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Autore: paige95    07/07/2020    15 recensioni
Due giovani genitori sono alle prese con una grande famiglia. Molly ogni giorno si occupa di sette pargoli. Nelle calde giornate estive, la signora Prewett in Weasley non può sperare nelle lezioni ad Hogwarts, tutta la sua famiglia si riunisce alla Tana e lei chiede solo un po’ di comprensione da parte di suo marito Arthur.
[idea tratta da un flashback della mia long "Crepe nel destino", che non è necessario leggere, visto che è un missing moment della saga stessa, non della long]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Weasley, Famiglia Weasley, Molly Weasley, Ron Weasley | Coppie: Arthur/Molly
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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◦•●◉✿ Family, Big Family ✿◉●•◦


 

 
Era una calda giornata estiva e le lezioni ad Hogwarts erano terminate da pochi giorni, perciò anche i più grandi dei fratelli Weasley, Bill e Charlie, affollavano la Tana.
Ad Ottery St. Catchpole era Mezzogiorno; dall’alba Molly si occupava della famiglia e della casa, sfruttando un tocco di magia per ottimizzare il tempo. Era impegnativo per la giovane matriarca destreggiarsi tra i passatempi dei figli; li ritrovava ovunque: in cucina, in camera da letto, in soggiorno. La seguivano, chiedevano alla madre consiglio, si divertivano a pochi metri da lei intralciando spesso i passi della donna. Molly faceva la gincana per ultimare gli ultimi impegni domestici, ma ad ogni spostamento un grande o un piccolo Weasley reclamava la sua attenzione. Percy cercava costantemente i suoi libri per casa, terrorizzato che i gemelli o i piccoli Ron e Ginny potessero danneggiare le sue preziose letture; all’età di nove anni aspirava già ad un posto d’onore tra la schiera dei Caposcuola nella Scuola di Magia e Stregoneria più prestigiosa del Mondo Magico e nessuno avrebbe osato frapporsi tra lui e il suo obiettivo. William e Charles erano i più pacifici; il più giovane dei due lasciava che fosse solo la mente a viaggiare sulle sterminate steppe della Romania, alla ricerca della specie di sputa fiamme più rara. Bill, il primogenito, ambiva, grazie ai proficui studi ad Hogwarts, ad un ruolo di Spezzaincantesimi alla Gringott, la Banca dei Maghi. Fred e George erano la progenie più incontenibile; Molly era certa avessero ereditato una tale sfacciataggine dal marito; avevano sette anni ciascuno, una vitalità da fare invidia a due cuccioli di Snaso, possedevano una brama di vivere travolgente che esplodeva e inondava la Tana di luce, stuzzicando spesso e volentieri i fratelli minori e, all’occasione, anche quelli maggiori. I gemelli erano mine vaganti, le burle erano il loro passatempo preferito, il sorriso era il loro segno distintivo, come un’indelebile voglia sulla pelle; se Fred e George non fossero esistiti, la madre avrebbe sentito un immenso vuoto in un angolo del cuore. Ginevra, l’ultimogenita e l’unica erede di sesso femminile, aveva un posto privilegiato nel cuore di tutti gli uomini di casa Weasley; ella beneficiava della protezione del piccolo Ronald, con il quale all’occasione bisticciava senza esclusione di colpi; Ginny si sentiva amata e protetta da Molly e Arthur, rappresentava per i coniugi un piccolo miracolo, cercato e voluto.
I signori Weasley erano affezionati in egual misura ad ogni componente della famiglia che insieme avevano creato, amavano le loro personalità che con il tempo stavano emergendo, lasciavano liberi i figli di esprimere le proprie aspirazioni senza tarpare loro le ali. Sette figli per Molly, però, non erano di facile gestione; la soddisfazione più grande dopo un’intera giornata di fatiche e rinunce era il sorriso dei suoi uomini e della sua bambina, così era da anni ormai.
Per il piccolo Ron, nella confusione della modesta e accogliente casa, non era facile attirare l’attenzione della mamma; era impegnata in ogni possibile e immaginabile faccenda, mentre Arthur si trovava al Ministero per lavoro come ogni giorno. Il bambinetto di cinque anni dalla folta e fulva chioma non si decideva a scollarsi dalla gonna di Molly, nella speranza che lei notasse la sua presenza; la donna stava rassettando le camere da letto, ogni movimento brusco e frettoloso rischiava inavvertitamente di fargli perdere l’equilibrio. Sentiva le manine del figlio sfiorarla, cercava in ogni modo di assolvere ai suoi compiti senza urtarlo, occupando accanto a lui meno spazio possibile per non fargli male.
