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Autore: Spekled2    30/07/2020    1 recensioni
"Quello era il genere musicale che lui era solito ascoltare quando qualcosa non andava. Quando voleva un po’ cullarsi nella malinconia, per metabolizzarla e superarla. Kurt lo prendeva in giro, dicendo che in realtà non faceva altro che autocommiserarsi. Lui non ci arrivava proprio. Non si stava abbandonando alla tristezza! Semplicemente la rispettava e le faceva fare il suo naturale corso. Tutto scorre, glielo avevano insegnato a Filosofia! Anche le nuvole più buie erano destinate a diradarsi con la giusta pazienza. Il sole era dietro l’angolo se si era disposti ad aspettare. Anche per Brittany valeva la stessa cosa? Si domandava se stesse pensando a Santana in quel momento."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brittany Pierce, Finn Hudson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'Autore:
Ecco che ci si addentra nella storia, iniziando l'esplorazione del rapporto tra Brittany e Finn. Come anticipato, i social avranno un'importanza marcata nella narrazione, riflettendo quello che potrebbe essere accaduto se Glee si fosse ambientato in questi ultimi anni. Incroceremo la canzone che fornisce il tiotolo al racconto. Anche se non è fondamentale, conisglio in caso di recuperarla!

 
 
*****

Capitolo 2.

Terminata la doppia seduta di allenamento, dopo una doccia rigenerante, si trascinò al parcheggio della scuola seguendo docilmente Sam e Puck, piuttosto stanco.
“ Tutta questa situazione del Lesbodramma è una bella gatta da pelare…" commentò Sam qualche minuto dopo, mettendo in moto la macchina “ Non è male che per una volta Santana non abbia tentato di uccidermi per non aver rispettato i dieci metri di distanza da Brittany, ma mi chiedo quando le cose al Glee torneranno normali.”
“Cos’è questa storia dei dieci metri?” Chiese Finn ridacchiando. Qualsiasi cosa fosse, suonava esattamente da Santana.

Puck abbassò il finestrino, facendo sporgere fuori il braccio. “ Le ragazze sono hot insieme, ma ecco… a Puckzilla non dispiacerebbe fare qualche altro giro a Lopez-ville se capite cosa intendo!”
“ Vedi di non complicare le cose King Kong…” lo ammonì Finn. “ Rachel sostiene che siamo vicinissimi all’apocalisse per Il Glee Club. Un triangolo è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno…” 
Prima che potesse approfondire il discorso, venne distratto dalla vibrazione del suo telefono. Aveva una nuova notifica. 
"Brittany S. Pierce vorrebbe inviarti un messaggio su Instagram." Lesse mentalmente più volte la notifica nella parte alta dello schermo del cellulare. Il ragazzo si ritrovò a sorridere nell'aprire l’applicazione. Si sorprese però nel realizzare di non avere mai aggiunto la Cheerleader tra i suoi contatti.

“ Sei davvero sicuro che Rachel non cercherà di farmi fuori se ti dico di sì? 💀🔪

Finn trattenne una risatina, più per le emoji finali che per altro. Notò che la ragazza era ancora online. Accettò la richiesta di Chat e si affrettò a digitare: 

“ Con Rachel non si può mai sapere! 😜

“Ah, qualcuno è ancora cotto di mama Lopez!" esclamò Sam ammiccando verso Puck. Uscì dal parcheggio e imboccò la rotonda per abbandonare il campus. Ultimamente facevano a turno su chi avrebbe preso la macchina per andare a scuola. L'idea era stata di Sam, un momento per stare insieme ai propri “fratelli” senza i drammi portati dalle ragazze, dal Glee o dal Football. O questo almeno era quello che aveva spiegato loro. Ad ogni modo avevano mantenuto l'abitudine anche se di fatto gli  argomenti di conversazione ricadessero sempre tra quelli!
“ Esiste qualcuno che non lo sia?” rispose sornione Puck mentre accendeva la radio.
“Fammi pensare…” esclamò Sam con marcata teatralità mentre si fermava a uno stop “Finn, forse?!”
“Touché” rispose Puck “ ma solo perché non era ancora pronto al suo lato assatanato. Credimi amico, quella donna es muy caliente quando è ispirata! “Annuì con approvazione quando pescò alla radio un pezzo dei Radiohead. “ E Santana è sempre ispirata!”
“ L'esperienza più terrificante della mia vita" confermò Finn, che li ascoltava appena, complice anche la radio in sottofondo.

