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Autore: Teemo Omegasquad    11/08/2020    1 recensioni
Due esistenze collisero l'uno contro l'altro, dando vita a un evento storico che cambiò il mondo: la scoperta delle razze magiche.
Si pensò che si potesse coesistere insieme, all'inizio.
Portò a grandiose scoperte, ma purtroppo, anche disgrazie. Questo portò a crisi sparse a livello globale e continui conflitti, facendo capire che gli umani non erano più la razza dominante.
Per fortuna qualcuna non rimase ferma, muovendosi di conseguenza per porre fine a tutto ciò. I suoi ideali non si fermarono di fronte a nulla, appoggiata da persone a lei fidate.
Questo portò alla pace e fondazione di un ordine di cavalieri e paladini, votati a mantenere la tregua tra le razze, passando da testimone a testimone.
Però non tutti erano d'accordo su questo, trovandosi scomodi, pensando anche di essere nel giusto.
Questa storia racconta della nuova generazione e delle loro avventure e di quello a cui andranno incontro, lungo il loro cammino.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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A volte bisogna urlare


Furono riportati alla scuola i ragazzi con le ferite meno gravi, dopo un primo soccorso.
Prima che partissero gli diedero dei rapporti che avrebbero dovuto consegnare in seguito a Calien, che poi li avrebbe mandati a Xidra.
Lungo il tragitto c'era un vero e proprio silenzio di tomba. Chi si era seduto da solo per i fatti propri a pensare e chi si era appartato.
Thomas, invece, stava guardando fuori dal finestrino ed era più bianco di una lenzuola appena lavata con Perlana. Era nel panico, escogitando ogni modo per evitare "l'allegra chiacchierata" con Iris o sperava che il treno si fermasse per un qualche incidente miracoloso.
Per sua sfortuna arrivarono senza intoppi. Stava pregando qualche santo o divinità.
Come prima tappa, però, fu l'infermeria per poter ultimare le loro guarigioni e rimettersi del tutto in sesto.
Scarlett diede a ognuno di loro un lettino per controllarli tutti, aiutata da Adelie. Con quell'ammontare di lavoro sbuffò spesso, ma doveva farlo.
Ebbe particolare attenzione per Olivia, sistemandola per bene in base alle sue condizioni. Volle metterle una flebo per i nutrienti per precauzione e per fortuna era solo un po' denutrita e non in pericolo di vita.
Dopo aver fatto il tutto si mise davanti tutti loro, piantando le mani sui fianchi e lasciando la cura di Olivia alla sua allieva.

-Ok. Cosa diavolo avete combinato per ridurvi così?! Seriamente! Sembrate una specie di bistecca sbattuta più volte e ridotta in poltiglia! Dio...!- si sedette sulla sedia quasi lanciandosi e fa un verso di fastidio.

-E sembrate quasi tutti depressi. Cosa vi è successo?- nessuna risposta.

-Ok allora, tenete per voi i vostri segreti.- sbuffò, per poi prendere il telefono e inviare un messaggio.

-Ah sì. Thomas, Iris ti aspetta. Hai fatto una gran bella cazzata.- non si girò nemmeno verso di lui dandogli la schiena, evidenziando la gravità della cosa.

A quel punto se la stava facendo addosso. Che punizione gli avrebbe inflitto o chissà cosa, ma di sicuro troppe pippe mentali.
Nel mentre che si stava avviando venne quasi investito da qualcosa di grosso e scoprì che era Dante, diretto in infermeria in gran fretta.
Pensò che quello sarebbe stato il giorno della sua morte.
Era davanti alla porta dell'ufficio. Stava contorcendo le dita per stendere la tensione, fino ad annodarle. Fece un respiro profondo per calmarsi.
Bussò un paio di volte.

-Entra pure, Thomas.- quando la sentì quasi sobbalzò.

Entrò dentro, sedendosi davanti alla sua scrivania. Quando la vide era parecchio arrabbiata, anche se i capelli le coprivano gli occhi si poteva benissimo capire.
Aveva l'espressione di uno che aveva di fronte la morte in persona.

-Cosa diavolo avevi in mente Thomas?!- sbattè i pugni con forza, quasi urlandogli contro.

-Dovevi mandarli via con la forza se era necessario! Anche te dovevi andare con loro e tornare qui!-

-Ma Iris...! C'era una cosa che...!- cercò di controbattere.

