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Autore: cin75    09/07/2020    8 recensioni
I Winchester finiscono in quella che sembra essere una classica trappola messa in atto da dei demoni. Ma c'è qualcuno di molto più crudele di un semplice demone che ha architettato tutto. Qualcuno che ha una gran voglia di portare alla luce ciò che dell'Inferno, è rimasto segreto nella mente e nell'animo di Dean. Sam , dovrà accusare il colpo e cercare di comprendere il perchè di quel segreto.
Storia in quattro parti.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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“Grazie...Cas!”

I due si voltarono contemporaneamente verso la voce di Dean, alle loro spalle.
Il maggiore era in piedi accanto ad una delle colonne portanti, la mano su quella parte del corpo che lui stesso aveva ferito. Jack lo aveva guarito ma era come se comunque sentisse dei punti invisibili tirare.
“Grazie!” ripetè avanzando verso l’amico angelo e poggiandogli una mano sulla spalla quando lo raggiunse. “Puoi lasciarmi da solo con mio fratello, per favore?!” chiese gentilmente.
Non che Dean fosse scortese con lui, ma per un momento a Castiel mancò l’essere liquidato da Dean al suo solito ironico modo: “Prendi il volo Cas!...Vaporizzati, Cas!...Va’ a farti un giro, moccioso!...Spazio personale, dannato angelo!
Sorrise. “Certo! Vado di là...ho degli scritti enochiani da controllare!”
“Ok! Divertiti!!” replicò Dean, sorridendogli. “Ah...Cass?” lo richiamò l’amico.
“Sì?”
“Hai un aspetto di merda, amico!” affermò sorridendogli.
Castiel, sospirò.
Ecco il suo amico Dean!!!
Annuì . Lo fissò. “Anche tu!” replicò.
L’angelo si allontanò da loro ma prima di sparire oltre il corridoio fu richiamato anche da Sam.
“Castiel ...io ..prima ...non volevo...insomma...”
“Tranquillo, Sam. È tutto ok!” e lo disse con sincerità e poi andò via, lasciandoli da soli.

I due fratelli si guardarono per qualche momento, poi fu Dean a spezzare quel silenzio.
“Ho decisamente bisogno di una birra. Mi fai compagnia?!” propose dirigendosi verso la cucina.
“Sì..sì..ne ho bisogno anche io!” convenne il minore , seguendolo.

