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Autore: Kyle_Weatwenyen    05/07/2020    1 recensioni
Fede ha 17 anni, tanti amici e poca voglia di studiare. Passa da una festa all'altra ma non è molto soddisfatto della sua vita! I genitori non stanno insieme, i soldi mancano e soffre per tutte le pressioni adolescenziali che gli stanno addosso. Fede sta un po' così, ma col tempo imparerà a godersi la sua vita e poi… innamorarsi!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Sabato, 03.15

Fede stava sul letto, col petto in alto e le braccia libere sui fianchi. Guardava il soffitto al buio, illuminato leggermente dal led lampeggiante del suo cellulare. Pensava fosse una pubblicità, una stronzata su facebook di qualche amico scemo oppure il messaggio della buonanotte della mamma, che dormiva nella stanza accanto con uno sconosciuto e che non aveva mai il coraggio di bussargli alla porta, come fanno tutte le mamme normali. Non aveva voglia di guardare il cellulare, così iniziò a giocare con la luce, muovendo le mani davanti al led facendo finta che fossero animali o dinosauri, oppure tutto ciò che quelle ombre gli facevano venire in mente. Cazzeggiava con la luce da una vita. Se la noia lo prendeva, l'ombra delle mani gli faceva compagnia e tornava a fa il bambino e non pensare ad altro. All'improvviso s'accese lo schermo del cellulare, illuminando mezza stanza per neanche un secondo. Fede si tirò su, prese il cuscino e lo poggiò sullo schienale del letto. Poi si sedette tirando su il busto e prese in mano il cellulare. Aveva tre notifiche. Ah_Nadir ha iniziato a seguirti, la prima. Videochiamata persa da Ah_Nadir, la seconda. Ah_Nadir vuole inviarti un messaggio, la terza ed ultima.

"Mo chi cazzo è questo!?"

Lo disse ad alta voce, ma non perse un secondo ed aprì la richiesta di messaggio, senza esitazione.

"M'è partita la chiamata, scusa"

Nadir Ahmad, Ah_Nadir sui social. Diciotto anni, arabo ma di Roma. Centosessantatre foto pubblicate su instagram, quasi diecimila follower ed una media di cinquecento like per ciascuna foto. Occhi azzurri! Quanti arabi hanno gli occhi azzurri? Mentre Fede scorreva fra le varie foto, arrivò una nuova notifica.

"La smetti di guardare il mio profilo?" 
"Cosa?" 

Federico rispose spaventato e frettoloso, senza ragionare. Esisteva qualche applicazione che mandasse una notifica nel momento in cui una persona passava troppo tempo sul tuo profilo? No, impossibile. Fede se lo ripeteva in continuazione, "no, impossibile".

"Stalker."

Ma che voleva? Era un po' agitato ed il cuore accelerava, andava veloce quanto i suoi pensieri che viaggiavano all'impazzata. Lì per lì non sapeva che rispondere, scriveva e cancellava. E se fosse un terrorista? Ecco che pensava. Non era un bel pensiero, l'arabo con gli occhi azzurri, le bombe sotto la toga, ed un coltello nella barba. Si sentì in colpa per quello che pensava. Non voleva in alcun modo comportarsi da razzista. Ma nel buio, spaventato e preso di soprassalto non sapeva che pensare.

Sta scrivendo...

"Sto scherzando"

Che scherzo di merda.

"Ora vuoi rispondere? Mica posso bombardarti di messaggi"
"Okay"

Fede era confuso. Nadir scherzava, eppure Federico si era spaventato, complici la stanchezza e la sbornia di poche ore prima. Nuovamente, non sapeva come comportarsi, tantomeno cosa scrivere, quindi dopo l'ultimo messaggio spense lo schermo e lo poggiò sopra il letto, vicino al fianco destro. Cercava di far finta che non fosse successo nulla! Si sentiva un povero scemo, spaventato per due messaggi inviati da uno sconosciuto. E poi di nuovo, all'improvviso il led riprese a lampeggiare. Si piombò sul cellulare, incuriosito ed altrettanto preoccupato. Prima di accendere lo schermo, rimase qualche secondo titubante, poi l'accese.