-Non me ne frega un cazzo delle tue cose personali! La tua priorità sono i tuoi studenti e assicurarti della loro incolumità! Sei un professore ora e agisci come tale!- lo rimproverò aspramente, alandosi di colpo anche dalla poltrona.

-C'era anche la donna che aveva ucciso Xalar...! Io... non potevo andarmene e lasciare che se ne andasse!- le rispose dando sfogo a qualcosa che teneva dentro da tempo.

-Tutti noi abbiamo le nostre questioni personali Thomas. Non sei l'unico, ma dobbiamo dare la priorità alla cosa giusta invece di assecondare pensieri infantili come la vendetta.- Iris si risedette, sospirando e poggiando delle dita sulla fronte.

-Come ti ho già detto sei un professore ora e devi pensare ai tuoi studenti e vegliare su di loro. Abbiamo il dovere di istruire le prossime generazioni. Almeno fai in modo di non avere preoccupazioni la prossima volta...-

-Va bene Iris.- Thomas tenne il viso abbassato, dispiaciuto e colpevole delle proprie azioni, anche se in parte non riusciva a mandare giù la cosa.

-Non ho ancora finito. Come minimo ti dovrei licenziare, per le condizioni di Mirai, Daglas e degli altri e di aver ignorato i tuoi doveri! Ma è anche vero che avete dato un grande aiuto alla Convocazione e di aver ritrovato anche Olivia. Non posso ignorarlo, perciò ti sospendo per una settimana. Puoi andare ora e fatti un esame di coscienza sulle tue vere priorità.- lo congedò, facendo anche segno con la mano di andare.

Thomas annuì con la testa, andandosene in silenzio.
Iris si appoggiò del tutto alla poltrona, sospirando profondamente e esasperata, massaggiandosi la testa.
Il suo sguardo si posò su una loro foto insieme di quasi 10 anni fa, quando ancora erano alle prime armi con l'accademia. Le tolse un sorriso, ricordandosi di quei tempi.

-Siamo cresciuti, ma ancora gli stessi. Non perdere mai il tuo sorriso Thomas. Ci tiene tutti uniti.- si soffermò su un giovane Thomas, che sorrideva a trentadue denti e solare.

Quel ragazzo stava tenendo tutti e 5 uniti in un grande abbraccio, come se volesse tenerli insieme e mai lasciarli andare.


Adelie e Scarlett controllare i ragazzi con cura e con i giusti tempi e accertamenti alcuni vennero dimessi presto nel giro di qualche ora, dicendo a tutti di riposare invece di fare qualsiasi altra cosa.
Will se ne stava uscendo tenendo il capo abbassato e voleva dirigersi nella sua stanza, ma incontrò Flowey.

-Will, tutto bene...? E Mirai?- sembrava ansiosa nel saperlo, anche se dalle espressioni facciale non lo dava a vedere.

-è in ospedale. è stata ferita mortalmente...- nel dirlo sembrava che ne stesse soffrendo.

-E... sta bene, vero?-

-Il capitano Xidra ha affermato che non è in pericolo di vita, ma dovrà stare in ospedale per un'operazione. Più tardi... vado a trovarla. Verresti con me...?- Will alzò appena la testa guardandole gli occhi ancora ignari di ciò che era successo.

-Certo. Vedremo gli orari di visita. Ma Will... tutto bene...?- si abbassò leggermente per vederlo in viso.

-...no... a più tardi Flowey...- dopo quella risposta tirò dritto, senza darle modo di rispondere.

Rimasero solamente Simon e Leon.
Il primo stava smanettando col telefono e messaggiando con qualcuno.
Leon si avvicinò piano, silenziosamente.

-Ehi... vuoi droga?- gli porse un sacchetto, facendo finta di essere uno spacciatore.

-Dipende... sono gocciole?- stette al gioco, ma sembrava serio sul contenuto.

-Sì bello.-

-Cosa vuoi...?-

-Che mi dici cosa ti hanno fatto per ridurti così.- si mise a ridere, sedendosi vicino al suo lettino "rubando" una sedia lì vicino.

Poggiò il sacco vicino al cuscino aprendolo. Simon ne approfittò per prenderne alcuni.
Gli spiegò cosa gli era successo e come aveva affrontato Ciar.
Non era stato uno scontro semplice in quanto non aveva mai affrontato quel tipo di magia prima d'ora. Lo aveva tratto spesso in inganno.
Disse anche di quella strana visione che aveva visto quando i loro attacchi si erano incrociati, provocando un po' di curiosità nel ragazzo.

