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Autore: lyrapotter    18/08/2009    13 recensioni
Cosa succederebbe se Ted e Andromeda, in procinto di partire per una vacanza romantica, decidessero di affidare Dora allo scapestrato cugino Sirius? E se quest'ultimo coinvolgesse anche i suoi migliori amici? E se Dora contribuisse in qualche modo nella conquista di una certa fanciulla dai capelli rossi e gli occhi verdi di nostra conoscenza?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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BABYSITTER PER CASO

CAPITOLO XVI

Un’espressione di pura beatitudine faceva bella mostra di sé sulla faccia di James Potter, mentre un indefinibile lasso di tempo più tardi (potevano essere ore come minuti come giorni, James non aveva assolutamente idea di quanto tempo lui e Lily fossero stati abbracciati in quel corridoio) saliva le scale a chiocciola diretto al suo dormitorio.

Aveva l’impressione di galleggiare a tra metri da terra tanto si sentiva stupidamente felice… E gli sembrava che il mondo intero fosse partecipe di quella sua felicità: gli sembrava tutto assurdamente bello, perfino l’occhiata di sbieco che gli aveva rivolto la Signora Grassa quando era entrato gli era sembrata la cosa più splendida che avesse mai visto… Dopo la sua Lily, ovvio! Che bel suono che avevano quelle parole: la sua Lily, la sua Lily, la sua Lily!

Ogni volta che ripensava al fatto che si erano baciati, baciati sul serio stavolta, senza whisky o altro a far da intermediario, aveva l’impressione che il cuore gli sarebbe esploso fuori dal petto per la felicità oppure che sarebbe schizzato verso il cielo, diventando il primo uomo volante senza scopa della storia!

Come era possibile che solo poche ore prima si fosse sentito l’ultimo uomo sul pianeta? Che la terra gli fosse sembrata un luogo oscuro, triste e tenebroso? Lui era l’uomo più fortunato del mondo, il quale in quel momento ai suoi occhi istupiditi dall’amore ricordava molto il paese delle fiabe partorito dalla fantasia di una bambina di quattro anni, in altre parole il luogo più bello dell’intero universo!

Ora aveva un senso perché Dora fosse sempre perennemente, immancabilmente contenta: probabilmente lei viveva costantemente in quella sottospecie di paese dello zucchero filato in cui James era appena approdato.

Sì, lui era davvero l’uomo più fortunato del mondo, perché Lily Evans, detta altresì la donna più bella del pianeta, l’aveva appena baciato ed era diventata la sua fidanzata, oltre che praticamente la futura signora Potter, perché James non aveva la minima intenzione di lasciarla andare, ora che aveva scoperto quanto fosse bello stringerla tra le braccia e parlare senza rischiare di finire defenestrato. Era la sua Lily…

James lanciò un lungo sospiro beato: si erano lasciati da neanche cinque minuti per andare nei rispettivi dormitori e già gli mancava. Non vedeva l’ora di rivederla e soltanto una microscopica parte del suo cervello (quella più cinica che spesso e volentieri aveva la voce di Sirius) si rendeva conto di quanto fosse ridicolo in quel momento: non gliene fregava nulla di sembrare o essere ridicolo, era talmente felice da sentirsi superiore a tutto questo. Il suo unico problema, in realtà, era il mal di stomaco dovuto all’indigestione da cioccolata, che l’aveva colpito nell’esatto istante in cui era uscito dalla depressione (cioè quando si era accertato che il bacio di Lily non era soltanto l’ennesimo tiro mancino della sia fantasia sfrenata), ma anche quello era un problema assolutamente trascurabile alla luce della felicità che lo pervadeva in quel momento!

Lui, la sua felicità e la sua espressione incantata fecero il loro trionfale ingresso nel dormitorio dei malandrini per annunciare a tutti la lieta novella… Peccato che non ci fosse nessuno a cui fare il gioioso annuncio, visto che la stanza era miseramente vuota. Gli amici, non ci sono mai quando ti servono!

Non aveva neanche finito di pensarlo che Sirius comparve dal bagno. "Ah, eccoti finalmente" lo salutò, sollevato nel vedere che il suo migliore amico non era andato a impiccarsi al Platano Picchiatore. "Cominciavo a preoccuparmi… Senti, la Evans ti stava…".

Non riuscì a completare la frase perché in quello stesso istante James gli saltò praticamente al collo, rischiando di strozzarlo.

"James, che piffero stai facendo?!" strillò il ragazzo, cercando di mantenere l’equilibrio compromesso dallo slancio dell’altro.

"Padfoot!" trillò James. "La vita è meravigliosa! Il mondo è meraviglioso! Lily è meravigliosa! Tutto è meraviglioso! Perfino tu sei meraviglioso!".

Detto questo, gli scoccò un bacio sulla guancia. "Ti voglio bene" aggiunse, prima di staccarsi e lasciarsi cadere sul letto, con espressione beota.

Sirius lo guardò allucinato. Che ne era stato del suo fino a poco prima depresso-a-un-passo-dal-suicidio migliore amico? E chi l’aveva sostituito con quella sottospecie di squittente mostriciattolo?

"James, ma che ti sei drogato?" domandò, spaventato da quel repentino cambiamento. Per diana, l’aveva pure baciato, chiunque al suo posto sarebbe stato spaventato.

James dal canto suo lo guardò senza capire il motivo di tanta perplessità. "Drogato? Chi, io? Scherzi? Sono soltanto l’uomo più felice di questo vasto, meraviglioso mondo!".

"Prongs, fino a due ore fa, il mondo ti sembrava una triste landa desolata ed eri a un passo dal buttarti giù dalla torre più alta. Di’ la verità… cosa ti sei fumato? Qualcosa di pesante senza dubbio!".

James si tirò a sedere, appoggiandosi sui gomiti, stupito dallo stupore dell’amico. "Ma che cosa stai dicendo?".

"Tu cosa stai dicendo?" ribatté Sirius, che ormai non ci capiva davvero più nulla. "Si può sapere che ti è successo? Un’ora fa eri tutto ‘la mia vita fa schifo, nessuno mi vuole bene a questo mondo’ e adesso sembri uscito da una di quelle pubblicità babbane dei cereali, dove tutti sorridono, sono felici e ogni cosa via a meraviglia… Cos’è, hai preso una botta in testa e ti sei finalmente disinnamorato della Evans?".

Al che, James comprese finalmente quale fosse il problema e perché il suo amico fosse tanto sconcertato: ovvio, non gli aveva ancora comunicato la bellissima novità!

Così si alzò in piedi e andò ad circondare l’amico per le spalle, continuando a sorridere. "Ah, Padfoot, Padfoot, Padfoot" sospirò, con aria da uomo vissuto. "Tu non puoi nemmeno immaginare la cosa meravigliosa che mi è successa poco fa".

"Oh, Prongs, Prongs, Prongs" ripeté Sirius, sempre più irritato, facendogli il verso. "Tu non puoi nemmeno immaginare cosa ti succederà se dici ‘meraviglioso’ un’altra volta e non mi spieghi cosa è successo!".

"Ma perché sei così arrabbiato, Sirius?" fece James, sentendosi quasi offeso da tanta ostilità. "Io cerco di condividere con te il momento più magico della mia esistenza e tu mi aggredisci così?".

Sirius sbuffò: quel James tutto zucchero e miele cominciava a irritarlo su serio, era quasi meglio in versione ‘vedova in lutto’. Prese un respiro profondo, poi disse, sforzandosi di sorridere: "Ok, scusa. Ora me lo dici che è successo sì o no?".

"Ah, sapessi, Padfoot" sospirò James, fissando estatico la parete davanti a lui, mentre il ricordo del bacio lo invadeva. "Non mi è mai successa una cosa più bella in tutta la mia breve e finora miserabile vita… È quasi troppo bello da descrivere a parole, non so nemmeno da che parte cominciare…".

Ok, ma allora lo stava facendo apposta per farlo incavolare: Sirius aveva sempre detestato i giri di parole e James sembrava intenzionato ad andare avanti su quella linea ancora per ore. Va bene, era una cosa meravigliosa, bellissima, l’aveva capito, ma cosa era meraviglioso, bellissimo, ecc…

"James, dimmelo e basta, porco Merlino!" esplose, con una vena che pulsava sinistra a un angolo della tempia. Poi davanti alla sua faccia da cerbiatto ferito, preferì rimoderare i toni e riprese, in un tono più pacato e carezzevole che sapeva tanto di presa per i fondelli (non che James se ne preoccupasse, ben inteso): "Volevo dire, per favore James, potresti dirmi, se non ti è di troppo disturbo, ovviamente, che cosa diavolo ti è successo di così bello, meraviglioso, ecc?". Altrimenti, giuro che ti strozzo!

"Ok, ok, te lo dico" lo calmò James, avvertendo il pericolo: perfino lui poteva permettersi di tirare la corda con Sirius solo fino a un certo punto. "Lily e io… Pausa drammatica che aumentare la tensione".

