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Autore: Nao Yoshikawa    30/07/2020    2 recensioni
Raccolta di flashfic/oneshot spin-off de “L’effetto farfalla” costituito da momenti dolci/teneri/divertenti.
1 {Notte insonne} Una volta l’uno, si erano detti. Ma era più facile a dirsi che a farsi.
2 {Primo bagno} «Hai mai fatto un bagno ad un neonato?»
3 {Coliche} «Angelo, ma perché stai piangendo anche tu?!»
4 {Un semplice trucco} «Ma che schifo! Che roba è? Angelo, vuoi avvelenarla per caso?»
5 {Somebody to love} «Ora basta, non ce la faccio più con questa melodia infernale»
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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35 – Punizoni
 
Crowley camminava avanti e indietro, in attesa. Le lancette dell’orologio, con il loro ticchettio, lo stavano innervosendo. Avrebbe dovuto essere nel suo letto a dormire, invece no. Invece, all’una di notte, si ritrovava sveglio nella penombra del soggiorno ad attendere che El tornasse. Per fortuna, almeno, non era solo.
L’aveva detto ad Aziraphale che l’una era troppo tardi, El aveva quindici anni per l’amor di Satana!
«Crowley, calmo. Vedrai che El arriverà a momenti.»
Ma il demone non era molto d’accordo. E passassero le feste, passasse il fatto che El amasse indossare vestiti di pelle ed essere audace, passasse il fatto che probabilmente avrebbe attirato l’attenzione, ma anche quello…
«Non hai voluto ascoltare la mia idea», si lamentò Crowley sedendosi, sebbene fermo non riuscisse a stare.
«Ti ho detto che non possiamo seguirla e appostarci in attesa che capiti qualcosa! Non ti tranquillizza nemmeno un po’ il fatto che abbia dei poteri straordinari?» cercò di farlo ragionare.
Il mondo sapeva essere pericoloso per una ragazza così giovane, ma almeno El aveva dalla sua una grande forza e grandi abilità, Crowley si preoccupava un po’ troppo. Per lui  - in realtà per entrambi – era ancora una bambina.
«Mmh. No. E se ha fumato? Bevuto? O peggio, se ha usato una qualche droga strana? Le ho raccomandato di non farlo!» esclamò afferrandolo per le spalle.
Certo, detto da lui era divertente, considerando che nella sua lunga vita aveva provato tutte e tre le cose. Aziraphale stava proprio per dirgli questo, quando udirono dei rumori provenire dal giardino: El doveva essere arrivata. Crowley si fiondò subito ad aprire.
«El, sei in ritardo di dieci minuti e…!»
Sua figlia non sembrava molto stabile sulle proprie gambe: aveva il viso arrossato e faceva anche delle strane smorfie.
«Ciao, come va?» squittì, barcollando.
Non poteva crederci, aveva bevuto, a soli quindici anni, ma cosa le diceva la testa?
«El!» Aziraphale assunse un tono di voce severo. «Che cosa hai combinato? Ti avevamo detto di non bere, tu non sei abituata!»
«Ho soltanto bevuto qualche bicchierino, sto bene!» disse cercando di aggrapparsi a qualcosa che però non c’era, finendo con l’inciampare. Crowley la strinse prima che potesse cadere.
«Tu sei nei guai seri, signorina. Ti avevo raccomandato una cosa e non mi hai ascoltato!» disse il demone deluso.
«Papà, per favore. Mi fa male la testa, puoi parlare a bassa voce?» piagnucolò.
Per forza stava male, non aveva mai bevuto un goccio d’alcol. Nonostante l’arrabbiatura, però, i due dovevano prendersi cura della figlia, la quale a malapena si reggeva in piedi.  Crowley la prese in braccio, mettendole il pigiama e adagiandola poi a letto.
«Mi viene da vomitare…» piagnucolò. «Potete togliermi la sbornia?»
«Potremmo, ma non lo faremo. Così forse ti sarà da lezione», Aziraphale le porse una tazza con in infuso di acqua e alloro. «E per la cronaca, sei un punizione.»
«Ma come punizione?!» esclamò El, venendo interrotta dal forte dolore di testa.
«Sì, punizione», Crowley diede man forte a suo marito. «Niente uscite, niente libri e niente musica. Vuoi che ti tolga qualcos’altro?»
El si imbronciò, accasciandosi.
«No…»
«Bene, allora adesso riposa», Aziraphale gli rimboccò le coperte. «Se ti serve aiuto, siamo qui accanto.»
E dicendo ciò le baciò la fronte. Dopotutto era sempre la sua bambina, anche se si comportava male.
I due lasciarono la camera della figlia, per poi guardarsi.
«Sai che troverà comunque il modo per fare tutto ciò che le hai proibito, vero?» chiese l’angelo.
«Lo so eccome. Per questo dovrò tenerla d’occhio. Visto che la mia idea sul seguirla non era poi così male? Ah, stupidi adolescenti, deve essere un dannato incubo!» si lamentò, passandosi una mano sul viso.
Sì, proprio un incubo. E il peggio non era neanche arrivato.
   
 
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