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Autore: heykurt    21/08/2020    1 recensioni
KURTBASTIAN : Mesi dopo essersi lasciati, Kurt decide di tornare a Lima per riconquistare Blaine, ma al suo ritorno scopre che l'ex fidanzato ha una relazione con Dave Karofsky. Kurt è sconvolto e non riesce a farsene una ragione, ma un casuale quanto inaspettato incontro con Sebastian Smythe stravolgerà completamente la sua vita.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Dave, Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 2

 

 

 

 

Kurt aprì lentamente gli occhi, sbattendo più volte le palpebre per mettere a fuoco ciò che lo circondava. Ricordava poco della sera precedente, ancora intontito dal sonno, ma quando sentì un braccio avvolgergli all’improvviso la vita, realizzò quello che era successo.

Si voltò con estrema cautela alla sua destra e si sentì percorrere da un brivido lungo la colonna vertebrale. Sebastian se ne stava accoccolato contro la sua spalla, le labbra sottili appena dischiuse. Kurt passò qualche secondo ad osservarlo e pensò che avesse delle ciglia davvero lunghissime; non lo aveva mai notato.

Cercando di non fare rumore, alzò appena le coperte e constatò che nessuno dei due aveva i vestiti. Le sue guance si surriscaldarono all’istante e nella sua testa iniziò a formulare possibili conversazioni da sostenere quando Sebastian si fosse svegliato.

Aveva fatto una stupidaggine, lo sapeva. La sera prima, mentre si baciavano e si toglievano i vestiti, continuava a ripetersi che era una pessima idea e che se ne sarebbero pentiti la mattina seguente; ed aveva ragione. Si sentiva uno schifo e gli occhi gli bruciavano ancora molto.

Per quanto fosse pentito di ciò che era successo tra lui e Sebastian, non poteva fare a meno di notare quanto fosse bello, lì disteso accanto a lui. I muscoli rilassati della sua schiena erano ben definiti e le sue braccia gli trasmettevano sicurezza e protezione, e i suoi capelli arruffati gli ricadevano sulla fronte conferendogli un aspetto così innocente da renderlo quasi tenero agli occhi di Kurt. Per quello che ricordava, Sebastian lo era stato davvero. Gli aveva chiesto più volte se fosse tutto okay e se voleva che si fermassero. Contrariamente alle sue aspettative, era stato proprio Kurt il più intraprendente tra i due. Preso dalla foga del momento e col pensiero di Blaine e Karofsky ancora impresso nella mente, aveva deciso che non gli importava più di niente e di nessuno e che voleva lasciarsi andare per una volta, senza pensare alle conseguenze. Certo, era consapevole che Sebastian non fosse la scelta più saggia, ma Kurt aveva sempre creduto nel destino e doveva esserci un motivo se quella sera si erano incontrati.

Kurt allungò la mano verso Sebastian e gli scostò con delicatezza un ciuffo che gli ricadeva sugli occhi; si sentiva stranamente bene e la cosa lo infastidiva. Era come se si volesse rifiutare di provare qualcosa per Sebastian Smythe. Lo aveva odiato per così tanto tempo che l’idea di essere finito a letto con lui gli sembrava ancora surreale.

«Smettila di fissarmi» mugugnò Sebastian, ancora con gli occhi chiusi.

«Non ti sto fissando» mentì Kurt, girando la testa di scatto, guardando il soffitto.

Quel loft gli ricordava quello di New York, con una grossa e spessa tenda che separava la camera da letto dal resto dell’appartamento. L’unica differenza era che adesso, abbracciato a lui, non c’era più Blaine, ma il suo più acerrimo nemico.

«Dovrei andare a farmi una doccia» disse Kurt, spostando il braccio di Sebastian dal suo stomaco.

«Resta altri cinque minuti» borbottò Sebastian, avvolgendo di nuovo Kurt col braccio, dandogli un rapido bacio sulla spalla.

Era tutto troppo intimo e Kurt sentiva di dover porre fine alla cosa prima che si facesse seria. «No, devo andare, è tardi. Forse te lo sei già dimenticato ma io ho lezione stamattina e non posso lasciare quei ragazzi da soli in balia di Rachel. Come se non bastasse, oggi ci sarà anche Blaine perché dobbiamo stabilire assieme al professor Shuester delle regole da rispettare tra Glee Club. Saremmo pure avversari alle Provinciali, ma ci rispettiamo».

«Parli sempre così tanto di prima mattina?» si lamentò Sebastian intrecciando una gamba con la sua.

Kurt sbarrò gli occhi sentendo il corpo nudo del ragazzo premuto contro il suo. «Okay, devo andare» squittì isterico, sfuggendo alla sua presa.

Si sporse con il busto verso il pavimento per raccogliere la biancheria intima e per potersela rimettere sotto le coperte, e si decise finalmente ad alzarsi dal letto.

«Era necessaria?» gli domandò Sebastian. «Ti ho già visto nudo. Dai, torna qui. Fa freddo in questo appartamento ed ho bisogno di qualcosa di caldo sotto di me. Insomma, non ce l’hai il riscaldamento?»

«Sei disgustoso» disse Kurt alzando gli occhi al cielo.

Sebastian emise un grugnito, stiracchiandosi, facendo scivolare la coperta lungo il petto. Kurt si fermò qualche secondo per ammirarlo, e si sarebbe preso a schiaffi per tutte le cose che stava provando. Sentiva una forte attrazione fisica, ma nel contempo provava anche l’irrefrenabile desiderio di buttarlo fuori di casa ed implorarlo di dimenticarsi dell’accaduto.

