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Autore: heykurt    29/08/2020    2 recensioni
KURTBASTIAN : Mesi dopo essersi lasciati, Kurt decide di tornare a Lima per riconquistare Blaine, ma al suo ritorno scopre che l'ex fidanzato ha una relazione con Dave Karofsky. Kurt è sconvolto e non riesce a farsene una ragione, ma un casuale quanto inaspettato incontro con Sebastian Smythe stravolgerà completamente la sua vita.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Dave, Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 5

 

 

 


 

Giovedì pomeriggio Will Shuester e Rachel Berry si presentarono all’appartamento di Kurt. Sembravano entrambi sconvolti e Kurt li fece entrare, preoccupato, invitandoli a sedersi a tavola. Sebastian ormai si era stanziato ufficialmente da lui e servì loro qualcosa da bere, quasi fosse un rituale a cui lui e Kurt erano abituati ogni qualvolta avessero ospiti.

«Che è successo?» domandò Kurt preoccupato, cercando di decifrare le loro espressioni.

«Il professor Shuester ha lasciato i Vocal Adrenaline» lo informò di getto Rachel.

«Cosa?! Perché?!» strillò isterico Kurt quasi gli avesse fatto un torto. «Credevo che le cose andassero alla grande!»

«Non potevo più seguire quei ragazzi» mormorò Will, affranto. «Erano diventati ingestibili. Sentivo di non appartenere più al Liceo Carmel. Forse non l’ho mai realmente sentito mio».

«E ora cosa farà?!» domandò Kurt apprensivo.

«Non lo so. Dovrò comunque trovarmi presto un altro lavoro, ma i risparmi mi dureranno qualche mese, così avrò tempo per pensarci» sospirò. «Sappiate comunque che sono davvero orgoglioso di quello che state facendo. Se mai ho dubitato che ci volesse qualcuno nel mondo per controbilanciare l’Impero del male dei Vocal Adrenaline, ora lo so» rise nervoso scuotendo la testa.

Kurt intercettò lo sguardo di Rachel ed entrambi fecero un cenno di assenso; stavano pensando la stessa cosa.

«Un lavoro ci sarebbe…  anche se la paga è scarsa» azzardò Rachel speranzosa, sfoggiando un sorriso rassicurante al professor Shuester. «A dire il vero è per questo che ho deciso di portarla qui da Kurt… Mi chiedevo se avesse tempo e voglia di fare da consulente straordinario delle Nuove Direzioni».

Will alzò le sopracciglia, contenendo a stento una risata. «L’hai appena inventato quel ruolo?»

«Decisamente. Però io e Kurt sono settimane che diciamo che abbiamo bisogno di aiuto. Persino Sebastian ha contribuito a scegliere i temi delle nostre lezioni» disse Rachel.

Sebastian alzò il suo bicchiere verso l’alto, facendole l’occhiolino.

«Creare queste lezioni settimanali è più difficile del previsto» continuò Rachel. «Devo ammettere che abbiamo sottovalutato il ruolo di insegnante ed abbiamo un rispetto del tutto nuovo per lei e i nostri colleghi».

«Okay» si limitò a rispondere Will di getto.

Kurt lo guardò perplesso. «Okay, nel senso che ci penserà..?»

«No» gli sorrise Will. «Okay nel senso che sarà un onore aiutarvi».

Kurt e Rachel applaudirono entusiasti.

«Fantastico!» squittì Rachel abbracciando il professore.

«Vorrei trovare io un lavoro così facilmente» bofonchiò Sebastian disinteressato. «È decisamente più divertente che lavorare in un pub».

«Però vi aiuterò solo a due condizioni» riprese Will. «Prima: le decisioni importanti dovrete prenderle tutte voi. Seconda: dovrete tutti e due chiamarmi Will».

Rachel rise, ma annuì accettando la proposta, mentre Kurt strabuzzò gli occhi scuotendo la testa. «No, non credo che riuscirei mai a chiamarti Will».

«Sto con Kurt. Farebbe strano anche a me» si intromise Sebastian. «Per quanto io trovassi attraenti molti dei miei professori, non sarei mai riuscito a chiamarli per nome. Troppo intimo, troppa confidenza».

Kurt lo guardò di sottecchi implorandolo indirettamente di non aggiungere altro. Parlarne di fronte al professor Shuester sarebbe stato troppo imbarazzante.

