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Autore: Chiara PuroLuce    13/09/2020    12 recensioni
Patty è sempre stata gelosa del rapporto di amicizia che lega Holly ad Amy, ma ora ha deciso di cambiare rotta.
Amy ha sempre cercato di avvicinare Patty, ma lei le si era sempre negata e con che grinta, ma se un bel giorno...
Una storia che tratta di un legame di amicizia, tanto insolito quanto vero che riserverà non poche sorprese alle due ragazze e non solo a loro.
Tratto dal prologo:
Cosa ci azzeccavano loro due insieme? Niente, eppure…
«Amy, lasciamelo dire, ho l’impressione che da oggi si scriverà un nuovo inizio per noi due. Ma che non lo sappia nessuno, mi raccomando.»
«Come? E perché?»
«Perché io non ti sopporto, ufficialmente. Lo sanno tutti. E così dovrà continuare a essere.»
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Yayoi Aoba/Amy
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Casa dolce casa. Anche se per i primi tempi vivremo in un cantiere aperto, non ti sembra di sentirla già nostra e bellissima?»

Patty era felice. Nei due giorni precedenti, lei e Amy avevano fatto il trasloco parziale. Per il momento avrebbero usato i mobili della zia, in attesa del termine dei lavori grossi da svolgere. Quel giorno attendevano l’idraulico e l’elettricista per visionare gli impianti e il muratore per liberarsi della parete che, una volta abbattuta, avrebbe unito cucina e soggiorno. Successivamente avrebbero ingaggiato degli imbianchini per fare rivivere le pareti con bellissimi colori pastello. Le aspettava una settimana di fuoco.
Avevano rimandato il trasferimento a laurea di Amy avvenuta e quella, puntuale, era stata presa due giorni prima con il massimo dei voti.
Amy era passata al ritiro con la bella notizia – come aveva immaginato, Julian non aveva potuto presenziare, ma lei sì – e voleva avvisare tutti, distraendoli un po’ dagli allenamenti massacranti di Mr Gamo.
Non gli aveva chiesto nulla, al suo rientro. Nessuna notizia delle amiche, della squadra e di Holly, non aveva voluto sapere nulla di nulla, di nessuno. Specie di quest’ultimo. Ma Amy era stata cattivella e le aveva riferito che era alla sua terza uscita con una tizia dai capelli castani, piccoletta, magrolina e anonima. Lei l’aveva incontrata per caso e l’aveva trattata con freddezza, lasciando di sasso tutti. Patty aveva sentito un pezzetto del suo cuore incrinarsi a quella notizia, ma era passato in fretta. Non era più affar suo. Però, e qui aveva riso, dai racconti di Julian, Amy aveva capito che il capitano aveva faticato non poco per trovarne una disposta a dargli una chance. Il sito di Saeko aveva funzionato a dovere e ora sembrava proprio che il 95% delle ragazze, gli girasse alla larga. La Federazione Calcistica l’aveva ammonito severamente e ora era guardato a vista dai grandi capi che ne monitoravano i movimenti. Holly era furibondo ed era a caccia del responsabile di tali ingiurie infamanti. La fonte della notizia era risultata anonima e Saeko non aveva detto nulla in merito. Ops, forse la sua carriera ne avrebbe risentito a vita, il mito del grande eroe stava tramontando. Che peccato. Ah, ah! Magari un giorno gli avrebbe rivelato di essere stata lei a dare il la a tutta quella storia.
Amy la distrasse da quei pensieri, facendo cadere la valigia per terra e roteando qua e là per la casa.

 
«Bellissima davvero Patty. Ha del potenziale immenso. E..»
 
Crawling in my skin
These wounds they will not heal
Fear is how I fall
Confusing what is real
 
«Che cazzo… ma che…?»

La musica stupenda e carica di emozioni dei Linkin Park invase l’appartamento a un volume talmente altro che le sembrava di essere a un loro concerto.
 