«Vado a fare la doccia…» ribadì Kurt, mentre Sebastian si muoveva in modo provocatorio sul letto. «Torno tra dieci minuti».

Kurt non lasciò a Sebastian il tempo di rispondere e corse in tutta fretta nel bagno, chiudendo la porta a chiave. Non avrebbe gradito una visita improvvisa di Sebastian sotto la doccia. Quello che avevano fatto la notte precedente era stato abbastanza. Non che Kurt non avesse gradito, anzi, ma non poteva permettere di cascarci un’altra volta.

Entrò nella doccia ed aprì l’acqua, lasciando che questa scorresse calda sul suo corpo, rilassando ogni suo muscolo. Era andato a letto con Sebastian… Aveva combinato un casino. Doveva dirlo a Blaine? In fondo non gli doveva più niente, eppure una parte di lui si sentiva in colpa. Immaginò una possibile uscita a quattro con Sebastian, Blaine e Karofsky e si ritrovò a ridere istericamente. Sarebbero stati le coppie più improbabili di Lima. No, non poteva dirlo a Blaine. La cosa più saggia da fare era fingere che non fosse mai successo nulla e cancellare quell’episodio dalla sua memoria. Ma… parlarne con qualcuno forse avrebbe potuto aiutarlo. L’unica persona che gli venne in mente fu Rachel, ma sapeva come avrebbe reagito se lo fosse venuta a sapere. Magari poteva dirle una mezza verità e non specificare che il ragazzo in questione era Sebastian.

Con la testa inondata di pensieri, uscì dalla doccia avvolgendosi nel suo caldo accappatoio. Si dette quindi una rapida pettinata davanti allo specchio e si spruzzò del profumo. Non voleva fare colpo su Sebastian, anche se il suo subconscio era proprio quello che gli suggeriva, ma voleva essere comunque presentabile davanti a lui. Forse non valeva la pena preoccuparsi tanto visto che Sebastian lo aveva visto nelle condizioni peggiori la sera prima, ma il fatto che in quel momento fosse in camera sua sdraiato completamente nudo sul suo letto… beh, era una motivazione sufficiente per volersi presentare con un aspetto dignitoso.

«Sebastian?» lo richiamò uscendo dal bagno. «Senti, ci ho pensato. È meglio non dire a nessuno quello che è successo, okay?» aggiunse scostando la tenda-separè.

Sebastian non c’era più. Kurt si accorse che anche i suoi vestiti erano spariti e d’istinto corse verso la finestra per vedere se la sua Jaguar fosse ancora lì dove l’aveva lasciata. Niente, sparita anche quella.

Si guardò attorno disorientato, in cerca di risposte che non trovava, fino a quando i suoi occhi non si posarono su un foglietto sopra il tavolo della cucina. Si fiondò per prenderlo e rimase spiazzato quando lesse ciò che c’era scritto.

 

Grazie per la serata. È stata davvero carina eccitante.

Alla fine non è andata molto diversamente da come mi

aspettavo. Non prendertela se sono scappato senza salutarti,

ma stava diventando troppo intimo. Niente di personale.

Xoxo Sebastian

 

‘Xoxo’? Quanti anni ha? 13? pensò Kurt rileggendolo di nuovo. Sebastian si lamentava del fatto che la situazione fosse diventata troppo intima quando era stato lui a coccolarlo, dargli dei baci come se fosse una cosa comune e a spalmarsi letteralmente contro il suo fianco.

Kurt si chiese se lo avrebbe più rivisto. Per un attimo pensò di tornare allo Scandals quella sera e pregarlo di non aprire bocca con nessuno, ma il suo sarebbe apparso come un gesto disperato e non voleva passare per quello che, dopo una notte di sesso, si era già affezionato (cosa che forse era successa).

Kurt però non poteva immaginare che avrebbe rivisto Sebastian molto prima di quanto si sarebbe aspettato.

 

*

 

Quando Kurt arrivò al McKinley, Rachel Berry lo stava aspettando all’ingresso con le braccia puntate sui fianchi e gli occhi ridotti a fessure, pronti ad incenerirlo.

«Che fine avevi fatto?! Tra un po’ i ragazzi saranno qui e non abbiamo ancora avuto modo di preparare il tema della settimana! Non possiamo ritrovarci all’ultimo già alla prima settimana, Kurt! Che cosa penseranno di noi? Saremmo degli insegnanti irresponsabili e poco affidabili! Non possiamo permettercelo, Kurt! La Sylvester farà di tutto per farci chiudere di nuovo e se non stimoliamo questi ragazzi a partecipare gliela daremo vinta! Dobbiamo solo ringraziare Santana, Brittany e Quinn se siamo riusciti ad avere qualche membro in più. Senza contare il fatto che Blaine continua a rimproverarmi per avergli “rubato” Jane dal suo coro, quando hanno fatto tutto da soli! Gli Usignoli non la volevano? Lei è venuta da me!» disse tutto d’un fiato senza sbattere le palpebre.

«Vuoi darti una calmata, Rachel?» sbottò Kurt entrando a scuola. «Se tu pensi di essere in una brutta situazione allora non sai quello che sto passando io».

«Cosa può esserci peggio di questo!?»

«Um, non lo so. Forse Blaine che si è messo assieme a Karofsky?» gracchiò infastidito.

Rachel incurvò la bocca all’ingiù, disgustata. «Stai scherzando vero?!»

