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Autore: Nao Yoshikawa    15/07/2020    2 recensioni
Raccolta di flashfic/oneshot spin-off de “L’effetto farfalla” costituito da momenti dolci/teneri/divertenti.
1 {Notte insonne} Una volta l’uno, si erano detti. Ma era più facile a dirsi che a farsi.
2 {Primo bagno} «Hai mai fatto un bagno ad un neonato?»
3 {Coliche} «Angelo, ma perché stai piangendo anche tu?!»
4 {Un semplice trucco} «Ma che schifo! Che roba è? Angelo, vuoi avvelenarla per caso?»
5 {Somebody to love} «Ora basta, non ce la faccio più con questa melodia infernale»
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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33 – Complessi
 
El aveva sempre avuto un’autostima abbastanza nella norma. Ma come molto spesso accadeva alle adolescenti, aveva iniziato ad avere dubbi circa il suo aspetto. Oramai sentirsi carina non bastava più, non era di certo una bambina. E non era nemmeno un adulta. All’alba dei suoi quattordici anni si ritrovava ad avere dubbi e incertezze circa il suo aspetto. Ciò che era sempre stato motivo di orgoglio – i suoi occhi bicromatici ad esempio – erano diventati motivo di vergogna.
«El, ma perché porti a tavola gli occhiali da sole?»
Ad Aziraphale non poteva sfuggire nulla, di certo non qualcosa di così evidente. Sua figlie fece finta di niente.
«Ho un problema agli occhi… bruciano…» mentì.
«Forse hai preso un’infezione? Fammi guardare», Crowley le fece segno di avvicinarsi, ma El scosse il capo.
Lei però si alzò, facendo strisciare la sedia contro il pavimento.
«Niente di grave, mi passerà con una dormita!» esclamò frettolosa. Ad Aziraphale però non la raccontava giusta.
«Che cosa stai cercando di nascondere?»
 Messa con le spalle al muro, El sapeva di non essere capace di dire bugie.
«Gli occhi…»
«Che hanno i tuoi occhi che non va?» domandò Crowley. El si arrese senza nemmeno combattere troppo, forse perché aveva più bisogno di rassicurazioni che altro. Si tolse gli occhiali, mostrando le sue iridi di un colore diverso dal solito, erano semplicemente azzurri, tendenti al grigio. El aveva la capacità di cambiare alcune caratteristiche del suo corpo ed era una cosa che per gioco aveva sempre fatto, per questo inizialmente Aziraphale e Crowley non capirono.
«Hai cambiato colore degli occhi», si rese conto l’angelo.
«Questo è chiaro, ma non ho capito perché ti nascondi», Crowley si chinò appena. Colore diverso o meno, quelli erano gli occhi di sua figlia. «Avanti, dimmelo. Qualcuno ti ha preso in giro?»
Sia Aziraphale che El furono sorpresi. La ragazzina non aveva detto nulla, eppure lui aveva capito.
«Emh… forse. È che tutti mi guardano sempre come se fossi diversa. Mi chiedo cosa direbbero se vedessero le mie ali», si dondolò un po’ timida. Per lei non era facile, orgogliosa per com’era sempre stata, ma ultimamente  non era più certa di niente.
«Piccola, ma tu sei bellissima!» affermò Aziraphale, come se fosse un’ovvietà. Sua figlia incrociò le braccia al petto.
«Il tuo parere non è oggettivo. Non ne potevo più di essere guardata in modo strano, così ho cambiato colore, ma non volevo che lo vedeste. Non volevo che vi offendeste», ammise portandosi una ciocca di capelli  dietro l’orecchio.
«E perché avremmo dovuto?» domandò Aziraphale sempre più confuso.
«Beh, perché è a voi che somiglio!»
Crowley fino a quel momento non aveva detto una parola, si era limitato ad ascoltare.
«El, non prendiamoci in giro. Tu sei diversa per definizione.»
Aziraphale sollevò uno sguardo sorpreso come suo marito. Alla faccia della delicatezza! Ma prima che potesse aggiungere altro, Crowley continuò:
«Ed è assolutamente bellissimo così. Tu sei per metà angelo e per metà demone, per forza non somigli agli altri. E so che ti sembrerà assurdo, ma tutti abbiamo delle insicurezze… anche io», confidò. Dietro la facciata da demone sicuro e impenetrabile, si nascondeva un animo molto più insicuro di quanto si potesse pensare, lo avevano capito in pochi, Aziraphale sorpreso.
«… Ah sì?» domandò El.
«Già. Quando sono caduto odiavo i miei occhi dorati, al posto di quelli verdi che avevo avuto da angelo. Ma se non fossi caduto probabilmente non avrai mai conosciuto l’amore della mia vita, quindi… ci sono passato sopra molto facilmente», guardò Aziraphale, il quale era arrossito, ma allo stesso tempo gli aveva sorriso.
El si grattò la testa.
«Forse i miei occhi e la mia diversità quindi piaceranno a qualcuno?»
«Che domande, certo che sì! Voglio dire, poi hai preso il fascino da me. Non te lo dimenticare», ammiccò Crowley, era sempre tanto fiero quando riusciva a dare i consigli giusti. El soppesò quelle parole, per poi porgere gli occhiali ad Aziraphale.
«E va bene. Mi fido di quello che dici.»
Aziraphale rivolse di nuovo uno sguardo a Crowley, certo che con gli adolescenti se la cavava meglio di quanto pensasse. E dopotutto aveva ragione, perché El era magnifica e diversa così com’era.
 
Nota dell’autrice
L’adolescenza è il periodo dei complessi, del “non sono carina” e del “non sono abbastanza”. El non ne ha motivo, perché è stupenda (mi direbbe che il mio parere non è oggettivo) e i suoi occhi sono bellissimi. In tutto ciò Crowley fa grandi progressi, in fondo non se la cava così male con gli adolescenti no?
   
 
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