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Autore: cin75    25/06/2020    7 recensioni
I Winchester finiscono in quella che sembra essere una classica trappola messa in atto da dei demoni. Ma c'è qualcuno di molto più crudele di un semplice demone che ha architettato tutto. Qualcuno che ha una gran voglia di portare alla luce ciò che dell'Inferno, è rimasto segreto nella mente e nell'animo di Dean. Sam , dovrà accusare il colpo e cercare di comprendere il perchè di quel segreto.
Storia in quattro parti.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Ma ogni suo proposito di rivolta si sedò quando da quella porta vide entrare proprio Sam.
Il minore venne spinto a forza nella stanza e un secondo dopo, la porta si richiuse.
I due fratelli si guardarono. Nessuna parola.
Parole mute.
Ringraziamenti silenziosi.

Fu Dean, poi, ad agire istintivamente.
Raggiunse il minore. Gli mise le mani sulle spalle. Lo guardò intensamente. Lo osservò, lo scrutò centimetro dopo centimetro.
Sam non aveva segni. O graffi...o altro.
“Stai bene! Stai bene!” disse a denti stretti tirandoselo addosso per abbracciarlo. “Grazie al cielo stai bene!” ripeteva ancora.
Sam ricambiò l’abbraccio. Si strinse al maggiore cingendogli la schiena. Per un attimo si sentì come al sicuro come quando Dean lo abbracciò dopo il suo passaggio dal Purgatorio per salvare l’anima di Bobby.
Si lasciò abbracciare perché capì che Dean ne aveva bisogno.
Ma anche lui aveva un disperato bisogno.
Un bisogno di sapere. Di avere risposte. 

Quando con delicatezza si staccò dalla stretta fraterna, sorrise al velato imbarazzo con cui Dean cercava di nascondere l’emozione di vederlo sano e salvo.
“Sì, Dean. Sto bene, tranquillo. Sto bene!” lo rassicurò ancora.
“Non ti ha fatto niente? Non ti...”
“No, no..Dean. Non mi ha fatto niente. Ma..” e restò per un attimo incerto.
“Ma , cosa?!” lo anticipò Dean, preoccupato che quel “niente” fosse qualcos’altro.
“Sembrava solo che lui volesse lasciarmi senza risposte. È come se fosse tutto nei suoi piani agire come ha fatto. E quello che ha detto...quello che hai fatto tu. Io... ho bisogno di capire.”
“Sammy...” fece frustrato, dandogli le spalle e allontanandosi di poco.
“No, niente “Sammy”. Non questa volta. Non ora. Quel figlio di puttana tornerà alla carica tra un po’ e ha detto che vuole qualcosa da te, che vuole ripercorrere il viale dei ricordi con te. Che cazzo significa, Dean? Chi è? Che ti ha fatto?!” lo investì di domande.
Domande a cui Dean sapeva di non potersi sottrarre. Non più. Non in quella situazione.
“Sam…..io...”
“No, Dean!” lo fermò. “Io!!” ribattè con decisione il minore. “Io ho bisogno di sapere. Di capire chi è il bastardo che ti ha costretto a metterti in ginocchio con un semplice sguardo. Devi dirmelo Dean!” fece con una gelida decisione. “Devi dirmelo perché in questo momento sono talmente spaventato e incazzato che ho una fottuta e dolorosa voglia di scolarmi uno di quei demoni per essere abbastanza forte da far sputare l’anima nera di quel bastardo pur di vendicarti!” asserì con forza.
Dean sgranò gli occhi, esterrefatto e allarmato alla sola idea che Sam ricadesse nella follia del sangue di demone.  Così iniziò istericamente a cercare un modo giusto per svicolare. La sua mente cercava. Invano.
“Parla con me!” fece poi  la voce improvvisamente calma di Sam. “Ti prego, Dean. Parla con me!”