«Purtroppo no. L’ho scoperto ieri sera dopo avergli detto che volevo tornare assieme a lui. È stato dannatamente umiliante. Poi, ovviamente, mi sono inventato una scusa e sono andato al bagno solo che, una volta arrivato lì, ho avuto una specie di crollo».

«Oddio, stai bene?» gli chiese apprensiva posandogli una mano sulla spalla. «Che è successo?»

«Credevo di morire. È stata una sensazione bruttissima che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Però poi è arrivato… un ragazzo. Questo ragazzo mi ha aiutato ed è stato davvero molto carino, anche se non è una persona che rientra nelle mie grazie. Ma non potevo respingerlo, perché in quel momento è stato davvero dolce e premuroso, e mi ha aiutato a stare meglio solo che… Beh, è successa una cosa quando mi ha riaccompagnato a casa. Una cosa peggiore del fatto che Blaine si sia messo con Dave, forse. Dipende dai punti di vista» blaterò fuori di sé.

«Cos’hai fatto?!» domandò sconcertata Rachel.

«Sono andato a letto con lui» disse senza troppi giri di parole Kurt.

«Cosa ci sarebbe di così sconvolgente? Perché lo hai fatto per ripicca? Eri arrabbiato con Blaine e volevi dimostrargli indirettamente qualcosa?» azzardò Rachel.

«Forse, non lo so più nemmeno io. Al momento credo di averlo fatto per il motivo che hai detto, ma poi quando mi sono ritrovato lì sul letto con lui… non lo so. Mi sono dimenticato completamente di Blaine e Karofsky».

«Ed è una cosa brutta?»

Kurt la guardò allibito. «Certo che è una cosa brutta! Ho praticamente avuto un attacco di panico quando ho saputo della loro storia ed un’ora più tardi ero a letto con… con uno!»

«Non devi colpevolizzarti per questo» cercò di farlo ragionare Rachel. «Eri scosso ed hai avuto un momento di debolezza. Può succedere. In fondo vi siete lasciati, ognuno può fare quello che vuole adesso».

Kurt nel tragitto verso scuola aveva provato e riprovato il discorso da dire a Rachel e in tutte le versioni il ragazzo rimaneva avvolto da un alone di mistero. In quel momento, però, la sua migliore amica non sembrava cogliere appieno la gravità della situazione e decise di fornire alla sua versione un dettaglio in più.

«Il fatto è che tu lo conosci, ed è una persona decisamente irritante e piena di sé, con un ego che supera addirittura il nostro».

Rachel aggrottò la fronte, confusa. «Chi sarebbe?»

«Non posso dirtelo, perché sono sicuro che non mi parleresti più e mi faresti rinchiudere. Ho fatto una cosa stupida e me ne pento da morire. Cioè… me ne pento, ma… Oddio, stamattina quando l’ho visto nel mio letto ho pensato che fosse bellissimo ed è un pensiero che non mi aveva neanche mai lontanamente sfiorato. L’ho sempre ritrovato, oserei dire, ripugnante. Aveva questi enormi-» disse indicandosi i denti, ma quando si rese conto che stava fornendo troppe informazioni sviò il discorso. «Non l’ho mai trovato attraente, ecco. Forse era per colpa del suo carattere odioso, non ne ho idea, ma sta di fatto che era la persona più sbagliata con cui potessi finire a letto».

Rachel stava facendo fatica a seguire il filo del discorso e lo guardava con occhi stralunati, cercando di mettere assieme tutte le informazioni.

«Ti giuro che non mi viene in mente nessuno, Kurt. Non è Adam, vero? Adam era così carino con te! Le uniche persone ripugnanti che mi vengono in mente sono quei due leccapiedi della Nyada che mi gironzolavano intorno come cagnolini. Non sarà mica uno di loro!»

«No!» trillò Kurt, schifato. «Assolutamente no! Però, pensandoci, loro sarebbero stati comunque un’opzione migliore».

«Aspetta…» rimuginò Rachel. «Non sarà mica..?»

«SEBASTIAN!» lanciò un urlo acuto Kurt quando vide il ragazzo avanzare verso di loro lungo il corridoio.

Era finita, la sua copertura era ufficialmente saltata. Doveva inventarsi qualcosa su due piedi, ma lo sguardo inquisitorio ed interrogativo di Rachel lo stavano mettendo sotto pressione; così accampò la prima scusa che gli passò per la mente.

«Da quanto tempo!» lo accolse con eccessivo entusiasmo. «Oddio, saranno quasi due anni che non ci vediamo! Quand’è stata l’ultima volta..? Ah si! Quel giorno alla Dalton per la… sì, è stato alla Dalton!» squillò ogni parola lanciandogli occhiate colme di disperazione, implorandolo indirettamente di reggergli il gioco. «Rachel! Oh, Rachel! Ti ricordi di Sebastian?! L’amico di Blaine della Dalton! Ma sì, ti ricordi di lui?!»

Rachel e Sebastian lo stavano guardando come se fosse impazzito. Sebastian aveva segnato le loro vite così profondamente che sarebbe stato impossibile per chiunque dimenticarsi di lui, e di certo non dopo appena due anni.

«Certo che mi ricordo» disse Rachel a disagio, tendendogli freddamente la mano. «Ciao, Sebastian. Come stai?»

Sebastian ricambiò la stretta con più enfasi. «È un piacere rivederti, Miss Fanny Brice. Io tutto bene. Voi che ci fate qui? Siete stati bocciati un paio di volte?»

