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Autore: mattmary15    15/07/2020    1 recensioni
Karen Miller è una brillante scienziata che lavora per lo Shield.
Lo è fino al giorno in cui rimane coinvolta nella distruzione dei laboratori Stark di Shangai per mano di Ultron.
Steve Rogers non sa darsi pace, la sua più cara amica non avrebbe dovuto essere là.
E' un miracolo il fatto che sia viva e Thor crede crede che, in quel miracolo, ci sia lo zampino di Loki.
La 'vera' storia degli Avengers. Vera quanto può esserlo la versione di Loki.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12 
Legami e conseguenze



“Allora fratello, dimmi come hai battuto il temibile Kurtan!” Chiede Thor buttandosi su una delle poltrone della camera che usa quando risiede alla base degli Avengers.

“Non volevo cominciare da qui, ma va bene. Ho usato l’aether.” Thor perde il sorriso, si rialza e fronteggia Loki.

“Hai usato Karen? Impossibile, Kurtan non ti avrebbe mai permesso di farla scendere nell’arena con te.”

“Non l’ha fatto.”

“Quindi come diamine hai fatto?”

“Faccio prima se te lo mostro.” Dice aprendo il palmo di una mano davanti alla faccia di Thor. Un vortice di energia rossa striata di nero compare nel palmo di Loki e poi viene riassorbito da esso.

“Com’è possibile?” Chiede, stupito, Thor. “Hai preso l’aether da Karen?”

“No, fratello, o lei sarebbe morta. Lo condividiamo attraverso una specie di incantesimo.”

“Nostra madre sarebbe fiera di te ma nostro padre si arrabbierà moltissimo quando saprà che usi una delle gemme dell’infinito. E non mi hai neppure spiegato come facevi ad averla tu. L’ho consegnata io stesso al Collezionista.”

“L’hai consegnata al Collezionista e poi lui l’ha data a me.”

“Perché avrebbe dovuto farlo? E’ l’ennesima delle tue bugie.”

“Vedi fratello? Poiché tu non mi credi, non è detto che anche il resto dell’universo non possa farlo.” 

“E perché avrebbe messo nelle tue mani una cosa simile rinunciandovi?”

“Prima che Ultron sfuggisse al controllo di Stark, ho avuto una visione.” Thor lo interrompe.

“Come quelle di nostra madre?”

“Più o meno. Ho visto Ultron distruggere la Terra ma, soprattutto un’ombra più grande distruggere ogni cosa. Nel pugno stringeva l’aether. Ero prigioniero e l’unica che mi avrebbe ascoltato era Karen così l’ho contattata per convincerla che animare Ultron sarebbe stato un grosso sbaglio. Le ho detto che la chiave era il mio scettro, che doveva riprenderlo. Beh, sai com’è andata.” Dice Loki allargando le braccia. “In quei pochi minuti che precedevano la morte di Karen ho scongiurato Heimdall di lasciarmi scendere sulla Terra per poter fare qualcosa ma lui è stato inflessibile. Almeno fino a che lei non è morta. Non ha avuto il coraggio di dirmelo. Me lo ha mostrato. Gli ho chiesto di lasciarmi fare un tentativo. Sai cosa mi ha concesso il generoso e nobile Heimdall? Un minuto. Un minuto soltanto. Cosa potevo fare in un solo minuto? Ho chiesto a Heimdall di mandarmi su Ovunque, dal Collezionista. Gli ho detto cosa avevo visto e lui mi ha consegnato la gemma dicendo di custodirla e di non usarla mai in presenza delle altre. Mi disse anche che la mia visione riguardava il futuro anche se non quello prossimo. Al momento in cui mi diede la gemma mi restavano solo pochi secondi. Mi feci teletrasportare dov’era il corpo di Karen e la unì alla gemma usando la formula della consegna. Svanì un istante dopo aver percepito il suo cuore che batteva ancora. Quell’ostinato di Heimdall non mi diede neanche il tempo di vederla aprire gli occhi. Non feci un lavoro all’altezza della mia fama. Frettoloso e incompleto. A Karen c’è voluto tempo per riprendere conoscenza.” Thor lo guarda incrociando le braccia muscolose sul petto.

“Ammesso che voglia credere a questa storia, perché ora condividi il potere della gemma?”

“Te lo terrai per te?”

“Lo farò.”

“Giuralo, ne va della vita di Karen.” Thor si fa serio.

“Lo giuro.”

“Ho unito la mia esistenza alla sua sulle radici di Yggdrasil.” 

“Ti sei sposato!” Thor urla dallo stupore.

“Abbassa la voce! Ti ho detto di tenerlo per te. Se gridi a quel modo, ti sentiranno fino ad Asgard!”

