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Autore: lmpaoli94    20/07/2020    2 recensioni
Vincenzo, giovane studente minorenne in attesa di diplomarsi all’ultimo anno di scuola superiore.
Michela, insegnante di storia di 40 anni piena di sogni e di speranze.
Si incontreranno in maniera molto improvvisa e si conosceranno meglio l’un l’altra.
Un rapporto che sfocerà in qualcosa di molto più grande di loro, spingendo le persone vicine a loro a dividerli per il loro bene comune.
Ma chi sarà a vincere?
La cattiveria delle persone o un amore sincero?
Un viaggio dentro gli occhi di due persone così diversi di età ma molto simili nei sogni.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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5 mesi dopo
Giungo non era mai stato così freddo in quell’ultima settimana di scuola.
Mentre tutti gli alunni del liceo tecnico parlavano di cosa avessero fatto in vacanza in quei mesi lontano da scuola, molti di loro progettavano un futuro lontano per sempre da quella scuola.
Altri avrebbero lavorato durante i mesi estivi, altri si sarebbero preparati per andare all’università e altri sarebbero stati in via di depressione mentre l’amore della loro vita non sarebbe mai più stato reale.
Nell’ultimo punto c’era solo un ragazzo che provava tutto questo.
Vincenzo fissava i suoi compagni e gli altri ragazzi della scuola con odio, frustrazione, rabbia e molte altre emozioni negative.
Perché loro erano felici e lui no.
Perché loro potevamo e lui no.
L’unica cosa bella che aveva gli era stata sottratta malamente, anche se il preside gli era rimasto molto vicino in tutti questi mesi.
Vincenzo, per quanto non avesse più niente per vivere, si era impegnato ogni mese per riuscire a conquistare un’ottima media e avere sempre voti più alti.
Tutti i professori erano soddisfatti per lui, soprattutto la sua professoressa di storia.
Anche se il lor sguardo continuava ad essere magnetico, non riuscivano ad andare oltre.
Non potevano ancora rovinare le loro vite perché non l’avrebbero ancora sopportato.
Quando la giovane donna insegnava nella sua classe era quasi impossibile mantenere viva la concentrazione, ma faceva di tutto per nascondere i suoi veri sentimenti.
Paura, repressione, gioia, felicità e intorno il buio oscuro e il timore di rimanere sola.
In fondo la giovane Michela lo era davvero e niente questa volta l’avrebbe potuta aiutare.
Vincenzo, per quanto guardava gli altri alunni andare a divertirsi in una piccola festa nell’ultimo giorno organizzata da alcuni ragazzi dell’ultimo anno.
Ma la tristezza di Vincenzo non poteva essere dimenticata, anche se erano sole poche ore.
Preferiva rimanere sull’uscio della porta a fissare la sua ex amante prendere le sue ultime cose mentre il suo dispiacere era dipinto nei suoi occhi.
Prima di poterla rivedere quell’ultima volta, in tutto il tempo passato lontano avrebbe voluto andarla a trovare a casa sua.
Voleva dirgli quanto l’amava e che non riusciva a rimanere lontana da lei.
I suoi sentimenti erano così forti che si potevano essere incontrollabili.
La situazione era davvero surreale e il giovane ragazzo non avrebbe mai pensato di trovarsi in quella situazione.
 
 
Inizio flashback:


Vincenzo era davanti casa sua bussando ripetutamente alla sua porta.
La sua impazienza era molto sottile ed evidente e la sua repressione stava diventando come un veleno mortale.
Quando alla fine la donna si decise ad aprire, la sorpresa dei due divenne sempre più palpabile.
Dopo essersi fissati per alcuni minuti, Vincenzo iniziò a salutarla con un flebile ciao.
< Non possiamo vederci, Vincenzo. Vattene subito via da qui. >
Ma nel mentre la donna gli stava per sbattere la porta in faccia, l’insistenza di Vincenzo aveva avuto la meglio.
