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Autore: Peppe_97_Rinaldi    31/08/2020    0 recensioni
[Crossover tra Naruto, One Piece, Fairy Tail, Dragon Ball] [Basato sulla mitologia greca]
Gli dei dell'Olimpo non si sono estinti. Ecco la verità in cui i nostri amici si imbatteranno. Tra rocambolesche avventure e peripezie fra le capitali europee - ma non viaggeranno mica solo in Europa - scopriranno il filo che unisce dei dell'Olimpo, Peccati Capitali e Bijou.
Sasuke e Rufy, leader delle tribù, rispettivamente, di Uchiha e Mugiwara, sono i capi delle fazioni che si contendono il trono del regno elfico di Calien.
Qual è la vera storia del mondo?
Bè, non tutti lo sanno, perché il nostro popolo ha basato la propria vita sulla segretezza, per millenni. Una politica di isolazionismo, sai? Roba difficile.
Ma è giusto nascondersi?
Necessario?
Oppure deleterio?
Ho deciso di scrivere questo romanzo per raccontare a tutti la verità.
Il mondo deve sapere della guerra fra Urano e Gea. Devi sapere, caro lettore, dei Bijou, dei Peccati Capitali e delle Reincarnazioni dei dodici dei dell'Olimpo.
Ah, un'altra cosa.
Io che ti racconterò questa storia sono un elfo.
Voi umani non siete le uniche creature a popolare questa Terra, insieme agli animali.
Esistiamo noi elfi.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, Cross-over, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Capitolo 3

Uchiha e Mugiwara






 
Due mesi dopo
Marzo 2022
 
 
 
