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Autore: CedroContento    05/08/2020    3 recensioni
Come ogni storia di Re e Principesse che si rispetti anche questa comincia, come molte altre, con "C'era una volta..."
Quindi, c'era una volta una terra lontana lontana chiamata Avior.
A sud di questo paese altri Cinque Regni più piccoli vivevano in pace sotto la protezione del Re di Avior, Re Karl.
Il giorno in cui il sovrano di Avior dovette decidersi a prender moglie scelse di ospitare a palazzo le principesse in età da marito provenienti dai Cinque Regni, in modo da poter scegliere tra queste la sua sposa.
Astoria, principessa di Tabita, viene così strappata alla sua tranquilla esistenza e catapultata tra gli intrighi di corte, sarà lei a conquistare l'enigmatico Re?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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Capitolo 3

Briganti

Partirono il mattino dopo di buon’ora. Prima di prendere posto con Anna all'interno della carrozza, Astoria sbirciò le due guardie che avevano il compito di scortarle, due uomini alti dallo sguardo serio e il portamento fiero, le uniformi e gli elmi luccicavano al primo sole del mattino che faceva capolino ad est. Al fianco portavano una lunga spada ciascuno, notò anche due balestre fissate alle selle dei loro destrieri, la principessa si chiese se avessero mai avuto bisogno realmente di farne uso.
Mentre la carrozza trainata dai cavalli si avviava lungo il vialone d'ingresso del palazzo, Astoria si sporse per dare un ultimo sguardo a casa, cercando di non pensare che per la prima volta avrebbe dormito sotto un tetto diverso quella notte e così sarebbe stato per molte notti successive.
Avior distava diverse centinaia di chilometri da Tabita, avrebbero viaggiato per circa cinque giorni e sostato in locande già predefinite lungo la via, il Re di Avior aveva organizzato meticolosamente ogni cosa fin nel più piccolo dettaglio.
Astoria pensierosa guardò sfilare, senza vederle realmente, le campagne e gli occasionali viandanti che si facevano sempre più numerosi via via che si avvicinavano ai confini nord del regno.
“Non temete a corte avrete di che distrarvi per non sentire troppo la nostalgia di casa” la voce delicata di Anna spezzò il silenzio e il turbine di pensieri che affollavano la mente della principessa.
Astoria sorrise accogliendo grata il diversivo che la distolse dalle sue preoccupazioni. Per ingannare il tempo presero a fare conversazione. Astoria scoprì così di Anna che veniva da Imai, le terre del sud ovest, e che era colta perché la sua famiglia aveva potuto permettersi di mandarla a scuola, aveva letto tanti libri e lo faceva ogni volta che ne aveva l'occasione, cosa che aveva in comune con Astoria.
Anna le chiese invece di raccontarle di Tabita, era affascinata dalle pianure che si estendevano a perdita d'occhio e la mancanza di qualsiasi cosa somigliasse ad una città.
“È molto diverso il regno di Avior?” le chiese Astoria.
“Beh ci sono più boschi e molto più fitti di questi, prati verdi a non finire e all'orizzonte si scorgono le montagne” rispose Anna “e il clima è decisamente più mite” aggiunse poi ridendo imbarazzata e tamponandosi la fronte sudata con un fazzoletto.
“E cosa mi dite di Re Karl, lo avete mai visto?” indagò la principessa, in fin dei conti era curiosa di sapere di più riguardo l’uomo che aveva il potere di disporre così facilmente delle sue sorti.
Anna prese un momento prima di rispondere. “Sì in realtà l'ho conosciuto, ha scelto lui personalmente ciascuna cameriera personale di ogni principessa, ho dovuto sostenere un colloquio con lui” aggiunse muovendosi a disagio sul sedile. “Se dovessi definirlo vi direi che è un uomo molto serio, dicono fosse diverso prima di partire per la guerra nelle terre del nord e che le battaglie lo abbiano segnato profondamente, ma questo non vi so dire se sia vero o meno” aggiunse poi lentamente ponderando ogni parola.
Astoria tornò a volgere lo sguardo fuori dal finestrino, tacendo qualche istante e cercando di dipingere con la fantasia i tratti dell’uomo più potente di Avior e di tutti e Cinque i Regni.
