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Autore: runami_ lu99    18/07/2020    6 recensioni
STORIA AD OC (ISCRIZIONI CHIUSE)
Fiore è nel caos da 500 anni, un perfido sovrano con un oscuro segreto mantiene il controllo su di esso con la violenza e la sottomissione, ma un gruppo di maghi riuniti dal destino riuscirà a riportare il regno alla bellezza di un tempo?
[Dal prologo]
"Se tu che stai leggendo queste righe, credi che il bene trionfi sempre sul male, ti conviene cambiare storia, perché questa non è una favola e quindi non esiste un lieto fine"
[Dal 34° capitolo]
"Il fischio dell'arma che fendeva l'aria vibrò nelle orecchie di 78 facendogli venire i brividi, e per un attimo quel sibilo gli sembrò come parole sussurrate provenienti da un'oscura creatura che di terreno non aveva nulla. Il medico abbassò lo sguardo soffermandosi sulla lama e, come a volersi beffare di lui, questa emise un tenue e lontano bagliore rossastro al di sotto dello strato di bende, proprio un attimo prima che il corpo del nemico venisse nettamente tranciato a metà."
[Dal 35° capitolo]
"I colori caldi del tramonto che prima brillavano in tutta fierezza, parvero spegnersi di colpo quando vennero in contrasto con le sue iridi gelide come il ghiaccio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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SESTO CAPITOLO: LO STREGONE




-Siamo arrivati, questo è il punto più a ovest della città- disse un abitante ai tre compagni feriti: dopo aver sconfitto l'esercito: Alèk, Alexis e Casper erano stati medicati alla bell'e meglio, poi i cittadini si erano offerti di trasportarli nel luogo in cui avrebbero dovuto trovarsi con il loro compagno, ma le tre ore ormai erano passate da un pezzo e Tyson ancora non si era fatto vivo.
-Starà bene?- chiese Alexis rivolgendosi a Casper.
-Beh, non sentiamo nessun rumore e non vediamo fumo dalla città, dovrebbe essere finita- rispose non specificando se bene o male.
-Tranquilli vi ho detto, quell'idiota tornerà sicuramente e se non dovesse farlo, lo andrò a prendere io, anche con la forza- intervenne il fratello dei Black.
-Ma se sei in condizioni pessime, non riusciresti a spezzare nemmeno un grissino- disse Casper guardandolo: era completamente coperto di bende dalla testa ai piedi, riusciva a stento a muoversi viste le bruciature su tutto il corpo, ma per fare il dito medio al compagno poteva tranquillamente sopportare un pò di dolore. Alexis sorrise, divertita dalla scena, poi guardò verso la città pensierosa, finché da lontano non vide una figura avvicinarsi, si alzò lentamente in piedi usufruendo della spalla di Casper come appoggio, per cercare di distinguere meglio la figura, rimase delusa.
-È solo una ragazza- disse, appena Alèk sentì l'ultima parola si girò incuriosito.
-Dove?- chiese impaziente, la sorella indicò l'ombra che si avvicinava sempre di più.
-Già, ma non è sola- intervenne il devil slayer del sangue assottigliando gli occhi per vedere meglio.
-È vero, c'è qualcosa che vola accanto a lei- disse la sorella dei Black.
-Ragazzi!- l'urlo di Tyson fece spuntare sul viso dei suoi compagni un sorriso, si alzarono tutti e gli andarono in contro, felici e sollevati che il loro amico fosse vivo, non appena gli furono vicino Priscilla lo lasciò andare a terra e gli si sedette accanto anche lei stanca.
-Scusate il ritardo credevo di metterci di meno- si scusò e poco dopo fece una smorfia di dolore.
-L'importante è che tu stia bene- lo rassicurò Alexis sorridendo.
-Sì, beh, bene non è proprio la parola che userei- ribatté Casper divertito.
-Già, visto come sei conciato non potremo più fare a botte per un pò, sarebbe troppo noioso- intervenne Alèk ghignando.
-Grazie a dio!- esclamò la sorella guardando il cielo.
-Ti potrei battere anche in queste condizioni- ribattè il ragazzo con la falce.
-Ah, non ho più ne la voglia ne la forza di offenderti- disse Alèk sventolando la mano, poi guardò Priscilla.
-E questa bella signorina chi è?- domandò chinandosi e facendole il baciamano.
-Hey ciao, non è che sei vergine per caso?- chiese Casper, lei li guardò male.
-Lei è Priscilla e da oggi è una di noi- la presentò Tyson.