«Voi siete al McKinley solo di passaggio…» proseguì Will sorvolando su ciò che aveva detto Sebastian, «ma io mi sto rendendo conto che il mio posto è proprio lì. L’aula canto del McKinley è casa mia» realizzò. «Non vedo l’ora di vedere la faccia di Sue quando glielo dirò. Andrà fuori di testa e troverà senz’altro nuovi modi per distruggermi. Ma non sarebbe altrettanto divertente spronare quei ragazzi senza qualcuno che tenti di intralciarci il percorso».

«Anche noi Usignoli vi abbiamo dato filo da torcere» cercò di  nuovo di inserirsi nella conversazione Sebastian.

«Giocando sporco» ribatté Rachel. «Ben due volte».

«Dettagli» sghignazzò Sebastian. Parlare delle loro dispute passate lo divertiva particolarmente, ma non si rendeva conto che per gli altri non erano ricordi altrettanto piacevoli.

«Qual è la lezione per la prossima settimana?» chiese Will.

«Kurt vuole fare Brittany 3.0, ma abbiamo esaurito le sue canzoni» disse Rachel.

«Ce ne sono un sacco» protestò Kurt.

«Brittany 3.0? C’è un limite a tutto, Kurt» concordò con Rachel Sebastian. «Avete già fatto la settimana Beyoncé?»

«Abbiamo fatto qualche sua canzone, ma non una settimana dedicata a lei» rimuginò Rachel. «Non sarebbe male, ma non mi sembra che sia proprio il genere di quei ragazzi».

«Green Day?» tentò di nuovo Sebastian.

«Forte» lo appoggiò Kurt con entusiasmo.

«Continuo a pensare che non sia il loro genere».

«Neanche noi abbiamo sempre fatto canzoni che ci piacevano» osservò Kurt. «Senza offesa, professor Shuester, ma eravamo arrivati ad odiare i Journey per quante volte ce li aveva proposti».

Will rise, coprendosi il viso. «Faccio mea culpa. Credo di avervi un tantino tartassati con loro. Comunque… Questi ragazzi hanno dei problemi?»

«Tanti» rispose prontamente Sebastian, ancora ferito per il modo in cui Spencer lo aveva trattato.

Kurt fece cenno a Will di ignorarlo.

«Vogliono parlare di qualcosa?» domandò quindi il professor Shuester con aspettativa.

«Non lo sappiamo. Non è che ci parliamo molto» confessò Rachel, colpevole.

«Dovreste farlo! Imparate a conoscerli! Un giorno potrebbero diventare i migliori amici che abbiate mai avuto» sorrise a Kurt e Rachel.

«Inquietante» commentò Sebastian. «Se gli studenti sono i suoi migliori amici, c’è un problema di base».

«Tu volevi andare a letto con uno dei miei!» lo rimproverò Kurt.

«Cosa?» domandò schifata Rachel.

«Spencer» le rispose secco Kurt, beccandosi uno schiaffo sulla gamba da Sebastian. «Che c’è? È vero!»

«Non credo di voler essere coinvolto in queste dinamiche» intervenne di nuovo Shuester, a disagio.

«Ecco, infatti. Bas, perché non vai in camera e ci lasci discutere sul Glee Club?» gli chiese gentilmente Kurt.

«E va bene» sbottò, alzandosi di malavoglia da tavola. «Terrò il letto caldo per te» si congedò scomparendo oltre la tenda-separé.

«Non filatevelo. Scherza» cercò di rimediare Kurt, anche se le sue guance si erano arrossate prepotentemente.

«Allora, che volete fare coi ragazzi? Non potete lasciarli in balia di loro stessi. Dovete imparare a conoscerli, scoprire i loro punti di forza e puntare su quello. Sono certo che ognuno di loro ha qualcosa di speciale che li rende unici e sta a voi scoprirlo» li esortò coinvolgente Shuester.

Rachel giunse le mani, gli indici premuti contro le labbra. «La festa a casa mia potrebbe essere un ottimo inizio» si rivolse prima a Kurt. «Ci sarà una festa a casa mia questo sabato ed abbiamo deciso di cantare dei duetti» spiegò poi frettolosamente al professor Shuester. «Ci metteremo in gioco anche io e Kurt. Potremmo chiedere a ciascuno di mettersi d’accordo col proprio compagno per decidere quale canzone cantare. Così impareranno anche a conoscere gli uni i gusti degli altri».

«Mi sembra un’ottima idea, Rachel» l’appoggiò Will, fiero.

«Io e te canteremo assieme?» le domandò Kurt speranzoso.

«C’è già Sam che mi ha chiesto di cantare con lui, non so per quale assurdo motivo visto che non lo abbiamo mai fatto» declinò indirettamente l’invito. «Tu potresti cantare con Blaine… I vostri duetti sono leggendari».