-Che tipo di "visione"...?-

-Ho visto dei tizi che avevano simboli particolari negli occhi. Una bella landa e città, con abiti che sembravano a quelli elfici.- Simon tentò di spiegarsi all'amico come meglio poteva.

Leon mugolò interessato, trovando la cosa curiosa.

-Forse saranno stati i suoi ricordi. Ti ha bucherellato per bene, eh? Groviera?- lo prese in giro, per via dei coltelli che gli ha infilzato nelle gambe.

-Divertente! Io pensavo di andare a trovare Douglas, ho saputo che è finito in ospedale e vorrei andare a fargli visita.-

-E da quando voi due siete amici? Devo forse essere geloso?- si distese sullo schienale della sedia.

-Abbiamo un po' di attrito e vorrei poterlo risolvere in qualche modo.- addentò un'altro biscotto mentre parlava, sospirando per trovare di parlare con Douglas.

-Vai da Douglas?!- delle tende si aprirono all'improvviso e Shauna sbucò fuori.

Entrambi sobbalzarono per l'improvvisata e Croel quasi si soffocò con una gocciola in gola.

-Volevi uccidermi...?! E poi come fai a conoscerlo?- dopo aver tossito le fece quelle domande, alzando la testa per guardarla.

Aveva una camicia da notte ospedaliera e vari bendaggi che la ricoprivano su tutto il corpo.
Uno dei due corni era spezzato fino quasi alla base, mentre l'altro era gravemente crepato e tenuto insieme a delle placcature.
Poterono notare una certa somiglianza con Douglas, ma solo per alcuni tratti del viso e l'albinismo.

-Douglas è mio fratello. O meglio fratellastro. Insomma è complicato! Mi chiamo Shauna.- tentò di spiegare la cosa come meglio poteva, presentandosi a loro.

Simon accolse la sua richiesta e si scambiarono i numeri di telefono. Non appena lo dimetteranno andrà a fargli visita.

-Ti va di venire con me Leon?-

-Nah, non mi va proprio. Devo vedermi con una.- rimase sorpreso da quelle parole, mentre Leon si metteva in una posa da pavoneggiamento.

Proprio in quel momento entrò Mikage, andando dritta da lui e sembrava preoccupata.

-Leon...! Appena ho saputo ho corso! Tutto bene?- lo abbracciò per un momento per poi vederlo e premergli le guance l'una contro l'altra.

-Fì, ma cofì mi ftai fchiacciando la faccia.- tentò di parlare mentre premeva, facendolo sembrare un po' puccioso.

Per qualche motivo il rispetto verso Leon aumentò vedendo che aveva una ragazza. Che sia una cosa maschile o semplice orgoglio? Non lo capiva appieno.
Dopo un po' vennero dimessi separandosi. Per un momento vide che Mikage sussurrò qualcosa all'orecchio di Leon e sorrise.
Forse gli avrà dato una bella notizia o simili? Quel pensiero se ne andò dalla sua testa velocemente, non appena uno gatto gli balzò in faccia.

-Devi sempre fare entrate del genere, Natalia?- rimase fermò, sapendo già chi ne fosse l'artefice.

-Dire semplicemente ciao non è nel mio stile Sim. Lo trovo noioso.- non appena si tolse il felino dalla faccia se la ritrovò davanti che sorrideva.

L'animale scomparve e lei lo osservò girandogli intorno.
Anche lui lo fece, potendo lotare un leggero cambiamento nel suo abbigliamento: aveva quello che sembrava una giacchetta aperta dal rosa violaceo sopra la maglietta viola scura, una cravatta rossa allentata attorno al colletto della giacchetta, pantaloncini neri con l'orlo arrotolato di un dolce grigiore con sotto dei leggings scuri, stivali che le arrivavano fino al ginocchio di un pallido grigio e, l'elemento che si notava di più, degli occhialoni dalla forma esagonale.
Notò anche che i capelli sembravano perdere leggermente il colore nero, mostrando pian piano del rossiccio.

-Noto che sei ancora intero, anche se con qualche buco nelle gambe. Posso usarti come porta coltelli?- si divertì a prenderlo in giro.

-Come fai a saperlo?!-

-Adelie.-

-Potresti chiederle se può smetterla? Mi fa sentire un bambino.- le disse come si sentiva, con tutta quella "sorveglianza" addosso.

Nel mentre che parlavano camminarono insieme.

-Va bene, ma a volte fa di testa sua quella donna.- ridacchiò mentre lo diceva e lui non era certo se era una cosa positiva o negativa.