-Statemi lontano- disse la ragazza dai capelli celesti, dopo neanche un attimo sia Alèk che Casper si trovarono stesi a terra colpiti da un mattone, un rivolo di sangue scese dalle loro teste e non appena Istrice vide il suo, svenne.
-Oh no di nuovo- si lamentò Alexis.

I cittadini insistettero per curare anche le ferite di Tyson e Priscilla, che accettarono volentieri, dopo aver apportato le diverse fasciature il ragazzo richiamò uno di loro, aveva una richiesta molto importante da fare.
-Mi servirebbe un favore- disse.
-Qualsiasi cosa per voi- rispose: era un signore anziano piuttosto basso con barba e capelli lunghi, candidi.
-Mi serve che tu...- sussurrò qualcosa al suo orecchio, poi lo guardò speranzoso in attesa di una risposta.
-Nessun problema, lo porterò in quel luogo- ribatté l'anziano, Tyson gli sorrise felice.
-Perfetto, ovviamente ti pagherò- specificò lui, il signore scosse la testa.
-Assolutamente no, mi avete già ripagato abbastanza- si rifiutò, il giovane lo ringraziò, poi si diresse verso i suoi compagni contento.
-Ragazzi, dobbiamo partire- proferì.
-Neanche il tempo di riposare?- si lamentò Priscilla.
-Hai ragione, però partiremo prima che venga sera, almeno per recuperare un pò di energie- disse, gli altri fecero un cenno di approvazione.
-Scappate! Scappate!- l'urlo di un abitante rimbombò nelle loro orecchie, si voltarono tutti verso di lui.
-Sta arrivando!- gridò ancora, i compagni spostarono lo sguardo verso l'orizzonte, Tyson e Priscilla strinsero la mascella e cominciarono a sudare freddo: Syzer su di una piattaforma volante d'argento, stava avanzando a gran velocità verso di loro, insieme a lui pochi soldati, quelli che si erano ripresi dal combattimento contro Alèk, Alexis e Casper.
-Maledizione!- imprecò la Signora degli Elementi.
-Non avevi detto che lo scontro era finto?- chiese il fratello dei Black rivolgendosi al ragazzo con la falce.
-Lo era, non so come sia possibile- disse Tyson: era troppo ferito e troppo stanco per combattere, affrontare un'altra battaglia era impensabile. Guardò i suoi compagni, anche loro erano conciati male, non avevano alcuna speranza; nonostante questo, afferrò la sua falce bendata con decisione, non gli importava né della stanchezza né del dolore, doveva proteggere i suoi amici a qualunque costo. Syzer arrivò con una calma disarmate e lentamente scese dalla piattaforma zoppicando, sostenuto da alcuni soldati. Gli abitanti di Hargeon si schierarono davanti a loro per difendere quel gruppo che aveva liberato la loro città.
-Non avvicinatevi!- gridò uno di loro.
-Abbiamo detto che li difenderemo ed è proprio quello che faremo- un altro, il capitano si avvicinò fino ad arrivare a qualche passo di distanza da loro.
-Non preoccupatevi, non ho intenzione di far loro del male, voglio solo parlare- disse serio.
-E noi dovremmo crederci, neanche per sogno!- rispose un cittadino, Tyson avanzò facendosi spazio tra la folla.
-Lasciatelo passare- ordinò serio, gli abitanti si fecero da parte obbedendo anche se un pò diffidenti, poco dopo entrambi si trovarono faccia a faccia.
-Cosa vuoi da noi?- chiese secco il ragazzo con la falce, guardandolo fisso con i suoi occhi bicolore.
-Voglio solo avvisarvi: per questa volta l'avete scampata, mi avete battuto solo perché eravate in due contro uno, se fosse stata una battaglia alla pari avrei vinto io senza ombra di dubbio, per questo ti sto dando un avvertimento...- gli si avvicinò minaccioso, ma Tyson non si scompose e continuò a fissarlo con aria di sfida.
-La prossima volta non avrai scampo, ti batterò e poi ti porterò da lui- si voltò dandogli le spalle.
-E sappi che una volta che sarai davanti a Theos Velona, la tua vita avrà fine- continuò cominciando a camminare.
-Non ho paura di lui- ribattè il Tramonto Fantasma serio.
-Beh, dovresti- rispose il capitano.
-Un'ultima cosa: i rinforzi non arriveranno, non so cosa abbiate fatto ma complimenti, avete sbaragliato tutto l'accampamento- disse prima di salire sulla sua piattaforma e andarsene; i ragazzi si guardarono straniti.
