Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: PRISHILLA    04/08/2020    4 recensioni
L'ossessione che Harry Potter ha per Draco Malfoy sta portando i suoi amici all'esasperazione. Cosa succederà quando Ginny, stanca delle sue continue lamentele, deciderà di prendere in mano la situazione per dimostrargli una volta per tutte che Draco non è stato marchiato e che le sue sono solo paranoie?
Scopriamolo insieme che ne dite..? ^^
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo 29 epilogo


La battaglia iniziò dopo che Draco ebbe fatto entrare i mangiamorte nella scuola.

La trappola scattò, furono colti di sorpresa e riuscirono a dimezzarli notevolmente prima di essere completamente invasi.

Draco poteva ricordare benissimo la mole di sudore che gli impregnava le mani impedendogli una salda presa sulla sua bacchetta, le gambe tremanti, il viso imperlato dall'ansia, l'angoscia e la paura da fargli da padroni.

Ma non mollò la presa, non demorse, non scappò, non si accasciò liberando quel pianto che reprimeva in gola. L'unico obbiettivo: rivedere Ginny ancora una volta. La sua forza, il suo motore, la sua adrenalina.

Combatterono tutti, nessuno escluso, con ferocia, forza di volontà, sete di vittoria e di vendetta negli occhi di sangue. Perché combattevano per la libertà, per la pace, per la possibilità di vivere una vita migliore oggi e per uno straordinario nuovo inizio domani.

Le vittime non furono poche, furono molte, ma ognuna di loro si congedò dalla terra con onore.

Anche Draco prese parte diretta alla battaglia mosso da quel coraggio che non era sicuro di avere, ma non fu facile per lui quando vide arrivare sua madre, il bel viso contratto per la paura e l'orrore, accompagnata da suo padre che credeva rinchiuso ad Azkaban, tirarlo per la camicia come fosse un ragazzino intimandogli di muoversi perché dovevano sparire di lì.

Draco la guardò negli occhi. L'amava, era stata l'unica persona che avesse davvero amato, più di suo padre e in modo certamente diverso. Ma in quel momento, in quel campo di battaglia, tra le urla isteriche e i ringhi feroci di chi restava a combattere non poté far a meno di pensare che c'era qualcun altro adesso a riempirgli la vita, qualcun altro per cui valeva la pena rischiare tutto e forse anche perdere tutto.

Non lo fece, non si mosse, non li seguì ma li incoraggiò a farlo, a mettersi in salvo, a restarne fuori. Non era più la loro guerra, non era mai appartenuta a sua madre, neanche per un secondo.

Narcissa era atterrita, il cuore in frantumi al pensiero che suo figlio potesse morire. Come paralizzata al centro della sala non si muoveva neanche incitata da suo marito che cercava di scuoterla come poté ma senza risultati. Guardava suo figlio mentre dai suoi occhi Draco capì che aveva compreso di averlo preso.

Distratto com'era da quel momento, da quello che per lui era a tutti gli effetti un addio, con il cuore in pena e le lacrime agli occhi, non si accorse di quei bagliori che si avvicinavano a lui con violenza, minacciosamente, pericolosamente.

Fu la donna a difendere suo figlio da un paio di attacchi dei mangiamorte che oramai vedevano il ragazzo come il principale traditore. A lei non importava come la vedevano loro. Non le importava nulla del Signore Oscuro o di altro, le importava della sua famiglia, e protesse il figlio da quella gente, quella che era stata la sua gente fino ad un istante prima, ma a cui per lui, aveva rinunciato a cuor leggero.

Lucius scappò, codardo.

Draco lo vide allontanarsi. Gli si strinse il cuore al pensiero che quella era per lui la figura più importante della sua vita, o quantomeno lo era stata. Aveva visto in suo padre tutto quello che avrebbe voluto essere lui stesso, era il suo massimo esempio. E per un periodo il rischio di diventare come lui era stato incombente.

Draco lo guardava, vedendo allontanarsi con lui anche la sua stessa codardia. Non era più così, non era più come lui.

Guardò sua madre che combatteva come una forsennata per difenderlo. Sorrise pensando che forse il coraggio in realtà lo aveva ereditato da lei, ma proprio come lei lo tirava fuori solo al bisogno solo per le cose davvero importanti, o per le persone davvero importanti.

Furono molti gli sguardi puntati su di loro in diverse fasi della battaglia. Nessuno poteva realmente credere a quello che vedeva, ma era così, era palese, era impossibile non vedere, negare.

Narcissa non usava le maledizioni senza perdono, e neanche lui. Lei non aveva mai ucciso nessuno prima, lo avrebbe fatto per suo figlio, certo, ma se poteva evitarlo ne era più che felice.

Lei non aveva il marchio, non lo aveva mai voluto, e ricordava benissimo la disperazione che si era impadronita di lei nel veder marchiare suo figlio.

Si sentì in qualche modo orgoglioso di lei, che rischiava tutto insieme a lui.