«Patty, a quanto pare tu e il nostro vicino avete gli stessi gusti musicali. Andiamo a conoscerlo e magari gli chiediamo gentilmente di abbassare l’audio. Per sistemare c’è sempre tempo.»

«Magari è una lei. Però concordo. Li amo anche io, ma vorrei mantenere l’udito.»

Fu così che si diressero alla porta del o della dirimpettaia rumorosa e bussarono. Nulla.
 
«Come vuoi che possa sentirti, Amy, con il volume a palla» Patty si appoggiò leggermente con la mano alla porta che si aprì. «Entriamo! Permessooo!» e lo fece di getto. La musica cessò.

«Patty, no. Non è carino presentarsi senza invito in casa altrui… Patty, ehi, perché diamine ti sei fermata in mezzo alla stan…. Aaaarggggghhhh!» urlò coprendosi gli occhi con una mano e arrossendo vistosamente.

E adesso perché urlava così Amy? In fondo cosa stavano guardando, se non una visione in carne e ossa, completamente… nuda? Dei dell’Olimpo, che adone pazzesco.
Altissimo. Biondissimo. Capelli bagnati e ricci fino alle spalle. Occhi azzurro cielo. Muscoli. Accenno di barba. Muscoli. Gambe toniche. Muscoli. Pettorali perfetti. Muscoli. Cosce tornite. Muscoli.

 
«Mi sta facendo una radiografia signorina?»

Voce profonda, calda, vibrante.
 
«Per fa… fav… ore, pu… può rivestirsi?» gli chiese Amy, balbettando.

«No!» la smentì lei «È casa sua, Amy. Siamo noi le intruse e lui può girare come meglio crede.»

«Grazie» rispose quello «incantatissimo. Si può dire? Scusate, ma a volte tentenno ancora un po’ con la vostra lingua.»

«Lei può dire qualunque cosa voglia con quella voce. E se tentenna, chieda pure a me. Incantatissima anch’io.»

«Patty!» la riprese l’amica che dimenticò come mai avesse gli occhi chiusi e li aprì di scatto, per rimanere raggelata sul posto. «Ma… ma lei è… nudo e che caz… oddio. Mi scusi, non volevo dire quella parola» Amy era nel pallone e si girò per non guardarlo.

Il vicino scoppiò a ridere di gusto.
 
«Meravigliosamente nudo, amica mia» poi si rivolse allo sconosciuto e gli tese la mano che lui strinse con delicatezza, facendola sospirare «piacere, Patricia Gatsby. Lei è la mia amica  Amy, la scusi, è molto pudica. Abitiamo proprio davanti.»

«Siete le mie vicine? Che fortuna, ci vedremo spesso, allora» disse rinsaldando la presa della sua mano e baciandogliela in modo impeccabile, senza smettere di fissarla negli occhi.  «Sarà meglio che mi metta dei boxer addosso. Torno subito, non scappi e neanche lei bella signorina rossa» disse poi fissando Amy, impegnata a guardare ovunque, ma non lui.

Scappare? Lei? E perdersi così la visione del suo sedere alto e sodo che si allontanava senza fretta? Giammai. Ma quel tipo aveva un difetto, oltre che un nome?
 
«Patty, andiamocene. Questo tizio mi sembra un pervertito.»

«Tu va pure se vuoi. Io non mi muovo neanche morta, da qua. Dico, ma l’hai visto bene?»

«Ho visto fin troppo, se per questo. Oddio. Non riuscirò mai più a incrociarlo senza immaginarmelo nudo. E so già che finirò con il dirlo a Julian e sarò così in imbarazzo… e lui si arrabbierà tantissimo, lo so. Oddio, che guaio.»

«È così… massiccio, ovunque e ha due chiappe ipnotiche» la ignorò lei.

«Patty, per favore controllati. Sembri un’invasata.»

