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Autore: runami_ lu99    17/08/2020    6 recensioni
STORIA AD OC (ISCRIZIONI CHIUSE)
Fiore è nel caos da 500 anni, un perfido sovrano con un oscuro segreto mantiene il controllo su di esso con la violenza e la sottomissione, ma un gruppo di maghi riuniti dal destino riuscirà a riportare il regno alla bellezza di un tempo?
[Dal prologo]
"Se tu che stai leggendo queste righe, credi che il bene trionfi sempre sul male, ti conviene cambiare storia, perché questa non è una favola e quindi non esiste un lieto fine"
[Dal 34° capitolo]
"Il fischio dell'arma che fendeva l'aria vibrò nelle orecchie di 78 facendogli venire i brividi, e per un attimo quel sibilo gli sembrò come parole sussurrate provenienti da un'oscura creatura che di terreno non aveva nulla. Il medico abbassò lo sguardo soffermandosi sulla lama e, come a volersi beffare di lui, questa emise un tenue e lontano bagliore rossastro al di sotto dello strato di bende, proprio un attimo prima che il corpo del nemico venisse nettamente tranciato a metà."
[Dal 35° capitolo]
"I colori caldi del tramonto che prima brillavano in tutta fierezza, parvero spegnersi di colpo quando vennero in contrasto con le sue iridi gelide come il ghiaccio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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OTTAVO CAPITOLO: FULMINE




I ragazzi avevano optato per rimanere in una radura nel bosco per quella notte, si erano sistemati tutti e si erano organizzati per raccogliere legna, infine si erano riuniti per medicarsi dalle contusioni della battaglia di Hargeon.
-Certo che siete proprio ridotti male, che cosa vi è successo?- chiese Demetra ai ragazzi che si stavano cambiando le bende.
-È una lunga storia- disse Alexis sorridendo mentre cercava di rattopparsi la ferita alla spalla, fece una smorfia di dolore.
-Aspetta ti aiuto- intervenne Ashdown, riaprì le bende notando che la ferita si era infettata, scosse la testa.
-Non va bene, ogni volta che cambiate le bende dovete pulirvi le ferite se no si infetta come questa- disse guardando il gruppo per poi raccogliere un mazzetto di erbe li vicino.
-Lo abbiamo fatto, ma poi abbiamo finito l'alcol a causa di qualcuno che voleva fare un falò e non voleva sporcarsi le mani - rispose Priscilla guardando di traverso Casper che sorrise facendo spallucce.
-Capisco, dunque mi serve una spillatrice, un martello, un chiodo e un mortaio, qualcuno li ha?- domandò seria, tutti la guardarono basiti.
-Certo, perché sono cose che si trovano ovunque- intervenne Priscilla.
-Si aspetta, io li ho- rispose Cremisis tirando fuori dal suo zaino gli oggetti in questione, li porse alla ragazza sotto gli occhi increduli dei compagni.
-È incredibile come ancora riesco a stupirmi, eppure ormai dovrei essermi abituato- disse Alèk.
-Io non penso che ci farò mai l'abitudine- intervenne Alexis ridendo. Demetra cominciò a battere il pugno su di un albero in diversi punti, quando sentì il suono giusto prese il chiodo e il martello, fece tre piccoli buchi poi con forza prese la spillatrice e la piantò nella corteccia, dopo pochi secondi del liquido giallastro cominciò a scendere da essa, la ragazza prese il mortaio e raccolse la sostanza, poi vi mise dentro le erbe che aveva raccolto poco prima e cominciò a pestarle, dopo pochi minuti il mix risultò come una pasta abbastanza solida di color verde acceso.
-La linfa di quell'albero è ricca di collagene che aiuterà la ricostruzione dei tessuti lesionati, in più questa specie è una delle poche esistenti ad assorbire l'etere, il processo di guarigione verrà accelerato e in poco non rimarrà nemmeno la cicatrice- spiegò avvicinandosi a lei.
-E le erbe che ci hai messo dentro?- domandò curiosa.
-Hanno lo stesso effetto dell'alcol: disinfettante, in più risultano come antidolorifiche- rispose prendendo una quantità abbondante con la mano.