Kurt gli fece un cenno con il pollice all’insù per complimentarsi per la recitazione, decisamente più convincente della sua, ma tra loro era calata una strana atmosfera carica di tensione.

«Stiamo rimettendo in piedi le Nuove Direzioni» spiegò Rachel. «È solo la prima settimana del Glee Club, ma tra qualche mese saremo pronti per le Provinciali. Voi Usignoli dovrete temerci!»

«Mi sono diplomato l’anno scorso, non faccio più parte degli Usignoli. Però è chiaro che tiferò per loro alle Provinciali. Usignolo una volta, Usignolo per sempre, no?» disse sposando lo sguardo da Rachel a Kurt, aprendosi a poco a poco in un sorriso beffardo.

Kurt si lasciò sfuggire una risata nervosa. «Ehm, che ci fai qui comunque?»

Domanda sbagliata. Sebastian lo trucidò con lo sguardo, facendogli capire di non avere una risposta per quella domanda. O meglio, non aveva una risposta che potesse apparire innocente agli occhi di Rachel.

«Se sei qui per spiarci e riferire tutto ai tuoi amichetti puoi pure sloggiare» continuò Kurt sperando di salvare la situazione. «D’altronde è risaputo che a voi piace giocare sporco. Non credere che abbia dimenticato cos’hai fatto durante la settimana di Michael Jackson. La granita col sale grosso poteva essere davvero pericolosa!» lo bacchettò per sviare la conversazione. «Sono cose che non si perdonano. Andiamo Rachel, è meglio se entriamo in aula e prepariamo la lezione prima che arrivano i nostri. Non vale la pena sprecare il tempo con lui» disse quell’ultima frase in un sussurro, non abbastanza piano da non farsi sentire.

Sebastian lo guardò ferito, e decise di ripagarlo con la sua stessa moneta.

«A me sembrava che mi avessi perdonato ieri» ribatté con sicurezza.

Kurt avvampò e desiderò sprofondare. Forse lui ci era andato giù un po’ pesante, ma Sebastian non aveva il diritto di parlare di ciò che era successo. Doveva rimediare al più presto.

«Non ho idea di cosa tu stia parlando! Rachel, puoi aspettarmi un attimo in aula canto? Arrivo subito, promesso».

Rachel era, se possibile, più confusa di prima e non sembrò collegare i puntini. «Va bene. Ti do un minuto, non di più. Ho bisogno di te» lo ammonì, entrando in classe.

«Che diavolo pensavi di fare?» sbottò Kurt a denti stretti, strattonando Sebastian per un braccio per allontanarlo il più possibile dall’aula canto. «Senti, devi promettermi che non lo dirai a nessuno».

Sebastian incrociò le braccia al petto con aria di sfida. «Dire cosa?»

«Lo sai benissimo. Quello che è successo ieri sera è stato uno sbaglio, e lo so che la cosa è partita da me, ma non dovrà ripetersi. Siamo intesi?» ansimò preoccupato, guardandosi intorno per paura che sbucasse qualche suo conoscente.

«C’era anche la possibilità che la cosa si ripetesse? Davo per scontato che fosse stata una botta e via» lo spiazzò Sebastian. «Per me non c’è alcun problema, comunque. Ero venuto soltanto a riportarti la patente. Devi esserti scivolata dal portafogli ieri sera quando eravamo in macchina. Se ti fermavano oggi saresti finito nei guai» sogghignò sventolandogli la patente davanti al naso. «Non c’è di che».

Kurt gliela strappò di mano, infilandosela nella tasca dei jeans. «È tutto?»

«Non mi dici neanche grazie?» replicò offeso Sebastian.

«Grazie» rispose frettolosamente, spaventato dal suono improvviso della campanella che segnava la fine della prima ora. «Ascolta, devo proprio andare. I ragazzi saranno qui a momenti e non ho ancora preparato la lezione» disse massaggiandosi compulsivamente la fronte. «Buona vita, Sebastian. È stato un vero piacere ma… a mai più» lo congedò senza lasciargli il tempo di rispondere.

Kurt si fiondò in aula canto, dove Rachel lo attendeva seduta accanto al pianoforte, ancora visibilmente irritata.

«Sono passati due minuti e quarantacinque secondi, Kurt» lo rimproverò. «Ecco il tema della settimana. Ho dovuto improvvisare, perché se aspettavo te rischiavamo di non fare lezione!» esclamò porgendogli un foglio.

«‘Jagged a little Tapestry’? Sarebbe un mash-up delle canzoni di Alanis Morissette e Carole King?» le domandò colpito.

«Esattamente. Ah, se non ci fossi io» brontolò Rachel.

Kurt si mise a cancellare la lavagna per poter poi scrivere a lettere cubitali il tema della settimana, quando Rachel gli fece la domanda che tanto aveva temuto.

«Che è successo prima? Perché hai dato di matto così quando lo hai visto?»

«Visto chi?» prese tempo Kurt.

«Sebastian Smythe» rispose con ovvietà Rachel.

Kurt non poteva continuare a fingere. Conosceva bene Rachel e sapeva che non avrebbe lasciato perdere fino a quando non fosse venuta a conoscenza di tutta la verità. Nonostante la conversazione su Blaine e Karofsky fosse passata in secondo piano, presa com’era nel trovare un tema per la lezione settimanale, Kurt era certo che avrebbe fatto la sua comparsa in un’altra discussione, e che quello avrebbe portato immancabilmente a ciò che era successo nell’appartamento tra lui e il tizio misterioso. Era inutile girarci attorno.

