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Autore: Spensieratezza    26/08/2020    2 recensioni
Albus Severus Potter guarda suo fratello pensando che James è come una falena. Bellissimo e luminescente, glorioso. I suoi occhi brillano come lucciole e le sue mani..oh, potesse perdersi in quelle specie di serpenti ammalianti e incantatori che sono quelle mani, ma non può permetterselo, James non dovrà mai sapere che si infiamma se anche solo lo sfiora per sbaglio.
- il titolo della storia è questo e sarà questo definitivamente per un sacco di motivi, che spiegherò
-revisione della storia completata
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riportami all'inizio'
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Ricordare di essere stata un’altra persona, non ti ritrasforma automaticamente in quella che eri una volta, anzi, molto spesso non accade.Le persone passavano tutta la loro vita a rimpiangere quello che erano, ricordavano come erano e tutto, ma non potevano tornare com’erano.

Era così che si sentiva James, quando accolse Albus al risveglio con un bacio, accarezzandolo e facendolo sentire amato. C’era stato un tempo in cui si sarebbe vergognato anche solo a strappare un abbraccio all’amato preside. Un semplice abbraccio, carico di devozione o forse di gratitudine. Una volta avrebbe provato disagio, imbarazzo, ma non adesso. Non più. Perché Albus era suo fratello, era cresciuto con lui e questo faceva una differenza enorme, adesso avevano creato una complicità estrema, diversa dalla complicità carica di imbarazzo della loro precedente vita. Erano nati e cresciuti come fratelli, potendo vivere un’intimità che prima non avevano e non solo per il sesso.

La stessa cosa valeva per Harry, a James non sembrava vero di non provare più tutto quell’odio che provava prima per lui. Se lo ricordava, certo, ma come se fossero stati i ricordi di un estraneo, o come quando pensi a una brutta litigata o a un episodio in cui hai dato il peggio di te. Ci ripensi e ti dici: “Perché mi sono comportato in quel modo? Perché sono stato così egoista, infantile, ignorante, arrogante? Come ho potuto dire una cosa del genere?”

Accade molto più spesso di quanto le persone non riescano ad ammettere, di provare una senso di sdegno e di orrore se ripensiamo ai noi stessi di una volta, proprio come se si trattasse di sconosciuti che hanno lasciato il nostro corpo.
James e Albus ricordavano, ma non conservavano più quella stanchezza di chi ha dovuto attraversare la guerra, troppi lutti, di chi anelasse ormai soltanto la morte per riposare il proprio spirito.

Erano giovani, erano ancora ragazzi e la loro mente conscia di adesso, non aveva vissuto tutti quegli orrori, non c’era stanchezza in loro, ma ricordi di una stanchezza che tuttavia non li toccava.
 
Non ci fu bisogno di troppe parole, era stato sempre così in fondo, anche nell’altra vita. Sapevano entrambi che ora ricordavano, così come sapevano di non voler rovinare ai loro genitori il capodanno, con queste rivelazioni. Chiamarono solo la sorellina Lily dopo colazione, per informarla della cosa, poco distante dalla casa.

Lily aveva strillato.
“Oh mio dio, oh mio dio, oh mio dio, non mi state facendo un sonoro scherzo, vero??”
L’unica che è sonora adesso sei tu.” Disse James con un sorriso misto a rimprovero.
Lei li aveva abbracciati insieme e continuava a saltellare.
Come riuscisse a farlo nonostante avesse le braccia intrappolate, era per i fratelli, un vero mistero.

“CALMATI o mamma e papà scopriranno tutto e non vogliamo che lo sappiano oggi.” Disse Albus.
“Ma..perchè?”

“Perché vogliamo passare un Capodanno sereno e gioioso senza parlare delle nostre vite cariche di angoscia e delle nostre morti, soprattutto. Sarebbe deprimente, senza contare che ogni volta che parliamo del fatto che siamo Silente e Piton, veniamo guardati come se la luna fosse stata scoperta dagli alieni e che gli alieni siamo NOI.” disse James.
Lily si lasciò scappare una risatina.
“Va bene. Non dirò nulla, lo faccio per voi.”

“Grazie” dissero in coro.
“Però…perché non mi avete avvisato subito quando l’avete scoperto! Uffa!!”
“Lily, non fare la bambina..l’abbiamo scoperto solo ieri notte, mentre dormivamo.”
“Ma poi..vi siete svegliati vero?”
“Certo ma questo che..” disse Al.

“Ecco lo sapevo!! Vi siete svegliati e non mi avete chiamato!!” saltò offesa.
I due si guardarono divertiti, poi strapazzarono di baci e abbracci la sorellina minore.
“Lo sai, Lily, che sei la nostra sorella preferita?” disse James.
“Sono la vostra unica sorella!!” disse lei.
 
