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Autore: TDwriter    27/08/2020    1 recensioni
"Alla fine, dopo aver dormito così poco e aver letto così tanto, il cervello di lui si prosciugò, e andò completamente fuori testa"
- Don Chisciotte della Mancia, Miguel de Cervantes
Alessandro Lombardi abita nella Riviera dannunziana, ha ventun anni e tutta una serie di presunte certezze alla Zeno Cosini. Alessandro però vivrebbe perennemente in un universo calviniano, sa orientarsi in mancanza di luce e sogna una fuga in pieno stile Mattia Pascal.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Parte prima

Prologo

S'infilò sotto le lenzuola leggere verso le otto di sera, la luce soffusa. Spense anche la piccola lampadina sul comodino e poi, sempre nel buio, allungò una mano verso l'ultimo cassetto, prese una penna e un quaderno e lo aprì sulla prima pagina della sera precedente. Fece scorrere lentamente le dita sulle linee in rilievo, correggendole dove ritenne opportuno farlo. Finito di revisionare il tutto, andò su una pagina nuova, ancora liscia, ed iniziò a tracciare segni ordinati nel buio.

Aveva imparato a svolgere numerose azioni in mancanza di luce tempo prima, ma non a causa di una malattia agli occhi, né di quella che sarebbe stata l'assurda volontà di sentirsi diverso. Adorava a suo modo il tepore del Sole, il modo in cui la sua luce si rifletteva sulle strade facendole sembrare assonnate, o piene di vita, o malinconiche. Ma adorava anche lavarsi al buio, immergersi in quella vasca che avvertiva come un grande grembo di porcellana.

La prima volta che sua madre, tornata prima da chissà quale maledetto impegno, lo aveva trovato così, immerso a galleggiare nell'oscurità e nell'acqua rosea di sali, si era messa ad urlare, pensando al peggio e correndo a tirar su la tapparella e ad aprire la persiana, per poi assestargli due schiaffi per guancia appena accortasi del fatto che era perfettamente in salute, in qualche modo. Proprio lei che non lo aveva mai colpito, che non gli aveva mai chiesto spiegazioni, limitandosi a poche frasi di circostanza prima di andare a far luce nel resto dell'appartamento e a dar da mangiare agli animali.

Sarà stato il fatto che sua madre amava non solo la vita, ma tutto ciò che le è tradizionalmente associato. L'aveva osservata abbastanza a lungo, di sfuggita, in accappatoio, mentre era circondata da tutto quel gioire di versi: cani, gatti, pesci, tartarughe e pappagalli, tutti rigorosamente in coppia “perché non si sentano soli” e per venderne i cuccioli ogni anno. E in disparte, ma come in mezzo a tutti quei versi e a quei colori, si era sentito estraneo così come gli era sempre capitato a pranzi in compagnia. Non perché non pieno a sua volta di vita, ma perché amante della semplicità delle cose.

Da allora era dovuto diventare molto più cauto: limitandosi a creare il buio in una sola stanza per volta, e non in tutta la casa, ad esempio; tornando tardi le sere festive, rimanendo solo a camminare per le vie; e andando per anni a letto presto d'inverno, per ricavarsi degli spazi anche solo d'ombra.

Quella sera però, nonostante fosse appena l'ultimo di agosto, aveva deciso di andare a coricarsi prima, dato che il giorno dopo sarebbe partito. Un mese ad Icaria, in Grecia, nell'Egeo centro orientale. Questa almeno, era la versione ufficiale, ma in realtà non aveva ancora deciso quanto sarebbe rimasto, ma sarebbe stato molto più a lungo. Avrebbe informato tutti all'ultimo, dopo averli progressivamente abituati alla sua assenza e ponendoli di fronte al fatto compiuto, per non darsi la possibilità di tornare indietro. Per cominciare aveva tutto il necessario: una serie di riviste Young Adults che pubblicavano abbastanza spesso i suoi lavori, che a quanto pare funzionavano con i ragazzini; e soldi da parte per abbastanza tempo, guadagnati in quell'anno sabbatico dove aveva svolto tutti i lavori che aveva avuto la possibilità di svolgere, arrivando a riposarsi solo cinque ore al giorno, o nel fine settimana.

I suoi erano stati entusiasti di questo suo frenetico darsi da fare dopo gli studi e non si erano posti domande. Lo avrebbero fatto, certo, si sarebbero disperati, ma non avrebbero potuto riportarlo indietro da maggiorenne, anche perché non aveva comunicato a nessuno le sue vere intenzioni, né la sua vera destinazione. Irene, l'unica vera amica che gli era rimasta, l'aveva salutata la settimana prima, a modo suo. Forse avrebbe mantenuto i contatti col fratello Marco e con lei, dopo aver lasciato sbollire loro il tutto. L'avrebbero perdonato.

La cosa che però più lo infastidiva, forse l'unica, era il fatto che nessuno, nemmeno loro, avrebbe capito. Si sarebbero tutti affannati nel cercare di riportarlo indietro, anche i suoi vecchi amici, e le idee avrebbero iniziato a guizzare e dibattersi nel buio delle loro teste prima tanto certe di chi fosse. Le prime accuse, come in un immaginario tribunale mentale, sarebbero ricadute sui suoi genitori, banali impiegati statali accusati di aver alimentato chissà quale complesso proprio a causa della loro ordinarietà; poi sarebbe stato il turno di tutta la sua cerchia di parenti, amici e conoscenti, colpevoli di non aver fatto abbastanza per trattenerlo da quella mancanza di quiete e stabilità; Irene, per non avergli offerto tutte le tenerezze che si crede una donna debba sempre offrire a prescindere dal ruolo e dal contesto; Marco, per chissà quale sciocchezza risalente ad anni prima. E tutti, tutti, avrebbero cercato di ricondurre il suo gesto ad una volontà folle e cieca di recidere le proprie radici, per fuggire. Non sapevano che lui non aveva mai avuto bisogno di recidere nulla, per prescindere da quel passato che gli altri si ostinavano a interpretare di volta in volta; e non sapevano che non aveva mai voluto fuggire dalla sua vera identità, ma semplicemente affermare quella che aveva, seppur temporaneamente, seppur in maniera brusca.

Ma in fondo non importava, i bagagli erano pronti. Aveva venduto tutti i beni superflui, per acquistarne di più pratici, come l'ebook, o alcuni vestiti, riuscendo a contenere parte della sua vita in una valigia, uno zaino e una sacca. Avrebbe comprato il necessario per pescare lì, assieme a qualche cartolina da spedire più in là.

Così, Alessandro Lombardi, da moderno Mattia Pascal qual era e si sentiva, ripose il quaderno e la biro nello zaino, si ricoricò e, nel buio, si addormentò.

   
 
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