"Ti ho visto da Nico"

Fede non l'aveva visto. S'era perso un paio d'ore della festa, ma in effetti con la testa stava altrove pure quando c'era, e non si ricordava affatto cosa fosse successo prima di trovarsi mezzo nudo nel letto di Nicola.

"Non sapevo eravate amici"
"Ma no, in realtà lo conosco appena"
"E che ci facevi allora alla sua festa?"
"Preparavo un attentato"
"Però non ti sei fatto esplodere"

Federico decise di assecondare l'arabo dagli occhi azzurri. Quel modo insolito e sarcastico di parlare iniziava a divertirlo.

"No, ho cambiato idea"
"Come mai?"
"Alla fine ho trovato una persona interessante"
"Siamo stati fortunati che non sei esploso allora!"
"Già! Era un maschio, bianco... parlava da coatto!"
"Almeno come i tre quarti degli invitati"
"Sì! Ma quello in particolare ad una certa non l'ho più visto"

Un piccolo campanello d'allarme nella testa di Federico iniziò a suonare. Nadir ci stava provando, evidentemente e spudoratamente, e forse questo lo trovava più preoccupante del sentirsi chiamare stalker da uno sconosciuto oppure sentirsi minacciato da un terrorista.

"Sono etero."

Rispose secco, facendo slittare il cellulare con lo schermo capovolto fino alla base del letto, in modo da allontanarlo il più possibile e non accorgersi della risposta. Si sforzava di resistere, col cuore in gola. Fece scivolare il cuscino e pure la sua schiena. Di nuovo puntava gli occhi sul soffitto, sperando che stavolta il led del cellulare non lampeggiasse più e non lo turbasse o che comunque non si accorgesse dell'arrivo di una nuova notifica. Non giocava con le mani, non c'era luce con cui giocare. Si sentiva disturbato dal pulsare del suo sangue, dal battito pesante e persistente del suo cuore, che sentiva pure sulle dita dei piedi, estremamente vicini al cellulare. Se fosse successo qualcosa alla festa che lui proprio non si ricordava? Marghe me l'avrebbe detto, si diceva in testa. Certo, Marghe gli avrebbe detto se un arabo imbucato alla festa dei suoi amici cercasse di provarci col suo migliore amico. Forse è meglio che lo chieda a lui? Fede esasperato spinse il cellulare con il piede, portandolo alla mano. Lo strinse! Il led lampeggiava, Fede lo guardava come fosse ipnotizzato. Mo che faccio? L'accese, ad occhi chiusi. Dopo averli riaperti si accorse che aveva risposto.

"Scusa..."

Nadir era ancora online, così decise di togliersi ogni dubbio.

"Non mi ricordo proprio tutto della festa, non son stato bene e sono andato via! È successo qualcosa?"
"Ecco perché sei scomparso! Comunque, no. Che doveva succedere?"
"Non so, non ti conosco! E non mi ricordo"
"Ehi, tranquillo!"
"Okay"

Fede decise di credergli, così iniziò ad allentare i nervi e rilassarsi un attimo. In fondo non era successo assolutamente nulla.

"Ti sei offeso prima?"
"No, tranquillo! Te l'ho detto perché magari nun se capiva"
"Ed eccolo qui, quel bel coatto che m'ero perso"

Fede sorrise. Nessuno aveva mai apprezzato la sua schiettezza nel parlare, quel romanaccio ben marcato che condivideva con pochi amici. Per scrivere decentemente senza intercalari e senza le sue tipiche espressioni popolari doveva sforzarsi. Prima che potesse rispondere, Nadir lo anticipò.

"Per adesso ti saluto, domani cambio casa ed è già tardi! Buonanotte Federico"
"Va bene solo Fede! E buonanotte"
"P.S. smettila di sbirciare nel mio profilo"

Sorrise ancora. Non stava sbirciando affatto, non ancora perlomeno. Prima di mettere definitivamente la testa sul cuscino infatti decise di dare un'ultima occhiata al profilo di Nadir. C'ha un botto di follower, pensava. Ma è anche carino, cercava invece di non pensare.

 

   
 
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