Draco si allontanò da sua madre in un unica occasione: quando vide sua zia Bellatrix alle prese con una battaglia sanguinolenta, con quello sguardo da assassina che gli incuteva timore, ingaggiata con quella che era oramai la sua ossessione, l'unica in grado di fargli sentire il cuore pulsare a mille chilometri orari e fermarsi di colpo senza preavviso.

Bella rise sguaiatamente. Avrebbe giurato che quella donna fossa davvero pazza...

Quel sorriso sadico e quella violenza le erano propri e tutta quell'ira la stava sfogando su di lei!

Partì come un razzo nella speranza di sottrarla alle sue grinfie, e lo fece salvandola per un soffio da un Avada Kedavra. -Non la toccare!- aveva ringhiato minacciosamente, sicuro come non lo era mai stato prima. La vide guardarlo con un ghigno tra il divertito e lo schifato. Gli sputò addosso chiamandolo traditore.

-Non sei degno del nome che porti, non sei degno di far parte della nostra famiglia...- iniziò lei con voce strascicata e al contempo stridula. Gli perforava le orecchie, gli dava i brividi. -Lui si era fidato di te...-

-Mi ha affidato una missione suicida! Questo non è fidarsi...-

-Cosa c'è di meglio al mondo se non morire per lui?!- lo corresse immediatamente, giocherellando con la sua bacchetta. -E' un onore per noi...-

-Beh non per me!- fu in gradi di risponderle. Adesso poteva anche smettere di fingere di essere dalla loro parte, di trovare sane le cose malate che quella gente pensava e applicava. -Io non ho nessuna intenzione di morire per lui! Se proprio devo morire per qualcuno lo farò per lei!- allungò un bracciò per tenere Ginny, che intanto di era rialzata e si era portata alle sue spalle, dietro di sé.

-E sia.- sussurrò lei con voce apatica prima che il suo viso si contraesse in una smorfia sadica e partisse ad attaccarlo senza ritegno.

Ci fu una breve battagli a nella quale Ginny e Draco lottarono fianco a fianco contro quella donna certamente più potente di loro. Si fermarono quando udirono che il signore Oscuro aveva Harry in pugno e videro il ragazzo disarmato.

Bellatrix fu come presa da uno strano piacere orgasmico nel vedere quella scena che a loro invece provocava ribrezzo.

-Oh no Harry...- sussurrò Ginny terrorizzata stringendo la bacchetta al petto.

Lui la guardò. Vide l'orrore, la paura, quelle lacrime che faticava a trattenere. E non lo sopportò. Questa volta però non provò gelosia per quel nome sussurrato dalle sue labbra, non per le lacrime che versava per lui, no... Quello che provò fu infinita tristezza, perché la sua Ginny era triste, era afflitta, sconvolta, e lui non poteva far nulla.

Strinse la bacchetta in pugno più forte che poté. Per una frazione di attimi nella sua mente l'idea di fiondarsi lì e fare l'eroe gli sfrecciò attraverso, ma era una inutile missione suicida, non avrebbe portato beneficio a nessuno. Ma poi...

Strinse ancora la bacchetta.

Una cosa che poteva fare c'era, forse sarebbe risultato vano, ma non poteva lasciare nulla di intentato!

Senza pensarci due volte Draco lanciò la sua bacchetta a Harry chiamandolo a gran voce. Lo chiamò per nome attirando la sua attenzione come mai prima. Harry riuscì ad afferrarla e a difendersi con un “Expelliarmus” urlato all'ultimo secondo.

Bellatrix perse il sorriso spavaldo che aveva stampato in viso, e con occhi selvaggi che guardavano la scena con orrore si volse poi verso suo nipote urlando “Crucio!” con tutta la ferocia che possedeva e fece per colpirlo, ma Ginny si lanciò davanti a lui beccandosi l'anatema al suo posto.

Urlò disperato a corto di fiato mentre la vedeva contorcersi spasmodicamente sollevata a mezz'aria mentre urlava per i dolori atroci che il suo corpo stava subendo. Vide la sua bacchetta scivolarle via dalle mani e finire per terra rotolando fino ai suoi piedi.

Senza pensarci due volte Draco l'afferrò e la impugnò saldamente mentre con tutte le forze che avesse in corpo si rivolse contro di lei puntandole la bacchetta urlando “Stupeficium!”.

Fu una questione di attimi. La bacchetta rispose a lui come avrebbe fatto la sua se non meglio. Fu come essere riconosciuto da lei. La bacchetta sapeva bene quali sentimenti legavano la sua padrona a lui, e allo stesso modo si legò a quel ragazzo obbedendogli come fosse stata sua, proteggendo la sua padrone.

Bellatrix fu scaraventata per aria e Ginny cadde indolenzita.

Quando la prese tra le sue braccia vedendola inerme sentì che era pronto anche lui a morire mentre Bellatrix tornava indietro per finire quello che aveva iniziato.