 
     Tutto sembrava vaporoso: i contorni della stanza, la sensazione di essere disteso su di un letto – oppure era già in piedi? –, l'aria calda che aleggiava dalle finestre.
Il ragazzo arricciava e schiudeva le labbra in continuazione, come se fosse preda di un tic: cercava di prendere il coraggio a due mani e alzarsi da quel letto. Ma ogni volta che era sul punto di farlo, i suoi occhi fissavano la ragazza distesa accanto a lui: come poteva?
Poteva davvero andarsene così, e lasciare la ragazza da sola?
Si sarebbero visti altre volte?
Bè... più che altro, la domanda giusta da porsi era: valeva la pena vedersi altre volte?
Quanto ancora avrebbe continuato a comportarsi in quella maniera, saltellando di letto in letto fra una ragazza e un'altra?
Ormai, conosceva più corpi che persone, e aveva soltanto sedici anni...
Naruto sbuffò sonoramente. Si rizzò sui gomiti, guardandosi intorno.
     Un lindo lenzuolo, aggrovigliato per lo più attorno alle caviglie e alle ginocchia, era l'unico velo che copriva i corpi dei due giovani. Naruto si fissò lungamente, facendo scorrere lo sguardo su tutto il suo corpo nudo. Studiava i suoi addominali scolpiti, il petto che si alzava e si abbassava... e sorrise. Uno schizzo di fierezza gli colorova il volto.
<< Narcisista >> sussurrò morbida la voce al suo fianco.
Il ragazzo ridacchiò, donando uno sguardo languido alla ragazza. << Quindi sei sveglia >> .
<< E' mattina, e tu devi andare. Non pensavi mica che ti avrei permesso di andartene così, senza dirmi niente? >>
<< Bè, sarebbe una tattica interessante. Io me ne vado, senza dirti nulla. Ma proprio nulla. Così saremo costretti a vederci ancora, perchè tu vorrai dirmi un sacco di cose >> .
La ragazza roteò gli occhi. << Un bellimbusto narcisista e perverso. Ecco cosa sei >> .
<< Questo bellimbusto però ti piace un sacco >> la apostrofò Naruto, la voce un diamante di malizia. Poi si guardò intorno, e con gli occhi trovò i vestiti che aveva gettato alla rinfusa sul pavimento. << Senti Nezuko, ora devo andare. Sarà una giornata impegnativa... >>
La ragazza fece una smorfia contrariata. Era carina, i lunghi capelli neri che ondulavano sinuosi sulla schiena. << Che palle... Ma perchè non ti liberi di quel principe? Così puoi rimanere tutto il tempo che vuoi >> .
Naruto rise allegro. Si tuffò sul cuscino e fissò i suoi occhi in quelli di Nezuko. I loro respiri si incontarono. << Liberarmi? Tesoro, tu sei matta. E' il mio migliore amico, chi se ne vuole liberare! >>
La ragazza posò la testa sul petto di Naruto. Rimasero in silenzio per un po', e pareva che ognuno fosse concentrato ad ascoltare il respiro dell'altro. A quanto sembrava, Naruto non aveva intenzione di lasciar cadere l'argomento, perchè aggiunse in tono piatto: << Sono il suo servo. Non lo lascerò mai >> .
<< Ehi! Lo sai che non mi piace quella parola! >>
<< Ma è così >> .
<< "Guardia del corpo" va molto meglio >> .
<< Hashirama ha proposto il termine... com'è che era? Ah, sì. Pedagogo >> .
<< E che significa? >>
Naruto fece spallucce. << E che ne so. Dice che i nostri antenati – sai, quelli nel mondo esterno, dall'altra parte del mondo, i tizi che chiamano "antichi greci" – usavano avere una specie di servo, in casa, che però non era un servo vero e proprio. Cioè, sì, lo era, però non solo >> .
<< Naruto. Non ho capito mezza parola >> lo bloccò con serietà la ragazza.
Il biondino fece un sospiro. Cercò di ordinare mentalmente le parole e, pur non riuscendovi, si buttò in una goffa spiegazione: << Allora. C'era un tipo, che abitava nella casa di un ricco. Era il tuttofare della situazione: un po' un servo, che faceva le solite cose, sai, come pulire la casa o lavare il tizio ricco... >>
<< E tu lavi il principe? >>
<< Certo >> disse Naruto, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Nezuko annuì.
<< E poi faceva tantissime altre robe. Tipo, si prendeva cura del tizio ricco: lo proteggeva, gli dava consigli, si occupava della sua educazione >> .
Ora fu il turno della ragazza per ridere con allegria. << E tu dai consigli al principe? >> esclamò, con il tono di chi trovava più verosimile che un intero esercito di unicorni imbizzarriti si precipitasse dalla finestra piuttosto che assistere a quella scena.
<< Emh... Magari non è proprio il mio forte, però come guardia del corpo me la cavo >> . Naruto si schiarì la gola. << E poi non sono l'unico serv... umh, pedagogo. Per fortuna c'è anche Sakura. Lei è molto più in gamba di me >> .
<< Ognuno è in gambissima in qualcosa, e una frana in qualcos'altro. Non ti preoccupare >> gli disse Nezuko.
Gli occhi di Naruto lampeggiarono di gratitudine. Si allungò in avanti e baciò la ragazza sulle labbra. Lei ricambiò con foga.
I due giovani continuarono a baciarsi per molto tempo. L'adrenalina aumentava, l'eccitazione faceva sussultare i loro corpi. Naruto scese sul collo di Nezuko, assaporò la sua pelle candida e con le labbra scese ancora.
La corvina gettò il capo indietro e cacciò un mugolio esasperato quando Naruto arrivò al suo petto.
     La scena si protrasse per un bel po'.
Gemiti, sudore e palpitazioni riempivano la camera. Fu soltanto quando l'ennesimo raggio di sole schiaffeggiò la schiena di Naruto, tanti gemiti dopo, che il biondino si decise a levare le tende.
Bè, fu difficile cercare i suoi boxer in mezzo a tutta quella confusione. Eccoli! Li trovò intricati in una matassa di vestiti.
Si alzò a malincuore i pantaloni di lino, e aspettò prima di gettarsi addosso la canotta.
<< Ehi >> lo chiamò Nezuko, con voce suadente. La ragazza si rizzò a sedere. << Stai soltanto aspettando l'ultimo secondo per darmi i soldi, vero? >>
Un ghigno beffardo si azzardò sulle labbra di Naruto. Il giovane frugò nelle tasche. << Ma il tuo cliente è stato superlativo! Talmente bravo che potresti chiudere un occhio, e lasciarlo andare... >>
La ragazza gli lanciò un'occhiata eloquente. Naruto scrollò le spalle, e posò un gruzzolo di monete nella prima ciotola che trovò.
Nezuko ridacchiò felice. << Sai che tra i miei clienti sei il mio preferito... Oh >> . Prese una pausa, e quando parlò la voce era improvvisamente ombreggiata dalla malizia. << Probabilmente sei il cliente preferito di ognuna... >>
L'adolescente esitò: cercava di capire se ci fosse acidità in quella frase oppure se si trattasse di una mera constatazione. Decise di nascondere le mani nelle tasche, e optò per la prospettiva più confortevole. << Bè... lo credo bene >> .
<< Mph. Sei adorabile, sul serio. Ma anche troppo sbruffone. Ecco perchè non può nascere niente tra me e te >> .
<< Meglio così >> .
<< Meglio? >>
<< In questo modo posso continuare a divertirmi >> .
<< Wow, che maturità... >>
<< Ehi >> fece Naruto, piccato. << Lavoro per il principe di Calien. A palazzo non mi devono aver trovato così becero... >>
<< E infatti, ecco come spendi i soldi che il tuo lavoro ti dà >> replicò Nezuko, indicando con un cenno la ciotola dove il ragazzo aveva lasciato la sua paga.
I due giovani si scrutarono torvi. A quanto pareva, la discussione aveva preso una brutta piega. Aveva cozzato l'una contro l'altra troppa individualità di ciascuno dei due, e sia Nezuko sia Naruto si erano sentiti non riconosciuti.
Naruto fece una smorfia. << E' stata una notte grandiosa. Vedremo se te lo concederò altre volte >> .
Ahi. Questo era troppo. Si aspettava che la ragazza scattasse in piedi e iniziasse a furoreggiare, e forse il fatto che lei si limitò a un'occhiata obliqua lo sconquassò ancora di più. << Ma se sei tu a pagare me… Sono io che accetto o meno dei clienti >> .
Si salutarono con freddi ghigni. L'adolescente schioccò la lingua e se ne andò tutto impettito.
Attraversò il lungo corridoio. Diverse camere si affacciavano ai suoi sguardi ammiccanti, e da dietro ogni porta lunghi e tremuli gemiti...
Si bloccò. Spostò il peso del busto da un piede all'altro, e rimase ad ascoltare quel guazzabuglio di gemiti e grida e sospiri, come se stesse ascoltando una perfetta sinfonia.
Fu solo dopo un bel po' che si decise a lasciare il bordello.
 
 
  
 
 
 
           * * * * * * * * * * * * *
 
 
 
     Tonf!
Naruto sussultò, come un gatto che viene scoperto a fare una birbonata.
Aveva chiuso il portone alle sue spalle con più violenza di quanto intendesse fare. Aguzzò la vista e si guardò intorno.
La sala era enorme. Vastissimi e pregiati tappeti rossi snocciolavano qua e là, ricoprendo falcate di legno di acero che correvano in tutto il palazzo. Le tarsie arzigogolate che dipingevano le pareti invece erano lì, pronte a fissarlo: quasi come se si aspettasse che pure i muri prendessero vita e gli facessero la predica, fece per andarsene.
Aveva già adocchiato l'ampia scalinata – quella che portava al piano di sopra, dove si sarebbe precipitato nella sua camera – quando una voce femminile lo chiamò. Anzi, "tuonò" è il termine giusto.
     << Naruto! >>
Il ragazzo alzò gli occhi al soffitto. Lo sapeva. Sapeva che Sakura lo avrebbe rimproverato.
Si voltò, pronto già per replicare, ma le labbra gli si paralizzarono a mezz'aria. Sakura era incantevole.