-Ti brucerà un pochino- disse Demetra spalmando la pomata sulla ferita di Alexis che sospirò rumorosamente per il dolore.
-Guarirà?- chiese.
-Sì, se avessi aspettato anche solo un paio di giorni la ferita si sarebbe infettata troppo e avresti rischiato seriamente di perdere l'uso del braccio, ma grazie a questa pomata guarirà in pochi giorni- disse richiudendo le bende.
-Wow, sei piena di risorse, come fai a sapere tutte queste cose?- domandò Alexis sentendosi subito meglio, le erbe stavano già facendo effetto.
-Sono nata e cresciuta nella foresta, conosco ogni pianta o animale presente in natura- disse seria e schiva alzandosi.
-Chi ne ha bisogno?- chiese, subito Nicolash si fece avanti.
-Io avrei voglia di una bella infermierina- disse con sguardo languido.
-Tu sei l'unico che non ne ha bisogno- ribatté superandolo e andando verso Tyson il quale stava cercando di fare da se pur trovandosi in difficoltà, lei lo prese per un polso fermandolo.
-Così peggiori solo la situazione- gli disse, lui si fermò e si lasciò curare, Demetra fece poi la stessa cosa con tutti.
Rimasero accampati per tutta la notte a riposare finché non arrivò l'alba: era il momento di partire.
-Chissà se oggi raggiungeremo veramente Magnolia- disse Casper caricandosi il suo zaino in spalla.
-Spero proprio di si, non ho mai fatto un viaggio più lungo e stressante- disse Priscilla stirandosi le braccia con un mugugno sommesso, lanciò uno sguardo dietro di se vedendo Tyson e Alèk darsele di santa ragione, accompagnati da vari e coloratissimi insulti, mentre Nicolash continuava a fare proposte indecenti a Demetra la quale si stava trattenendo dal piantargli una freccia in fronte.
-Soprattutto perché, con loro, un viaggio tranquillo è impensabile- continuò Alexis avvicinandosi alla ragazza con un sorriso divertito, la compagna rise.
-Già, hai proprio ragione- disse, Ashdown si avvicinò alle due donne ignorando Nicolash.
-Ditemi un pò, ma quei due la litigano sempre? Non sarebbe il caso di fermarli?- chiese riferendosi a Tyson e Alèk, loro si guardarono e sorrisero.
-Vedi, all'inizio litigavano perché non si sopportavano, ma guardali ora- le disse la sorella dei Black, Demetra fece come detto e notò sui volti dei due ragazzi un sorriso smagliante.
-Adesso lo fanno perché si divertono a combattere l'uno contro l'altro- continuò Alexis.
-Già, anche se spesso un bel pugno se lo meriterebbero- intervenne Priscilla, Demetra rise.
-Senti un pò fantasmino dei miei stivali, vuoi prendere delle botte ancora oppure ti bastano!- gridò Alèk asciugandosi il sudore dalla fronte con il dorso della mano.
-Come mi hai chiamato cascamorto? Quelle per te erano botte? Pensavo mi stessi facendo il solletico- rispose Tyson fingendo uno sbadiglio, insieme ripartirono l'uno contro l'altro caricando un pugno all'indietro quando una parete di terra si frappose tra i due bloccandoli e dei grossi massi li atterrarono violentemente al suolo.
-Basta fare del casino voi due, non vi sopporto già più e siamo solo alle prime luci dell'alba- disse Priscilla con il sistema nervoso messo a dura prova.
-Ma lei è sempre così incazzata?- chiese sottovoce Demetra ad Alexis mentre i suoi occhi e capelli tornavano al colore originale.
-Diciamo molto spesso- ripose ridendo sommessamente per non farsi sentire dalla compagna. Alèk si rialzò massaggiandosi la testa e guardò Priscilla con lo sguardo di chi sogna ad occhi aperti e fece un lungo respiro.
-Sei sempre bella quando ti arrabbi lo sai- disse facendole l'occhiolino, lei sbuffò dandogli le spalle.
-Ringrazia che siamo in mezzo al nulla o ti avrei già sotterrato sotto un edificio- rispose secca.
-Che non sarebbe una brutta idea- intervenne Tyson sghignazzando.
