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Autore: Floryana    11/07/2020    4 recensioni
La gloriosa Terra, capitale della Repubblica Terrestre, è divenuta un pianeta inabitabile, morto, sterile.
I terrestri sono stati quindi costretti a riporre tutta la loro fiducia nell’esplorazione spaziale e nella colonizzazioni di nuovi mondi.
Tuttavia, secoli dopo, a seguito della crescita incontrollata del genere umano, anche le risorse offerte dalla galassia si ridussero drasticamente.
La beffa più grande però non fu il ripetersi della stessa crisi da cui stavano scappando gli umani anni addietro, ma il fatto che non esistessero altre forme di vita intelligenti. O, perlomeno, quelle poche vennero sterminate nell’Epoca delle Colonizzazioni prima che potessero evolversi e prendere coscienza del loro posto nell’universo.
È in questa nuova Galassia che si muove un’organizzazione nata in seno alla Repubblica Galattica fin dalla sua creazione: un gruppo di persone che si sono unite solo per depredare, rubare, uccidere; che rappresentano tutte le pulsioni più perverse e crudeli nascoste nell’animo umano: i leggendari Pirati della Galassia.
E questa è la loro storia.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quando parti per un viaggio ricorda di chiudere il gas

 

Da qualche parte, su un lontano pianeta ai confini della Via Lattea.
Kasumi se ne stava sdraiata su un divano, osservando distrattamente le vignette del fumetto che provava a leggere.
A qualche metro da lei un vecchio tappeto sporco e consumato era costellato da una decina di tazzine da te rovesciate e, poco distante, attorno a un piccolo tavolino tremolante mangiato dai tarli, tre persone discutevano animatamente.
In un angolo della stanza, nascosto nella penombra, quello che sembrava essere un alieno dal vago aspetto di una salamandra umanoide osservava quella scena con aria annoiata.
Ritornando a Kasumi, si è detto che “provava” a leggere perché l’accesa discussione che si stava svolgendo riusciva a distrarla quel tanto che bastava da farle rileggere la stessa riga una decina di volte e a non capire niente lo stesso.
-Uff - sbuffò scocciata buttando la rivista in mezzo alle tazzine - che seccatura! - esclamò coprendosi il volto con le mani e cercando di stiracchiarsi meglio sul divano.
-’Zumi, mi sa che devi intervenire - esordì Xemi uscendo dalla penombra della stanza - qua ne va della salvezza di questo mondo…
-Ma quale salvezza? È un mondo distrutto e dimenticato da tutti, che vuoi che me ne freghi se viene distrutto ancora di più? Nemmeno l’Imperatore se n’è mai fregato qualcosa…
-Sì, però non è un suo pianeta, è sotto la giurisdizione degli Oort, e al Gran Ammiraglio non farebbe piacere che uno dei suoi mondi venga distrutto, specialmente se ci sei nuovamente tu di mezzo...
-Senti Xemi, non seccarmi. Non è giornata proprio - disse mettendo una mano avanti, come a fermare la sua ramanzina sul nascere - Considera che potevo starmene tranquillamente su quel pianetino caldo a giocare in santa pace ai videogiochi e invece mi ritrovo qua, su ‘sta merda di mondo, con degli abitanti ancora più schifosi che non fanno altro che farsi guerra fingendo di andare d’accordo, riducendo ‘sto posto in un ammasso di polvere e macerie…
Xemi si limitò ad un’alzata di spalle; in effetti aveva largamente ragione ed esprimeva più o meno anche il pensiero che aleggiava a tal proposito fra i Capitani, ed in particolar modo della moglie del loro capo, che ogni sera, prima di addormentarsi, nell’intimità del letto, non mancava di far notare al marito la sua incompetenza per la gestione del suddetto pianeta.
Incompetente” adorava sussurrargli all’orecchio prima di addormentarsi.
-Vedi Xemi? Anche lei lo ribadisce: questo mondo è una merda!
-Quale parte del discorso non ti è chiara?!? Vuoi che rileggiamo insieme queste righe? Perché le metti in bocca parole che non ha detto??
Kasumi si limitò a tirargli un’occhiataccia glaciale per poi concentrarsi sui tre che schiamazzavano la vicino.
-Non è possibile! - urlò Vice alzandosi in piedi e sbattendo con forza le mani sul tavolo, facendo cadere sedia e tavolo stesso - Mi state prendendo in giro?!?
-E ora che succede, Vice? - chiese Kasumi.
-Questi sono completamente pazzi! Ora sul dossier dobbiamo anche scrivere la componente chimica degli oggetti presenti nella sua borsa, borsa compresa! - urlò indicando col dito e una faccia nera dalla rabbia la loro cliente, che si limitò a guardarla a sua volta e farle un sorriso da ebete.

