XLVI. Vaniglia
Prompt 46: “Avrei bisogno di un abbraccio”
Stretta soffocante profumata di vaniglia.
Maya aveva imparato col tempo a lasciarsi andare, almeno con Aureliano. Non che lo abbracciasse a caso, per carità, eppure bastava qualcosa, anche un cenno, un battito di ciglia, che dicesse “Avrei bisogno di un abbraccio” e Maya diventava una coperta avvolgente, calda e profumata che si drappeggiava senza sforzo intorno alle spalle magre dell’amico.
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XLVII. 379
Prompt 47: Non potersi abbracciare
379 km. I numeri digitali lampeggiavano sul display della vecchia Volvo che Maya aveva comprato dando un nome falso durante una fuga di cui nessuno, neanche Aureliano, non del tutto almeno, era al corrente.
Quella notte, la prima di tante solitarie e torturanti notti, la cosa che a Maya mancò di più fu la stretta delle braccia di Aureliano. Quel non potersi abbracciare le dilaniava il cuore.
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XLVIII. Domande senza risposta
Prompt 48: Abbraccio di mamma
Claudia abbracciò Aureliano sprofondando il viso terribilmente simile a quello di Maya nella spalla del ragazzo.
«Dimmi che sai dov’è, ti prego…» singhiozzò in preda al panico. «Se qualcuno sa dov’è, quello sei tu…»
Ma Aureliano non sapeva come rispondere, non poteva farlo, così sprofondò a sua volta in quell'abbraccio di madre disperata che era l’ultima cosa che gli riportava a mente lei.
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XLIX. Contatti sbagliati
Prompt 49: “Quando mi abbracciò capii che era solo un amico.”
Non gli aveva più raccontato nulla di quel tipo conosciuto ad una presentazione di un libro, così Aureliano, nel bel mezzo di un pomeriggio estivo che stavano passando sul letto di lui a mangiare gelato e guardare film, decise di chiedere.
«Ma con…com’è che si chiama?»
«Christopher e so perfettamente che non ti piace, non affannarti a chiedere cose che non ti interessano.» rispose Maya lanciandogli un’occhiataccia. «Comunque niente, non è andata, quando mi ha abbracciata appena prima di provare a baciarmi ho capito che era solo un amico.»
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L. Pezzi di un puzzle
Prompt 50: Avvinghiarsi a qualcuno
Baci umidi e passionali. Vaniglia e sandalo mescolati nell’aria scaldata dal caminetto acceso. Vestiti seminati sul pavimento come maschere tolte e corpi nudi che si cercano come poli opposti di calamite. Morsi e graffi a marcare un territorio mai stato realmente di altri.
Maya e Aureliano, avvinghiati sulla pelle del divano, in quella casa sperduta a nord, si sentirono finalmente completi.
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