-Piuttosto... da dove sbucano quegli occhialoni? Non te li ho mai visti addosso finora.-

-Ci siamo visti poco perché ho avuto da fare e poi segreto.-

-Qualcosa di te me la vuoi dire almeno?! Almeno del cognome ne sono degno?-

-Greyson. Natalia Greyson.- lo sorpassò per poi girarsi verso di lui.

-E altro...?- fece un'espressione carina, quasi pucciosa per farla parlare.

-No.- ridacchiò di risposta.

-E che cazzo... Va beh, io ora sto andando a trovare Douglas. So che è stato ridotto male.-

-Da quando siete amici?-

Sospirò esasperato siccome non era la prima volta che glielo chiedevano, dicendole anche del favore che le aveva chiesto Shauna.
Accettò volentieri in quanto non aveva nulla da fare e uscire ogni tanto anche.
Andarono all'ospedale, chiedendo della camera di Douglas. Presero anche delle lattine lungo il tragitto.
Nella sala d'attesa video Lignas che stava leggendo un libro.

-Prof Lignas...? Cosa fa qua?- gli chiese Simon, interrogandosi per la sua presenza.

-Siccome Thomas è stato sospeso sono qui per sostituirlo e sbrigare le scartoffie, contattando i loro parenti più vicini e assicurarci che vada tutto bene.- si fermò dalla lettura, alzando la testa per guardarlo mentre gli parlava.

Sentendo che Thomas era stato sospeso era rimasto un po' sconvolto, non lo sapeva di tale cosa.

-Te tutto bene? Sapevo che nemmeno te eri messo benissimo.- gli chiese, distogliendolo dai suoi pensieri.

-Mi sono ripreso. Grazie a Scarlett e Adelie le ferite sono apposto, anche se con qualche punto.-

-Riprenditi del tutto, mi raccomando. Prenditi il tuo tempo finché non sei guarito del tutto. Che fai qui?-

-Sono venuto a trovare Douglas. Ero preoccupato sulle condizioni.-

-Da quando siete amici?-

Croel fece un'espressione contrariata, che, solo guardandola, diceva "seriamente?".
Si congedarono dal professore, continuando a camminare.
Quando arrivarono videro che era disteso sul letto con la testa immersa nel cuscino insieme a dei lunghi capelli, attaccato a una flebo.
Simon andò da lui, salutandolo.

-Ehi, va tutto bene...? Sei stato ridotto male, eh?-

-Cosa fai qui Simon...?- girò la testa verso di lui, guardandolo con la sua solita espressione fredda.

-Volevo vedere come stavi e anche un'altra persona.- prese lo smartphone avviando una videochiamata con sua sorella.

-Ciao Douglas! Come stai?- gli chiese Shauna preoccupata, mentre sistemava il telefono per fare in modo che si vedessero a vicenda

Sigraph le diede uno sguardo per poi tornare a guardare Croel.

-Perché lo hai fatto...?-

-Eh? Ero solo preoccupato.- non capiva bene il senso di quella domanda.

-Perché vuoi essermi amico a tutti i costi?- andò sempre più diretto, mostrando pian piano che non aveva gradito quel gesto.

-Eh...?-

-Per favore, metti da parte il tuo buonismo e smettila di voler dimostrare qualcosa. Sembri patetico.- distolse lo sguardo da lui, andando dritto al punto facendo diventare la cosa una bella frecciata.

Aveva toccato un nervo delicato e reagì di impulso ammaccando la lattina che aveva in mano, aprendo anche un piccolo buco con un dito facendo colare la bibita. Quelle parole erano ancora fresche nella sua mente a causa di Ciar.

-Ehi! Lui è preoccupato per te e lo tratti così?!- Nata reagì infastidita, avvicinandosi a lui con l'intenzione di prenderlo per il colletto.

Simon la fermò prima, mettendole una mano sulla spalla.

-Vorrà parlare con la sorella. Andiamo fuori ad aspettare Nata.- andò fuori per primo.

Greyson guardò male Douglas per un momento, per poi seguirlo. Vide che aveva buttato via la lattina mentre tentava di pulirsi.
Le disse che doveva andare in bagno per darsi una pulita. Quando andò la ragazza potè vedere un buco crepato nel muro della grandezza di una mano. Non lo aveva visto perché Simon lo copriva del tutto.

-Ehi! Potresti essere più gentile almeno con i tuoi amici!- Shauna lo rimproverò per il suo comportamento.