[Dal database di Ada] Prima di continuare, bisogna specificare l’ordine degli eventi.
Ah giusto, io sono Ada - come avrete letto nell’introduzione - la vostra assistente virtuale.
Cari lettori del passato, sarò la vostra guida, le vostre orecchie, i vostri occhi; la conoscenza di miliardi di anni di storia universale scorrono nei miei circuiti e non aspettano altro che convergere verso di voi e illuminare la vostra lettura.
Sono anche la narratrice, ma ogni tanto farò la mia comparsa in prima persona per esporvi i fatti, qualora la loro spiegazione possa risultare ostica e di difficile comprensione.
Ordunque, mettetevi comodi, in un posto ben illuminato, e continuate a leggere le righe sottostanti… sempre se volete! Perché queste parti saranno dei semplici “in più” alla narrazione: molte volte saranno un’anteprima del capitolo o una spiegazione dei fatti antecedenti allo stesso che potrete tranquillamente saltare perché il tutto sarà spiegato nel corso del capitolo dagli stessi personaggi o dalle loro azioni. Altre volte saranno una sorta di enciclopedia che vi spiegherà i retroscena, la cultura, le tradizioni o vi darà piccole informazioni per sfamare la vostra sete di conoscenza galattica.
Se vi interessa solo la narrazione, potrete saltarli.
Siamo sul Pianeta Duplice, così chiamato perché più di cinquant’anni fa una guerra atomica ha devastato l’intera superficie e da allora la popolazione si è divisa in due aree: una più ricca, la così detta Zona Industriale, benestante e con un piccolo porticciolo spaziale; l’altra invece senza nome, decadente, distrutta, con gente che vive in piccole case fatte di macerie. La nostra missione era scortare una cittadina della Zona Industriale a casa, perché qualche giorno prima aveva deciso di andarsene per spostarsi nella parte povera; be presto, non trovandosi bene, aveva deciso di tornare. Fin qui non ci sarebbe nulla di male se non fosse che, per passare da una zona all’altra, esiste una galleria sotterranea custodita da due androidi, uno per ogni ingresso, che richiedono segnato su un dossier tutti gli oggetti che ci si porta dietro.
Oltretutto il nostro cliente aveva piazzato una bomba a casa sua che sarebbe esplosa nel giro di un’ora, secondo lei perché non le piaceva il posto ove abitava, secondo Lady Kasumi perché era una pazza.
Bene, ora che ho chiarito eventuali dubbi, potete riprendere la narrazione [fine informazioni dal database di Ada].

-Io ti ammazzo! - esclamò Vice afferrando lo spadone che aveva sulla schiena, pronta a spiaccicarglielo in testa.
-Xemi ti prego, ferma Vice… - mormorò sconsolata Kasumi - …voglio piangere.
-L’operazione da lei richiesta non è disponibile – disse l’androide – si prega di limitarsi a scrivere nel dossier le componenti chimiche degli oggetti da voi trasportati.
Un urlo di orrore echeggiò per il tunnel: Vice era pronta per fare una strage ma quel lecchino di Xemi l’aveva afferrata dalle braccia e la teneva ferma.
-Ammazzo anche te, lo giuro! Ammazzo tutti, faccio una strage!
-Vice, ti prego, parliamone…
-Prego, scrivere le informazioni nel dossier.
-Eh eh, che stupidi… - disse la loro cliente indicandoli col dito.
Kasumi stette qualche secondo a guardare quella scena patetica; poi si sdraiò sul divano, si mise la rivista sul volto e sprofondò in un sonno profondo dal quale avrebbe voluto svegliarsi solo quando questa stupida storia fosse finita o, in alternativa, risvegliarsi ancora sul suo bel pianetino, e che tutto fosse un suo brutto incubo dato da qualche batterio alieno o indigestione o maratona di film catastrofici.
“Jii ha fatto davvero bene a non venire…” pensò fra sé e sé.

