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Autore: MerasaviaAnderson    24/07/2020    0 recensioni
•{Raccolta di One Shots scritte per le challenge del gruppo "Hurt/Comfort Italia Fanfiction e Fanart" ~ Hurt/Comfort ~ What if?}
Testo tratto dalla storia "Verifiche di fine trimestre":
"Quel tardo pomeriggio era già buio quando Remus era ritornato dal Castello e si stupì notevolmente quando, entrando in casa, vide che tutte le luci erano spente e vi era un silenzio disarmante. Che Sirius ed Harry fossero usciti per una passeggiata?
La sua domanda ebbe subito una risposta negativa, quando il piccolo Harry apparve dal corridoio con un enorme sorriso sul volto.
«Mooooony!» Harry si gettò sulle gambe di Remus per abbracciarlo e prontamente l'uomo posò la sua valigetta sulla poltrona e prese in braccio il bambino, scoccandogli un bacio sulla guancia paffuta.
«Ma ciao, Harry!» lo salutò, scompigliandogli i capelli «Come stai?»
«Beeene.»
«Ascolta, Harry, dov'è Padfoot?»
«Dorme!» rispose prontamente il bambino, che già evidenziava una bella parlantina proprio come James.
«Dorme?» si chiese Remus, avviandosi verso la camera da letto «A quest'ora?»"

•Rating, note e avvertimenti sono soggetti a variazioni.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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MINUTO PER MINUTO

 
 
Prompt: "y non sa realmente cosa x gli stia nascondendo e questo crea degli equivoci."
"What if? in cui James e Lily sono sopravvissuti alla Prima Guerra Magica, Sirius non è mai andato ad Azkaban ed è sempre rimasto con Remus."

