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Autore: Snehvide    03/08/2020    2 recensioni
Collezione di VignetteFic (fic introspettive, brevi e "statiche") create per la 'VignetteFic Challenge' del gruppo facebook Hurt/Comfort Italia; le aggiornerò man mano che verranno scritte. Maggiori note in fondo alla storia
Sono incentrate quasi esclusivamente su Sam e Dean. I warnings (se ci saranno) verranno riportati all'inizio di ogni storia.
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-1° vignette: Southern Faith
-2° vignette: Marabecca
-3° vignette: Doubts
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Marabecca

Sam non può essere serio, lui adora quelle schifezze.

Le volte in cui era finito in ospedale da bambino, erano l’unica cosa che avrebbe mangiato, e davvero, non può essere cambiato così tanto da quel moccioso petulante che in ospedale incrociava le braccia rifiutando di mettere nello stomaco qualsiasi altra cosa. Dean non capisce proprio perché adesso storca il naso di fronte alla gelatina che gli sta innalzando sul suo cucchiaio, appropinquandolo alle sue labbra forse con un entusiasmo eccessivo; forse con un fare un po’ troppo lezioso e allegro, forse con un pizzico di smaniosa reminiscenza di un passato che mette a rischio la sua negli-anni-conquistata dignità di uomo adulto, deve riconoscerlo – ma al diavolo.
Sam avrà pure trenta-e-passa anni, ma quello sguardo torvo con cui lo fissa con il suo unico occhio libero dalle bende, quel broncio screpolato e incrostato dal sangue sono sempre quelli del fratellino che costringeva a mettersi a letto prima che arrivasse l’infermiera di turno a rimproverarlo per non aver mangiato nient’altro che le gelatine, anche quelle che non gli spettavano (sicuramente Sam ricorderà Tom Kydd, quel bambino del letto accanto che si era schiantato contro un albero dopo aver preso l’auto del padre, e che lui aveva convinto a smettere di mangiare le gelatine e a cederle a Sam, in quanto ‘Se continuerai a mangiare le gelatine che ti danno qui, i denti non ti ricresceranno mai più, amico. Prova piuttosto con il pollo!’ Dean ne ride ancora quando ripensa a quel bambino smilzo e pallido con le gengive sdentate perennemente infiammate per colpa sua).

È davvero poco credibile che Sam faccia adesso l’offeso, dovrebbe essere felice! Quelle gelatine sono l’unica cosa che potrà mangiare per le prossime settimane, almeno sino a quando non ripeteranno una serie di esami i cui nomi a Dean sfuggono, e accerteranno che sì, il suo stomaco ha superato bene il post-operatorio e potrà riprendere a mangiare le schifezze salutistiche che tanto gli piacciono.

 

In fondo, poteva andare peggio: la Marabecca è una creatura di cui non aveva mai sentito parlare, e se non fosse stato per Josh Castiglione e le sue fottute origini siciliane, probabilmente Sam sarebbe ancora sul fondo di quella cisterna abbandonata in attesa di diventare il banchetto di Natale di un fetido avanzo del Purgatorio.
Cosa ci facesse una Marabecca nelle desolate foreste al nord del Michigan non è dato saperlo, ma non è dato sapere neanche perché Sam abbia deciso di seguire un caso per i cazzi propri senza neanche un back-up degno di questo nome, Cristo! Quando, dopo un giro di chiamate ai cacciatori di sua conoscenza, Josh lo ha ricontattato per dirgli della telefonata di Sam di qualche giorno prima, e di avergli parlato di una Marabecca, Dean ne era rimasto spiazzato. Che figlio di puttana, aveva pensato. È andato davvero a caccia senza di lui!

 

Sì, poteva andargli decisamente peggio: Sam poteva ritrovarsi con un fratello maggiore bastardo che avrebbe preso sul serio quella serie di stronzate che gli aveva vomitato addosso l’ultima volta, rabbioso come un cane idrofobo, prima di scendere dall’Impala con le sue cose e congedarsi virtualmente per sempre da lui. ‘Non cercarmi più’, ‘da questo momento le nostre strade si separano’, ‘addio, Dean’ e altre puttanate da casalinga isterica di mezza età. Probabilmente non sa neanche cosa significhino veramente quelle frasi; probabilmente l’idea che non lo stesse cercando non ha sfiorato neanche l’anticamera del suo cervello, e forse, è stato questo pensiero a permettergli di aggrapparsi alla vita, nonostante le ossa spaccate, due-tre organi compromessi e i giorni senza tempo passati a digiuno, a mollo nella più insonorizzata, putrida oscurità.
Eccome, se poteva andargli peggio: Sam si ritrova lì, in un comodo letto d’ospedale, con il caldo, stupido sorriso di suo fratello che vorrebbe provvedere al suo nutrimento nonostante le sue rimostranze, felice come avesse appena vinto alla lotteria.

 

Dean, da parte sua, si sente miracolato: poteva starsene ancora sullo sgabello di un bar a scolarsi l’ennesimo whiskey dopo essere stato con l’ennesima ragazza incontrata lì fuori mentre suo fratello era chissà dove; poteva andare a massacrare un altro covo di vampiri senza neanche guardare in faccia le teste che si sarebbe prodigato a far saltare e poi tornare in un motel, squallido e disastrato come la sua anima.
Poteva trovare un Sam sul carrello di una cella frigo, o ancor peggio, poteva trovare un Sam che non volgesse lo sguardo del suo unico occhio ancora buono verso di lui, né mettesse su quel broncetto tipico del suo Sam, e poteva non dover agitare quel cucchiaino di plastica ricolmo di gelatina rossa, richiamando quell’aeroplanino che il Sam di quattro anni aveva adorato e che forse, se non fosse per la mise di uomo-adulto-e-indipendente-dal-suo-fratellone che tanto lo fa sorridere, adorerebbe ancora.

Dean ha ancora tutto ciò. Quindi, ha tutte le ragioni per avere quel sorriso ebete stampato sulle labbra e quell’espressione di gioia eccessiva in volto.
Ha di nuovo il suo Sammy: non c’è traccia di perdita né di sconfitta.

 Fine

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- Grazie infinite a Enid per il betaggio lampo e completissimo! ;)
- Come al solito, è stata scritta di getto. Mi rifiuto di rileggerla. Ugh.
- Questa fanfiction nasce dalla Vignette-fic challenge del gruppo Hurt/Comfort Italia, che ha visto la creazione di fanfiction brevi, introspettive e “statiche”, concentrate in un’unica scena e con la quasi totale assenza di movimento dei personaggi. Se volete partecipare anche voi, la challenge è ancora in corso insieme ad altre ;)
- Le parole chiave sorteggiate per questa vignette sono le seguenti: Gelatina, Buca, Perdere
- Ne raccoglierò altre in questa stessa entry man mano che le scriverò. Consideratele la mia comfort-zone: in questo momento mi sto dedicando ad un progetto particolarmente impegnativo nonché al sesto ed ultimo capitolo di 
Double, double thorns and trouble (per gli amici, la Cactus!fic – che è in ritardo, ma la riprenderò non appena mi sarò portata a buon punto con il progetto di cui vi parlavo) quindi questa collezione verrà aggiornata in modo irregolare. ;)


 

 

 

 

 

 

 

   
 
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