Dean fece qualche altro passo, fino ad arrivare all’angolo della stanza. Come se quella posizione potesse proteggerlo in qualche modo da quello che stava per confidare.
“Dean?!” lo incoraggiò Sam.
“Si chiama Marchosias!” fece finalmente.
“L’ho sentito!”
“Quando sono stato all’Inferno, lui è stato...” e in quel momento la porta della stanza si spalancò sbattendo rumorosamente alla parete.
I due fratelli scattarono in allerta vedendo entrare il solito gruppo.
“E’ ora di iniziare i giochi!” fece il demone che sembrava comandare, dopo Marchosias.
Si divisero in due gruppi da quattro e ogni gruppo afferrò uno dei fratelli , trascinandoli fuori, fino a raggiungere il demone in capo che li attendeva al centro del magazzino.
Solo che questa volta , non era solo.
No! Alle sue spalle era stato sistemato un tavolo su cui, quello che sembrava il corpo di una ragazzina, si muoveva tremante , in preda al panico.
E quello stesso panico investì Dean, quando, quei ricordi di un non troppo lontano inferno, tornarono a bruciare.
“No..no...” esalò cercando di resistere ai demoni che lo spingevano verso Marchosias e il tavolo.
“Allora Dean?! Pronto a riprendere il nostro addestramento?!”
“No, no, no...” e ormai Dean cercava di divincolarsi, di difendersi.
“Sai questo cosa significa?!”
“Lascialo stare Marchosias!!” gridò Sam, cercando di reagire a quella situazione che non comprendeva.
A quella visione di Dean che non concepiva.
“Sei solo un vigliacco codardo come solo un demone può essere. Hai bisogno di tutti questi demoni per affrontarci. Fallo da solo, fallo...”
“Ma io non devo affrontare nessuno. Io sono solo il maestro e tuo fratello l’allievo che deve recuperare le sue assenze alle mie lezioni.”
“Lasciala andare Marchosias….non è un’anima...è una ragazzina...è un’innocente…” si intromise Dean, oramai bloccato al suo cospetto.
Sam ascoltò quelle parole. 

Tortura! Ecco di che cosa si trattava.

Marchosias voleva che Dean tornasse a torturare.
Ma allora Alastair? E perché Dean aveva reagito così a Marchosias e non ad Alastair? Infondo aveva incontrato anche lui ai tempi dei sigilli spezzati dai demoni.
C’era altro. Qualcosa di più oscuro. Di più doloroso.

“Veditela con noi!!” cercò di dar forza al maggiore.
“Vedi , mio caro Sam...il fatto è che già so che il caro Dean non farà quello che voglio. Quindi ho bisogno di un….” e fece come se stesse pensando alla parola giusta da dire. “..un incentivo, sì!!” fece soddisfatto della parola trovata.
“Marchosias...no..” fece la voce frustrata di Dean.
“E quella ragazzina per te è un valido incentivo?!” domandò sarcastico Sam.
“No!” lo sorprese il demone. “Ma tu si!” e detto questo , fece un semplice cenno ai demoni alle spalle del più giovane dei due fratelli.
“Noooo!!” gridò Dean, frenato a forza dai suoi carcerieri.
Fu un secondo.
Due bloccarono Sam dalle braccia. Uno gli andò dietro, gli afferrò la testa in modo da scoprirgli il collo. L’ultimo si piazzò davanti e gli puntò la lama alla gola pronto a reciderla senza esitare, al solo comando del suo capo.
“No...no...no…” si agitava Dean. “Marchosias , no...non lui...non Sam...”
Marchosias godette di quella scena , della rabbia del minore, del terrore del maggiore.
“Sai cosa devi fare, Dean!” fece impassibile.
Dean scattò con gli occhi sul demone. “No...no...”
Marchosias fece solo un cenno con la testa. Senza esitare , uno dei demoni, quello che teneva Sam dal braccio destro, lo strattonò con forza, con una violenza tale che gli slogò la spalla.
Sam gridò simultaneamente al rumore delle sue ossa che si dislocavano.
“Nooooo!” urlò Dean, che cercò di raggiungere il fratello, ma impossibilitato a farlo a causa dei demoni che tenevano lui. “Sammy!!!!” lo richiamò mentre Sam cercava di riprendere fiato e sostenere il dolore. Che comunque provava.
“Sai da dove si inizia.” insistette con un tono sadico, Marchosias.
“Sam….”
“Non fare niente …..Dean...” ansimò Sam vedendo la confusione, l’apprensione e la rabbia sul volto del maggiore.
“Ora gli hanno dislocato solo una spalla...magari dopo….gliela faccio strappare via!!” minacciò serio.
“No...no...” ringhiava Dean, combattuto tra quello che voleva fare e quello che sarebbe stato costretto a fare,
“Conosci com’è la storia….inizia con te, finisce con te!” sembrò ricordargli Marchosias. “O soffre il cacciatore..” indicando Dean. “..o soffre la preda!” fece indicando la ragazzina terrorizzata. “E naturalmente Sammy-Sammy è il mio jolly perché qualcosa, qualsiasi cosa accada. Lo sai cos’è mi interessa.” sibilò all’orecchio del maggiore dei Winchester. “Non penso che tu l’abbia dimenticato.” e Dean, prigioniero di quello sguardo demoniaco, si ritrovò ad ammettere solo con un cenno della testa che non aveva dimenticato niente di quello che erano stati i passatempi di Marchosias. “A me interessano le grida e il dolore e il sangue. Finiti quelli, finisce il divertimento!!” disse come se avesse detto la cosa più logica e tranquilla del mondo.
“Marchosias...” sembrò quasi supplicarlo Dean.
“O fai gridare lei….” fece indicando la povera vittima. “O io faccio gridare lui!” disse indicando Sam. “Iniziamo!” fece poi impietoso il demone. “O il tuo fratellino finisce in mille pezzi e tu sai come ci si sente in mille pezzi!” e si erse in tutta la sua infernale nefandezza mentre Dean invece finiva in ginocchio con i palmi delle mani rivolte all’insù come se fossero in attesa di ricevere qualcosa.
“Dean...Dean, no!! cosa stai facendo? No...Non farlo!!” lo incoraggiò Sam, mentre il demone che gli teneva la testa gliela strattonò per farlo tacere. “Dean!!” lo chiamò ancora, comunque. “Ce la faccio….non farlo...io...io ce la faccio...” sibilò comunque.
Dean chiuse gli occhi solo per un attimo.
“Non puoi!” sussurrò solo.
Poi non disse altro.
Dean non gli rivolse più parola. Troppa vergogna. Troppa colpa.
Ma quello che stava per fare , sapeva che, almeno per il momento, avrebbe salvato la vita di Sam.