Nel mentre, sul galeone, Jii si stava guardando un telefilm con Ada.
-Sai Ada, credo che ho fatto bene a non andare…
-Ma va?

Dopo una buona mezz’ora passata fra urla, minacce di suicidio, omicidio e sterminio di massa, finalmente, grazie al genio di Xemi, i tre poterono superare la quest dell’androide.
-Cazzo, questa era più difficile del Kraken di The Witcher… - mormorò Xemi.
-Ohi, vedi che ci fanno causa per copyright, genio - gli rispose glaciale Vice.
-Eh, che scemo! - si inserì nella conversazione la cliente.
I due fecero finta di non sentirla e continuarono a conversare fra loro.
Nel mentre, all’inizio del tunnel, l’androide andò da Kasumi e la scosse leggermente.
-Gentile cliente, se vuole andare deve darmi i dati degli oggetti che porta con sé.
-Ma va impiccati, stupido coso – disse la donna girandosi dall’altra parte.

Dopo qualche minuto i tre arrivarono alla fine del cunicolo, in prossimità dello sbocco per la superficie della Zona Industriale, e qua trovarono un altro androide che li sbarrava la strada.
-Prego, scrivere nel dossier la componente degli oggetti che state portando.
Vice lo guardò fisso negli occhi. Un misto di sentimenti le scuotevano cuore e mente: rabbia, odio, rancore, i ricordi dei suoi genitori, il volto della sorella, l’amore per l’avventura… Poi andò in tilt, forse a causa delle troppe emozioni di quel giorno, forse a causa della richiesta, e cadde all’indietro come un corpo morto, spiaccicandosi al suolo.
-Noooooo!! - un urlo di rabbia scosse il mondo: l’urlo di Xemi. Raccolse Vice fra le braccia -Oh, mia cara compagna, il nemico affrontato è troppo per noi. ‘Zumi ti prego, salvaci! - esclamò con le lacrime agli occhi.
-Ma fanno sempre così? - chiese l’androide all’altra.
Quella fece spallucce, poi aggiunse: -Ogni tanto, però sono bravi. Sai, io a casa ho un gatto davvero carino, si chiama Mr. Miao e…
-Aspetta, lo devo segnare nel dossier. Mr Miao… di che materiale è fatto?
La ragazza ci pensò su qualche istante con lo sguardo perso nel vuoto, poi arrivò all’illuminazione: -Croccantini.

Dopo una quindicina di minuti, i tre poterono finalmente uscire in superficie.
-Aaaa – sospirò felice Vice – finalmente l’aria pulita! - esclamò inalando più ossigeno possibile. Più o meno, perché alle sue spalle uscivano colonne di fumo da più di una decina di ciminiere – Si sente che è aria pulita, eh Xemi?
-Eh, già… - rispose l’altro guardandosi in giro, il ché gli veniva assai difficile a causa della nebbiolina grigia che circondava i dintorni, rendendo il tutto una massa di costruzioni indefinite – vabbè andiamo. Dobbiamo sbrigarci ad arrivare, abbiamo solo un quarto d’ora prima che la bomba esploda. Senti, tipa di cui non conosciamo neanche il nome, ci porti velocemente a casa tua?
-Vorrei, ma non ricordo dove sia… - rispose quella candidamente, per poi mettersi a ridere.
I due la guardarono, ma con un’espressione difficile da capire, che poteva voler dire in linguaggio corrente “cazzo, dovevo rimanere con Jii a guardare telefilm”.
Ma non dissero nulla, si limitarono ad unirsi a ridere con lei.
-Ah, ma non mi dire, cara! - esordì Vice.
-Eh già… - disse quella.
Xemi continuò a ridere senza dire nulla.
E così continuarono, finché all’improvviso quel momento di spensieratezza non venne interrotto dall’arrivo di uno squadrone di uomini vestiti con possenti armature nere che li circondarono puntandogli i fucili contro.
Un tipo si fece largo fra loro: -Io sono il Capo Comandante delle Squadre d’assalto della Zona Industriale, siete pregati di seguirmi e venire con me dal Sindaco.
I tre si guardarono spaesati.
-Ma, per la verità, c’è quella bomba che… - prima che Vice riuscisse a finire di farfugliare venne bloccata da quello.
-Il Sindaco sa già tutto, siete pregati di venire con me.