Un paio di ragazzi attraversò la strada sulle strisce. Quando furono dall’altra parte della strada, Sam ripartì. Nessuno aggiunse altro, chi impegnato ad ascoltare i Radiohead, chi concentrato a guidare. Finn, d’altro canto, aspettando la risposta di Brittany, si era messo a scorrere il suo profilo Instagram. Il suo feed consisteva prevalentemente in un book fotografico del suo gatto obeso conciato con i peggio costumi.

Lord Tubbington era esilarante. Finn lasciò un cuore all'ultima foto in cui era vestito da fata, con tanto di cappello rosa a punta, occhiali a forma di stella, coriandoli e nastrini turchesi svolazzanti dietro la sua silhouette. Ci doveva essere stato un forte sforzo creativo per scattare quella foto con il giusto tempismo. Ogni tanto compariva un selfie della ragazza, in solitaria o con Santana. La bellezza del sorriso di Brittany lo investì,  lasciandolo un pochino sorpreso, come se lo vedesse per la prima volta. La aggiunse tra i suoi contatti.
 
“ Ti dico di sì solo perché Lord Tubbington insiste. È lusingato dal cuore che gli hai appena lasciato 🐈🤩”
 
Finn soppresse una piccola risata. E la cosa lo stranì alquanto. Stava iniziando a prendere a cuore il compito che Rachel gli aveva affidato. Di quello si trattava, dopotutto. No?

“ Di al tuo gatto che è una rock star! 😎 Fico, vedrai… faremo un numero incredibile insieme! Gli altri resteranno di sasso. 
Che ne dici se ne parliamo domani dopo la scuola?

In risposta ricevette solo l'emoji con gli occhi a stella. Lo prese per una risposta di assenso. Sorridendo, chiuse Instagram, lanciò il telefono sul sedile e, tanto per fare qualcosa, mollò un coppino a Puck che si limitò a promettergli vendetta, quando meno se lo sarebbe aspettato.

*****
 
“Le cose sono più gravi di quanto pensassi, Finn!" Fu così che Rachel esordì durante la loro consueta telefonata serale.
“Ciao anche a te, amore.” Rispose sarcastico, spegnendo l’X-box. Già prevedeva che le cose sarebbero andate per le lunghe. Sospirò. Le chiamate delle 18.00 di Rachel spesso gli facevano posticipare la cena. Ogni tanto Kurt doveva letteralmente salvarlo, rubargli il telefono e salutare di persona l’amica prima di agganciare. Quel giorno Kurt avrebbe cenato fuori con Mercedes, nessuna speranza di una via di fuga semplice e indolore.
“ Ho parlato con Santana.” Lo ignorò lei dall'altro lato del telefono. “È nera, Finn. N-E-R-A!” scandì con grande enfasi, troppa per i gusti di Finn.

Il ragazzo si abbandonò sul letto attendendo dettagli. Ma Rachel restava in silenzio, evidentemente si aspettava che lui dicesse qualcosa.
“Beh, se ha appena mollato Brittany direi che è comprensibile!” provò a ragionare Finn, mettendosi comodo. Se doveva essere una lunga conversazione era meglio prepararsi a dovere.
“È questo il punto, ma non capisci?” riprese con urgenza Rachel “ è nera perché è stata la dolce Brittany a darle il ben servito! Ma ci pensi?”
A Finn non sfuggì l'intonazione parecchio acuta che il tono di voce di Rachel aveva preso.
“Oh!” esclamò lui, sorpreso. Da perfetto estraneo alla vicenda si era aspettato uno scenario completamente ribaltato. E così era stata Brittany a terminare la relazione… la cosa gli appariva alquanto… singolare.

“Come sarebbe a dire “Oh"?! Cosa ti ha detto Brittany oggi? Ho visto che stavate parlando in corridoio!”
Finn si grattò il collo “ ehm, in verità non le ho ancora chiesto nulla riguardo il Lesbodramma!”
“Riguardo a cosa?”
“Senti Rachel…” la interruppe lui, accorgendosi che quella parola non era il massimo da essere usata in una conversazione con la ragazza, o con qualsiasi ragazza, o con qualsiasi persona che non fosse Sam o Puck. “ Io e Brittany non siamo affatto in confidenza, a malapena abbiamo mai parlato prima di oggi…  credevo di avertelo già spiegato questa mattina!”
“Lo hai fatto…” lo incoraggiò Rachel, curiosa di dove lui stesse andando a parare. “ E quindi oggi di cosa avreste parlato se non le hai domandato di Santana?”