-Non siamo amici. Cosa ti è successo...?- la corresse rapidamente, guardandola con l'occhio della testa.

-Uff, ne parliamo in un secondo momento. Beh, diciamo che hanno pestato a sangue anche me.- lo disse ridacchiando nervosamente.

-Cosa?! Chi è stato?! E... argh!- si alzò si scatto col busto allarmandosi quando la sentiì, per poi percepire subito dopo un forte dolore al torace.

-Calmati! Non sappiamo chi... o meglio, la conosco, ma a quanto pare mi ha maledetta.- si toccò leggermente la gola.

-Non posso ne dirlo, indicarlo, scriverlo, disegnarlo o parlarne in qualsiasi modo. Se lo faccio provò un dolore atroce e sembra anche non esserci più in giro, complicandone l'identificazione.- parlò con tono preoccupato, senza sapere che pesci prendere.

-... sbucherà prima o poi Shauna. Al momento è meglio se pensiamo a riprenderci.-

-E a migliorare i rapporti di amicizia.- gli lanciò una piccola frecciatina.

-Zitta.- rispose con freddezza, come se avesse l'intenzione di ferirla.

Nel viaggio di ritorno Nata vide Simon che sembrava turbato e con la testa tra le nuvole.
Quando tornarono all'accademia Croel volle dividersi da lei, dicendole che non doveva preoccuparsi di nulla. Volle andar dritto nella sua camera dei dormitori, ritenendo di aver bisogno di dormire un po'.
Una volta nella stanza si appoggiò con la schiena alla porta, lasciandosi scivolare fino a terra. La sua espressione era contorta dalla tristezza e una punta di frustrazione.
Raccolse le gambe davanti a se, nascondendoci dentro la testa.

-Io... non voglio dimostrare nulla... voglio solo essere utile agli altri.- sembrava che stesse trattenendo delle lacrime o qualcos'altro che aveva dentro e gli stava dando il tormento.

A tratti singhiozzò, strozzando un urlo.
Natalia lo aveva seguito di nascosto, mettendosi sotto la sua finestra e ascoltare. Le sue preoccupazioni erano fondate. Non poteva dargli una sorta di risposta, ma poteva aiutarlo a distrarsi.
Si alzò senza farsi notare, andando verso i propri dormitori, con qualcosa che le frullava in testa.

*****

Felynia uscì quasi subito dall'infermeria, cogliendo anche l'occasione di cambiarsi mettendosi dei pantaloni grigi comodi e una semplice maglietta dalle maniche corte violaceo.
Ma non aveva intenzione di riposarsi, siccome aveva una questione in sospeso e che voleva risolvere il prima possibile. Andò a cercare Anastasia, districandosi in mezzo agli altri studenti.
Finché non la trovò da sola in un angolo della scuola.

-Ti ho trovata! Noi due abbiamo un conto in sospeso!- Felynia ritrovò Anastasia, pensando che voleva scappare da lei.

-Senti, non sono dell'umore, gattina. Faremo un'altra volta, ok?- tentò di scrollarsela di dosso, doveva ancora riprendersi dal "ricongiungimento" con Eugenie.

Si voltò dandole le spalle.

-Vuoi scappare per caso? O ammetti che non sei tutto sto gran che?- la provocò apposta per farla reagire.

Infatti si bloccò di colpo, girandosi lentamente verso di lei guardandola male.
Felynia ghignò per il risultato ottenuto.

-Bene! Vorrà dire che ti userò come sacco da boxe per sfogarmi dopo quello che è successo!- si scrocchiò le mani, facendole segno di seguirla.

Si presero uno spazio per loro due in un campetto. A vederle erano sembravano due ragazze pronte a picchiarsi, ma dentro entrambe avevano dentro una tempesta che era solo pronta a scatenarsi addosso, ognuna per i propri motivi.

-La risolveremo col metodo classico: niente magie, faremo parlare solo i pugni.- si tolse le scarpe lanciandole di lato.

-Mi sta bene.- fece anche lei lo stesso.

La lucertola si stava un momento stiracchiando e la leonessa ne approfittò per attaccarla di sorpresa.
Ma di risposta, lei, si mise in posa: divaricò le gambe piantando i piedi saldamente a terra, portando il braccio destro dietro di se e il sinistro lo distese davanti a lei puntando il pugno chiuso verso il basso.
Quando assunse quella posizione Felynia si bloccò di colpo scattando all''indietro. Rimase immobile davanti a lei.
Il suo istinto le aveva detto di indietreggiare. Non emanava nessuna sensazione di pericolo, ma qualcosa le diceva di tenersi lontana da lei. Forse sesto senso?
Quasi ringhiò contro se stessa ignorando quella sensazione e ripartendo all'attacco.