< Volevo solo vedere come stai. Nient’altro. >
< Tutto bene. Come puoi ben vedere… >
< Posso entrare pochi minuti? Voglio solo parlarti. Niente baci o sesso. Promesso. >
Sapendo che non c’era nessun modo per fargli cambiare idea, Michela si vede costretta ad accettare.
< Se mi stai domandando se voglio qualcosa, ti dico già che sono apposto così > tagliò corto il ragazzo < Adesso puoi sederti? >
Evitando di guardarlo dritto negli occhi, Michela pretendeva che il ragazzo potesse arrivare subito al punto così che poi se ne sarebbe andato.
< Qualcuno sa che sei qui? > cominciò a domandare la donna.
< No. nessuno. >
< Ne sei sicuro? Per caso qualcuno ti ha spiato? >
< No. stavolta sono sicuro. >
< Molto bene. Come puoi ben vedere, io sto bene… Per quanto riguarda te… >
< Io invece sto uno schifo > confessò il ragazzo < Insomma, rimanere lontano da te è troppo snervante e doloroso da parte mia. Io ti amo, Michela. E non posso sopportare che tu ed io… >
< Domani sarà il mio ultimo giorno di scuola. Vorrei che tu non me lo rovinassi. >
< Non lo farei mai. >
< Lo spero. Ho finito di fare la figura della stupida davanti agli occhi dei miei alunni e dei miei docenti. Credi che in tutto questo tempo loro non abbiamo sparlato di me e di te solo per il piacere di farcio del male? Le persone sanno essere molto crudeli in tutto questo. >
< E tu cos’hai pensato? >
< Cosa volevi che facessi? Che li prendessi tutti a pugni? >
< Assolutamente no. io e te non siamo due tipi violenti. >
< Esatto… Li ho ignorati. Anche se in certe giornate è stato molto difficile. >
< Al contrario tu però, se avessi davvero sorpreso qualcuno a parlare di me o di te, mi sarei sicuramente vendicato. Non so se li avrei picchiati, ma sicuramente gliel’avrei fatta pagare. >
< Le tue fantasie sono irrefrenabili quando vuoi, Vincenzo. >
< Sto continuando a vivere un sogno, Michela. Anche se il mio sogno mi è stato tolto con la forza… Ma rinchiuso nella mia mente, io continuo a viverlo ancora… E tu? >
< Io cosa? >
< Tu non hai un sogno? >
< Sai quale era il mio sogno, Vincenzo: insegnare per tutta la mia vita. Ma dopo quello che è successo tra noi, non sarà più possibile. Ci hanno rovinato… Ma tu sei ancora giovane e la tua vita può cambiare in goni momento. Per me voltare pagina sarà molto difficile. >
< Non tutti ti sbatteranno le porte in faccia. Ne sono convinto. >
< Davvero? E dove prendi tutta questa convinzione? >
< Nessuno potrà mai rifiutare i tuoi occhi celesti come il mare. Nessuno si sognerebbe mai di farti soffrire ancora. >
< IO non e sarei così sicura, Vincenzo. Ho sofferto in passato e posso soffrire anche in futuro. >
< Allora vorrà dire che sarò lì a difenderti > rispose divertito il ragazzo.
< No, Vincenzo. Tu non ci sarai… Non farai più parte della mia vita perché io non vivrò mai più in questa città. >
< Hai intenzione di tornare dai tuoi genitori? >
< Forse sì, ma non c’ho ancora pensato… Voglio provare a trovare un nuovo lavoro in questa città di cui mi sono innamorata. Ma se ciò non dovesse accadere, vorrà dire che tenterò altre strade. >
< Lucca può essere una bella città come hai detto tu… Peccato che molte persone che vi ci abitano abbiano una mente bigotta e molto ristretta. >
< Vincenzo, ti assicuro che anche in altre città sarebbe successo la stessa cosa tra noi. tu sei ancora minorenne, mentre io… >
< Ancora solo per pochi giorni. Il 20 giugno compirò 18 anni e… apriti cielo. Farò la miglior festa del mondo. Insieme a te. >
< Oh, no no no. non credo proprio. >
< Michela, ti prego. Non posso festeggiare il mio compleanno senza di te. >
< Vuoi dare atto a coloro che vogliono e volevano distruggerci qualcos’altro per cui parlare? Perché vuoi far sapere che tu ed io… >
< Perché come ti ho detto prima, io ti amo. E devono saperlo tutti. >
< NO! non è possibile Vincenzo! > gridò esasperata la donna < E adesso smettiamola di parlare di noi. ti prego. >
Vedendo che altre lacrime gli stavano gonfiando gli occhi, Vincenzo si avvicinò a lei per accarezzarla anche se per l’ultima volta.