“Sei un irresponsabile e un egoista!” Loki lo guarda sorpreso e contrariato.

“Adesso perché mi aggredisci in questo modo?”

“Perché credevo che tenessi a Karen!”

“Appunto!”

“Allora perché l’hai fatto? Se pronunci un giuramento sulle radici di Yggdrasil, quel giuramento è infrangibile. Dura fino al tempo del Ragnarok!” Loki ride sprezzante.

“Pensi che non lo sappia?”

“Allora perché lo hai fatto?”

“Perché non avrei dovuto?”

“Perché i matrimoni sulla Terra sono diversi. Gli uomini e le donne qui hanno una cosa che si chiama divorzio con cui possono sciogliere i loro giuramenti. Come ti giustificherai con Karen?”

“Perché credi che dovrei giustificarmi? Karen sa che è un giuramento infrangibile. L’ha pronunciato con me. E’ stata molto brava. L’ha sentito solo una volta e l’ha imparato a memoria.” Thor si lascia ricadere sulla poltrona come in preda ad un improvviso ma altrettanto profondo sconforto. Loki se ne accorge e si siede accanto a lui. “Che succede, Thor?”

“Ti sei sposato. Hai una moglie.” Loki ride.

“Sì, ci credi?” Thor sorride a propria volta. Quel bel sorriso che gli fa arricciare gli angoli della bocca e persino gli occhi.

“Ci credo e sono felice per te. Credevo che, tra noi, sarei stato io a prendere moglie per primo.”

“Anche io. La prima volta che ho visto Jane ero convinto che l’avresti portata con te su Asgard e sareste stati insieme per sempre.” 

“Lei è una mortale, Loki.” Lui guarda suo fratello e prova compassione per lui. Come quando erano bambini e il male del mondo non li aveva ancora toccati. 

“Vuoi mentire, Thor, a me?”

“Non capisco.”

“Si che mi capisci. Anche se Jane è una mortale, nulla ti impedisce di amarla.”

“Io l’amo!”

“E quindi di sposarla.”

“Non potrei sopportare il dolore di vederla invecchiare e morire.” Loki sorride.

“C’è una soluzione facile per questo.”

“Davvero?” L’espressione di Thor fa quasi tenerezza al fratello.

“Posso ucciderti prima. Dimmi quando, scegli una data sul calendario e farò in modo che sia Jane a fare la parte della vedova inconsolabile!” Thor scoppia a ridere.

“Non ci avevo pensato. Potrebbe funzionare.”

“Conta su di me, fratello.”

“Ci penserò su, nel frattempo terrò il tuo segreto. Soprattutto con Fury. Non gli piacerà il fatto che hai accesso il potere alla gemma dell’infinito. Non farmene pentire Loki.”

“Tu non chiedermelo. Lo sai che poi va a finire male.” Thor fa la faccia di uno che la sa lunga.

“Non stavolta. Ora hai una moglie a cui pensare!” Loki alza gli occhi al cielo. “E’ per questo che hai nascosto Jotunheim agli occhi di Heimdall.” Loki annuisce ma non risponde. Si alza e va verso la porta.

“Grazie, fratello.”

“Un giorno sarai tu a fare qualcosa per me. Magari il giorno del Ragnarok.” Loki esce dalla camera e risponde in silenzio sperando che nessuno lo ascolti.

“Che quel giorno non arrivi mai.” 

 

Strange è contrariato.

Ha deciso di partecipare al teatrino di Stark per Karen e quella benedetta ragazza non solo ha contribuito a mettere un pericolosissimo stregone sul trono di un pianeta di guerrieri ma ha anche deciso di tornare con lui su quel pianeta. 

La voce di Tony lo sorprende alle spalle.

“Non vieni alla festa?”

“Cosa c’è da festeggiare?”

“Abbiamo scongiurato una guerra.”

“E consegnato una gemma dell’infinito a Loki.”

“Tutti tendete a dimenticare che stiamo parlando di una persona.”

“Questo avrebbe dovuto aiutare.”

“Forse dovreste dare fiducia alla dottoressa.”

“Non capisci, Stark? Se Karen insiste con questa follia, Fury la rinchiuderà o peggio.”

“Su questo sono d’accordo. Però potremmo fare qualcosa noi.”

“Qualcosa come?”

“Come ricordarle che la Terra è molto più bella di Jotunheim e che qui ci sono molte più cose per lei rispetto ad un arido pianeta di ghiaccio.”

“Sei un illuso se pensi che cambierà idea. Quel dio l’ha plagiata.”

“Non ne sono convinto. Karen si è presa una sbandata per lui e dovresti sentirti responsabile perché Fury aveva chiamato te per quel lavoro e sei tu che l’hai raccomandata.”