 
«C'è qualcun'altro...» disse Remus, sconsolato e quasi in lacrime, seduto sul divano mentre Lily e James lo ascoltavano pazientemente.
«Remus, mi sembra un po' troppo affrettata come ipotesi.» ammise Lily, con un tono misto tra il dolce e il preoccupato.
James invece stava in silenzio ad ascoltare, totalmente incapace di credere che Sirius potesse tradire Remus, fermamente convinto che non ci sarebbe riuscito neanche per sbaglio.
«È distaccato, è freddo, esce spesso… Spesso e volentieri la notte non viene a letto, sta in salotto seduto sul divano.» continuava a confessare «È da ormai due settimane che fa così, temo che presto arriveremo ad un punto di rottura.»
James lo guardò mortificato, aveva notato anche lui quel cambiamento in Sirius e, se fosse stato come diceva Remus, gli avrebbe staccato la testa con le sue stesse mani.
«Rem, io non credo che Sirius ne sia capace...»
«Volevo provare a seguirlo la prossima volta che esce da solo. Dice che va a passeggiare o a farsi un giro… che deve schiarirsi delle idee e ha bisogno di stare solo. Io però non ci credo. Ormai non ci parliamo quasi più, esce e basta.»
«Se ti va potrei venire con te, se solo di azzarda a fare una cosa del genere lo uccido.» disse James, prima di essere fermato da Lily, che pazientemente cercava di proporre una soluzione più positiva e costruttiva.
«È sbagliato, ragazzi. Remus, secondo me dovresti semplicemente parlarci… Se siete agli sgoccioli come mi dici la verità salterà fuori subito.»
«Vorrei tanto che non fosse così, Lils… Sono molto stanco.»
Remus, consolato dai suoi due migliori amici aveva le lacrime agli occhi, Sirius non si era mai comportato in quel modo e sapere che probabilmente lo stesse tradendo massacrava in piccoli pezzi ogni parte della sua anima.
«Scusate per lo sfogo, ragazzi.» disse, alzandosi dalla poltrona e strofindondosi gli occhi «Torno a casa e appena lui arriva ci parlo.»
«D'accordo...» disse Lily, seguendolo con lo sguardo mentre si avviava verso la porta d'ingresso «Per qualsiasi cosa siamo qui, Rem. Lo sai.»
«Grazie, Lils.» le lasciò un bacio sulla guancia, per poi salutare anche James con un abbraccio.
«In caso dovesse fare il coglione ci parlo io, d'accordo?» lo rassicurò Potter, dandogli una pacca sulla spalla «Coraggio, Remus.»
Remus annuì e con un sorriso triste uscì da casa Potter-Evans, materializzandosi appena fuori dal piccolo appartamento che lui e Sirius condividevano.
Le luci erano spente, le finestre chiuse: Black ancora non era tornato.
~
Erano circa le due del pomeriggio quando finalmente Sirius fece il suo ritorno, con i capelli e i vestiti umidi a causa del temporale che non smetteva da qualche ora a quella parte.
Come sempre si tolse le scarpe e le lasciò all'ingresso, senza dire una parola si avviò verso la cucina e per sua sorpresa lì vi trovò Remus, seduto in uno sgabello dietro l'isola sorseggiava una cioccolata calda.
«Ciao.» disse semplicemente il biondo, alzando lo sguardo dalla sua tazza.
«Ciao, Remus.» farfugliò Sirius velocemente, me mentre stava per voltare le spalle e andare via da quella cucina Remus lo bloccò.
«Sirius, dobbiamo parlare.»
«Di cosa?» il ragazzo appariva notevolmente nervoso, le mani tremavano e il respiro iniziava a farsi affannoso «Non abbiamo nulla da dirci.»
«Non ci parliamo da settimane.» disse Remus, scendendo dallo sgabelli e abbandonando la sua cioccolata «Di punto in bianco hai deciso che ti faccio schifo? Dato che esci per tutto il giorno e trascorri le notti sul divano...»
«Ho solo l'insonnia e non voglio disturbarti mentre dormi.» tagliò corto il giovane, in maniera fredda e cercando di non incrociare i suoi occhi con quelli nocciola di Remus.
«Smettila, Sirius, non è vero.» lo bloccò di nuovo, severo e ben intenzionato a chiarire. Sirius sbuffò. «C'è qualcun'altro, Sir?»
La fatidica domanda arrivò ancora prima del previsto, con la voce di Remus che tremava e temeva la risposta di Sirius. Ma voleva solo la verità, la dura e brutale verità.
Ma Sirius non rispose, limitandosi a calare lo sguardo e a mordersi l'interno della guancia.
Quei pochi secondi di silenzio bastarono a Remus, le cui lacrime iniziarono a scendere silenziose sulle guance sfigurate dalle cicatrici. Annuì tristemente, con un sorriso che celava una triste consapevolezza.
«D'accordo… Direi che è il momento di finirla, no?» continuò a piangere, mentre si allontanava progressivamente da Sirius «Mi dispiace, Sirius… Non credevo fossi così. Io… mi troverò un posto dove stare, magari starò da James per un paio di giorni.»
Ma anche sulle guance di Sirius iniziarono a scendere delle lacrime, incastrandosi tra la sua barba scura, mentre i lunghi capelli gli coprivano il volto.
L'anima di Sirius era a pezzi, lì realizzò che Remus aveva diritto di sapere la verità, di conoscere tutta la situazione, che non poteva più nascondere nulla. Lì realizzò di essere egoista e non volerlo perdere.
Girò le spalle e, ancora silenzioso, si diresse come un automa verso un mobile del salotto.
«Sirius, cosa fai?» chiese Remus, che lo guardava da lontano frugare in uno dei cassetti inferiori, quelli con le cianfrusaglie più inutilizzate.
Il giovane Black continuò a non rispondere, mentre tornava da Remus stringendo tra le mani una carpetta blu.
Semplicemente la porse a Lupin, che la guardò perplesso e diffidente.
«Che cos'è?» domandò, ma Sirius non aveva il coraggio di dargli una risposta, non aveva la forza di parlare, di muovere un muscolo.
Così semplicemente Remus prese la carpetta, la aprì e cominciò a leggere il primo foglio al suo interno.
"Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche.
Paziente: Sirius Orion Black.
Referto degli esami del: 5 gennaio 1987."
Scorrendo gli occhi sul foglio, Remus - sempre più terrorizzato - leggeva di come molti valori degli esami fossero completamente alterati, varie annotazioni dei Guaritori erano scritte ai lati dei fogli.