Quando era vicina a lei Anastasia mosse il destro andando a colpo dritto. Felynia sfruttò la sua agilità per schivarla di lato, pensando di sfruttare quell'occasione per attaccarla.
Convinta di essere più veloce si portò al suo fianco destro, ma la seguì con la coda dell'occhio sorprendendola. Infatti ritrasse l'arto colpendola con il gomito buttandola all'indietro, per poi afferrarla per una caviglia e colpirla con forza con il sinistro sulla schiena e schiantarla a terra.

-Argh!- ansimò per il colpo subito, sentendone le conseguenze.

-Rialzati forza!- era davanti a lei, facendola sentire che la stava guardando dall'alto in basso.

Stava sentendo un grosso abisso di differenza tra loro due, facendole solo rodere il fegato.
Piantò gli artigli a terra sfruttando le braccia come leva per procedere con un calcio diretto al viso.
Gliela prese al volo per la caviglia tenendola saldamente, dandole una ginocchiata in pieno viso spingendola poco più in là.

Trattenne l'urlo di dolore tenendosi una mano sul naso, grondante di sangue in quanto si era rotto nel momento in cui la aveva colpita.
La guardò in cagnesco(il che è divertente siccome è un felino), per poi rialzarsi e riavvicinarsi a lei. Anastasia si era già preparata il colpo, ma nel momento in cui stava per colpirla Felynia lo schivò sfiorandole la guancia e le restituì il favore colpendola sul naso.
Accusò solo in parte la botta, afferrandola per le maniche colpendola con forza nello stomaco con una ginocchiata. Dopo quello la leonessa si abbassò e non si diede per vinta dandole una testata nello stesso punto in cui la aveva colpita, buttando a terra anche lei.
Ansimò, respirando a fatica coprendosi la pancia con le braccia.

-Ho decisamente poca pazienza in sti giorni, perché mi hai già stancata!- la lucertola si fece prendere dall'istinto di lottatrice.

Le saltò addosso.
Felynia provò a reagire, ma rese inefficace tale azione atterrandola di nuovo a terra con un pugno dritto in faccia.
La bloccò a terra continuando a colpirle le braccia, in quanto le stava usando per proteggersi. Nel momento in cui ruppe la sua guardia le assestò due pugni in viso sporcandola di sangue, facendole anche un occhio nero.
La afferrò per il collo saldamente, quasi per soffocarla. La leonessa le prese il polso col tentativo di liberarsi, ma aveva più forza di lei.
Alzò l'altra mano con l'intenzione di colpirla molto, ansimando rabbiosa. In quel momento le balenò in testa un vecchio ricordo: era nella stessa situazione con un forte temporale, stava picchiando un uomo a sangue ed era ridotto peggio della ragazza. Più avanti c'erano altri corpi privi di vita.
Ma non la fermò da quello che stava facendo.
Felynia, vedendola, si sentiva spaventata a morte e si dimenò per uscire da quella situazione con disperazione. Ora l'istinto le diceva di fuggire, in quanto ne vedeva l'alta pericolosità.
Anastasia ringhiò piano, aumentandone il volume gradualmente, per poi urlare con rabbia facendo abbattere il pugno.
Al momento dell'impatto si alzò in grosso polverone. Quando si diradò la mano aveva colpito il terreno, sprofondato di qualche centrimetro in esso e la ragazza aveva un'espressione spaventata.
Quando la lasciò andare si ritirò all'indietro rapidamente rannicchiandosi per la paura ansimando, appiccicandosi contro la parete.

-Stavo... stavo per rifarlo...!- Anastasia si coprì il viso con le mani, farfugliando qualcosa che aveva fatto, facendo presumere che era molto grave.

La leonessa potè confermare il divario che c'era tra loro due ed era abissale. Era chiaramente più forte di lei e quella lotta ne era stata la dimostrazione. Ne era intimorita, ma al tempo stesso, ora, la rispettava.
Si avvicinò lentamente a lei, rimanendo guardinga.

-Va... tutto bene...?- allungò lentamente una mano.

-Eh...?- alzò la testa di scatto, era rimasta assorta nei suoi pensieri e non la aveva sentita.

-Sì... sì, sto bene.- scosse la testa tentando di scacciare quello che aveva in testa.

