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Autore: Master Chopper    08/08/2020    1 recensioni
[Shūmatsu no Valkyrie]
[Shūmatsu no Valkyrie]Per decidere le sorti dell'umanità, gli dèi di ogni pantheon si riuniscono e, disgraziatamente, la loro decisione è unanime: distruggere il genere umano. Una voce però si leva in opposizione, ed è quella di un dio misterioso di cui nessuno sa niente, ma che sfida dieci dèi ad affrontare dieci umani prima di poter accettare quel destino crudele.
Dieci esseri umani provenienti da qualsiasi epoca affronteranno dieci dèi provenienti da qualsiasi cultura: questo è il Ragnarok.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 30: True Beauty

Ogni cambiamento nella storia non è mai stato ottenuto da una persona qualsiasi, priva di virtù, determinazione e soprattutto forza. Per questo motivo, quando nella tribù britannica degli Iceni nacque quella donna, il mondo intero seppe che un grande cambiamento sarebbe avvenuto.

Qualcosa che l’isolata tribù non poteva conoscere, ovvero la genetica, giocò il suo ruolo predominante:

Sin da piccola, la bambina era dotata di una straordinaria versatilità muscolare, il che la rendeva capace di sovrastare facilmente anche i più esperti guerrieri della sua gente. Tuttavia, era sempre soggetta a pesanti affaticamenti, e spesso crollava svenuta a terra anche durante semplici camminate.

Al giorno d’oggi, possiamo sapere con certezza che l’essere umano medio utilizza il trenta, o al massimo il quaranta percento dei propri muscoli, e che nemmeno un atleta dall’allenamento perfetto può superare una percentuale di circa ottanta.

Il limite viene imposto dal cervello umano, che regola la produzione di forza muscolare per impedire che il corpo si autodistrugga in sforzi sfrenati. Ciò vuol dire che, per quanto il pugile più forte del mondo possa sferrare un pugno, la sua forza sarà sempre diminuita rispetto al reale potenziale che le sue fibre muscolari potrebbero garantirgli.

Ciò di cui era afflitta Boudicca, invece, era una particolarissima condizione, la quale le permetteva di utilizzare inconsciamente il cento percento delle sue fibre muscolari, accedendo al suo pieno potenziale. Sin dalla nascita questo suo potere venne chiamato comunemente Benedizione di Andraste, e fu scelto di tenerlo segreto alle altre tribù per non ribaltare il già precario ordine in cui vivevano gli Iceni.

Come già detto, Boudicca non poteva sapere cosa le stesse accadendo, tuttavia intuì quale sarebbe stata la migliore soluzione: incominciò sin da giovanissima un intenso allenamento basato sul rafforzare i propri tendini e aumentare la densità delle proprie ossa, in modo da tollerare il pieno utilizzo dei suoi muscoli. In questo modo poté vantare una forza fenomenale, la quale, assieme ad uno studio delle tradizioni, della storia e delle buone maniere comportamentali, la rese una delle donne più rispettate e famose d’Inghilterra.

 

Così, il pugno più forte che Boudicca potesse sferrare, si conficcò nella faccia di Hel. L’onda d’urto rilasciata sollevò istantaneamente tutta la polvere ed i piccoli detriti dal terreno, dando l’impressione che un movimento sismico avesse appena scosso la terra.

“Ladies and gentlemen…!” Gli annunciatori deglutirono a vuoto, colti alla sprovvista “Boudicca è scesa in campo ed ha attaccato Hel! Sembra che ci siano tutte le condizioni necessarie per uno scontro…”

E mentre si confrontavano, non sapendo cosa fare, all’orecchio di Adramelech arrivò una comunicazione da un suo superiore: “A-Ah! Sì, certo!”

E riprendendo il microfono, sbraitò: “A detta delle tre divinità organizzatrici di questo Ragnarok, l’ottavo scontro può già considerarsi iniziato!”

St. Peter, capì di dover cogliere l’occasione, così aiutò il suo collega: “Dal lato degli dèi abbiamo la dea del regno dei morti! La regina delle anime dannate… HEL!”

“E dal lato degli umaniii… la regina degli Iceni, condottiera che riunì le tribù d’Inghilterra sotto il suo vessillo! Adorata per forza e carisma… BOUDICCA!”

Ancor più in alto, nella tribuna di Gaia aleggiava una tensione agghiacciante.

Il ghigno di Merlino si era spalancato nel buio.

“Che l’ottavo scontro del Ragnarok… abbia inizio!”