«Ho fatto sesso con lui» disse chiudendo gli occhi, rifiutandosi di girarsi per vedere la sua espressione.

«Aspetta… con Sebastian?!» gridò Rachel, costringendo Kurt a voltarsi per dirle di abbassare la voce. «Oh mio Dio! “Sembrava che mi avessi perdonato ieri”» ripeté poi le parole di Sebastian. «Come ho fatto a non capirlo!»

«Forse perché il tuo subconscio si rifiutava di metabolizzare la cosa? Ecco, pensa come mi sento io adesso. È come se avessi fatto un torto a Blaine, anche se ci siamo lasciati. Ce l’avevo tanto con lui per aver scelto di uscire proprio con la persona che mi aveva bullizzato per anni e poi io vado a letto con il ragazzo che lo ha quasi accecato e che sembrava godere nel renderci la vita un inferno. Sono una persona orribile» blaterò, deluso da sé stesso. «E sai qual è la cosa peggiore? Che per un istante, mentre… beh» mosse le mani nell’aria mimando cose senza senso, «quello, mi sono scordato persino del motivo per cui avevo pianto tanto, e stavo così bene».

Rachel gli si avvicinò, e posò lievemente la mano sulla sua schiena, anche se sembrava trovare ripugnante solo toccarlo. «Non devi sentirti responsabile per essere stato con un altro. Però… Sebastian? Davvero? Non eri tu a dirmi in continuazione che non lo sopportavi?!»

«Adesso capisci perché non volevo parlartene?» la interruppe bruscamente Kurt. «Non ho pensato alle conseguenze, ero fuori di me. Poi, però, questa mattina quando l’ho visto accanto a me ho pensato che fosse- si, carino… E lui non è stato sgarbato come al solito, tutt’altro. È stato molto premuroso e così gentile che mi sembrava un’altra persona. Poi ovviamente ha rovinato tutto uscendo dal mio appartamento senza neanche avvisarmi, approfittando del fatto che io fossi sotto la doccia! Mi ha lasciato un bigliettino, pensa! Non che mi aspettassi chissà cosa, ma speravo almeno che ne avremmo discusso come persone mature, e invece lui che fa? Si presenta qui a scuola dove ci sono tutti i miei amici e Blaine! Credevo che una volta uscito di casa non lo avrei più rivisto, o almeno, non così presto e in questo contesto. Mi aspettavo di beccarlo per puro caso allo Scandals avvinghiato a qualche sconosciuto o-»

«Kurt, respira» lo fermò a sua volta Rachel. «Ti sei preso una cotta per lui per caso?» gli chiese inaspettatamente, non potendo fare a meno di mantenere un’espressione di puro sdegno.

Kurt scosse vigorosamente la testa. «No! Ti pare?! È stato solo quello per me! Tutto dimenticato».

«Eh, vedo…» commentò sarcastica Rachel.

«Sssh, gemelli McCarthy a ore dodici» la zittì Kurt, vedendo entrare Madison e Mason. «Buongiorno ragazzi!» li salutò con voce squillante, spaventandoli.

«Buongiorno, signor Hummel» lo salutarono in coro, venendo raggiunti da Jane e Roderick.

In pochi secondi arrivarono anche Santana, Brittany, Quinn e Puck, seguiti da Sam e Mercedes che parlottavano complici tra loro, ed Artie con Tina a loro seguito che li guardavano con sana invidia.

«Ne riparliamo dopo» lo avvertì Rachel, battendo poi le mani per attirare l’attenzione dei presenti. «Buongiorno a tutti ragazzi!»

Kurt non aveva voglia di ascoltare la lezione, né tantomeno di coinvolgere i presenti a partecipare ai mash-up. Continuava a tamburellare nervosamente il piede a terra, ignorando tutto ciò che stava dicendo Rachel. Blaine non era ancora arrivato e Kurt si augurò di non vederlo sbucare assieme a Karofsky o avrebbe rischiato un altro crollo di fronte a tutti. Quello che aveva avuto con Sebastian gli bastava per una vita intera.

E poi c’era Sebastian. Chissà se era tornato a casa o se vagava ancora per i corridoi del liceo McKinley. E se aveva incontrato Blaine e gli aveva raccontato del loro incontro a luci rosse? Non aveva intenzione di giustificarsi con lui, né tantomeno di accennare l’argomento.

«Terra chiama Kurt!» esclamò Mercedes mettendo le mani accanto alle labbra a mo’ di megafono. «Kurt, sei con noi?»

«Cosa? Sì, certo!» esclamò forzando un sorriso di circostanza, giusto prima che Blaine facesse il suo ingresso nell’aula canto.

Il sorriso si spense in un istante e Rachel corse a cancellare il tema della lezione dalla lavagna, per non permettergli di rubare loro l’idea.

«Non vorrei sembrare maleducata, signorina Berry» azzardò Madison, «ma non sarà rischioso avere il coach degli Usignoli qui in aula canto?»

«Oh, non sono qui per spiarvi» la rassicurò Blaine. «Anzi, scusatemi per il ritardo. Io e Dave abbiamo avuto un piccolo contrattempo e siamo rimasti imbottigliati nel traffico».

«Tu e Dave?» domandò Puck confuso. «Karofsky? Non dirmi che state insieme!»

«A dire il vero sì» rispose freddo Blaine.

«Che schifo» commentò con nonchalance Puck, facendo ridere Brittany e Santana, ma guadagnandosi uno schiaffo di rimprovero da Quinn.

Kurt provò un’improvvisa simpatia per Puck. Non era mai stato uno dei suoi preferiti, ma in quel momento sentiva di volergli bene.

