Trascinata.
Qui, in questa vita, mi dissero, non potevo permettermi di urlare troppo a lungo,
scoprire i macigni del mio cuore, le ferite e i famelici abissi.
Qui dovevo ricordarmi di essere come
un aquilone, che si libra - del tutto indifferente - in aria, trascinato, sì, ma solo dal vento.
Ed io, trascinata da questo senso di solitudine, dovrei forse sentirmi me stessa?
Come oso parlare di libertá, quando sono incatenata al suolo?
Eppure una contrapposizione domina il mio spirito, forse più ribelle di quanto creda.
Perché, in fondo, forse non è così male assecondare questa follia.
Mi ripeto, con riluttanza, con voce fioca ma ben distinta, arrogante e dolce al tempo stesso, dentro me, che il mio trascinarmi vale più della Luna.