"James, se non me lo dici entro tre secondi, te la do io la pausa drammatica!".

"Ci siamo baciati!" annunciò il ragazzo, gonfiando il petto come un pavone. "Ci siamo baciati e ora stiamo insieme e Padfoot, questo è in assoluto il giorno più bello della mia vita!".

Lo disse con una tale faccia, da bambino davanti al barattolo di marmellata, con gli occhi che brillavano in una maniera, che Sirius non riuscì davvero a restare arrabbiato con lui e si raddolcì all’istante, sorridendo. "Vi siete baciati?" ripeté, incredulo. "E ora state insieme?".

"Beh, non l’abbiamo deciso in modo ufficiale, ma praticamente sì: Padfoot, non sono mai stato così felice in tutta la mia vita!". E lo stritolò di nuovo in un abbraccio che per poco non gli staccò la testa dal collo.

"Ok, anche le pareti l’hanno capito, Prongs: sei felice" borbottò Sirius, cercando di scollarselo di dosso. "Ora lasciami andare prima che vada in deficit da ossigeno".

James ubbidì, mollandolo di botto e facendolo quasi cadere. "Oh, Sirius non poi nemmeno immaginare… E adesso perché mi guardi con quella faccia?".

In effetti, il giovane Black lo fissava come se stesse pensando a quanto lontano sarebbe schizzato il sangue quando gli avesse staccato la testa (paragone non del tutto lontani dalla realtà), quando disse a denti stretti: "James, se vuoi metterti a decantare le virtù della tua nuovo fidanzata, aspetta che arrivi Remus, perché se ripeti un’altra volta una frase a caso tra ‘non sono mai stato più felice’, ‘non puoi capire’, ‘la vita è meravigliosa’ et similia, giuro che ti faccio del male!".

James abbassò la testa con aria contrita: "Ok, scusa, la pianto. Però te lo posso dire che cosa è successo?".

Sirius si sentì cadere le braccia: Merlino santo, quel nuovo James fidanzato era peggio del James innamorato senza speranza. "James, è da quando sei tornato che cerco di farmi dire che cosa è successo! Io sono rimasto alla Evans che ti veniva ha cercare qui…".

I due si sedettero comodamente per terra, mentre James si lanciava finalmente in un discorso che a Sirius parve sensato, raccontandogli di come, dopo essere stato in punizione dalla McGranitt, si era visto venire incontro Lily e tutto quello che ne era successo dopo.

"… E poi, siamo tornato qui, tenendoci per mano, ci siamo separati e io sono venuto qua a raccontarti tutto" concluse James.

Sirius annuì. "Beh, ci hai messo sei anni e mezzo, ma a quanto pare alla fine la perseveranza ti ha premiato…".

"Già, mi sembra ancora impossibile" sospirò James, rischiando di perdersi per l’ennesima volta nel suo piccolo paradiso personale. "Comunque" continuò, ricomponendosi subito allo sguardo infuocato dell’amico, "chissà che cosa le ha fatto cambiare idea".

"Ma non glielo hai chiesto?" fece Sirius, stupito e anche un po’ deluso. "Io sarebbe stata la prima cosa che avrei voluto sapere, considerato che l’altro giorno praticamente ti aveva giurato odio eterno".

"Beh, sai non è capitato" spiegò James. "Probabilmente ero troppo meravigliato per pensare a chiederglielo… Padfoot, ma ti rendi conto: mi sono messo con Lily Evans! Con la Evans! Sai cosa significa?".

"Eccome se lo so" annuì Sirius con aria seria. "Significa che non mi sveglierai più nel cuore della notte ubriaco fradicio frignando che, cito testualmente, ‘la Evans ti considera un patetico e strisciante Vermicolo’!".

James gli rivolse un’occhiata offesa. "È successo solo una volta!" protestò. "Sono stanco che continui a rinfacciarmi quella storia: è stato come minimo tre anni fa, se non di più!".

"Ottobre del quarto anno" precisò Sirius. "E poi lo sai che sono bravo a legarmele al dito certe cose… Tu non hai la minima idea di cosa abbia voluto dire per me, Remus e Peter sopportarti per tutti questi anni!".

"Sono stato tanto insopportabile?". Nel volto di James si leggeva chiaramente un certo stupore.

"A volte" fu la risposta. "Remus non te lo direbbe mai perché è troppo buono, ma ha volte siamo stati a tanto così dallo soffocarti nel sonno! Ora finalmente è finita!".

"Ok, ti chiedo perdono. Quando sarai innamorato capirai cosa ho passato" commentò James, con aria sicura.

Sirius gli scoppiò a ridere in faccia, sguaiatamente e molto a lungo. "Prongs, te lo ricordi con chi stai parlando, vero? Sirius Orion Black, il tuo migliore amico, quello geneticamente incapace di impegnarsi o intessere una qualsivoglia relazione seria… Io non sono programmato per l’amore, quel gene si è perso per strada una decina di generazioni fa!".

James alzò le spalle, squadrando l’amico. "Bah, per me esiste da qualche parte la ragazza capace di farti girare la testa, sai, girare sul serio…".

"Non credo proprio" dichiarò Sirius, scuotendo con decisione il capo.

"Io dico di sì invece" ribadì con altrettanta convinzione James. "E se ti conosco come ti conosco, saresti pure capace di innamorarti di qualcuno così improvvisamente da non accorgertene nemmeno! E così perdutamente da non vedere più nessun’altra donna per il resto della tua vita".

"Tu stai delirando" sbuffò Sirius. "In questo momento sei talmente preso dalla tua bella da vedere cuoricini pulsanti dappertutto!".

"Lily non c’entra nulla" protestò il ragazzo. "Io sono convinto che ti accadrà una cosa del genere: l’amore ti colpisce quando meno te lo aspetti…".

"Sì, e di solito ti fa pure male!" concluse Sirius per lui, ridacchiando. "Davvero, James, stai parlando a vanvera: questi discorsi di filosofia spicciola li dovresti fare con Remus, mica con me…".

"Naaaah, tu e Remus siete diversi come l’acqua e l’olio: tu sei fin troppo espansivo, Moony invece è un represso patologico… Credo che non l’abbia mai detto nemmeno a noi un "ti voglio bene", figurati se sarebbe capace di dire un "ti amo" a qualcuno: lui farà la fine di quello innamorato perso, perfettamente consapevole di esserlo e talmente terrorizzato da questo da rischiare di farsi scappare la sua bella, chiunque essa sarà".

"Però, che bella prospettiva. E dimmi, saggio e mistico indovino, quale futuro si prospetta per me, invece?" lo prese in giro Sirius.

James gli tirò una sberla. "Sfotti, sfotti, Padfoot, ma te l’ho già detto: tu ti innamorerai presto o tardi, in modo così fulmineo che nemmeno te ne accorgerai e così perdutamente che non esiterà più nessun’altra per te!".

Sirius gli diede una spintarella scherzosa. "Non mi stupisce che fossi una schiappa in Divinazione, Prongs: il tuo Occhio Interiore è perfino più guercio del tuo occhio fisico!".

James gonfiò il petto come un galletto indispettito. "Staremo a vedere" dichiarò, puntandogli contro il dito con fare ammonitore e assumendo un tono profetico. "L’ira degli dei si abbatterà sul tuo testone vuoto per non aver dato ascolto alle sagge parole di Prongs l’Indovino".

Subito dopo dovette abbassarsi per evitare la scarpa che Sirius gli tirò contro. "Se proprio devi predire qualcosa, indovino" lo canzonò, calcando sull’ultima parola, "fa qualcosa di utile e predici che tempo farà domani".

James chiuse gli occhi, corrugando la fronte come se si stesse concentrando profondamente su qualcosa. "Sento qualcosa…".

"Sì, anch’io: il tuo cervello che brucia! O forse qualcosa dalla parte posteriore…".

James fece come se non l’avesse sentito e dopo qualche altro secondi di intensa meditazione, annunciò: "Domani, figliolo, nevicherà tutto il giorno oppure sarà sereno, con una punta di vento, ma anche no e schiarite in serata, ma anche qualche annuvolamento!".

Sirius scoppiò a ridere, battendogli le mani. "Complimenti, Prongs, davvero una grande predizione, fin qui ci potevo arrivare anche da solo… Lasciatelo dire, come indovino non vali niente, meglio se ti ritiri".

James, dopo un lungo minuto di riflessione, annuì. "Probabilmente hai ragione… E poi, sai, è stressante la vita del veggente: vedere sempre cosa ti succederà prima che succeda, eccetera, eccetera… Molto meglio una vita nella beata ignoranza".

"Bentornato nel mondo dei comuni mortali" lo accolse allora Sirius. "Abbiamo pure le spille, se vuoi: non vedo il futuro e ne vado fiero!".