«Sei sempre più puntuale del professor Shuester» osservò Rachel. «Dio solo sa che fine avrà fatto! Ci saranno stati problemi con Daniel…»

«Quindi oggi non faremo lezione?» insistette Madison a cui non poteva importare di meno delle loro faccende personali.

«Rachel» la richiamò Kurt a bassa voce, «possiamo tranquillamente continuare la lezione. Facciamo mash-up da anni, non è una novità. Non porteremo di certo questa canzoni alle Provinciali…» cercò di farla ragione.

«Va bene» acconsentì lei. «Stavamo dicendo… ‘Jagged a little Tapestry’. Mash-up di Alanis Morissette e Carole King».

Blaine si mise all’ascolto assieme agli altri, genuinamente interessato. Si vedeva che gli mancava quell’aula e l’atmosfera che si respirava, carica di entusiasmo e grandi speranze. Kurt non poté fare a meno che intenerirsi nel guardare i suoi grandi occhi verdi che si spostavano con ammirazione e malinconia da Rachel, ai nuovi studenti, ai suoi vecchi compagni di Glee Club.

«Kurt? Vuoi presentare tu la lezione?» lo spronò Rachel.

Kurt non voleva farlo, ma voleva dimostrare a Blaine che non era cambiato niente e che lui era ancora la stessa persona determinata e propositiva.

«Certo!» esclamò con finto entusiasmo. «Allora… Come immagino sappiate, Carole King in ‘Tapestry’ ci da una musica tranquilla, informale… come un caffè tra due vecchi amici».

Rachel lo guardò sbieco per il pessimo paragone. Anche Santana e Brittany si scambiarono un’occhiata perplessa, ma non fecero commenti.

«Alanis invece è diversa: è tagliente, arrabbiata, audace, attuale» proseguì Kurt con enfasi, continuando a sorridere a Blaine come se nulla fosse successo.

Preso com’era a parlare appassionatamente di Alanis e Carole, non si accorse che da uno degli ingressi aveva fatto capolino Sebastian.

Il ragazzo si appoggiò allo stipite della porta, le braccia incrociate al petto e il suo solito sorriso di scherno stampato sul viso. Tutti i presenti spostarono d’istinto lo sguardo verso di lui, ma Kurt continuò imperterrito a spiegare loro il compito della settimana.

«…Ed è per questo che le abbiamo scelte per questa lezione. Alanis e Carole ci insegnano a guardare ogni situazione da due diversi punti di vista. Quello che vogliamo trasmettervi è il lavoro di squadra, il lavorare assieme per diventare più uniti!» disse con orgoglio, posando di nuovo gli occhi su Blaine.

Fu solo allora che si accorse che il suo ex non lo stava più guardando. Seguì la traiettoria del suo sguardo ed impallidì quando si accorse che Sebastian se ne stava lì in piedi ad ascoltare divertito la sua lezione. Sgranò gli occhi e le parole gli si smorzarono in gola.

«Ehm… Questa lezione» marcò con decisione le parole per ottenere di nuovo l’attenzione dei presenti, «consiste nel trovare un compagno con uno stile diverso dal vostro e lavorare assieme ad un mash-up di Alanis e Carole. È… ehm, tutto chiaro?»

Nessuno rispose. Tutti continuavano a guardare Sebastian con fastidio, visto che non aveva lasciato a nessuno di loro un bel ricordo. I nuovi studenti invece erano disorientati e si scambiavano occhiate tra loro, a disagio.

«Complimenti, Blaine» ruppe il silenzio Tina, applaudendo. «Sei venuto qui facendo a tutti gli occhi dolci per fingerti nostro amico e poi porti lui per fare il lavoro sporco e spiarci?»

Kurt non disse niente, perché nel profondo era felice che si pensasse che Sebastian fosse lì per Blaine.

«Cosa?!» esclamò Blaine indignato. «Mi sorprende che sia proprio tu a pensare questa cosa, Tina, e mi ferisce molto. Non l’ho chiamato io!» 

Kurt abbassò gli occhi a terra, imbarazzato, ma si rese presto conto che Santana lo stava guardando con sospetto ed era forse l’unica in quell’aula, Rachel esclusa, ad aver capito quello che stava succedendo. Il suo terzo occhio messicano ci prendeva sempre. Kurt abbozzò un sorriso colpevole e quello fu sufficiente per dare a Santana la conferma che le serviva.

«Oh, non fate caso a me» si decise a parlare Sebastian. C’era una vena ironica nel suo tono di voce ed era chiaro che si stesse gustando appieno ogni secondo. «Non sono venuto qui per Blaine, né tantomeno per spiarvi. Siete bravissimi ad auto-sabotarvi da soli» ghignò compiaciuto. «A dire il vero sono qui per Kurt».

Kurt si sentì improvvisamente nel mirino. Tutti gli occhi dei presenti furono puntati su di lui in un secondo, e poté giurare di leggervi puro sgomento ed indignazione. Kurt si sentì morire quando vide che Blaine lo guardava come se non lo riconoscesse più e per tutto quel tempo avesse avuto a che fare con un’altra persona.

«Buongiorno a tutti! Scusate per il terribile ritardo!» irruppe Shuester con fare allegro, spostando l’attenzione su di sé. «State facendo lezione? Perché per me possiamo parlane dopo se preferite» disse rivolgendosi a Rachel, Kurt e Blaine. «O si può assistere alle prove? Non sono qui per rubarvi le scalette, se è di questo che avete paura».