-Ne vuoi ancora occhi dolci?- scattò il ragazzo rimettendosi in piedi.
-Fatti sotto damerino- lo sfidò il compagno facendogli il gesto con la mano.
-Ecco e ora siamo di nuovo punto e daccapo- commentò Alexis mettendosi una mano in fronte con espressione rassegnata sotto lo sguardo divertito di Demetra: a lei piaceva il silenzio e la solitudine per questo aveva sempre vissuto nella foresta, lontano da tutto e da tutti, ma doveva ammettere che con quel gruppetto di scalmanati si trovava veramente a suo agio. Si trovò a sorridere impercettibilmente, la sorella dei Black la vide e le sorrise di rimando come se le avesse letto nel pensiero.
-Se partiamo adesso dovremmo raggiungere Magnolia entro l'ora di pranzo- disse Tyson che aveva smesso di litigare e aveva raggiunto le compagne.
-Veramente noi siamo già pronte, siete voi uomini che perdete tempo- rispose Priscilla battendo ritmicamente un piede a terra.
-Hey, io mi sto pettinando, anche se sarei meraviglioso pure con i capelli scompigliati- disse Casper facendo oscillare la sua chioma fluente.
-Se non ti sbrighi ti lasciamo qua, noi intanto ci avviamo- disse la ragazza dai capelli celesti cominciando a camminare insieme alle sue compagne femmine, i ragazzi presi alla sprovvista raccattarono su quello che riuscirono e le raggiunsero di corsa imprecando e lamentandosi di non aver avuto abbastanza tempo.
-Certo che sono peggio delle donne- disse Demetra lanciando un'occhiata dietro di se.
-Non ci sono più gli uomini di una volta- sospirò Alexis rassegnata.
-Non ci sono più uomini, queste sono checche- intervenne Priscilla specificando, Nicolash la sentì e le si avvicinò con con sguardo languido.
-Se vuoi ti mostro io se sono checca o no- disse facendole l'occhiolino prima di venir sotterrato da una buca creata da Alexis. 
Continuarono a camminare per qualche ora, le ragazze parlavano tra di loro come se si conoscessero da sempre, mentre i ragazzi ogni due per tre litigavano e facevano a botte, tutti ad eccezione di Casper, che la riteneva un attività poco dignitosa. Tyson si guardò attorno ammirando la bellezza del bosco nella quale aveva passato la maggior parte delle giornate ad allenarsi, erano vicini a Magnolia ancora qualche minuto e avrebbero potuto scorgere le prime case diroccate della città. Improvvisamente si ritrovarono tutti in un religioso silenzio, come se sapessero che da li a poco avrebbero visto il luogo in cui le loro vite sarebbero cambiate per sempre. Cominciarono a sentire strani rumori, come di carrozze che percorrevano un viale acciottolato.
-Siamo arrivati credo- disse Demetra sorpassando l'ultimo albero prima della pianura vasta, rimase a bocca aperta.
-Cosa succede?- domandò Alex avvicinandosi a lei poi spostò anch'essa lo sguardo in avanti: stessa reazione. A seguire le raggiunsero Priscilla, Alèk, Casper e Nicolash che rimasero stupiti, infine si aggiunse Tyson che guardò il panorama e sorrise compiaciuto: centinaia e centinaia di carrozze si stavano dirigendo dentro la città distrutta, alcuni edifici erano circondati da dei tralicci e degli operai li stavano rimettendo in sesto, molti uomini stavano lavorando la terra mentre le donne lavavano in una tinozza diversi vestiti ormai sporchi dal duro lavoro, mentre i bambini si divertivano a nascondersi dietro a delle grosse tovaglie bianche, lasciate asciugare appese al sole: si diceva che Magnolia ormai era diventata una città fantasma soprattutto dopo la strage di cui tutti parlavano, ma invece quello che il gruppo di maghi si ritrovò davanti, fu un grande atto di ripartenza.
-Andiamo- disse Tyson avviandosi in quella direzione.
-Hey hey, aspetta un momento, cosa è successo qua?- chiese Nicolash incuriosito.