Circa dieci anni prima si era conclusa una lunga guerra contro l'Eltanin, un vasto territorio che si trovava ai confini settentrionali di Avior. La guerra era cominciata sotto il regno del bisnonno di Re Karl e suo padre, scomparso due anni prima, l'aveva conclusa vittoriosamente. Il perché fosse scoppiata nessuno pareva ricordarlo, ogni documento riguardante quella questione pareva fosse sfortunatamente andato distrutto durante il conflitto.
Le battaglie si erano combattute quasi totalmente nelle terre dell'Eltanin che, ancora a distanza di un decennio dalla fine degli scontri, non riuscivano a rialzarsi, in alcune zone di quel vasto regno vigevano situazioni di estrema povertà. I prigionieri di guerra erano stati ridotti in schiavitù nel regno di Avior e nei Cinque Regni, la stessa sorte si sarebbe tramandata ai loro discendenti.
A Tabita non c'erano molti schiavi, quelli che si erano spinti fino alle coste erano stati impiegati nei campi, dove il lavoro non mancava mai, tutto sommato non conducevano una vita molto diversa dal tabitiano medio.
Durante gli ultimi anni di guerra e quando si era poi conclusa, Astoria era ancora una bambina, non ne sapeva quindi molto in realtà, lo confessò ad Anna.
“Non vi preoccupate principessa, Re Karl ha pensato bene di organizzare alcune lezioni con un precettore, non sarete del tutto impreparata”.
Astoria tacque qualche minuto registrando mentalmente le informazioni, cercando in realtà anche l’ardire per porre alla cameriera la domanda riguardante ciò che in realtà avrebbe voluto sapere fin dall'inizio e a cui Anna non aveva fatto cenno “E ditemi, è un bel uomo?” arrossì, vergognandosi un po’ per la superficialità di quel quesito, ma la curiosità aveva avuto la meglio.
Anna la guardò divertita non riuscendo a trattenere un sorriso smaliziato “È bello sì, ha stregato molte dame di corte” rispose ammiccando “E aspettate di vedere il fratello, il principe Nicolas, lui ha sicuramente rubato il mio di cuore!” sospirò la cameriera contagiando Astoria con la sua ilarità.
La principessa si trovò tutto sommato molto a suo agio con Anna, forse quello poteva essere l’inizio di una bella amicizia, ogni amico sincero ad Avior sarebbe stato prezioso.

Passarono così i primi due giorni di viaggio. Quando giunsero al confine tra i regni, Astoria vide per la prima volta nella sua vita alte vette stagliarsi all'orizzonte contro il cielo limpido “Le montagne!” esclamò affacciandosi dal finestrino, se l’avesse vista sua madre le sarebbe venuto un attacco isterico.
Una delle due guardie che cavalcava lì accanto non riuscì a reprimere un sorriso sentendo l'entusiasmo quasi infantile nella voce della principessa “Si mia signora, la catena montuosa che vedete fa da confine ai nostri due regni, le attraverseremo passando un valico tra le montagne, così potrete vederle ancora più da vicino. Poi riscenderemo a valle sulle pianure di Avior e lì sosteremo durante la notte”.
“Ma è meraviglioso!” Astoria non riuscì più a distogliere lo sguardo dai monti che si avvicinavano. Il terzo giorno di viaggio stava per concludersi, come predetto dal cavaliere attraversarono il valico, si trovavano ora nelle terre di Avior. Risalendo tra le montagne la temperatura scese, Astoria cominciò a sentire freddo, ma Anna non era impreparata, avendo già fatto la stessa strada all'andata e le porse un soprabito.
Calò la notte, le due donne si erano appisolate cullate dall'ondeggiare della vettura, quando d’improvviso furono svegliate da un forte scossone. Le urla dei soldati le raggiunsero dall'esterno, udirono il cocchiere schioccare le fruste lanciando i cavalli al galoppo.
Astoria non fu abbastanza veloce da trovare un appiglio stabile, si ritrovò sballottata qua e là, batté diverse volte la testa sul soffitto. Anna difronte a lei urlò spaventata colta di sorpresa da tutto quel trambusto. Ci fu un'altra forte scossa, l'abitacolo si inclinò sulla parte posteriore destra, le due caddero l'una sull'altra nella direzione dove, avrebbero scoperto poi, una delle ruote aveva ceduto e si era staccata. In fine la vettura rallentò lentamente la propria folle corsa fino a fermarsi del tutto.