-È opera vostra?- chiese Tyson ai tre compagni che avevano affrontato l'esercito, ricevette una risposta negativa.
-Aspettate, se non siamo stati noi e non siete stati voi, chi è stato allora?- domandò Alexis.
-E irrilevante- disse il ragazzo con la falce.
-Ora l'importante è andarsene da questa città, abbiamo già creato abbastanza casini e soprattutto abbiamo messo in pericolo gli abitanti- continuò dirigendosi verso lo zaino con le scorte.
-Dove andiamo?- chiese Priscilla seguendolo.
-Magnolia- rispose Tyson.
-Ma tu vieni da lì, perché dobbiamo tornarci?- domandò Alexis.
-Ho una cosa da fare- disse sorridendo, i suoi compagni accettarono nonostante fossero allo scuro di ciò che Knightbuster stava tramando. Dopo aver recuperato le provviste e aver ultimato le preparazioni per il viaggio, il gruppo si avviò verso nord diretto a Magnolia.
-Se ripassate di qua venite a trovarci d'accordo?!- gridò una ragazza agitando le braccia, i compagni ricambiarono e insieme cominciarono la loro camminata.
-Ma si può sapere perché lo devo portare io Casper?- si lamentò Alèk con il compagno caricato in spalla ancora svenuto.
-Perché Tyson ha già le provviste e ovviamente non vorrai che due povere fanciulle come noi si stanchino- disse Priscilla guardandolo con un sopracciglio alzato.
-Ovviamente no milady- rispose facendo un inchino.
-Sei proprio un idiota- disse Tyson ridendo di lui e facendo scattare un'altra lite, feriti o no, quei due non sarebbero mai cambiati.

Era ormai tardo pomeriggio quando il gruppo decise di fermarsi e accamparsi, in modo da poter riposare un pò di più durante la notte.
-Era ora, ho il collo a pezzi- disse Alèk gettando malamente Casper a terra che per il colpo si svegliò.
-Ahi che botta... Eh? Ma perché sono tutto pieno di polvere? Che schifo, ho bisogno di una doccia subito!- gridò alzandosi.
-Non potevi svegliarti prima? Ti ho dovuto portare fino adesso- disse il fratello dei Black sedendosi e tastandosi le ferite ancora doloranti.
-Certo che sei proprio una lagna- disse Tyson che non riuscì a resistere per punzecchiarlo, Alèk non fece in tempo a ribattere che Alexis li fermò nell'immediato.
-Non cominciate voi due- li riprese, i due "nemici" si scambiarono semplicemente un'occhiata di astio e poi si voltarono grugnendo. Priscilla si sedette a terra, incrociò le gambe, poi appoggiò i gomiti su di esse e inspirò a pieni polmoni, Alèk la guardò per un attimo e le si avvicinò incuriosito.
-Cosa stai facendo?- chiese.
-Meditando, mi aiuta a rigenerare la magia- ribattè fredda.
-Oh capisco, beh sei una meraviglia lo sai, dovremmo andare a cena insieme qualche volta- propose.
-Scordatelo, ora silenzio- rispose secca chiudendo gli occhi, lui alzò le mani in segno di resa: non erano molte le ragazze che resistevano al suo fascino, quella era una tosta, una sfida e a lui le sfide piacevano da morire.
-Va bene principessa, come vuoi tu, ma un giorno mi dirai di si- disse, sorrise e voltandosi si avvicinò a sua sorella e a Casper che continuava ad estrarre oggetti su oggetti dal suo zaino.
-Cosa sono tutti quei tubi?- domandò la ragazza.
-La domanda vera e propria è: come fanno a stare tutti in quello zainetto- intervenne Tyson arrivando da dietro, Casper rise, ma semplicemente non rispose lasciando un velo di mistero nell'aria. Dopo una decina di minuti finalmente Cremisis completò la sua opera, persino Priscilla aveva aperto un occhio per vedere cosa stava trafficando quel "ragazzino".
-Et voilà!- esclamò mostrando a tutti ciò che stava facendo: aveva costruito una tenda con tanto di materassi e cuscini per dormire.
-Una tenda?- domandò Tyson piegando la testa di lato.
-Certo, sicuramente non mi metto a dormire per terra in mezzo ad un bosco, neanche morto, non è igienico e poi mi si sporcherebbero tutti i vestiti...- si bloccò di colpo.