 I lunghi capelli rosa incorniciavano un viso delicato e forte – lo so, sembra una contraddizione, ma lei era così: sapeva essere molto empatica, di una dolce delicatezza, ma guai a farla arrabbiare...! Ti saresti trovato – come più volte succedeva a Naruto – con un pugno mollato in faccia.
     Per quel giorno aveva indossato dei vestiti speciali, formali: una guisa in pelle le ricopriva il busto, cinta alla vita da una comoda fascia. Dalle spalle si slanciavano le maniche della veste che indossava sotto a quell'armatura, un vestito leggero che permettava alle gambe di rimanere scoperte e fresche.
Un nitido profumo la attorniva, mischiandosi alle varie fragranze che speziavano il palazzo. Naruto annusò l'aria, e disse tutto allegro: << E' rosa? O lavanda? No, no, quello che piace a te... iris? >>
<< L'hai fatto di nuovo >> .
<< Ah >> .
<< Ah >> ripetè Sakura, sorridendo beffarda. Non aveva intenzione di tergiversare.
     Naruto si massaggiò il collo, gli occhi che lampeggiavano malandrini. << Dai, oggi è una giornata importante. Non so come farò a sopportare quegli stupidi Mugiwara... Ho pensato che sfogarmi un po' mi avrebbe fatto sentire meglio >> .
<< Sentirti meglio >> disse Sakura, annuendo perplessa per cercare di stabilire se Naruto davvero credesse a quelle parole oppure stesse solo vaneggiando patetiche scuse.
Optò per la seconda.
<< Ma per caso ti ricordi, ogni tanto, che lavori per il principe di Calien? >>
<< Lo so... >>
<< E ti ricordi che il re, la regina e il principe in questione >> disse in tono sarcastico << ti hanno dato ospitalità nel loro palazzo, quando non avevi niente? >>
<< So dove vuoi arrivare >> sbottò Naruto. << Ma sta tranquilla, la mia gratitudine nei loro confronti non verrà meno solo perchè mi piace spassarmela in quel bordello >> rispose tutto sdegnato, imitando il modo di parlare di Sakura.
La ragazza incrociò le braccia. I fili di metallo ticchettarono al movimento. << E invece sì, zucca vuota! Perchè se sei il braccio destro del principe, tu lo rappresenti! Hai capito? Noi due lo rappresentiamo >> .
<< Ehi, forse sei tu che ti dimentichi un dettaglio da poco >> la sbeffeggiò Naruto. << Questo "grandioso principe di Calien" è anche il mio migliore amico. Quindi no, non mi sento di dovermi frenare solo perchè lavoro per lui. Non è quello che Sasuke vuole >> .
Sakura imprecò ferocemente e se dagli occhi avesse potuto lanciare laser, credimi, Naruto sarebbe diventato uno scolapasta. << Proprio perchè è tuo amico dovresti avere voglia di rappresentarlo nel migliore dei modi! >>
<< Sakura, qual è il problema?! Ho sedici anni, cazzo! Non posso divertirmi un po'? >>
     A quel punto la ragazza stabilì di gettarsi su una nuova tattica. Imprecò come una furia – un verso a metà fra un mugghito e il sospiro di un elicottero – e si gettò le mani sul viso. Quando dischiuse la faccia, stava cercando di mantenere la calma.
<< Naruto. Sul serio. Mi scoccia un casino che ogni volta mi fraintendi. Ma non si tratta di una singola notte, o del tuo... discutibile modo di divertirti. Il discorso è molto più ampio >> .
Il biondino sbuffò.
<< Un primo motivo, è vero, è politico. Capisco che ti dia fastidio pensarci. Ma anche se abbiamo sedici anni siamo le spalle del principe. E' Sasuke, il nostro caro Sasuke >> disse, e si avvicinò all'amico. << Ma agli occhi del regno lui rimane il principe. Abitiamo in questo palazzo. Lavoriamo per la corte. In qualche modo facciamo parte anche noi della famiglia reale >> .
<< E per questo motivo dici che dovremmo frenarci >> lapidò Naruto.
Le labbra di Sakura si piegarono in una smorfia offesa. << Nessuno deve frenarsi! Mai >> puntualizzò. << Essere coscienziosi e responsabili è tutta un'altra storia >> .
<< Mi sembrano la stessa cosa... >>
<< Vediamola così. "Frenarsi" significa fingere di essere qualcuno che non sei... in pratica, la più grande disgrazia che possa capitare a una persona. Essere responsabili vuol dire solo non fare tutto quello che avresti voglia di fare, se è meglio non farla... >>
<< Uhh... che dottoressa >> .
<< Stare a contatto con Tsunade mi irradia sapienza >> scherzò la ragazza.
Naruto la lanciò uno sguardo eloquente. << Ah... Non che sei tu sapiente in partenza? Lo sai che Tsunade si incazzerebbe un casino se ti sentisse parlare di te in questo modo sfiduciato? >>
<< Scemo >> .
<< Scema >> .
     E risero. Insieme, di gusto. Ecco com'era la loro amicizia: erano capaci di prendersi a brutte parole, ma in realtà sapevano bene quali cose meravigliose l'uno pensasse dell'altro.
Sakura prese un respiro. Si lisciò i capelli dietro l'orecchio. << E poi, c'è un secondo motivo per cui non mi piace che passi il tuo tempo in un bordello. Bè, è molto più importante, per me >> .
<< Ehi, se è più importante della "rappresentanza politica" e tutto il resto >> disse Naruto, calcando la voce con fare grottesco, << allora la questione deve essere seria! >>
<< Il motivo sei tu >>
<< Io? >>
<< Già. Naruto, dimmi. Com'è andata questa notte? Voglio dire, ti sei divertito? >>
<< Alla grande! >>
<< E allora perchè sei tornato a casa tutto nervoso? >>
<< ... >>
<< Fammi indovinare: tu e la ragazza di turno avete litigato. Perché, fra l’altro, tu sei anche permaloso, e quindi basta poco a farti arrabbiare >> .
<< E' stata lei a incominciare! Era troppo altezzosa >> .
Sakura annuì, e guardò l'amico con dolcezza. << Naruto, hai detto che volevi sfogarti un po', vista la giornata impegnativa di oggi. Anzi, hai detto che ne avevi bisogno... Ma cosa volevi? Una persona? Uno sfogo? Oppure un corpo? >>
<< Sakura, dai... >>
<< Le persone non sono solo corpo. Non pensare agli altri come a dei corpi... e non pensarlo di te >> .
     Naruto spalancò la bocca: voleva replicare, ma per qualche motivo il fiato gli si bloccò in gola.
Sakura esitò. Dal movimento turbinoso degli occhi, era palese che avrebbe voluto dire ancora tanto, ma forse per l'orario – si stava facendo tardi! – forse perchè preferiva dire tutte quelle cose così delicate in un altro momento, e non in una caotica mattina, decise di concludere il discorso.
<< Naruto, tu poi fare di meglio. Sei molto meglio di così >> gli sorrise. Si avvicinò e gli afferrò la mano. << Sei molto di più di un corpo che ha bisogno di sempre nuovi corpi. Bè, perlomeno in maniera spasmodica >> .
Il ragazzo si limitò a fisare le dita della ragazza intrecciarsi nelle sue.
Sakura prese un respiro, e in un tono improvvisamente perentorio disse: << Ora vai a farti una doccia! Puzzi e sei stanco, e fra poco arrivano gli ospiti! Sasuke deve essere ancora vestito, quindi vedi di darti una mossa >> .
Naruto fece il saluto militare. << Agli ordini! >>
 
