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Autore: LadyPalma    30/08/2020    9 recensioni
"Ss-severus, ti prego... siamo amici".
Severus sussultò, non poté farne a meno, e poi stupidamente tentò di nascondere quella reazione continuando a fissarla. [...]
"Severus" esordì Voldemort, intercettando quella reazione. Ruotò la testa da rettile e lo fissò con un guizzo di divertimento e – cosa ben più pericolosa – di curiosità. "Allora forse la signorina Burbage non mente. Siete... amici".

What-if? Charity Burbage viene risparmiata da Voldemort e si creano alcuni effetti a catena.
Severus/Charity, accenni Draco/Luna.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charity Burbage, Draco Malfoy, Luna Lovegood, Severus Piton | Coppie: Draco/Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 3






Durante le vacanze di Natale, Draco Malfoy tornò a essere il controllore ufficiale delle segrete. Si tratteneva il più possibile – anche più a lungo di quanto già non avesse fatto in estate –, evidentemente con la voglia di fuggire da quello che succedeva ai piani alti. Era bruscamente gentile, a suo modo loquace. Si trattava di un diversivo che Charity accoglieva con piacere, anche adesso che aveva Luna come compagnia stabile. Le piaceva parlare con Draco, le faceva credere che sì, c'era speranza, e che sì, era possibile essere umani e avere un avambraccio marchiato – e ancor di più si scoprì ad apprezzare vederlo parlare con Luna.
"Ciao, Draco" lo salutò la ragazza la prima sera che lui si presentò. "È bella la tua casa, anche se ho visto solo i sotterranei".
Il giovane Malfoy apparve visibilmente sorpreso, più dall'assenza di ironia che dalle parole in sé, e forse ancora di più dalla famigliarità con cui lei gli si era rivolta. Poteva benissimo essere la prima volta che si parlavano, anzi forse lo era.
"Era meglio, un tempo" si decise a mormorare a denti stretti.
"Anche tu eri meglio un tempo" ribatté Luna candidamente. "Dall'anno scorso sei cambiato, sei... triste". Prima che lui avesse il tempo di reagire a quella schietta osservazione, gli occhi della ragazza si spalancarono un po' di più del solito animati da una speranza improvvisa. “Forse tu puoi farmi avere la collana che mi hanno sottratto i mangiamorte".
I mangiamorte – notò Charity – come se lui non ne facesse parte.
"Che collana?" chiese Draco in tono guardingo.
"La collana di tappi di burrobirra. Sai, per tenere lontani i nargilli".
Draco fece un ghigno sprezzante, seguito da una leggera risatina canzonatoria.
"Siamo in guerra, Lovegood, non interessano a nessuno le tue stupide creature invisibili".
Lovegood – notò Charity –, comunque non Lunatica.
Doveva essere un segnale importante se già la mattina dopo nel vassoio di Luna c'era un tappo di burrobirra bucato.
 


 
🐍🐍
 


Un tappo di burrobirra forato al giorno, ogni giorno, finché alla fine dentro al vassoio Luna ci trovò anche un filo. Impiegò tutta la mattina di uno dei primi giorni di gennaio – stanghetta numero centocinquantasette – a farlo passare nei tappi senza rompere né i tappi né il filo: "Non avevo mai pensato a quanto fosse complicato creare gioielli in modo babbano. Perché non ce ne ha mai parlato a lezione, professoressa?". Il risultato non fu ad ogni modo soddisfacente: Luna rimase a fissare la collana improvvisata con espressione pensierosa.
"Manca un tocco di colore!" esclamò alla fine, dando un nome a quella delusione.
Charity fece una smorfia involontaria, sintomo di una risata priva di allegria che riuscì a trattenere. Il colore mancava dappertutto in quel posto. Tuttavia, alla fine la smorfia si distese in un sorriso in qualche modo tenero. Che colpa aveva Luna se non si arrendeva a dimenticare i colori? Avrebbe voluto cercarli pure lei – una volta, quando le stanghette sul muro non esistevano, li vedeva dappertutto. Così, si infilò semplicemente una mano in tasca, ripescando quasi senza accorgersene l'oggetto che vi aveva riposto da mesi, e si trascinò sul pavimento sporco per porgerlo a Luna.
"Questa può andare bene?"
Restò in silenzio poi, ad osservare la fiala di vetro inserirsi nel filo e incastrarsi proprio al centro dei tappi. Tutto quello che Charity aveva avuto finora come arma potenziale era stato una stupido antidoto contro i serpenti, ma Nagini, il grosso serpente di Voldemort, rappresentava il pericolo più lontano adesso. Gli esseri umani era più pericolosi degli animali - che fossero serpenti o nargilli faceva poca differenza. Quella pozione verde brillante era stata di fatto inutile fino a quell'istante, mentre pendeva dal collo di Luna.
Ora era, perlomeno, un tocco di colore.
 