-Semplice, ho detto ad alcuni abitanti di Hargeon che non avevano più nulla, che se cercavano un posto dove andare potevano dirigersi qua, a quanto pare hanno seguito il mio consiglio- rispose lui soddisfatto.
-Come prego? Ma qui non c'è niente, devono essere pazzi per aver fatto una scelta del genere- intervenne Priscilla.
-No, e ti spiego il perché: in molti avevano deciso di cambiare città per lasciarsi dietro  le spalle il passato di sofferenza e sottomissione che avevano avuto, per ricominciare da capo, io ho solo voluto dargli una mano, il nostro obbiettivo è di ribaltare questo regno, non possiamo farlo semplicemente facendo fuori qualche Vasileias, dobbiamo agire più in grande: risanando piccoli villaggi fino alle grandi città- spiegò.
-Hai ragione, ma se qualche esercito di Vasileias dovesse tornare in questi luoghi, noi non possiamo essere in tutte le città di Fiore contemporaneamente, come faremo a proteggere tutti?- chiese Demetra preoccupata.
-Se la caveranno, queste persone hanno sempre avuto la forza di andare avanti nonostante le difficoltà, quando assaggeranno un briciolo di libertà, si ribelleranno e non si faranno sottomettere più, basta guardare cosa hanno fatto gli abitanti di Hargeon- disse.
-Quindi il motivo per cui siamo venuti qua è che volevi vedere se i cittadini di Hargeon avevano seguito il tuo consiglio?- domandò Casper alzando un sopracciglio.
-No, sono venuto qua perché voglio trasformare Magnolia nella sede dalla quale partirà la nostra ribellione...- disse lasciando in sospeso la frase.
-Aspetta un attimo, sede? Mi vuoi dire che...- si bloccò Alexis mentre un'idea si fece largo nella sua mente.
-Si, ho intenzione di formare una gilda!- esclamò sorridendo, i suoi compagni se prima erano rimasti stupiti, adesso lo erano ancora di più.
-Che diavolo è una Bilga?- chiese Nicolash grattandosi la testa in modo confuso, Priscilla lo schiaffeggiò sulla nuca.
-Gilda, idiota!- lo corresse.
-Mai sentite nominare, che cosa sono?- chiese Alèk.
-Ma quanto siete ignoranti: le gilde esistevano cinquecento anni fa prima dell'ascesa al trono di Theos Velona, erano dei gruppi di maghi che risiedevano in diverse sedi sparse per il regno e che svolgevano lavori su commissione, ma oltre a questo proteggevano anche il paese, è impossibile che non ne abbiate mai sentito parlare- disse Priscilla basita, in risposta ricevette uno scuotimento di testa negativo dai due ragazzi.
-Siete proprio senza speranza, conoscete la leggenda di Fairy Tail?- domandò Demetra facendosi avanti, i due si batterono un pugno sul palmo aperto improvvisamente illuminati.
-Si! È una leggenda che conoscono tutti vecchi e bambini- disse Nicolash capendo.
-Comunque non capisco perché vuoi formare una gilda- intervenne Alèk.
-Per due semplici motivi: primo, non possiamo continuare a vagabondare per il paese, dobbiamo avere anche un luogo in cui riposare curarci e soprattutto discutere sui diversi piani d'attacco; secondo, alla gente serve un idolo, un punto di riferimento su cui fare affidamento quando si trovano in difficoltà, in questo modo sapranno sempre dove rifugiarsi- spiegò poi allungò un pugno chiuso in avanti.
-Ora capisco, quindi siamo qui per far ripartire la città e per costruire la sede della nostra gilda giusto?- chiese Demetra ricevendo una risposta positiva.
-Io ci sto!- acconsentì entusiasta facendo lo stesso gesto.
-Fermi tutti, quando mai hai avuto il nostro consenso?- domandò Alèk incrociando le braccia.
-Non fare il bambino, abbiamo deciso di unirci a lui, cosa cambia se facciamo parte di una gilda o meno- rispose Alexis allungando il pugno, il fratello sbuffò poi fece la stessa cosa.
-Finalmente potrò tornare a dormire in un letto pulito e a farmi una doccia in un bagno vero- disse Casper quasi commosso allungando la mano chiusa.