«Temo non sia il caso» rise nervoso Kurt, grattandosi la testa. «Per quanto mi alletti l’idea di cantare ancora con lui, ho paura che ci sarebbero disagi tra noi».

«Le cose non vanno bene tra voi? Se posso permettermi di chiedere» azzardò Will.

«Ci stiamo provando. Sa, non è una situazione semplice… Dopo la cena a casa sua comunque ci siamo scritti un paio di volte ed è un gran passo avanti» lo informò.

«Mi fa piacere».

«Farete un altro passo avanti quando canterete il duetto» insistette Rachel, determinata a far cantare tutti alla festa. «Blaine probabilmente non vede l’ora».

«Certo, come no» sospirò Kurt, sapendo che anche Blaine si trovava nella sua stessa situazione.

 

*

 

La sera della festa, Kurt era più agitato di quanto credesse possibile. Dopo numerose richieste, aveva ceduto ed aveva assecondato Rachel per cantare assieme a Blaine. Kurt aveva cercato di giustificare quella scelta, dicendo che era l’unico modo per calmare Rachel e che, se non avessero acconsentito a duettare, li avrebbe tormentati fino allo sfinimento. Quella motivazione era bastata a Blaine per accettare, anche se gli avrebbe detto di sì in qualsiasi caso.

«Carino il gilet!» esclamò Sebastian, stravaccato su una poltrona in attesa che Kurt finisse di prepararsi. «Molto chic».

«Non è un po’ troppo..? Non so, non mi convince» si guardò confuso stirandosi il gilet con le mani. «Che mi dici dei pantaloni invece? Come mi stanno?» continuò a cercare la sua approvazione piazzandoglisi davanti facendo il giro su sé stesso fino a dargli le spalle.

Sebastian non poté fare a meno che guardargli il sedere. Non lo fece con malizia, ma Kurt si stava letteralmente esibendo passandoci le mani sopra e chiedendogli incessantemente se lo fasciassero bene.

«Ehm… sì» boccheggiò, strofinandosi nervoso un dito sulle labbra, gli occhi che continuavano a vagare su ogni centimetro del suo corpo.

«“Ehm sì” starebbe per..?» insistette Kurt con aspettativa.

Sebastian si allentò il colletto della camicia, asciugandosi un rivolo di sudore dalla fronte. Sentiva che la sua temperatura corporea era aumentata esponenzialmente e si sentì stupido a reagire in quel modo. D’altronde erano già stati assieme e dovevano aver superato già da un bel pezzo quel tipo di imbarazzi tra loro.

«Ti stanno benissimo» disse impacciato, deglutendo rumorosamente, scostando poi lo sguardo quando Kurt si voltò di nuovo verso di lui.

Kurt alzò un sopracciglio, guardandolo serioso. «Che hai? Sei tutto rosso».

A quelle parole Sebastian diventò se possibile ancora più paonazzo, ed iniziò a balbettare una serie di parole sconclusionate, sventolandosi con una mano. «Fa caldo qui dentro» accampò una scusa banale.

«Ti lamenti sempre dicendo che fa freddo!» gli fece presente Kurt, aggrottando la fronte.

Sebastian si alzò in piedi, tenendo gli occhi puntati a terra, per evitare che Kurt potesse cogliere le sue emozioni. «Senti hai intenzione di farla tanto lunga? Io vengo a tutte le tue feste, quand’è che verrai a una delle mie?» cambiò argomento sorpassandolo.

Kurt lo seguì. «No, grazie. Non ci tengo a ritrovarmi invischiato in un’orgia».

Sebastian alzò gli occhi al cielo, lasciandosi sfuggire uno sbuffo. «A che feste pensi che vada? Credo tu abbia una visione del tutto distorta di me» replicò offeso. «Voglio solo presentarti i miei amici» aggiunse con dispiacere, decidendosi a riguardarlo negli occhi.

«Quali amici? Stai sempre qua con me. Ci stiamo trasformando in una vecchia coppia sposata» gli fece notare Kurt.

«Addirittura?» ridacchiò Sebastian, pentendosi di aver ristabilito il contatto visivo. «Devo ancora presentarti River comunque».

«Ti concedo una serata allo Scandals. Una sola» disse alzando un indice di fronte a lui.

«Speri nello stesso finale dell’altra volta?» lo provocò Sebastian per ribaltare i ruoli. Voleva mostrarsi sicuro di sé e non poteva accettare che fosse Kurt ad avere in mano la situazione.

«Ovviamente» ribatté Kurt con sufficienza. «Sto solo puntando a quello» aggiunse con un pizzico di sarcasmo.