Arrivati in cucina, Sam andò a sedersi al bancone in acciaio, Dean, invece, proseguì fino al frigo e ne tirò fuori due birre. Le aprì con il suo solito gesto e ne porse una al fratello.
Si sedette di fronte al minore e incrociò con lui il collo della bottiglia.
Un brindisi muto.
Al semplice fatto di essere ancora vivi.
Sam bevve e per un po’ trattenne il liquido in bocca fin quando non iniziò a pizzicare. Un gesto semplicemente dettato dal fatto di trattenere le mille domande che aveva voglia e diritto di fare.
Poi mandò giù , stringendo gli occhi a causa della birra che gli bruciava la gola.
Dean compì esattamente lo stesso gesto, ma se per il minore quel gesto aveva significato il trattenere la voglia di fare domande, per il maggiore aveva significato il ritardare la consapevolezza di dover dare risposte.
Ma a quel timore , Dean, dovette arrendersi.
Tutto quello che aveva visto Sam era andato ben oltre il poter essere coperto da una semplice scusa.
Un banale “hai frainteso...” o “hai visto male...” o un’altra stronzata del genere non avrebbe avuto senso.
Così il maggiore mandò giù un altro sorso, fece un respiro profondo.
“Come stai, Dean? Come ti senti?!” chiese Sam, solo per non andare subito al sodo, temendo un possibile dietro front del maggiore.
“Non ti ho mai mentito Sammy...” esordì invece Dean tenendo però ancora lo sguardo puntato alla bottiglia.
“Non ho mai detto che tu lo abbia fatto ma..”
“...ho solo omesso una parte del racconto!” provò a giustificarsi.
“Ok! Ora, se vuoi, però, hai la possibilità di dirmi il resto della storia. Non voglio litigare Dean, non voglio costringerti, davvero. Ma...ma dopo quello che è successo...dopo quello che ho visto….merito di saperlo!” fece Sam.
Dean annuì. Sapeva che Sam aveva ragione. Inspirò ed espirò.
E…
“Alastair fu solo quello che mi fece scendere dalla ruota e che mi mise una lama in mano.” iniziò, deglutendo al ricordo.
“Lo so!” sussurrò Sam, solo per non interrompere con troppa decisione quella confessione.
“Ma fu Marchosias a ….fare il resto!” scelse come conclusione della sua frase.
“Dean….quello che ti ho visto fare….Io...Io non oso immaginare cosa ha potuto farti per ...per….” e si fermò perché sapeva che parola usare ma si rifiutava di pronunciarla.
Ci pensò Dean a farlo.
“Piegarmi in ginocchio?!” ma Sam non disse nulla.
Dean lo vide solo contrarre nervosamente la mascella.
“Quando Alastair mi passò il suo rasoio, mi trascinò al tavolo dove teneva legata una povera anima da torturare. Mi teneva il polso in cui stringevo la lama e mi ordinò di iniziare a tagliarla. Ma io vedevo il terrore nei suoi occhi...la supplica di non farlo. Una parte della mia mente mi diceva che se era all’Inferno di certo aveva fatto qualcosa per meritarselo. L’altra parte del mio cervello mi diceva che c’ero anche io e io ero lì perché...” ma non finì per ovvi motivi.
“Perchè avevi scelto di condannare la tua anima ad un supplizio eterno pur di salvarmi la vita!” e fu Sam a finire.
Dean lo fissò e fissò la decisa consapevolezza sul volto del fratello.
“Non fare il melodrammatico!” cercò di smorzare il momento.
“E’ quello che sarebbe successo se non fosse arrivato Castiel a tirarti fuori dalle fiamme dell’Inferno!” precisò ancora, l’altro.
Dean accennò appena con la testa ma non rispose altro.
“Che è successo, poi?” proseguì Sam, cercando di nascondere quel suo personale e profondo senso di colpa che da quel lontano 17 maggio 2007 si portava dentro.
Dean riprese il racconto.
“Alastair mi afferrò il polso e con la sua mano mi costrinse ad affondare nel petto di quell’anima , o spirito o chiamala come ti pare. Ma quello che successe, la mia reazione, credo che lo colse di sorpresa.” ricordò con una punta di orgoglio. “Mi divincolai dalla sua presa, lasciai cadere il rasoio , mi feci indietro e ...”

Rimettimi sulla ruota, figlio di puttana!”
Non avrai un’altra possibilità, parassita..”
Fottiti!”
Mi piacerà squartarti ancora!! Godere di ogni tuo grido, ancora!!”

Dean riportò quella frase e fece finta di ignorare il terrore e lo sconcerto sul volto di Sam.
“So a cosa stai pensando...ma Alastair non c’entra con quello che feci all’Inferno. Fu Marchosias. Quando mi rifiutai di torturare quella poverina, Alastair stava davvero per rimettermi sulla ruota, ma Marchosias lo fermò.” e ricordò ancora…

Fermo Alastair!”
Maestro?! Mi onori con la tua presenza.”
Perchè privarci di un simile divertimento?!”
Credo abbia bisogno di un incentivo in più per cedere a ciò che vogliamo!”
Lascia che ti mostri la mia idea di... incentivo.”
E’ un onore, maestro!”

Dean si stupì di come la sua mente ricordasse ogni singola parola, mentre pensava che anni di analgesici e alcool le avessero cancellate.
“Sai...sapevo che il dolore e la sofferenza provata a causa delle torture di Alastair non aveva paragoni, ma quando..quando quel bastardo mi lasciò nelle mani di Marchosias ...beh!, il dolore che provai...la sofferenza che mi causò furono talmente profondi , ineguagliabili, indescrivibili che a volte mi convincevo che sarei impazzito... che pur essendo solo un’anima, mi sarei perso definitivamente in una follia fatta di puro dolore. Con Alastair , nonostante tutto, riuscivo ancora a pensare, perfino a sognare...ma con Marchosias...” disse, rivelandolo con una risata tristemente amara
“Mio Dio...” si ritrovò a sussurrare Sam, profondamente turbato da quella rivelazione.
“Se fino a quel momento avevo creduto che il modo di dire “ti farò in mille pezzi” fosse solo un modo dire...Marchosias mi dimostrò che non lo era. E ne godeva. Ne godeva ogni volta, ad ogni pezzo che mi strappava via dal corpo. E ogni volta che finiva, mi rimetteva insieme e mi piegava in ginocchio. Mi metteva tra le mani una lama e...”

