di te per capirlo! >
Vedendo l’astio e la rabbia che sprigionava dalla sua bocca, Vincenzo pensò che era meglio lasciarla stare.
< Va bene, fai come vuoi. Se hai bisogno di me sai dove trovarmi > disse infine il ragazzo lasciando la sua insegnante in preda ad un pianto disperato.
 
 
La prima settimana delle vacanze di Natale trascorsero molto lentamente in casa di Vincenzo.
Dopo aver trascorso la vigilia di natale con i suoi genitori, natale con i nonni materni e Santo Stefano con i nonni paterni, ecco che il giovane ragazzo non aveva ancora deciso che cosa fare l’ultimo dell’anno.
< Perché non inviti Francesco qui a casa? Magari potreste festeggiare l’ultimo dell’anno insieme. >
< Mamma, ti ho già spiegato che io e Francesco non ci parliamo da molte settimane. >
< Già. E non mi hai ancora detto il perché. >
< Non c’è molto da dire sulla nostra relazione d’amicizia. Lui è fatto così. Punto e basta. >
< Molto strano, non trovi? >
< Strano o no, questa sera rimarrò qui da solo in casa a vedermi qualche film tutto solo. Tu e papà andate pure a divertirvi. Ne avete bisogno. Non uscite quasi mai da soli nel corso dell’anno. >
< Vincenzo, a noi dispiace lasciarti da solo. Davvero. Forse se vuoi… >
< Non chiedetemi di venire con voi. Sarebbe troppo imbarazzante. >
< Tesoro, cosa stai facendo? Andiamo? > domandò il padre di Vincenzo con tono insistente.
< Va bene, io c’ho provato… Ti troviamo alzato al nostro ritorno? >
< Dipende a che ora avete intenzione di tornare. Ma credo che mi sarò già addormentato. >
< Capito, buona serata, tesoro. >
< Anche a voi > disse infine il ragazzo prima di riscaldare la cena che sua madre gli aveva preparato qualche ora fa’.
 
 
Non avendo mai pensato a ritrovarsi in una situazione del genere, Vincenzo non aveva assolutamente nessuna voglia di deprimersi e guardare un film.
Aveva pensato bene di finire i suoi ultimi compiti, prima di passare gli ultimi sei giorni di vacanza in completa solitudine e spensieratezza.
Ma il suono del campanello lo fece desistere dai suoi pensieri.
Credendo che fosse sua madre di ritorno a casa, Vincenzo fu molto restio ad aprire.
< Mamma, si può sapere che cosa fai ancora qui? >
Ma quando vide che si trattava della sua professoressa di storia, Vincenzo rimase sbigottito.
< Ciao, Vincenzo. Aspettavi forse qualcun altro? >
< io? Veramente no… Scusami. Pensavo che fosse mia madre. >
< Invece sono io. Sei felice? >
< Direi più che altro… sorpreso. >
Rimanendo immobile alla porta fissando la giovane donna, toccò a lei domandargli se poteva entrare. >
< Oh, certo. Vieni pure. >
Facendo gli onori di casa, gli domandò se aveva già cenato.
< Sì, ho mangiato qualcosa prima di uscire di casa e venire da te. >
< Splendido… Allora, cosa farai questa sera? È l’ultimo dell’anno. Pensavo che ti saresti andata a divertire. >
< E con chi, scusa? a parte di docenti scolastici, io non conosco nessuno in questa città. E sinceramente, preferisco rimanere nel mio mondo di solitudine. >
< Non dire così, Michela. >
< Perché non dovrei? Ho passato la metà di queste feste a casa da sola, senza ricevere una minima telefonata dai miei genitori o dai miei parenti. Ho pensato che ormai dopo che me ne sono andata dalla loro vita, avranno pensato bene di dimenticarmi. Che gran bella famiglia, non trovi? >
< Forse loro non comprendono il motivo della tua fuga. >
< E non dovranno farlo, Vincenzo. Nessuno deve sapere che cosa mi è successo con gli uomini che ho avuto, intesi? Non voglio dare altri dispiaceri alla mia famiglia e ai miei parenti. >
< Tranquilla. Come ti ho promesso, manterrò sempre la bocca chiusa. Croce sul cuore. >
< Non si fanno più promesse del genere > ribatté divertita la donna.
< E perché? Almeno sono sincero. >
< So che lo sei. >
Mentre i loro sguardi non facevano altro che incontrarsi, Vincenzo si dispiacque molto nel sapere che Michela si sentiva più sola che mani.