-Vivere praticamente insieme ad una banda di scalmanati come voi? In un'altra occasione avrei detto di no, ma siccome ci stanno cercando e io non voglio fare la fine del topo, accetto- affermò Priscilla unendo il pugno insieme a quello dei suoi compagni, l'unico che non si fece avanti fu Nicolash che era rimasto appoggiato al tronco di un albero ad assistere alla scena, Tyson lo guardò.
-Hey piccoletto e tu? Che fai non ti aggreghi?- gli chiese.
-Non molto tempo fa mi dissi che non mi consideravi uno del gruppo, quindi per quale motivo dovrei accettare?- ribatté serio, non era da lui comportarsi in quel modo.
-È vero, ma ne abbiamo passate da quando hai cominciato a seguirci e poi ormai credo che tutti ti considerino uno di noi- rispose accennando un sorriso, Nicolash guardò tutti uno per uno, ognuno di loro lo stava fissando aspettando che si aggregasse, ad eccezione di Alèk che aveva distolto lo sguardo facendo finta di ignorarlo, anche se in fondo anche lui stava attendendo la sua risposta. Neviski si ritrovò impercettibilmente a sorridere e poi unì il pugno chiuso insieme a quelli degli altri.
-E va bene!- accettò più contento che mai.
-Una domanda, non c'è il rischio che arrivino dei Vasileias notando tutta questa gente che si sposta?- intervenne Alexis, Demetra chiuse gli occhi e sospirò con fare coscienzioso.
-Ma dai, non arriveranno mai qui a Magnolia, credono tutti che sia disabitata ormai- disse, neanche un secondo dopo un abitante cominciò a gridare aiuto, tanto forte era la sua voce che il gruppo di ragazzi lo sentì distintamente.
-I Vasileias! I Vasileias stanno arrivando in città!- urlò, tutti guardarono la ragazza dai capelli rossi con un sopracciglio alzato.
-Dicevi prego?- la prese in giro Priscilla.
-Beh dai, però non sono sicuramente in tanti per una città andata in rovina- cercò di rimediare in qualche modo, alquanto imbarazzata.
-Sono in tantissimi, saranno almeno trecento soldati!- esclamò nuovamente l'abitante, di nuovo il gruppo fissò incredulo la ragazza che fece per aprire bocca di nuovo, ma venne fermata in tempo da Tyson che gliela tappò con una mano.
-Ti prego, non dire più niente- la scongiurò, lei annuì sconsolata.
-Comunque è incredibile che appena arriviamo i soldati devono già rompere, non si può avere un giorno di pace?- si lamentò Priscilla.
-Cosa ti aspettavi, alla fine è come se fossimo in guerra- ribatté Alèk affiancandosi a lei, Nicolash cominciò a ridere sguaiatamente come un pazzo, i suoi occhi cambiarono espressione diventando quelli di un killer seriale.
-Carne fresca- sussurrò partendo in direzione della città.
-Ed ecco che gli si è chiusa la vena- disse Alexis andandogli dietro seguita dal fratello e da Priscilla.
-Non toccate il mio bagno pulito!- esclamò Casper in preda ad una crisi isterica correndo in modo elegante e raffinato. Tyson si voltò in direzione di Demetra che non sembrava volersi muovere.
-Che fai lì? Non vieni?- le chiese, lei scosse la testa, poi prese in mano il suo arco e incoccò una freccia.
-Preferisco combattere a distanza, vi supporterò da qua- rispose prendendo la mira, un orda di soldati si stava facendo sempre più vicina alla città.
-Ma ci sarà almeno un chilometro di distanza sicura di potercela fare?- domandò ancora, lei sorrise determinata.
-Sta a vedere- disse solamente, individuò un soldato in prima fila.
-Elemental Hawk! Wind!- la freccia fu avvolta da un piccolo vortice d'aria.
-Fly my darling- disse sorridendo e scagliò il dardo ad una velocità impressionante, lo sbalzo di pressione fece muovere l'aria attorno a lei, piegando le fronde degli alberi e facendo svolazzare la cappa di Tyson che rimase a bocca aperta, guardò nella direzione della freccia e dopo pochi secondi essa arrivò a destinazione trapassando da parte a parte la tempia del nemico che cadde a terra in un lago di sangue. Demetra fissò poi il compagno con aria di chi non era da sottovalutare, lui alzò le mani in segno di resa.