Kasumi continuava a dormire sul divano quando all’improvviso aprì gli occhi. Avvertiva delle presenze tutto attorno, ma non vedeva nulla, solo buio.
Sentì qualcosa di freddo vicino alla tempia, probabilmente la canna di una pistola.
Non fece un movimento, smise di respirare.
Uno sparo echeggiò per i tunnel.

Nel mentre, sul galeone, Jii e Ada continuavano col telefilm.
-Sai Ada, questo Kirk non me la racconta mica giusta…
-Ma è uno dei buoni. Non hai capito quindi un cazzo della serie!
Jii ci pensò su un minuto abbondante, ma a quanto pare non colse le parole di Ada: -Ma comunque Mudd è un bel cattivo, magari…
-Ti prego, non dirlo…
-...ne avessimo uno anche noi!
-Dannazione, non fare il Fassino della situazione! Lo sai che porti sfiga!
-Ehi, chi vuole gli snack? - un ragazzo dall’aria poco sveglia entrò nella stanza ove erano i due con in braccio una ciotola gigante di patatine – Ho una nuova ricetta: cucinare dopo essere andato in bagno senza lavarti le mani. Il cuoco ha detto che con questa idea potrei vincere Master Chef! Non è grandioso? Volete assaggiare? - e con un sorriso radioso in volto, prese una patatina e se la mangiò.