Scoppiarono a ridere entrambi, poi James tornò serio e disse: "Comunque, sulla storia dell’amore parlavo davvero, sai… Sicuro che non ci sia niente di strano all’orizzonte? Dopo il fallito appuntamento con la Sanders non è più successo nulla e non è da te portare un periodo di lutto…".

Sirius non rispose subito, cercando di trovare una risposta che suonasse coerente. Quella che diceva James era vero: i periodi di lutto non erano da lui e considerato che ormai con Janet era tutto finito (oddio, non è che fosse mai cominciata, a dirla tutta!), era parecchio inconsueto che non avesse puntato la sua attenzione su qualcun’altra. La cosa davvero strana era che non ne aveva nemmeno voglia: era forse la prima volta in vita sua che gli capitava una cosa del genere! E non sapeva come spiegarselo… Anche se a dir la verità, era da quando aveva avuto quella sconcertante conversazione con Remus il giorno prima che non si toglieva Melanie dalla testa…

Ma si guardava bene dal dirlo a James: tutto gasato com’era, si sarebbe messo in testa che si era innamorato di Melanie Griffith! E lui NON era innamorato di Melanie griffith, nella maniera più assoluta: era Sirius Black, per Morgana! Non sapeva nemmeno dove stava di casa l’amore…

Ma ovviamente, questo non impediva all’Amore di sapere esattamente dove stava di casa lui, anzi tutto sommato gli rendeva il compito perfino più semplice, rendendo il ragazzo inerme ai suoi attacchi a tradimento. Ma Sirius era ancora ingenuamente inconsapevole di quanto l’amore colpisse in modo meschino e inaspettato e di quanto James avesse ragione, nel dire che quando si fosse innamorato davvero non se ne sarebbe nemmeno accorto, cieco davanti all’evidenza… Fortuna per lui e soprattutto per la povera Melanie, che il destino aveva già le carte in mano, coadiuvato dalle due più bizzarre fate madrine che si fossero mai viste a memoria d’uomo!

A cavare Sirius dall’impaccio di trovare una risposta per James, in trepidante attesa, ci pensò il provvidenziale arrivò di Remus, che entrò nella stanza alzando le mani ed esordendo con un abbastanza inquietante e soprattutto insolito sulle sue labbra: "Qualunque cosa succeda, sappi, Sirius, che non è colpa mia…".

Il diretto interessato lo guardò storto e perplesso insieme, mentre un campanello d’allarme gli suonava in testa: dov’era finita Dora? "Moony, che succede? Dov’è il piccolo mostro?".

Prima di poter rispondere, Remus si trovò all’improvviso artigliato da James, subitaneamente rientrato in fase "vedo il mondo con gli occhiali rosa", ansioso di condividere con un altro amico la sua felicità. "Remus!" trillò, stringendolo al collo e rischiando di staccargli la testa. "Tu non hai la minima idea della cosa bellissima che mi è appena capitata!".

"James, mi stai strangolando!" protestò Remus, mentre l’amico lo strascinava da un capo all’altro della camera saltellando come un grillo. "Che cavolo ti prende?".

"Oh, scusami, Moony" disse James, mollandogli il collo e nondimeno continuando a saltare su e giù tenendolo per le spalle. "Ma non mi sono mai sentito più felice in vita mia!".

"Ma che, ti sei drogato?" domandò Remus, fissandolo inquisitore, salticchiando a sua volta per evitare che James gli distruggesse le clavicole.

Sirius rise, scuotendo il capo. "Sai, io gli ho chiesto esattamente la stessa cosa quando è arrivato in quelle stesse condizioni, solo con una faccia meno cattiva".

"Ok, non ti sei drogato, allora che ti è successo di tanto meraviglioso?".

"Una cosa bellisssssima, Remus" dichiarò James. "La cosa più bella di tutta la mia vita…".

"Oh, Merlino santissimo!" sbuffò Sirius, capendo che James di quel passo non ci sarebbe mai arrivato. "Lui e Lily si sono baciati" annunciò perciò, prendendo la situazione in mano. "E adesso stanno ufficiosamente insieme".

"Ehi, ci stavo arrivando!" protestò il diretto interessato, sgonfiandosi come un palloncino.

"Sì, l’anno prossimo. Piantala di saltare o finirai con il romperlo… Guarda che mica ce ne danno un altro dopo: sono fuori commercio da un pezzo!".

Remus lo guardò storto, mentre James smetteva di saltare. "Ma che sono, un accessorio?".

"No, sei più simile a un bambolotto petulante, in verità!"

Il licantropo alzò gli occhi al cielo, rinunciando perfino a obiettare. Oltretutto, gli mancava il fiato, dopo che James l’aveva fatto saltare su e giù per cinque minuti buoni. "Tu e Lily vi siete baciati?!" esclamò invece, ricordando il causa dell’eccitazione di James.

"Sì, sì, sì! Moony, sono ufficialmente l’uomo più felice di questo mondo!" dichiarò, prima di stritolarlo in un abbraccio mozzafiato.

"Sì, sono felice anch’io per te" esalò Remus, dandogli qualche pacca sulla spalla. "Ora lasciami".

Sirius gli guardò con un sorriso divertito. Ora è il tuo turno, RemRem… Ma perché aveva la netta impressione che mancasse qualcosa? C’era una nota stonata in quel quadretto… "Moony, ma che ne hai fatto di Dora?" domandò all’improvviso, realizzando la mancanza della cuginetta.

James lasciò andare Remus, notando solo in quel momento l’eppur vistosa assenza della bambina: almeno stavolta non era colpa sua…

Remus invece si adombrò all’istante. "Ah, già, Dora… Sirius, c’è una cosa che ti devo dire: oggi, siamo andati a prendere il the da Hagrid… ".

The? Hagrid? Dora sparita? Tutta una serie di inquietante possibilità attraversò la mente di Sirius in pochi secondi… Non era possibile, quella bambina era riuscita a farla pure a Remus, mister responsabilità!

In meno di un secondo, Sirius era balzato in piedi e aveva afferrato l’amico per la camicia. "Non è possibile, non mi posso fidare nemmeno di te? Che cosa successo a Dora? È scappata di nuovo? Si è sentita male? Thor se l’è mangiata? Oppure la cucina di Hagrid alla fine ha ucciso qualcuno?". Lo scrollò come un peluche, vedendo che non rispondeva. "Per le dorate chiappe di Gargantua, Remus, parla: che cosa è successo a…".

"Remus, posso entrare?".

Sirius si bloccò, riconoscendo la voce della cugina, provenire fuori della porta. "Cos’è, vuoi farmi venire un infarto, Remus?" borbottò, allentando la presa senza però mollarlo. "Questi scherzi non sono divertenti. Sì, vieni Dora!".

"No, Sirius, io…" cercò di intervenire Remus, ma troppo tardi.

Dora entrò. A prima vista James si chiese dove fosse il problema e perché Remus avesse fatto quella sceneggiata: Dora sembrava il ritratto della salute, non aveva nulla fuori posto, tranne qualche macchia di marmellata sul maglioncino… Solo a una seconda occhiata si rese conto che il problema non era affatto la bambina in sé, ma quello che teneva tra le braccia: un intirizzito, minuscolo gattino tigrato, che si stava guardando intorno con gli occhioni azzurri sgranati.

Nella camera calò in silenzio di tomba, cosa decisamente insolita, mentre l’aria si faceva talmente carica di tensione da rendere difficile respirare. Remus e James fissavano con il fiato sospeso Sirius, il quale a sua volta fissava la bestiola rigido come un palo, neanche fosse stata un mostro a tre testa. Perfino il gattino sembrava a disagio, come se percepisse le vampate di ostilità che aleggiavano nella stanza e di cui era la causa.

L’unica beatamente ignara di trovarsi nel centro di una bomba atomica sul punto di esplodere era Dora, che si spupazzava l’animale come se fosse stato un peluche. "Non è carino?" cinguettò. "L’abbiamo trovato vicino alla capanna di Hagrid… Lo possiamo tenere, vero?".

Quelle parole innescarono la reazione a catena che avrebbe portato all’esplosione. Sirius, sempre con gli occhi fissi sul gatto, strinse all’improvviso la presa intorno alla camicia di Remus, talmente forte da graffiargli la pelle. "Remus" sussurrò a denti stretti, con una faccia che faceva paura solo a vederla, la stessa che avrebbe potuto avere se si fosse trovato di fronte l’Anticristo in persona, "cos’è quella cosa?".

Remus deglutì, perfettamente consapevole di trovarsi molto vicino a una morte orrenda. Ma non poteva cambiare l’amara verità. "Ehm, è un gatto, Padfoot… Una gattina, per essere precisi…".

La stretta sul suo petto si intensificò ulteriormente. Perché ho l’impressione che stia per strapparmi il cuore dal petto? "Questo lo vedo… E che cosa ci fa quella cosa nel nostro dormitorio?".