Strinse il corpo di Ginny al suo e attese, un attesa che non venne mai colmata.

Si voltò e vide che Molly Weasley era arrivata a salvarli aggredendo sua zia che ormai sembrava sul punto di perdere. -Non toccherai i miei figli!- la sentì urlare, e per qualche strana ragione si sentì parte di quei figli di cui la donna grassottella aveva parlato. Una sensazione di calore gli pervase il petto.

Molly uccise Bella. Draco non versò neanche una lacrima per lei.

Quando Ginny riaprì gli occhi sentì che tutta la forza perduta un attimo prima era tornata. La prese tra le braccia appoggiandola ad una parete in modo da non poter essere attaccati alle spalle e la protesse con tutta la forza della sua disperazione da ogni possibile attacco.

La vide mentre tentava di rialzarsi.

-Sta giù maledetta ragazzina!- le urlò contro. -Vuoi farti ammazzare?!- ringhio con sguardo severo vedendola impallidire al tono della sua voce e restare ferma immobile al suo posto senza mai smettere di fissarlo.

Se voleva morire poteva farlo, ma non prima di lui!

Blaise e Theo lo affiancarono, pronti a combattere per lei, per lui, per la loro amicizia e per tutto quello che adesso contava realmente.

Draco sorrise guardandoli provando un moto d'affetto che mai aveva provato in vita sua per quei due, almeno non fino a quel punto.

Erano disposti a morire per lui, e questo li rendeva compagni, amici, fratelli per la vita.

Harry infine uccise Voldemort, liberandosi dalla sua maledizione, liberando il mondo da quella piaga abominevole.

Quando fu tutto finito il dolore non cessò per nessuno dei vincitori. Non ci furono urla di gioia, schiamazzi e festeggiamenti. Non era una partita di quidditch che era stata giocata, era stata la guerra, e vincitori o vinti nessuno poteva gioire immediatamente al suo finire.

I corpi esanimi di amici e parenti giacevano mollemente sulla pietra dura e fredda che neanche il sole caldo di maggio poteva scaldare. Tutti loro avevano perso qualcuno.

Furono molti quelli per cui dovettero versare lacrime amare, tra questi Fred Weasley, Lupin, Tonks...

Anche Piton perse la vita, ucciso dal Signore Oscuro in persona per tradimento. Quella per Draco fu davvero una grave perdita, perché aveva finalmente iniziato a rivalutare quella persona, a capirla, sapendo per certo che era una delle poche persone in grado di capire quello che aveva passato e quello che avrebbe passato in futuro.

Dovette sostenere Ginny per la sua perdita, e lo fece come meglio seppe fare, sperando che fosse abbastanza mente lei piangeva disperata tra le sue braccia tirando pugni contro il suo petto per sfogare il dolore la cuore, totalmente dimentica delle ferite che la maledizione le aveva inferto poco prima.

Fu un momento di dolore comune, e ci volle diverso tempo per immagazzinare, ma mai abbastanza tempo per accettare...






La guerra era finita da un annetto ormai, quel campo di battaglia che li aveva visti lottare e trionfare non aveva più nessuna traccia dei suoi trascorsi violenti, la scuola era stata ripristinata, gli alunni erano potuti rientrare per l'anno scolastico successivo come nulla fosse mai accaduto in quel maggio che pareva essere scomparso dai calendari, anche se, nei cuori di tutti, non era così, non sarebbe mai stato così.

Ma la vita doveva andare avanti, doveva ristabilirsi, gli equilibri riformarsi. E così fu.

Loro presero i loro M.A.G.O. A settembre e anche Ginny aveva potuto riprendere le lezioni, finendo il suo ultimo anno, lontana da lui che aveva ancora molto altro da fare, questioni importanti da sistemare.

Il nome dei Malfoy fu in qualche modo riabilitato, adesso non voleva più dire tradimento e odio, adesso voleva dire coraggio e amore.

Tutti avevano riconosciuto a Draco il merito di aver combattuto per amore, e tutti avevano riconosciuto lo stesso merito a Narcissa.

Adesso erano visti come quella famiglia che per amore avrebbe fatto follie. Ma sempre folli erano, solo di una follia differente dalla precedente. A Draco andava bene anche così.

Prese a studiare alchimia, ritirandosi per un periodo dalla vita pubblica. Aveva bisogno di riflessione e di pace.

Non tornò a Malfoy Manor, si trasferì altrove, costruendosi una casetta in un adorabile radura nei pressi della Tana di cui era assiduo frequentatore ormai.

Ancora rideva nel pensare a come tutto ebbe inizio quel giorno in cui Molly Weasley si presentò alla sua porta porgendogli una crostata di marmellata di ciliege dicendogli di mangiarla tutta perché lo vedeva sciupato chiamandolo “figliolo”. Draco sentì ancora quel calore al petto, lo stesso che avvertì durante la battaglia contro Bellatrix. E quando andò a restituire la teglia non lo lasciarono andar via così facilmente.