Mancavano cinque minuti all’esplosione della bomba.
I tre si trovavano davanti al Sindaco: un uomo tozzo e paffuto e con un ghigno perenne stampato in volto. Li scrutava con quei piccoli e malvagi occhietti che si ritrovava, come se avesse avuto la vista a raggi x, e li stesse pian piano spogliando, fino a vedere la loro biancheria intima.
Non tutti e tre, solo Vice ovviamente, Xemi e l’altra non gli interessavano.
-Bene bene, mia piccola Rose…
-Io per la verità sono Vice – disse timidamente quella, visto che l’uomo continuava a fissarla.
-No, non te, intendo quell’altra – e fece un cenno con la testa verso la loro compagna di viaggi.
Rose si mise a ridere: -Ciao capo! - esclamò scherzosa salutandolo con la mano.
-Vi conoscete? - chiese la ragazza.
-La cosa più importante non è se si conoscono, è che la bomba sta scoppiando! - esclamò Xemi.
Il Sindaco iniziò a ridere sguaiatamente: -Ma certo, quella bomba! Ah, è già scoppiata ieri!
-Cosa?!? - gridarono i due all’unisono.
-Eh già, piaciuto lo scherzetto?
-Ma perché…?
-Si insomma, è stato tutta una mia idea.
Quelli continuavano a guardarlo stupito.
-E va bene, vi racconterò tutto... - a un suo gesto gli uomini che li avevano condotto qua bloccarono l’uscita dello studio – tanto morirete comunque. Allora allora, da dove cominciare? - chiese con fare interrogativo ai tre massaggiandosi il mento, dubbioso sul da farsi – Allora, voi sapete che questo pianeta, il Pianeta Duplice, si chiama così perché, dopo delle guerre atomiche di cinquant’anni fa, i superstiti l’hanno diviso in due zone: una ricca, cioè questa, e una povera, quella da dove siete venuti. Le due sono collegate da un tunnel sotterraneo e ai rispettivi lati vi sono i due androidi che controllano chi va da una parte all’altra e annotano tutti gli oggetti che portano con sé, vero?
Xemi annuì, non staccandogli gli occhi di dosso.
-Bene, perché quello che non sapete è che è vietato passare da una zona all’altra, pertanto in tutti questi anni in cui esistono le due Zone nessuno ha mai viaggiato per quei tunnel.
Vice lo guardò in modo interrogativo: -Ma noi sappiamo invece che c’è un libero scambio di merci e persone fra le due Zone e…
-Si, lo so cosa si dice – la interruppe il Sindaco – Sono tutte balle che ho detto anche al Gran Ammiraglio. Le volte in cui viene a controllare allestisco sempre una bella messinscena... peccato che sua moglie sia più sveglia di lui e abbia intuito qualcosa, per questo mi controlla sempre gli affari. Comunque, tornando a noi, Rose mia cara, sciogliti – allo schiocco delle sue dita la ragazza iniziò a disfarsi, diventando una poltiglia indistinta.
-Oh cazzo… - mormorò Vice mettendosi una mano alla bocca.
-Cosa le hai fatto, mostro?!? - urlò Xemi posando una mano alla spada che teneva al fianco e mettendosi in posizione, pronto a scattare.
Gli uomini alle sue spalle gli puntarono i fucili contro.
-Dannazione…
-Te lo sconsiglio, amico mio – aggiunse con rammarico il Sindaco, scuotendo l’indice.
Xemi, a quelle parole, sputò per terra e cacciò la mano dall’elsa, senza però distogliergli gli occhi di dosso.
-Suvvia, è stato un mio piccolo scherzetto: Rose era una mia creazione, un androide costruito mettendo insieme i resti dei vecchi mach, programmato per dire e fare cose basilari, per questo si comportava così, non sapeva fare né dire altro. Mi serviva giusto per farle mettere una bomba nel centro città, mandarla nell’altra Zona e, una volta esplosa, avrei potuto dare la colpa ai suoi abitanti, così avrei avuto una scusa per attaccarli e impadronirmi del pianeta. Facile no? Peccato che la sua programmazione di base abbia avuto la meglio e, volendo tornare dal proprio padrone - cioè me - abbia chiesto aiuto; quindi attirati dal segnale siete arrivati voi della Nona. Fine della storia.
-E… e ora…? - chiese Vice, guardandosi attorno impaurita.
-Facci pure fuori, tanto il nostro Ammiraglio ti ammazzerà – gli disse con disprezzo Xemi.
-Oh mi spiace, quella puttana sarà già morta da un pezzo ormai, poco dopo che avete imboccato il tunnel sono arrivati i miei uomini…
-Tu…! Schifoso pezzo di merda! - urlò colma di rabbia Vice.
Una risata sguaiata uscì dalla bocca dell’altro: -Forza, uccideteli – e schioccò le dita.
Ma non partì alcun colpo.
-Che cazzo aspettate? Avanti, fuoco! Fuoco!
-Come, vuoi ammazzare i miei uomini? - da dietro echeggiò una voce femminile - Ma non si fa...
-Tu...? - urlò il Sindaco.
Prima che potesse finire la frase, i corpi degli uomini si accasciarono al suolo in delle pozze di sangue.
Dalla penombra una figura sorrideva divertita.
-Ehi, come te la passi?
-Ammiraglio! - esclamarono i due sorpresi.
-M… milad… - non finì la frase che la donna, con uno scatto fulmineo, gli fu davanti e gli fece passare la lama in bocca, sbattendolo al muro e trapassando il cranio da parte a parte.
-Si, proprio io – disse la donna con un sorrisetto sulle labbra – ma non voglio che un verme schifoso come te pronunci il mio nome.
Quindi ritrasse la lama e guardò con noncuranza il corpo accasciarsi a terra, lasciando sulla parete pezzetti di cervello e una scia di sangue.
Si sedette sulla scrivania e iniziò a pulire con un fazzoletto la lama della katana.
-Che stress… - mormorò sottovoce, davvero seccata dalla piega che avevano preso gli eventi.
-Ammiraglio, ma allora era viva! - esclamò colma di gioia Vice abbracciando Kasumi – Avevo così tanta paura! Ci avete fatto preoccupare! - continuava piangendo e urlando.
-Dannazione, levati – disse l’altra cercando di cacciarsela da dosso.
-Bene, e anche questa è fatta! – aggiunse Xemi con nonchalance – Vice, ti va un caffè? Ho visto un bar qua vicino e mi è venuta una voglia…
-Ma come fai ad essere così calmo? Ti inietti te nelle vene tutti i giorni?!?
-Dai vieni che te lo offro io…
-No, seriamente, come fai?
Xemi le porse una bustina con all’interno delle foglie.
-Non posso dire quello che c’è dentro, mi censurerebbero…


******
E il primo capitolo è andato! Molto indecisa se metterlo adesso o più avanti, ma il mio beta reader di fiducia mi ha detto di usarlo come inizio, per presentare, se non tutti, almeno un po' dei personaggi principali. Spero abbiate gradito questa storiella e, lo assicuro, dal prossimo diventerà meno infantile di così xd abbiate pazienza, è stato il primo capitolo che ho scritto, quindi non sapevo sinceramente come usare i personaggi né che impostazione dare alla storia. Spero che almeno vi abbia strappato una risata :3
Alla prossima, saluti Flory^^

 

  
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