 
🐍🐍
 


Con Luna, Draco riuscì ad aprirsi sorprendentemente in modo veloce. Quello che con Charity era riuscito a dire solo dopo un mese, uscì questa volta dalle sue labbra neanche dopo una settimana. Forse perché Luna aveva un modo di ascoltare speciale, un modo di capire diverso. Aveva una chiara – e in realtà non troppo personale – concezione del giusto e dello sbagliato, ma sembrava pronta a ricredersi ed era anche molto lenta a emettere giudizi categorici. Vedeva il grigio, così come vedeva i colori.
Perlopiù la professoressa dal fondo della cella li osservava e li ascoltava senza intervenire. Ma una sera, un'informazione nuova che con lei Draco aveva toccato solo di sfuggita la costrinse a rompere quella strana bolla di intimità quasi con brutalità.
"Il Voto Infrangibile che ha stretto mia madre con Piton ha cambiato ogni cosa..."
"Un Voto Infrangibile?"
I due ragazzi si voltarono entrambi a fissarla, sul volto di Draco balenò per un attimo la sorpresa, quasi come se si stesse ricordando solo in quel momento della sua presenza.
"Sì, le avevo detto che Piton ha giurato di proteggerci, beh, non è stato un giuramento qualsiasi. Ha stretto un Voto Infrangibile. Ha giurato di proteggermi e... di portare avanti il mio compito se avessi fallito. Piton aveva giurato di uccidere Silente al posto mio”.
La mente di Charity tornò inevitabilmente in modalità solvitrice di puzzle. Sapeva che Draco era stato incaricato di uccidere Silente, sapeva che alla fine era stato Severus a farlo. Quello che non sapeva era che il rifiuto del primo e l'intervento del secondo fossero direttamente collegate, anzi reciprocamente vincolate. In che modo questo cambiava la sua visione degli eventi? Anzi, la cambiava?
Fu Luna la prima a mostrare meraviglia. Sgranò leggermente più del solito gli occhi e inclinò la testa con fare pensieroso.
"Piton ha ucciso Silente per proteggerti?"
La risatina di Draco spazzò subito quell'ipotesi, che del resto Charity non era stata tanto ingenua da formulare neanche per un secondo. Se davvero l'unico scopo di Severus fosse stato proteggere il ragazzo, allora avrebbe trovato un modo per non stringere il giuramento e portarlo lontano dai mangiamorte. Avrebbe chiesto aiuto a Silente invece di ucciderlo. La spiegazione non poteva essere minimamente sufficiente a giustificare tutto il resto.
"Macché proteggermi" ribatté il giovane Malfoy con una nota di segno. "È stato il suo piano fin dall'inizio: approfittare della debolezza mia e della mia famiglia per emergere... E ora è lui ad essere il braccio destro del Signore Oscuro, è lui il più potente".
"Ti sarebbe piaciuto esserlo tu?"
Draco puntò gli occhi di nuovo addosso a Luna a quella domanda ed esitò per qualche istante, finendo per scuotere lentamente la testa.
"Volevo salvare la mia famiglia, volevo solo che tutto finisse e...". Si zittì, rendendosi conto di dove si trovasse e di come anche i muri avessero le orecchie. Poteva chiacchierare sugli eventi, ma ammettere ad alta voce la propria mancanza di lealtà alla causa era qualcosa di completamente differente."Alla fine non ce l'ho fatta. Non avevo mai parlato davvero con Silente ma lui mi ha parlato e... Invece Piton lo conosceva, credevo fossero amici, e Silente lo ha implorato... Severus, ti prego ha detto... Ma Piton lo ha colpito, senza nemmeno esitare. Non ho la stoffa per essere come Piton, evidentemente, sono un codardo".
L'ammissione finale gli era uscita come un sibilo arrabbiato, ma già il viso era contratto in un'espressione di profonda angoscia. Il gesto di Luna fu quasi automatico: allungò la mano oltre le sbarre e la posò sulla sua, primo contatto tra loro e forse anche il primo spontaneo che Draco ricevesse da tempo.
"Qualche volta è un bene essere codardi, non credi?" gli disse con un sorriso.
Charity tornò a ritirarsi nel fondo della cella e nei suoi pensieri che ancora una volta la riportavano a Severus Piton e al proprio instancabile ruolo di avvocato del diavolo. Quelle nuove informazioni non avevano di fatto aggiunto nulla di nuovo al quadro, non da un punto di vista logico, perlomeno. Tutto concordava a confermare la teoria di come Severus avesse deciso di schierarsi finalmente dalla parte di Voldemort e fosse riuscito a ingannare il più grande mago di tutti i tempi. Era un traditore, un assassino e profondamente un mangiamorte: fine della storia.
Eppure qualcosa delle parole di Draco l'aveva sconvolta. No, non il Voto Infrangibile, piuttosto il racconto incidentale degli ultimi istanti di Silente.
Le sue ultime parole – Severus, ti prego – sarebbero potute essere anche le proprie. Erano le stesse che aveva pronunciato lei in mezzo ai mangiamorte sperando di essere salvata, erano le parole che alla fine le avevano risparmiato la vita. E allora perché con Albus non avevano funzionato? Non si illudeva che la propria amicizia con Piton fosse più speciale – sapeva che era esattamente il contrario, vedendoli interagire tutti i giorni al castello –, né che la sua vita valesse di più. I fatti erano gli stessi, Severus avrebbe potuto far morire anche lei, stava per lasciarla morire, però poi aveva sussultato involontariamente. Com'era possibile, allora, che quello stesso uomo non avesse avuto la benché minima esitazione di fronte a una supplica analoga? Sembrava quasi che l'implorazione di Silente, più che desisterlo, l'avesse spinto all'azione.
Visualizzava nella sua mente la scena e percepiva la presenza di qualcosa di sbagliato, anche se non riusciva proprio a capire cosa fosse. Alla fine scosse la testa, rinunciando ai voli di fantasia. Aveva salvato lei perché non costava nulla farlo, perché la differenza tra lei e Silente era proprio che lei era inutile. Perché Severus aveva un residuo di coscienza, ma non quel tanto che lei ancora sperava di potergli attribuire.
Non riuscì a dormire bene quella notte in ogni caso, comunque peggio degli standard nella cella. Aveva il sonno agitato dalle parole che spesso tornavano a farle visita nei sogni.
Severus, ti prego. Per una volta le sentiva con la voce di Albus Silente, però.
 