“Se è innamorata, e bada bene che non ne sono affatto convinto, farà di tutto per stare con lui.”

“Allora possiamo convincere Loki a restare sulla Terra. Così potremo controllarli a vista.” Nell’udire quelle parole, Strange si volta e si gratta il mento.

“Tenere qui Loki è fuori discussione ma potremmo convincere Thor a riportarlo ad Asgard.”

“Non so se l’hai notato ma la pazienza che Thor ha con suo fratello è grande quanto l’affetto che prova per lui.”

“Disobbedirebbe ad un ordine di suo padre?”

“Tu sei perfido! Stai pensando di coinvolgere il padre dei due fratelli litigiosi?”

“Perché no?”

“Perché ti servirebbe un buon motivo per farlo scendere a giocare con noi.”

“Tipo l’ennesima marachella del figlio malvagio?”

“Figliastro.”

“Di cui è comunque responsabile.”

“Allora abbiamo un problema. Da quando c’è Karen al suo fianco, Loki si comporta meno peggio del solito.”

“E’ il dio degli inganni. Trama di certo qualcosa. Andiamo alla tua festa. Dobbiamo solo trovare un indizio e il resto lo farà Loki. Come al solito.”

Strange si avvia e Tony lo segue.

 

Pepper è una splendida padrona di casa.

Anche quando la casa non è sua ma una base operativa paramilitare e ha dovuto organizzare un evento in dodici ore.

Tony la guarda orgoglioso e innamorato. Nat non può perdere questa occasione per prenderlo in giro.

“Ti lascerà quando realizzerà che é molto più in gamba di te a gestire i tuoi soldi.” Tony sorride.

“Lo sa già, per questo le ho intestato tutto quello che ho!”

“Credevo che fosse per evitare che il governo americano ti confiscasse ogni centesimo!”

“Anche per quello!” Dice Tony ridendo. “Tu, invece, che combini? Dov’è il bel fusto?”

“A fare due chiacchiere con gli ospiti d’onore.” Stark lancia lo sguardo oltre Nat e vede Loki e Bruce chiacchierare come due vecchi amici.

“E tu non sei con loro?” Nat scuote la testa e sorseggia l’ottimo champagne di Pepper.

“No, io faccio due chiacchiere con te.” Tony si fa serio.

“Dimmi pure.”

“Dimmi tu. Cosa confabulavi con Strange?”

“Chi lo vuole sapere?”

“Solo io.”

“Non Fury?” Chiede apertamente Tony sapendo quanto forte sia il legame tra il capo dello Shield e la Vedova Nera.

“Solo io. Voglio evitare che Bruce rimanga deluso.” Stark la guarda con fare interrogativo. 

“Come potrei deludere il buon dottore?”

“Decidendo di condannare Loki senza alcuna possibilità di appello.”

“Non sono decisioni che spettano a me.”

“Lui non ti piace.”

“Non è vero. Faccio il tifo per i cattivi ragazzi.” Stark prende il bicchiere dalle mani di Nat e  lo finisce.

“Allora perché?”

“Non mi fido di Fury e non mi fido di Strange. Se non puoi battere il tuo nemico, fattelo amico. Tu piuttosto, non avevi un conto in sospeso con il fratellastro di Thor.” Nat scuote le spalle.

“Ha salvato tutti al vecchio rifugio.” Dice svogliatamente.

“Ho l’impressione che nessuno ce l’abbia veramente con lui.”

“Tranne Fury e Strange. Dobbiamo restare uniti. È così che abbiamo battuto Ultron. Se siamo leali gli uni agli altri, possiamo affrontare qualsiasi sfida, Loki compreso.” Commenta Nat. Tony afferra due bicchieri dal vassoio che passa sotto al suo naso in quel momento e ne offre uno a Nat.

“Siamo tutti eroi nostro malgrado, Nat, può essere che lo sia anche Loki, no?”

“Non tutti.” Dice Natasha facendo tintinnare il suo bicchiere con quello di Tony e indicando  Rogers.

“Lui lo è più di tutti noi. Ed è forse quello meno predisposto a dare una chance a Loki.”

“Non lo so,” accenna “ha sempre avuto un debole per Karen.”

“Motivo di più per detestare Loki.”

“Ci stai girando intorno.”

“A cosa?” Chiede ingenuamente Tony.

“A quello che non vuoi dirmi.”

“Ok, sarò franco con te. Prima la faccenda dello Shield che non è lo Shield ma é l’Hydra. Poi Fury che scompare e riappare e infine Ultron. Non siamo stati un gran esempio di team.”

“Cosa c’entra con Loki?”