Lenisci il tuo dolore, Dean!”
No...no...”
Fallo ..o prima o poi non rimarrà più niente di te...”
Allora…. vorrà dire ….che….che sarà finita!”
Sì, ma il “poi” è lungo un’eternità qui all’Inferno!”
Fanculo!”

Ricordò ancora, Dean.
“E tutto ricominciava. E ogni volta era sempre più doloroso. Tra Alastair e gli...incentivi di Marchosias, io….”
“Mio Dio...Dean!” esalò Sam, oltremodo sconvolto. Il suo cuore si era già spezzato quando Dean gli rivelò di Alastair seduti sul cofano dell’Impala, anni addietro. Ma questo...questo non era umanamente sopportabile.
“Fin quando una volta, che il Cielo mi perdoni!, quando Marchosias mi mise in mano per l’ennesima volta quel dannato coltello e io non lo feci cadere ma lo strinsi forte. Il bastardo non si fece sfuggire l’occasione. Mi alzò di peso, mi portò al tavolo e mi costrinse ad affondare nello stomaco di quella povera anima incatenata. In quel momento...in quell’esatto momento sentii una parte del mio dolore scivolare via da me. Ed era bello, Sammy. Era dannatamente bello non provare ancora tutto quel dolore, quella sofferenza, quel tormento e affondai ancora e ancora fin quando non rimase più niente in cui affondare….” e poi , quasi con aria di disgusto, non si guardò le mani. Appena tremanti. “Fin quando non rimaneva solo il sangue sulle mie mani e quelle grida disperate in sincrono con le mie furiose, nella mia mente. E nelle volte successive più Marchosias si accaniva su di me, più io mi accanivo sulle anime che mi metteva davanti. Mi accanivo su di loro con rabbia. Come se fosse colpa loro se io pativo quello che pativo. Usavo ogni arma pur di portare via il mio dolore. Arrivai ad usare le mie sole mani pur di far tacere il ricordo del rumore della mia pelle che si lacerava sotto le lame di Marchosias.” disse ancora con durezza , buttando giù l’ennesimo sorso di birra ormai inutile  a lenire il dolore di quel racconto. “Ecco come è andata. Come sono diventato quello che loro volevano diventassi. “L’uomo giusto che versò sangue all’Inferno”. Fin quando...”

Maestro….gli angeli assediano l’Inferno!”
Che vogliono quei maledetti pennuti?!”
Lui!”
Abbiamo raggiunto il nostro intento. Gettatelo nella Giudecca. Che diventi cibo del nostro signore Lucifero!”
..
Osate ancora toccare l’uomo giusto e l’ira del Paradiso annienterà questo posto e voi tutti.”
Castiel, è tardi. Il sangue è stato versato e tu non puoi…. non osare...tu non devi...”
L’anima di Dean Winchester non vi appartiene! Non avrebbe mai dovuta essere qui, essere vostra!”
Beh! Ormai è fatta….guardalo, guarda cosa ne è rimasto. È nostra ormai. Tornatene da dove sei venuto!”
Tu non mi dai ordini, demone immondo!”
.
La tua anima è salva Dean Winchester!”
Non...lo ...merito...lasciami qui...”
Questo non è il tuo posto….il Cielo ha una missione per te!”

Sam ascoltò con apprensione ogni parola che venne fuori dalla bocca del fratello.
Dean gli aveva già rivelato quello che aveva dovuto patire all’Inferno, ma solo ora, dopo questo racconto, dopo questa parte mancante, si rese conto di quello che Dean aveva davvero passato.
Per avergli salvato la vita.
Cercò di mandare giù il magone che gli aveva chiuso la gola.
Guardò il maggiore. Lo vide massaggiarsi il lato dell’addome che si era ferito.
“Perchè?!” disse solo, indicando quella parte del corpo. “Perchè lo hai fatto?!”
Dean capì cosa volesse sapere il fratello.
“Marchosias è...” e poi si corresse. “..era un bastardo fissato con certi riti da seguire. Voleva che fossi io ad uccidere quella poverina. Forse si sentiva come se giù all’Inferno non avesse finito il suo lavoro con me. Era la sua “fissa”,  ma sapeva che adesso non lo avrei mai fatto. E sapeva che qui, sulla terra, da vivo, non poteva farmi quello che mi faceva all’Inferno. Così ha usato il mezzo più sicuro per piegarmi velocemente.”
“Me.”
“Te.” convenne il maggiore.
“Dean...”
“Niente “Dean”. Mai e poi mai avrei permesso che Marchosias facesse a te solo un accenno di quello che fece a me. Mai, Sammy. Mai.” fece con una decisione che fece tremare lo stomaco del minore.
“Così, quando ci hanno separato, hai pregato Castiel!” gli fece presente.
“Sì.