“Ho.. ecco sì, ho pensato che avrei dovuto prendere la faccenda alla lontana... guadagnarmi la sua fiducia. Non potevo aspettarmi che si confidasse con me dal nulla!" cercò di spiegare Finn, sentendo caldo all’improvviso all'altezza del collo.
“Oh Finn, è di Brittany che stiamo parlando. Basta un sorriso da chiunque e sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa le si chieda!" cinguettò Rachel con voce leggermente petulante. “ Non era proprio lei quella che lo scorso anno è finita ad aiutare il bidello a pulire i bagni sperando che gli prestasse lo scopettone per provare a cavalcarlo a modo di una Nimbus 2000?”
Da quando associava la voce della sua ragazza a un aggettivo tanto fastidioso? “ Proprio lei…” si limitò a dire, sforzandosi di appellarsi a tutta la pazienza che aveva in corpo. Lui stesso aveva strabuzzato gli occhi quando avevano visto la scena… ma insomma. Chi erano per emettere giudizi?”

“Insomma… cosa vi siete detti?”
“Promettimi che non ti arrabbierai troppo!" Finn strinse gli occhi, un pizzico d’ansia che iniziava a fare capolino in lui. Davvero non riusciva mai a prevedere le reazioni di Rachel. Avrebbe potuto fargli una scenata da un momento all’altro come avrebbe potuto dargli del genio con la stessa facilità.
“Finn…”
“Le ho proposto di lavorare con me al progetto del signor Schuester di settimana prossima.” Decise di essere il più diretto possibile. Spesso era la cosa migliore da fare con Rachel.
“Finn!” Eccolo il tono allarmato e indignato che si era immaginato “ Ti sei di colpo ammattito?”

“Non capisco perché ti arrabbi così tanto. Mi sembra un piano perfetto per conoscerla un po’ meglio. A quel punto mi sarebbe più semplice offrirle una spalla su cui sfogarsi… se ne avesse voglia, intendo!" Si alzò e prese a camminare per la stanza, schivando oggetti random abbandonati sul pavimento.
“Da quando per conoscere una ragazza devi farci un duetto insieme?” protestò Rachel con un’intonazione un po’ troppo acuta.
“Brittany me lo aveva detto che non l'avresti presa affatto bene…” la ignorò lui con un po' di esasperazione, non capendo il motivo di tanto clamore.  Ci fu un minuto interminabile di silenzio. Finn stava quasi per mettere giù la chiamata quando Rachel finalmente parlò.

“ Ok, scusa…” mormorò con un filo di voce. “In realtà non hai avuto una cattiva idea dopotutto."
“Dici davvero? Non sei arrabbiata?” chiese lui, sollevato e un filo sorpreso.
“Dico davvero, anche se sono un filino gelosa, lo ammetto! Ma sono contenta che tu abbia preso di petto la situazione, anche se mi aspettavo qualcosa di… diverso. Dimmi solo che lo stai facendo perché ci tieni a fare quello che ti ho chiesto, e non perché desideri davvero duettare con lei…”

Finn si passò una mano tra i capelli indeciso su come rispondere, cercando le giuste parole. “ Siamo i leader del Glee club, Rach, è come dicevi tu, non capisci?! Anche se siamo fatti per cantare insieme, tu ed io, non pensi che sia giusto cercare di affinare l'intesa anche con gli altri? Per il bene della squadra?”
Lei aspettò un pochino prima di rispondere. Evidentemente stava scansionando mentalmente la sua risposta che, di certo, non era stata come lei si era aspettata. Lui allontanò il telefono dall'orecchio per controllare se non fosse caduta la linea. La chiamata era ancora in corso, ma notò una nuova notifica da Instagram.
“Hai perfettamente ragione Finn…" disse infine Rachel.
“Davvero?”
Lei indugiò ancora un secondo prima di rispondere. “ Hai ragione… e vale in generale. Non solo per te e Brittany.”

“E tu hai già pensato con chi portare il duetto ora che non hai questa pesante palla al piede di nome Finn Hudson da portarti dietro?” chiese lui, cercando di alleggerire il mood della conservazione.
“Ora che mi ci fai pensare… e se chiedessi a Mike? Non gli farebbe male esercitare un po’ la sua voce, e io potrei ripassare qualche passo di danza!"
“Mi sembra magnifico!” approvò lui, alzandosi dal letto e dirigendosi alla scrivania per armeggiare con il computer. Non ci aveva poi messo molto a fare una contromossa. Finn sospettava che si trattasse di un’idea che le balenava in testa da un po’. Non era sicuro che Mike sarebbe stato cosi entusiasta, ma ehi…a ognuno il suo!
Il laptop era già acceso. Si sedette e mormorò un “Uh-uh” non particolarmente convinto in risposta al monologo che Rachel aveva già intrapreso, cambiando discorso. Si era già spostata sulla lista delle canzoni che avrebbe voluto proporre al prof. Schuester per le prossime esibizioni. Con una manata non troppo delicata, lui scostò una manciata di fogli da sopra la tastiera, facendo rotolare per terra una paio di pennarelli. Si connetté a Instagram da Chrome.