“Lui sa molto più di quello che vuole far credere sulle gemme dell’infinito. Questo argomento innervosisce tutti: Thor, Fury, Strange. Tutte le piste che ho seguito finora portano all’apocalisse o ad un vicolo cieco. Più frequentemente ad un vicolo cieco per fortuna. Strange é determinato a non volere Loki sulla Terra. Fury lo é altrettanto. Ha a che fare con lui o con quello che sa sulle gemme?”

“Fa quello che credi ma non agire alle nostre spalle, ok?” Tony le sorride.

“Non potrei mai!” Esclama platealmente.

“Sì, come no! Bada che nonostante quello che fai credere a tutti, hai ancora molto da perdere.” Nat si allontana e Tony guarda Pepper che ride e scherza con Jane. Tutto quello che ha da perdere Tony Stark è nel sorriso di quella donna.

 

Karen ha bevuto troppo. 

Non sa se ha caldo perché è ubriaca o perché la stanza è piena di gente o se, piuttosto, si è abituata talmente bene alle temperature di Jotunheim che non sopporta più i confortevoli quindici gradi che ci sono a New York di questi tempi.

Poggia il bicchiere e il piatto con le tartine su un tavolino ed esce dalla stanza facendo attenzione a non essere vista. Fury sarebbe capace di mettere due agenti a seguirla anche durante la festa.

Sale al piano superiore ed esce in terrazza. L’aria fresca della sera è molto più piacevole. Si sistema il mini abito che le ha fatto avere Pepper. Scomodo e troppo appariscente per i suoi gusti. Sarebbe bastato chiedere a Loki di dare ai suoi soliti vestiti un aspetto più adatto ad una festa, ma lei non vuole che Loki usi la sua magia in un momento in cui nessuno si fida di lui.  Sorride prendendo una boccata d’aria. 

Dovrebbe dire ora che si fidano meno del solito di lui.

“Sei bellissima stasera.” La voce di Loki le arriva alle spalle. Si volta e lo vede appoggiato allo stipite della porta elegantissimo nel suo abito scuro di Armani, i capelli pettinati all’indietro.

“E tu troppo elegante.” Sorride e si avvicina a lei.

“E’ una festa in nostro onore. Il fatto che non ci onorino affatto, non ci autorizza a mancare di stile.” Karen gli tende le braccia al collo.

“Nessuno ti accuserà mai di questo! Se in passato ti è mancato qualcosa, non è di certo stato lo stile.”

“E i miei gusti in fatto di donne?” Chiede lui stringendole le mani sui fianchi.

“Ottimi!” Risponde lei poggiando le labbra sulle sue. Loki approfondisce il bacio lasciando che le loro lingue si tocchino. Il respiro di Karen accelera mentre le sue mani risalgono lungo la schiena fino alla nuca. Il dio la lascia andare e le soffia sul collo due parole.

“Ti voglio.”

“Si saranno già accorti che manchiamo all’appello.”

“Non credo. C’è un amabilissimo me che chiacchiera col dottor Banner.”

“Sei pessimo.”

“E’ colpa tua.”

“Come sarebbe colpa mia?”

“Il tuo vestito è troppo corto, troppo scollato e troppo luccicante. I tuoi tacchi sono troppo alti e l’odore della tua pelle è troppo dolce.” Karen si lascia corteggiare mentre lui infila una delle sue mani sotto il suo abito. Lei si divincola come se avesse preso la scossa. 

“Non è né il momento, né il posto giusto.” Si giustifica.

“Ora chi è la bugiarda?” Insiste lui continuando a sfiorarle l’inguine.

“Non ho detto che non ti desidero.”

“Allora lasciami fare.” La mano ancora impegnata ad accarezzarle le cosce e l’altra a stringerle la vita. 

Un gemito le sfugge dalle labbra e Loki si sente autorizzato a continuare approfondendo il tocco delle sue dita sulla pelle di lei.

“Loki.” Il suo nome è appena un sussurro tra le labbra socchiuse di Karen, pronunciato con un’intonazione in equilibrio perfetto tra la preghiera di continuare e la supplica di fermarsi. Il dio decide che si tratta di una preghiera. Le stringe un braccio intorno alla vita e la solleva facendola sedere sulla ringhiera della balconata e infilandosi fra le sue gambe. Le bacia la bocca mentre lei gli stringe le spalle, consapevole di avere il vuoto dietro di sé.

“Dillo ancora, dì il mio nome.” Le ripete ossessivamente a fior di labbra.

“Loki.” Ripete Karen mentre i baci si fanno più violenti e la mano di Loki fra le sue gambe si infila sotto l’intimo e spinge dentro di lei.

