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Autore: Saeko_san    26/07/2020    1 recensioni
E' passato diverso tempo dalla conclusione di Bleach, ma ci sono attimi e concetti che difficilmente Tite Kubo ci ha fatto dimenticare. In questa raccolta di one-shot, la storia di Bleach verrà ripercorsa sotto diversi punti di vista, per poi arrivare ad un'unica, grande conclusione: "siete lupi, siamo lupi. E i lupi non ululano mai da soli".
| 16 os first published on EFP between 2012 and 2014 |
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gin Ichimaru, Jaggerjack Grimmjow, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Urahara Kisuke
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Vol. 19:
HEAR, FEAR, HERE
Dance with Snowhite


 
Non vi è differenza
tra il vivere e l’essere lasciato vivere
 
Dire che io non ho mai provato paura è un eufemismo.
L’ho provata su quel letto d’ospedale, in attesa che la morte arrivasse; avevo paura della sofferenza e del dolore, avevo paura del buio, avevo paura di finire all’inferno.
Poi è arrivato Sua Maestà Ywach, mi ha scelto perché sono “sopravvissuto” e mi ha donato un potere: quello di poter manipolare la paura, di renderla liquida, tangibile, reale, tanto da poter distruggere il nemico facendogli perdere il controllo di qualsiasi pensiero razionale. Ho ricevuto la lettera “F” e sono diventato uno Sternritter.
Da quel momento, ogni mia paura è diventata blanda e infima, inesistente, perché sono diventato in grado di utilizzarla a mio piacimento, di mandarla contro i miei nemici; sono diventato qualcuno di cui aver paura persino tra i miei commilitoni.
Tutto, pur di compiacere Sua Maestà.
Forse solo la paura di deluderlo è qualcosa che può esistere in me.
E allora perché qui, completamente distrutto dal bankai Senbonzakura Kageyoshi, sotto lo sguardo freddo e indifferente di Byakuya Kuchiki, che mi ha appena voltato le spalle, io provo paura?
Vedo lo sguardo nella giovane Rukia Kuchiki, che ero riuscito nuovamente ad avvolgere con il terrore del mio potere, farsi deciso alle parole del fratello.
 
-Se nel nostro cuore non vi è paura, ciò che egli riflette è il proprio terrore- le dice.
 
Una sensazione oscena mi fa accapponare la pelle, sento freddo, sento dolore, il cuore viene invaso da un veleno che so perfettamente che è difficile estirpare, perché lo conosco in ogni sua forma: la paura cieca dell’irrazionale.
Io sono forte, io mi sto evolvendo, che senso avrebbe aver paura?
La shinigami davanti a me sospira e poi muove le labbra nivee.
 
-Bankai-.
 
Avverto il reiatsu da parte sua crescere esponenzialmente, come esponenzialmente cresce il mio turbamento, e sento l’aria farsi congelata.
Ho paura.
 
-Hakka no Togame-.
 
***
 
 
Come non vi è differenza
tra il morire e l’essere ucciso[1]
 
Per tutta la mia vita ho provato paura: paura di essere uccisa, paura di essere sconfitta, paura di non essere accettata, né dal mio mondo né dal mio nobile fratello.
So cos’è, so come affrontarla, anche quando è irrazionale.
Sono stata sull’orlo della perdizione innumerevoli volte, così come innumerevoli volte mi sono rialzata.
Una cosa che ho imparato con il tempo è che la paura si combatte, anche quando è irrazionale, solo se non si è soli.
Il mio nobile fratello poco fa ha detto che sono forte, riempiendomi il cuore di un sentimento talmente bello e riconoscente che sono in grado di soverchiare l’ansia.
 
-Hakka no Togame-.
 
Il mio bankai si sprigiona in tutta la sua potenza e congela tutto nel raggio di miglia, Äs Nödt compreso; ho fatto ben attenzione a non investire di potere congelante il mio nobile fratello, che può muoversi liberamente.
Il mio corpo si è trasformato, i miei vestiti sono diventati quelli dell’anima della mia zanpakuto, bianchi, innevati, come i miei capelli, come le mie ciglia, la mia stessa spada è trasparente come il ghiaccio; sono fragile, ho paura di rompermi.
Il potere della mia Sode no Shirayuki è bellissimo, ma difficoltoso. Sembra fatto apposta per me, forte su tutto ma fragile come porcellana.
Una mano si posa su quella che tiene la spada, il mio nobile fratello mi sta dicendo di scongelarmi con calma, mi dice che il mio bankai è meraviglioso ma pericoloso; sembra quasi implicare che anche io lo sia e il mio cuore si scalda; avere una famiglia serve anche a questo.
 
-Proteggiamo la Soul Society-.
 
Ho paura. L’ho sempre avuta; avverto quel leggero tremolio della pelle, l’esitazione del cuore, che passa veloce.
Non posso smettere di aver paura, ma posso trarne coraggio.
 
-Sì, mio nobile fratello!-.







 
 

[1] Tite Kubo, Bleach vol. 63: HEAR, FEAR, HERE, Äs Nödt






























Note di Saeko:
sì, è breve, molto più breve delle altre one-shot (ma ho superato comunque le cinquecento parole, ergo non si tratta di una flashfic); il ruolo della paura e la sua natura è qualcosa di nuovo, che difficilmente ho mai affrontato con molto piacere, ma va comunque affrontata. Qui, tra la paura di Äs Nödt e quella di Rukia, ho cercato di esplorare un po' il concetto, senza però approfondire tantissimo; ciò che mi interessava è Rukia, come abbia affrontato la paura e come la bellezza e la potenza del suo bankai le faccia capire come Byakuya la riconosca e riconosca la sua forza.
Questa è la prima editissima, mai scritta prima e dopo questa one-shot, ne mancheranno quattro e la raccolta sarà finita.
Il prossimo weekend, poiché parto di venerdì e rientro di lunedì, non ci saranno pubblicazioni, ritorno direttamente il secondo finesettimana di agosto.

Grazie per essere giunti sin qui e buona domenica.

Saeko's out!
  
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