 
     Ok. Non possiamo andare avanti senza prima dare delle spiegazioni.
Oh, ne serviranno molte ancora, ma noi precediamo pure con calma.
Tranquillo, caro lettore: lungo i mari impetuosi di questo romanzo ci destreggeremo fra varie spiegazioni che, da bravi lettori onniveggenti quale siamo, non possiamo mancare di conoscere.
    Anzitutto, geolocalizziamoci. Ci troviamo nella Foresta di Calien, la foresta più ampia e rigogliosa del pianeta nonché regno degli elfi. Come avevo accennato nei capitoli scorsi, gli elfi sono creature straordinarie la cui esistenza è sconosciuta agli umani e tale deve rimanere.
Sto facendo riferimento a una legge inviolabile che risale agli albori della razza, e facilmente condivisibile da tutti. Se gli umani venissero a sapere dell’esistenza di simili creature sicuramente vorrebbero appropiarsene, e i commerci del mercato nero diventerebbero definitivamente incontrollabili. Molte sono le spiegazioni che sostengono questa tesi della segretezza della razza elfica, ma le conosceremo meglio con calma, via via lungo il prosieguo di questa storia.
     Naturalmente per gli umani non è possibile trovare la Foresta di Calien: essa è protetta da antichi incantesimi che nessun elfo, seppur mai lo volesse, sarebbe in grado di distruggere. Inoltre per poter viaggiare dal mondo degli elfi a quello degli umani bisogna attraversare uno speciale portale magico che solo in pochi, dotati di un potere straordinariamente grande, sono in grado di evocare.
     Molte sono le domande che lecitamente potresti porti. Per esempio, un umano è mai entrato nella Foresta? Assolutamente no, mentre confusi per il pianeta si nascondono diversi abitanti del regno che preferiscono condurre vite totalmente diverse a quanto avrebbero immaginato da infanti.
     Bene. Basta tecnicismi, per carità! Lasciamo che le nostre telecamere ritornino a inquadrare i giovani elfi che abbiamo appena conosciuto... Uh, cosa dici, caro lettore?
Mi chiedi se si tratta di un mondo perfetto e immacolato?
Oh, miei dei, certo che no. Non cadere in questo tragico errore.
Nel prologo avevamo già accennato a questa sfaccettatura del mondo sociale di Calien. Ora andiamo però a puntualizzare le esatte dinamiche socio-politiche che furoreggiavano nel regno.
La storia di Calien è come un enorme continente dilaniato da un lungo istmo. Una violenta frattura lacera la realtà degli elfi, rendendola, a tratti, invivibile...
     Ecco due tribù. Due clan. Due gruppi etnici.
Questi due gruppi si battagliano fra loro, da... da quando? Boh, da sempre. Da quando l'uomo ha memoria. Antichi sapori si sono fusi nelle nuove ostilità, e quello che era il vivaio della dea Gea si è trasformato da tempo immemore nel campo di battaglia fra due opposte tribù...
     Sto parlando degli Uchiha e dei Mugiwara.
L'obiettivo di queste due tribù? Il motivo per cui guerreggiano senza sosta, in continui scontri che la magia rende sempre più sanguinolenti?
     Bè... il trono.
Il trono di Calien, naturalmente.
 