"Sirius, è stata Dora a volersela portare dietro, non voleva più mollarla: che cosa potevo farci?".

"Glielo strappavi di mano!" strillò Sirius, con fare ovvio. "O stai diventando un gattofilo?". Lo scrutò con fare indagatore. "Di’ la verità, ti sei affezionato a quella piccola palla di pulci miagolante, non è vero?".

Remus sbuffò: Sirius Black e le sue reazione esagerate! Ma del resto, c’era ben poco di razionale nell’odio viscerale che Sirius aveva per i gatti, i mici e tutti i felini in genere: non li poteva vedere, punto e basta. Era stato così da sempre, fin dal primo anno, poi quando Sirius era diventato Animagus la cosa era soltanto peggiorata, visto che i felini tendevano a tirare fuori il suo lato… più animale, diciamo. Il punto più basso l’aveva toccato al quinto anno, poco dopo aver scoperto come trasformarsi, quando i Malandrini non erano ancora in grado di gestire al cento per cento i loro alter ego animali: mentre erano in giro per Hogsmeade, avevano incrociato un gatto randagio. Merlino li scampi! James, Remus e Peter avevano dovuto rincorrere lui e il gatto da un capo all’altro del paese, attirando non pochi sguardi, soprattutto quando avevano dovuto congiungere le forze per trascinarlo di peso al castello. Una giornata infernale.

E ora c’era una gattina nel loro dormitorio! James si stupiva che l’amico non fosse ancora esploso: evidentemente aveva imparato a dominare i suoi istinti meglio di quanto si aspettasse. O magari si tratteneva giusto perché non voleva saltare addosso a Dora: la cosa avrebbe potuto avere ripercussione abbastanza serie.

"Andiamo, Sirius" intervenne, cercando di essere conciliante e al contempo mettere in salvo Remus, ancora sotto la stretta dell’amico. "Non essere sciocco: è soltanto uno stupido gatto e Remus non ne ha colpa…".

"Non è solo uno stupido gatto!" protestò con veemenza Sirius, lasciando però andare il licantropo, che tirò un sospirò di sollievo, massaggiandosi il petto. "È… è… Non lo so cos’è, ma non lo voglio in questa camera!".

"Dai, Sirius, sii ragionevole…" cercò di blandirlo Remus.

"No che non sono ragionevole! Avrei potuto sopportare che mi portasse qua un pipistrello, un ratto gigante, un cucciolo di Acromantula, qualunque cosa, ma non quella cosa!". Puntò un dito contro la bestiolina imputata, che stava placidamente facendo le fusa tra le braccia di Dora. "Portatela via, adesso, o lo faccio io… E non garantisco che la butterei fuori dalla porta!".

Gli sguardi dei tre Malandrini puntarono tutti alla finestra, chiusa per tenere fuori il freddo. James e Remus repressero un brivido: era un volo di venticinque metri, ma non escludevano che Sirius potesse sul serio mettere in pratica la minaccia. Quando si parlava di gatti, tutto il suo buonsenso (che non era tanto già in principio) andava allegramente a farsi benedire.

E loro scarseggiavano di argomenti utili a perorare la causa della micina. Fortunatamente per lei, c’era sempre Dora a salvarla.

"Oh, non è carina, Sirius?" tubò con occhioni a palla, luccicanti, tendendola verso di lui. "L’ho chiamata Cenerentola".

"Tieni quella cosa lontano da me, Dora!" le ordinò lui, tirandosi indietro. "Falla sparire!".

La bambina esibì il suo miglior broncio dispiaciuto, con tanto di labbro tremulo. "Ma perché? È così dolce: perché non ti piace?".

"Già, Sirius" le fece eco James, bastardo fino al midollo. "Perché non ti piace? Argh, Moony, proteggimi!" strillò poi, riparando dietro la schiena del licantropo, visto che Sirius gli aveva scoccato un’occhiata omicida in puro stile Black.

"James, va’ avanti di questo passo e giuro che ti picchio! E smettila di ripararti dietro le sottane del coccolo!".

Dora aveva nel frattempo lasciato andare Cenerentola, che si era messa ad esplorare la stanza con curiosità, tallonata stretta dalla bambina, che seguiva affascinata ogni suo movimento: con un certo perverso senso dell’umorismo, la gattina puntò dritta, dritta verso Sirius, il quale fece un balzò indietro. "Moony, fa qualcosa!" strillò. "O questa è la volta buona che implodo!".

"Ah, no, caro" protestò Remus, scuotendo con decisione il capo. "Io sono Ponzio Pilato in questa faccenda…". Allo sguardo vacuo di James e Sirius, sbuffò. "Bestie ignoranti! Me ne lavo le mani, mi chiamo fuori, neutrale come la Svizzera… mi sono spiegato?".

"Ma Moony…".

"Niente ‘ma Moony’, Sirius. Il problema è tuo, la gatta da fastidio a te, perciò sei tu a dire a Dora di liberarsene. Fine della discussione".

E per dare maggiore enfasi alla sua decisione, si sedette sul letto e incrociò le braccia. Sirius gli scoccò uno sguardo scocciato, poi rivolse la sua attenzione a Dora, che fissava adorante la micina che si stiracchiava sul pavimento. Grazie tante, Moony… E secondo te, come faccio a dirglielo?

"Dora, riguardo al gatto…" esordì, avvicinandosi a lei, pur cercando di mantenere una distanza di sicurezza, dall’odiata bestiaccia.

"Può restare vero?" chiese la bimba con aria supplichevole. "Per favore, per favore, per favore, è così carina e piccola: non occuperà tanto spazio…".

Sarà sempre troppo per i miei gusti… "E che mi dici dei tuoi genitori? Secondo me loro non sarebbero proprio entusiasti di questa cosa".

"Ma li posso convincere!" dichiarò Dora in tono convinto. "Per favore, non darà fastidio…".

"Ma io…" tentò ancora di protestare Sirius, ma a quel punto Dora sfoderò la sua arma segreta: occhi azzurri sgranati, labbro tremulo, perfino una lacrimuccia. "Ti prego Sirius, ti prego, ti prego…".

E chi poteva resistere? James non poté fare a meno di pensare che quella bambina fosse una vera artista: nessuno avrebbe avuto il cuore di dirle di no, nemmeno Sirius "non-mi-piego-e-non-mi-spezzo" Black.

Il ragazzo lasciò cadere le braccia. "E va bene… Ma tenetela alla larga da me: voglio almeno due metri tra me e la cosa in qualunque momento!".

Dora gli saltò in braccio, felice come una pasqua. "Grazie, grazie, grazie, Sirius: sei il cugino migliore del mondo!".

"Sì, sì, come ti pare" borbottò sirius in tono scocciato.

"In nome di Circe, questo giorno entrerà negli annali" scherzò James. "Sirius Black si è piegato alle richieste di una mocciosa di quattro anni".

"Io non mi sono piegato: ho solo dato il mio consenso, che posso ritirare in qualunque momento!".

"Tu ti sei piegaaaaatooooo!" lo canzonò James implacabile. "E se l’hai fatto una volta, lo farai di nuovo!".

"E questo che vuol dire?" fece Remus perplesso.

"Prima che tu arrivassi e ci distraessi con la gatta, io e Padfoot stavamo avendo una brillante discussione sul suo futuro amoroso…".

"Non dargli retta, Moony" lo bloccò Sirius. "James oggi vede amore a qualunque angolo di giri, visto che lui e la Evans si sono fidanzati!".

Remus lo ignorò e fece a James cenno di continuare, genuinamente interessato.

"Sai, io dicevo che presto o tardi Sirius si innamorerà di qualcuna e gli succederà così all’improvviso che nemmeno se ne accorgerà e così perdutamente che tutte le altre spariranno al confronto…".

"Veramente?". Per qualche strano motivo, Remus sembrò trovare la cosa davvero divertente. "E lui che ha detto?".

"Concisamente che sono un cretino. Tu che pensi?".

Remus scrollò le spalle, trattenendo a stento un ghigno. "Ah, non lo so… Tu, Padfoot, che mi dici?".

Sirius guardò spiazzato l’amico: perché aveva la netta sensazione che Remus non stesse dicendo tutta la verità? Già il giorno prima aveva avuto l’impressione che stesse confabulando qualcosa, con tutte quelle domande strane a proposito di Melanie: era come se volesse a tutti i costi fargli dire qualcosa, solo che Sirius non aveva la minima idea di dove volesse andare a parare!

"Che cosa dovrei dire? Per me siete stati troppo al sole tutti e due!" dichiarò, pur sentendosi a disagio. Gli stava sfuggendo qualcosa, ma cosa?

Dietro di lui, giunse una risatina divertita: a quanto pareva pure Dora trovava quella conversazione divertente. "Testone" sembrò borbottare. Sirius scoccò alla cuginetta uno sguardo sospettoso: perché gli sembrava che quei due gliela stessero facendo sotto il naso?