«Può restare, professor Shuester» gli sorrise Rachel. «Stavamo solo scegliendo il tema della settimana. È ancora presto per parlare di scalette delle Provinciali. Non abbiamo ancora abbastanza membri».

«Perfetto allora. Non sarebbe una brutta idea se anche i vostri ragazzi venissero messi al corrente delle regole, comunque».

«Quali regole?» domandò Madison McCarthy.

«Come comportarsi coi gruppi rivali. Prima di tutto non rubarsi le scalette» continuò Will.

«O mandare spie» aggiunse Tina, guardando ancora furiosa Blaine, indicando Sebastian a Shuester.

«Credevo di averti già detto, Tina Cohen qualunque sia il tuo nome, che non sono qui per conto di Blaine» aggiunse brusco Sebastian.

«Oh, mi ricordo di te!» esclamò Will. «Eri il capitano degli Usignoli qualche anno fa, giusto?»

«Esatto» confermò Sebastian. «Non sono qui in veste di Usignolo, comunque. Sono qui solo per il signor Hummel».

Kurt lo avrebbe preso a pugni. Come aveva potuto pensare che Sebastian fosse cambiato? Aveva la stessa spocchia ed arroganza di quando lo aveva conosciuto, ed era chiaro che stesse cercando in tutti i modi di metterlo in imbarazzo davanti ai suoi amici.

«Potete scusarmi un momento?» azzardò Kurt con un sorriso fasullo. «Dovrei discutere di una cosa con Sebastian. Voi stabilite pure le regole o quello che è» tagliò corto schioccando le dita a Rachel per dirle di prendere il suo posto.

Senza indugiare oltre, Kurt uscì dall’aula canto facendo cenno a Sebastian di seguirlo.

«È stato un piacere» si congedò Sebastian col gruppo.

Kurt si fermò in mezzo al corridoio, furioso. «Che diavolo pensavi di fare? Cosa vuoi ancora? C’è di mezzo un ricatto? Devo fare qualcosa per impedirti di dirlo a tutti?!»

«Credo che si siano già fatti un’idea» sorrise Sebastian con tono calmo e rilassato. Il fatto che sembrasse sempre in fase zen mandava Kurt fuori di testa.

«Seriamente, Sebastian. Cos’è che vuoi da me?» domandò esasperato Kurt, voltandosi di tanto in tanto per assicurarsi che i suoi compagni non uscissero per origliare.

Sebastian si rabbuiò, ma cercò di camuffare il suo disappunto rilassando i tratti del viso. «Sarebbe così assurdo risponderti che avevo voglia di rivederti per sapere come stavi?»

«Si, perché non te ne è mai importato di me».

«E a te di me» replicò prontamente. «È reciproca la cosa… Però ieri-» mormorò sfiorandogli rapidamente il mento con l’indice e il pollice.

Kurt rimase immobile, addolcendosi a sua volta. Come cavolo faceva a renderlo così vulnerabile? C’era qualcosa in lui che lo faceva impazzire, ma non riusciva a spiegarsi come fosse possibile provare quel tipo di attrazione per Sebastian.

«Devi andare» biascicò, sentendo la gola seccarsi. «Non voglio che gli altri ti vedano ancora qui».

Sebastian lo ignorò. «Stavo facendo un giro prima, ed ho visto uno di quei volantini… Questo week-end ci sarà il falò sul campo da football per l’inizio della stagione di football. Ci vai?»

«Questo che c’entra ora?» sbuffò Kurt coprendosi il volto con le mani.

«Allora ci vai o no? Dici che posso imbucarmi?»

«Si, ci sarò ma… perché ci tieni a venire? Non sarà nulla di speciale. Ci sono andato anche l’anno scorso ed è stata noiosa da morire» cercò di dissuaderlo a non parteciparvi. «Davvero, lascia perdere».

«Possiamo dare forfait e andare allo Scandals invece. Potrei presentarti il mio amico River. Sai, potresti anche essere il suo tipo ideale… Non ha mai avuto gusti troppo pretenziosi».

Kurt incrociò le braccia al petto, imbronciato. «Ti ringrazio, eh» brontolò. «Da quando gradisci stare in mia compagnia? Credevo che dopo ieri sera le nostre strade si sarebbero separate di nuovo. Non credo di voler mettere più piede allo Scandals in vita mia».

«Allora ci vediamo al falò?» insistette imperterrito Sebastian.

«No! In quale altro modo te lo devo dire? Non voglio vederti o frequentarti. Ti è chiaro così?» fu più brutale per poter porre fine a quella discussione.

«Oddio… ti piaccio?» ridacchiò Sebastian divertito.

«Cos- no!» trillò sconvolto Kurt. «Perché capisci sempre fischi per fiaschi? Non negherò che quello che è successo è stato bello, perché lo è stato, ma cerca di capirmi. Sono appena uscito da una storia importante ed ho scoperto che l’amore della mia vita sta con un altro. E non uno qualsiasi!»

«Ascoltami Kurt, voglio che sia chiara una cosa. Tu non mi piaci e continuo a pensare che tu sia isterico ed irritante, ma sono stato bene stanotte quindi… se mai cambiassi idea e fossi annoiato…» disse porgendogli un bigliettino. «Questo è il mio numero».

«Credo che a te non sia chiara la cosa. Io non voglio che la nostra diventi una di quelle ‘relazioni’ del genere amici con benefici. Non sono quel tipo di persona! Quella di ieri è stata solo un incidente di percorso e non ricapiterà più».