“Cosa ne dici?”
“Oh, credo che dovresti insistere un po’ di più con Mr. Shoue… temo voglia proporre ancora qualcosa dei Journey!” rispose ridacchiando, mentre Rachel riprendeva come un fiume a parlare. Oh, questa volta gli sarebbe stata addosso a tal punto che il povero Will Schuester avrebbe dovuto accontentarla se davvero desiderava pace e tranquillità.
“Meraviglioso!” approvò Finn, mentre entrava nella sezione dei direct dove aveva una nuova notifica nella chat con Brittany.
 
“Ciao! Pensavo che potresti passare da me dopo la scuola. Potremmo parlare del numero per il Glee. E sarebbe perfetto avere il quarterback a Fondue for two, prima che la Beaste lo cacci! 😜

Sorrise mentre si affrettava a rispondere, la voce di Rachel ormai un sottofondo poco distinguibile.
 
Contaci! Magari mi spieghi qualche trucchetto sull’uso del bilanciere! 

Rachel continuava il suo monologo ma ormai lui aveva esaurito tutta la sua buona volontà. Stava semplicemente attento che la ragazza non lo interpellasse, borbottando un “uhm, uhm” e un “Ok” giusto per farle presente che stava ancora ascoltando attivamente. O meglio, per farglielo credere.
Un minuto dopo la risposta non tardò ad arrivare, breve ma concisa, proprio come Brittany.

“LOL”
 
*****
 
Era stato a casa di Brittany una volta sola, durate il precedente semestre. I genitori della ragazza erano andati ad una convention e Santana ne aveva approfittato per organizzare una mega festa. Avevano sbolognato la sorellina di Brittany dalla nonna, promettendole tutto il gelato che desiderava durante il week-end. La marmocchia era stata facile da comprare e così aveva manifestato alla nonna un irreprensibile desiderio di dormire da lei. Ricordava di aver fatto il culo a beer-pong a Puck e Mike, che Santana era ubriaca già a metà serata e Brittany aveva vomitato sul tappeto di sua madre. Quinn le aveva tenuto la coda durante le svariate tappe al gabinetto.

Il vialetto dei Pierce era parecchio curato, l’erba del giardino tenuta bassa e le gardenie emanavano un buon profumo. La bici di Brittany giaceva abbandonata sul patio. Dandosi una ravvivata ai capelli, suonò il campanello e attese. Dopo qualche secondo un rumore di passi preannunciò l’arrivo di qualcuno oltre la porta e si ritrovò presto a dover abbassare lo sguardo. Davanti a lui, incastrata nel piccolo spazio creatosi tra il muro e la porta socchiusa, stava la copia in miniatura di Brittany, con tanto di coda e occhioni blu. La bambina lo squadrò in silenzio, sospettosa.

“ Ciao, tu devi essere Jane, la sorellina di Brittany!” abbozzò lui, impacciato.
“ Sei qui per venderci qualcosa?” domandò la bambina “ perché mamma dice che non apriamo ai venditori ambulanti!” lo ammonì lei abbassando la voce.
“ Sono un amico di tua sorella, non vendo nulla!” allargò le braccia lui con un sorriso, come a dimostrarle che fosse pulito.
Jane Pierce annuì poco convinta e poi urlò “ Bri-Bri!! C’è un gigante che ti cerca!” e con questo corse via, lasciandolo li all’ingresso, la porta semi chiusa.

Un nuovo rumore affrettato arrivò dalle scale che davano sul pianerottolo, proprio davanti all’ingresso. Rapida ma aggraziata, Brittany trotterellò giù dalle scale “Ehi Finn, hai conosciuto la mia piccola peste!”
Si era cambiata rispetto a quello che indossava a scuola, optando per una salopette di jeans fatta a shorts sopra una magliettina leggera a righe giallo-nere. Sembrava un’apetta. Un’apetta leggiadra e molto carina. Ma che diavolo stava pensando?
“Certo che tua sorella è letteralmente il tuo francobollo” le concesse Finn, impressionato. Tuttavia, lo sguardo confuso della ragazza gli fece riformulare la frase “ ti.. sì, insomma… ti somiglia tanto!”