< Non voglio che tu mi veda così, Vincenzo > mormorò la donna con voce rotta.
< Vuoi davvero che me ne vada? >
Senza attendere una riposta esaustiva, Michela continuò a farsi toccare con quelle sue dolci e delicate mani che fino a qualche mese fa’ continuava a baciare con passione nell’unico momento di vero amore in cui si sono uniti.
Non avrebbero mai dimenticato il loro capodanno insieme, nemmeno se avessero voluto.
Mentre Vincenzo si era improvvisamente staccata da lei dicendogli che non sopportava più vederla soffrire, Michela gli rispose di fermarsi subito.
Mentre il ragazzo era in piedi dinanzi alla porta, la giovane donna non gli mollava gli occhi di dosso su di lui.
In quel momento Vincenzo non aveva mai intravisto tutta quella bellezza e il potere dei suoi occhi, essendo sempre nascosto da un velo di tristezza.
Ma quello che adesso Vincenzo stava vedendo, erano occhi pieni di piacere e di erotismo.
Camminando con passo talmente lento ed estenuante, Vincenzo non sarebbe mai creduto a quello che stava facendo.
Mentre faceva quei piccoli passi, Michela si apprestava a sbottonarsi la sua camicetta, mentre le sue forme diventavano sempre più chiare.
Appena arrivò all’ultimo bottone, un senso di eccitazione pervase il giovane ragazzo.
< Dimmi, Vincenzo. Che cosa vedi? Il tuo desiderio di guardarmi va ben oltre ogni cosa? >
Mentre tutto quello che aveva intorno a lei stava scomparendo (pensieri passati e futuri erano stati inghiottiti da un presente forte e coinciso), Vincenzo cercò di mantenere tutta la calma possibile per evitare di saltargli addosso.
< Ti guardo, Michela… e vedo una bellissima donna di cui non potrò mai dimenticare.
Sei come la Venere al momento della rinascita.
Sei come una rosa rossa che sta sbocciando.
Sei come il concetto di amore che nessuno riesce ad identificare con occhi sinceri.
Ma tu per me sei l’unica personificazione di una Dea  che renderà questo momento incancellabile nella mia mente. >
< Del resto come tutti gli altri momenti insieme, vero Vincenzo? >
< Forse… Ma questa volta è diverso. L’unico modo per contemplarti è rimanere senza parole… Ma per evitare di soffrire ancora, sarà meglio che io me ne vada. Perché alla fine di tutto voglio ricordarti così: bella e sensuale come nessun’altra che conoscerò in questa vita. >


Fine flashback


< Vincenzo? > fece la donna cercando di riscuoterlo dai suoi pensieri < Vincenzo, ci sei? >
< Professoressa Canini… >
< Che cosa ci fai qui? Perché non sei con i tuoi amici? >
< Perché dopo tutto quello che p successo tra di noi, ho capito di non avere amici. E l’unico che avevo, mi ha tradito impunemente. Senza contare che ci ha rovinato la vita. >
< Ormai tutto questo è passato, Vincenzo. E dobbiamo cercare di andare avanti? >
< E lei crede che sia così facile? >
< Non possiamo continuare a deprimerci per tutta la nostra esistenza. La vita è fin troppo breve… So che tu hai molti meno anni di me e che dovrai fare ancora tanta esperienza, ma devi capire che non è assolutamente possibile continuare ad essere tristi. Quindi voltiamo pagina e… >
< Ho afferrato il messaggio > rispose il ragazzo con tono fermo < Cos’ha pensato di fare dopo la scuola? >
< Non lo so. Non ho ancora trovato un degno lavoro, ma grazie ai miei risparmi riuscirò a sopravvivere per alcuni mesi. >
< E se per caso lei… >
< Non dovessi trovare nessun lavoro? ancora non lo so. Spero che nessuno mi possa sbattere in faccia tutte le porte di ogni lavoro di questa città. Sarebbe troppo frustrante. >
< Lo sai cos’ho sognato in questo momento? Che grazie ai suoi occhi celesti, nessuno si permetterà di sbatterle la porta in faccia. Sarebbe da folli. >
< Già. È quello che penso anch’io… E dimmi adesso, cos’altro c’era nel tuo sogno che riguarda me e te? >
Senza rispondere alla sua domanda direttamente, Vincenzo preferì fargli una domanda molto inconsueta e personale.