-A proposito... Eccoli!- tirò fuori sempre dal suo zaino degli abiti uguali a quelli che aveva indosso, lo guardarono tutti ad occhi spalancati: era fisicamente impossibile che avesse, letteralmente, qualsiasi cosa dentro quella dannata sacca che si portava sempre appresso.
-Un giorno scoprirò il tuo segreto, parola mia- disse Alexis con tono quasi minaccioso, suscitò una risata nei compagni e un sorriso appena accennato in Priscilla che ancora meditava. Dopo essersi sistemati, cominciarono a togliersi le bende che ricoprivano le varie ferite per rimetterne di nuove.
-Fatto- esclamò Tyson mentre legava l'ultima benda attorno alla gamba di Priscilla.
-Ce ne hai messo di tempo- disse lei incrociando le braccia.
-Non sono un medico, faccio quello che posso, accontentati- rispose guardandola dal basso all'alto, si rialzò e poi guardò i suoi compagni.
-Dobbiamo raccogliere della legna per il fuoco, nel bosco ce ne sarà sicuramente- disse, i compagni annuirono e cominciarono la ricerca.

-Non credi sia abbastanza?- domandò Casper a Tyson, il primo con cinque bastoncini in mano, il secondo con due grossi tronchi.
-Ma se non ne hai, praticamente- rispose il ragazzo.
-Beh, certo, non vuoi mica che mi infili qualche scheggia nella mia bellissima mano- disse Cremisis come se fosse ovvio, Knightbuster sospirò scuotendo la testa, quel vecchio era senza speranza. Camminarono ancora un pò finché Tyson non percepì un flebile odore di sangue nell'aria, si voltò di scatto e cominciò a guardarsi attorno circospetto, notò che anche Casper lo aveva percepito, visto che si era tappato il naso.
-Da dove proviene?- chiese il ragazzo dai capelli castani.
-Non lo so, ma è davvero terribile- rispose il "ragazzino", subito dopo dal bosco spuntarono anche Alèk, Priscilla e Alexis, allarmati per lo stesso motivo, i ragazzi si guardarono negli occhi come a volersi far intendere solo con quel semplice gesto.
-Non vorrete mica mettervi a cercare da dove viene questo odore vero? Sangue vuol dire battaglia e battaglia vuol dire guai, sono troppo stanca per questo- disse Priscilla che aveva capito le loro intenzioni.
-Oh non preoccuparti principessa, ti proteggerò io anche a costo della vita- disse Alèk facendo un inchino galante davanti a lei.
-Oh, in questo caso ok- rispose la ragazza senza esitazione.
-Ragazzi!- l'urlo di Alexis interruppe la conversazione.
-L'ho trovato- continuò, i compagni la raggiunsero e insieme guardarono il terribile paesaggio che si stagliava davanti a loro: un accampamento, forse di Vasileias a giudicare dalle uniformi dei corpi senza vita stesi al suolo, sangue in ogni dove, spade e lance conficcate nel terreno e anche nei petti dei soldati, corpi mutilati a cui mancavano braccia e gambe o, addirittura, metà corpo.
-È terribile!- esclamò Alexis scioccata.
-Saranno pure dei Vasileias, ma un massacro del genere è raccapricciante- disse Alèk.
-Forza, ce la puoi fare!- un grido, quasi di incitamento si sentì poco distante da loro.
-Ti manca poco!- un'altro, il gruppo si diresse correndo nella direzione di quella voce, svoltarono un angolo e lì videro una scena che sarebbe rimasta per sempre nelle loro teste: una giovane soldatessa si trascinava sui gomiti, lasciando dietro di se una scia di sangue, le sue gambe tranciate via, come strappate dal corpo da quella che, a giudicare dal taglio netto, doveva essere una lama; avanzava lentamente e a fatica verso un ragazzo, colui che la incitava ad avvicinarsi.
-Ci sei quasi!- gridò questo, sempre più felice e divertito, finchè la giovane soldatessa non stramazzò al suolo emettendo l'ultimo respiro della sua vita, morta dissanguata e di fatica, il ragazzo in questione sbuffò.
-Ma quando mai ci arrivano a sfiorarmi- disse a metà tra la delusione e il divertimento, si voltò giusto in tempo per vedere arrivare il gruppo di ragazzi il quale si mise subito in guardia.
