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Autore: Musical    28/07/2020    3 recensioni
O quello che fu l'inizio, non proprio l'inizio dell'umanità, come molti di voi potrebbero immaginare. Semplicemente la storia di come due bambini così diversi riuscirono a diventare amici.
[Human AU]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: AU, De-Aging | Avvertimenti: nessuno
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Anche quel giorno pioveva a Londra; gli abitanti si erano abituati così tanto alla pioggia che non uscivano mai di casa senza un ombrello, come se da un semplice oggetto dipendesse la loro intera vita.
Tra tutti quegli ombrelli che marciavano per i marciapiedi di Soho, però, c'era qualcuno che camminava solamente senza avere nulla in mano, tanto d'attirare l'attenzione delle altre persone perché come poteva un cittadino di Londra camminare senza avere in mano un ombrello, ma alla persona in questione poco importava delle opinioni degli altri, o almeno era quello che voleva far credere. Anthony J. Crowley, o semplicemente Crowley, come voleva che gli altri lo chiamassero, tentava di allontanarsi il più possibile dal luogo dove aveva compiuto un'azione a dir poco al limite della legalità, inoltre la pioggia non era l'ideale per passare inosservato, così preferì entrare in una libreria, il tipo che probabilmente lo stava inseguendo non avrebbe mai pensato d'entrare in un posto del genere.
E in effetti non gli avrebbe dato torto, pensò guardandosi intorno, notando tanti libri e pergamene ordinati nei numerosi scaffali, le luci calde e soffuse rendevano accogliente l'atmosfera, e il ragazzo iniziò a vagare, alla ricerca di un piccolo posticino per nascondersi, la vita della strada non era adatta a lui, pensò appena si sedette su un divano, incrociando le gambe e nascondendosi per bene dietro lo schienale, sbirciando di tanto in tanto per vedere se entrava qualcuno.
"Chi sei, cosa ci fai qui?" domandò una voce alle spalle di Crowley.
Il ragazzo si voltò e vide un altro ragazzino, più o meno della sua stessa età, che lo guardava sospettoso con un libro stretto al petto.
"Erm... Mi sto riparando dalla pioggia."
Il ragazzo si voltò a guardare fuori dalla porta, per poi rivolgere nuovamente la sua attenzione a Crowley mentre si aggiustava un ricciolo biondo che si era allontanato dagli altri. "Ti posso assicurare che la pioggia non arriva fin'a qui."
Crowley sentì le guance andare a fuoco e dovette aggiustarsi gli occhiali da sole per mascherare la punta d'imbarazzo che lo stava travolgendo.
Il ragazzo lo studiò un po' prima di concedergli una gentilezza: "Puoi rimanere qui quanto vuoi, ma a mio padre non piacerà che gli si sporchi il divano."
"E a te interessa?" gli domandò Crowley per ribattere, in parte perché non gli piaceva l'idea di un genitore così severo e in parte perché lui si trovava comodo in quella posizione.
Il biondo ragazzo si guardò un attimo attorno impaurito, come se da un momento all'altro dovesse balzare fuori una creatura mostruosa che non aspettava altro che poterlo divorare in un sol boccone.
"A me non piace." gli confessò a bassa voce, coprendosi anche la bocca per non farsi vedere. "Mi piacerebbe cambiarlo un giorno."
Beh, buono a sapersi, pensò Crowley, che si ritrovò quel ragazzo seduto al suo fianco, il divano era abbastanza grande per entrambi; diede qualche altra occhiata alla porta d'ingresso, ma poi la sua attenzione venne portata nuovamente al ragazzino.
"Stai aspettando qualcuno?"
"Non proprio", gli rispose mentre osservava lo spazio che lo divideva dal biondino, sfregandosi le dita di una mano, non sapeva se andare avanti con il discorso oppure lasciar cadere tutto in una sorta di mutismo.
"Perché mi sembrava che stessi aspettando qualcuno-- ehm..." si dovette fermare, non sapendo come l'altro ragazzo si chiamava.
"Crowley", gli disse senza riuscire a reprimere un sogghigno nel vedere la bocca dell'altro aprirsi come reazione.
"Solo Crowley?"
"In realtà, sono Anthony J. Crowley, ma preferisco solo Crowley."
Il ragazzino annuì, mentre dedicava un piccolo sorriso all'altro ragazzo: "E Crowley sia allora".
Crowley sentì la necessità di portarsi una mano dietro la nuca e di abbassare lo sguardo mentre si aggiustava gli occhiali da sole, quel sorriso era troppo per lui, non era convinto di meritarselo, ma poi cambiò atteggiamento, rilassando le spalle -- anche se non ricordava di averle irrigidite, e tornò a fare lo spavaldo, come pensava le persone in gamba avrebbero fatto.
"Hai un nome anche tu... Dico bene?"
Il ragazzo assunse un'espressione sorpresa: "Non te l'ho detto?" domandò ricevendo un cenno negativo da parte di Crowley.
"Dove ho lasciato le buone maniere?" domandò retorico alzando gli occhi al cielo, ma Crowley era stato ipnotizzato da un ciuffo biondo che svolazzava ribelle sulla testa di quel ragazzo. "Mi chiamo Aziraphale."
Quel nome ebbe l'effetto di attirare l'attenzione di Crowley, che tornò a guardare Aziraphale. "A-zira... Phale?"
Il biondo annuì, dondolando sul posto orgoglioso, stava per spiegargli quello che aveva scoperto a riguardo del proprio nome, il suo significato, la sua etimologia, tutto, ma dovette trattenersi vedendo il viso pallido di Crowley: "Ti senti bene?"
Ma il ragazzo dai capelli rossi si rimise in piedi, "Bene, magnificamente bene, sì".
Peccato che ad Aziraphale sembrava l'opposto, ma non diede voce ai propri pensieri, e preferì osservare l'altro ragazzo che stava aggiustando nuovamente gli occhiali e dava qualche occhiata fuori da una finestra. "Beh, ora devo andare."
"Come? Di già? Ma... Ma sta piovendo!"
Crowley non gli diede ascolto, attraversò la libreria a grandi passi e stava per aprire la porta per uscire, quando una mano si posò sulla sua spalla, facendolo voltare.
"Tieni," gli disse Aziraphale porgendogli un ombrello, "questo ti sarà utile."
Crowley rimase perplesso, non gli capitava tutti i giorni che qualcuno gli donasse qualcosa senza che lui dovesse prenderla in prestito.
"Te lo restituirò", gli sfuggì dalla bocca, senza rendersene conto.
In tutta risposta, Aziraphale sbuffò divertito e scacciò il pensiero con una mano. "Non preoccuparti. Fai un buon ritorno a casa."
"Sì, casa... Certo. Ciao."
La porta della libreria si chiuse, e Aziraphale potè osservare quel ragazzo dai capelli rossi allontanarsi coperto dall'ombrello che gli aveva donato, era il suo preferito, tartan, beige, con le righe celesti e bianche. Non aveva ancora idea che quello sarebbe stato il pretesto per incontrare nuovamente Crowley.

   
 
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