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Autore: Crystal eye    22/08/2020    2 recensioni
"Ma non successe nulla per molti, lunghi minuti, tanto che Harry abbassò leggermente la guardia. In quel preciso momento, la sensazione triplicò e si alzò un forte vento nel parco.
“Sarai mio!”.
Quelle due parole portate dal vento erano state pronunciate da una voce così calda e suadente che al giovane sembrò terribilmente familiare."
Una guerra che rischia di sconvolgere tutto il Mondo Magico, una tregua forzata, nuovi amori e nuovi amici.
Abbiate pietà è la prima storia che pubblico e spero vi piaccia. è dedicata alla mia migliore amica Averyn, che mi ha incoraggiato a pubblicare. Crystal
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da VI libro alternativo
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NOTE DELL'AUTRICE: Salve a tutti!!! Eccomi tornata con un altro capitolo, il penultimo, dopo quello che mi è sembrato un secolo... ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito e messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate!!!! Un bacione a tutti
Cry 




Capitolo 26 
 
Il suo cuore batteva all’impazzata e, stringendo i pugni, strinse la mano attorno ad un pezzo di pergamena che qualcuno gli aveva messo in mano. 
Lo aprì e distese per poter leggere cosa c’era scritto. 
-Harry, perdonami se puoi per il comportamento che ho tenuto nei tuoi confronti, ma volevo proteggerti, da mio zio, dai miei nemici, da me stesso…  Da quando mi sono ripreso da quelle ferite grazie al tuo sangue, non sono più riuscito a controllare i miei impulsi. Ho temuto più volte che avrei perso completamente il controllo e ti avrei attaccato come uno di quei vampiri che stiamo combattendo. Ma non preoccuparti, porrò fine definitivamente a questa guerra. 
Non farò lo stesso sbaglio dell’ultima volta, mi assicurerò che mio zio muoia e rimanga tale. 
Per sempre. 
Sappi solo che non potrei sopportare di essere la causa della tua morte, quindi farò di tutto per eliminare almeno un pericolo dalla tua vita. 
Quando tornerò, staremo insieme, te lo prometto! 
Fino ad allora spero che tu mi possa perdonare. 
Tuo per sempre, Adrian -. 
Harry sbatté le palpebre per far sparire le lacrime che gli offuscavano la vista e strinse di nuovo il biglietto nel pugno. 
Se Adrian davvero pensava che lo avrebbe lasciato a combattere da solo non aveva capito nulla. 
Prendendo un respiro profondo, serrò i denti e si alzò, poggiando i piedi a terra. 
Le gambe gli cedettero prima ancora che riuscisse a fare un solo passo. 
Ricadde seduto sul letto e si aggrappò alla testiera, cercando di convincere le sue gambe a collaborare. 
Si portò al bordo del letto e riprovò, facendo forza sul braccio non ferito per tirarsi su e non gravare troppo sulle gambe che sembravano come intorpidite. 
Con estrema difficoltà riuscì a raggiungere la porta dell’infermeria, usando le testate dei letti come appoggio, finché non arrivò alla porta, dove si aggrappò alla maniglia per non cadere. 
“Devo raggiungerlo prima che sia tardi! Devo assolutamente farcela!” mormorò tra sé per darsi coraggio e la forza per andare avanti nonostante il suo corpo lo tradisse.
Proprio in quel momento, la porta si aprì, costringendolo a spostarsi sull’altro lato. 
Harry guardò la luce che entrava dal corridoio speranzoso. 
Quando Alex entrò nell’infermeria, festeggiò interiormente. 
Lui avrebbe tranquillamente potuto portarlo da Adrian. 
Il vampiro si bloccò sull’uscio, osservando con occhi sgranati il ragazzino umano, che a detta dei dottori avrebbe dormito ancora per diversi giorni per recuperare le forze, in piedi davanti a lui che lo guardava con un sorriso un po’ sofferente. 
“Harry? Dovresti riposare! I dottori dicono che hai bisogno di riprendere le tue energie!” esclamò, avvicinandosi al giovane per portarlo di nuovo a letto. 
“No! Alex! Devo andare da Adrian! E tu devi aiutarmi!” ribatté l’altro con un grido, facendo un passo indietro per evitare la presa del vampiro. 
Questi lo guardò confuso. 
“Adrian si sta occupando degli interrogatori, non c’è fretta di andare da lui. Potrai farlo quando…” 
“No! Non capisci! Lui non è più al castello! Ora si trova in una radura, da qualche parte in una foresta con alberi morti vicino ad una piccola cascata di acqua putrida e melmosa! E io devo aiutarlo prima che inizi a combattere contro… Ah!” lo interruppe Harry parlando velocemente, con la sensazione che non ci fosse più tempo per le chiacchiere. 