< Non ti preoccupare. È colpa mia se ho deciso di restare da sola. >
< Comunque ti è andata molto meglio di me: giornate intere in compagnia dei miei parenti. Un vero strazio. >
< Non sminuire la tua famiglia. Magari ti vogliono molto più bene di quanto vogliono farti credere. >
< Lo so. Ma non è colpa mia se preferisco rimanere nella mia casa senza che qualcuno mi possa rompere le scatole. >
< Tu sei figlio unico, vero Vincenzo? >
< Assolutamente sì. E ne vado fiero. >
< Chi non ne andrebbe fiero? Io al contrario tuo però, avrei preferito avere una sorella con cui potermi confidare. Ma anche un fratello non sarebbe stato male. Invece i miei genitori mi hanno amato solo me, fino a quando non ho deciso di traslocare in Toscana senza dargli una valida ragione. >
< Ma io credevo che loro sapessero… >
< Che io me ne sia andata per studiare? Potevo farlo anche nella mia città, non trovi? Ma non ho voluto dare nessuna ragione al riguardo e ancora oggi non hanno il coraggio di perdonarmi. E come biasimarli? In fondo non ho fatto altro che dargli dei dispiaceri. Mi illudo sempre di ricevere una loro telefonata almeno nel giorno di Natale, ma niente: ormai sono sola e abbandonata a sé stessa. >
< Michela, adesso smettila. Non dire così… Ci sono qua io a confortarti. >
Stringendo a sé quella donna che non riusciva a trovare la pace e l’amore necessario, sentì le sue lacrime rigargli il viso e il suo cuore battere all’impazzata.
< Non so cosa farei senza di te, Vincenzo. Sei l’unico che riesca davvero a capirmi. >
< Felice di saperlo… M sai quanto mi faccia soffrire vederti in questo stato. >
< Mi dispiace, ma non posso farci niente. >
Cercando di confortarla baciandola con passione, alla fine Michela confessò il suo vero amore a Vincenzo dopo quell’attimo di debolezza.
< Voglio fare l’amore con te, Vincenzo. Adesso. >
Sbalordito da quella dichiarazione, Vincenzo non si sentiva ancora pronto in quel momento.
Rimanendo a fissarlo sbigottito, Michela capì di essere stata inappropriata in quel momento.
< Scusami. Forse non sei ancora pronto… >
< Cosa? Certo che sì. È solo che… non me l’aspettavo. >
Mentre Michela fissava il ragazzo con sguardo pieno di piacere, Vincenzo non si sarebbe mai sentita così vicino a lei in quel momento.
Il suo nervosismo era palpabile e la voglia di crescere e di diventare uomo andava ben oltre il desiderio.
< Allora Vincenzo, dove vorresti farlo? Sul divano? In camera? >
< Ecco… credo che il letto di camera sia abbastanza spazioso. >
< Allora vuoi condurmi nel tuo mondo? >
< Forse volevi dire il nostro mondo. >
Mentre Vincenzo non smetteva di baciarla, si spogliò così veloce che il suo imbarazzo sembrava sparito per qualche secondo.
< Ora tocca a me. >
Michela, senza distogliere il suo sguardo, si era tolta in pochi istanti, scarpe, pantaloni… e la sua camicetta.
< Vuoi che sia io a toglierti il reggiseno e le mutandine? >
< Tu rilassati e guardami. >
Adesso Vincenzo la vedeva nuda e sola per lui.
Mentre veniva spinto sul suo letto, Vincenzo sentiva salire il nervosismo e l’adrenalina.
< Non credi che dovrei usare il preservativo? >
< No, non serve > rispose lei con tono che gli si spezzava in gola < Adesso rilassati e fai fare tutto a me. >
Mentre rimaneva a cavalcioni su di lui, Michela sfilò le mutande al suo giovane amante mentre sentiva la sua erezione accrescere sempre di più.
Per cercarlo di farlo stare tranquillo, Michela lo continuò a riempire di baci fino a quando il loro momento di sesso iniziò molto lentamente e appassionatamente.
Coccolandosi tutta la notte mentre il rumore dei fuochi d’artificio dell’ultimo anno ricoprivano l’aria, Vincenzo riuscì ad esaudire il suo più grande desiderio: amare una donna e fargli provare sensazioni che solo fino a poco tempo fa’ erano solo sogni nella sua mente.
Non gli avrebbe ancora detto di amarla, ma sicuramente il loro rapporto si sarebbe rafforzato sempre di più, fino a quando il destino li avrebbe messo alla prova.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94