«No, Miss Patty, Patricia, continui pure la sua analisi, è galvansate per il mio ego» disse lui comparendo più “coperto”, con un paio di aderenti boxer grigio antracite di Calvin Klein, che miglioravano di poco la situazione, almeno per Amy. A lei, invece, andava bene anche nudo.

Lei rise a quell’errore involontario e lo corresse subito, alche anche lui rise di rimando. Wow, anche la risata era meravigliosa.
 
«Mi scusi, ma ancora non ci ha detto il suo nome» gli ricordò.

«Steffen Larsen. Sono norvegese, di Sandefjord. E dammi del tu, per favore, mi fai sentire vecchio a ventisette anni.»

«Noi venticinque. Se tu sei vecchio, allora sei il vecchio più sexy che abbia mai visto in vita mia» gli rivelò guadagnandosi uno sguardo allibito dall’amica e un sorriso a trentadue denti da parte del ragazzo. «Cosa ci fai qua in Giappone e, a proposito, ringrazio l’universo perché ti ci ha mandato.»

«Lo ringrazio anch’io o non avrei incontrato una così bella ragazza. Sono qui per lavoro. Sono un cuoco, un Sous Chef, a volere essere precisi. E bravo anche. Ho vinto un concorso per gestire come secondo la cucina di un importante ristorante cinque stelle, nel vostro splendido paese e sono partito subito. Ormai sono qui da cinque mesi. Ma il mio sogno è aprirne uno tutto mio. Se ti invitassi a cena tra quattro giorni, alle 20.00, che sono di riposo, accetteresti?» le chiese di getto, guardandola intensamente.

A Patty morirono le parole in bocca e annuì vistosamente, diventando di tutti i colori.
 
«Prometto che mi vestirò per l’occasione.»

«Prometto che lo farò anch’io» gli rispose.

«Bene, ora che vi siete promessi a vicenda di non imitare Adamo ed Eva – il che è un gran sollievo devo dire – piacere di averti conosciuto e tutto, ma ora dobbiamo proprio andare. Oggi aspettiamo alcuni operai e non possiamo proprio trattenerci. Solo, se potessi abbassare un pochino il volume della musica, sarebbe carino o come facciamo a sentire cosa ci dicono? Grazie» disse Amy prendendola per una mano e trascinandola via quasi di peso.

«Allora a giovedì sera, mia stupenda venere giapponese» le urlò dietro lui e le mandò un bacio volante.
 
 
 

E così, finalmente, aveva conosciuto le nuove vicine di casa. La rossa gli sembrava un po’ troppo timida per i suoi gusti, ma la bruna… wow. Patricia. Sì, l’avrebbe chiamata così’ d’ora in poi. Perché sminuire un nome bellissimo e musicale come il suo, abbreviandolo e facendolo diventare anonimo? Era un sacrilegio.
Non si era mostrata per nulla imbarazzata di fronte alla sua nudità e questo lo aveva reso audace. Certo, non si aspettava di ricevere visite, o si sarebbe rivestito dopo la doccia.
Quella ragazza era una tentazione unica da vestita, come sarebbe stata nuda? Prima o poi l’avrebbe scoperto, ma se voleva arrivare a quel punto, doveva procedere con calma.
Zia Miho, gliel’aveva descritta per mesi e gli aveva mostrato anche delle sue foto. Era più bella dal vivo che in fotografia. Purtroppo, non era mai riuscito a incontrarla quando quella dolce vecchietta era ancora in vita, ma le aveva promesso di farci amicizia quanto prima e ora… aveva mantenuto quelle parole, anche se troppo tardi. La sua zia acquisita, la zia del palazzo, nonché proprietaria, era morta prima che potesse riuscirci, ma lui era sicuro che quello fosse il suo ultimo regalo e che dall’alto lo stesse guardando.

 
«Dolcissima Zia Miho, la tratterò con i guanti sua nipote, promesso. Grazie» disse rivolto alla sua fotografia che teneva incorniciata su una mensola in sala e le mandò un bacio.