«Possiamo saltare la serata da Rachel, se vuoi» ammiccò Sebastian.

«Okay, smettila subito Bas» lo fermò Kurt, prima che la conversazione si surriscaldasse troppo.

Con nonchalance si chinò in avanti per allacciarsi una scarpa e gli occhi di Sebastian ricaddero di nuovo immancabilmente sul suo sedere. Era come se Kurt lo facesse apposta e si stesse in qualche modo vendicando di tutte le volte in cui lo aveva stuzzicato.

«AH, io devo smetterla?!» ripeté isterico Sebastian guardandosi intorno come se temesse che qualcuno stesse assistendo alla scena.

«Che ho fatto?» chiese realmente confuso Kurt, rimettendosi in piedi. «Si può sapere che ti prende? Hai la febbre?» gli domandò posando una mano sulla sua fronte, per poi spostarla delicatamente sulla sua guancia. «Sei davvero rosso».

«Qui fa caldo, quindi muoviamoci» tagliò corto Sebastian, girando i tacchi per uscire dal loft.

«Certo… Ma sei sicuro di stare bene?» volle assicurarsi un’ulteriore volta Kurt.

«Sto bene!» urlò l’altro fuori di sé sparendo oltre la porta d’ingresso. Non poteva essere, c’era qualcosa che non andava. Il suo cuore stava battendo più forte del normale e la testa era affollata da una miriade di pensieri diversi. Non avrebbe mai creduto possibile che Kurt potesse fargli provare quelle sensazioni.

Quando salirono in macchina, la tensione tra loro era palpabile. Kurt continuava a lanciargli occhiate interrogative, cercando di capire che cosa fosse successo poco prima nell’appartamento. Era da qualche giorno che Sebastian si comportava in maniera strana, ma non sembrava aperto a comunicare con lui, e la cosa lo faceva star male. Credeva che la loro amicizia avesse raggiunto il livello successivo e che si potessero parlare di ogni cosa, ma a quanto pare si sbagliava.

 

Kurt fu grato quando Sebastian fermò la macchina davanti alla casa di Rachel. Aveva bisogno di stare anche in compagnia di altre persone, soprattutto perché Sebastian gli aveva a malapena rivolto la parola durante il tragitto.

Quando scesero dalla macchina e percorsero il vialetto, però, Sebastian sembrò cambiare improvvisamente atteggiamento.

Si aprì in un sorriso caloroso, apparentemente eccitato di partecipare alla festa. «Stasera ci divertiamo!»

«Credevo non volessi venire» lo punzecchiò Kurt, ancora turbato dalla sua sceneggiata a casa.

Sebastian non fece in tempo a replicare, perché Rachel arrivò alla porta quasi saltellando sul posto. «Ciao ragazzi! Come siete belli!»

«Anche tu stai alla grande» le fece un complimento Sebastian.

«Grazie! Dai venite, gli altri sono già tutti arrivati» li esortò ad entrare richiudendo la porta alle loro spalle.

Dal seminterrato della famiglia Berry proveniva un gran baccano. Musica allo stereo mischiata a vocii e risate li accolsero non appena scesero le scale.

«Finalmente! Aspettavamo solo voi!» esclamò Mercedes.

«Colpa di Kurt. Ci ha messo trent’anni a scegliere quali vestiti mettere. Sapete com’è fatto» rispose Sebastian.

«Chiudi il becco» bofonchiò lui infastidito.

Kurt intercettò subito Blaine e Sam, entrambi in piedi dietro il banco dov’erano stati allestiti cibi e bevande. Mercedes, Tina e Kitty invece stavano ripulendo il palco già ricoperto di birre mezze vuote; Jane, Roderick, Madison e Mason invece stavano ascoltando con attenzione dei consigli da parte di Artie; infine Spencer ed Alistair stavano parlando molto vicini su uno dei divani sistemati a ferro di cavallo per poter assistere alle esibizioni.

«Vi siete già persi quattro duetti!» si lamentò Rachel.

«Ma che peccato» commentò con sarcasmo Sebastian.

«Uh, gradirei degli stuzzichini» squittì Kurt avvicinandosi al banco sperando che Rachel non avesse sentito la battuta dell’amico. «Possiamo favorire?»

«Certo. Prendete tutto quello che volete» li incitò Rachel.

«Sebastian! Stasera hanno bocciato il Taboo» fu la prima cosa che disse Sam sbucando di fronte a loro dall’altra parte del tavolo.

«Ci rifaremo un’altra volta» cercò di fingere dispiacere Sebastian.