 
     Il salone del palazzo reale era immenso. Brillanti tappeti rossi si speziavano in curve e acrobazie adamantine, roteando con allegria al centro della sala e destreggiandosi in quelle curve che... eccole! Stavano piroettando in alto, seguendo con armonia l'andare delle scalinate...
Se dovessi entrare nel palazzo reale di Calien, sappi che verresti salutato da questo ingresso trionfo. Poi, una verdeggiante coppia di scalinate si doppiava verso l'alto: ecco i gradini che roteavano a sinistra, ed ecco quelli che svolazzavano a sinistra.
Oh, sì, hai capito bene, caro lettore. Ho davvero usato il termine "verdeggiante".
     Tieni presente i giardini pensili? Si tratta di vegetazioni e composizioni floristiche che adornavano – e adornano, dove oggi è possibile ammirarli! – le superfici che ricevevano l'onore di accoglierli.
Bè, il palazzo reale di un regno elfico non poteva certo negare a se stesso questa spumeggiante occasione di brio!
Ecco come l'intero abitato era un susseguirsi di fiori, composizioni floreali e spezie varie! I corrimani di quelle lussuose scalinate, poi, erano totalmente assorbiti da intrecci di vegetazioni. A tratti, poteva sembrare di essersi smarriti fra le fronde di un bosco, e anche i profumi che riempivano l'aria riuscivano a confonderti al riguardo...
Sakura camminava lentamente, come ad assaporare tutto quel profumo. Inspirò, sorridendo a se stessa, ed era così assorta che quasi non si accorse di Hashirama.
L'uomo era sulla cima delle scale, e ammirava la sala dall'alto.
<< Buongiorno, consigliere >> lo salutò con cordiale formalità Sakura.
<< Buongiorno a te, mia cara! >> esclamò l'uomo con allegria.
     Ti presento, caro lettore, Hashirama. I lunghissimi capelli neri scivolavano adagi sulla tunica, attribuendo alla figura un'aura davvero morbida.
Mi spiego. Tutto pareva morbido, in quell'uomo: la sua voce, calda e gentile, il viso, dolce, e perfino l'imbottitura dei ricamati vestiti.
Era uno dei due consiglieri reali: chi era l'altro? Bè, suo fratello Tobirama, naturalmente, che conosceremo fra poco...
Ogni volta si premurava di ricordare a Sakura e a Naruto che non era necessario che avessero un atteggiamento così formale con lui e con il fratello: diciamo che con Hashirama le cose erano più facili. Il suo viso gioviale ti ispirava una gentilezza spontanea! Rilassata...!
Con il consigliere Tobirama era tutta un'altra storia, invece, ma questo lo vedremo in seguito.
<< Come stai, mia cara? >>
<< Un po' tesa. Però confido in questa grande occasione >> .
Hashirama annuì. << Sai, provo emozioni contrastanti... Una certa paura: ovvio, è un evento del tutto eccezionale. Ma proprio per questo avverto una grande felicità scaldarmi il cuore...  Potremmo davvero cambiare la storia di Calien >> . Poi si guardò intorno, seguendo con lo sguardo una farfalla.
     Levò lo sguardo verso una finestra. Già, sappi che una schiera di enormi finestre lanciava falcate di luce dentro la sala, donando un'idea di freschezza del tutto appagabile.
<< Mhm. Vedi quella finestra, cara Sakura? >>
<< Sì? >>
<< L'edera si ferma poco prima. Non riesce ad arrivare così in alto. Che ne dici se le diamo un aiutino? >> disse, strizzandole l'occhio. E poi fece una cosa che, a noi lettori appena iniziati a questo romanzo, pare una cosa sorprendente. Hashirama congiunse le mani, e disegnò dei sigilli con strani intrecci delle dita. Salmodiava una formula.
L'edera vibrò. Si illuminò, e all'improvviso sbocciò in alto, finchè l'intera finestra non fu circondata da un romantico intreccio di foglie.
Hashirama e Sakura si sorrisero.
 
     La magia. Ecco cosa rende gli elfi talmente speciali.
Bé, ok, lo sapevi già, naturalmente. Però un dettaglio che forse non ho ancora chiarito – scusami tanto, ma essendo io un elfo do per scontato quanto sto per dirti! – riguarda la natura delle creature che vivono a Calien.
Di certo non si tratta di meri essere umani.
     Elfi: ecco la popolazione che vive nella Foresta di Calien. Oh, per carità, dimentichiamoci l'immagine dell’elfo tipico con le orecchie a punta e magari con la vista di un falco. Questo topos ormai è stato riproposto così tante volte da rendere purtroppo melense certe sceneggiature...!
Gli elfi che domineranno questa storia non avranno niente a che fare con le tipiche creature fantastiche a cui, lo ammetto, voi umani siete abituati. Non sono esseri umani veri e propri, concediamolo, ma alla fin fine differiscono unicamente per la capacità di controllare gli impulsi della natura. Perché è di questo che si parla: la magia.
     Un’abilità innata negli elfi che, al fine di essere compresa, richiede a noi lettori meticolose spiegazioni.
Esistono svariati modi di effettuare una magia, e tante forme in cui questo potere può manifestarsi. Noi impareremo a riconoscerle con calma, tranquillo. Per adesso ti basta sapere che è necessario compiere una sequenza di posizioni con le mani, diversa da magia a magia, da Elemento a Elemento.
Ciascun intreccio di dita può dare vita a uno specifico incantesimo.
Quindi capisci come la precisione sia la base fondamentale per iniziare a studiare magia! Anche un microscopico sbaglio di angolazione delle dita potrebbe dar vita a una magia totalmente indesiderata...!
In ogni caso, ora basta. Con le nostre telecamere, perchè non riserviamo la nostra attenzione a Naruto?
Il ragazzo aveva appena finito di farsi la doccia, e si stava precipitando in camera di Sasuke.
 
     Era in ritardo, accidenti!
Correva a scavezzacollo, mentre tentava goffamente di allacciarsi la tunica al petto.
Oh, cosa dici? Non ti ancora presentato come si deve questo ragazzotto? Scusami tanto, rimedio subito.
Ecco Naruto Uzumaki. Aveva sedici anni e... bè, con Naruto dovevi avere pazienza. Sotto una scorza di ostentata durezza in realtà si nascondeva un cuore molto tenero, ma dovevi essere davvero paziente se volevi scavare dentro di lui così tanto da vedere questo lato.
Non fraintendermi, non sto negando che fosse lampante una sua bontà d'animo. Era un adolescente affabile e premuroso, quando voleva, solo che alle volte poteva purtroppo dare una errata impressione di superficialità.
     Forse per la sua esuberante goliardia? Oppure per il fatto che tendesse a sdrammatizzare le situazioni? Boh. In ogni caso, accadeva che il suo comportamento venisse frainteso come più banale di quello che in realtà fosse.
     Era un ragazzo di bell'aspetto. I capelli biondi si scombinavano in ciuffi arruffati sopra un viso affascinante, e gli occhi azzurri risplendevano come il mare a mezzogiorno.
Attorno alla fronte, a fissare i capelli – come usava fare spesso – correva una larga fascia, grigia come la guisa in pelle che indossava. I pantaloni verde oliva si infilavano in stivali alti e scamosciati.
Ma io vorrei ritornare agli occhi di Naruto. Che ci posso fare, erano davvero belli...! Sapevano lanciare sguardi davvero accattivanti, in un goffo miscuglio fra il malandrino e il penetrante.
     Prima di lavorare al palazzo reale, viveva in povertà. Bè, era orfano, dopotutto. Sapeva che i suoi genitori erano morti quando aveva un solo anno di vita, nel mondo esterno: tutto qui. Non sapeva esattamente dove o come, ma la cosa più triste era il non avere ricordi di loro. Erano morti quando era così piccolo, ovvio che non potesse ricordarli...
     Credeva che non si sarebbe mai abituato a vivere nello sfarzo del palazzo reale. Si ancorò la tunica al petto con una maldestra goffaggine.
Piombò nella camera del principe tra gli affanni, dopo aver corso per tutto il corridoio, e a malapena si ricordò di annunciare il suo arrivo: << Sasuke, sto per entrare! >>
 