Infatti, non riuscì a finire di parlare che avvertì una fitta alla coscia destra, che cedette sotto al suo peso. 
“Harry! Harry! Maledizione! Quel testone di mio fratello starà cercando di vincere un duello contro nostro zio! E da solo, per giunta! Maledizione!” Imprecò preoccupato l’altro; aveva capito che Adrian doveva essere stato contattato dallo zio e il duello tra i due doveva essere iniziato, visto come aveva reagito Harry. 
Doveva portarlo subito da Adrian, prima che fosse troppo tardi e Adrian si facesse ammazzare. 
“Devo andare da Adrian… Io devo… devo raggiungerlo!” stava mormorando Harry, i muscoli tesi per il dolore mentre cercava di muoversi per potersi recare dal suo compagno. 
Alex lo prese per un braccio e lo sorresse mentre lo portava verso l’uscita del castello. 
Davanti alla porta li accolse un Tom Riddle in attesa. 
“Iniziavo a chiedermi quanto ci avreste messo per arrivare, visto che gli altri due sono andati via già da circa mezz’ora…” disse il mago, giocando con la bacchetta. 
Alex lo guardò sospettoso per un secondo, poi Harry lanciò un altro grido di dolore e si accasciò interamente addosso a lui, completamente senza forze per il dolore delle ferite di Adrian e le sue, appena guarite. 
Tom lo guardò per un attimo preoccupato, poi si girò verso la porta e disse. 
“Sarà meglio andare!”
 
°°°A
 
Il luogo designato per il duello era lo stesso dove tanti anni prima si erano già scontrati.
“Che cosa diavolo è successo a questo posto?” domandò Valerian, guardandosi intorno e non riconoscendo la piccola radura che aveva visitato spesso con il vampiro che dovevano eliminare.
L’erba verde, i fiori colorati, le piante rigogliose, gli alberi frondosi, l’acqua limpida, avevano lasciato il posto ad erbacce e edera velenosa, alberi morti e spogli e acqua melmosa e putrida. Il piccolo angolo di paradiso era morto.
“Lo scontro tra me e nostro zio ha causato la morte di tutta la natura circostante… Il fatto che abbia scelto di nuovo questo luogo però mi sorprende…” rispose Adrian.
“Per via della sua capacità di assorbire l’energia di ciò che lo circonda?” indovinò Valerian. L’altro annuì.
D’altronde era stato proprio quella capacità dello zio a ridurre così quel luogo.
Per quale motivo avesse deciso di rinunciare ad un vantaggio simile gli era incomprensibile. “Ma io, caro nipote, non ho rinunciato a nessun vantaggio… Anzi. Permettetemi di presentarvi il mio asso nella manica: Cameron; la mia anima gemella!” intervenne il vampiro, posizionandosi davanti ai due con un giovane a fianco e due vampiri dietro.
“Niente male come trucchetto, zio.” fece sarcastico Valerian.
Questi ridacchiò.
“E non ti ho ancora mostrato nulla, nipote.” ribatté , preparandosi.
“Questa volta non ti permetterò di sopravvivere! Mi assicurerò di farti a pezzi!” giurò Adrian, estraendo una spada dal fodero dietro la schiena.
Suo zio gli dedicò un sorriso sghembo e muovendosi velocissimo, cercò di trafiggerlo con un pugnale in argento puro.
Adrian parò il colpo ma non riuscì a evitare quello diretto alla sua coscia, sferrato dall’uomo, di cui si accorse troppo tardi.
Cercò di restituire il favore, ma prima di riuscirci si ritrovò bersagliato da colpi da entrambi e quelli dell’uomo non era in grado di percepirli, come se lui non fosse lì.
Perciò non era in grado di rispondere in maniera efficace e la ferita alla coscia non aiutava.
Sfruttò i suoi poteri al massimo e riuscì a creare un’illusione nella mente di suo zio e dell’uomo, ma nonostante le ferite che riescì a fare ad un braccio, al fianco sinistro e alla spalla, non riuscì comunque a rimanere in vantaggio.
 
°°° H
 
Tom Riddle e Alexander tenevano su Harry mentre raggiungevano la radura dove il duello stava avendo luogo. Ogni tanto erano costretti a fermarsi per qualche istante per far riprendere fiato ad Harry, che continuava ad avvertire gli effetti delle ferite di Adrian e aveva inconsciamente cominciato a trasferire su di sé le ferite dell’altro, per dargli la possibilità di continuare a combattere fino al loro arrivo. Ma Adrian non sembrava accorgersene ancora, visto che continuava a venire ferito, o forse nell’ipotesi peggiore, il loro zio era diventato così forte da riuscire a ridurre Adrian, il principe ereditario, il più forte vampiro tra le loro fila, ad  una specie di puntaspilli vivente.