Brittany sorrise “ Oh sì, sto lavorando da diverso tempo per renderla la mia mini-me. Ho visto un film in cui il cattivo che voleva conquistare il mondo aveva una sorta di copia in miniatura. Ho dovuto adeguarmi se voglio diventare rappresentante degli studenti! Dovresti vederla quando le faccio indossare la sua mini divisa dei Cheerios”
Finn ridacchiò mentre Brittany girò i tacchi e prese a salire le scale di corsa. “ Hai intenzione di stare lì per tutto il giorno?” Lo canzonò fermandosi a metà rampa.
Non se lo fece ripetere, e dandosi mentalmente del deficiente, varcò l’ingresso di casa Pierce. Nel richiudersi la porta alle spalle si prese qualche istante per guardarsi attorno. L’anticamera era molto luminosa, arredata con gusto e piena di specchi. Un paio di comodini dall’aria antica lo scortavano da ambo i lati del corridoio, i centrini elaborati e vari soprammobili erano stati sistemati con cura. Qua e là, sulle pareti appena ridipinte, svettava qualche foto di famiglia e alcuni quadri raffiguranti paesaggi montani.

Brittany lo stava ancora studiando con aria indecifrabile da sopra le scale, così lui abbandonò gli indugi e la raggiunse con l’abbozzo di un sorriso. “ Già... scusami, sono ancora un attimo sconvolto dalla tua sorellina… per un attimo ho pensato fossi tu e che ti fosse accaduto qualcosa, tipo che fossi caduta in un qualche calderone pieno di una pozione ringiovanente…”
Brittany ridacchiò “ Una volta sono caduta dentro a uno dei Silos per la raccolta dell’acqua qui fuori Lima…”
“Cosa?”
“Oh, sì..” annuì lei “ma è acqua passata, ormai!” gli fece l’occhiolino lei spingendolo leggermente per farlo avanzare lungo le scale. “ Andiamo, dritto fino al corridoio e poi a destra!”

*****

“ Mettiti comodo, ho bisogno del bagno per un secondo!”
Fu così che per la prima volta si era trovato nella stanza di Brittany. La sera della festa era stata subito off-limits. Santana l’aveva fatta sigillare, chiudendo la stanza a chiave e riponendola nel proprio reggiseno. Nessuno aveva fatto grosse domande a riguardo ne Brittany aveva protestato aggiungendo solo un “Fico, se dovessi aver bisogno di entrare in camera mia ho la scusa per palparti le poppe davanti a tutti!” 

La stanza non era molto grande. Una grossa finestra si affacciava su un balconcino, contribuendo a rendere il locale parecchio luminoso. La carta da parati rosa non lo faceva impazzire, ma i piccoli dettagli con gli unicorni erano abbastanza fichi e certamente in pieno stile Brittany. Un letto a una piazza e mezza era incastrato tra una libreria colma di VHS della Disney e una scrivania in legno scuro. Aveva lasciato il suo laptop acceso ma probabilmente non lo stava usando da un po’ considerando che lo screen saver era in funzione. Una presentazione di foto veniva infatti proiettata ritmicamente sullo schermo, alternando foto di gruppo del Glee Club, delle Cheerios e di Lord Tubbington. Appese al muro, Brittany aveva fissato diverse fotografie incorniciate. Riconobbe una foto che lui stesso aveva scattato durante le provinciali dell’anno precedente, e che aveva pubblicato sui suoi social, che ritraeva Brittany, Santana e Quinn festanti dopo l’esibizione. Aveva davvero catturato un bel momento, ed era contento che fosse piaciuta alla ragazza a tal punto da volerla stampare.

Mosse un passo allontanandosi dalla scrivania per guardarsi attorno ancora un po’. L’ordine non era forse uno dei pregi principali di Brittany, ma ehi, niente in confronto al caos che regnava in camera sua! Schivò la divisa dei Cheerios che era stata lasciata sul pavimento e dribblò un paio di peluche dall’aria tremendamente morbidosa. Si avvicinò al comodino. Alcuni trucchi erano sparsi sulla superficie assieme a una collanina d’argento e un pettine. In una piccola cornice argentata spiccava una foto di due bambine che si tenevano la mano. Finn la prese con delicatezza e si sforzò di mettere a fuoco i lineamenti di entrambi i visi. La foto non era nitidissima, probabilmente era stata scattata con una di quelle vecchie macchine fotografiche istantanee. Non poteva che trattarsi di Brittany e Santana ai tempi dell’asilo. Rimise a posto la foto, tornò alla scrivania e si abbandonò sulla sedia, stando ben attento a non toccare il computer. Non voleva dare l’impressione di stare ficcanasando.

“Eccomi, scusa ma avevo bisogno di sciacquarmi il viso” esordì Brittany uscendo dal bagno privato da cui poteva accedere direttamente dalla sua stanza. Finn ne desiderava uno dall’esatto momento in cui si era trasferito con sua madre dagli Hummel. Dannato Kurt, sembrava letteralmente viverci in quel gabinetto!
“ E in più ho trovato il signorino nella cesta dei panni” precisò Brittany quando Finn sorrise, notando il grasso felino che teneva in braccio “ Ehi Lord Tubbington, hai visto? Abbiamo ospiti… è Finn, il tuo ammiratore!”