Marchosias mise tra le mani di Dean, il coltello di Ruby e il cacciatore non appena sentì il peso della lama, si alzò piano.
Impugnò con entrambe le mani l’elsa del pugnale e ne indirizzò la lama verso il torace ansimante della ragazzina il cui volto ormai era completamente coperto di lacrime e sudore. I capelli scomposti. Il trucco disfatto. Il rossetto sbavato a causa della stoffa stretta tra le labbra.
“Perdonami...perdonami...” esalava Dean alla povera vittima.
A Sam , forse.
“Dean...no….non farlo...non puoi farlo. Dean...”
“Lo sai Dean, o lei o...” e indicò alla sua destra. In direzione di Sam. “..o lui!!”
Dean scattò con lo sguardo verso Sam, quando lo sentì gemere a causa di un taglio che il demone, con il coltello puntato alla sua gola, gli fece.
“Ho bisogno di sangue….di grida...di dolore...” continuava a ripetergli il demone. “E tu sai cosa devi fare!!” lo assillava.

Poi fu un susseguirsi di..

Perdonami...perdonami...”
Dean, no!”
Perdonami..”
Tu sai quello che devi fare..”
Perdonami….”
Dean, no...no!!”
Se lei muore, Sam vive. A te la scelta Dean...”

Dean, ormai nel caos mentale più assoluto, spostava lo sguardo tra Sam e la sua gola ferita, gli occhi malefici di Marchosias , il terrore della ragazzina e poi ancora Sam, e ancora la ragazzina e ancora Marchosias e così ancora con un fare frenetico dei suoi occhi.
Fin quando una malsana idea, quella stessa che già aveva valutato nel silenzio di quella stanza mentre era lontano da Sam, non sovrastò  del tutto quello che vorticava nella sua testa.
Dean strinse forte le mani intorno all’impugnatura del coltello anti demone e senza guardare più nessuno, respirò a fondo , chiuse gli occhi e sperò che tutto andasse come quell’idea che la sua mente gli aveva suggerito.
Alzò un altro po’ le braccia, pronto ad affondare.

“Noooo!” gridò sconvolto Sam
“Siiii!” gridò vittorioso Marchosias.

Il coltello si abbassò e andò a piantarsi impietoso nello stomaco di Dean che si afflosciò agonizzante al suolo e dopo pochi momenti smise di lamentarsi. Le labbra velocemente sporche di sangue scuro e denso.
Quel gesto raggelò tutti. Perfino il demone, colto di sorpresa.
“Deeeaaaannn!” urlò Sam
“Maledetto stupido umano!” imprecò l’altro. “Non sei cambiato affatto.” fece afferrandogli la testa dai capelli. “Ci provasti anche all’Inferno, inutilmente. Ma qui sapevi che non posso riportarti indietro. Non senza un patto!” e fissò ironico Sam che sbuffava rabbia. “Non è che a te va di fare un patto, no?!” chiese sadicamente.
“Ti ucciderò...ti ucciderò….maledetto figlio di puttana , io ti ucciderò!!” gli gridò contro, Sam.
“Lo prendo come un no!” replicò seccato Marchosias.

Il demone guardò il corpo inerme del cacciatore e deluso si guardò in giro con aria indifferente, come indifferente rimase ai richiami disperati di Sam verso il fratello riverso a terra in una pozza di sangue.
“Ripulite tutto!” fece con distacco.
Un demone stava per pugnalare la ragazzina, mentre quello pronto a colpire Sam stava per affondare il coltello nel collo del giovane.

Un attimo.
Un boato sordo.
Le porte del magazzino saltarono.

Qualcosa rotolò verso l’assembramento di demoni.

   
 
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