-Perdonami per averti sottovalutata.- si sedette sulle ginocchia, facendo un inchino.

-Ma... che fai...?- era confusa vedendola fare quell'azione.

-è tradizione della nostra razza e del nostro clan, quando veniamo sconfitti, mostrare rispetto a chi ci è superiore in forza. Riconosco la tua forza.-

-Ah... dai, rialzati! Non devi per forza fare così...!- anche se erano soli si sentiva in imbarazzo vedendola fare così.

La fece rialzare in piedi in qualche modo.
Le disse che doveva andare. Aveva svariate cose da studiare, ma in realtà le usò come scusa per allontanarsi un momento da lei. La aveva fatta sentire in modo strano e voleva riprendersi.
La salutò dileguandosi.
Felynia riprese le proprie scarpe, ripensando ancora alla sensazione che adesso aveva impresso nella mente. Le mani le tremavano ancora e le strinse tentando di fermare il tremore. Non aveva mai provato una cosa del genere con qualcuno, nemmeno con suo padre.

*****

Willirgham e Flowey erano andati a trovare Mirai, nella sua stanza.
Erano andati il giorno dopo, in quanto avevano scoperto che era impossibile prima causa operazione.
Era sul letto, con tutto il necessario attaccato per monitorare le sue funzioni vitali.
Si sedettero vicino a lei.

-Mirai...?- fu Will a parlare per primo.

-Oh... Will, Flowey... è bello vedervi.- parlò a voce bassa e sembrava avere la gola secca.

-Sembri tranquilla, Mirai. L'operazione è andata presumo.- la driade sorrise appena, rallegrandosi per l'amica che era fuori pericolo.

-Sì... dopo l'operazione mi hanno rimessa apposto... i dottori di Alcalia fanno miracoli.- sorrise appena, muovendo solo la testa di lato e sembrava anche un po' stanca dal viso.

-Te sembri stanca invece, anche dalla voce.-

-è la morfina...-

-Mirai...- Will si mise al suo capezzale, stringendo le mani tra di loro.

Dall'espressione si poteva capire che non si sentiva bene.

-Mi dispiace Mirai. Non sono riuscito a far nulla, ne ad aiutarti e nemmeno a proteggerti...! Se avessi fatto di più forse io...!- si stava tormentando per quello che era successo giorni fa, trattenendo le lacrime.

Mirai posò una mano sulla sua e quando alzò la testa verso di lei gli sorrise per calmarlo.

-Will, non è colpa tua... abbiamo fatto quello che era in nostro potere... siamo salvi grazie a Douglas... dovremmo ringraziarlo.- parlò piano.

Il ragazzo annuì, dandole ragione. Anche se aveva dei modi freddi, sembrava nascondere un lato premuroso
Stettero lì con lei e dopo un po' dovettero andare.
Si separarono. Flowey doveva andare a causa di un impegno lasciando l'ospedale, mentre Will andò a cercare la stanza di Douglas tornando alla reception.
Passò accanto alla sala d'attesa e vide il professor Lignas parlare con un uomo elegante, coi capelli tirati all'indietro. Non riuscì a vederlo in faccia in quanto era di schiena, ma potè sentire di sfuggita il nome di Mirai.

Una volta avuto il numero della stanza andò da lui, bussando piano sulla porta, entrando lentamente.

-Ehi, posso...?-

-Will...? Non pensavo di avere una tua visita.- Sigraph si alzò leggermente, guardandolo.

-Volevo ringraziarti per quello che avevi fatto per me e Mirai.- si avvicinò a lui, tenendo il capo della testa un po' abbassato mentre lo ringraziava.

-Non ringraziarmi. Eravate... in mezzo e ho pensato che la soluzione migliore era quello di allontanarvi.- il suo tono non era cambiato dalla visita di Simon, risultando con una punta di freddezza, ma per qualche motivo si era interrotto a metà frase.

-Oh, capisco... volevo dirti solo questo. Grazie.- dopo aver fatto quello che doveva si girò andando verso la porta.

-Però... forse faresti meglio a smettere di tentare di nascondere questo lato di te, Douglas. E anche di essere così freddo. Riprenditi presto.- dopo quelle parole, che sembravano dire anche la verità, se ne andò lasciandolo solo nella sua stanza.

Douglas sbuffò. Ora aveva anche Will che voleva dargli degli insegnamenti, oltre a sua sorella. Anche se per un momento ci aveva pensato su a quello che aveva detto.