Lo costrinsero letteralmente ad entrare in casa, e Draco strabuzzò gli occhi guardandosi intorno, osservando quell'ambiente assolutamente stravagante e per nulla sobrio, quella casetta piccola, che solo allora capì perché chiamassero la “Tana”, riflettendo sul fatto che quella era stata la casa in cui la sua Ginny aveva vissuto, era cresciuta, e quella gente assurda era la sua famiglia.

Il signor Weasley gli faceva vedere tutti quei marchingegni babbani che a lui provocavano solo divertimento, perché non riusciva proprio a capire come si potessero preferire alla magia, ma gli piaceva parlare con lui, Arthur lo prendeva sul serio come nessun altro prima, gli diceva spesso e volentieri quanto fosse in gamba, si interessava anche ai suoi esperimenti alchemici di tanto in tanto frenandolo quando si spingeva troppo oltre. Non era abituato a quella gentilezza, a quella premura, e iniziò pian piano a sentirsi a casa tra quelle mura.

Allora la “Tana” prese un altro significato per lui, non era sinonimo di piccolo, ma di calore, amore, famiglia, proprio come in una vera tana, in cui gli animali si rannicchiano tra di loro per cercare quel calore che mancava durante i freddi inverni, così lui passava il suo tempo con loro cercando quel calore famigliare che non conosceva, o almeno non a quel modo.

Suo padre fu catturato qualche giorno dopo la battaglia di Hogwarts e arrestato, ma furono clementi con lui, perché Narcissa e Draco aveano dimostrato di valere molto, e di aver contribuito notevolmente all'esito positivo dell'ultima battaglia.

Gli avevano dato gli arresti domiciliari a vita, per la gioia di sua madre che così poteva tenerlo sotto controllo, ma era stato anche questo il motivo che lo aveva spinto ad allontanarsi da casa, insieme alla non accettazione ferma e convinta di suo padre per Ginny. Non tollerava minimamente l'idea di vedere il figlio con Ginevra Weasley.

Poco erano valsi i suoi tentativi di dissuaderlo dicendogli che l'amava e che le cose stavano così, punto. Lui era incaponito, al punto da decidere di diseredarlo.

In realtà a Draco non importava molto, ma volle prendersi una rivincita anche su di lui.

Aveva degli amici adesso, aveva gente che combatteva per lui e con lui, e qualche chiamata fu sufficiente per far si che tutti i beni di Lucius Malfoy fossero confiscati, per essere poi donati a Draco come unico erede del patrimonio di famiglia e unico gestore.

Mantenne sia la madre che il padre, questo era scontato, la sua vendetta l'aveva avuta, ora il potente Lucius Malfoy non solo non valeva più nulla in società ma dipendeva in tutto e per tutto da lui, suo figlio di appena diciannove anni. Ironico.

L'estate era finalmente giunta e Ginny fece il suo ritorno a casa felice come non mai e anche piuttosto sorpresa di trovare Draco alla Tana.

Quando aprì la porta fu la prima figura che vide, ritto davanti all'uscio che l'aspettava a braccia aperte. A Ginny manco di un battito il cuore per la sorpresa, ma corse da lui in un baleno e l'abbracciò dopo tanto tempo stringendolo forte.

In tutte le loro lettere non gli aveva mai accennato alla sua frequentazione della Tana, e neanche gli altri gliene avevano parlato.

Si allontanarono un po', restando finalmente soli dopo mesi. Passeggiarono nel boschetto che circondava la tana e la separava dalla casetta di Draco.

Ginny gli chiese stupidamente se rivederla gli aveva provocato le stesse emozioni o se non era più così. Draco rise istericamente mentre gli uccellini di quel bosco verdeggiante e fresco volavano via dagli alti alberi che sormontavano le loro teste.

-Ginny... mia piccola Ginny...- le disse in un soffio. Poi guardandola aggiunse: -Sei davvero una perfetta idiota!- e prima che potesse protestare l'afferrò con forza baciandola come non aveva mai fatto prima, o forse si... ma non era importante, quello che contava era che fosse tra le sue braccia ancora una volta, liberi di mostrarsi al mondo, di amarsi quanto e come volevano.

Certo, inutile negare che molti ancora non riconoscevano ai Malfoy la fiducia che si erano guadagnati, ed erano in tanti quelli che li guardavano dalla testa ai piedi. Alcuni erano arrivati addirittura a guardare male Ginny, che imperterrita gli diceva che non gliene importava un “fico secco” della loro opinione, e che non avrebbe rinunciato a lui per nulla al mondo...

Lui le credeva.

Incespicarono finendo poi rovinosamente per terra ma, risero solamente, non si separarono. Si guardarono negli occhi felici.

-Mi sei mancata da impazzire.- ammise lui guardandola ancora. -Come puoi pensare che non sia così?-

Lei fece spallucce. -Controllavo.- gli disse. -Infondo sei una delle persone più lunatiche che abbia mai conosciuto.- gli fece notare sogghignando.

