L'annuncio
del ballo aveva scatenato una certa frenesia in tutta la scuola, forse perfino
di più di quella suscitata dal musical – coinvolgendo non solo gli studenti, ma
anche i professori. Mentre Piton e la McGranitt, gli unici quasi immuni, si
lamentavano della completa mancanza di attenzione raggiunta durante le lezioni,
alcuni insegnanti avanzavano i primi inviti.
“Professor
Moody, le piacerebbe venire al ballo con me?” chiese Aurora Sinistra al termine
della colazione, sfoderando il suo sorriso migliore.
Alastor
la guardò confuso e borbottò un rifiuto.
“Lo dice
perché ha una gamba sola?”
“No, è
che... Voglio andare al ballo con qualcun altro, va bene?”
Il
sorriso della strega sparì improvvisamente e per un attimo il mago temette che
si potesse mettere a piangere. Invece, alla fine, lei scoppiò piuttosto in un
moto di stizza.
“Beh,
spero non la McGranitt dato che l’ha già invitata Piton. Che problemi avete a
preferire una vecchia megera a me?”
“Minerva
non è una vecchia megera!”
Mentre
Sinistra finalmente se ne andava, la Umbridge si materializzò in qualche modo
al suo fianco.
“Quindi
inviterà la McGranitt?” gli chiese in tono vagamente indispettito.
“Ma
veramente...”
“Beh, non
faccia tardi alle prove. Oggi saranno particolarmente ehm impegnative”.
Con quelle
parole, anche Dolores si allontanò e ad Alastor rimasto solo nel corridoio
restò solo da imprecare.
“Stupide,
deficienti streghe! Ci andrò con Albus a questo cazzo di ballo, ho deciso!”
“Signor
Malfoy!”
Draco si
bloccò sulla soglia dell’aula, riconoscendo la voce gracidante dell’insegnante.
“È in
anticipo. Molto bene, volevo proprio ehm parlarle” disse con un sorriso un po’
troppo largo per i gusti del ragazzo.
L’imitò,
comunque. “Posso aiutarla in qualche modo, professoressa?”
“Ha già
deciso con chi andare al ballo, signor Malfoy?” domandò la donna,
scrutandolo con un’espressione indecifrabile.
Draco si
domandò perché avrebbe dovuto interessarle; lo sfiorò l’improbabile idea che
volesse invitarlo ad andare con lei ma si affrettò a scacciarla. Non era
possibile, no? Tra l’altro era certo che quell’insopportabile professor Moody –
non riusciva proprio a capire perché mai gli fosse così ostile, era inspiegabile
– ci stesse provando con lei dal primo giorno, l’avrebbe invitata di certo.
Rassicuratosi così, si decise a rispondere con un neutro “Non ancora”.
Lo
sguardo della donna si illuminò a quelle parole. “Ottimo, ottimo!” esclamò. “Ho
un piccolo, ehm, progetto per il ballo. Daremo un assaggio anticipato del
nostro lavoro a tutti. Proprio per questo, penso sarebbe un’ottima idea se lei
andasse con la signorina Lovegood. Perché non la invita?”
Draco non
reagì subito; impiegò qualche secondo ad elaborare la richiesta. Dolores
Umbridge voleva che lui andasse al ballo con Lovegood. Lovegood, non
Parkinson.
“Accetto”
affermò rapido, mentre i primi studenti iniziavano ad arrivare.
Vide
disegnarsi sul volto della professoressa un’espressione piuttosto soddisfatta,
prima che lei gli voltasse le spalle per mettere in riga i nuovi arrivati. Tra
loro Draco notò Luna Lovegood – come avrebbe fatto per invitarla? Doveva
trovare il momento adatto.
D’altra
parte, era certo che nessuno sarebbe stato tanto folle da rifiutare un
suo invito.
Alastor
stava progettando un modo per cavarsi di impiccio dalla questione “ballo”.
Ormai nella scuola non si parlava d'altro ed era dato per scontato che tutti
dovessero andare accompagnati. Era di fronte a un bivio: tentare di nuovo di
invitare Dolores oppure decidersi davvero a invitare Albus.
Era
immerso in quei pensieri – di cui all'esterno si percepivano solo le
imprecazioni che fungevano da intercalare – quando la stessa domanda di sempre
(“Con chi va al ballo, lei?”) gli fu posta una volta di più.
Solo che
questa volta proveniva da una figura del tutto inaspettata.
“Signorina
Lovegood!” esclamò semplicemente, troppo stupito per aggiungere il naturale “Si
faccia i folletti suoi!”.
“Sì,
professore, ha già chiesto alla professoressa Umbridge di andare al ballo con
lei?”
L'occhio
vero di Alastor divenne quasi della stessa grandezza di quello finto per quanto
si era spalancato.
“Perché
dovrei voler andare al ballo con quella pazza?” chiese in modo brusco, con una
risata un po’ eccessiva.
Luna
inclinò leggermente la testa e continuò solamente a fissarlo in modo
stralunato.
“Perché
vi piacete, naturalmente”.
Alastor
riprese a ridere più forte. Perfetto – pensò – perfino la matta ci è
arrivata!
“E lei,
allora, andrà con il signor Malfoy?” scelse di dire comunque in tono
dispettoso.
La
ragazza spalancò un po’ di più gli occhi, ma più che imbarazzata sembrò essere
solo sorpresa e pensierosa.