Cass...Cass ti prego...ti prego cerca di sentire la mia preghiera...Marchosias...Marchosias mi ha trovato. Ha preso me….ha preso Sam e tu sai...sai cosa piace fare a quello psicopatico demioniaco. Ha circa una decina di demoni con lui. Siamo in magazzino agricolo ad est di Denver…ci ha separati...non so che cosa sta facendo a Sam...sto andando fuori di testa!! Devi aiutarmi, spero tu mi stia ascoltando….Jack può teletrasportarti qui...io, quando verranno a riprendermi... io ti darò comunque il tempo per arrivare e portare quello che serve per far fuori questi figli di puttana. Cass...Castiel..ti prego...io non voglio...non voglio tornare a fare ...ti prego, ti prego fa’ presto perchè se Marchosias userà Sam come ricatto e lo farà….io non esiterò. Cass io non esiterò….ti prego!”
……

Castiel...Castiel che hai ? Gli angeli? Ti stanno parlando?”
No, Jack...è Dean!”
Dean?”
Mi sta pregando….dobbiamo fare presto!!”

“L’ho pregato, gli ho detto quello che stava succedendo, che sarebbe successo...dove eravamo e quello di cui avevamo bisogno. Gli ho detto che gli avrei dato più tempo possibile per organizzarsi. Lui e Jack hanno fatto il resto.”
“E pugnalarti allo stomaco è l’unica cosa che ti è venuta in mente?!” sembrò chiedergli quasi con ironia.
“In quel momento , si!” e poi con altrettanta ironia. “Ehi??! ha funzionato in fondo!!” fece soddisfatto. “Tolto me dai giochi, quel bastardo avrebbe perso ogni interesse alla cosa!” sembrò voler giustificare il suo gesto.
“Ma se Castiel non fosse arrivato in tempo, tu saresti morto, e Marchosias avrebbe ucciso me e la ragazza comunque.” gli fece notare.
“Sì, Sammy, lo so. Ma almeno sarebbe stata una cosa veloce. E con Marchosias “morire velocemente” è solo un bene. Ero io quello che lui voleva ..”
“Piegare?” lo anticipò Sam, senza però guardarlo.
Dean ingoiò a vuoto. E mandò giù  altra birra, stranamente troppo amara.