     La camera del giovane principe era buia come al solito. Naruto aveva l'impressione che se non lo avesse costretto ad alzarsi, ogni mattina, Sasuke sarebbe rimasto a letto tutto il tempo.
Lo schiaffeggiò un'aria stantia. In una manciata di secondi i  ricami che drappeggiavano ovunque e la mole di cuscini che giacevano sulle poltrone divennero spettatori di uno zelo a dir poco invidiabile: Naruto spalancò le finestre, e immediatamente brezze di aria mite presero a vibrare nella stanza scalzando quell'aria smussata della notte.
<< Testa quadra... >> lo salutò il principe con un mugolio. Rimase disteso a letto, e si limitò ad alzare lo sguardo su Naruto.
Il biondino si catapultò al suo fianco e si gettò a letto. << Ma buongiorno, bella addormentata nel bosco! >>
Sasuke si rizzò in piedi con lentezza, e Naruto gli diede un calcio sulla schiena. 
     Certo che il suo letto era davvero immenso, pensò Naruto come da rituale, davvero troppo per un’unica persona: era a due piazze e dotato di baldacchino. << Allora Sasuke, ripetiamo il piano >> gli cantilenò, tentando di dare alla sua voce un tono enfaticamente energico.
<< Tu che ripeti il programma della giornata? Non sei credibile... >>
<< Eh? Che intendi? >>
Sasuke scrollò le spalle, e storse le labbra in obliquo: era il suo modo di sorridere. << Dai, scemo. Muoviamoci >> .
 
     Due minuti più tardi ecco i due ragazzi in bagno.
La vasca borbottava felice, l'acqua che per poco non straripava dai bordi ricca di aromi e intrugli di essenza naturali. Naruto stava strofinando una spugna sulla schiena di Sasuke, il quale stava comodamente seduto sul bordo della vasca.
Parlavano di cose frivole: Naruto cercava di distrarre l'amico. Nonostante i suoi tentativi, l'ansia era palpabile, così tanto che di punto in bianco il biondino si arrese all'evidenza e sbottò: << Senti, nemmeno a me piace che vengano quei tizi a palazzo >> .
<< A chi lo dici... >>
<< E se organizzassimo qualche scherzo? Tipo, facciamo una rissa con quel Rufy, così li costringiamo ad andarsene >> .
<< E' la cosa che mi piacerebbe di più, in questo momento >> ammise Sasuke in uno sbuffo. << Ma i consiglieri dicono che sarà una riunione così importante... Immagino dovremmo sforzarci di farla andare bene... >>
     << Soprattutto tu che sei il principe >> annunciò perentoria una voce da dietro. I due ragazzi erano così concentrati sul lamentarsi a oltranza che non si erano nemmeno accorti che Sakura era entrata in bagno.
Era in piedi, sulla soglia della porta e appoggiata sullo stipite. Cercava di distogliere lo sguardo dal corpo di Sasuke, siccome era nudo, ma siccome il ragazzo era girato di schiena non ci provava realmente.
<< Sakura... >> la salutò Sasuke, voltandosi velocemente a fissare l'amica. Anche se non mosse le palpebre, gli occhi furono attraversati da un fugace luccichio. Fu una sensazione rapidissima, però reale.
<< Non hai idea di cosa vorranno parlarci i consiglieri? >> disse Sakura.
Sasuke prese un respiro, mentre Naruto gli passava la spugna sul petto. << Non hanno voluto spiegarlo nemmeno a me. Dicono che deve essere una sorpresa per tutti, sia Uchiha sia Mugiwara, proprio per "iniziare senza favoritismi". Non so che intendevano. So solo che è un'idea di Tobirama >> .
<< Quel pazzoide isterico? >> non riuscì  a trattenersi Naruto. Scosse la testa con fare teatrale. << Se è un'idea sua, non mi aspetto nulla di buono >> .
     Quindici minuti più tardi, i tre ragazzi erano in camera. Sasuke era immobile, in piedi davanti a un immenso specchio, e  attendeva pazientemente che Naruto gli portasse i vestiti. Era intento  a fissare la sua sagoma nuda riflessa sullo specchio. Vi si accostò.
     Nonostante vari tentativi di essere amalgamati in una forma ordinata e compatta, i capelli non volevano proprio saperne. Erano spettinati, diramati in caotiche e lunghe ciocche, alcune delle quali collaboravano ad adombrare il viso emaciato.
Il fisico era magro, asciutto, le spalle che cascavano tediate, come se non potessero riuscire a sopportare un grammo in più.
Ciò che al principe colpiva di più del suo aspetto era lo sguardo: intenso ma penetrante, profondo e amaro in maniera sgradevole.
Nel complesso, aveva una figura piuttosto caliginosa...
     Sasuke posò le dita sullo specchio, facendole aderire perfettamente con quelle riflesse sul vetro. Oramai era stanco… Stanco di tutta quella situazione.
Naruto e Sakura stavano tentando ogni giorno di sollevargli il morale, e notando l’assenza di miglioramenti ecco che si demoralizzavano. Ma che credevano, che non si rendesse conto del loro supporto, dell’affetto che colorava ogni loro piccolo gesto?
E lui ne era immensamente grato, di sicuro più di quanto potesse sembrare dal suo scarso entusiasmo.
     Naruto strimpellò all'improvviso. << Ehi Sasuke, il tuo eroe ti ha portato i vestiti >> .
Il ragazzo quasi sobbalzò. Si voltò senza proferire alcuna parola. Perfino la cesta dei panni era intagliata con motivi raffinati, creando nodi di legno complessi. Le maniche della tunica sbucavano curiose.
<< Bé, a meno che tu non voglia presentarti nudo alla riunione dimmi qualcosa. Sono di suo gradimento, maestà? >> disse in tono provocatorio.
Ma Sasuke, a quanto pareva, non aveva nessuna intenzione di scherzare perché si limitò a fare un cenno con il capo. Il biondo, brontolando, iniziò a vestirlo.