Il micione, che stava cercando con grande sforzo di divincolarsi, riuscì finalmente a scivolarle via di dosso, cadendo quasi di muso sul parquet. Con un pigro miagolio si rimise a quattro zampe e mosse qualche passo verso il letto, per fermarsi lì vicino. A Finn sembrava evidente come il micio desiderasse mettersi comodo sul materasso ma che fosse troppo grasso per riuscire a saltarci sopra.
“Lord Tubbington è troppo goloso di ali di pollo fritto.. è per questo che ha messo su un po’ di peso ultimamente!” gli spiegò la ragazza affrettandosi a riprenderlo in braccio. “ Ecco, così.. mettiti comodo” mormorò adagiandolo con delicatezza e lasciandogli un sonoro bacio dietro l’orecchio. Il felino miagolò, soddisfatto e strisciò verso il cuscino. “ Ma da domani ti preparo solo insalata!”, gli disse con tono autoritario.
“Il tuo gatto è una forza!” commentò Finn che non aveva ancora smesso di sorridere.

*****
 
“Stavo pensando al numero per il Glee Club poco prima che arrivassi!” gli disse Brittany con entusiasmo.
“Ah sì?!” Finn era sorpreso. Aveva avuto l’impressione che avrebbe dovuto pensare quasi tutto lui per la buona riuscita del progetto. Brittany si stava rivelando più sorprendente del previsto.
“Certo!” la ragazza prese il computer e se lo portò sul letto, dove si sistemò a gambe incrociate. “Vieni a sederti qui con me…" diede un paio di colpetti al materasso “ ti faccio sentire su Spotify cosa avevo in mente!”

Finn la raggiunse, un filino dubbioso. Eppure il sorriso di Brittany era troppo contagioso per fare storie. La osservò sistemarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, la concentrazione nello sguardo mentre scriveva qualcosa nella barra di ricerca. Finn le si sedette a fianco, sorpreso dalla comodità del materasso di Brittany. C’erano svariate leggende a scuola legate a quel materasso. Finn si domandava se almeno la metà avesse qualche fondamento.
“Uhm..” mormorò Brittany, premendo con urgenza il tasto Canc del pc. Sbuffò, grattandosi la testa con un’ aria che lui trovò tremendamente buffa. “Oh, maledizione!”
“Cosa?” Finn si avvicinò a lei un po’ di più  per osservare meglio lo schermo.

“Non mi ricordo più quale canzone avessi  scelto!” spiegò lei imbarazzata “ Ti succede mai? Stai pensando a una cosa e questa ti rimane imbrigliata sulla punta della lingua e sembra non esserci modo per liberarla!”
Finn ridacchiò ”Più di quanto tu possa credere!”
“Davvero, è una sensazione così fastidiosa…”esclamò piena di frustrazione la bionda.
“Beh, magari è tra i tuoi ascolti recenti?” provò a suggerire lui.

Brittany emise un verso di ammirazione lanciandogli un occhiata adulatoria, battendo le mani “Cavolo Finn, ora capisco perché sei il leader del Glee Club! Sei un genio!!”
Non gli era chiaro se dicesse sul serio o meno. Finn aggrottò la fronte, ma gli occhi di Brittany erano così luminosi e il sorriso davvero spontaneo. Decise di credere che quell’entusiasmo fosse reale. Aveva davanti Brittany dopotutto, non Santana Lopez!
“Esagerata!” sminuì Finn, proprio quando la ragazza selezionava l'inserzione degli “ascolti recenti".
Le ultime canzoni spiazzarono letteralmente Finn, che aveva allungato il collo con una certa curiosità. Si aspettava di tutto meno gli Explosions in The Sky. Erano uno dei suoi gruppi post rock preferiti in assoluto, ma non credeva che Brittany potesse conoscerli. Era roba profonda e dannatamente malinconica. Musica prevalentemente priva di testo.“E cosi ci stai male parecchio, eh Brittany!" pensò tra sé e sé, ben guardandosi dal commentare.