«Tesoro, ora non ho tempo di giocare con te. Perché non cerchi i gemelli o Ginny e inventate qualche gioco per passare il tempo? Tra un’oretta torna anche papà e pranziamo tutti insieme»
Era mortificata, fu costretta a declinare le richieste di attenzione del figlio. Non era ancora riuscita a mettere mano ai fornelli e suo marito sarebbe presto rincasato trovandola in alto mare.
«Mamma, voglio che leggi i racconti con me»
Le mostrò triste la copertina della sua copia delle Fiabe di Beda il Bardo che aveva tenuto fino a quel momento contro il petto, come se fosse un tesoro prezioso. Molly gli aveva dedicato appena uno sguardo, per poi proseguire indaffarata a distendere le lenzuola e ad infilarle sotto il materasso. Avrebbe voluto con il cuore accogliere la richiesta di suo figlio, ma purtroppo il tempo giocava a suo sfavore e le lancette del personalissimo orologio della Tana non rallentavano.
«Ron, ti va se rimandiamo a stasera? Prima della nanna leggiamo tutto quello che vuoi, ma ora, amore mio, non posso proprio dedicarti del tempo. Scusami, piccolo»
L’espressione triste dell’ultimo maschietto di casa Weasley non sfuggì alla giovane mamma, l’aveva colta con la coda dell’occhio. Molly aveva impiegato la più sincera dolcezza per rivolgersi a lui, nonostante ciò non era riuscita a prevenire la mestizia che si dipinse sul viso infantile e innocente del figlio. Le dispiacque averlo deluso, gli aveva promesso diverse volte che si sarebbe ritagliata qualche minuto da trascorrere in sua compagnia; smise di accostare i cuscini da entrambi i lati del letto per poter raggiungere l’altezza del bambino e gli sfiorò le spalle con un gesto di affetto. A sua discolpa poteva solo portare un dato di fatto: possedeva una famiglia numerosa di cui occuparsi nell’arco di tutta la giornata, Ron stesso ne faceva parte; vi era sempre meno spazio per giochi o fiabe, man mano che il nucleo familiare si allargava.
«Tesoro …»
«Solo una, mamma. Ti prego»
«E se papà torna affamato e il pranzo non è ancora pronto?»
«Gli dico che è colpa mia»
Le fece tenerezza, desiderava solo ricevere un po’ di attenzioni, nulla di più e niente di così impossibile da concedere. Molly non riuscì a resistere agli occhioni azzurri che la stavano supplicando. Gli scostò con una carezza il ciuffo di capelli che minacciava di cadergli sulle ciglia delicate e gli rivolse un grande sorriso ricco di amore. Avrebbe giovato anche a Molly qualche minuto di riposo; godere dei suoi famigliari era una piccola ricompensa che la strappava giornalmente ai compiti quotidiani e che suo marito, ahimè, spesso perdeva.
«Va bene, Ronald, ma …»
Non fece in tempo ad avvertire suo figlio del fatto che il tempo a disposizione fosse breve; il bambino le aveva afferrato la mano invitandola emozionato ad alzarsi dalla posizione accovacciata che aveva assunto e a seguirlo per scendere insieme le scale.
«Piano, tesoro, non tirare, sono stanca»
La condusse in cucina, posò temporaneamente il libro sul tavolo e aiutandosi con entrambe le mani spostò la sedia per far accomodare la madre. Benché i minuti trascorressero inesorabili, la tentazione di sedersi e riprendere fiato fu piuttosto allettante per la donna. Il bambino, soddisfatto per averla vista cedere, salì a fatica sulle sue gambe con l’aiuto di Molly. La madre lo strinse a sé e attese che aprisse il libro sulla fiaba che desiderava ascoltare. Era così piacevole stare in compagnia dei suoi figli, era il più gradevole dei momenti di sole e ripagava ore ed ore di lavori casalinghi. Avrebbe dovuto sforzarsi di riservarsi più attimi simili nel corso della giornata nonostante i numerosi impegni e doveri, avrebbero giovato sia a lei che ai suoi figli. Sfiorò con la sua guancia quella del bambino per vedere meglio oltre la sua spalla minuta e non smise di cingerlo forte in vita.