     Si trattava di vestiti nuovi di zecca, solo di recente prelevati dalle premurose mani delle sarte e in seguito lavati e aromatizzati a sufficienza. Naruto drappeggiò una tunica attorno al corpo del principe, a maniche corte sino all’avambraccio, mentre con una cinta gli strinse la vita; un largo bottone in oro puro posto sulla spalla destra servì invece a tirare a sé gran parte della tela, il che lasciò scoperti la parte sinistra del petto e l’addome. Gli infilò dei sandali di cuoio e avvolse delle fasce attorno a gambe e braccia: per un’antica tradizione tutti gli elfi portavano tali fasce, senza alcuna eccezione.
Anche Naruto e Sakura indossavano ampie fasce sia attorno alle braccia, sia sulle gambe.
     << Sasuke, a cosa stai pensando? >> disse Sakura.
Quella era una domanda sempre molto delicata, per Sasuke. Quindi nessuno si sorprese quando il ragazzo attese una manciata di minuti prima di rispondere. Sbuffò, si sedette sul letto e gli amici lo imitarono.
<< Non sopporto il fatto che mia madre oggi non ci sia... I Mugiwara che vengono chiamati a palazzo...! Un evento orribile, ma comunque storico. Tobirama dice anche simbolico... E lei che fa? Non si presenta? >>
<< Purtroppo essere una regina comporta anche questo genere di screzi. Il regno è così vasto, Sasuke, non esiste soltanto la capitale... Oggi tua madre andava a fare visita a un ospedale del villaggio di Norma... >>
<< Già... >> provò Naruto, incerto. La pensava come Sakura, però non sapeva proprio come non far arrabbiare l'amico. Scrollò le spalle. << Cioè, amico, capisco che ti dia fastidio, perché vengono quegli scimpanzé, e perfino quel Monkey D. Rufy, e lei è tua madre, e la regina, eccetera. Però, ecco... Ogni tanto deve pur farle queste visite istituzionali >> .
<< Non è una visita istituzionale! >> abbaiò Sakura, offesa. << Lei e la dottoressa Tsunade vanno a salutare i malati! Cercano, nel loro piccolo, di portare un po' di conforto... "Istituzione" è un'altra faccenda >> .
Sasuke aggrottò la fronte, piccato. << Ecco perché ti ostini a difenderla: solo perché é con la tua cara Tsunade... >>
<< ... >>
<< Umh, c'è una buona notizia! >> esclamò Naruto, desideroso di cambiare argomento, vista la frecciata di Sasuke. Diede un pugno all'amico. << Oggi non vedo in giro l'allievo di tua madre! Bé, almeno oggi è fuori dalle palle >> .
Il pubblico non reagì come il biondino aveva pronosticato, perché Sasuke digrignò le labbra in una smorfia contrariata, e Sakura alzò gli occhi al soffitto e poi gli mollò un pugno sulla testa.
<< Ho detto almeno centocinquanta volte che dovete-smetterla-di-parlare-di-lui-in-questo-modooo >> tuonò, accompagnando ogni parola da pugni che sbatteva sulla faccia di Naruto.
Il ragazzo si copriva la faccia e ridacchiava, anche se Sakura non stava scherzando affatto. << Ehi, a Sasuke sta antipatico. Quindi se siamo suoi amici vuol dire che deve stare sulle palle anche a noi >> .
<< E invece proprio no! Perchè se quel povero ragazzo sta antipatico a Sasuke per motivi stupidi >> abbaiò Sakura, fulminando il principe con lo sguardo, << allora io non ci sto a questo giochetto! >>
Sasuke spalancò la bocca per replicare, con aria offesa, ma Sakura fu più rapida e levando l'indice imperversò: << Per esempio, mi sapete dire perchè oggi non si fa vedere a palazzo? Non è così difficile da immaginare, ma voi quando vi fate prendere dai vostri pregiudizi diventate le creature più ottuse di questo pianeta. Allora ve lo dirò io >> .
<< Sentiamo. Perchè non c'è quel povero ragazzo?! >> disse Naruto, con una ridicola imitazione della voce di Sakura.
<< Perchè ha immaginato che per Sasuke sia un momento molto difficile, davvero tanto difficile. Ovvio, vengono i Mugiwara in casa nostra! E sa bene che Sasuke non li vede di buon occhio. Quindi ha prefigurato la scena, e ha capito che per Sasuke, vederlo in una giornata così delicata, sarebbe stata la goccia sufficiente a far traboccare il vaso. Capito, zucconi?! Il non presentarsi oggi è molto significativo: è un fare un passo indietro, rispetto a quello che dovrebbe essere il suo posto! >>
<< E perchè mai presentarsi a questa riunione dovrebbe essere il suo posto? >>
<< E' l'allievo della regina. Ovvio che avrebbe potuto esserci >> rispose Sakura in tono pratico.
Naruto inclinò il capo, soppesando la spiegazione di Sakura. Cercava di capire se la trovasse convincente o meno, e alla fine dovette stabilire di no, perchè scosse la testa e buttò le braccia in alto. << Ehi, Sakura! Guarda che non sono mica tutti empatici come te! >>
Sakura annuì, entusiasta. << Io direi che non tutti sono insensibili come te >> scherzò.
<< Scema >> .
<< E poi, a me sembra un ragazzo molto delicato. Sì, mi sembra proprio il tipo da prendere una precauzione così dolce >> . Si voltò verso il principe, e lentamente provò: << Sasuke, secondo me dovresti cercare di andarci d'accordo... >>
<< Lasciamo perdere i "dovresti", "dovrei", "vorrei". Mi fanno vomitare male >> grugnì Sasuke. Si rizzò in piedi, visibilmente innervosito, e udire un corteo di voci che proveniva dalla strada non lo fece sentire certamente meglio. << Tobirama e i Mugiwara devono essere arrivati. Scendiamo >> .
 