Remus scosse il capo. "Contento te… Io vado a farmi una doccia".

"Era un velato invito a seguirti?" ridacchiò James.

"Pervertito" sbuffò Remus. "Hai baciato Lily da nemmeno un paio d’ore e già fai di queste proposte indecenti…".

"Oh, andiamo, Moony" si unì Sirius, grato che la conversazione fosse tornata su un piano che potesse comprendere. "Dillo che sotto, sotto la cosa ti farebbe pure piacere…".

"Dovete solo provarci" dichiarò Remus, "poi non sarà la gatta a finire defenestrata, ma voi due!".

"Quanto sei violento! Noi ti manifestiamo il nostro amore in modo tanto sincero e tu minacci di defenestrarci! Cattivo, Moony, sei cattivo!".

"Vi ricordo che siamo in presenza in una minorenne: non fatemi diventare sboccato!" li minacciò Remus, avviandosi verso il bagno.

Sirius e James gli strisciarono dietro, facendo per attaccarsi ai suoi pantaloni, uno per gamba. "Oh, ti prego, Moony, non rifiutarci: lo sai che senza di te non possiamo vivere. Come potremmo sopportare un’esistenza priva di cotanta beltà?".

"Mi state tirando giù i pantaloni!" protestò Remus. "Smettetela, prima che cominci a pensare a un tentativo di molestie e vi faccia sbattere in galera tutti e due!".

"Hai ragione, Moony" acconsentì Sirius, lasciandolo andare. "Mollalo James: ci rifaremo mentre dorme…".

"… Quando sarà indifeso e inerme come un bambino". James sfoderò un sorrisetto malvagio. "Adoro come ragiona la tua testa, Padfoot".

Remus borbottò qualcosa come ‘idioti senza speranza’, prima di dire: "Ora posso andare a lavarmi per cortesia, o non avete ancora finito?".

Sirius gli diede il permesso con un cenno della mano."Ok, vai: tanto ti abbiamo già visto mentre fai la doccia!".

Si abbassò giusto in tempo per evitare una scarpa diretta proprio verso la sua faccia. "Ma che me ne dovrei fare?" sbottò dopo, tenendola per il lacci come se fosse una creatura infetta. "Se proprio devi tirarmi qualche capo di vestiario, almeno tirami le mutande!".

La testa di Remus sbucò dal bagno. "Impiccati, Padfoot… A proposito, hai notato dove Cenerentola si è fatta la cuccia?". Detto questo, con un ghigno soddisfatto si sbatté la porta alle spalle, chiudendola a chiave, tanto per stare sul sicuro.

Sirius rimase un attimo perplesso. "Cenerentola?" ripeté. Cercò lo sguardo di James. "Tu hai idea di cosa stesse parlando?".

Il ragazzo rispose con un’alzata di spalle e uno sguardo vacuo. Sirius si voltò e in quel momento capì esattamente cosa Remus avesse voluto dire: la gattina aveva smesso di esplorare la stanza ed era andata ad acciambellarsi proprio sul suo cuscino, facendo le fusa soddisfatta mentre Dora, seduta lì a fianco, le accarezzava il dorso.

James a quella vista si ritrasse istintivamente indietro, soprattutto notando che sulla tempia dell’amico una vena stava pulsando minacciosa. Ora scoppia, ora scoppia, ora scoppia…

E infatti la bomba esplose. "CHE COSA CI FA QUELLA COSA SUL MIO LETTO!?".

******

"CHE COSA HAI FATTO?".

L’urlo festante e sorpreso di Melanie fece tremare le pareti e incrinare qualche vetro, oltre ovviamente rischiare di assordare Lily ed Alice.

Il viso di Lily divenne più rosso dei suoi capelli, mentre ripeteva: "Io e James ci siamo baciati: ora stiamo insieme, più o meno…".

"Cosa vuol dire ‘più o meno’?" obiettò Alice perplessa. "Come si fa a stare ‘più o meno’ con qualcuno?".

"Beh, non è che ce lo siamo detto in modo ufficiale" spiegò Lily. "Anche se credo sia più o meno scontato…".

"Ma chi se ne frega!" la zittì Melanie. "Questi dettagli li limerete in seguito. Mi stai dicendo che TU sei andata da LUI e sempre TU hai baciato per prima LUI?".

Lily annuì.

"Allora ho solo una domanda da farti: chi sei tu e che ne hai fatto della mia migliore amica?".

"Perché mi chiedi una cosa del genere?" fece l’amica perplessa.

Sia Alice che Melanie le rivolsero uno sguardo stupito. "Perché?" ripeté Melanie. "Perché appena stamattina eri più confusa di un pesce rosso in una boccia e due giorni fa avresti voluto strozzarlo! Hai preso una botta in testa per cambiare idea? Oppure hai scoperto che uno dei due era malato terminale?".

"Beh, a dir la verità, è stato merito della Parker…" svelò Lily, scioccando le due amiche.

"Della Parker?" ripeté Alice, non osando credere a quello che aveva appena sentito. "Come sarebbe a dire, della Parker?".

Melanie invece gonfiò le guance con espressione offesa. "Stai dicendo che hai dato retta a quell’oca giuliva invece che a noi due? Guarda che se è così ti picchio!".

"Ma no" la tranquillizzò Lily. "Ti pare che la Parker potrebbe spingermi a dichiararmi a James?".

Le due non poterono che darle ragione: una cosa del genere era improbabile quasi quanto James Potter e Severus Piton che se ne andavano in giro a braccetto. "Ma allora?".

"Claire mi ha fatto vedere questo" spiegò Lily, porgendo loro il disegno di Dora.

Sia Alice che Melanie si raddolcirono all’istante. "Oh, quella bimba è un genio" chiocciò Alice.

"No, geniale è stato chi l’ha lasciato dove la Parker potesse trovarlo" la corresse Melanie. "Dovremmo costruirle una statua però a quella piccola: prima distrugge i preziosi trucchi della Parker, poi spinge finalmente Lily tra le braccia del suo bel Potter".

Fu a quel punto, dicendolo ad alta voce, che Melanie si rese conto dell’enormità di quello che aveva detto: Lily aveva baciato James! E adesso si sarebbero fidanzati e poi sposati e avrebbero avuto dei figli e lei non avrebbe più dovuto sorbirsi le seghe mentali della sua migliore amica. "LILY!!!!!!!!!" gridò facendola sobbalzare, per poi balzarle addosso ed abbracciarla.

"Ma cosa fai?" protestò ridendo la rossa, mentre Melanie cominciava ad accarezzarle la testa come un cagnolino.

"Alice, la nostra bambina sta crescendo" tubò, felice quasi più lei che nemmeno la stessa Lily. "Adesso bacia i ragazzi e dice il nome di James senza rabbrividire!".

Anche Alice rise. "Sì, ma ora lasciala che se no la strozzi!".

"Lily, dovresti fidanzarti con James più spesso: hai pure fatto dimenticare ad Alice le sue tempeste ormonali da secondo giorno!" rise Melanie, mollando l’amica. "Oh, sono tanto felice per te!".

"No, non si era capito: ancora un po’ e mi staccavi la testa" sbuffò Lily, anche se non c’era traccia di rimprovero nella sua voce: era davvero troppo felice in quel momento per arrabbiarsi per un qualunque motivo. Lei e James stavano insieme: come suonavano bene quelle parole!

Il sorriso di Melanie si affievolì un poco. "Oh, no, anche tu no!".

"Cosa? Come dici?" domandò Lily perplessa.

"Ti sei presa la Frankite!" constatò Melanie.

"La che?" fece Alice, gonfiando il petto. "Cosa sarebbe la ‘Frankite’, per Circe e Morgana?".

"Sai, quando pensi a Frank, ti si accende il viso e ti imbamboli a fissare il vuoto davanti a te con gli occhi luccicanti" spiegò Melanie. "Per questo l’abbiamo chiamata ‘Frankite’".

"Cioè, voi avete storpiato il nome del mio fidanzato in una malattia?". Alice era indignata.

"Io non ho la Frankite" protestò invece Lily, rossa in viso.

"Hai ragione" assentì Melanie. "È più giusto chiamarla Potterite, direi…".

"Io non ho nemmeno la Potterite!".

"Oh, andiamo: Jamesite suona troppo male!".

"Io non ho un bel niente!" insistette Lily.

"E invece sì: non essere coscienti di essere malati è il primo sintomo! Mi dispiace Lily, non guardarmi così, ma fissavi quel mattone di granito esattamente con la stessa espressione che ha Alice durante i suoi attacchi di Frankite!".

Lily fece una smorfietta buffa, difficile dire se contrariata o che altro. "Dici sul serio?".

"Ci puoi giurare" assicurò Melanie con convinzione. "Morgana protettrice degli infanti, ora mi ritrovo con due amiche innamorate senza speranza, come farò a sopravvivere?".