“Lasciati andare, mia regina.” Le sussurra in un orecchio e Karen lascia la presa sulle spalle e gli afferra il volto costringendolo a guardarla negli occhi.

“Non siamo su Jothuneim. E se non riuscissi a controllarmi?”

“Non è Jotunheim a controllare il tuo potere quando affiora. Sei tu. Non può succedere nulla che tu non voglia. Ora dimmi, mia regina, cosa vuoi?” Karen lascia andare il suo viso e lascia pure che le sue mani vadano alla cintura di pelle nera che circonda i fianchi di Loki. Poi sbottona i suoi pantaloni e infila le dita affusolate sotto al tessuto fino a che non sente l’effetto dei suoi occhi, della sua voce e delle sue carezze sul corpo del marito.

Loki si gode quel tocco fino a che, incapace di attendere oltre, l’attira a sé e si spinge dentro di lei. 

Karen sussulta e torna a tenersi alle spalle di Loki mentre lui si muove sempre più velocemente in lei. Mai, neppure nel delirio della passione durato intere notti nel loro gelido nido in cima al mondo, si è sentita così. 

“Karen.” La voce di Loki è un grido strozzato dall’urgenza e dall’intensità del suo desiderio. Lui la tiene per i fianchi mentre lei lascia che il suo corpo ricada all’indietro incapace di ricordare di essere sospesa nel vuoto. Eppure, nonostante il piacere che li raggiunge e travolge, Karen si ritrova sdraiata su un strato di aether che Loki ha usato per sorreggerla.

Lei sorride, si stiracchia e si rialza mentre Loki si sistema la camicia nei pantaloni.

“Hai avuto ciò che volevi, mia cara?” Karen salta giù dalla balaustra.

“E tu?”

“Non mi lamento.” Karen gli prende il bavero della giacca.

“Ah, si?” Lui le passa una ciocca di capelli dietro ad un orecchio e due dita sul collo accarezzandola fino alla scapola.

“Sì.” Sta per dire ancora qualcosa quando Strange, Tony e Banner compaiono sulla porta. Loki guarda Karen con un’espressione tra il divertito e il contrito. “Potrei aver perso interesse in quella conversazione. Scusa.” Conclude sottovoce.

“Chiedi scusa a lei? Ero io che parlavo con un’illusione!” Esclama Banner allargando le braccia.

“Ti ho ascoltato fino all’enunciazione della teoria della divergenza sul piano attrattore del flusso spazio tempo, dottore. Poi sono stato, come dire, distratto. E’ più di quanto chiunque nella sala ti avrebbe concesso sull’argomento!” Si difende Loki.

“Parli di cose simili ad una festa?” Esclama Tony. “Non mi meraviglia che Nat preferisca la mia compagnia.” Karen si sistema la spallina dell’abito che è scivolata sull’avambraccio e si avvicina a Bruce.

“Scusami, è colpa mia. Se non avessi lasciato la sala, non mi avrebbe seguito.”

“Non è per questo che siamo qui.” Interviene Stephen. “Hai usato l’aether.” Karen fa un passo indietro, sorpresa dal fatto che Strange lo sappia.

“Si era seduta sulla balaustra e ha rischiato di cadere. E’ stato un riflesso condizionato.” La voce di Loki non dà tempo a Karen di rispondere e scatena la reazione di Strange.

“Non l’ho domandato a te.”

“Ma ti ho risposto io.” Il dio degli inganni supera Karen e fronteggia Strange apertamente.

“Devo dedurre che parli perfino al suo posto?”

“Spiegami come la cosa dovrebbe interessarti.”

“Io non devo spiegarti niente.”

“Neppure io.” Risponde Loki ma una sinistra luce verde gli illumina lo sguardo.

“Loki, no!” Fa Karen prendendogli il braccio e tirandolo verso di sé. “Stephen, lascialo in pace. Io ho usato l’aether. Io!” Mentre parla, prende a tremare. Loki se ne accorge, si volta verso di lei e si sfila la giacca per poi poggiargliela sulle spalle.

“Va tutto bene.” Le dice in un sussurro.

“Se usa l’aether non va tutto bene.” Insiste Strange.

“Dacci un taglio, dottore,” interviene Tony, “hai sentito, no? Stava cadendo. Non si è fatto male nessuno.”

“Questo lo dice lui.”

“Se non mi credi è affar tuo.” Lo provoca ancora Loki.

“Basta, per favore, andiamo via.” Implora Karen che continua a tremare. Strange si accorge immediatamente che non lo fa per il freddo.

“Tu non riesci a controllarlo come vuoi far credere.” Le dice affrontandola senza esitazione. Loki si frappone fra i due. Adesso la sua espressione è di nuovo quella di colui che ha cercato di far inginocchiare l’umanità a New York.