Per un po’ ci fu silenzio tra loro. Quasi a voler, entrambi, metabolizzare quello che era stato rivelato e ascoltato.
Poi fu Sam a spezzare quel silenzio.
“C’è altro che dovrei sapere?!” azzardò Sam.
Dean senza rendersene conto alzò di scatto lo sguardo verso il minore. Sì, che c’era ma …
“No!” disse tradendo una sorta di incertezza che Sam comunque colse.
“Dean...basta tenerti tutto dentro. Ti prego...è offensivo per me essere sostituito da una bottiglia di whisky!” fece sarcastico conoscendo l’istinto alcolico autodistruttivo del fratello quando il peso di quella vita e di quel passato diventava insopportabile.
“Colpo basso, fratellino!” replicò Dean, roteando la bottiglia che aveva tra le mani così che il roteare di quello che c’era sul fondo lo distraesse almeno un po’.
“Lo so, ma ti conosco e so che c’è...”
“Credevo che una volta tornato vivo...in carne e ossa intendo...quel malessere sottile sarebbe passato. Quella vergogna... Invece, dopo che mi risvegliai a Pontiac...giorno dopo giorno, mi resi conto che anima o corpo..tutto era ancora lì e tutto faceva ancora male!” ammise.
“Ti sei sempre sentito in colpa per quello che ti era successo. Ti sei sempre vergognato per quello che eri stato costretto a fare all’Inferno. Dio!!, Dean. Era l’inferno!!!” ribadì con decisione Sam e nemmeno ricordava quante volte lo aveva ripetuto durante quelle notti in cui era stato costretto a svegliarlo da incubi che lo facevano gridare. “So che nella mente ti girano le parole di Alastair: che papà aveva la stoffa dell’eroe e che sarebbe ancora su quella ruota se non avessimo aperto quella dannata porta dell’inferno in quel cimitero. Che tu ti sei spezzato, che hai ceduto...”
“Sembra che spezzarmi e cedere siano cose che mi riescano bene!” ironizzò con amarezza, il maggiore.
“Beh!!...papà poteva permettersi di restare su quella maledetta ruota!” sbottò.
“Sam, ma che dici??!” fece irato Dean, stranito da quell’affermazione. Dopo che avevano rivisto loro padre e quello che si erano detti prima che questi ritornasse al suo tempo, era certo che tutto il risentimento che Sam provava per John fosse passato e invece…
“Papà sapeva di aver lasciato noi, insieme, a guardarci le spalle, a combattere contro il male. Aveva assolto alla sua missione: vendicare la mamma e averci reso capaci di prendere in mano gli “affari di famiglia”. Non aveva motivo per cedere. E’ scappato dalla sua dannazione solo grazie a noi. Tu..tu invece...” e un nodo alla gola gli fermò il resto della frase.
“Sammy!” fece addolorato , l’altro.
“Tu sapevi di aver lasciato me qui. Da solo. Sapevi che avrei fatto di tutto per riportarti indietro. Ed è questo costante pensiero, lo so, ne sono certo, che ti ha reso...come dici tu...debole!” si costrinse a finire. Poi vedendo che non arrivò risposta: “Ammettilo!!” insistette.
Dean abbassò lo sguardo. Un altro segreto rivelato.
Sam sospirò incredulo di aver fatto centro. Perfino all’Inferno , suo fratello lottava per tenerlo al sicuro. Aveva lottato fin quando le forze glielo avevano concesso.
“Dean!” esalò amareggiato guardando il maggiore che non riusciva a guardarlo negli occhi. Poi , quando Dean alzò lo sguardo su di lui, Sam continuò: “Io ho scelto di seguire i consigli di un demone invece che i tuoi, ti ho voltato le spalle quando uccidesti Amy che era comunque un mostro che andava eliminato, non ti ho fermato quando andasti via da quel pontile dopo che mi salvasti per l’ennesima volta la vita usando un angelo, non ti ho cercato quando svanisti nel purgatorio..” poi come se se ne fosse appena reso conto: “Mio Dio!! ti ho perfino detto che ti avrei lasciato morire se fossi stato tu a portare avanti le prove per chiudere le porte dell’Inferno e tu invece...” ed era sinceramente in colpa. Allibito da se stesso.
“Sammy!” lo richiamò appena il maggiore.
“Sapevo...so che quello che c’è tra noi, il nostro legame fraterno è qualcosa che né Paradiso né Inferno riusciranno mai a spezzare, ma ...” e sembrò cercare il modo adatto a continuare.
“Ma, cosa?!”
“Ma quanto deve essere forte quello che ti lega a me per darti la forza di affrontare e sopportare tutto quello che hai affrontato e sopportato anche a causa mia?!” domandò spiazzando il maggiore.
Questi lo guardò e questa volta il suo sguardo era fermo, deciso. Sinceramente convinto.
“Tu non ne hai idea, Sammy!” rispose senza esitare.
A quella risposta , Sam deglutì e sentì una strana quanto forte sensazione salirgli fin dalla bocca dello stomaco.
Immensa gratitudine e leale devozione.

“Perchè non mi hai mai detto di Marchosias?!” riprese dopo un po’.
“A causa di quello che mi dicesti una volta tu.” rispose prontamente Dean.
“Io?!” replicò confuso, il minore.

“….Ho seguito le tue orme per tutta la mia vita. E’ da quando avevo 4 anni che ti osservo e sogno di diventare come te, Dean. Di essere come mio fratello maggiore...

“Non volevo deluderti!” disse Dean, dopo quel ricordo. “Tu volevi assomigliare ad un eroe. Io invece , dopo l’Inferno, mi sentivo solo rotto, svuotato, rabbioso e...debole.” ammise. “E io non potevo permettere che tu somigliassi a me. A quel me, per lo meno!”