 

Intanto, nell’arena, Il Lupo Fenrir si era lanciato su colei che aveva osato attaccare sua sorella. Poco importava che fosse cieco, perché con le zanne spalancate e tutta la sua furia omicida sfoderata riuscì ad emanare un’onda di pericolosità immane.

Tuttavia, una mano si sollevò davanti al suo volto per bloccarlo.

“Non è stato niente di che, Fenrir.” La voce di Hel, per nulla alterata, ma anzi perfettamente naturale, lo raggiunse in tempo.

Il volto della dea, dal quale si era finalmente staccato il pugno di Boudicca, non mostrava nessuna imperfezione o ferita grave. Solamente una goccia di sangue le scendeva dal naso, posandosi sulle sue labbra.

“È stata tutta scena! Sei riuscita appena a farmi scoppiare un vaso sanguineo…” Sogghignò infine verso la sua avversaria, sfogando la rabbia che le montava in petto attraverso tutta la saccente ironia di cui fosse dotata.

La rossa spalancò gli occhi per la sorpresa, per poi aggrottare la fronte e digrignare i denti per la rabbia. La provocazione aveva avuto effetto.

“Incredibile!” Gridarono gli annunciatori: “Nonostante quel colpo capace di far vibrare l’aria, Hel ne è uscita del tutto incolume!”

Mentre le incitazioni da parte di dèi ed umani iniziavano a scatenarsi, la dea della morte si ritagliò un istante per pensare a mente fredda:

-Anche se a me non potrà fare nulla, se Fenrir intervenisse nelle condizioni in cui versa al momento verrebbe ucciso in un solo colpo.- E premurosamente guardò suo fratello. Non gli serviva la parola, e nemmeno un cenno del capo: l’empatia che solo due fratelli possedevano bastò a fargli capire quanto fosse preoccupata per lui.

Così il Lupo del Ragnarok, con le orecchie basse e la coda fra le gambe, fece rotta verso il portale degli dèi per lasciare il campo di battaglia.

“Non lo avrei colpito comunque, sta tranquilla!” Ruggì Boudicca tra i denti, avanzando verso la sua avversaria con la testa alta ed un’espressione che lasciava intendere quanto forzatamente stesse trattenendo l’impulso di saltarle addosso.

“Stupida umana… tu non dovresti permetterti nemmeno di alzare un dito su di noi esseri superiori.”

“Ah sì?! Mente voi, invece, potete barare a vostro piacimento quando in gioco c’è la vita di tutta l’umanità?” Il cappello di Guy Fawkes, o quel che ne rimaneva, venne trascinato via dal vento.

“Noi?! Barare?!” Gli occhi di Hel ricordavano ancora le lacrime versate per la vita di Quetzalcoatl, strappata così facilmente per colpa della sua troppa ingenuità e bontà d’animo. “Anche se vi trovaste davanti un dio leale e benevolo, vi ribellereste a lui solo per il gusto di affermare il vostro dominio su qualcos’altro! Siete una razza di affamati, ingordi ed avidi consumatori di ogni cosa bella che esista, sia sotto che sopra il cielo!”

Qualcosa in Boudicca scattò: era un impulso irrefrenabile di porre fine a tutte quelle sofferenze causate da un simile tirannico egoismo.

“Ne ho abbastanza di sentirti parlare!” E sferrò un altro pugno, stavolta così vicina che sarebbe stato impossibile anche solo prevederlo o schivarlo. Infatti il colpo andò a segno, rilasciando nell’aria un boato simile però ad uno schioppo. Era il suono di ossa spezzate e carne schiacciata.

“Co-Cosa…?!” Tuttavia non era stata Hel ad esser stata colpita: questo, seppur apparentemente impossibile, fu ciò che vide la rossa.

Il suo pugno si era conficcato nella faccia di qualcuno di totalmente diverso, ovvero un uomo vestito con abiti normali. Il cadavere, perché tale era stato reso dalla piena potenza di quel colpo, piombò al suolo.

Dopo poco iniziò a sgretolarsi in tanti frammenti, i quali svanirono su nel cielo.

“Lo hai ucciso…” Rimbombò una voce in tutta l’arena, probabilmente innescata nelle menti degli spettatori.

“…e come tutte le anime di voi umani presenti qui, nel Ragnarok… è semplicemente svanita. A differenza nostra, che siamo divinità in vita, voi siete nient’altro che anime a cui è stato donato un corpo fisico.”