«Tesoro, non ho molto tempo, scegline una breve»
Ron si mise comodo tra le braccia della madre e sfogliò il libro fino alla quinta fiaba, intitolata La Storia dei Tre Fratelli; si scostò leggermente dal volto di Molly per poter intravedere la sua espressione e la fissò in attesa del suo consenso.
«Va bene, ma perché non la leggiamo insieme? Sei grande ed è ora che impari a leggere anche in autonomia, oltre che con la mamma e con il papà. Conoscendo già la storia, ti verrà più semplice»
La donna posizionò l’indice sotto la riga iniziale della prima pagina della storia, stando attenta a non coprire le parole; il suo unico intento era quello di aiutare il bambino a tenere il segno.
«Inizia, tesoro, sono qui con te. Ti guido»
Ron, un po’ demotivato per la fatica che sicuramente avrebbe fatto, cominciò a far scorrere gli occhi, supportato dalla madre.
«C’era-no una vol-ta tre fra-tel-li che viag-gia-va-no l…un-go una stra-da tor-tuo-sa e so-li-ta-ria a Mezzanotte»
«No, tesoro, leggi meglio. Non c’è scritto Mezzanotte»
«Tu dici sempre Mezzanotte»
«Sì, Ronald, ma qui è riportato con altre parole lo stesso concetto. Non fare il furbo per non faticare a leggere. Devi imparare e l’unico modo per farlo è l’allenamento, quindi non confidare sulla memoria e leggi esattamente ciò che è scritto»
Il piccolo battibecco tra madre e figlio venne interrotto bruscamente dall’arrivo di Arthur, il quale si affacciò allegro rimanendo presso lo stipite della porta della cucina; stette attento a non entrare per non sporcare con le orme il pavimento che sicuramente sua moglie aveva pulito da poco.
«Ehi, famiglia. Vi ricordavo un po’ di più. Dove sono gli altri?»
«In giro per casa, come sempre. Ron si stava esercitando a leggere. Sei tornato a casa un po’ prima o sbaglio? Ti aspettavo più tardi»
«Davvero?! E come te la stai cavando, Ron? Ho finito il lavoro al Ministero qualche minuto prima, sì, ma tranquilla ho più sonno che fame»
Molly ignorò totalmente il bisogno di riposo appena esplicitato da suo marito, la botta di fortuna ricevuta dalla comparsa di Arthur fu più allettante; colse, senza pensarci due volte, l’occasione per proseguire i lavori che aveva lasciato a metà.
«Tesoro, ti eserciti con papà? Così intanto io preparo il pranzo. Sono un po’ in ritardo, Arthur, mi dispiace»
La donna sollevò Ron di peso dalle sue gambe e lo adagiò con i piedi ben saldi sul pavimento davanti al consorte. L’uomo la fissò un po’ interdetto; era appena tornato dal lavoro e desiderava solo riposare prima di pranzare, cosa non le era stato chiaro? Aveva avuto una giornata davvero incasinata al Ministero e non aveva neppure la forza di scendere nei dettagli, quindi lei avrebbe avuto tutto il tempo per terminare con comodità di leggere la fiaba con il figlio e occuparsi delle faccende che aveva lasciato in sospeso. L’uomo aveva sperato fino in ultimo che lo capisse anche la sua signora e invece non sembrava aver colto, oppure le aveva fatto comodo che le cose fossero andate per quel verso. Peccato che gli occhi del bambino, prima ancora dell’obbligo della moglie, ebbero effetto anche su Arthur; si convinse finalmente a prenderlo in braccio e a stringerlo al petto. Una cosa certa era il potere che il piccolo Ron aveva specialmente su suo padre, come forse avevano anche i suoi fratelli, visto che Arthur rispetto a Molly era senza dubbio il genitore più accondiscendente.
«Allora, figliolo, dove sei arrivato a leggere con la mamma?»
Arthur era concentrato sulla gioia del figlio, era felice per le attenzioni che i suoi genitori, sempre indaffarati per un motivo o per l’altro, gli stavano concedendo; l’uomo, distratto, percepì appena la mano di Molly sfiorare il suo braccio in segno di gratitudine.
 
 
Buongiorno a tutti, cari lettori e care lettrici!
Nell’introduzione ho già chiarito l’origine di questa OS. Dalla mia idea originaria però ho ampliato e ne ho creata una diversa. Spero sia di vostro gradimento, mi mancava tanto la famiglia Weasley al completo ^^.
Grazie a tutti coloro che sono giunti fin qui e si sono avventurati tra le righe di questa piccola storiella <3
Un abbraccio grande
-Vale
   
 
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