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Autore: AlexMarinuzzi    09/07/2020    0 recensioni
(Dal prologo)
"La mia storia inizia venti anni dopo l’operazione di Sofia Scaramozzino ed il mondo è cambiato parecchio da quel giorno [...] La mia è la storia di una ex famiglia allargata, una famiglia della Garbatella il famoso quartiere romano: Giulio, Lucia, Marco, Eva, Rudi, Alice, Mimmo e tutti i loro amici."
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cudicini, Eva Cudicini, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Rodolfo Cesaroni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VENTI ANNI DOPO

Anno 2034.

“Ancora non ho capito perché hai deciso di trasferirti a Roma con me” chiese Alberto alla guida della nuova Golf della Volkswagen durante il tragitto da Fiumicino alla loro casa romana.

“Beh perché, anche se è cambiata, Roma è una città che conosco molto bene, dopotutto dagli 11 ai 20 anni ho vissuto qui, posso farti da Cicerone” rispose Alice.

“O perché ne sentivi la nostalgia di Roma?”

Alice sorrise verso il figlio.

“Dì la verità Ali, in fondo sentivi la mia mancanza vero?” rispose Jole dal sedile posteriore.

Alice scoppiò in una risata: “Beh sì, vederti solo in video o quando venivi a Londra a trovarci non era il massimo; ora che torno a Roma sarà come quando eravamo adolescenti, pronte a conquistare il mondo”

“Sì, al massimo a conquistare casa nostra” ribattè Alberto..

La macchina percorreva veloce il tracciato Fiumicino centro città, la loro meta era ormai vicina: quartiere Parioli.

“Finalmente arrivati, meno male che i traslocatori hanno già sistemato tutto altrimenti sarei impazzita dietro agli scatoloni” esordì Alice entrando nella nuova casa.

“Anche perché io non avrei alzato un dito” rispose Alberto.

“Se pensi davvero che io ti permetta di non fare nulla in casa hai sbagliato di grosso” sogghignò Alice.

“Ed io sarò qui a sorvegliarti quando mamma sarà a Firenze per lavoro caro Alberto” concluse Jole.

“Beh ma che ne dite se usciamo e mi mostrate Roma?” chiese Alberto.


“Io penso che tu stia sbagliando Cesaroni; non è possibile estendere quella legge sulla riqualificazione delle periferie a Napoli, Palermo e Bari” accusò l’Onorevole Bucchi.

“Ma cosa dici? È possibile. I conti dello Stato sono a posto, possiamo fare questo investimento...se va in porto trasformeremo le tre città più importanti del Sud in tre centri turistici da fare invidia a tutto il mondo” ribatté Rudi.

“Ma non ha senso! Bisogna investire quei soldi in altro. Hai presente il Ponte sullo Stretto?”

“Il Ponte sullo Stretto? Quell’utopia che voleva Berlusconi? Siamo tornati all’alba della Seconda Repubblica senza che nessuno mi abbia avvisato?”

“Simpatico. Sai, ora con le varie agevolazioni possiamo fare la più grande opera della storia italiana”

“Io credo che tu abbia le idee confuse. Ascolta, io ho un altro impegno ora, non posso continuare ad ascoltare le tue stupidaggini” concluse l’Onorevole Cesaroni che girò i tacchi e andò verso l’uscita di Montecitorio.

“Arrivederci Onorevole” salutò una delle guardie giurate fuori dalla Camera.

“Arrivederci a lei”

Il passo di Rudi si fece svelto, doveva stare alla Garbatella in due ore, in metropolitana ce l’avrebbe fatta senza problemi; era l’anniversario della morte di suo padre Giulio, non poteva mancare alla commemorazione.

Il tratto dall’uscita della Camera alla fermata dell’autobus era breve ed in cinque minuti era già arrivato; nell’attesa decise di accendersi una sigaretta, una Marlboro light; non si poteva definire un assiduo fumatore, né uno con il vizio, amava sentire il fumo della sigaretta grattargli la gola.

Un messaggio arrivò allo smartphone dell’Onorevole Cesaroni.

“Allora sei in arrivo?” recitava il messaggio.

Rudi vide il messaggio e rispose subito.

“Sì Mimmo, sono in arrivo; in mezz’ora sono a casa”

“Dai che dobbiamo passare dalla cappella di famiglia prima”

“Lo so, mi ricordo. Non ti preoccupare arriverò in tempo”

Alzò gli occhi dal telefono guardando l’altro lato della strada. 

Notò un volto familiare anche se non vedeva da vent'anni: possibile fosse lei?

Decise di attraversare di fretta la strada e di inseguire quel volto: non poteva essere  lei, lei era chissà dove, sapeva che era a Londra, o almeno era lì l’ultima volta che l’ha vista in videochiamata, al commiato di suo padre quasi quindici anni prima.

Provò a farsi strada tra la folla di gente, ma ormai l’aveva persa di vista tra tutta quella gente.

“Ma cosa vado a pensare” pensò Rudi passandosi la mano sul volto “Alice a Roma e non ci avrebbe avvisato?”

Si voltò per tornare alla fermata dell’autobus quando si scontrò con una donna che conosceva bene

“Jolanda?”

“Rudi???” trasalì la donna.

“Ma è una vita che non ci si vede, dimmi come stai, cosa fai”

“Ehm, benissimo Rudi. A te?” rispose una delle amiche della sua adolescenza mentre cercava con lo sguardo di comunicare qualcosa a qualcuno.

“Ehi che succede?” chiese Rudi guardandosi intorno “Stai cercando qualcuno? È Mattia?”

“Eh? No no, è un tic che ogni tanto esce fuori...ascolta scusami ma vado di fretta”
“Non ti preoccupare Jole; possiamo vederci uno di questi giorni? Così, giusto per rievocare i bei tempi”

“Certo Rudi, perché no. Anzi ti lascio il mio numero”

Jole scrisse velocemente il suo numero su un bigliettino che porse all’amico perduto.

“Dai allora aspetto una tua chiamata”

“Certo...è stato bello rivederti Jole. A presto allora” si congedò Rudi tornando alla fermata dell’autobus e prendendo quest’ultimo al volo.

 

“Uff...scampato pericolo” sospirò Jolanda.

“Mi sono spaventata a morte quando l’ho visto alla fermata dell’autobus” disse Alice visibilmente agitata.

“Ho notato come sei fuggita per evitarlo...Ali, ora hai scampato il pericolo però Roma, anche se è enorme, se deve farti incontrare una persona riesce a farcela...E poi c’è anche quella vostra storia...”

“Ne abbiamo già parlato Jole. Quel capitolo è chiuso e non voglio riaprirlo per nessuna ragione al mondo”

“Non è mai chiuso Ali e lo sai...però sono la tua migliore amica e farò in modo di non parlarne più” sorrise Jole accennando un abbraccio all’amica di sempre.

“Mamma, Jole andiamo a Montecitorio?” urlò Alberto a poca distanza da loro.

 

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Ciao a tutti ragazzi, benvenuti al primo vero capitolo della mia storia.
Spero sia di vostro gradimento e mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate.
A settimana prossima per il Capitolo 2

   
 
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