Sam gli sorrise, emozionato. «Possiamo anche uscire a bere qualcosa assieme qualche volta, se ti va. È da un po’ che non vado al Lima Bean» si offrì.

«Ci vengo volentieri» rispose sorpreso Sebastian. Era chiaro che non si aspettasse un tale coinvolgimento di Sam, soprattutto perché avevano avuto modo di parlare davvero solo una volta a casa di Shuester. «Posso portare anche la mia dolce metà, vero?» aggiunse inaspettatamente Sebastian quando si accorse che Blaine li stava guardando.

«Dolce metà?» ripeté a pappagallo Kurt, confuso al punto da sembrare ignaro del significato della parola.

«Ci sediamo sul divano, dolcezza?» proseguì licenzioso Sebastian, posandogli lievemente una mano sulla schiena.

Kurt lo guardò con rimprovero, mentre lo seguiva senza protestare sull’unico divano libero rimasto. «Mi devi qualche spiegazione. Come mai ogni volta che incontriamo Blaine inizi a fare il cretino?»

Sebastian fece spallucce. «Mi sto solo divertendo un po’».

«Non mi piaci quando fai così».

«Sei arrabbiato?» mormorò Sebastian, seriamente dispiaciuto.

«Onestamente? Si».

«Va bene, hai vinto tu. Che devo fare per farmi perdonare?»

Kurt incrociò le braccia al petto. «Smettila di provocare Blaine».

«Come mai lui piuttosto non viene mai col suo amichetto? Siamo sicuri che stia ancora con Dave?» ipotizzò Sebastian, facendosi più vicino a Kurt ed assicurandosi che Blaine li vedesse.

«Si, ci siamo scritti l’altro giorno e ti posso confermare che stanno assieme. Purtroppo».

Sebastian tornò alla realtà. «Ah, vi scrivete ora?»

«C’è qualcosa di male?»

«Così non ti passerà mai, Kurt! Starai solo male per niente. Smettila di stargli appresso» disse in modo brusco Sebastian, stanco di quella storia senza fine. «Um, quello è Alistair?» cambiò quindi discorso. «Come fa a preferirlo a me? Insomma, cosa prende ai ragazzi al giorno d’oggi? Prima Blaine, ora Spencer. Hanno preferito Dave ed Alistair a me! Ti rendi conto di quanto sia assurdo?»

«Forse perché tu ti poni malissimo?» gli fece notare Kurt. «Sei uno schianto, peccato che poi apri bocca».

Sebastian sentì le orecchie andargli a fuoco, ma cercò di mantenere compostezza. «Ah, quindi mi trovi attraente nonostante i miei denti da cavallo? Aspetta, com’è che mi avevi definito..? Ah, sì. La versione criminale di Alvin Superstar».

Kurt rischiò di strozzarsi con uno stuzzichino e Sebastian gli batté sulla schiena per aiutarlo a riprendere il respiro. «Io non ti ho mai chiamato così!»

«Sì, me lo ha detto Santana l’altra sera» sghignazzò Sebastian.

«Bene, dovrò fare un discorsetto anche a lei» gemette Kurt.

«Quindi mi hai davvero definito così, wow» finse di essersela presa Sebastian.

«È un soprannome comunque più carino di quelli che mi hai affibbiato tu. I tuoi erano offensivi…»

«Ah, i tuoi invece sono davvero carini!» replicò polemico.

«Tregua. Siamo pari» lo fermò Kurt prima che iniziassero con una delle loro solite litigate.

«Mi hai già perdonato?»

«Più o meno» disse Kurt arricciando le labbra per contenere un sorriso.

Si fece più vicino ancora e posò la testa sulla spalla dell’amico, non rendendosi conto che quel gesto non fosse del tutto indifferente a Sebastian. Ruotò appena la testa verso l’alto e gli fece un sorriso per assicurargli che fosse tutto a posto, ma questo sparì non appena notò che Sebastian lo stava fissando serioso, con pura agitazione negli occhi.

«Che si dice ragazzi?» li interruppe Mercedes, spingendoli a separarsi. «Io e Roderick pensavamo di ravvivare l’atmosfera cantando ‘All About That Bass’. Quel ragazzo è una forza, ed ha una voce da favola! Io punterei su di lui alle Provinciali, fossi in te» disse a Kurt.

«Finalmente un po’ di musica. Questa festa è noiosa» bofonchiò Sebastian, sentendosi improvvisamente più sereno senza Kurt appiccicato a lui.

«Nessuna festa da Rachel Berry si regge da sobri. Ecco perché finiamo sempre per scolarci l’intero bar dei suoi» rise Mercedes indicandogli il cestino rifiuti ricolmo di bottiglie vuote. «Sam sta anche servendo del ponch corretto se volete favorire».