“Se la provochi ancora, avrai ben altro da controllare a cui pensare.” Sputa in una minaccia tutt’altro che velata.

“I tuoi trucchi non sono vera magia.” Lo sfida Strange. Loki allunga le labbra in un perfido ghigno.

“La tua è stregoneria da quattro soldi.”

“Sfida la mia stregoneria!” Lo incita Stephen. Loki solleva una mano ma qualcosa lo blocca.  Karen, alle sue spalle, irradia un’energia diversa dall’aether. Come se l’aura che di solito accompagna Loki, si fosse trasferita attorno a lei. Una specie di serpente di luce le striscia intorno. Il dio si volta e la chiama per nome.

“Karen. Karen, va tutto bene,” dice allungando una mano verso di lei, “tutto bene.” Il serpente di luce striscia dal corpo della donna verso la mano di Loki e risale attorno al suo braccio per svanire quando raggiunge il collo del dio. Karen si accascia tra le braccia di Loki. Questi la solleva e raggiunge la porta non prima di aver detto chiaramente a Strange quello che pensa.

“So cosa vuoi. Non l’avrai. Ti credevo più intelligente, stregone.”

Strange fa per ribattere ma Tony lo ferma.

“Lascialo andare. Che ti ha preso? Il bersaglio non è Karen, l’hai scordato?” Stephen lo guarda indeciso su come rispondere poi, senza rispondere, si allontana. Bruce lo guarda andare via poi si rivolge a Stark.

“Quando mi hai convinto a rimanere, a prendermi cura di Karen sospesa tra la vita e la morte, mi hai detto che non avremmo mai fatto due volte lo stesso errore. Magari mille errori diversi ma non più lo stesso.”

“Ho intenzione di mantenere quella promessa.” Risponde Tony con fermezza.

“Invece lo stai facendo daccapo. Lo stesso errore. Tagli fuori una parte della squadra dai piani. Io non dico che Loki sia meritevole di fiducia ma tiene a Karen e lei tiene a lui. Colpire uno significa colpire anche l’altro. E’ questo che vuoi?”

“No.”

“E’ quello che è appena successo.”

“Karen è mia amica,” Si difende Tony, “ma è anche una delle gemme dell’infinito. Nessuno, neppure lei, pensa che questo fatto non abbia delle conseguenze.”

“Stasera lo avete provocato deliberatamente.” Fa Bruce riferendosi a Loki.

“Eppure a reagire è stata Karen. Non è strano?”

“Si chiama amore!” Grida Banner.

“Spero tanto che sia così.” Tony rientra lasciando Bruce solo e più arrabbiato che mai.

 

Thor lo ha raggiunto nella sua stanza non appena ha appreso da Banner quello che è accaduto in terrazza. Lo ha trovato al capezzale di Karen addormentata nel suo letto.

“I patti non erano chiari? Ti fermi un paio di giorni senza fare guai. Non usare la gemma della realtà era la priorità!”

“Non urlare o la sveglierai. Non sono stato io ad usare l’aether. E’ stata lei ad invocare Jormungand.” Thor strabuzza gli occhi.

“Lei cosa?”

“Mi hai sentito e non c’è da stupirsene. Condivido il mio potere con lei almeno quanto lei condivide il suo con me. Per fortuna non ha la preparazione tecnica per una simile invocazione perciò Jormungand non si è materializzato.” Dice un attimo prima di scoppiare a ridere. “Si è limitato a strisciarle attorno nella sua forma pura di energia terrorizzando quel pagliaccio di Strange.”

“Ride! Lui ride! Ti rendi conto di cosa poteva succedere?” Quelle semplici parole tolgono il sorriso dalle labbra di Loki.

“Sì,” annuisce sottovoce, “ma io ero lì.”

“Quindi ti sei preso la colpa.”

“Nella buona e nella cattiva sorte. Non è quello che dicono da queste parti?” Thor mette le mani sui fianchi e sospira.

“Puoi controllarla?” Chiede e Loki si lascia andare ad una smorfia sprezzante.

“Si ma non voglio.”

“Loki.”

“Farò quello che devo. Tu fingi di avere tutto sotto controllo, fratello.”

“Capisci perché non dovevi sposarla? Ora è ancora più in pericolo.” Loki guarda il pavimento.

“Ora è solo più potente. Deve solo imparare a gestire meglio le sue emozioni. E’ umana, dopotutto.” Loki le accarezza la fronte mentre lo dice. 

La porta della stanza si apre e Jane entra di corsa e col fiato corto.

“Bruce ha detto a Nat che Karen è svenuta. Cos’è successo?” Thor le prende una mano e cerca di rassicurarla.