 
Avevano passato il pomeriggio a raccontarsi tutti e tre quello che era successo davvero, Lily si divertiva un mondo a paragonare quelli che per lei erano dei veri e propri racconti leggendari, raccontati dai genitori nei loro anni, e la storia VERA, certo anche i racconti che aveva sentito dai suoi stessi genitori, erano storia VERA, ma come spesso succede, tanto di esso viene romanticizzato quando lo racconti a un bambino, e con il passare degli anni, i ricordi appaiono distorti permettendo ai ricordi felici di addolcire il tutto e dal momento che a un bambino tendi sempre a raccontare la parte migliore, Lily era certa che avrebbe potuto sentire un’altra storia adesso e i suoi fratelli glielo confermarono.

“Hai davvero reso così difficile la vita a nostro padre?” chiese sgranando gli occhi Lily a suo fratello James.
L’altro scuoteva le spalle e un sorriso indifferente ma malizioso e affascinante a fargli da cornice.
“E TU non dicevi niente?” chiese a suo fratello Albus.

“Dovevo occuparmi di tante altre cose. Avevo quattro case da gestire, una scuola da governare, le lamentele di Gazza, il Ministero che mi stava con il fiato sul collo e Hagrid…beh, era come avere un FIGLIO, in un certo senso. Un po' mi manca, sapete?”
Lily si addolcì e lo stesso fece il fratello James.

“Potresti andare da lui, adesso, a trovarlo, spiegargli come stanno le cose. Non ho approvato la decisione dei professori di mantenere la cosa segreta anche con lui.” Disse James.
“Hagrid non sa NULLA??” gridò Lily in un modo che ricordò molto Hermione Granger ai tempi.


“L’hanno fatto perché Hagrid tende a chiacchierare molto e avevano paura che potesse andare in giro a spiattellare il fatto che SILENTE è TORNATO e mettermi in pericolo. Sapete, non ho più la barba, e ho riacquistato le diottrie perse ma ho molti muscoli e destrezza in meno dati dalla scarsa esperienza..se venissero dei mangiamorte ad attaccarmi, non so se sarei capace di sconfiggerli come allora.” Disse Albus sarcastico. “Neanche a me fa piacere averglielo tenuto nascosto, ma glielo diremo, fino ad oggi non avevo neanche tutti i miei ricordi intatti e preferirei parlare con qualcuno sapendo bene cosa mi è successo e perché.” Dichiarò in un modo che fece ridere i fratelli.

Continuarono a parlare del Ministero, di come sapeva essere una vera spina nel fianco. Lily imparò moltissimo quel giorno, imparò che il Ministero era molto più una spina nel fianco di quanto Harry gli avesse raccontato, non perché lui le avesse voluto nascondere qualcosa, ma perché ai tempi quando Harry era un bambino, non poteva di fatto conoscere quanto avesse dato filo da torcere ad Albus. A quanto pareva, non conosceva neanche i veri motivi. Il Ministero ce l’aveva a morte infatti con Silente perché non aveva voluto lavorare con lui, e per questo giurarono di fargliela pagare cercando di screditarlo in ogni modo.
Lily imparò molto anche sulle capacità di Silente.

Albus si lasciò andare e raccontò sognante delle sue amicizie con gli abitanti del mondo magico. Conservava entrambe le memorie adesso, sia della sua vita precedente sia della sua vita passata, e ricordava che Harry, suo padre, avesse voluto chiedere a Silente dove avesse imparato il Sirenesco, era stata una delle cose che confessò al bambino quando nominava Silente.

Ora, Albus, collegando le due memorie tra loro, si diceva sorpreso. Non avrebbe mai immaginato che Harry desiderava fargli quella domanda e rimpiangesse di non avergliela fatta. Prima dei ricordi gli sembrò commovente, forse perché risuonava dentro di lui, e ora che aveva questi ricordi, lo commuoveva ancora di più.
Si commosse, asciugandosi le lacrime e raccontò di come si sentisse nel mondo magico.

“Mi sentivo solo. Forse è una caratteristica dei geni, quella di sentirsi incompresi, ma io ne avevo acquisito anche un’altra, una freddezza cinica che mi rendeva imperscrutabile e molto spesso INSENSIBILE davanti alle persone, e grazie alla quale ho avuto la nomea di freddo calcolatore. Avevo perso troppo, mia sorella, mio fratello poi. Grindelwald che mi aveva tradito. Non mi fidavo più a esprimere i miei sentimenti, avevo imparato che se ti rendi impenetrabile, verrai ferito meno spesso. Ma con le creature indifese ero…diverso..forse mi sentivo uguale a loro. Solo da loro mi sentivo compreso davvero. La mia amicizia con le sirene..fu..spettacolare. Gente amabile le sirene.”