-Quei capelli, non sarà mica... no, non è Syzer- disse Priscilla, intanto lui aveva cominciato la sua camminata nella loro direzione: era un ragazzo giovane, sui ventitré anni, alto circa 1.60, il fisico asciutto e poco allenato, i suoi capelli erano corti e color argento, tutti sparpagliati, mentre gli occhi dorati erano spalancati e fissavano il gruppo dandogli un'aria da killer psicopatico. Indossava un completo nero compreso di giacca, jeans lunghi, stivali e un guanto di cuoio che gli copriva la mano sinistra, mentre nella destra stringeva un bastone magico con una sfera di quarzo in punta, il mantello che svolazzava era color cremisi e rifletteva il sangue che lo circondava, al collo portava un medaglione rotondo. Era ormai a qualche passo di distanza quando si fermò.
-Siete dei soldati sotto il comando di Theos Velona?- chiese sospettoso.
-Neanche per sogno- rispose Tyson mentre con una mano era già pronto ad afferrare la falce.
-Oh bene, perché se lo foste stati, avrei dovuto uccidervi- disse, Alèk assottigliò gli occhi infastidito, poi guardò i suoi compagni sull'attenti.
-Perché siete qui?- domandò lo sconosciuto.
-Perché mai dovremmo risponderti?- ribatté il fratello dei Black.
-Oh stiamo viaggiando per abbattere tutte le sedi dei Vasileias e far ritornare questo regno com'era prima- rispose tranquillamente Casper infilandosi una nocciolina in bocca, i compagni si voltarono verso di lui ad occhi sbarrati, increduli del fatto che gli avesse rivelato le loro intenzioni.
-Sei impazzito, idiota!- gridò Priscilla prendendolo per il colletto.
-Hai intenzione di sbandierarlo ai quattro venti, che ti è saltato in mente!?- lo rimproverò ancora urlandogli ad un centimetro dalla faccia e riempiendolo di sputacchi.
-Che schifo, allontanati, non voglio i tuoi germi!- urlò di rimando lui, Priscilla sentì la rabbia montargli dentro e in un attimo Casper venne messo al tappeto da un pugno potentissimo: quella ragazza fisicamente non era forte, ma quel colpo avrebbe fatto tremare la terra.
-Oh quindi siete contro l'impero, bene allora mi unisco a voi- disse lo sconosciuto, lo fissarono tutti ad occhi spalancati.
-Eh?- dissero in coro.
-No no scordatelo, non sappiamo neanche chi sei e sinceramente a guardarti così, mi sembri solo un pazzo omicida- disse Alexis, il ragazzo dai capelli argento si voltò nella sua direzione e le si avvicinò con un aria poco rassicurante ed un ghigno viscido stampato in faccia, fino ad arrivarle a pochi palmi di distanza.
-Potrei esserlo solo per te, se ti piacciono i bad boys- disse ammiccando, una mano si posò sulla sua spalla sinistra, il ragazzo girò la testa in quella direzione.
-Hey nanetto, allontanati da lei- disse Alèk fissandolo dall'alto minaccioso.
-E tu chi saresti? La sua balia?- domandò l'altro sostenendo il suo sguardo.
-No, suo fratello, e se non stai attento a come parli, ti spezzo tutti gli ossicini che hai in corpo e ci gioco a Shangai- lo avvertì allontanandolo con uno spintone, il ragazzo sorrise divertito.
-Interessante, beh visto che mi stai simpatico ti voglio dire una cosa...- disse ironicamente.
-... La tua cara sorellina, da adesso è sulla mia lista di ragazze che farò godere a colpi di fianchi, non so se mi spiego- continuò imitando il gesto con il bacino, a quell'affermazione Alèk sentì il sangue ribollire e in un attimo fece un passo verso di lui pronto per tirargli un pugno in pieno viso, ma venne fermato da Tyson che si mise in mezzo.
-Non vorrai cominciare una lotta inutile solo perché questo tipo ha voglia di fare il coglione vero?- disse squadrandolo dall'ombra del suo cappuccio: in realtà aveva deciso di intromettersi per evitare che le ferite del compagno si riaprissero, ma aveva usato una scusa per non farsi vedere preoccupato da lui. Alexis si fece avanti e posò una mano sul petto del fratello facendolo arretrare.
-Alèk, Ty ha ragione, le sue sono solo parole al vento, non dargli ascolto- gli disse e subito dopo il ragazzo si calmò, anche se continuò a fissare in malo modo quel tizio che lo aveva provocato.
-Ragazzi, guardate cosa ho trovato- intervenne Casper alzandosi da terra con in mano una lettera presa dal corpo di un Vasileias, Priscilla la afferrò e ne lesse il contenuto poi sorrise.
