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Autore: Deb    29/08/2020    2 recensioni
A volte mi chiedono di raccontare loro storie che parlano dei nonni, ed io lo faccio. Racconto loro di come mio padre mi abbia insegnato a cacciare, di come il padre di Peeta mi abbia regalato i biscotti. Descrivo loro anche di Gale, di come sia stato il mio migliore amico ed ancora lo è.
{Everlark | Post!Mockingjay}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimba Mellark, Bimbo Mellark, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Feelings After-war ~ Katniss/Peeta'
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Ricordo, racconto ed insegno




Ho insegnato il tiro con l'arco ai miei figli, persino a Peeta. Se non fosse così rumoroso quando cammina, sarebbe un buon cacciatore. I miei bambini si divertono sempre: corrono, giocano e lanciano frecce. Non cacciano. No. Per loro il tiro con l'arco è un passatempo. Non hanno bisogno di procurarsi il cibo, anche se ho ancora l'abitudine di mangiare quello che caccio. Passiamo giornate intere nei boschi tutti e quattro. Come io ho imparato a nuotare al Lago, in quelle stesse acque insegno anche a loro. Ogni volta che mi immergo, penso a mio padre. Sarebbe stato un ottimo nonno, proprio come lo sarebbe stato il padre di Peeta. A volte penso che mio padre ed il signor Mellark sarebbero andati davvero d'accordo. Sarebbero stati dei buoni amici, poi penso che probabilmente si conoscevano. Le loro vite si erano sicuramente intrecciate, proprio come è successo a me e Peeta.
A volte mi chiedono di raccontare loro storie che parlano dei nonni, ed io lo faccio. Racconto loro di come mio padre mi abbia insegnato a cacciare, di come il padre di Peeta mi abbia regalato i biscotti. Descrivo loro anche di Gale, di come sia stato il mio migliore amico ed ancora lo è.
Ricordo quando l'ho rivisto, anni prima. Non ero ancora sposata con Peeta ed avevo molte più difficoltà ad alzarmi dal letto. Quella mattina, come tutte le altre, presi arco e frecce e mi recai verso il bosco. Lo trovai ad attendermi dove un tempo c'era la recinzione elettrificata. Mi bloccai e lo osservai. Sbattei persino gli occhi, credendo di avere le visioni. Invece era lì. E mi guardava. Mi sorrideva.
Quando poi mi chiamò, con voce ferma e calda, non potei avere dubbi. Soltanto lui riusciva a rendere quel nomignolo così odioso tanto affettuoso.
Per un momento ebbi l'istinto di scappare, ma mi ero nascosta per troppo tempo. Non mi ero mai resa conto quanto mi fosse mancato fino a quel momento, ma il mio carattere mi impose di non fare nulla. Rimasi ferma. Impietrita. Crebbi che se ne sarebbe andato, che vedesse il mio silenzio come un invito a non volerlo davanti a me. Probabilmente i miei occhi mi tradirono.
Mi raggiunse e mi strinse a sé. E solo allora singhiozzai e mi resi conto di piangere.
Il mio migliore amico era tornato.
E come la ragazzina che ero un tempo, tornò anche tutta la confusione. Peeta o Gale?
La decisione, però, fu automatica.
Voglio bene a Gale, per me è importante tanto quanto Peeta, ma io e Peeta abbiamo bisogno l'uno dell'altro. Avevo vissuto senza Gale, ma sarei crollata senza Peeta.
Insegno ai miei figli l'importanza dell'avere persone accanto a sé. Senza loro, non sarei sopravvissuta nemmeno un giorno.
Peeta insegna loro ad essere buoni, come lui, ed io a come sopravvivere in caso di necessità. Ricordo, racconto ed insegno. È difficile, il più delle volte, ma importante. E vogliamo che abbiano tutto dalla vita, che non manchi loro nulla.
In questo momento sono seduta sull’erba con la schiena appoggiata al tronco di un albero. I bimbi sono stanchi per le corse e ci osservano. Hanno gli occhi brillanti, vispi e mi chiedo se anche io da piccola li avessi così. Se anche mio padre notasse la mia euforia soltanto guardandomi.
Peeta estrae dallo zaino un quaderno sgualcito e bruciacchiato. Non so dove lo abbia trovato, né che cosa contenga. Sembra vecchio. Sia io che i miei figli ci avviciniamo a lui, curiosi. Sorride, ma i suoi occhi lo tradiscono. Comprendo cosa stia pensando. È nostalgia quella che prova.
Mi guarda un attimo, prima di aprirlo. Le pagine sono colorate e i tratti dei disegni tremolanti. Peeta accarezza il disegno della prima pagina. C’è una dicitura: “La mia famiglia” e capisco che quel quaderno è suo. Di quando era bambino.
Con voce incerta, ci presenta i suoi parenti: il padre, la madre ed i fratelli, contornando ogni nome da un ricordo. Ha trovato il quaderno quando hanno cominciato la ricostruzione della panetteria. Un ricordo d’infanzia che è riemerso quando meno se lo aspettava. Io non ne avrò nessuno. Non ho quaderni da ritrovare perché ce li passavamo io e Prim. Non ho miei disegni infantili da far vedere ai miei bambini. Ho solo i ricordi.
«… così, mio fratello mi raggiunse, mi rimise in piedi e mi pulì i pantaloni. Nessuno dei due voleva essere sgridato dalla mamma».
La bambina inarca le sopracciglia, «Mamma non si arrabbia mai quando ci sporchiamo».
Sorrido, ascoltando la risposta di Peeta. «Vostra madre è la prima a sporcarsi, con che faccia dovrebbe sgridare voi?»
«Tu mamma hai un quaderno come papà?»
Nego con la testa. «Io e Prim ci passavamo i quaderni».
«Perché?»
Osservo Peeta un attimo e ricambia lo sguardo, non so se voglio rimembrare i ricordi nei quali la mia famiglia era così da povera da non potersi permettere un quaderno per ciascuna figlia, ma lo faccio. Con difficoltà, ma spiego loro che non avevamo la possibilità di acquistarne un secondo, ma che ero estremamente fiera del fatto che passassi le mie cose alla mia sorellina minore.
«È importante condividere le cose con le persone per noi importanti». Concludo, trattenendo le lacrime, trattenendo il ricordo di Prim e la mancanza che provo pensando di non poterla vedere più.
I ricordi sono tutto ciò che ho e che posso donare ai miei figli e lo farò. Con il tempo. Racconterò loro delle mie giornate di caccia, di come volevo a tutti i costi prendermi cura della mia sorellina, di come volevo proteggerla da tutto il male e di come ho fallito. Quando saranno grandi abbastanza, sapranno che la loro madre non è stata in grado di proteggere le persone alle quali teneva e spero con il tutto il cuore che loro non debbano mai provare ciò che ho provato io, quello che abbiamo provato io e Peeta, nel perderle. Perché tutti abbiamo perso qualcuno, ma loro avranno la fortuna di crescere senza doversi preoccupare di non avere nessun quaderno da far vedere ai loro figli.