 
     Al primo piano, nell'atrio dell'ingresso, i tre adolescenti trovarono Hashirama già in lieta attesa.
Il sorriso che il consigliere mostrò loro era talmente affabile che sembrava che vederli fosse la cosa che desiderava di più al mondo.
Dovettero attendere minuti che parvero interminabili prima che si presentasse l’altro consigliere, e quando arrivò si ritrovarono a sgranare gli occhi, anche se sapevano bene cosa stava per accadere.
     Il consigliere Tobirama camminava avanti, corazzato nella sua tunica e in uno sguardo truce. I capelli crespi e brizzolati, gli occhi ridotti a implacabili fessure.
Si limitò ad alzare il braccio in segno di saluto, e poi lo inclinò di lato per presentare i suoi ospiti.
Erano quattro giovani che tutti conoscevano fin troppo bene.
 
 

     Il ragazzo al centro del gruppo caracollava entusiasta, e fremeva di entusiasmo come un cavallo imbizzarrito prima di iniziare una corsa. Era abbracciato da un lungo abito rosso, cinto alla vita da un panneggio giallo ocra e piluccato ogni tanto da ricami che raffiguravano dei draghi. I lineamenti furbi e malandrini erano incorniciati da capelli spettinati e scuri, e la cicatrice sotto l’occhio sinistro concorreva a colorare la figura di selvaggia ribellione. Ghignò non appena vide Sasuke, e si portò la mano al solito, paradigmatico cappello di paglia. Caro lettore, abbiamo appena conosciuto Monkey D. Rufy, il leader della tribù dei Mugiwara.


     Seguiva Sanji. Anche lui, come Naruto, era biondo ma, a differenza del ragazzo, teneva i capelli pettinati in maniera impeccabile, ricurvi sul viso fino a coprire completamente l’occhio destro. Il sopracciglio si arrotolava in una curiosa spirale, e un barlume di barba colorava il mento.


     Un ragazzo dai capelli ricci stava ridacchiando allegramente, e Naruto non seppe spiegarsi se fosse una risata di nervosismo e di semplice altezzosità. In ogni caso, già sentiva di non sopportarlo. Il ragazzo aveva una carnagione olivastra, un sorriso baldanzoso preannunciato al mento da un pizzetto mal curato e un naso molto lungo.
I folti capelli, prima di slanciarsi all’indietro, erano protetti da un copricapo color panna che oscurava il viso del ragazzo, mentre una vivace aria di colore era suggerita dai pantaloni gialli, sorretti da delle bretelle che correvano sul dorso nudo. Questo, lettore caro, era Usopp.



     Infine, una ragazza. Alta, dal fisico atletico e leggiadro, i capelli rossi talmente voluminosi da arrivarle in fondo alla schiena. Si guardava intorno con sicumera, imbellettata con piccante classe. Orecchini dorati brillavano agli orecchi, come anche i bracciali che tintinnavano la loro presenza dai polsi.
In mano reggeva uno strano bastone, che dalla plasticità delle forme sembrava un qualche tipo di arma.
Il nome della ragazza era Nami.
 

     << Ehilà! Quanto tempo, ragazzi! Principe, sua maestà illustrissima, eccellente e perfettissimo Sasuke >> scherzò Rufy, agitando la mano in aria. Poi lo sguardo gli cadde su Naruto e Sakura. << E voi… umh, non mi ricordo i vostri nomi. Sanji mi aveva raccomandato di memorizzare i nomi di tutti voi, ma siete troppi! >>
     << “Troppi”… >> ripeté stizzito Naruto, col tono di chi aveva voglia di imperversare una furiosa rissa. << Sei fortunato a non avermi mai incontrato in battaglia, Mugiwara >> . Disse l’ultima parola con manifesta ostilità.
I ragazzi si presentarono, e Hashirama li salutò caldamente.
Alla fine, il consigliere Tobirama si schiarì la gola. << Bada alla ciance. Ora che ci siamo tutti, possiamo finalmente dare inizio alla riunione >> .
     << Di cosa si tratta? Non hai voluto anticipare nulla. Spero che rimedierai eloquentemente a una tale mancanza di rispetto… >> disse Nami. Aveva la voce autoritaria, piccata, come se essere lì le costasse evidente fatica. Anche gli occhi, che si aggiravano con agitazione alla ricerca di qualsiasi dettaglio da disprezzare, erano dello stesso avviso.
Hashirama e Tobirama si lanciarono un rapido sguardo. Fu il secondo a rispondere: << Abbiamo una proposta da farvi. A tutti voi. Vi chiederemo… di collaborare >> .
 

 







*Angolo autore

Ciao a tutti! 
Finalmente siamo entrati nella storia. Finito il prologo, abbiamo conosciuto alcuni dei protagonisti che ci accompagneranno in questi capitoli. 
Piccola precisazione: come avete visto, la storia è ambientata nel 2022. Non c'è un motivo specifico che mi ha suggerito questa decisione. Volevo solo specificare con esattezza il contesto temporale in cui la storia avviene, e non mi andava di pescare un anno nel passato, ma nemmeno il 2020 - ciao Covid - mi sembrava il più adatto. Quindi ho scelto il 2022, ma non stiamoci troppo a pensare. 

     Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto! Ringrazio con vivo calore chi sta leggendo questa storia, per la pazienza e il supporto. Perchè anche se silenzioso, uno sguardo è sempre molto benefico. 

Se ne avete voglia, mi piacerebbe molto sapere che cosa ne pensate di questa storia :) 

Se vi va, sarei quindi molto felice di conoscere i vostri punti di vista <3 

Bene, per ora è tutto. Appuntamento al prossimo capitolo: "Collaborazione! Una missione insieme" . 

Alla prossima! 
Baci baci :) 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
   
 
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