-Touche.- incassò la provocazione. -Ma non con te...-

-Soprattutto con me!- urlò scandalizzata agitandosi mentre strabuzzava gli occhi. -Mi hai fatto penare le pene dell'inferno prima di...- la baciò impedendole di continuare a rivangare il passato.

-Sono qui adesso no? E mi pare di averti dimostrato di essere serio al punto da restare.-

Lei annuì sbuffando ma sorridendogli guardandolo dritto in quegli occhi che sapevano di cielo infinito, carichi di quella gioia che solo guardando lei erano in grado di emettere.

Si baciarono ancora e incapaci di trattenersi oltre fecero l'amore, lì, sul terreno umido del bosco, immersi nei suoi profumi, i suoi suoni che si mischiarono ai loro gemiti, incuranti del mondo esterno.

Quando ebbero finito Draco tornò a guardare Ginny negli occhi. Era bella, era viva ed era sua. Mai neanche nelle sue prospettive più rosee aveva creduto di riuscire ad ottenere un esito tanto compiacente. Il suo petto era invaso da un calore ormai famigliare mentre tra i battiti accelerati e il fiatone le sussurrò sulle labbra quel “ti amo” ancora inespresso.

Lei gli rispose con uno slancio coprendogli le labbra con le sue ancora e ancora finché non fu davvero tardi e dovettero rientrare alla Tana sperando che nessuno si accorgesse guardando i loro visi colpevoli di ciò che era appena accaduto tra loro...

Ma Draco guardando le guance arrossate di Ginny poteva riconoscere benissimo quell'espressione da “dopo sesso” che oramai conosceva bene e che lo faceva impazzire.

Tornati alla Tana trovarono tutti lì, Draco le spiegò che avevano organizzato una festa per riunirsi. Ginny rise all'idea di Draco che pianificava una festa con sua madre mentre lei era via.

Li passò in rassegna tutti, uno ad uno. C'erano tutti i suoi fratelli, meno uno...

Erano ancora difficili per lei le riunioni famigliari, perché c'era sempre qualcuno che mancava all'appello, e che sarebbe mancato per sempre...

Ricacciò indentro quelle lacrime tristi, concentrandosi sulla bellezza di quel pomeriggio pieno di amici, amore e famiglia. Dovevano pensare alle cose belle, dovevano pensare ai vivi, che avevano tanto bisogno di essere amati. E che lei tanto amava...

Guardando più in la notò che in giardino non c'erano solo le teste rosse dei Weasley, ma una sfilza di altri colori...

Sorrise radiosa vedendo Harry, Hermione, Blaise e Theo! Anche loro lì!

Li abbracciò con gioia, soffermandosi un attimino in più tra le braccia di Blaise che adorava davvero, provocando l'ira di Draco che ancora, dopo tutto quel tempo, non si era rassegnato a quel rapporto così “stretto” tra loro.

-Quando avete finito di fare i piccioncini magari...-

-E piantala di fare il geloso!- lo ammonì lei facendolo arrabbiare ancora di più prendendo poi a battibeccare davanti a tutti che però abituati com'erano a certe scene non ci facevano più neanche caso.

Lo sguardo di Draco si posò su Theo.

Un sorriso amaro sulle labbra ogni volta in cui i loro sguardi s'incrociavano. Lo aveva messo in una situazione difficile che poteva benissimamente essere evitata. Ma l'ingenuità, la foga, l'inesperienza e l'età avevano lavorato contro di loro.

Era tutto passato però, questo disse loro il preside convocandoli ad Hogwarts qualche tempo prima.

Aveva voluto spiegare loro le conseguenze di quell'azione malsana che avevano compiuto e di cui lui era misteriosamente a conoscenza. Si sedettero in silenzio consapevolmente colpevoli come non mai in vita loro. Sapevano di aver sbagliato, sapevano che non erano cose da fare, ma ormai...

Il sollievo di entrambi fu immenso quando l'anziano mago spiegò loro che in realtà il patto andava a cadere nel momento in cui la voce di quello che Theo non poteva rivelare era oramai di dominio pubblico. Non vi era più nessun segreto da mantenere e nessun patto inscindibile.

Draco morì dalla vergogna quando l'intero mondo magico seppe dei suoi precedenti, ma per salvare Theo avrebbe fatto quello ed altro.

I loro sguardi però la sapevano lunga, e quel patto anche essendo decaduto li aveva uniti per la vita ugualmente, perché sapevano di poter contare l'uno sull'altro per davvero, per tutta la vita.

Passarono un pomeriggio in allegria, ma faceva caldo e molto, e la signora Weasley propose loro delle limonate che andò a preparare di suo pugno con uno dei giocattolini del signor Weasley che andò in suo soccorso non appena la sentì urlare.