“Ah!” Harry lanciò un altro grido, tenendosi la spalla e staccandosi dai due che lo sorreggevano.
Entrambe le mani gli tremavano, mentre cercava di tamponare la spalla destra, che aveva una ferita da pugnale che lo trapassava da parte a parte.
Alexander si guardò intorno e notò che ormai erano arrivati, anche se, stranamente non riusciva a sentire nulla della battaglia in corso.
Tom intanto, provò a suturare la ferita, con scarsi risultati.
Epismendo! Tergeo! Brachium Emendo!
“Riddle! Continuerai più tardi, dobbiamo portarlo più vicino ad Adrian così saremmo in grado di guarirlo meglio. La radura dello scontro è quella!” disse il vampiro, tirando Harry in piedi per il braccio buono e afferrandolo per la vita.
“Sei sicuro? Con tutto il sangue che ha perso, rischia di non farcela, se ti sbagli.” disse il mago.
“Si, ne sono…” iniziò Alexander.
“Ce la faccio! E posso sentire che Adrian è vicino…” intervenne Harry con un filo di voce e una smorfia di dolore. “E ha bisogno di me!” aggiunse, prima che potessero ribattere.
Mal volentieri, Tom accettò di continuare a spostarsi e quello che l’accolse nella radura fu uno spettacolo da film horror.
Adrian era semisvenuto per tutte le ferite riportare, tenuto per il collo dal vampiro dagli occhi rossi e pugnalato al cuore da un giovane poco più grande di Harry.
I due vampiri che li avevano accompagnati intanto avevano ghigni soddisfatti stampati in faccia.
Valerian, con i pugni stretti cercava di trattenere le emozioni e l’istinto di andare in aiuto del fratello.
Gli occhi di Harry  si spalancarono orripilati e gridò, staccandosi dalla presa di Alex e avviandosi verso Adrian.
“Adrian! Adrian!” Sia il vampiro che il ragazzo lo guardarono avvicinarsi a passo stentato, anche se veloce e quest’ultimo gli si parò davanti per impedirgli di interferire.
Harry in preda alla rabbia lo scaraventò a terra con un’onda d’urto della sua magia traghettato da un pugno in pieno viso.
Adrian, sentendo Harry, cercò di liberarsi dalla presa di suo zio.
“Oh, che carino! Guarda, nipote, è arrivato il tuo principe azzurro per salvarti… Peccato che durerà poco.” lo prese in giro, prima di materializzare una spada e inchiodare il nipote al suolo con essa. “Ora starai qui buono buono, mentre io mi occupo del tuo compagno!” aggiunse, con un sorriso diabolico.
Con uno scatto fulmineo arrivò da Harry e lo afferrò per il collo, in una replica della presa su Adrian, mentre quest’ultimo gridava con tutto il fiato che aveva in corpo.
“HARRY! NO! NON TI AZZARDARE A TOCCARLO! LASCIALO STARE!”
Provava ad estrarre la spada che aveva piantata in petto, ma nonostante i suoi sforzi non riusciva a spostarla di un millimetro.
“Adr… ian…” mormorò Harry con la voce strozzata, cercando debolmente di liberarsi dalla presa del vampiro.
“Non penserai davvero di potermi sfuggire, vero, ragazzino?” domandò questi, scoprendo i denti aguzzi, e preparandosi a mordere il Grifondoro.
Quest’ultimo strinse una mano attorno alla sua, nel tentativo di aiutarsi a respirare un minimo d’aria. Non poté evitare che il vampiro gli afferrasse i capelli per tirargli indietro la testa e scoprire la base del collo, dove poter affondare i canini. Per sua fortuna, insieme ad alcune delle ferite di Adrian, aveva assorbito una piccola dose di veleno per vampiri e quando lo zio attaccò, fu costretto a tirarsi via dopo pochissimi secondi, sentendo in bocca il sapore del veleno.
“Maledetto! Lo hai fatto apposta! Ti farò a pezzi!” gridò per la rabbia, lanciandolo come un bambolotto verso il punto in cui era Adrian.
Il tonfo che produsse, fece urlare nuovamente Adrian e i tre spettatori dovettero fermarsi a vicenda per non interferire nel duello.