-Touchè- disse semplicemente.
-Ci raggiungerai a lavoro terminato... stai attenta- continuò poi con un filo di preoccupazione che però non diede eccessivamente a vedere.
-Gli unici che devono stare attenti sono i Vasileias laggiù- disse scoccando un'altra freccia che centrò un secondo obbiettivo. Tyson sorrise compiaciuto.
-A dopo allora- la salutò correndo verso la città. Non ci mise molto a raggiungere i suoi compagni data la sua velocità, erano già entrati in città e si stavano dirigendo a nord, verso la direzione da cui proveniva il piccolo esercito.
-Le tue ipotesi si sono rivelate giuste Alex, avranno notato del movimento in città e sono intervenuti- disse Casper affiancandosi alla donna, Alèk ringhiò.
-Certo che sono veramente fastidiosi- intervenne.
-C'è un lato positivo, almeno non c'è nessun capitano o generale se no si che sarebbe stato un problema- fece notare Priscilla.
-Hai ragione, avranno pensato che non era necessario mandare uno di alto rango per solamente poche persone- disse Tyson, i compagni si guardarono alle spalle.
-Dov'è Demetra?- chiese Alexis, il ragazzo sorrise.
-Ci supporterà da lontano- rispose, il gruppo ricambiò di rimando pieni di fiducia nella loro compagna. Nicolash era in testa, con l'unico obbiettivo di eliminare tutti quei soldati: erano il doppio di quelli che aveva affrontato nell'accampamento fuori Hargeon, eppure con tutta l'adrenalina che aveva in corpo era sicuro di poterli uccidere tutti anche da solo, un ghigno raccapricciante spuntò sul suo viso non appena vide l'orda arrivargli in contro.
-Ho voglia di far saltare qualche testa- disse, il suo tono di voce però risultava molto più grave e gutturale, come se provenisse dalle viscere della terra. Casper lo guardò ad occhi spalancati.
-Non vorrei essere nei Vasileias in questo momento- ammise. Un fragore improvviso si riversò nell'aria, i compagni si fermarono guardando dritto davanti a loro, un fulmine gigantesco era appena saettato al centro del campo di battaglia attraversando diversi cerchi magici dorati impressi a mezz'aria, sollevò un nuvolone di polvere e decine di soldati furono scaraventati al suolo dalla potenza dell'impatto.
-Ma che diavolo succede?- disse Tyson coprendosi il viso con un braccio mentre la nube di pulviscolo sommergeva lui e i suoi amici, con gli occhi socchiusi tentò di distinguere le figure che gli si paravano davanti, un ombra si muoveva veloce nella polvere e da essa provenivano diversi lampi di luce accompagnati da dei boati.
-C'è qualcuno che sta combattendo contro i Vasileias- intervenne Casper.
-Già, ma chi è?- chiese Alèk non capendo.
-Ci penso io- si fece avanti la sorella dei Black, i suoi capelli e i suoi occhi cambiarono e diventarono grigi poi con un movimento di braccia spazzò via la polvere che si dileguò in una folata di vento. Finalmente i compagni poterono vedere cosa stava succedendo: una giovane ragazza stava combattendo da sola contro tutti quei Vasileias, ma la cosa ancora più strana, era che si vedeva chiaramente il suo divertimento, un sorriso era stampato sulle sue labbra, combatteva, atterrava soldati come se fossero fragili fuscelli. 