Il cocchiere balzò giù dal suo sedile e una volta controllati i cavalli, la sua testa fece capolino dal finestrino per assicurarsi che non fossero ferite. Criptico e perentorio ordinò loro di stare accucciate sul pavimento, in silenzio se possibile, Astoria non protestò, allarmata vide che aveva impugnato una balestra e si teneva pronto a colpire. “Anna state bene?” sussurrò cercando di tirarsi su come meglio poteva disobbedendo in parte alle raccomandazioni del cocchiere.
“Credo di sì, a parte il grande spavento, voi?” le arrivò la voce di Anna dall’oscurità.
“Sto bene, ma vorrei tanto sapere che succede”.
Rimasero un tempo che non avrebbero saputo quantificare sedute sul pavimento rivestito in blu e oro della diligenza. Astoria si massaggiò la testa, era sicura che le sarebbe spuntato un bel bernoccolo lì dove aveva battuto. Ad un tratto parve loro di udire degli zoccoli che si avvicinavano.
“Fate silenzio e rimanete nascoste come meglio potete” si raccomandò ancora una volta il cocchiere che puntava ora davanti a sé la sua arma, ma si rilassò riconoscendo nei due cavalieri che si avvicinavano gli uomini della scorta reale.
Incespicando nelle gonne scesero dalla carrozza per constatare che un masso aveva frantumato una delle ruote posteriori, i cui resti erano ora sparsi lungo la scia lasciata dal corpo centrale della vettura. Aveva strisciato per diversi metri fino a dove si era poi fermata. “Ditemi cosa è accaduto?” chiese quindi Astoria.
“Briganti mia signora, volevano prendere d'assalto la diligenza, ne abbiamo abbattuti tre e gli altri si sono dati alla fuga, non credo torneranno ma non è saggio rimanere qui”.
La principessa si voltò a guardare la carrozza ammaccata e senza una ruota, non sarebbero andati da nessuna parte con quella.
“La locanda non dista più molto, andremo fin lì cavalcando, però in questo modo non potremo portare con noi il vostro bagaglio”.
“Oh non pensiamoci, non importa del bagaglio!” rispose lei, non avrebbe mai messo a repentaglio la sicurezza di nessuno per qualche vestito.
Giunsero alla locanda che ormai era notte inoltrata. Il mattino seguente quando Astoria si svegliò scoprì che il locandiere aveva organizzato una spedizione per recuperare i suoi bauli.
“Non manca nulla mia signora, per fortuna erano ben fissati, non si sono neanche aperti!” constatò Anna sollevata da una buona notizia “Ma il locandiere dice che la carrozza non è messa bene, ci vorranno giorni per sistemarla” aggiunse poi cupa.
Si trovavano ora appiedati, Avior distava ancora due giorni di viaggio. Il locandiere propose loro di prendere una delle sue carrozze, non erano certo regali come quello su cui avevano viaggiato sino a quel momento ma poteva fare al caso loro. Il locandiere era un brav'uomo, ma per quanto onesto aveva intuito che Astoria doveva essere una dama di un certo rango avendo visto il mezzo su cui viaggiava e a giudicare dal suo seguito anche, sarebbe stato stupido non cercare di trarre vantaggio da quell’avvenimento, era pur sempre un uomo d’affari. Sperava dentro di sé che a corte si venisse a conoscenza della sua cortesia e che il gesto lo avrebbe ben ricompensato, dal Re in persona magari.
Accettarono la proposta dell'uomo e poterono proseguire sulla loro strada. I due giorni seguenti passarono senza altri spiacevoli incidenti, avevano accumulato però un po’ di ritardo sulla tabella di marcia che non riuscirono a recuperare.
“Dovremmo esserci, guardate mia signora” Anna indicò con un dito fuori dal finestrino. Astoria non si fece pregare e cacciò fuori la testa, incurante dell'aria che le scompigliava la bella acconciatura che le aveva fatto la sua cameriera. Trattenne il fiato dallo stupore e sorrise raggiante.
All'orizzonte davanti a lei cominciava ad intravedersi, sempre meglio via via che si avvicinavano, un maestoso palazzo che neanche nei suoi sogni più fantasiosi avrebbe potuto immaginare.
   
 
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