Il caldo era davvero intenso, e quando Ron domandò a Draco come riuscisse a stare con la camicia si guardarono un po' tutti un attimo imbarazzati, lo stesso Ron ricordò il motivo, maledicendosi di aver parlato troppo in fretta come al solito chiedendo vagamente scusa.

-Va bene così, non vi preoccupate.- disse Draco ridacchiando amaramente, afferrando inconsciamente il braccio marchiato con l'altra mano quasi a volerlo coprire maggiormente alla vista di tutti gli altri.

Era ancora lì, non glielo avevano rimosso, e aveva dovuto conviverci provando vergogna e imbarazzo al pensiero che qualcuno potesse vederlo...

Tentava in tutti i modi di nasconderlo al mondo, di nasconderlo a se stesso.

Ginny lo aveva visto. Avrebbe voluto morire in quell'istante.

Una notte durante le feste natalizie era tornata a casa, ed erano da lui quando lei disse di volerlo vedere. Si era rifiutato categoricamente ma lei aveva insistito così tanto che alla fine aveva ceduto, arrotolando con estrema lentezza la manica del maglione, sentendo la pressione di quel momento gravargli sul collo.

Si fermò a metà strada quando un bagliore negli occhi di Ginny lo irrigidì. Fece per ricoprirlo ma lei lo fermò.

Fu lei stessa a scoprirgli la pelle, esponendo il tatuaggio maledetto mentre il braccio di Draco tremava. Lo accarezzò, oramai non era altro che un brutto disegno stampato sulla pelle. Non aveva più valore, non aveva più significato.

Draco era inorridito di se stesso, confessò a Ginny che quel marchio lo tormentava, di giorno e di notte, che non riusciva a riposare bene e che aveva sempre paura che presto o tardi sarebbe arrivato qualcuno a scatenare una caccia alle streghe perseguitando quelli che come lui erano sporchi.

Fu Ginny ad inorridire a quel punto. Davvero Draco dopo tutto quello che aveva fatto per la comunità magica credeva di essere sporco solo per uno stupido tatuaggio senza più alcun valore?

Quella notte lei arrivò a fare un gesto assolutamente estremo, ma necessario, sotto gli occhi attoniti di Draco, che non poteva che essere incredulo di ciò a cui stava assistendo.

Ginny afferrò il suo braccio con una delicatezza disarmante, e si chinò, baciando quella pelle sporca, portando le sue labbra candide a toccare quel serpente maledetto, senza esitazione, senza ripensamenti, dicendogli solamente: -Ecco, ora sei pulito.- sorridendogli come l'angelo che Draco vedeva in lei ogni volta che la guardava. -Anche se per me non sei mai stato sporco.-

Fu riportato al presente dalla voce di Ron che gli diceva: -Immagino dev'essere davvero difficile... vederlo dico... ogni giorno.- ammettendolo con timidezza, e una buona dose di umiltà con cui cercò di rifarsi per quella gaffe involontaria, dandogli poi una pacca sulla spalla quasi da amico.

Certo il loro rapporto era migliorato, ma Ron era ancora restio ad accettare la cosa, fu Hermione a farlo ragionare facendolo arrivare poi alla conclusione che non era Draco Malfoy il problema di Ron, no...

Sarebbe stato lo stesso con qualunque altro ragazzo!

Harry si fece avanti ad certo punto e il suo viso sembrava un enorme punto interrogativo. Draco ebbe l'impressione che gli avrebbe domandato qualcosa, e infatti così fece.

-Sai Draco, ancora oggi a distanza di tempo mi domando... come sia stato possibile che la tua bacchetta abbia funzionato così bene nelle mie mani.- lo guardava con occhi dubbiosi dietro quegli occhialini rotondi.

Draco gli sorrise, consapevole di qualcosa che lui non sapeva. -La bacchetta di Ginny quel giorno funzionò per me perché riconobbe l'amore della sua padrona... per me...- disse un pochino imbarazzato da tutti quegli sguardi addosso, ma continuò, era una domanda che aspettava gli domandasse da tempo ormai, voleva dargli quella risposta. -La mia ha funzionato con te... perché... ha riconosciuto un obbiettivo comune, desideri simili, un amico... forse-

Era probabilmente in assoluto la cosa più dolce che Draco Malfoy avesse mai detto in vita sua, e tutti rimasero attoniti e commossi all'idea che la cosa non era rivolta a Ginny ma ad Harry, il suo eterno rivale.

Harry gli sorrise comprendendo a pieno quelle parole, prendendo poi a punzecchiarlo piano dicendogli che ora vedeva chiaramente che era un tenerone per sdrammatizzare e levare quel velo d'imbarazzo che era calato su di loro.

Draco negava categoricamente quella possibilità dicendogli che quegli occhiali andavano cambiati perché non ci vedeva proprio una mazza, ma Harry andò avanti così, sempre più insistente finché non iniziarono ad aggiungersi anche gli altri al bisticcio creando una confusione firmata Weasley.