-Credo che vi interesserà sapere che questo era l'accampamento dei rinforzi che dovevano arrivare ad Hargeon- disse guardando i suoi compagni.
-Veramente? Quindi se non sono mai arrivati è solo grazie a lui- intervenne Alexis fissando serio lo sconosciuto, il ragazzo le fece un occhiolino languido per poi voltarsi in direzione della ragazza dai capelli celesti.
-Non credete che mi meriti una ricompensa per questo, bellezza- le disse ammiccando a qualcosa di sporco, Priscilla, senza esitare, sollevò da terra una roccia grazie alla sua telecinesi e gliela scagliò contro, il giovane preso alla sprovvista venne colpito in pieno viso.
-Non ci provare idiota, non sono il tipo di persona che se ne sta zitta davanti a proposte del genere, quindi se non vuoi ritrovarti lapidato ti conviene finirla qui e alla svelta- lo minacciò seria, Alèk si mise a ridere.
-Adoro quella ragazza- disse tra se e se.
-Di solito le donne amano colpire nelle parti basse, accidenti non avevo calcolato questa possibilità- disse lo sconosciuto rialzandosi da terra mentre si massaggiava la testa.
-Beh, credo che almeno un grazie sia d'obbligo- intervenne Tyson porgendogli la mano, lui la afferrò immediatamente e diede uno strattone verso di se, in modo da far avvicinare il ragazzo con la falce.
-Oh no, un grazie non basta, mi riterrò soddisfatto e abbastanza appagato solo se mi lascerete venire con voi- rispose l'altro, Knightbuster lo fissò serio dalla testa ai piedi.
-Come ti chiami piccoletto?- domandò.
-Nicolash Neviski, meglio conosciuto come "lo stregone supremo"- ripose vantandosi e mettendosi in una posa alquanto ridicola, mentre sventolava in aria il suo bastone.
-Mai sentito- disse Tyson scuotendo la testa appoggiato dai suoi compagni.
-Beh, vuol dire che siete poco informati- ribatté Nicolash.
-No, vuol dire che non ti conosce nessuno e smettila di fare quelle pose, sei ridicolo- disse Priscilla.
-Ragazzi, non vorrei interrompervi, ma il sole tra poco tramonterà e noi dobbiamo ancora accamparci per la notte e soprattutto dovremmo riposare- intervenne Alexis, Casper la appoggiò.
-Hai ragione Alex, andiamo- disse Tyson voltandosi di spalle, cominciò a camminare seguito dagli altri e infine anche da Nicolash.
-Perché ci deve seguire? Non lo voglio con noi- si lamentò Alèk guardandolo di traverso, il ragazzo dai capelli argentati gli fece un sorrisetto di rimando che lo fece innervosire.
-È libero di andare dove gli pare, se vuole venire con noi può farlo, ma io non lo considero uno del gruppo- disse Tyson serio, Nicolash lo sentì e sorrise.
-Non ancora- lo corresse, poi si voltò indietro guardando l'ultima volta l'accampamento insanguinato e il sorriso scomparve lasciando spazio ad un espressione di rabbia repressa, si strinse il medaglione che portava al collo e guardò il cielo immerso nei suoi pensieri.
-Chissà che cosa gli è preso per uccidere quei soldati con quella violenza- sussurrò Alexis rivolta a Priscilla, per non farsi sentire dal diretto interessato.
-Non lo so, ma se devo dirti la verità, meno Vasileias ci sono, meglio è- rispose la ragazza. Nicolash le sentì e tornò a sorridere, ma questa volta in modo psicopatico.


Qualche ora prima:

Stava vagabondando per caso in mezzo al bosco, non aveva né una meta né un posto dove andare, viveva alla giornata e girovagava in attesa di qualche testa da mozzare, quando aveva improvvisamente sentito le voci di alcuni soldati di pattuglia, che stavano facendo la ronda nel bosco.
-Dobbiamo sbrigarci, hanno appena contattato l'accampamento, dobbiamo raggiungere l'esercito restante ad Hargeon, richiedono rinforzi- disse uno di loro, Nicolash rimase fermo a fissarli finché non si accorsero di lui.
-E tu chi sei?- domandarono, lui cominciò a ridere in modo finto poi si abbassò di scatto.
-Io sono...- lanciò in aria il suo bastone.
-... Nicolash, lo stregone supremo! Ricordati il mio nome, oppure mi prenderò la tua anima!- gridò.
-Dov'è questo accampamento?- chiese allargando le braccia in una posizione ridicola, rimase fermo per qualche secondo, mentre l'oggetto che poco prima aveva scaraventato in aria gli cadde diritto sulla testa emettendo un flebile suono.