E si lanciò in un racconto spettacolare, fatto di mare, di tesori, di voci incantate e amabili, a Lily parve che le stesse parole di Albus fossero fresche e profumassero di acqua marina, come se dalla sua bocca sputasse fuori schiuma vaporosa del mare.
“Passai uno dei periodi più belli della mia vita, con loro. Imparai tante cose. Alcuni dicono che sono esseri cattivi, ma non per forza. La loro voce è musica e sanno come curarti con la loro voce. Quand’ero con loro, ogni pensiero oscuro era accantonato.”

“La mia sete di conoscenza non si fermava mai però. Desideravo conoscere altre creature e sempre più diverse. Toccò al piccolo popolo, che mi donò una sensibilità che feci di tutto per trattare anche con i bambini. Il piccolo popolo è piccolo ma ha un cuore enorme e ti conquista con esso, ti tratta da re, anche se loro hanno poco e di piccole dimensioni. Loro hanno impedito al mio cuore di prendere dimensioni oscure.”

“Con i giganti, imparai a conservare la mia umiltà e a capire che non si è mai abbastanza GRANDI e che ci sarà sempre qualcuno che sarà più grande di te, ma devo ammettere che con i centauri..sì, lì sono rimasto davvero affascinato. Come fai a non rimanere affascinato da una creatura che rispecchia l’incarnazione perfetta dell’istinto animale e umano? In fondo tutti siamo un po' animali e un po' umani , anche se ce lo siamo dimenticato. Con loro feci un po' di fatica, all’inizio, ma quando li difesi da una faida con i lupi mannari, mi conquistai per sempre la loro fiducia.”
 
James invece non voleva parlare molto dell’argomento di Lily, era per lui un argomento penoso e per rispetto ad Albus, non voleva addentrarsi di nuovo nell’argomento, ma accontentò i fratelli di fare una piccola panoramica di quanto avesse visto Harry nel pensatoio.

“Dunque..Harry non vi ha raccontato di quando l’ho pescato a frugare nel mio pensatoio, ben prima che fossi morto.” Disse James.
“Non ci disse mai cos’ha visto nello specifico, solo che stavi litigando con suo padre come al solito, che Lily si è messa in mezzo e tu l’hai chiamata in quel modo.” Disse Lily.
“Niente di importante. Solo uno sciocco litigio, che però ha minato l’amicizia con lei, vero?” chiese Albus con tono eloquente.

James annuì a disagio. Aveva raccontato a Albus cosa era successo nella loro vita precedente e il suo sguardo ora, significava che sapeva cosa ricordasse e lo stava salvando dall’imbarazzo. Lo amò ancora di più dopo questo e non si aspettava che Harry fosse tanto leale da aver taciuto sull’ultimo imbarazzante tassello. Infatti James disse “chi vuole vedermi tirar giù le mutande a Mocciosus?” non l’aveva fatto in effetti, ma c’era mancato poco.
 
Continuarono a parlare della scuola, di come amministravano il tutto, di come Severus si fingesse professionale con il preside, ma poi in privato gli dava del tu e lo chiamava Albus e pretendeva anche di essere informato su tutto quello che faceva.
“Immagino che fossi MOLTO MENO professionale in privato.” Disse Lily ridendo.
“Guarda guarda la ragazzina. Non sei un po' giovane per fare certe allusioni?” disse Albus.
“E guarda che tra me e il PROFESSORE..”

“Come lo dici bene professore, Jamie..” disse Albus malizioso.
“Non c’era NIENTE, allora. Certo gli volevo bene, ma…non c’era quel..tipo di relazione.” Disse James, avvampando, fingendo che le parole di suo fratello non lo avessero infiammato.
“Perché ero un vecchio raggrinzito.” Disse Albus.

“Piantala! Sai che non è per quello. E poi tu eri così....irraggiungibile. Chi ci avrebbe provato con te? Avevo già preso un due di picche nella mia vita e mi bastava.”
“Ma sentilo come frigna. Un due di picche una volta e ti chiudi in un monastero a vita..povero bambino indifeso....”

“Adesso io ti..” Gli salì sopra e cominciarono a fare una lotta scherzosa con Lily che si divertiva un mondo e ebbe avuto la conferma ancora di più che quei due si amavano già nella loro vita precedente ma non avevano il coraggio di dichiararsi.
 



















chiedo scusa a tutti per l'assenza ma OGNI VOLTA che rimango impantanata in un blocco narrativo poi ci metto non so quanto per tornare in pista, questo è un capitolo molto importante, che non riesco tuttavia a finire, dobbiamo ancora finire il racconto e arrivare alla parte in cui Harry scopre i suoi figli baciarsi, il tutto visto dal punto di vista dei ragazzi. Succederà qualcosa dopo! Dai che ce la possiamo fare a finire sta parte xd
   
 
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