"Perché te, invece?" intervenne Alice, ridacchiando malefica: la storia della Frankite l’aveva alterata di brutto. "Tu cos’hai, la Siriusite?".

"Ah no, cara, io non conto: Sirius mica è il mio ragazzo, purtroppo!".

"Sì, ma lo sguardo perso ce l’hai anche tu" insistette Alice. "Perciò…".

"Perciò niente, per essere malata prima dovrei fidanzarmi e non è successo, da quel che mi risulta!". Si mise a fissare imbronciata il pavimento. "Sirius non mi noterà mai!".

Lily e Alice le si strinsero intorno. "Non essere così pessimista" cercò di rincuorarla Lily. "Fino a ieri pensavo che non mi sarei mai messa con James…".

"Lily ha ragione, Mel: la speranza è l’ultima a morire" aggiunse Alice.

"Non credete che nel mio caso sia già morta e sepolta: con Sirius ora ci parlo, più o meno, e probabilmente lui mi ritiene un’idiota completa, considerato che quando mi vede o ammutolisco o sono per terra o ricoperta di inchiostro… La vita fa schifo!". Si lasciò ricadere all’indietro afferrando un cuscino e urlandoci dentro con quanto fiato aveva in gola per un paio di minuti buoni.

"Ti senti meglio?" domandò Lily quando l’amica riemerse.

"Sì". Melanie annuì, stampandosi un sorriso convinto sul volto. "Farmi venire il mal di fegato perché il ragazzo che vorrei non mi fila non mi servirà a nulla… Forse dovrei allargare i miei orizzonti…".

"Allargare i tuoi orizzonti?" ripeté Lily. "Che vuoi dire?".

"Sai, togliermelo dalla testa" spiegò Melanie. "Se dopo quattro anni o che, ancora non mi ha notato forse dovrei mettermi il cuore in pace una volta per tutte e cercare qualcuno che mi consideri di più!".

Alice e Lily si scambiarono delle occhiate stupite: Melanie che voleva togliersi sirius dalla testa? Ma chi era quell’aliena e che ne era stato della loro sbarellata amica? "Mel, sei sicura di quello che dici?" fece Alice, titubante.

Melanie alzò le spalle. "Non lo so, non lo so… È che vedo voi due così felici con i vostri principi azzurri e mi fa rabbia pensare che io sono ancora qua ad aspettare un miracolo che non arriverà mai, probabilmente… Sono stanca di stare male per niente ragazze".

"Mel, non puoi smettere di essere innamorata di qualcuno a comando" obiettò Lily. "Parlo per esperienza diretta: sai per quanto ho cercato di convincermi di detestare James quando in realtà non era vero…".

"Ma io non pretendo mica di dimenticare Sirius dal giorno alla notte. Dico solo che se nemmeno ci provo, non ci riuscirò mai di certo!".

"Mel, sei sicura di quello che stai dicendo? È una decisione importante…".

"No che non sono sicura: ma che altra scelta ho? Ditemi, secondo voi io e Sirius ci potremmo mettere insieme allo stato attuale delle cose? E siate sincere: voglio la verità, non le vostre bugie da amiche".

Lily strinse nelle labbra in una smorfia di disappunto, senza sapere che rispondere. Non poteva dire di conoscere Sirius Black abbastanza bene da poter giudicare il suo comportamento, come poteva immaginare se per la sua amica c’era qualche possibilità? Certo Black non aveva mai mandato segnali particolarmente confortanti, ma questo poteva voler dire niente come voler dire tutto: Sirius non era certo famoso per le esternazioni pubbliche d’affetto, a meno che non coinvolgessero i suoi amici, con i quali al contrario era perfino troppo espansivo.

Al che le si accese una lampadina: chi meglio dei suoi amici per giudicare quali fossero le chance di Melanie? E ora lei aveva un canale privato tutto suo per accedere a quel genere di informazioni.

Si alzò in piedi così bruscamente che Melanie ed Alice trasalirono. "Ma dove vai?" domandò Melanie. "Io ho bisogno del tuo conforto e tu mi abbandoni? Amica ingrata!".

"Quanto sei melodrammatica" sbuffò Lily. "Tornò subito: devo andare a chiarire un paio di cose…".

"Aaaaah". Melanie la guardò con gli occhi che brillavano birichini. "Se volevi pomiciare come James, bastava che lo dicessi!".

"MEL!" strillò Lily avvampando. "Io non vado a pomiciare con James!".

"Cos’è, passate subito alle cose più dirette? Uao, Lily, da James me l’aspettavo, ma ti facevo proprio il tipo!".

Prima che Lily potesse urlare qualche improperio, intervenne Alice. "Tu vai: la uccido io per te".

"Grazie, Alice". Lily si avviò verso la porta, ma all’ultimo ci ripensò e aggiunse: "Se la Parker torna prima di me, per favore non ditele niente, ok?".

"Perché?" fecero in coro le due ragazze.

"Perché non vorrei perdermi la sua faccia nemmeno per tutto l’oro del mondo" rise Lily, prima di uscire.

Tre minuti dopo bussava alla porta del dormitorio dei Malandrini, oltre la quale provenivano strane grida e soprattutto risate.

"Sirius, ridammi immediatamente l’asciugamano o giuro che ti strangolo!".

"E come fai se sei confinato in bagno, sederino d’oro?".

"Black, ridammi quel dannatissimo asciugamano o giuro che vengo lì sul serio!".

"E affronteresti la vergogna di attraversare nudo come il didietro un macaco il dormitorio solo per venire a picchiarmi? Ma dillo a qualcuno che non ti conosce!".

"James per favore, almeno tu dammi una mano!".

Una sonora risata. "Ah, no! Cosa dicevi prima: me ne lavo le mani, mi chiamo fuori, neutrale come la Svizzera… Sbrigatevela da soli! Oltretutto, non posso negare di apprezzare parecchio la vista!".

"Maledetti pervertiti! Sirius ridammi il dannato asciugamano!".

"Puoi ripeterlo anche fino a natale dell’anno prossimo e la mia risposta non cambia: se lo vuoi, vieni a prendertelo!".

A questo punto si aggiunse la risata argentina di Dora. "Guarda, pure la nanerottola ti ha tradito, Remus! Si diverte come una pazza!".

Un verso che pareva a metà tra un ringhio e uno sbuffo frustato.

"Andiamo Sirius, cosa vuoi per quel fottutissimo asciugamano?".

"Ma quanto sei sboccato, Moony! Vergognati!". Una porta che si apriva di botto.

"E allontanati quella dannata porta, Prongs!".

"Allora Moony, io ti ridò l’asciugamano se tu fai sparire la cosa dal mio letto!".

"Ok. Ridammi l’asciugamano e tolgo il gatto dal tuo letto!".

"E no, ciccio: prima la cosa, poi l’asciugamano".

Si levarono in contemporanea due proteste: "Cenerentola non è una cosa!" e "Come cavolo faccio a togliere il gatto dal letto se non mi ridai l’asciugamano?!".

"Non lo so: sorprendimi! Ti daremo i punti in base all’originalità!".

A quel punto Lily, che si stava tenendo la pancia dal ridere per quanto una parte di lei bollisse di indignazione, decise che fosse il caso di salvare il suo amico da una sicura umiliazione e bussò di nuovo, più forte, stavolta.

Venne James ad aprirle. "Amore mio!" chiocciò entusiasta nel vederla, schioccandole un bacio a stampo.

Lily sorrise, raddolcita. Che idiota, pensava. Ma è il mio idiota!

"Ciao, James" lo salutò. "Posso?".

"Non lo so… Siamo nel pieno di un’importante trattativa".

"Sì, ho sentito. Posso?" ripeté.

Beh, James poteva rifiutarsi qualcosa a Lily una volta sola senza rischiare di farsi venire un tic facciale: si fece da parte e la lasciò entrare.

Sirius troneggiava al centro della camera, sventolando con fare bellicoso un asciugamano azzurro in una mano e un paio di… boxer nell’altra! Dora ai piedi del suo letto batteva le mani deliziata dallo spettacolo, mentre la gattina Cenerentola ronfava beata sul cuscino di Padfoot. La voce di Remus, come avrete capito, proveniva dal bagno.

"Allora, Moony, stiamo aspettando!" trillò Sirius, che ancora non si era accorto dell’arrivo di Lily. "Se rivuoi l’asciugamano e le tue mutande sai cosa devi fare!".

"Sei fortunata" commento James allo sguardo scioccato di Lily. "Prima ce le aveva in testa!".

Lily aprì e chiuse la bocca un paio di volte, prima di trovare qualcosa di coerente da dire. "Aveva le mutande di Remus in testa?! Ma che schifo!".

"Sirius ha un senso dell’igiene e del pudore molto discutibile, come forse hai intuito. Da quant’è che ascoltavi?".