-Si certo e io sono il re dei folletti- disse uno di loro ignorando la domanda e scoppiando a ridere, smise subito non appena vide con la coda dell'occhio il suo collega mentre cadeva a terra: le gambe tranciate via, così come la testa, toccarono il suolo con un rumore sordo e quest'ultima rotolò lasciandosi dietro una scia di sangue.
-Ora mi vuoi rispondere?- disse con uno sguardo omicida mentre gli puntava alla gola una grossa spada lunga qualche metro che fuoriusciva dal suo bastone.
-Hey amico tranquillo metti giù quell'arma- disse balbettando l'altro mentre alzava le mani in segno di resa.
-Rispondimi- ordinò autoritario Neviski appoggiando la punta della spada sulla carotide.
-Va bene va bene, è a sud-est di qui, a circa un paio chilometri- rispose.
-Ora lasciami andare ti prego- lo implorò, Nicolash abbassò l'arma voltandosi di spalle, poi alzò lo sguardo mostrandolo furioso.
-Vai all'inferno- disse prima di girarsi di scatto e decapitarlo con un taglio netto, il sangue zampillò ovunque schiantandosi a terra creando delle grosse macchie. La testa del Vasileias rotolò accanto al suo piede, l'espressione dipinta su di essa era di terrore: gli occhi erano rimasti spalancati e la bocca semiaperta come in principio di un urlo, che però non arrivò mai. Nicolash diede un calcio leggero alla testa mozzata spedendola poco più in la e cominciò a camminare verso la direzione in cui si trovava l'accampamento. Dopo qualche minuto scorse alcune tende nel mezzo del bosco e continuò per la sua strada entrando nel bel mezzo del territorio nemico, senza mai fermarsi, ignorando che qualcuno potesse accorgersi di lui. I Vasileias erano in fermento, si stavano organizzando in fretta e furia per partire e andare verso Hargeon a dare man forte ai loro colleghi.
-Hey tu! Fermati dove sei!- gridò un soldato attirando l'attenzione sul ragazzo che si voltò.
-Dici a me? A me, Nicolash Neviski, lo stregone supremo?- chiese vantandosi.
-Sì dico proprio a te, come ti permetti in intrufolarti nel nostro accampamento? Lo sai che farai una brutta fine- lo minacciò, Neviski cominciò a ridere con tanto di lacrime agli occhi, intanto era stato circondato da alcuni Vasileias che stavano assistendo alla scena.
-Questa è proprio bella lo sai, davvero divertente- disse asciugandosi la punta dell'occhio con un dito.
-Riderai ancora per poco- ribatté il nemico partendo alla carica con una spada fatta di terra, tentò di colpirlo con un affondo, ma il ragazzo schivò in anticipo come se avesse predetto la sua mossa, poi dalla punta di due dita provenì un'aura azzurra e una spada lunga qualche metro fuoriuscì da esse.
-Lama dell'anima- disse trapassando la testa del soldato da parte a parte, niente sangue, nessuna ferita, nonostante questo il malcapitato cominciò a dimenarsi al suolo urlando e poi spirò morendo di dolore.
-Ma come ha fatto!?- gridò un Vasileias spaesato, non sapendo che quella tecnica colpiva direttamente il sistema nervoso avversario, provocando atroci sofferenze.
-Bastardo!- urlò uno e subito dopo tutti quelli che lo circondavano si fecero avanti.
-Shall we dance?- disse Nicolash sorridendo divertito, in quel momento nei suoi occhi dorati si poté leggere la furia di uno psicopatico killer che uccideva per il semplice gusto di farlo. I soldati nell'accampamento si accorsero troppo tardi di ciò che stava succedendo, dopo pochi minuti coloro che avevano iniziato la battaglia erano stesi al suolo senza vita, Neviski si trovava al centro della strage e rideva sguaiatamente, come farebbe un pazzo omicida.
-Fermatelo!- disse uno di loro e subito dopo anche la compagnia rimanente tentò di attaccarlo.
-Dardo di Farron!- dalla sua mano partì un proiettile magico azzurro che colpì i nemici, non era un attacco potente, lo usava solo per indispettire i suoi avversari, cosa che riuscì alla grande, infatti essi, sempre più innervositi gli si lanciarono contro senza pensare, in questo modo il ragazzo li potè far fuori facilmente con la sua lama magica. Nicolash menava colpi di spada veloci e precisi, i suoi movimenti erano fluidi ed aggraziati, sapeva bene come usare quell'arma. Un Vasileias cercò di colpirlo alle spalle con un getto di fuoco, ma lui schivò roteando su se stesso.