 
🐍🐍
 


La soluzione all'enigma giunse per caso, come quando perdi qualcosa e te lo ritrovi proprio quando non la stai cercando, e forse non ti serve neanche più. Charity di una risposta aveva ancora bisogno ma la mattina dopo non la stava cercando, anzi aveva appena deciso di archiviare la questione e arrendersi all'assenza di attenuanti per le azioni di Piton.
Si era svegliata giusto in tempo per l'arrivo di Draco. Non si era trattenuto questa volta, si era affacciato giusto il tempo di un saluto e di lasciare i vassoi della colazione. Charity trovò nel suo un tozzo di pane e una tazza del solito tè slavato, ma la sorpresa fu quando sbirciò in quello di Luna: nessun cibo, solo un'accozzaglia di pezzi di vetro, chiodi e fili.
"Perché Draco ti ha portato queste cose? Luna, credevo foste diventati amici!" esclamò, sentendosi confusa e anche ferita di fronte a quel gesto. Spazzatura invece di una colazione? A che gioco stava giocando Malfoy?
Luna, però, sembrò non avere alcuna reazione e anzi iniziò a curiosare quasi con avidità in quel coacervo di oggetti.
"È tutto a posto, professoressa. Draco è stato molto carino. Gliel'ho chiesto io di portarmi queste cose!" disse a mo' di spiegazione, iniziando a selezionare alcuni pezzi di vetro.
Se stesse meditando di costruire un'arma o un 'altra collana era ancora un mistero.
E non la priorità di Charity, del resto.
Si appiattì invece contro il muro e rimase senza fiato per un po', indecisa se scoppiare a ridere o a piangere. Aveva capito, per caso e senza una linea razionale precisa, ma aveva improvvisamente capito. Si era spremuta il cervello per oltre centocinquanta giorni, eppure la chiarezza era arrivata solo fuor di ragionamento, con una frase che non aveva nulla a che vedere con la questione.
Gliel'ho chiesto io – aveva detto Luna e il cervello di Charity doveva aver pensato a quali altre cose all'apparenza intenzionalmente cattive potevano essere spiegate con una scusa simile.
Gliene veniva in mente solo una, l'unica a cui aveva pensato per una catena interminabile di giorni.
Un filo sottile, come quello che teneva legati i tappi di burrobirra e la fiala al collo di Luna, collegava adesso il vassoio con i pezzi di vetro all'omicidio di Albus.
Gliel'ho chiesto io – e lo sentiva ripetere nella testa con la voce che l'aveva accompagnata tutta la notte.
Gliel'ho chiesto io divenne un secco e deciso Gliel'ha chiesto Silente.











***
NDA: Qualsiasi fan di James Joyce mi perdonerà. Mi rendo conto che come salto mentale potrebbe apparire strano, ma personalmente ritengo che in una situazione di stallo per davvero un meccanismo come l'epiphany possa essere quello vincente; lo interpreto qui come un rimescolamento di tutte le idee presenti (il sussulto e le bugie, il Voto Infrangibile, e soprattutto il "ti prego" di Silente) viste all'improvviso sotto una nuova luce, che è poi quella giusta. Spero che l'escamotage non sia sembrato troppo forzato. 
Nel prossimo capitolo tornerà anche Piton finalmente, che ha fatto abbastanza l'assenteista (ma ci sono dei motivi). A presto!
   
 
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