Charlie gli si parò davanti. -”Draco” eh...- disse guardandolo con uno strano sguardo sadico. -Sai... io sono un cacciatore di draghi.- disse con intenzione sogghignando a braccia conserte mostrandosi fiero.

Draco lo guardò strabuzzando gli occhi ricordando il pensiero formulato il giorno della battaglia quando si era ritrovato tutti i fratelli Weasley davanti, sicuro che in un modo o in un altro avrebbero trovato il modo di farlo fuori, e quella pareva davvero una minaccia.

-Tu addestri Draghi non li ammazzi.- sottolineò Ginny sbottando a braccia conserte imitandolo sbucandogli da dietro.

-Fa lo stesso...- disse continuando a fissarlo.

Bill afferrò Draco portandogli il braccio intorno al collo fermando definitivamente l'amichevole l'azzuffata. -Voglio mettere ben in chiaro delle regole ragazzino.- iniziò, mentre tutti prestavano più attenzione a quello che stava succedendo, e Draco deglutiva incerto di quello che stava per succedere, sentendo però nel profondo che non sarebbe stato nulla di buono... -Il sesso è assolutamente fuori discussione fino al matrimonio. Non transigo neanche un po' su questa.- era deciso, era convinto, era un illuso...

Draco sbiancò ansioso maledendo i suoi bollenti spiriti, deglutendo a fatica pensando che se quella era solo la prima regola, allora era davvero nei guai, anzi era fritto... letteralmente.

Afferrò la mano di Bill con lentezza ponderando i suoi movimenti, come se stesse avendo a che fare con animali feroci, selvatici, si sciogliendosi piano da quell'abbraccio costrittore con una calma tremenda. -Vedi Bill...- iniziò senza sapere realmente come continuare. Lo sguardo che gli lanciò però gli fece davvero venir voglia di dirigi di sì e promettergli di ripristinare la verginità di sua sorella ad ogni costo. Ginny però non sarebbe stata molto d'accordo adesso che il sesso era finalmente diventato piacevole...

Risolini divertiti e imbarazzati che si levarono per aria gli fecero venir voglia di sprofondare sotto terra scavandosi la fossa da solo. Ma infondo era quello che aveva fatto, no? Sentiva le guance imporporarsi, si sentiva “vagamente” in trappola...

Si schiarì la voce per darsi un tono. -Vedi Bill...- riprese ancora in un altro tentativo vano arrossendo maggiormente al pensiero di quello che aveva fatto poco prima nel bosco... che avevano fatto... Aveva fatto l'amore con sua sorella gusto qualche attimo prima, tanto che poteva ancora sentire la sensazione delle sue mani vagare sul suo corpo allegre ed eccitate...

E adesso lui gli chiedeva di aspettare il matrimonio. Se lo avesse saputo avrebbe potuto dire addio ai suoi genitali, questo era certo.

-E' un po' tardi per questo Bill...- disse un Ron arrabbiato e piuttosto nervoso lasciandosi scappare questa volta proprio un particolare che non avrebbe dovuto. Fu fulminato all'istante da più di qualcuno. Hermione gli diede uno scappellotto furibonda seguito da un “ne riparliamo dopo” che aveva lo stesso tono minaccioso dei fratelli Weasley.

-Vedi Bill...- disse ancora Draco, finalmente deciso su cosa dirgli mentre gli occhi dell'altro lo fissavano tra l'incredulo e l'inferocito. -Io credo sia ora che sparisca!- e così dicendo prese a correre inseguito dal fratello maggiore della piccola di casa Weasley che gli urlava contro di lasciarlo stare e di fermarsi immediatamente.

Ginny ringraziò la sua buona stella perché quantomeno i suoi genitori erano in casa in quel momento e non avevano assistito a quella scena patetica tremendamente imbarazzante.

Molly uscì, non solo con le limonate trasportate a mezz'aria tramite la magia, ma con una torta dall'aspetto delizioso tra le mani.

Furono tutti curiosi di rientrare però quando Arthur, con un foglio che sembrava apparentemente importante considerando la sua espressione, chiamava Draco dal salotto.

-Da quanto tempo va avanti sta storia?!- urlò Bill a Draco afferrandolo per il colletto della camicia mentre lui impallidiva più che mai.

Tanto valeva rispondergli. -Dall'anno scorso.- disse in un soffio.

Gli occhi di Bill divennero tondi e infuocati mentre minacciava seriamente di farlo fuori ma fu costretto a rinunciare all'idea per via di suo padre. Certo, per il momento...

Draco ne approfittò per riunirsi ai suoi amici, per sentirsi più protetto, raggiunto immediatamente da Ginny che tentò di prendergli la mano che lui le negò dicendole solennemente -No, no, no niente contatto... hai sentito il ragazzone.-

Ginny strabuzzò gli occhi soffocando un urlò. Mai come in quel momento aveva desiderato strozzarlo a mani nude! Ma dovette rimandare, sembrava che suo padre avesse qualcosa di importante da dirgli.