Al di sotto dell’onnipresente voce di Hel, Boudicca iniziò a sudare freddo, rendendosi conto di cosa stesse succedendo. Le parole che vennero pronunciate in seguito bastarono per dare il colpo di grazia, rendendo reali le sue preoccupazioni:

“Ed in quanto anime, sono tutte sotto il mio controllo!”

 

Dall’alto della tribuna di Gaia, Odino spalancò il suo unico occhio, sussultando come non aveva mai fatto in vita sua: “È questo… il motivo per cui lei è qui?”

Le sue sole parole bastarono per provocare un brivido gelido lungo la schiena dei presenti, nonostante qualcuno non avesse davvero compreso il loro significato.

Non ci fu tempo per una risposta, siccome il fermento si era già scatenato poco al di sotto di loro, direttamente sugli anelli del colosseo.

“Ma che succede?! F-Fermi!” Provavano invano ad urlare gli annunciatori, impossibilitati dal fermare altrimenti ciò che stava accadendo.

Davanti allo sguardo incredulo e spiazzato di Boudicca, il sole venne oscurato da una massa di corpi.

“N-Non puoi starlo facendo davvero…”

Umani di tutte le epoche, la cui sopravvivenza era il premio in palio che la spingeva a combattere: un’onda di questi speranzosi esseri umani ora si era sollevata dalle tribune, capitombolando giù nell’arena come una valanga. Non c’era più vita nei loro occhi, bensì traspirava l’impotenza di un burattino.

E la burattinaia, ovvero Hel, stava usando le loro anime per attaccare la paladina dell’umanità, proprio a causa della mancanza di una barriera che separasse gli spettatori dal campo di battaglia.

Come aveva già compreso Odino, si trattava proprio di un piano premeditato ed eseguito accuratamente fino a quel momento. Tutto era incominciato con la provocazione che Charlotte aveva lanciato agli dèi, uccidendo Quetzalcoatl sotto gli ordini di Merlino. Successivamente, sempre come ordinato dal mago, Guy Fawkes aveva usato il suo attacco più potente per distruggere la cupola attorno all’arena.

Nel momento in cui Boudicca realizzò di essere soltanto un’altra pedina all’interno di una partita giocata tra Gaia, Merlino e la razza umana, si sentì un burattino. Niente di diverso da quelle anime umane, da Hel o da Fenrir.

Mentre veniva oscurata dalla massa di corpi umani, il suo pensiero andò a tutti coloro che avevano combattuto a costo della propria vita per inseguire un nobile obbiettivo. Chiuse gli occhi.

 

“COME SE ORA POTESSI ARRENDERMI!!” Ogni singola fibra muscolare del suo corpo si illuminò come se le sue cellule fossero fatte di fuoco, facendola splendere d’improvviso.

In un lasso di tempo fin troppo ristretto per essere possibile, anziché scappare da quell’attacco che la stava per travolgere, decise di caricarlo a tutta velocità. Dopo qualche pesante passo che incrinò il terreno, le sue gambe spiccarono un salto per poi ritrarsi, portate al petto. Ormai il contatto con quel flutto di corpi in discesa era inevitabile.

“Ora che so la verità…!” Scalciando con gli arti inferiori in un poderoso drop kick, eseguito ad una velocità di circa sessantaquattro chilometri orari, la regina icena scaraventò via tutti i suoi ostacoli umani come se fossero stati brilli colpiti da una cannonata.

“…non intendo fermarmi davanti a nulla!”

Piombò sugli spalti, crepando la pietra ed allontanando con un’onda d’urto tutti gli umani nei dintorni. Infine, sollevando un dito verso la tribuna dove Merlino e Gaia la stavano già guardando, deformò il suo viso in una maschera di rabbia.

“Sto venendo a prendervi, bastardi! Non vi permetterò di prendervi gioco degli umani!”

I due esseri divini si sentirono travolti da una violenza tale da non poterli affatto lasciare indifferenti. Accanto al mago, l’armatura chiamata Arthur incrociò le braccia in attesa.

“Che donna…” Ridacchiò una voce, appartenente a qualcuno appena entrato nella stanza. Anche lui un dio, nonostante non si sentisse parte di questa cerchia.

“Anche se assomiglia un po’ ad una bestia… e per questo mi ricorda ancora di più un certo mio amico.”

“PERÒ NON POSSO ACCETTARE CHE GLI DÈI SI PRENDANO GIOCO DEGLI UMANI A LORO PIACIMENTO!”

“Enkidu.” Prometheus pronunciò quel nome con sommo rispetto, e fu allora che Gilgamesh sorrise beffardo, sfidando i due orchestratori.