«Vuoi un po’ di ponch?» chiese Sebastian a Kurt, alzandosi dal divano.

«Si, grazie» gli sorrise Kurt, guardandolo allontanarsi.

«Allora? Cosa succede tra te e il diabolico Usignolo?» scherzò Mercedes.

«Non succede niente. Perché sembrate tutti ossessionati dall’amicizia tra me e Sebastian?!»

Mercedes posò una mano sulla sua gamba, fissandolo direttamente negli occhi. «Perché sembrate tutto fuorché amici, tesoro. Ogni volta che vi guardiamo siete accoccolati a cinguettare tra voi, punzecchiandovi. Secondo me sotto sotto ti piace».

«Ti sbagli. Non è il mio tipo» sviò l’argomento Kurt.

«E qual è il tuo tipo?»

Kurt inspirò ed espirò profondamente. «Come se non fosse ovvio…»

«Ancora Blaine? Kurt, non voglio risultare brutale ma…»

«Lo so, frequenta un altro» la interruppe lui. «Sto ancora cercando di metabolizzare la cosa. Mi serve più tempo. Sono passati solo due mesi, in fondo».

«Ti manca molto, eh?» percepì Mercedes, comprensiva.

«Parecchio. Diciamo che mi manca di più l’idea di quello che sarebbe potuta essere la nostra storia, non so se mi spiego. Mettere su casa assieme, sposarci, adottare dei bambini, magari… Non lo so, avevo programmato ogni cosa e vederla svanire davanti agli occhi da un momento all’altro è stato destabilizzante. Prima che tu dica qualcosa, so benissimo che la colpa è stata mia, ma con Blaine non c’era più dialogo e stavamo diventando un’unica persona, non lasciando all’altro lo spazio per respirare».

«Allora è un bene che sia finita» constatò Mercedes. «Vi sareste solo fatti del male a vicenda. Alla fine puoi contare sempre sulla sua amicizia».

«Su quello ci stiamo ancora lavorando a piccoli passi» ammise Kurt con un lamento.

«E Sebastian? Mi pare che tu stia mettendo su casa con lui».

«È diverso» si affrettò a specificare. «Si fermerà da me solo per qualche tempo finché non troverà un appartamento tutto suo. Si rifiuta di tornare a casa perché ha problemi con suo padre, ma non sto qui a parlartene… Quindi per ora rimane da me. Alla fine sono contento che ci sia lui, almeno mi fa un po’ di compagnia. In questo periodo mi sento maledettamente solo».

«A chi lo dici. Da quando è finita con Sam mi sembra come se mi mancasse qualcosa. Sam era così carino e premuroso con me, ma forse non eravamo destinati a stare assieme» ricordò con malinconia Mercedes.

«Secondo me siete perfetti, invece. Io terrei d’occhio Rachel. Credo che ci abbia fatto un pensierino anche lei» disse facendole un cenno col capo per indicarle Sam e Rachel intenti a parlottare complici in un angolo della stanza.

«Lo so, non preoccuparti. Comunque mi ha detto anche lei che non c’è nulla di serio. Lo vede più come un amico, anche se quel suo culetto bianco fa sempre colpo».

«Come darti torto» fu costretto ad ammettere Kurt. «Per non parlare delle imitazioni».

«Oh, quelle sono il suo forte» concordò Mercedes. «E Sebastian?»

Kurt spostò lo sguardo verso Sebastian, impegnato in una conversazione animata con Tina. «Tu che ne pensi di lui?»

«Beh, è un bel tipo. Ha il suo fascino… Sarà per quel ciuffo da principe Disney» disse a denti stretti, quasi si vergognasse di dirlo ad alta voce. «Sai, dopo la serata dal professor Shuester l’ho un po’ rivalutato. Non posso dire di trovarlo simpatico ai livelli di Sam, però ho visto che si è sforzato davvero tanto per inserirsi. Ci ha parlato un sacco di te, a dire il vero».

«Che cosa ha detto?!» domandò Kurt colto di sorpresa.

«Che eri stato gentile ad ospitarlo nel tuo loft e che si trova bene in tua compagnia, una cosa del genere» rispose approssimativamente. «Poi è partito in quarta a riempirti di complimenti, paragonandoti a chiunque».

«Che cosa intendi?»

«Se Sam diceva che Blaine era bravo a fare qualcosa, Sebastian ci teneva a precisare che tu sapevi farlo meglio. Se Tina diceva che Spencer è affascinante, lui rispondeva che tu lo sei mille volte di più. E così via».