-Draco.- lo chiamò. -Figliolo...- aggiunse mentre lui si avvicinava piano sentendosi stranamente orgoglioso di quel appellativo con cui ormai era solito sentirsi chiamare da loro. -Abbiamo buone notizie dal ministero della magia.- gli annunciò allegramente sventolandogli quel foglio davanti al naso. Draco era ansiosi di sapere di cosa si trattasse, ma non osò dir nulla o fare nulla, attese con crescente impazienza che Arthur gli rivelasse i particolari. -Sei chiamato a presentarti per il Deletrius.- la voce di Arthur era allegra e leggera a differenza del cuore di Draco che era improvvisamente diventato pesante.

Quasi non ci volle credere mentre prendeva quella lettera dalle mani dell'uomo e leggeva e rileggeva le condizioni imposte dal ministero.

Soffocò un singhiozzo mentre realizzava che finalmente sarebbe davvero passato tutto, che poteva riappropriarsi della sua vita, che non si sarebbe più sentito diverso dagli altri, sporco e miserabile, almeno non più del necessario.

Senza rendersene conto si ritrovò le braccia di Ginny al collo, e ne fu felice perché era proprio la persona con cui voleva condividere quella gioia. Ma guardandosi intono si rese conto che non era proprio così...

Gli sguardi sereni, i sorrisi sinceri, gli “urrà” esclamati a gran voce e gli applausi felici della gente che lo circondava in quel momento... era con tutti loro che voleva condividere la sua gioia adesso che tutto era diverso.

Bussarono alla porta. Charlie andò ad aprire, una bella donna bionda attraversò l'uscio chiedendo permesso.

-E' qui la festa?- domandò guardandosi intorno, circondata di gente allegra.

-Mamma?- fu tutto quello che Draco riuscì a dire, incapace di credere che Narcissa fosse proprio lì alla Tana.

La donna salutò Ginny con un sorriso che fu ricambiato vivamente, abbracciò poi suo figlio congratulandosi per quella notizia importante di cui lei era già a conoscenza confessandogli che quella festa era per lui, perché dovevano festeggiare.

-Tutti fuori allora per la torta!- dichiarò Molly allegramente prendendo Narcissa sotto braccio sotto gli occhi sbalorditi di tutti quando lei la lasciò fare ben disposta nei suoi confronti.

Draco guardò Ginny e l'amò con ogni fibra del suo essere. Si capirono senza il bisogno di parlare, le lacrime che scivolavano lungo le guancia di lui e che lei sorridendo gli asciugava con i pollici, i singhiozzi trattenuti a stento e un rossore innaturale a imporporargli le guancia.

Adesso si sentiva abbastanza per lei, adesso sentiva di meritarla, di essere in grado di stare la suo fianco e non alla sua ombra, adesso non aveva più bisogno di nascondersi o di camminare a testa china.

Adesso Draco Malfoy non era più un mangiamorte, era solo un mago.

Il ministero della magia aveva finalmente approvato la loro richiesta di rimozione del tatuaggio. Non seppe mai come Arthur ci fosse riuscito, ma credeva vivamente che in realtà fosse stata opera di tutti i presenti...

Adesso poteva davvero dire, e ne era certo, che dalla vita aveva avuto proprio tutto.




Fine.


 


 

Caio a tutti^.^

L'ultimo capitolo è giunto e se siete arrivati fin qui è anche passato. Un pochino mi rattristano i finali, ma sono inevitabili e poi cuore celato ha dovuto aspettare anche fin troppo tempo per il suo finale quindi è giusto così.

Mi auguro abbiate trascorso bei momenti in compagnia di questa fanfic e che vi abbia fatto divertire, ridere, commuovere, non so vedete voi... a me basta che vi abbia suscitato qualcosa, qualunque cosa, perché se è così allora vuol dire che ho ottenuto qualcosa, altrimenti saranno solamente un mucchio di parole gettate qua e la su fogli bianchi.

Grazie a tutti quelli che mi hanno seguita in questo viaggio, che hanno seguito Draco e Ginny nel loro viaggio attraverso la scoperta di questi sentimenti che a parer mio potevano starci benissimo anche nella versione originale... Mi dispiace per Harry ma non sta proprio bene con Ginny, la spegne!!! non ne la spazio ne aria per esprimere quello che in potenza poteva essere o diventare. Ma comunque non sta a me dirlo ^.^ Io posso solo limitarmi a scrivere quello che secondo me poteva succedere sperando che ci siano delle pazze come me che vedono questa possibilità forte e chiara!! ^,^

Quindi grazie a tutti quelli che hanno seguito e apprezzato anche in silenzio, ma un grazie particolare va a tutte quelle che hanno commentato e mi hanno dato il loro parere su quello che leggevano di volta in volta, ha significato molto per me, quindi un grazie di cuore *.*

Vi lascio con un abbraccio e un bacione... ciao a tutti!!!!! ^.^

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: PRISHILLA