“HARRY! Harry! Harry, ti prego, rispondimi! Harry! Giuro che appena mi libero da qui te la faccio pagare molto cara zio!” gridò, facendo forza con le braccia per tirare via la spada e riuscendo a farla spostare a sufficienza da permettergli di spostarsi e avvicinarsi strisciando fino ad Harry, rannicchiato per il dolore.
“Harry…!” mormorò, stringendo i denti per la sofferenza provocata dalla spada.
La sollevò quel tanto da poter raggiungere Harry e afferrargli la mano.
“Adrian…” mormorò debolmente con un filo di voce.
“Sh… non parlare, va tutto bene. Ora siamo insieme e andrà tutto bene, te lo prometto.”
Harry strinse la mano con cui Adrian teneva la sua, e con movimenti lentissimi e agonizzanti, si spostò verso di lui, cercando di aiutarlo.
Lo zio li guardò e fece una smorfia disgustata.
“Siete veramente patetici! Adrian, il grande salvatore, il principe che ha sconfitto il mostro… ora striscia ai piedi di quello stesso mostro insieme al suo compagno in fin di vita. Pronto a vederlo morire, nipote?” domandò, afferrando di nuovo Harry e costringendo Adrian a lasciargli la mano per non ferirlo.
Lo zio estrasse un pugnale da un fodero nascosto nello stivale destro e, sollevato il Grifondoro per i capelli, passò la lama sul collo, aprendo una linea rossa che iniziò a buttare fuori sangue.
“Harry! No! Harry!” iniziò a gridare Adrian, caricando di magia le mani per poter distruggere la spada, venendo bloccato dal ragazzino compagno di suo zio che assorbì tutta l’energia e lo lasciò privo di forze.
Forze che ritornarono immediatamente quando alcune gocce del sangue di Harry si posarono sulle sue labbra.
I suoi occhi brillarono di rosso per un secondo per poi tornare normali.
Afferrò una gamba del compagno dello zio e lo fece cadere contro la spada, costringendo lo zio ad intervenire prima che ci si ferisse.
Harry cadde a terra con un tonfo e un gemito gorgogliante e Adrian lasciò il ragazzo appena la spada venne estratta.
In un lampo prese Harry e si allontanò pochi metri.
“Harry!” lo chiamò mentre controllava la ferita alla gola.
Rimase stupito di trovarla già quasi guarita, insieme a molte altre che riconosce come sue. “Be...vi” gorgogliò il Grifondoro.
Adrian stava per rifiutare, ancora preoccupato di poter perdere il controllo, ma si bloccò.
Prese la mano di Harry e se la portò alle labbra.
Morse delicatamente il polso e succhiò il sangue di cui aveva bisogno per guarire il più velocemente possibile.
Richiuse la ferita e si fece un piccolo taglio sul palmo e la portò sulla bocca di Harry.
“Ora tocca a te, piccolo.”
Il Grifondoro lo guardò per un secondo, lasciando che le gocce di sangue cadessero sulle sue labbra chiuse; le sorbì poi con la punta della lingua, sotto lo sguardo attento del vampiro.
“Adrian…” provò a dire piano.
“Non ora, Harry. Mi dispiace tantissimo per quello che è successo, ma ora è necessario mettere fine a questa storia.” lo bloccò in partenza, posandogli un dito sulle labbra.
“Ah davvero? Credi che sarà così facile nipote? Nonostante la vostra scenetta commovente, non potrete battermi. Non ne sei stato in grado prima e non lo sarai nemmeno ora che è giunta in tuo soccorso la tua anima gemella!” ribatté lo zio, che aveva aiutato la sua anima gemella a riprendersi.
Si posizionarono davanti alla coppia e si prepararono per attaccare nuovamente.
Gli occhi di Harry brillavano come la maledizione che uccide mentre prendeva la bacchetta e si preparava al contrattacco.
Il ragazzo che aveva davanti ghignò malignamente e lo derise.
“Pensi che quella bacchetta possa salvarti, moccioso? Non sai fare le magie da grandi?” per poi far partire dalla sua mano un raggio di luce viola scuro, che Harry evitò senza problemi, nonostante Adrian si fosse paralizzato per un istante.
“Saper schivare non lo salverà!” lo avvertì lo zio, attaccandolo alle spalle, riportando l’attenzione di Adrian sul loro duello a colpi di spada e pugnale.
Ogni stoccata e parata faceva stridere e schioccare le lame, generando scintille nella maggior parte dei casi.
Harry, proprio in quel momento, lanciò contro l’avversario uno schiantesimo abbastanza potente da farlo volare per qualche metro e arrivare dentro l’acqua.
Subito dopo lanciò un “Glacius” per farla congelare e bloccarlo lì per un po’, ma il tipo riuscì ad uscire e bombardare Harry di incantesimi lamataglienti.