"Un po’" rispose Lily.

"Lily!" la salutò Sirius con voce potente nel vederla. "Non ti avevo vista… Benvenuta, futura cognata!". A quanto pareva qualunque ostilità potesse mai aver provato nei confronti della ragazza si era dissolta come neve al sole. "Scusa se non ti saluto meglio, ma sono nel bel messo di un negoziato importante… Allora, RemRem, cosa mi dici?".

"Quella era la voce di Lily?" fece Remus allarmato dal bagno. "Ti prego, dimmi che non era la voce di Lily!".

"Mi spiace deluderti, lupacchiotto, era proprio la nostra signora Prongs!" ribatté Sirius, continuando implacabile, per nulla turbato dalla nuova spettatrice. "Allora lo rivuoi questo asciugamano o vuoi passare la notte nudo come un verme tappato in bagno?".

"Sirius!". Stavolta la voce di Remus era poco più di un sussurro supplichevole.

Lily avrebbe potuto scommettere che la faccia del suo amico era talmente rossa da brillare di luce propria. "Ma che cosa sta succedendo?".

"Beh, mio angelo" cominciò James, ignorando lo sbuffo di Lily (infastidita e compiaciuta insieme da quei nomignoli), "è una storia lunga e complicata…".

"Fammi il riassunto" suggerì Lily, vagamente minacciosa: lei era per la filosofia "uno scherzo è bello quando dura poco" e passato l’attimo di divertimento, cominciava a provare pena per il povero Remus intrappolato in bagno e rabbia verso il suo persecutore.

"In parole povere: Dora porta a casa una gattina, che Sirius odia. La gattina si è fatta il nido sul letto di Sirius, il quale vuole liberarsene senza però toccarla. Al mio rifiuto, si infila in bagno, dove Remus sta facendo la doccia, ingenuamente convinto che una porta chiusa a chiave sia una protezione sufficiente, e ruba vestiti e asciugamano. Il resto immagino l’hai intuito: gatto via e asciugamano restituito, fine della storia".

"Scusa, perché Sirius non glielo ha semplicemente chiesto di togliere il gatto?" domandò Lily, che faticava anche a capire perchè Black non lo potesse spostare da solo, il gatto: mica aveva cinque anni!

"Perché non sarebbe Sirius Black se l’avesse fatto" fu la scontata risposta di James. "E almeno l’ha distratto dalla gatta: ha passato almeno dieci minuti a fissarla di sbieco prima di farsi venire questa idea…".

"Ma cos’ha che non va quella gatta?" domandò Lily, sempre più perplessa, fissando la creatura incriminata: sembrava un’innocente, innocua, minuscola gattina. Dora di tanto in tanto le rivolgeva un’occhiata adorante, mentre Sirius spesso e volentieri sembrava desiderare di incenerirla.

"Oh, non è quella gatta. Sono tutti i gatti il problema di Sirius: lui li odia i gatti, in qualunque forma e dimensione. E quella in particolare ha invaso il suo territorio".

Lily annuì. "Capisco". Subito dopo scosse il capo. "No, non è vero: non capisco affatto".

"Problemi da Animagus" spiegò James. "Io in autunno, quando c’è la stagione degli amori, non posso nemmeno mettere piede nella Foresta: le cerve mi amano troppo, che vuoi farci! E Peter mangia quantità industriali di formaggio. Ed è solo la punta dell’iceberg!".

A Lily girava la testa: stava appena cominciato a capire in che razza di guaio era andata a cacciarsi quando aveva accettato di diventare la ragazza di James. Non aveva pensato che se sposava lui (ovvio, se si fosse arrivati a questo), praticamente sposava anche i suoi amici, in particolare il ruba asciugamani delirante che aveva di fronte: James e Sirius vivevano praticamente in simbiosi.

"Ok, preferisco non sapere tutti gli inquietanti dettagli della vostra vita di Malandrini: meglio restare nella beata ignoranza!".

"Meglio, perché poi saremmo costretti a ucciderti! Certe cose non devono uscire da queste quattro mura!".

Frattanto, Sirius proseguiva imperterrito la sua campagna. "Avanti Remus, sono solo pochi metri!".

"Tu ridammi quel dannato asciugamano e sarà felice di accontentarti. Non uscivo prima e secondo te esco ora che c’è pure Lily?!".

"Oh, Lily mica si scandalizza" affermò Sirius con un gesto non curante della mano. "Siamo tutte creature di Dio o no?".

"Grazie, Sirius, ma faccio a meno dello spettacolo!" ribatté Lily piccata. "Non siamo tutti un branco di pervertiti come te!".

"E io sono ben felice di risparmiartelo lo spettacolo: non siamo tutti un branco di esibizionisti come te, Padfoot!".

"Ah, che vergognoso che sei, Remus. Se proprio ci tieni, Lily si gira: vero, Lily?".

"Ma per quel che mi riguarda Lily può andare anche su Plutone! Io non esco da qui senza l’asciugamano!".

"E allora non uscirai mai!".

Lily gonfiò le guance, spazientita: quando era troppo, era troppo. Black si era divertito abbastanza!

"Cos’è che volevi? Liberarti del gatto?" chiese in tono retorico, facendosi avanti con il cipiglio da generalessa. James non poté far altro che stare in disparte e ammirarla.

Una volta vicino al letto di Sirius, Lily prese in braccio Cenerentola, che emise un fiacco miagolio di protesta per essere stata svegliata, e la mise tra la braccia di Dora. "Ecco qua, tesoro".

"Grazie, Lily" sorrise la bambina. "Sono contenta che tu e James vi siete fidanzati".

"Ma l’hai detto a tutto il mondo, James?" sbuffò Lily divertita, dando un buffetto a Dora.

"No, solo a chi ritenevo importante: la nanerottola ha ascoltato per sbaglio".

La bambina gli fece una linguaccia, mentre la gattina si riacciambellava tra le sue braccia e riprendeva a ronfare tranquilla.

"Ecco fatto, bambino troppo cresciuto" annunciò Lily, spolverandosi le mani, rivolta a Sirius. "L’orribile mostro crudele è stato sconfitto: ora rendi a Remus il suo asciugamano!".

"Ma sarà sempre così d’ora in poi?" protestò Sirius, senza dar segno di voler ubbidire. "La tua fidanzata ci rovinerà sempre il divertimento? Evans, sei una guastafeste!".

"Lo prendo per un complimento" dichiarò Lily con grazia, strappandogli l’asciugamano incriminato di mano. "Tu invece Black, sei un mostriciattolo infantile!".

"Troppo buona!" la ringraziò Sirius, inchinandosi. "Mi ci sono voluti anni di esercizio per arrivare dove sono ora…".

"E io che credevo fosse tutta dote naturale" lo canzonò Lily, bussando alla porta del bagno. "Remus, sono Lily: apri, ho il tuo asciugamano".

La porta si aprì e sbucò la testa, rossa pomodoro, di Remus. Lily distolse prontamente lo sguardo, fingendosi interessata all’intercapedine della porta.

"Grazie Lily" disse il licantropo, allungando la mano

"Oh, non c’è problema…".

"Padfoot, qualunque cosa tu voglia fare fermati!".

James scattò in avanti, interpretando come un pessimo segnale la faccia del suo migliore amico, ma troppo lentamente e troppo tardi.

Lily si sentì spintonare in avanti, non forte, ma quanto bastava per farle perdere l’equilibrio, volare contro la porta, aprirla con il suo peso e cadere, per qualche perverso gioco del destino, proprio addosso a Remus, troppo sorpreso per ritrarsi in tempo.

I due ruzzolarono a terra, una sopra l’altro, troppo sbalorditi per muoversi. Rimasero a fissarsi in faccia per diversi lunghi secondi, letteralmente agghiacciati dallo stupore, finché la voce carica di ironia di James non li raggiunse: "Ma come, Lily: prima mi baci e poi salti addosso al mio amico? Quanto siete volubili voi donne: mi ferisci!".

"Remus, non ti facevo così diretto con le fanciulle" rincarò la dose Sirius, ridendo come un pazzo. "Attentare in questo modo alle virtù della fidanzata del tuo migliore amico, vergognati!".

A quel punto, Lily si riscosse: era stesa addosso al suo migliore amico! Nudo! In una posizione decisamente equivoca! Nudo! Con quegli altri due idioti che ridevano! NUDO!

"ARGH!". Lily schizzò via come se avesse preso la scossa, saltando dalla parte opposta del bagno e tappandosi gli occhi con le entrambe le mani. "Oh, Merlino santo! Oh, Merlino santo! Oh, Merlino santo!".

Anche Remus ovviamente si era ripreso ed era finalmente riuscito a mettere le mani sullo sfuggente asciugamano. "Sirius Black, io ti disintegro!" ululò belluino.

"Oh, andiamo, Moony, era uno solo scherzetto innocente…" si difese Sirius, arretrando.

