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Autore: MerasaviaAnderson    19/07/2020    1 recensioni
•{Raccolta di One Shots scritte per le challenge del gruppo "Hurt/Comfort Italia Fanfiction e Fanart" ~ Hurt/Comfort ~ What if?}
Testo tratto dalla storia "Verifiche di fine trimestre":
"Quel tardo pomeriggio era già buio quando Remus era ritornato dal Castello e si stupì notevolmente quando, entrando in casa, vide che tutte le luci erano spente e vi era un silenzio disarmante. Che Sirius ed Harry fossero usciti per una passeggiata?
La sua domanda ebbe subito una risposta negativa, quando il piccolo Harry apparve dal corridoio con un enorme sorriso sul volto.
«Mooooony!» Harry si gettò sulle gambe di Remus per abbracciarlo e prontamente l'uomo posò la sua valigetta sulla poltrona e prese in braccio il bambino, scoccandogli un bacio sulla guancia paffuta.
«Ma ciao, Harry!» lo salutò, scompigliandogli i capelli «Come stai?»
«Beeene.»
«Ascolta, Harry, dov'è Padfoot?»
«Dorme!» rispose prontamente il bambino, che già evidenziava una bella parlantina proprio come James.
«Dorme?» si chiese Remus, avviandosi verso la camera da letto «A quest'ora?»"

•Rating, note e avvertimenti sono soggetti a variazioni.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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TRA LE FIAMME


 

Prompt: y ha un segreto che deve tenere nascosto ad x per preservare la sua sanità mentale.
“What if? in cui Sirius ha scoperto che Peter fosse la spia prima che Voldemort uccidesse Lily e James, ma Peter riesce comunque a far mandare Sirius ad Azkaban.”

 

Sirius era uscito da Azkaban pochi giorni dopo il suo ventiduesimo compleanno, per due mesi all’interno di quella cella di isolamento della prigione non aveva avuto la più pallida idea di cosa fosse accaduto nel mondo esterno, gli avevano semplicemente raccontato che Voldemort era stato miracolosamente sconfitto dell’Ordine della Fenice e che Peter era stato scoperto come Mangiamorte e accusato anche della strage dei dodici babbani, facendo cadere ogni accusa su di lui.
Sirius era devastato, le torture fisiche e psicologiche subite all’interno di quel carcere lo avevano letteralmente stremato, ma la gioia di uscire da innocente e tornare dalle persone che amava era così forte che - a momenti - riusciva persino a non pensare alle barbarie subite.
Per prima cosa avrebbe chiesto scusa a Remus, avrebbe provato a ricostruire la loro relazione che lui stesso aveva distrutto con le sue paranoie.
E avrebbe abbracciato James… Lo avrebbe abbracciato così forte da spezzargli le ossa.
Tuttavia, uscendo dalla prigione, ad aspettarlo fuori trovò solo l’ombra di una figura che lui conosceva bene: il vecchio cappotto color cammello era il tratto più distinguibile di quell’uomo alto e magro, con i capelli biondi che ricadevano sulla fronte un po’ spettinati, i suoi occhi nocciola erano due pietre che Sirius avrebbe potuto riconoscere ovunque.
Remus Lupin in persona era lì, era andato a prenderlo ad Azkaban. Lui da solo.
Sirius si sentì mancare il fiato quando lo vide e pensò di poter morire quando il ragazzo alzò lo volto per far incrociare i loro sguardi: il giovane Black non esitò neanche un istante prima di accelerare il passo e gettare tra le braccia di Remus, facendosi piccolo piccolo contro al suo petto gracile.
Lunastorta fu colto da un soffio di vita improvviso, ma non disse una parola, limitandosi a sorridere tristemente e avvolgere Sirius tra le sue braccia.
«Perdonami.» sussurrò semplicemente al suo orecchio, trattenendo appena le lacrime.
«Va tutto bene.» il tono rassicurante di Remus, tuttavia, lo fece vacillare, così come la dolce carezza che gli aveva fatto tra i capelli «Andiamo a casa.»
«James ha deciso di boicottare il mio momento di gloria perché si sarebbe commosso troppo o perché ha preferito festeggiare la fine della guerra amoreggiando con Lily?» domandò Sirius, improvvisamente, quando si dirigevano alla fermata della Metropolvere. Il suo tono voleva apparire ironico, ma era così tanto agrodolce, come se i Dissennatori gli avessero portato via davvero ogni forma di felicità.
Il sangue si gelò nelle vene di Remus, il ragazzo si paralizzò e dovette sforzarsi di non mostrare alcun cenno traditore nei confronti di Sirius: non poteva dirglielo, non in quel modo e in quel luogo.
«Noi andiamo a casa...» farfugliò, senza il minimo coraggio di guardarlo negli occhi «Loro… stanno sbrigando gli ultimi impegni con l’Ordine.»
Il senso di colpa stava divorando Remus da ogni dove, ma doveva convincersi che mentire, per il momento, fosse necessario a preservare la salute mentale di Sirius.
«Ed Harry?»
«Harry sta bene.» rispose ancora, con una mezza verità, guardando il mezzo sorriso sul volto di Sirius.
Notò solo allora quanto fosse notevolmente più magro, più consumato, ma stava decisamente meglio di ciò che si aspettasse. Si ritrovò a fissare una cicatrice sul suo collo, che doveva essersi procurato lì dentro. La barba poco curata e i capelli in disordine lo facevano sembrare un po’ più adulto.
Era un uomo completamente diverso da quello che aveva visto l’ultima volta due mesi prima, massacrato dall’ingiustizia, dalle visioni e dalle voci che quella prigione gli aveva introdotto nella testa. Silente glielo aveva detto, lo aveva preparato al fatto che Sirius dopo Azkaban avrebbe sofferto molto… Perché anche la persona più sana da lì ne esce completamente folle.
Remus non era decisamente pronto a raccontargli la verità.