-Spadone dell'anima- disse, una grossa spada azzurra apparve sulla punta del suo bastone e il corpo del nemico venne tranciato in due all'altezza della vita, si voltò verso un altro soldato e gli corse in contro sollevando l'arma, ma invece della spada sulla sua testa si abbatté il bastone magico emettendo un suono secco.
-Ahia!- esclamò il nemico tenendosi la parte colpita con due mani e guardandolo storto.
-È troppo divertente- rise Nicolash.
-Idiota mi hai fatto...- il soldato non finì la frase che il ragazzo gli aveva tappato la bocca con la punta della spada, spinse l'arma trapassandogli la testa e il Vasileias morì all'istante. In molti provarono ad attaccarlo senza successo.
-Ma che diavolo di magia è quella?- chiese uno di loro arretrando di qualche passo.
-Oh, diciamo che è una magia di mia invenzione, si chiama Sinfonia della Magia- rispose sferzando la lama contro il petto di un nemico, Neviski lentamente li fece fuori tutti, uno dopo l'altro, non ne risparmiò nemmeno uno. Un Vasileias ferito si avvicinò ad una Lacrima per le comunicazioni portatile.
-Cosa succede? Chi è che grida? Rispondete!- disse una voce.
-A... Aiuto, lo... Stregone- proferì balbettando di fatica il soldato.
-Lo stregone? Che stregone? Che diavolo succede lì?- chiese agitata la voce dall'altro capo
-Scappate... oppure, c... Ci ucciderà... T... Tutti- quelle furono le sue ultime parole, Nicolash calò su di lui come una furia omicida e la testa del soldato venne spaccata a metà, nello stesso istante la lama colpì anche la Lacrima mandandola in frantumi. Il ragazzo non aveva ancora estratto lo spadone, che un rumore di passi dietro di lui attirò la sua attenzione, si voltò appena, giusto per vedere alle sue spalle una ragazza con l'uniforme dei Vasileias attaccarlo con un mazzo di carte.
-Ma ciao splendore, cosa ci fa una bella ragazza come te con un gruppo di idioti come questo?- chiese mentre con la lingua si leccava il labbro superiore, la donna non rispose e continuò a lanciare attacchi con le sue carte, Nicolash schivò senza problemi.
-Non vorrei far fuori un bel visino come il tuo...- la sua espressione cambiò da viscida a vendicativa.
-... Ma non mi lasci altra scelta- continuò afferrando la spada, con un taglio netto privò la donna delle gambe tranciandola dai fianchi in giù, lei urlò di dolore mentre un lago di sangue le si formava attorno, ma non mollò cominciando a trascinarsi con i gomiti per raggiungerlo.
-È un peccato, d'ora in poi non potrai più danzare- disse ridendo sadico.


Presente - In un bosco vicino Magnolia

-Tu mi vuoi dire che questi idioti stanno girando indisturbati per la nazione abbattendo le nostre sedi?- chiese un Vasileias ad un collega.
-Già, si tratta di un piccolo gruppo che però si sta facendo sempre più grande e la cosa è preoccupante- rispose l'altro.
-Ci penserà uno dei generali a farli fuori, non dovete preoccuparvene- intervenne un soldato da dietro, nel frattempo un ombra si nascondeva tra gli alberi muovendosi veloce di ramo in ramo senza fare alcun rumore, come un felino si abbassa nell'erba alta pronto per tendere un'imboscata alla sua preda.
-Fly my darling- sussurrò prima che un sibilo spezzasse il silenzio della foresta e insieme ad esso anche il cranio dei soldati.






ANGOLO AUTRICE:

Oh ciao tutti miei cari! Vi presento il sesto capitolo di questa storia, come potete vedere (ma anche no) è un pò più lungo rispetto al solito, non so perchè ultimamente finisco col fare capitoli enormi e mi ritrovo poi a dividerli in due parti pensate un pò. Volevo avvertirvi che tra qualche capitolo comincerà la vera storia, ovviamnete questa parte è solo di passaggio, non temete!! Una volta che avrò inserito tutti gli OC si comincerà a fare sul serio, vi ho avvertiti!!
Dunque come vi è sembrato il capitolo? vi è piaciuto? Avete trovato errori? Fatemelo sapere!! Alla prossima!!
Hola
Lu!
  
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