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Autore: Nao Yoshikawa    12/08/2020    4 recensioni
Raccolta di flashfic/oneshot spin-off de “L’effetto farfalla” costituito da momenti dolci/teneri/divertenti.
1 {Notte insonne} Una volta l’uno, si erano detti. Ma era più facile a dirsi che a farsi.
2 {Primo bagno} «Hai mai fatto un bagno ad un neonato?»
3 {Coliche} «Angelo, ma perché stai piangendo anche tu?!»
4 {Un semplice trucco} «Ma che schifo! Che roba è? Angelo, vuoi avvelenarla per caso?»
5 {Somebody to love} «Ora basta, non ce la faccio più con questa melodia infernale»
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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37 - Tutta questione di geni

Molti adolescenti provavano vergogna o imbarazzo ad uscire con i propri genitori.
Ma non El. Anzi, trovava la cosa piuttosto divertente, dato che Aziraphale e Crowley erano già di loro uno spettacolo comico. E poi, se c’era dello shopping nel mezzo, non si poteva di certo rifiutare. El amava comprare libri, action figure, ma anche qualche capo d’abbigliamento particolare, quini c’era bisogno dell’aiuto di entrambi.
«Andiamo, possiamo fermarci per cinque minuti? Sono ore che giriamo», Crowley sospirò, trascinandosi dietro due sacchetti. Beata gioventù, si ritrovò a pensare. El era così vivace. E crescendo stava diventando una bellissima ragazza, somigliava ad entrambi con quei lunghi capelli, rossi e con alcune ciocche dorate, il sorriso furbo e gli occhi bicromatici che incantavano chiunque.
«Se ci fermiamo voglio un gelato», decise sua figlia camminandosi davanti.
«Sono assolutamente d’accordo», aggiunse Aziraphale.
«E gelato sia, qualsiasi cosa, ma ho bisogno di sedermi!» borbottò il demone, guardando El. Certo sua figlia aveva preso da lui il fascino e il flirt facile. Per non parlare del fatto che adorava essere ammirata e ammirata lo era eccome.
Molti ragazzi e ragazze le passavano accanto guardandola con interesse, ed El non si faceva sfuggire l’occasione. Ammiccava anche senza troppi problemi. Crowley non faceva troppe scenate (Aziraphale l’aveva pregato di starsene buono), ma aveva sempre un occhio di riguardo.
Mentre si dirigevano in gelateria, un ragazzo – di sicuro più grande di El – le passò accanto, guardandola.
«Però, complimenti», ammiccò guardandola. El prese a sorridere, divertita.
«Dici a me? Oh grazie, tutto merito dei geni.»
Crowley arrossì, circondandole le spalle con un braccio.
«Sì, e io sono parte del merito di tale bellezza. Ora sparisci o ti cavo gli occhi e te li rimetto al contrario.»
Il ragazzo lo sguardò sollevando le sopracciglia, per poi dileguarsi subito dopo.
«Crowley, ma insomma!» Aziraphale gli diede una gomitata. «Non sei stato gentile!»
«Lui non è stato gentile a fare un complimento ad El», borbottò, certo di aver ragione.
«Sì che lo è stato, l’hai detto anche tu che era un complimento», sua figlia cercò di farlo ragionare, ma senza successo.
Sì, davvero molto divertente.
Giunsero in gelateria poco dopo e comprarono i loro coni, rispettivamente alla fragola, alla vaniglia e alla stracciatella. Seduta, El gustava il suo gelato con fare annoiato, prima di rendersi conto che, qualche posto più avanti, stava seduto il tipo di poco prima e guardava nella loro direzione. Quel tipo era cotto di lei!
Sollevò una mano, salutandolo.
«El, ma chi saluti?» domandò Aziraphale, voltandosi. «Oh..»
«Oh?!» esclamò Crowley, stringendo così forte il suo cono da quasi romperlo. «Uno stalker, lo sapevo. E va bene, ci penso io!»
«No, no, Crowley, ti prego!» Aziraphale tentò di fermarlo, ma suo marito per tutta risposta gli affidò il suo cono gelato.
Il demone arrivò davanti al suo nemico a braccia conserte, togliendosi gli occhiali da sole.
«Beh? Sei forse in cerca di guai? Ti consiglio di non guardare troppo mia figlia, lei è minorenne e sicuramente tu non lo sei», sibilò inviperito.
Ma quello, per tutta risposta, sorrise.
«Tua figlia è molto carina, però in realtà io ero venuto qui per te.»
«Lo sapevo, io… COSA?! COME?!»
Quella era stata una svolta del tutto inaspettata. Proprio come El, Crowley amava filtrare e non era timido, ma da quando si era sposato con Aziraphale aveva un po’ perso l’abitudine.
«Sì, per te. Sei un tipo, tu…» rispose, guardandolo dritto negli occhi.
Crowley sgranò gli occhi, in evidente difficoltà.
«I-io sono lusingato, però… non è possibile! Come hai visto anche tu sono sposato, e anche se mio marito è un angelo, posso assicurarti che non gli piacerebbe. E comunque sia sei troppo giovane», concluse.
Il ragazzo sorrise ancora.
«Ma come, non ero troppo grande fino a poco fa?»
«.. Come dici Aziraphale? Sì, sto arrivando! Mi spiace, ma io adesso devo andare dalla mia famiglia, stammi bene!»
E dicendo ciò si dileguò, non potendo fare nulla per il rossore sul suo viso. Ovviamente Aziraphale non lo aveva chiamato e anzi fu molto sorpreso di vederlo arrivare con quell’espressione stravolta.
«Ma che è successo?»
«Niente, quel tipo non ci disturberà», borbottò. «Avrò più di seimila anni addosso, ma faccio ancora colpo.»
«Che vuol dire che fai colpo?!» si alterò Aziraphale. «Crowley, adesso tu parli!»
El non disse nulla, continuando a mangiare il suo gelato. Come volevasi dimostrare la colpa non era sua, era questione di geni.
   
 
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