“Wow, ma lo sai che Your hand in mine è una delle mie canzoni preferite?" disse invece, cercando lo sguardo della ragazza, che si fece un po’ più buio.
“ Già, è davvero…” Brittany scrollò leggermente le spalle iniziando a giocherellare con le mani, più nervosa del dovuto  “… bellissima."
Finn sapeva di trovarsi ad un bivio netto. Li, nell'account Spotify di Brittany c'era il pretesto per intavolare quella conversazione. Era per quello che si trovava lì, no? Per fare contenta Rachel. Per dar prova di essere il riferimento del gruppo più a se stesso che ad altri.
“ Non è tra le canzoni che ci sono qui…” lo riportò alla realtà Brittany.“ Non ti proporrei mai una canzone senza testo da portare in un gruppo canoro!" Aggiunse con fare ovvio.

Finn annuì. La cosa aveva un certo senso. “Britt proviamo in questo modo... perché non scegli una canzone a caso da ascoltare? Proviamo a sgombrare la mente e nel frattempo, magari, quella che avevi scelto per il Glee ti torna in mente…”
La Cheerleader lo guardò per qualche secondo con la bocca socchiusa. I suoi denti bianchissimi facevano capolino tra le labbra leggermente screpolate. “Mi sembra una buona idea!” chiuse gli occhi e portò la mano destra sul touchpad. Non senza qualche difficoltà, riuscì a far partire una canzone. Capitò “Disintegration Anxiety" un altro classicone degli Explosions. Brittany, ancora con gli occhi chiusi, parve riconoscere subito le note. Si lasciò cadere all'indietro, sdraiandosi, quasi sferrando un doppio calcio al monitor del pc e alla sua testa. Miracolosamente mancò entrambi.

“Sdraiati se vuoi!” sussurrò Brittany e lui fu quasi attirato verso di lei da una strana forza di gravità, mentre la melodia iniziava a prendere forma.
La ragazza teneva ancora gli occhi ben chiusi, le labbra serrate. Finn invece stava ben attento a studiarne i lineamenti, gli zigomi pronunciati, le leggere lentiggini sul naso, le labbra carnose. Quella canzone era bellissima. Brittany era bellissima.
Finn scosse la testa, cosa diavolo gli stava prendendo? Cosa diavolo gli diceva il cervello? Era lì per un motivo chiaro e specifico. Perché non riusciva a concentrarsi su quello? Beh, la situazione era alquanto strana, doveva ammetterlo. Forse se avesse chiuso anche lui gli occhi, avrebbe smesso di pensare certe cose. Pensa al ritmo della canzone, Finn. Distruggi l'ansia. Rilassati.

Quello era il genere musicale che lui era solito ascoltare quando qualcosa non andava. Quando voleva un po’ cullarsi nella malinconia, per metabolizzarla e superarla. Kurt lo prendeva in giro, dicendo che in realtà non faceva altro che autocommiserarsi. Lui non ci arrivava proprio! Non si stava abbandonando alla tristezza. Semplicemente la rispettava e le faceva fare il suo naturale corso. Tutto scorre, glielo avevano insegnato a Filosofia. Anche le nuvole più buie erano destinate a diradarsi con la giusta pazienza. Il sole era dietro l’angolo se si era disposti ad aspettare. Anche per Brittany valeva la stessa cosa? Si domandava se stesse pensando a Santana in quel momento. Ma certo che sta pensando a lei, zoticone! Questa non è musica che ascolti quando le cose sono tutte rose e fiori!

Finalmente si decise a seguire il consiglio dalla Cheerleader e si sdraiò accanto a lei. Per poco non schiacciò Lord Tubbington che, annusato il pericolo, era sgattaiolato via. I due ragazzi si ritrovavano letteralmente spalla contro spalla. La tensione nella stanza sembrò crescere, accesa dall’incedere baldanzoso della canzone, sospesa tra il ritmo incalzante del basso e della batteria. Ma Finn in quel momento si sentì più sereno di quanto non fosse stato da giorni. Sarà stato l'effetto del brano, sarà stata la vicinanza di Brittany, la condivisione di quel momento o tutte le cose insieme. Non gli importava. Sapeva solo di avere la pelle d’oca. Gli oltre quattro minuti della canzone trascorsero senza che lui riuscisse effettivamente ad accorgersene e a dare un peso al tempo. Era come se fossero finiti in una dimensione diversa. La riproduzione automatica di Spotify fece partire il brano successivo. Fu il cambio di ritmo a scuoterlo. Aprì gli occhi, ma la biondina non accennava a muoversi. Teneva sempre gli occhi chiusi, ma un leggero movimento delle dita, palesemente a ritmo di musica, era la prova che fosse sveglia e ben conscia del momento.