Fanfiction scritta nel lontano 2013, le note le avevo scritte allora.
Voleva essere una slice of life, anche questa un siparietto di vita tranquilla nel Distretto 12 post-Mockingjay, invece è venuta fuori una OS con un retrogusto triste. O almeno così mi sembra. E, grazie ad Ili l’ho ripresa in mano e ampliata. Era nata come flash. Quindi… più o meno è una slice of life, no?! xD Ad ogni modo, c'è Gale! No, ad ogni modo, mentre scrivevo ho voluto descrivere l'incontro tra Gale e Katniss. Il loro nuovo incontro. E volevo evidenziare il fatto che Gale era mancato a Katniss. Perché sono amici, migliori amici, ed anche se lei ce l'aveva con lui, quel risentimento dovrà pur essere finito ad un certo punto! Ed io e Gale non andiamo d'accordo, ma se c'è una cosa che trovo ingiusta, è che l'abbiano incolpato della morte di Prim. Perché non è stata colpa sua. Come Peeta è diventato una pedina nelle mani di Snow, Gale è diventato una pedina nelle mani della Coin. Gale voleva soltanto aiutare i ribelli e rendere le perdite (le loro) più esigue. Non poteva certo sapere che la Coin avrebbe utilizzato le sue trappole per colpire Katniss. Povero Gale! (Sì, l'ho detto! Su questo frangente è povero tanto quanto Peeta!)
Per il resto, se vi chiedete quindi perché non sopporto tanto Gale... beh, la scena dei guanti (Catching Fire) T0T Gale ha distrutto il mio cuoricino con la sua infantilità e da allora non sono riuscita più a tollerarlo. Oltre ad altri dialoghi che ha tenuto. Ma comunue da lì, è stata tutta una discesa per Gale, ha cominciato a scadermi sempre di più. So sorry. Eh, vabbè, ognuno di noi ha le proprie preferenze.
Comunque... alla fine è Everlark. Non ci posso fare niente. Peeta è Peeta. <3 E non so, mi piaceva il fatto che Katniss - colei che non è brava a stringere amicizie - voglia insegnare ai suoi figli che è importante averne così si impegna a raccontare il passato. (Sia chiaro, non gli Hunger Games)
Il pezzo nel quale Peeta tira fuori il quaderno bruciacchiato è venuto fuori perché mia madre mi ha portato il quaderno con i miei disegni – orridi – di quando ero piccola xD
Spero vi sia piaciuta e che i personaggi siano IC.


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