Lesse ogni pagina, silenziosamente, mentre le lacrime continuavano a scorrere sulle sue guance.
Non era vero.
Era quella la conclusione di Remus: doveva assolutamente trattarsi di uno scherzo perché non era possibile.
Dopo aver letto la terribile diagnosi alzò lo sguardo, gli occhi rossi, gonfi e bagnati guardavano Sirius.
«Dimmi che non è vero.»
«Avevo difficoltà a respirare, a mangiare, a fare qualsiasi cosa… Ero stanco. E avevo mal di testa e dolori ovunque.» confessò Sirius, con la testa china sulle sue scarpe e una cascata di capelli a coprirgli il volto «Così sono andato al San Mungo, mi hanno fatto qualche esame e ne è uscito fuori… questo.»
Remus gettò sul tavolo quella maledetta carpetta e s'avvicinò a Sirius, prendendogli il volto tra le mani e alzandoglielo per poterlo guardare negli occhi grigi.
Erano distrutti proprio quanto ai suoi.
«Come è successo?»
«Lucius Malfoy mi aveva colpito con una maledizione durante l'ultimo scontro che abbiamo avuto… Appena ho iniziato ad avere i sintomi mi sono allontanato da te per non farti notare nulla, ma ho subito avuto dei sospetti. Non c'è nessun altro, Rem. Non potrei mai.»
«Sei uno stupido.» Remus gli accarezzò le guance, asciugandogli le lacrime che le avevano bagnate. «Io resto con te.»
«Non dovresti, i Guaritori mi hanno detto che-»
«Non me ne frega un cazzo, Sirius.» sbottò Remus, sentendo dentro di sé crescere una forte rabbia. Attirò Sirius al proprio petto, stringendolo forte. «Io resto con te.»
«Non dire nulla a James.» la voce si mozzò nella gola di Sirius nel pronunciare quelle parole. James non era così controllato e razionale come Remus. James ne sarebbe uscito completamente distrutto da una notizia del genere.
«Dobbiamo dirglielo, invece. Era preoccupato, voleva ucciderti perché pensava anche lui che mi tradissi.» una triste risata nervosa animò il volto di Lupin, contagiando anche il giovane Black, che continuava a tenere il volto seppellito nella sua spalla.
«La supereremo insieme, come abbiamo sempre fatto, Sir.»
~
Come previsto James alla notizia aveva dato di matto, ma dopo giorni passati a piangere anche lui aveva raggiunto un equilibrio e un senso di terrificante accettazione della cosa.
Appena due anni erano passati da quel momento e adesso Sirius si trovava in ospedale da quattro giorni, vittima della sua malattia, bloccato in un letto e a malapena cosciente.
Al braccio era collegata la flebo con una quantità spropositata di pozioni curative e ormai viveva perennemente attaccato all'ossigenoterapia.
Remus lo teneva tra le braccia con premura, cercando di fargli bere un bicchiere d'acqua con scarso successo.
Il giovane Lupin era sfinito, quei due anni lo avevano massacrato sia dal punto di vista fisico che psicologico, le sue trasformazioni durante le notti di luna piena erano molto più violente e quando James lo recuperava la mattina dopo spesso e volentieri doveva portarlo al San Mungo a causa delle ferite.
Ma lui resisteva, con la forza da leoni che si ritrovava e si prendeva cura di Sirius ogni giorno, perennemente aiutato da James e da Lily.
Qualcuno bussò alla porta della camera e Remus immediatamente si voltò verso di essa per pronunciare la parola: «Avanti!»
Vi entrarono, per l'appunto, i coniugi Potter-Evans, cercando di non fare rumore.
«Hey, ragazzi.» li salutò Lily, poggiando una busta sul tavolino che c'era nella camera. Poi si apprestò a salutare entrambi con un bacio sulla guancia, che Sirius si sforzò di ricambiare con un sorriso flebile. «Remus, ti abbiamo portato il pranzo.»
«In realtà lo abbiamo portato anche per noi.» disse James, sedendo in un angolo di letto accanto a Remus «Pranziamo insieme se ti va, abbiamo lasciato Harry con Bathilda e possiamo rimanere tutto il pomeriggio.»
«Grazie, ragazzi.»
Sul volto stanco di Remus si era aperto un sorriso sincero, grato che i suoi amici potessero rimanere un po' con lui, fargli compagnia, aiutarlo, distrarlo da ogni brutto pensiero.
Felice della permanenza di James e Lily, Sirius aveva tentato di allungare il pugno verso il suo migliore amico, immediatamente James aveva compreso e ricambiò quel gesto di complicità che facevano fin da bambini.
«Come sta?» domandò James a Remus.
«Ancora non bene.» rispose egli amaramente «Ma si sta riprendendo e speriamo di tornare a casa la prossima settimana.»
James annuì preoccupato, per poi riportare la sua attenzione su Sirius e sorridergli.
«Muoviti a rimetterti in forze, Sir. Giusto la settimana prossima c'è la finale del Campionato di Quidditch e dobbiamo guardarla assieme sul divano sfondandoci di pollo fritto.»
Avendo ancora difficoltà a parlare, Sirius si limitò a sorridere e annuire debolmente; Lily preparava il tavolino come se fosse un vero tavolo da pranzo, cercando di portare in quel luogo sterile un senso di familiarità.
Nessuno dei quattro giovani aveva idea di quello che sarebbe accaduto dopo, nessun Guaritore sapeva con quanta rapidità Sirius avrebbe continuato ad aggravarsi, nessuno sapeva quanto Remus avrebbe retto quella situazione prima di ammalarsi anche lui a causa dello stress e della stanchezza.
Per il momento l'unica soluzione era vivere la vita minuto per minuto.
 

Note d'Autrice:
Salve a tutti di nuovo!
Questa storia è stata scritta in data 12/07/2020 per la The Wheel Challenge del Gruppo "Hurt/Comfort Italia Fanfiction e Fanart".
È stata scritta in una sola giornata e non è stata betata, quindi è stata davvero un'impresa da scrivere visto anche il prompt abbastanza difficile. Ammetto che inizialmente voleva risultare molto più leggere... ma non ho resistito al richiamo dell'angst e della tragedia hahahahahhah.
Spero vi sia piaciuta anche questa, pian piano (appena ho tempo!) continuerò a postare tutte le storie molto Hurt/Comfort che ho già scritto per questa Challenge stupende.
A presto!
Merasavia Anderson.
 

 
   
 
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