“Penso che lo abbiate capito ormai, ma… dèi, umani… non fa differenza: a nessuno piace venir presi in giro!”

Gaia e Merlino rimasero impassibili, fin troppo stoici per tutte le minacce che erano state poste nei loro confronti.

 

“Invece io penso che tu non andrai da nessuna parte…”

L’obbiettivo di Boudicca era senza dubbio raggiungere quella tribuna lì in alto, senza ferire altri esseri umani. Li avrebbe al massimo tramortiti, limitando la sua forza come aveva fatto con quelli appena attaccati, perché non intendeva uccidere degli innocenti.

Eppure, per quanto forte fosse il suo desiderio, non poté muovere un singolo passo.

Non capendo perché, abbassò lo sguardo, e lì notò come sia la mano che non aveva sollevato, che entrambi i suoi piedi, fossero intrappolati da un pesante strato di ghiaccio. In particolare sugli arti inferiori, quella spessa coltre si era espansa come radici sulla pietra sottostante, ancorandola al suolo.

La mano sinistra invece era inutilizzabile: per quanto sentiva di poter distruggere il ghiaccio semplicemente contraendo il pugno, quell’area del suo corpo non rispondeva ad alcun segnale. Era come parzialmente paralizzata, o peggio ancora, morta.

“Ladies and gentlemen, Boudicca è stata immobilizzata!” Strillò Adramalech, venendo poi seguito da St.Peter.

“Ed ecco che Hel… o meglio, degli esseri umani, la attaccano!”

Come avevano appena fatto notare, altre anime umane controllate dalla Regina dei Morti si erano improvvisamente strette attorno alla guerriera. Lei, al centro di un centinaio di marionette pronte a saltarle addosso, pareva proprio una preda messa all’angolo da un branco di animali feroci.

Agli occhi di Hel, nascosta tra le tribune ove la sua nemica non avrebbe mai potuto vederla, quella sarebbe stata la conclusione perfetta per l’umanità: dopo due vittorie di fila da parte degli dèi, non ci sarebbe stata alcuna speranza di recuperare.

Tutto andava secondo i piani.


“Sefirot: Tiferet, La Bellezza!”

Quel grido, al contrario, non era affatto stato calcolato dalla dea della morte. L’aveva colta alla sprovvista, tanto che non riuscì nemmeno a vedere cosa stesse accadendo.

Percepì di colpo un calore immenso venir sprigionato da dove la donna si trovava, e poi una luce accecante la privò della percezione dello spazio attorno a sé. Sembrava che il creato si stesse conglomerando attorno a quel puntino luminoso che era diventata Boudicca, plasmando, concentrando e richiamando qualcosa.

In seguito, tutti gli umani attorno su quella zona della tribuna si ritrovarono sbalzati in aria. La gravità non li assisteva più, lanciati così in alto da sparire parzialmente dalla vista di chiunque.

Quando atterrarono, privi di sensi, vennero acchiappati al volo con precisione e grazia dalla stessa strana struttura di legno che li aveva colpiti. Boudicca, a lavoro terminato, abbassò il braccio destro, e così fece tremare il suolo sotto il peso della sua nuova Arma.

La battaglia era appena incominciata.

“Carro di Andraste!”

 

 

Angolo Autore:

Welcome back!

Scusate la lunga attesa, tra l’altro proprio ingiustificata, ma ho avuto un po’ di blocco dello scrittore unito anche a vari rallentamenti tecnici (mi è arrivato il computer nuovo ed ho passato un giorno per montarlo ed uno per metterci dentro tutte le cose necessarie, compresi i file word delle mie storie).

Ma basta scuse!

Avviso voi, miei lettori italiani, che da pochi giorni la storia sta venendo anche letta in inglese su Ao3 (https://archiveofourown.org/works/25745362/chapters/62519320). Il merito non va a me, ma alla mia ragazza, la traduttrice. Cavolo… quando 6 anni fa iniziai a scrivere su EFP non avrei mai immaginato che un giorno sarei arrivato a questo punto. So che per qualcuno non sembrerà un granché, ma pensando da dove sono partito, per me significa moltissimo ^^!

Ho anche un server Discord dove comunico gli aggiornamenti, posto informazioni e retroscena sulla storia e tante chicche. Sentitevi liberi anche voi di entrarci, mi farebbe molto piacere, così come agli altri lettori che già ci sono dentro.

Link: https://discord.gg/tTeajYD

 

Al prossimo capitolo!

   
 
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