“Sta bene. E’ svenuta ma Loki si sta occupando di lei.” L’espressione che fa Jane non sembra affatto tranquillizzata. La donna mette le mani sui fianchi e si rivolge al fratello di Thor.

“E come ti staresti occupando di lei, di grazia? Prima l’hai fatta uccidere e ora la stai trasformando in un’arma!” 

“Jane, per favore,” insiste Thor, “vuole davvero aiutarla.”

“Thor, lo so che tu credi sempre che prima o poi farà la cosa giusta. So anche che credi davvero che tenga a lei perché pensi che questo gli darà modo di redimersi.” Loki si schiarisce la voce e interviene.

“Io sono qui in carne ed ossa, non sono un’illusione come quelle con cui mi piace giocare. Vi sento. E vi informo che non provo alcun bisogno di redimermi.”

“Lo senti?” Esclama Jane ora evidentemente arrabbiata.

“Lo conosci, sai quanto è bravo a recitare la parte dell’insensibile.”

“Forse perché è insensibile.” Loki fa un cenno del capo come per ringraziare.

“Tu lo hai difeso quando Karen era in collera con lui!” Urla adesso Thor, evidentemente spazientito.

“Dicevo alla mia amica quello che voleva sentirsi dire.”

“E tu cosa vuoi sentirti dire? Che hai ragione? Che mio fratello è un mostro senza cuore?”

“Io vorrei solo che aprissi gli occhi per una dannata volta!”

“Aprili tu, dannazione!” Loki solleva una mano come per dire al fratello di calmarsi.

“Thor.” Dice piano mentre questi continua ad alzare la voce.

“Lui le ha dato la gemma della realtà per salvarle la vita!” Loki avanza fino a posizionarsi a metà strada tra Jane e suo fratello.

“Thor.” Riprova ma il dio del tuono non sembra voler lasciar cadere la cosa.

“Ha fatto di lei la sua sposa!” 

“Thor!” Stavolta Loki alza la voce.

“Cosa?” Esclama Jane guardando prima Karen che riposa nel letto e poi Loki con un’espressione rassegnata sul viso.

“Grazie, fratello. Ricordami quanto sei bravo a mantenere i segreti la prossima volta che sentirò la necessità di confessartene uno.”

“Voi due vi siete sposati?” Jane chiede conferma direttamente a Loki.

“Sì. Ho chiesto a mio fratello di tenerlo segreto.”

“Sposati.” Sussurra Jane.

“Sarebbe gradito se lo tenessi per te.”

“Sposati.” Ripete Jane e prende la via per la porta. Loki guarda Thor e gli fa cenno di seguirla.

“Non vuole parlarmi quando si arrabbia in quel modo.” Risponde lui per giustificare il fatto che non accenna a muoversi.

“Valle dietro.” Insiste lui.

“Ti dico che è così.”

“E io ti dico che se vuoi avere la possibilità di poter posare anche solo il tuo sguardo su di lei in futuro, ti conviene andarle dietro.” Thor pare colpito da un tiro mancino del suo stesso martello. “Ti consiglio anche di essere sincero e spiegare i veri motivi per cui non le hai mai chiesto la mano!” Esclama Loki mentre Thor è già nel corridoio. Scuote la testa mentre il rumore di lenzuola che si stropicciano lo fa voltare. “Ben sveglia.”

“Che è successo?”

“Il sesso con me ti distrugge.” Prova a dire lui. Lei sorride, gli occhi ancora socchiusi poi, ricordando gli avvenimenti, li apre di colpo.

“Che diavolo è successo? Ho usato l’aether?”

“No. Hai usato la mia magia.”

“La magia?” Chiede lei esitando nel sollevarsi dal letto. Loki annuisce.

“Una pessima dimostrazione della mia magia. Come maestro, mi hai fatto sfigurare.”

“Maledizione!”

“Stai tranquilla. Non credo che qualcuno abbia capito. Ora perché non provi a riposare?”

“Era Jane quella che urlava?” Chiede lei cambiando argomento.

“Sì. Thor le ha detto che ci siamo sposati e lei ha reagito più o meno come Sif quando ha scoperto che Thor aveva una fidanzata su Midgard.”

“Aspetta un momento. Hai detto che Thor le ha parlato del nostro matrimonio? E a Thor chi lo ha detto?”

“Sono stato io.” Risponde Loki. “Dovevo spiegargli come ho sconfitto Kurtan.”

“Che ne è stato del ‘non dobbiamo dirlo a nessuno’?”

“Beh, la verità è che credevo avrebbe saputo custodire il segreto e lui è l’unica persona di cui mi fido.” Karen sente la mascella farsi di piombo.