Kurt sentì le guance scaldarsi, ma trovò alquanto improbabile che avesse detto una cosa del genere. «Dubito che mi trovi più affascinante di Spencer, visto che al falò gli sbavava dietro».

«Beh, è quello che ha detto a noi» ribadì Mercedes.

«Ecco il suo ponch, signore» si annunciò Sebastian, porgendo a Kurt un bicchiere.

«Ti ringrazio».

Mercedes fece l’occhiolino a Kurt. «Vi lascio soli. Io vado a cantare! La folla mi reclama! Buona serata, ragazzi».

«Di che parlavate?» chiese con finto disinteresse Sebastian.

Kurt voleva coglierlo alla sprovvista, e decise di giocarsi quell’asso nella manica fornitogli da Mercedes. «Mi trovi più attraente di Spencer?»

«Cosa?!» boccheggiò Sebastian rischiando di spandere il suo ponch.

«Rispondi. Non fare il finto tonto» rispose con fermezza Kurt, guardandolo compiaciuto sbattendo gli occhioni non appena vide le sue guance tingersi di rosso. «Cavolo! Sebastian Smythe imbarazzato! Non credevo che avrei mai assistito a questo momento!»

«Non sono in imbarazzo» disse con voce incerta Sebastian. «Stasera sei particolarmente carino e Spencer ha un outfit orribile. Quindi forse guadagni qualche punto in più».

«Mercedes mi ha detto che la pensavi così anche da Shuester» lo prese in contropiede.

Sebastian serrò forte le labbra, chiudendo gli occhi, cercando di non dare in escandescenza. «Ma ai tuoi amici piace spettegolare o sbaglio?»

«Non stai negando, quindi» mormorò Kurt, agitandosi a sua volta.

Le calde e coinvolgenti voci di Mercedes e Roderick salvarono Sebastian dal dover fornire ulteriori spiegazioni a Kurt. Al ritmo di ‘All about that Bass’ tutti si piazzarono in centro stanza per lasciarsi coinvolgere dalle danze.

«Balliamo?» gli propose Kurt, ma Sebastian si era rabbuiato ancora una volta.

Kurt non era certo di riuscire a gestire i suoi repentini sbalzi di umore, ma era sicuro di non volersi lasciar coinvolgere dal suo malumore. Deciso a lasciarsi andare e a godersi la serata, si alzò dal divano e si unì a Rachel in un ballo scatenato.

Sebastian rimase seduto sul divano, senza riuscire a togliere gli occhi di dosso da Kurt. Quell’outfit gli donava davvero molto e metteva in evidenza i contorni del suo bellissimo corpo. Anche quella sera allo Scandals aveva avuto modo di ammirarlo, nel vero senso della parola, ma non era certo di aver provato quelle sensazione che sentiva in quel momento. Allora c’era stata pura e semplice passione, dettata dal momento e dal fatto che entrambi fossero scossi per essere ripiombati l’uno nella vita dell’altro all’improvviso. Quella sera, invece, sentiva che era il suo cuore a parlare e la cosa lo stava facendo uscire di testa. Cercava in tutti i modi di reprimere quel tipo diverso di attrazione che provava nei suoi confronti, ma più Kurt si muoveva sinuosamente di fronte a lui, più sentiva calore al cavallo dei pantaloni e al petto. Se si fosse limitato solo ai pantaloni la cosa non lo avrebbe sconvolto più di tanto, ma il fatto che il suo cuore sembrava essere sul punto di prendere fuoco non era decisamente un buon segno.

Si portò con discrezione la mano sui jeans, sperando che non si notasse la sua eccitazione, e fu solo allora che si accorse di come Blaine fissava Kurt, danzando nella sua direzione in cerca di un contatto.

«All the right junk, all the right places» cantarono Mercedes e Roderick, e Kurt si mosse maliziosamente, consapevole del fatto che Blaine lo stesse guardando.

«Vado un attimo al bagno» disse poi a Rachel, sventolandosi la mano sulla fronte, accaldato dalle danze, lanciando un’occhiata complice a Blaine.

«Vengo con te» scattò in piedi Sebastian prima che Blaine potesse anche solo avvicinarsi a lui. Lo prese quindi per il polso ed assieme salirono le scale.

«Qui si iniziano già ad appartare» urlò Kitty per rendere partecipi tutti i ragazzi.

Sebastian fece finta di non aver sentito e trascinò Kurt fino al piano di sopra. «Da che parte è il bagno?»

«Di qua» gli fece cenno Kurt. «Avevo solo bisogno di rinfrescarmi un po’. Si muore di caldo di sotto».