Harry ne schivò alcuni e evocò uno scudo attorno a sé per proteggersi dagli altri e replicò con una rapida successione di incendio, expelliarmus e  stupeficium.
Andò a segno con un paio di incendio e l’altro rispose con dei bombarda senza bacchetta e raggi colorati che Harry si premurò di schivare.
Intanto Adrian parava e attaccava e schivava, riuscendo a ferire molte volte suo zio, tanto da riuscire a costringerlo in ginocchio incapace di muovere una gamba.
Harry si avvicinò ad Adrian e gli fece segno di lanciargli il pugnale, visto che il tipo con cui combatteva ne aveva materializzato uno dal nulla.
Adrian lo guardò incerto per un secondo, poi gli lanciò la lama, che il Grifondoro afferrò senza problemi.
Si avvicinò all’altro mago per poterlo colpire con un fendente, ma questi lo evitò, ferendo lui al braccio della bacchetta.
I vampiri costretti a fare da spettatori osservavano con molta attenzione lo svolgersi del duello, Valerian e Alexander trattennero il respiro quando videro la bacchetta volare via dalla sua mano, non più in grado di tenerla saldamente, mentre Voldemort ridacchiava sotto i baffi.
Harry fece un’espressione preoccupata nel vedere la sua bacchetta cadergli dalla mano, che non gli sembrava più in grado di stringere nulla.
“Allora, moccioso? Cosa si prova a sapere che presto tutto finirà? E davanti agli occhi del tuo amato vampiro!” domandò quello, preparandosi a lanciargli contro un incantesimo, probabilmente mortale.
Harry attese fino a che non vide la luce verde smeraldo come i suoi occhi partire dalla sua mano, poi, proprio mentre il giovane mago diceva “Addio!” gli si smaterializzò alle spalle e rispose. “Addio!” dritto nelle sue orecchie, ma abbastanza ad alta voce da attirare l’attenzione dei due vampiri impegnati in uno scontro senza esclusione di colpi.
Harry strinse la presa sul pugnale e lo affondò dritto dentro al cuore del giovane, facendolo gridare dal dolore.
“Luc! Aiuta…temi!” prima di sentire il suo cuore fermarsi del tutto e cadere pesantemente a terra.
Lo zio di Adrian crollò a terra, venendo colpito dal fendente del nipote in pieno petto, in cui si era già aperta una brutta ferita dove era stato colpito il suo compagno.
Le forze lo abbandonarono e si ritrovò a guardare dal basso la coppia davanti a lui; provò invidia per loro, per un istante desiderò avere quello che avevano loro, poi cominciò a ridere istericamente, sputando sangue.
“Credi davvero di potermi battere definitivamente nipote? io appartengo a questo mondo e troverò il modo di tornare anche se mi uccidi! non importa quante volte, continuerò a tornare e ucciderò il tuo prezioso compa…” disse, venendo interrotto da Adrian che gli tagliò la testa con un fendente.
Il sangue spruzzò dalla ferita, colpendo Harry che gli era andato vicino.
Adrian lasciò la presa sulla spada per poter affondare la mano nel petto di suo zio e strappargli il cuore.
Lo schiacciò con le mani e lo gettò via.
Infine, si girò a guardare Harry.
“Se non fossi arrivato tu…” iniziò il vampiro.
“Ho ucciso… ho ucciso quel ragazzo… io… l’ho ucciso… sono un… un assassino…” fece invece Harry con voce tremolante.
Adrian lo abbracciò stretto.
“Oh Harry! No… non sei un assassino! Stavi solo cercando di difenderti… ti avrebbe ucciso se glielo avessi permesso e con te sarei morto anche io… non hai fatto nulla di male!” gli disse, posando un bacio sui suoi capelli e facendo movimenti circolari sulla sua schiena, cercando di calmarlo.
Harry si abbandonò ad un pianto disperato, sopraffatto dalle emozioni.
“Mi dispiace per come mi sono comportato e ciò che è successo… stavo cercando di proteggerti… e ho incasinato tutto… è stata tutta colpa mia…” continuò, stringendolo più forte e trascinandolo con sé a terra.
“Adrian…” mormorò Harry tra le lacrime.
Entrambi sentivano che le forze, che erano sembrate infinite fino a poco prima, ora li stavano abbandonando.
Adrian si accasciò al suolo e permise al buio di prenderlo, tenendo Harry stretto a sé, anche lui privo di sensi.
Tom, dal punto in cui i principi si stavano occupando dei seguaci dello zio, lanciò un incantesimo sui due, per portarli al sicuro nel palazzo, mentre gli altri ponevano fine alla ribellione.
  
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