A discapito della sfacciataggine di Patricia, lui aveva capito che quella ragazza aveva bisogno di amore, dolcezza e considerazione nella sua vita e lui, le avrebbe dato tutto quello e non necessariamente in quell’ordine.
 
 
 

 
«Patty, mi meraviglio di te» le disse una Amy nervosa «incoraggiare così un uomo… nudo.»

«Tanta perfezione da rendere fieri i suoi antenati vichinghi. Ha detto giovedì, vero? Oddio, Amy, non ho niente da mettermi.»

«Come? Ho sentito bene? Sei già entrata in panico per la mise che dovrai indossare per la vostra cena?» le disse fissandola con gli occhi sgranati «Chi sei tu? Esci da questo corpo, chiunque tu sia» le disse mostrandole con le dita il segno della croce davanti alla faccia.

«Non ho niente, Amy e lui è… perfetto e non posso sfigurare.»

«Oh, mammina santa, l’ho persa» disse con un sospiro esagerato,

Amy guardò l’amica ancora nel mondo dei sogni e poi l’affrontò mettendosi le mani sui fianchi, come faceva lei.
 
«Signorina Patricia Gatsby, che stai combinando? Tu ami Holly ricordi? Holly, il capitano della Nazionale. Moro, occhi scuri, capelli neri a punta…»

«Chi?» le rispose quella «Stai seriamente paragonando Thor qua davanti con… Oliver Hutton? E la smetti di dire che sono innamorata di lui?»

«Perché lo sei, benedetta ragazza!» urlò «Così tanto che i tuoi occhi hanno consumato tutte le lacrime che avevano a disposizione.»

«Lo sono stata e lui non ha mai – mai – ricambiato. Mai! Esce con chiunque respiri, ma a me? A me non l’ha mai chiesto neanche una volta. Tratta tutti con gentilezza, ma con me? Con me usa solo parole astiose. E adesso, adesso che un uomo notevole mi ha notata, finalmente, e mi ha chiesto di uscire con lui… tu, vuoi che rifiuti e che mi ricordi del mio grande amore passato? Ma non c’è paragone tra i due, te ne rendi conto?»

«Io so che Holly ti ama o non sarebbe rimasto sconvolto dal bacio che gli hai dato.»

«Ecco, brava, che gli ho dato, io! E quello che premeva a lui, era che gli avessi rovinato la reputazione con le ragazze, non certo che mi ero appropriata delle sue labbra, anche solo per un minuto scarso.»

Amy ci pensò. Patty aveva ragione, dannazione. Anche il giorno che lei era andata al ritiro portando la notizia della sua laurea, lui era in ansia per quello e per il fatto che quella storia avesse intaccato la sua carriera. Però… però non voleva credere che quei due non avessero un futuro. Patty e Holly erano legati dal destino e lei, che all’amica piacesse o meno, gli avrebbe dato una mano a sistemare le cose tra loro, così come il destino stesso gliele aveva complicate.
Sì, decise Amy, avrebbe lasciato che Patty e Steffen uscissero insieme e poi… sperava proprio che Patty la perdonasse.

 
«Bene, non litighiamo, ok? Hai ragione, l’ho capito solo ora. Guardavo la cosa dalla prospettiva sbagliata.»

«Grazie. E ora… aiutooo, che posso mettermi?»

«Tu e io, domani, andremo per negozi. Ci penso io a te, amica mia. Sarai bellissima, più del solito» le rispose abbracciandola «e adesso… la diamo una pulita ai pavimenti e ai mobili o vogliamo che la polvere aggredisca gli operai?»

«Mh, sì, ci sto, a tutto. Ma prima…»

Amy vide l’amica andare alla sua borsa, estrarre l’I-Pad, scegliere una canzone e metterla a tutto volume. E mentre le note di Castle of Glass dei Linkin Park, invadevano l’appartamento, una risata genuina le raggiunse dalla porta accanto e le fece ridere a loro volta.
   
 
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