«Gli sguardi bollenti di Blaine ti hanno scombussolato?» arrivò al punto Sebastian senza troppi giri di parole.

«Scusami ma non sono in vena di scherzare».

Sebastian roteò gli occhi, sospirando sommessamente. «Vuoi parlarne? Se te ne vuoi andare-»

«No, questo è quello che vuoi tu» lo interruppe brusco Kurt, ancora turbato dalle occhiate di Blaine. «Scusa, non volevo alzare la voce. A volte vorrei solo che Dave si presentasse con Blaine, così da vederli assieme ed accettare il fatto che sono felici assieme e che le cose tra loro vanno alla grande».

«Perché sei così masochista?»

«Perché in questo modo mi sta illudendo e basta» sbottò Kurt.

«Illudendo?» ripeté Sebastian con un filo di voce, non capendo dove volesse andare a parare e in cosa sperasse realmente.

«Si, ecco… Una parte di me ci crede ancora, okay? Chiamami stupido o quello che ti pare ma non posso semplicemente cancellarlo dalla mia memoria e fingere che non sia mai esistito. Al mio posto capiresti».

«Un pensiero su Anderson ce lo faccio pure io, quindi è comprensibile» la buttò sullo scherzo Sebastian. «Però anche tu-»

«Anche io, cosa?»

«Non importa» si rimangiò la parola, strofinando nervosamente le mani tra loro. «Canterai con lui questa sera?»

«In teoria si. Ci eravamo accordati per messaggio l’altro ieri, e mi sentirei in colpa a ritrattare proprio adesso» legittimò la sua scelta Kurt.

«Fai come credi. Poi però non venire a piangere sulla mia spalla» obiettò Sebastian, appoggiandosi alla parete del bagno, mentre Kurt si risciacquava la faccia.

«Scusa se sono un peso per te» disse distaccato, asciugandosi con l’asciugamano.

«Non ho detto questo» rispose freddo Sebastian. «Riusciamo ad avere una conversazione senza litigare? Godiamoci la festa, canta il tuo stupido duetto melenso con Blaine e poi torniamo a casa nostra».

«Nostra?» ripeté con scherno Kurt. «Vedi come fai? Stupido melenso duetto con Blaine? Ti ci metti proprio di impegno per farmi sentire in colpa per i miei sentimenti per lui».

«Tu sei fuori come un balcone, Hummel».

«Intanto quello fuori come un balcone ti ha salvato il culo trovandoti un posto dove stare gratis, tra l’altro. Ti ho incluso nella mia cerchia di amici e adesso cerchi pure di farmi passare per stronzo?» lo attaccò ferito.

«Si va bene, hai ragione tu» finse di dargliela vinta Sebastian, pur di non continuare la litigata.

«Mmmh! Okay!» ruggì Kurt, serrando forte i pugni in aria. «Okay. Hai ragione» riprese con tono più pacato. «Senti, non posso perdere anche te per delle discussioni ridicole senza capo né coda».

«Grazie, volevo arrivare proprio a questo. Tutto ciò è ridicolo, Kurt. Noi ci vogliamo bene perché dobbiamo attaccarci per ogni minima cosa?»

Non appena quelle parole abbandonarono le labbra di Sebastian, per lui fu davvero ardua contenere un sorriso e camuffare una risata con un colpo di tosse.

«Perché stai ridendo adesso?» domandò Kurt, anche lui addolcito.

«Scusa, dire ad alta voce che noi ci vogliamo bene mi fa ancora ridere» confessò afferrandolo per il lembo del gilet.

Kurt, senza pensarci, portò le mani al colletto della camicia di Sebastian, gli occhi fissi sulle sue labbra sottili. «È divertente in effetti» mormorò con voce calma e rassicurante.

Sebastian sentì il respiro mozzarglisi in gola e non controllò più i suoi pensieri. «Un po’ però lo capisco Blaine… Sei davvero sexy stasera».

Per Kurt fu come ricevere una carica di autostima, e giocando allo stesso modo di Sebastian gli si avvicinò col viso a pochi centimetri dalla faccia. «Andiamo di sotto…» mormorò prima di scostarsi e scendere le scale.

Ed ecco che Sebastian percepì di nuovo quel calore al petto. C’era decisamente un problema.

 

 

 

 

 

N/A

Inizialmente avevo pensato di raccontare della festa di Rachel in un unico capitolo, ma c’erano molte altre cose che volevo approfondire. Se avete visto la 6x07 penso sappiate già cosa succede a fine episodio… :P

Al prossimo capitolo!

   
 
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