~

Sirius aveva mangiato con una tale voracità che in men che non si dica aveva ripulito totalmente tutto il piatto che Remus gli aveva preparato. Ad Azkaban non esisteva alcun tipo di cibo che avesse del vero sapore, venivano cibati con delle rimanenze, per lo più pane e brodo… A volte qualche verdura, quando andava di lusso.
Trovarsi davanti una vera fetta di carne con del purè di patate fu una vera prelibatezza.
«Come stai?» gli domandò Remus, guardandolo stravaccato sulla sedia, mentre impediva alla testa di vagare nei ricordi di quei due mesi precedenti.
«Sto bene...» gli rispose Sirius, scuotendo appena la testa per scacciare via il ricordo dell’ennesima tortura «Tu come stai?»
«Continuo a sopravvivere...» si lasciò sfuggire, sentendosi immediatamente in colpa perché non era lui quello che era stato incarcerato per due mesi senza avere alcuna colpa. Non era lui la persona a cui stava per crollare il mondo addosso.
Il mondo di Remus gli era crollato addosso la notte del 31 ottobre.
«Io ti devo delle spiegazioni e delle scuse io-» il farfugliare veloce di Sirius fu bloccato immediatamente da Remus, che di scuse e spiegazioni non ne aveva bisogno neanche un po’, non dopo quello che era successo.
Aveva solo bisogno di Sirius al suo fianco. E basta.
Sperava così tanto che, pian piano, tutto potesse tornare come prima…
«No, Sir. Non ce n’è bisogno, sul serio.»
«Ero spaventato per te, temevo potessi morire… Poi  non so cosa è successo, sono entrato in totale paranoia...» continuava a spiegarsi, ma il disordine nel suo cervello sembrava farlo impazzire.
«Non fa niente, è tutto passato.»
Con un movimento lento e una inspiegabile ansia nel cuore, Sirius allungò la sua mano fino ad afferrare quella di Remus e stringerla appena, il giovane ricambiò quel contatto, mentre assieme ad un triste sorriso anche le lacrime avevano iniziato a fare capolino suoi suoi occhi. Trattenne quella commozione, però, mentre Sirius s’avvicinava ad accarezzare la sua guancia.
Remus gelava ad ogni minimo contatto con il ragazzo, perché sapeva che avrebbero dovuto affrontare un discorso importante, a cui nessuno dei due era pronto.
«Sei il solito piagnone, Moony...» lo prese in giro, poi con impazienza chiese: «Andiamo noi da James o viene lui qui?»
Remus tacque, non sentendosela proprio di dirgli un’altra bugia, percependo nei suoi occhi grigi già troppi incubi e tormenti.
«Volevo parlarvi, sai… Ultimamente è stato tutto un po’...» scosse la testa nuovamente, abbassando lo sguardo sulle loro mani ancora intrecciate.
«Hey...» stavolta fu Remus ad accarezzargli il volto, per fargli alzare il viso e dargli un po’ - inutile - conforto «Andrà tutto bene adesso, sei fuori da lì.»
Sirius annuì piano e in silenzio, cercando di domare tutti i demoni che erano finalmente riusciti ad invadere la sua testa.
«Posso andare a riposarmi un po’?» gli chiese e Remus semplicemente s’alzò e, senza aver il coraggio di staccare le loro mani, lo condusse verso la sua camera da letto.