*****

In un campetto si potevano udire anche da lontani rumori di qualcosa che viene colpito molto forte.
All'interno si poteva vedere Thomas che si stava allenando, menando colpi a un grosso e robusto pilastro d'acciaio.

-Nemmeno la via del dio del tuono l'ha ferita...! Ho bisogno di qualcosa di più forte! Devo escogitare qualcosa!- lo colpì un poco alla volta con gran forza.

La maglietta e la pelle erano intrisi di sudore, in quanto erano svariate ore che era lì. I piedi e le gambe stavano anche sanguinando, ma per fortuna erano ferite lievi.
Nonostante ciò continuò comunque. Il suo sguardo era concentrato e la mente altrove.
Continuava a pensare a Elasia, a quella donna che aveva quasi portato a una guerra per i suoi egoistici scopi. Dopo il loro recente incontro porvava rabbia verso se stesso, tormentandolo.
Poi le parole di Iris fecero strada nella sua mente, ricordandosi delle sue parole. Poi gli tornarono in mente i ricordi di Xalar, collegandosi riguardo alle sue responsabilità.
Si fermò, perdendo la concentrazione. Si accasciò a terra sulle ginocchia, abbassando la testa.

-I-io... non so cosa fare...! Xalar, vorrei tanto... che tu fossi ancora qui con me...- i polpastrelli delle dita scivolarono lungo il pilastro, mentre delle lacrime gli rigarono il viso.

La frustrazione si prese possesso di lui, quasi chiudendo a pugno le mani.
Per sfogarsi si diede ad un lungo e incessante urlo, rieccheggiando e rimbombando in quello spazio solitario in cui si trovava.

Passarono alcuni giorni e sopra i cieli della Braveheart sembrava esserci una sorta di grosso volatile, che si precipitò in picchiata all'entrata a gran velocità.
Quando fu molto vicino aprì di colpo le ali per poi atterrare delicatamente. Era un grosso gufo che, quando toccò terra, si trasformò in un anziano con un ben fisico e ben curato. Era anche vestito elegantemente, con una camicia bianca dalle maniche sollevate, con un gilet da casinò rosso davanti e nero dietro, un semplice papillon nero, pantaloni e scarpe eleganti, da uomo d'affari.
Ai lati della testa aveva delle penne grigie e tirò fuori un paio di occhiali dalla montatura grossa, da intellettuale, non secchione. Vedete di non confondervi miei cari.
Si incamminò dentro l'edificio scolastico, attirando l'attenzione di svariate ragazze che, nonostante l'età, lo trovavano molto attraente.

Andò nell'ufficio di Iris senza trovare ostacoli e intoppi, bussando alla sua porta. Gli disse di entrare.
Iris stava lavorando insieme a Dante su alcuni documenti.

-Oh! è un piacere vederla capitano della Compagnia del Gufo, Yogar.- si fermò dalle scartoffie che stava compilando, alzando la testa per guardarlo e sorridere.

-Ho sentito che ci sono stati problemi con Thomas.-

-Ha fatto un errore e ne ha pagato le conseguenze, anche se è stato fortunato. Ma devo ammetterlo, grazie a lui mia figlia è salva- Dante gli rispose serio, ma non voleva ammettere che lui aveva salvato Olivia.

-Sempre il solito Dante. Immagino sappiate già perché sono qua.- ridacchiò quando il dragone gli parlò, per poi rivolgersi alla preside.

-Sì. Ne abbiamo selezionati alcuni che seguirai nella settimana.- si alzò dalla scrivania dandogli una lista ben documentata con svariati appunti, come ad esempio su quali punti dovevano migliorare.

-Mmmh, molto bene. Vedrete, li risolleverò con le mie mani. Lasciate a me il loro "recupero"!- sorrise convinto delle sue capacità, sapendo già cosa fare.

ANGOLO AUTORE(anche se nessuno o pochi leggono la mia storia continuerò a farlo comunque)
Yo. Se avete notato che qualcosa non andava non preoccupatevi, è normale. Purtroppo sto avendo un periodo poco roseo e questo capitolo sta facendo la polvere. Dopo la pubblicazione, e con la testa più libera, lo rivedrò per tentare di migliorarlo.
Qui abbiamo visto il post-battaglia e non tutti sono tornati di buon umore. Tranne Leon, lui se ne sbatte di tutto e tutti. Secondo voi Yogar che cosa può avere in mente? E chi sono quelli che aiuterà a recuperare? Tutto nel prossimo capitolo!

Niente curiosità stavolta.
   
 
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