< Non lo so, Michela. Purtroppo qualcuno ha interrotto i miei pensieri richiamandomi all’attenzione. >
< Eri lì a fisarmi come uno sciocco e ho pensato di risvegliarti. Scusa. >
< Davvero mi crede uno sciocco? >
< Non esattamente… Forse allora dovevo usare l’appellativo lunatico. >
< Sì, avrebbe dovuto… Ma non si preoccupi, professoressa. >
< Bene. Almeno non ci saluteremo in maniera… astia. >
< Non era nei miei pensieri… Però prima vorrei farle una domanda? >
< Ora che cosa vuoi sapere. Vincenzo? >
< Quale è stato il suo più grande sogno? O forse, quale potrebbe essere se non si è ancora realizzato? >
Rimanendo interdetta alcuni secondi prima di rispondere alla domanda, Michela fece un respiro profondo.
< Non è obbligata a rispondermi. Ma ci terrei molto che lei lo facesse. >
< Che cosa pensi che riguarda? >
< Non lo so. >
< Desideri ardentemente saperlo? >
< Da un lato sì, ma dall’altro… La prego professoressa, non tergiversi. È abbastanza imbarazzante che io abbia fatto questa domanda. >
< Allora non avresti dovuto farmela. >
< Sono troppo curioso… La prego professoressa, risponda. >
< IL mio più grande sogno realizzato è aver trovato un uomo che sia riuscito davvero a capirmi. E quell’uomo, s’eppur adesso è ancora un ragazzo, sei proprio tu. >
Colpito da tali parole, un sorriso sincero si dipinse sul volto di Vincenzo.
< Sei soddisfatto della risposta? >
< Molto. >
< Bene… Adesso tocca a te darmi una risposta sul tuo più grande sogno. >
< D’accordo. Ma credo che sarà troppo scontato se rispondo che sei stata tu il mio sogno, Michela. E lo sarai per sempre. >
< No, Vincenzo. Non sei per niente scontato. >
Mentre i loro sguardi si facevano più magnetici, Vincenzo e la sua professoressa furono sorpresi nel vedere tutti i ragazzi rientrare nelle loro classi a testa china.
< Preside, ma cos’è successo? >
< Avevo espresso il desiderio di non fare gavettoni o distruggere le cose scolastiche, ma alcuni di loro non sono stati del mio avviso. E per questi ultimi venti minuti, tutti gli alunni rimarranno in classe > rispose l’uomo con tono fermo < Mi dispiace ragazzi, ma così capirete che in futuro dovrete comportarvi in maniera molto diversa… Se non ci rivediamo, buone vacanze a tutti. >
Mentre il silenzio era sceso su tutta la classe di Vincenzo, il giovane ragazzo distolse dopo alcuni minuti lo sguardo dalla donna per tornare al suo posto.