~

«Vorrei festeggiare il mio compleanno.» disse Sirius, seduto di fronte al fuoco, dopo aver passato un paio d’ore a dormire. Era terribilmente serio, con gli occhi vacui puntati tra le fiamme del camino. Si era già fatta sera. «Dici che potremmo farlo stasera, Moony?» domandò a Remus al suo fianco «Appena ritornano Lily e James potremmo festeggiare tutti insieme.»
Anche quella volta il cuore di Remus perse un battito e parve fermarsi. Non rispose di nuovo. Non ne poteva più, non poteva lasciarlo vivere in quella terribile illusione.
Era in seria difficoltà, avrebbe voluto solo piangere tra le sue braccia, poter finalmente dare sfogo ai suoi sentimenti ed essere consolato dalla persona che amava… Ma non poteva. Anzi, doveva essere lui a sostenere Sirius dopo che avrebbe scoperto la verità.
«Comunque prometto di cercarmi una nuova casa in questi giorni… Oppure vado in albergo, giuro di non romperti troppo.»
«Puoi restare se vuoi. Sempre, intendo...» gli disse Remus, implicitamente chiedendogli di riprendere la loro vita di prima.
Sirius sorrise, quasi commosso da quelle parole.
«Davvero?»
«Sì, siamo stati soli per troppo tempo, Sir. Quindi se ti va...» Remus ingoiò un boccone troppo amaro, mentre le fiamme scoppiettavano davanti ai suoi occhi «Possiamo parlare un attimo, Sirius?»
Doveva farlo. Ora o mai più.
Si preparò mentalmente, riscaldato da quel camino che gli faceva sentire meno il freddo che la sua anima percepiva da quella dannata notte di una settimana e mezzo prima.
«Sì.»
«Tu lo sai come è stato sconfitto il Signore Oscuro?» gli domandò, tenendo gli occhi bassi sulle sue ginocchia, mentre Sirius lo guardava attentamente, pronto ad ascoltare.
«No, in realtà non mi hanno detto molto...»
«Non è stata proprio l’Ordine della Fenice a sconfiggerlo e neanche il Ministero.» si morse le labbra, quasi a farle sanguinare, mentre Sirius preoccupato gli scostava il labbro inferiore dalla morsa che erano diventati i suoi denti.
«Chi è stato?»
«È stato Harry.»
Sirius rise di gusto, in modo spontaneo pensando che fosse l’ennesima presa in giro di Remus, un po’ come quando da ragazzi gli raccontava di proposito storie false per vedere se ci sarebbe cascato.
«Sì, certo, la profezia si è avverata!» lo prese in giro «Dai, Remus, siamo cresciuti. Sei un buon attore ma non ci casco più in queste cose.»
«Sono serio, Sir.» vedendo che il giovane non si era scomposto, anche Sirius perse un po’ dell’ilarità dei momenti precedenti, riprendendo ad ascoltarlo con più serietà «Peter… Peter ha venduto James e Lily a Voldemort.» disse, mentre le lacrime iniziavano a scendere incontrollate sulle sue guance colme di cicatrici «Ad Halloween è andato a casa loro.» Remus iniziò a singhiozzare, forte, senza neanche il coraggio di vedere che reazione stesse avendo Sirius a quelle parole. «Loro erano sicuri, pensavano che Peter li stesse proteggendo e poi lui è arrivato. James si è lanciato contro Voldemort senza neanche la bacchetta per dare il tempo a Lily di scappare con Harry.»
Fu a quel punto che si voltò a guardare Sirius, le cui mani avevano iniziato a tremare violentemente e lo sguardo totalmente sconvolto era perso sul volto di Remus.
Sapeva che sarebbe stato difficile, ma non immaginava così tanto, non immaginava che potesse scoppiare in lacrime come un bambino.
«Non ce l’hanno fatta, Sir… Lily si è interposta tra Harry e Tu-sai-chi e lui l’ha uccisa a sangue freddo. Questo ha fatto scattare un incantesimo di protezione verso Harry e quando quel bastardo ha provato a ucciderlo la Maledizione gli è rimbalzata addosso, uccidendo Voldemort stesso. Harry è vivo, sta bene, è con la sorella di Lily.»
«Non è vero...» Sirius continuava ad essere totalmente perso, non voleva credere neanche per un istante a ciò che gli era stato appena raccontato da Remus.
Sentì il cuore accelerare così tanto da credere che potesse scoppiare da un momento all’altro, una morsa potente si strinse attorno al suo stomaco, causandogli una forte nausea.
Non era vero.
James non era morto. Lily non era morta. E Remus lo stava solo prendendo in giro.
Oppure lui era ancora ad Azkaban e si trattava solo dell’ennesimo incubo…
«Dimmi qualcosa, Sir...» gli disse Remus, scostandogli una ciocca dei lunghi capelli dal viso, cercando conforto in quella carezza.
Sirius però non disse assolutamente niente, ma s’alzò di scatto, correndo veloce verso il bagno con una mano sulla bocca, con la stessa prontezza Remus lo seguì, temendo stesse per fare qualcosa di sciocco.
Ma Sirius si piegò sulla tazza, a vomitare l’anima, qualsiasi cosa fosse rimasta all’interno del suo stomaco. Con premura Remus si inginocchiò al suo fianco, raccogliendogli i capelli e tenendogli la fronte, mentre al vomito si mischiavano le lacrime e i singhiozzi.
Non appena ebbe finito Lupin gli pulì la bocca con un asciugamano, lasciando che Sirius si spezzasse tra le sue braccia, totalmente scosso dal pianto, con i pugni aveva stretto la maglia del biondo, urlando di disperazione, forte.
«Non è vero, Remus, non è vero!» batteva i pugni contro al suo petto, facendogli male… ma non gli importava, quel dolore non era assolutamente nulla rispetto a quello che stavano passando. «Non sono morti! Non sono morti! Sono ad Azkaban, è solo un altro incubo… Tu non sei davvero qui.»
«Sono qui, invece, la superiamo insieme.»
«È tutta colpa mia...» disse, per poi alzare la voce e continuare a battere i pugni sul petto di Remus, talmente forte che il giovane dovette afferrargli i polsi tra le mani per trattenerlo «È-COLPA-MIA!»
«Non è vero, Sirius, calmati. Non è colpa tua.»
Così Sirius crollò tra le braccia di Remus, a continuare a piangere forte, a ripensare all’ultima volta che aveva salutato James, a come non lo avesse abbracciato troppo forte. Come aveva potuto essere così ingenuo da credere che i suoi amici fossero vivi?
Si maledisse, mentre gli occhi verdi di Lily e i sorrisini di Harry iniziavano ad occupare i suoi pensieri, distruggendo quel briciolo di sanità mentale che aveva a stento mantenuto tra le mura di quella dannata e stramaledetta prigione.
Remus si era fatto forza e adesso pensava solo a consolarlo, a lenirgli quel dolore indescrivibile: la perdita di un fratello, di una sorella… Il collasso del proprio mondo.
Pianse forte, fino ad addormentarsi sul freddo pavimento di quel vecchio bagno, tra le braccia di Remus che gli avevano impedito di frantumarsi in mille pezzi.