Doveva avere circa ventun'anni, alta 1,74, magra e slanciata, la carnagione non troppo scura, i capelli color rosso acceso erano raccolti in una coda che a causa della sua voluminosità si apriva a ventaglio, un ciuffo le partiva dal centro della fronte e le ricadeva dolcemente sul lato sinistro del viso coprendo di poco il suo occhio color dell'oro, segno che aveva attivato i suoi poteri, le orecchie erano semicoperte da due ciuffi che fuoriuscivano dalla coda. Portava degli shorts di jeans con una cintura bianca, in pendant con le lunghe calze dai bordi dorati e la canotta, al di sopra della quale indossava una giacca marrone a doppio petto, sulle cui maniche, all'altezza delle braccia e dei polsi, erano presenti quattro cinturini neri, lo stesso cinturino dalla fibbia dorata era anche presente attorno al collo dal quale partivano due anelli di una catena squadrata. Indossava dei guanti scuri, quello sinistro però era a mezze dita, ai piedi vestiva degli stivali neri con inserti in oro, stesso colore dei bottoni della giacca, sulla schiena aveva un arco, ma senza né frecce né faretra, inoltre portava un paio di orecchini e due mollette sul ciuffo di capelli, a forma di esagono tagliato a metà: entrambi sulla tonalità del giallo. Una particolarità che non sfuggì al gruppo, erano le braccia completamente coperte da delle bende.
-Io so chi è- disse Alexis, i compagni la guardarono.
-Quel colore di capelli, quella magia, lei è la folgore scarlatta!- continuò, Tyson sorrise nell'apprendere la notizia.
-Quindi è lei la maga spietata e senza scrupoli di cui si sente parlare, se non sbaglio usa la magia che controlla l'elettricità- disse studiando le sue mosse.
-Questo spiegherebbe i bagliori e i fragori che si sentivano poco fa- intervenne Casper. Nicolash era rimasto fermo fino a quel momento fissandosi sul colore di capelli della ragazza, così come Tyson aveva fatto con Demetra, la sua mente lo riportò per un secondo al passato, la rabbia che c'era in lui aumentò a dismisura e scattò in direzione dei soldati brandendo il suo "spadone dell'anima". La ragazza sconosciuta si voltò e guardò il giovane menare fendenti, poi spostò lo sguardo dietro di lui notando il gruppo che era intervenuto, Tyson le si avvicinò con un balzo per evitare l'attacco di un nemico.
-Folgore Scarlatta?- chiese usando la sua falce per respingere un soldato.
-Odio quel soprannome, mi fa venire il vomito, io mi chiamo Velvet, Velvet Rockbell- rispose atterrando una decina di soldati con una scarica elettrica.
-Io mi chiamo Tyson- si presentò.
-Non te lo ha chiesto nessuno, ora levati dai piedi, ho da fare- disse secca avanzando in direzione dei soldati.
-Elettro Punch, Elettro Kick!- esclamò, il suo corpo cominciò a brillare di un colore giallo intenso, poi cominciò a sferrare pugni e calci agli avversari, grazie a quella magia i suoi attacchi fisici avevano aumentato di gran lunga la loro potenza, spedendo lontano diversi metri tutti coloro che venivano colpiti. Un soldato la attaccò alle spalle con una massa informe di fuoco blu, lei non provò né a schivare, né tantomeno a parare, ma si voltò affrontando le fiamme faccia a faccia, il calore le inondò il viso e sorrise divertita.
-Lighting Ray!- gridò creando un fulmine e scagliandolo verso l'avversario, il fuoco non appena venne a contatto con l'attacco di Velvet si disperse in tanti piccoli lapilli che colpirono una cinquantina di Vasileias li attorno, ma la magia da lei scagliata non fermò la sua corsa e oltre a colpire il soldato che aveva provato ad attaccarla, trapassò una ventina di colleghi alle sue spalle, caderono tutti a terra in preda a spasmi dovuti alla potenza del fulmine.
-Pff, se non siete in grado di respingere un attacco del genere non vale neanche la pena combattere con voi, siete solo delle mezze calzette- disse toccando un Vasileias che cadde subito al suolo percosso da piccole scariche.
-Certo che sei forte- disse Tyson scattando contro un avversario e lasciandogli un profondo solco sul petto.
-Mi sembra ovvio- ribatté seria.
-Ma questi tizi qua sono solo fastidiosi e io mi sono stancata, fatti da parte se non vuoi finire incenerito- continuò allungando le mani verso il cielo, il ragazzo notò i suoi compagni nel mezzo del campo di battaglia e veloce come una saetta scattò nella loro direzione: Alèk, Alexis, Casper, Priscilla e Nicolash vennero presi di peso e portati alle spalle di Velvet pronta a scagliare il suo attacco.