Non avendo il tempo necessario per una breve lezione di storia, la professoressa Michela Canini decise di fare un discorso coinvolgente a quella classe che per nove mesi li aveva accompagnata in quel difficoltoso anno scolastico.
< Ragazzi miei, non c’è molto tempo per dire e sapere da ognuno di voi quale sarebbe il vostro grande sogno o desiderio da intraprendere in un futuro prossimo.
Ma quello che dovete sapere che fuori da quest’aula ci saranno persone che faranno di tutto per rovinare la vostra esistenza e mettervi i bastoni tra le ruote.
Ma non dovete assolutamente permettere che ciò accada.
Nessuno deve provare a distrugger ei vostri sogni,. Perché per voi sono la cosa più importante che avete.
Più della vostra anima gemella. Più della vostra famiglia e più del vostro lavoro.
Con i pensieri e i nostri sogni possiamo essere liberi lontano da tutto e da tutti.
Un luogo magico dove è permesso solo a noi entrarci, facendo rimanere fuori chi vogliamo.
Ma possiamo anche decidere di fare entrare chi vogliamo: la mamma, il fidanzato o la fidanzata… Perché da quello che so, solo queste due figure possono essere importanti davvero per noi.
Ma per quanto riguarda me, l’unica mia figura importante è stato un giovane ragazzo che ha saputo cambiarmi per quello che ero: una sognatrice e timida professoressa che stava solo facendo il suo lavoro.
In tutti questi mesi non mi sono mai resa conto di quanto potessi cambiare, e alla fine l’ho capito.
Io sono stata assolutamente felice di insegnare ad una classe di sognatori come voi e desidererei che non dimenticaste mai le mie parole perché la libertà è tutto per noi.
E se non possiamo essere liberi nella vita reale, lo possiamo essere nei sogni: il luogo magico degli intoccabili nostri nemici. >
Mentre quel discorso iniziato da quella donna giovane, forte ed energica non si sarebbe mai perso nei ricordi, per Vincenzo era venuto il momento di inseguire il suo sogno più grande.
Lottando contro tutto e tutti e uscendo dal suo nascondiglio in modo che la sua felicità potesse essere davvero reale.
Mancavano solo cinque minuti alla fine dell’ultima ora di quel sabato e dell’intero anno scolastico e il giovane Vincenzo non avrebbe avuto altre possibilità per agire se non in quel momento.
Alzandosi di scatto mentre gli sguardi della classe erano tutti per lui, Vincenzo si avvicinò alla professoressa che era seduta sulla cattedra.
Il modo in cui si guardarono in quel momento era chiaro a tutti gli alunni presenti: loro si amavano e si sarebbero amati anche in futuro, esaudendo definitivamente il loro desiderio.
Mentre Vincenzo appoggiò le labbra su quelle sorprendenti della sua professoressa, un forte applauso si riversò in tutta la stanza.
Gli alunni di tutta la classe richiamarono l’attenzione di tutti gli altri studenti rinchiusi nelle loro aule insieme ad altri docenti, soffocando con le grida di gioia e di felicità il suono della campanella.
Mentre il sorriso si era dipinto sul viso dei due giovani amanti, Vincenzo prese in braccio con sé quella donna che non avrebbe mai dovuto e voluto dimenticare, per cominciare  un futuro insieme sopra quelle grida di gioia che riscossero un enorme successo.
Sotto tutti gli occhi pieni d’incredulità, il preside della scuola quella volta non fece niente per contrastare il loro amore, mentre un sorriso sincero si dipinse sul suo volto e sul finire di una storia d’amore e di tremende vicissitudini che il loro legame si sarebbe per sempre rinforzato, rendendolo sotto lo sguardi di tutti inossidabile e indistruttibile.
< Tu sei pazzo, Vincenzo Tarassi. >
< Pazzo di te, Michela Canini > replicò sorridente il ragazzo una volta raggiu8nto il cortile della scuola < Ti amo e ti amerò per sempre. >
< Anch’io ti amo. Per tutta la vita sempre insieme a te. >
   
 
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