~

Remus prese in braccio Sirius, trasportandolo con premura in camera da letto e adagiandolo piano sul materasso scomodo. Nessuno dei due era preparato a quello, Sirius specialmente non meritava quel tipo di inferno che si era abbattuto su di lui, senza lasciargli un briciolo di pietà.
Ma Lunastorta non lo avrebbe lasciato, quel dolore lo avrebbero attraversato insieme, non avrebbe lasciato mai più che qualcosa li separasse: erano completamente da soli.
Gli ultimi superstiti di una meravigliosa amicizia sconfitta dalla morte.
Remus prese una coperta e la adagiò sul corpo di Sirius, sedendo al suo fianco e lasciando un bacio sulla sua fronte mentre gli scostava i capelli dal viso. Percepiva, nel sonno, la sua forte agitazione… Cosa stesse sognando, purtroppo o per fortuna, non gli era dato saperlo.
Ma davanti a quell’uomo distrutto Remus promise a se stesso che se ne sarebbe preso cura, per tutta la loro vita lo avrebbe aiutato ad andare avanti tra le fiamme.
Forse doveva solo accettare che Sirius non sarebbe stato mai più lo stesso.
E molto probabilmente neanche lui.


 



Note d'Autrice:
Salve!
Sono tornata con una nuova storia scritta per il gruppo "Hurt/Comfort Italia Fanfiction e Fanart" (link:https://www.facebook.com/groups/534054389951425) e stavolta devo ammetterlo: è stato un prompt davvero molto ostico e difficile da sviluppare; fino alla fine non avevo la più pallida idea di cosa scrivere o come sviluppare l'idea. Di fatti, credo che l'Hurt/Comfort in questa storia sia molto leggero e che la parte predominante sia l'angst.
Ho pensato ad uno svolgimento della storia un po' differente, che forse avrebbe reso un po' di giustizia a Sirius (nonostante il dolore che prova) e anche un po' più di pace a Remus (e avrebbe condannato quella cacca umana di Peter).
Anche questa volta non mi dilungo, spero che la storia vi sia piaciuta e che si sia attenuta almeno un po' al prompt!
Vi ringrazio sempre con una buona Burrobirra, alla prossima!
Merasavia Anderson.

 

   
 
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