“Ti fidi? Credevo che non sapessi neppure pronunciare quelle parole!” Lui le prende il viso tra le mani.

“Mi fido di te, se è per quello.” Dice poggiandole un casto bacio sulle labbra prima di lasciarla andare e alzarsi. “E poi ci serve come alleato.”

“Ora ti riconosco. Per un attimo ho pensato che fossi una delle tue illusioni.”

“Molto spiritosa.” Lei invece di ridere si rabbuia.

“Loki, cosa è successo di sopra?”

“Te l’ho già detto. Hai usato parte della mia magia.”

“Non intendo questo. Stephen si è comportato in maniera assurda. Era come se volesse provocarti ad ogni costo. Costringerti allo scontro. Io volevo impedirlo.” Loki torna a sedersi al suo fianco.

“Lo so. Immagino sia per questo che hai assorbito da me la magia per fare quello che hai fatto. Non volevi fossi io ad usarla.”

“Promettimi,” dice lei prendendogli le mani, “che non arriverai allo scontro con nessuno degli Avengers finché staremo qui.” I suoi occhi sono lucidi e cerchiati di rosso. Lui la stringe.

“Te lo prometto. Tu, però, fa la brava. Ok?” Lei annuisce infilando la testa nell’incavo del collo di Loki. Quello che non ha il coraggio di dirgli è che a prendere la sua magia è stata la stessa persona a cui lui ha chiesto di lasciarsi andare, una persona diversa da lei e di cui lei non si fida.

 

Jane ha corso fino all’ingresso del palazzo. Ha raggiunto il giardino e si è fermata a prendere un respiro con la schiena contro una quercia.

Thor la raggiunge ma lei gli punta un dito contro.

“Non dire una parola.”

“Invece mi ascolterai stavolta, Jane.”

“Thor, non devi dire niente.”

“Invece sì.” Fa lui invitandola a sedersi sull’erba. Lei acconsente. 

Thor non è mai stato bravo con le parole ma quelle di Loki, quelle con cui lo ha ammonito sull’essere sincero con la donna che ama, sono andate dritte al punto. Strappa un filo d’erba solo per scaricare la tensione e lei gli mette una mano sulla sua. E’ così piccola tra le dita di quella di Thor. Prende un respiro.

“Jane, non è stato facile neppure per me scoprire la verità su Loki e Karen. Mi ha messo di fronte alla realtà. Si conoscono da meno tempo di noi eppure lui non ha esitato neanche un istante a fare un giuramento tanto importante. Mi sono detto a lungo che non era quello che desideravi, che sei una scienziata, una donna forte che non ha bisogno di un anello al dito per sapere di appartenere ad un’altra persona. Mi sono detto che valeva anche per me e, credimi Jane, io ti amo. Ogni volta che penso a me stesso sul trono di Asgard, tu sei sempre la mia regina. Eppure non ho mai pensato di chiedertelo. Se è quello che vuoi, intendo. E non l’ho chiesto neppure a me stesso perché la paura è sempre stata più forte. Quando sei stata contagiata dall’aether e hai rischiato di morire, io ho pensato che non avrei potuto accettare di perderti così. Non lo accetterò mai fino a che staremo insieme. La morte. L’ho sfidata così spesso ma non ho mai pensato che tu potevi avere paura di perdermi. Io invece ho permesso a questa paura di dominarmi al punto che ho rischiato di perderti comunque.”

Jane sente con quanta difficoltà sta cercando di esprimere i suoi sentimenti e gli mette due dita sulle labbra per farlo tacere.

“E’ perché io sono mortale. Lo capisco. Un giorno sarò vecchia e orribile e tu sarai ancora, beh, ancora così.” Thor prende la mano che ancora esita sulla sua bocca e la bacia.

“Niente potrebbe importarmi di meno.”

“Lo dici adesso.”

“Loki si è offerto di uccidermi in qualsiasi momento tu ritenga opportuno.” Jane sorride e si lascia andare contro il braccio di Thor.

“Posso scegliere io?”

“Credo di sì.”

“Ottima soluzione.”

“Vedi? Anche io e te possiamo sposarci.”

“Me lo stai chiedendo?” Thor rimane senza parole poi si mette sulle ginocchia e la guarda negli occhi.

“Jane, figlia di Michael, vuoi sposarmi?” Jane sorride.

“Non chiedermelo adesso. E’ prevedibile e mi sembrerebbe uno dei piani di Loki.” Thor abbassa il capo sorridendo.

“Hai ragione. Ti amo, Jane. Di questo non dubitare mai.” 

Lei lo bacia mentre la notte cala sul quartier generale degli Avengers.

 
  
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