A quel punto Sam si alzò dal suo posto, fece il giro del tavolo, raggiunse Dean che fissava la sua bottiglia di birra, e poggiò una mano sulla spalla del maggiore.
“E’ da quando ho 4 anni che voglio diventare come te. Oggi, ho passato i 35, e sto facendo ancora del mio meglio per assomigliarti. Perché, ora più che mai, so che non c’è persona al mondo a cui io voglia assomigliare più di te, Dean Winchester.”
Dean deglutì emozione e orgoglio. Aspettò che Sam si allontanasse qualche passo da lui e si alzò dalla sua seduta.
“Sammy...”
“Smettila di pensare che tu sia una delusione per me , Dean. Non lo sei. Non lo sei mai stato.”
Dean sorrise grato  e poi cercò di ritornare il Dean Winchester di sempre.

“Ok! Questa birra non mi basta più. Che ne dici di passare a qualcosa di più forte fin quando non crolliamo?!”
“Ecco!!” rispose risoluto Sam. “In questo vorrei non assomigliarti. Un fegato alcolizzato è più che sufficiente! Preferisco tenermi il mio!!” 

I due fratelli risero. Uno di fronte all’altro. Uno vicino all’altro. Come sempre da quando quella vita da cacciatori li aveva inghiottiti.
Poi, di nuovo seri, ma non tristi.
“Che ne dici ora, fratellino? Ti va di salvare ancora questo mondo con me?”
“Ci sto! Con te...ci sto!”
“Io e te insieme contro il mondo?”
“Io e te insieme contro il mondo!!”

In un angolo del bunker, lontano solo fisicamente da quei discorsi, Castiel aveva ascoltato tutto.
L’angelo, con la schiena ad una parete di cemento poggiò la testa contro il muro. Gli occhi appena rivolti verso un Cielo che non poteva vedere. Sospirò , sorrise.
“Vinceranno loro. In qualsiasi modo finisca…..vinceranno loro!” fece orgoglioso di essere stato ed essere ancora parte di quella storia, di quelle persone, di quella famiglia. “Hanno già vinto!”


 

                                                                                                                   “Fumo, fuoco, tutto sta arrivando….                                                                                                     Sai che non ho paura di versare un po' di sangue                                                                                                                                   Le fiamme si stanno alzando                                                                                                                            ...ma non avrai bandiera bianca, no                                                                                                    Questa volta non mi arrenderò. Preferirei morire.”                                                               (Bishop Briggs, White Flag)


 


 

N.d.A.: Lo so, lo so. Capitolo decisamente più lungo. Chiedo perdono, ma avevo promesso 4 parti e siccome qualcosa è cambiato in corso d'opera, non mi andava di  rimangiarmi la promessa.
Un grande grazie a chiunque abbia letto questa storia e un grazie ancora più grande a chi ha avuto anche la pazienza di recensire.

Vi rompo solo un altro po’ per spiegarvi alcuni riferimenti sparsi nella storia:

1. Temporalmente siamo in un momento imprecisato della seconda parte della stagione 15.

2. Marchosias: nell’anagrafe demonologica esiste ed è un “Marchese dell’Inferno” e mi fa sorridere il fatto che giù all’Inferno siano tutti nobili (Re, principi, marchesi, cavalieri…)

3. “Mi arrendo!”: nell’episodio 23, stagione 8, Crowley costringe Dean a dirlo in cambio della vita di Jody.

4. “...laggiù riuscivo ancora a sognare..”: Dean lo dice ad Alastair nell’episodio 16, stagione 4, mentre lo tortura per farsi dire chi uccide gli angeli.

5. Giudecca. Nella Divina Commedia è la parte più profonda dell’Inferno in cui è prigioniero Lucifero che si nutre delle anime che gli arrivano.

6. 17/05/2007: è semplicemente il giorno in cui venne messo in onda l’episodio in cui Dean vende l’anima per salvare Sam. Episodio 22, stagione 2.

7. “Ho seguito le tue orme per tutta la vita…..”: Sam lo dice a Dean nell’episodio 7, stagione 3.


Ok! credo sia tutto. Mi eclisso!!

Cin.


 

   
 
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