"Uno scherzetto innocente?" strillò Remus. "Ma per inciso qual è la tua definizione di innocente? Perché io non vedo dove sia l’innocenza nello spingermi Lily addosso in queste condizioni!".

"Beh, se anche lei fosse stata nuda sarebbe stato decisamente peggio!".

"Black, preparati a morire!".

James sorpassò l’amico e le sue poco benevole intenzioni per entrare nel bagno fino alla sua fidanzata che aveva ancora gli occhi coperti e continuava instancabilmente a mormora "Oh, Merlino santo!".

James la prese per le spalle. "Tranquilla, puoi guardare: niente culetti al vento. Forse tra un po’ ci sarà del sangue, però…".

Le strinse gentilmente i polsi, togliendole le mani dagli occhi. Aveva le guance in fiamme per l’imbarazzo. "Oh Merlino santo… Ero, ero…".

"Stesa addosso a Remus, il quale non indossava nulla se non la sua pelle" completò James. "Dirlo ad alta voce è il primo passo per accettarlo".

"O mio dio, che vergogna!" esclamò Lily, cercando di nascondere di nuovo il viso, solo per essere fermata da James.

"Tranquilla: ricordi? Certe cose restano tra queste mura…".

"Ma io e Remus…".

"Non è mai successo, per quel che mi riguarda. E fidati, dopo che avrà sventrato Sirius, anche Remus vorrà fingere che non sia mai accaduto… vieni, ti accompagno di sotto".

La prese gentilmente per mano, sapendo che il primo incontro con l’idiozia di Sirius poteva essere traumatico. E come battesimo non era stato proprio tranquillo. Ma presto Lily ci avrebbe fatto l’abitudine, ne era sicuro: era una ragazza forte.

"Io accompagno Lily in Sala Comune" annunciò sulla porta, controllando che la ragazza non inciampasse, considerato che teneva gli occhi saldamente chiusi per non assistere a ulteriori spettacoli. "Remus, vedi di non schizzare troppo sangue sulle pareti…".

"Non ti prometto nulla" rispose il ragazzo, senza perdere di vista Sirius, il quale aveva cercato riparo prendendo in braccio Dora, che rideva come una matta. "Metti giù la bambina e affronta il tuo destino da uomo, Black!".

"Fossi scemo…" fu la risposta che raggiunse James e Lily mentre si chiudevano la porta alle spalle.

Ora che erano soli, Lily aveva ripreso un po’ del suo naturale temperamento: ora era incazzata come una iena! "Io lo faccio a pezzi la prossima volta che lo vedo, quel cretino!".

James la strinse più forte, tanto per sicurezza: dubitava che Remus l’avrebbe sul serio ucciso, ma non era certo che Sirius potesse sopravvivere a un fuoco incrociato.

"Sirius è fatto così: era il suo modo di vendicarsi per avergli rovinato il divertimento".

"Ma che fai, lo difendi pure Potter? Ero sdraiata sopra il tuo amico completamente nudo!".

"No che non lo difendo: so solo com’è fatto. Lui mica pensava che saresti cascata addosso a Remus: immagino che la sua intenzione originale fosse un posto in prima fila per le grazie del coccolo… Ma Sirius è bravo a raccogliere quello che gli arriva!".

"Non mi dire: questo non lo salverà comunque dall’essere sbriciolato!" dichiarò Lily, fumante. "Brutto idiota, mi ha fatto quasi venire un attacco apoplettico quando mi sono resa conto di dove era atterrata…".

"Poteva andare peggio" considerò James, con l’aria di chi sa di cosa sta parlando.

"E come, scusa?" chiese Lily, sinceramente scettica.

"Beh, per esempio, metti che il tuo ginocchio finiva un po’ troppo a sud, se capisco cosa intendo. Oppure se causavi qualche reazione involontaria sempre da quelle parti…".

"JAMES POTTER!" esclamò Lily scandalizzata. Anche parlando evasivamente, il ragazzo era stato fin troppo cristallino. "Razza di depravato, ma come di vengono in mente queste cose?".

"Guarda che Remus è sempre un uomo" ribadì James, per nulla toccato. "So che sembra innocente come un angioletto appena caduto dalla sua nuvoletta, ma è fatto di carne come tutti noi! Mica è immune al fascino di una bella donna come te, mio sole!".

"E non cercare di adularmi per farmi dimenticare quello che hai appena detto, Potter! Pervertiti maniaci, tu e il tuo amico!".

James ridacchiò: anche se stavano insieme, era sempre divertente farla arrabbiare e provocarla.

"Scusa, amore mio… Ma mi viene in mente: tu sei venuta a cercarmi per chiedermi qualcosa, suppongo? O bramavi solo di vedermi?".

A Lily tornò bruscamente in mente l’originale motivo della sua visita: Melanie! "Oh, giusto: volevo chiederti una cosa. Ma è piuttosto personale, vorrei che non ne facessi parola con i tuoi amici, Sirius in particolar modo…".

"Labbra cucite… Allora, di che si tratta?".

"A Sirius piace qualcuna?".

James sgranò gli occhi: di tutti gli argomenti possibili, quello era l’ultimo che si aspettava di vedere tirato in ballo. "Perché vuoi saperlo?".

"Per un’amica" rispose rapida Lily.

"Melanie?".

"Come fai a saperlo?".

"Io so sempre tutto". Allo sguardo scettico della ragazza, si corresse: "Ok, Remus sa sempre tutto: è lui che ci ha detto che a Melanie piace Sirius".

"Perciò Sirius lo sa?".

"Direi proprio di sì. E la cosa lo scombussola alquanto…".

"In che senso?".

"Nel senso che non sa bene come comportarsi con lei… Oltretutto gli brucia di non essersene mai accorto".

"Ma gli piace qualcuna?" insistette Lily, tornando all’argomento che le stava a cuore.

"Non credo: dopo l’appuntamento con la Sanders non ha più fatto parola di altri flirt o simili. E di solito lui mi dice tutto".

"Perciò sai anche cosa ne pensa di Mel?" domandò Lily con aria furba.

Ma James alzò le spalle. "Io so che non sa come gestire il suo rapporto-non-rapporto con lei. Sirius è complicato, non parla volentieri dei suoi sentimenti e per quanto lo conosca bene, certi suoi comportamenti sono criptici anche per me… Dovresti provare a chiedere a Remus" suggerì.

"A Remus?" ripeté scettica Lily. "Se non lo sai tu, perché dovrebbe saperlo lui?".

"Perché Moony è molto più recettivo di me: è capace di leggerci nell’animo, quasi, anche se di rado fa commenti di sorta su quello che vede… Se Sirius prova qualcosa, qualunque cosa, per la tua amica, di certo Remus lo saprà".

Era talmente convinto che Lily non poté dubitare delle sue parole nemmeno per un secondo. "Perciò dici che dovrei chiedere a lui?".

"Sicuramente potrà esserti più utile di me".

Lily rifletté un attimo. "OK, però ci parlo domani: adesso dubito che riuscirei anche solo a guardarlo in faccia…".

"Credo che lui provi più o meno lo stesso… Meglio che torni di sopra, prima che ci scappi un morto sul serio!".

"Oh, devi salvarlo per forza? Se l’è meritato!" cinguettò Lily.

James rise. "Fidati, la nostra vita sarebbe un mucchio più noiosa senza Sirius. Me lo dai il bacio della buona notte?".

"E questo che c’entra?".

"Niente… ma volevo un bacio".

Lily gli sorrise dolcemente, prima di allungarsi verso di lui e accontentarlo con un leggero bacio a fior di labbra. "Buona notte, signor Prongs".

"Buona notte, signora Prongs" rispose lui.

Le strappò un altro bacio veloce e una risata divertita, poi i due si separarono con un sorriso e tornarono ognuno nel rispettivo dormitorio a risolvere i problemi dei rispettivi migliori amici.

LYRAPOTTER’S CORNER

Angolo dell’autore velocissimo, visto che è tardissimo e io sono stanchissima (ma quanto mi piacciono i superlativi stasera!). Ci tenevo a pubblicare stasera visto che domani (o meglio oggi), parto: vado in montagna una settimanella per scappare al caldo torrido e rilassarmi un po’, il che per contro vuol dire niente computer! Perdonate eventuali errori e sviste, ma non sono riuscita a rileggere per correggere.

Ah, per la vostra gioia, ho spezzato a metà anche questo capitolo, la prossima parte coming soon!!!!!! Ho idea che questa storia non finirà mai.

In breve grazie ai miei fidi commentatori, ovvero Alohomora, evelyn_cla, MsMontana, Iva27, FunnyPink, hermy101, _Mary, malandrina4ever, LadyMorgan, Julia Weasley e ovviamente Laura: grazie a tutto per il vostro fedele sostengo, sono commossa! Risposte più esaurienti al prossimo capitolo.

A presto, bacibaci!!!!!!

   
 
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