«Infatti, mi riferivo solo all’uscire assieme».

«Oh» boccheggiò Kurt.

«Aaah!»

Kurt e Sebastian si voltarono all’unisono verso l’aula canto e si fiondarono per vedere cosa fosse successo. Santana e Brittany erano al centro dell’aula, abbracciate, e tutti gli altri applaudivano commossi facendo loro le congratulazioni.

«Che succede?» domandò Kurt.

«Santana mi ha chiesto di sposarla!» trillò Brittany con entusiasmo sfoggiando un anello sfavillante.

«Congratulazioni ragazze!» esclamò inaspettatamente Sebastian. «Sempre intraprendente, Lopez».

«Vuoi presentarti al matrimonio e lanciarci granite col sale grosso?» gli rispose con un sorriso sarcastico Santana. «Vattene, non sei gradito qui».

Sebastian mise un braccio attorno alle spalle di Kurt, e nell’aula calò il silenzio. Era come se il loro arrivo avesse spento l’entusiasmo di tutti. Kurt intercettò lo sguardo di Blaine ed avvertì un nodo allo stomaco: lo stava guardando con delusione e sembrava turbato nel vederlo così vicino a Sebastian.

«Non ci tengo a venire al matrimonio, Santana» rispose con tono pacato Sebastian.

«Perfetto, a mai più allora» replicò a tono lei.

«Temo che questo non sia possibile» la contraddisse prontamente. «Ci vedremo prima di quello che credi. Hai presente il falò?»

«Non sei del McKinley, non sei invitato» gli fece notare Santana, con aria di sfida.

«Sì, Kurt mi ha invitato».

«Veramente-» tentò di replicare Kurt, ma venne di nuovo interrotto.

«Ci vediamo lì allora. Passo a prenderti» disse a Kurt, ignorando il resto dei presenti che li guardavano come se fossero delle strane creature mitologiche. «Ciao, Kurt. Ciao, altri» si congedò uscendo dall’aula canto.

«Che diavolo..?» boccheggiò Mercedes confusa. «Cos’era?! Da quando tu e quello spregevole di Sebastian vi parlate? Non riusciva più ad ottenere informazioni su di noi da Blaine ed ha ripiegato su di te?»

«Cosa? No! Ecco…» Kurt doveva accampare una scusa al più presto o sarebbe saltata la sua copertura. Intercettò Rachel e le fece capire di non aprire bocca, ed eventualmente reggergli il gioco. «Ieri ho incontrato Sebastian allo Scandals e mentre ero in bagno deve essermi caduto il portafogli e lui me lo ha gentilmente restituito. Così, per ricambiare il favore, gli ho proposto di unirsi a noi per il falò».

Era fiero della sua versione, perché tutti sembrarono trovarla una motivazione sufficiente. Tutti tranne Santana, che continuava a guardarlo con aspettativa, attendendo la versione completa della storia.

«Beh, ma non parliamo di questo» cercò quindi di spostare l’attenzione da sé. «Congratulazioni per il fidanzamento ragazze! Vi auguro il meglio» disse posando quasi automaticamente gli occhi su Blaine.

Blaine lo stava guardando con rimpianto e malinconia e Kurt provò un profondo senso di dispiacere ripensando a come erano arrivati fino al quel punto, rovinando la storia più bella che avessero mai avuto entrambi. Forse avevano ancora una speranza di tornare assieme, ma Blaine ora conviveva con Dave e sembravano felici. E poi c’era Sebastian, che Kurt sentiva stranamente più simile a lui di quanto volesse ammettere. Kurt e Blaine, in fondo, non avevano mai avuto molto in comune, ed ogni minima faccenda li portava a litigare.

Tutto era iniziato con il suo trasferimento a New York e con il successivo tradimento di Blaine. Gli ci era voluto così tanto per fidarsi di nuovo, e poi Blaine si era trasferito assieme a lui, e New York gli era apparsa improvvisamente così piccola. Non aveva più spazio per sé stesso e Blaine non lo lasciava respirare un momento. Erano arrivati addirittura a litigare per la disposizione dei mobili, per il cibo e per quello stupido showcase di June Dolloway.

Da quel momento ogni cosa era andata a catafascio. Anche la più piccola sciocchezza si trasformava in una questione di stato e Kurt era diventato sempre più sospettoso, quasi non riuscisse a fidarsi mai completamente di Blaine.

Nonostante tutto, però, lo amava ancora. Amava ogni cosa di lui e avrebbe desiderato poter tornare indietro per rimediare ai suoi errori, cercando di essere più comprensivo e discutendone civilmente e con maturità. Però, forse, non avrebbero mai trovato quella felicità che tanto cercavano e desideravano entrambi. Forse davvero non erano fatti per stare assieme.

Kurt aveva creduto che Blaine fosse la sua anima gemella e che nulla al mondo avrebbe potuto separarli, ma ogni volta che provavano a ricominciare le cose peggioravano, e continuavano a rendersi infelici a vicenda. Non c’era un futuro per loro. Allora perché guardarlo in quel momento gli sembrava l’unica cosa giusta da fare? Perché sentiva che essere andato a letto con Sebastian, per quanto bello, fosse stato lo sbaglio più grande del mondo? Doveva parlargliene? Voleva farlo per pulirsi la coscienza o perché nel profondo sperava che la cosa lo infastidisse e lo portasse a tornare da lui? Questo Kurt non lo sapeva.

L’unica cosa di cui era certo era che non sarebbe stato tanto facile farsela passare. Amava ancora Blaine.

   
 
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