Trascorsero un'ora in quel modo, cullati da musica post rock e d'ambiente, come se traessero conforto dalla presenza e vicinanza reciproca. Non c’era bisogno di parlare. Nessuno dei due si mosse, nessuno disse nulla. Il tempo sembrava davvero non essere passato ed essere volato contemporaneamente. Tra una canzone e l’altra, in quegli attimi di silenzio, improvvisamente Finn poteva distinguere il rumore dei loro respiri. Ogni tanto riapriva gli occhi, giusto per assicurarsi che la ragazza fosse ancora li. Eppure il pronunciato profumo di uva del suo shampoo era la prova che lei non si fosse ancora scostata, ma che fosse lì a qualche centimetro di distanza. Persino Lord Tubbington decise di tornare a far loro visita. In qualche modo, a una certa, era riuscito a riguadagnare la sommità del letto. Si acciambellò contro il suo fianco e Finn, dopo un primo spavento nel sentirsi qualcosa di mobile contro, prese ad accarezzarlo lentamente.

Fu Brittany a rompere il  momento, finalmente, rimettendosi a sedere.
“Mi sono fatta trascinare un pochino, scusa Finn…” mormorò nella sua direzione tirando su, in modo quasi impercettibile con il naso.
Finn aprì gli occhi e la imitò, rimettendosi composto, un po’ più in fretta del dovuto. Il micio gli era finito in grembo ma non si mosse di un centimetro. Forse lo sforzo per la riconquista del letto lo aveva provato troppo.
“ Avremmo dovuto pensare al nostro pezzo ma siamo stati qui tutto il tempo.. “ continuò Brittany, “è solo che…” vacillò un attimo, incerta. Le parole le rimasero in gola.
“ Nah, non ti preoccupare… è stato... diverso.” Scrollò le spalle, prendendo ad accarezzare il gatto dietro le orecchie. “ Ogni tanto è giusto lasciarsi trascinare un po’ dagli eventi!”

Si era accorto di quel piccolo soffio con il naso. Aveva forse pianto? Se quello era stato il caso, lo aveva fatto con grande discrezione.
“Avresti potuto dire qualcosa, avremmo dovuto lavorare al numero per Schuester…” quasi piagnucolò Brittany, come se non lo avesse proprio sentito, prendendo a torturarsi le mani.
“Oh, beh…” rispose lui, “in verità mi sono fatto trascinare anche io dalla musica. Il tempo è passato senza che me ne accorgessi!”
Lei annuì leggermente. A Finn sembrò palese che la testa della ragazza fosse altrove.

“Ascolta Brittany…” iniziò Finn, allungando una mano verso la sua spalla. Lei lo fissò negli occhi. Lui sospirò. Era arrivato il momento, era quello giusto. Dannazione quanto faceva schifo in quelle cose!
“ Abbiamo… ho… ho notato che qualcosa non va.” Tentò, con grande impaccio.
Lei si limitò a fissarlo, lo sguardo un filino vacuo.
“ Anche questo tipo di musica… non fraintendermi, io la adoro. La ascolto veramente spesso… talvolta per giorni interi senza cambiare genere… quando sento il bisogno di riflettere su qualcosa.” Cercò di allacciare il suo sguardo, ma Brittany sembrava trovare la sua spalla destra più interessante.
“Io non sono un granché con queste cose, a malapena sarei in grado di dare un consiglio a qualcuno…” continuò, mentre Brittany finalmente alzava lo sguardo. “Ma voglio che tu sappia che se qualche volta dovessi aver voglia di una chiacchierata e di buttare fuori qualcosa, qualsiasi cosa, io ci sono…” provò a sorridere, ma gli uscì solo una mezza smorfia. “ Dopotutto, stare con Rachel è una palestra di vita, o impari ad essere un bravo ascoltatore o… impari ad essere un bravo ascoltatore!”    
Lei si lasciò sfuggire una mini risata, roteando appena gli occhi. “Grazie Finn, lo apprezzo.” Si limitò a rispondergli. “Mi spiace che non abbiamo fatto neanche un passo avanti con il duetto… ti ho fatto venire qui apposta!”

Quella piccola bozza di risata gli diede un po’ di sollievo. “Io credevo mi avessi invitato per registrare Fondue for Two! Ho anche saltato la merenda sperando in un po' di formaggio fuso!” puntualizzò lui. Questa volta riuscì a farla ridere di gusto e lui ne fu nuovamente contagiato. Quando finalmente le risate cessarono lei gli fecce un grosso sorriso e fece una cosa che lo spiazzò non poco. Gli gettò le braccia al collo e lo strinse in un forte abbraccio.
“Sono contenta che tu mi abbia chiesto di cantare insieme, ieri." La frase le uscì un po' soffocata, le parole dette praticamente a fil di pelle, le sue labbra che quasi gli sfioravano il collo. Finn rabbrividì ma ricambiò l'abbraccio, e quasi ci restò male quando lei si scostò dopo un po'.
   
 
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