-Thunder Storm!- gridò e dal cielo scesero centinaia e centinaia di fulmini, come una pioggia incessante che non lasciò scampo a nessuno, nemmeno le rocce o i sassi vennero risparmiati, tutto si trasformò in semplicissima sabbia. I compagni guardarono quella ragazza stupefatti: l'esercito era stato completamente sbaragliato. Nicolash riprese il controllo di se e non appena vide la ragazza le si avvicinò con fare di superiorità.
-Hey bellezza...- non fece neanche in tempo a finire la frase che lei le rifilò un calcio in mezzo alle gambe: nessuna reazione, Neviski la guardò ghignando.
-Sono preparato per queste eventualità dolcezza- disse sollevando e mostrando a tutti la placca d'acciaio usata per proteggersi le parti basse, dopo neanche un secondo un nuovo calciò partì dalla ragazza e lui venne colpito in pieno, si accasciò al suolo in posizione fetale tenendosi dolorante i gioielli di famiglia.
-Avrei dovuto farlo io molto tempo fa- commentò Priscilla soddisfatta.
-Non ti avvicinare o la prossima volta te lo friggo quel gamberetto che ti ritrovi in mezzo alle gambe- disse minacciosa, Tyson e Alèk scoppiarono a ridere.
-Ben ti sta nanetto- disse il fratello dei Black. Il Tramonto Fantasma le si avvicinò.
-Come mai sei in questa città?- chiese.
-Ho sentito che il gruppo di persone che sta viaggiando per il regno mettendo k.o. tutti i Vasileias, era diretto a Magnolia, e quindi ho pensato bene di venire qui per incontrarli- rispose, poi li guardò uno ad uno.
-E immagino che quel gruppo siate voi- disse poi ricevendo in risposta un cenno della testa. 
-Sei una maga straordinaria e da te sento provenire un enorme potere magico, che ne dici di unirti a noi?- chiese allungandole un pugno chiuso, lei non ci pensò su due secondi a ribattere.
-Solo ad una condizione- rispose alzando un dito, lui la guardò sollevando un sopracciglio.
-E cioè?- domandò, lei lo guardò e ghignò divertita.
-Dovrò essere pagata, non mi interessa il vostro obbiettivo, voglio solo avere montagne di soldi- disse.
-Sei fortunata, stiamo proprio per formare una gilda, verrete pagati mensilmente visto che i cittadini non hanno abbastanza fondi per farlo, ovviamente con i soldi rubati ai Vasileias- ribattè.
-In questo caso ci sto!- esclamò allungando il pugno chiuso verso quello di Tyson.
-Da qui vedo una vista spettacolare!- disse Nicolash rantolando ancora a terra, mentre fissava il fondoschiena di Velvet, dopo un istante lui si ritrovò circondato da piccole scariche elettriche e scosso da degli spasmi.
-Gli uomini vanno presi a pedate- disse lei guardandolo dall'alto in basso e suscitando le risa dei compagni.


Monte Hakobe, notte:

La Luna risplendeva nel cielo, la ragazza se ne stava con i piedi a penzoloni su di un pino circondata dalla neve, guadava le stelle come abbagliata, nonostante i suoi vestiti apparentemente leggeri e la temperatura bassa non sentiva alcun freddo.
-Questo regno è veramente caduto in basso- disse con tono triste mentre un vento gelido le fece svolazzare i capelli.






ANGOLO AUTRICE:

Perdonatemi infinitamente, so che dovevo pubblicare il capitolo ieri o l'altro ieri ma per cause superiori (semplicemente ero fuori casa e non avevo il computer) non sono riuscita, così l'ho fatto ora.
Cosa ne pensate? E Velvet come vi sembra? Riuscirà Nicolash a riprendersi dal calcio nei gioielli? Ma soprattutto, chi sarà questa nuova comparsa alla fine? Lo scoprirete solo leggendo!!
Dunque ragazzi ci siamo quasi, oltre alla persona che vi ho introdotto mancherà solo un ultimo OC e poi comincerà la festa!! (muahahahah) Prossimo capitolo sempre tra due settimane e sempre nel weekend (sperando di avere il computer) Alla prossima!!
Hola
Lu!
  
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